karpathos, il cuore della grecia
Settimana dall’ 11 al 18 Agosto 2009, e partenza da Milano Malpensa, compagnia Neos, col miglior catering in volo che mi sia mai capitato fin’ora. Atterraggio un po brusco all’aeroporto di Karpathos, per via del vento che, soltanto dopo essere scesi dall aereo, ci siamo resi conto essere di grande intensità: il sognor Meltemi fa subito capire che è lui a comandare qua, ed ha ragione. La prima impressione che si ha, scendendo dall aereo, e’ quella forse di sentirsi un po’ sperduti, spostati da quel vento che ti vuol portare dove dice lui, e scorgendo pochi dettagli all’orizzonte, essendo in una zona pianeggiante. Ma basta salire sul pullman e fare qualche kilometro in direzione Pigadia, la capitale, per capire che si e’ di fronte a tutta un’altra cosa. Durante il tragitto che ci portera’ all’ Hotel Oceanis, il nostro alloggio, riconosco gia’ alla mia destra le numerose spiagge dove i surfisti sfrecciano l’uno a fianco all’altro, poi ancora avanti l’isolotto di Mira, e ancora la baia di Amoopi con le sue spiagge incantevoli, fino ad arrivare alla capitale, Pigadia appunto, per sistemarci nel nostro hotel. Oggi e’ MARTEDI 11. L’Oceanis si presenta abbastanza grazioso all’esterno, all’interno una bella hall e la saletta per la prima colazione, costituita da biscotti pieni zeppi di cannella e sesamo: tanti colori ma stessi sapori. Io mi ero innamorato degli unici che non avevano quel sapore, ovvero delle specie di baci di dama con dentro una marmellata un po collosa che li teneva attaccati, tipo biscotti Bistefani, ma buoni da inzuppare. Del pane scuro, prosciutto cotto, formaggio, uova, l’immancabile yogurt col miele, aranciata un po insipida e martellatine alla fragola e pesca, anche se quelle alla pesca, non so perché, sanno un po di arancia, o almeno a me han dato questa impressione. Le camere: non so se son tutte cosi’, ma a noi e’ sembrata piccolina, con un balcone che era triangolare, ed il tavolo con 2 sedie che lo occupano tutto. Se vuoi andare in bagno, basta seguire una simpatica crepa che va dal balcone alla porta dei servizi, passando sotto il letto. Ovviamente senza bidet, quindi per lavarsi ognuno si sbizzarrisca come vuole! Ah, spettacolare la doccia! Praticamente c’e’ il piatto doccia con la tendina che pero’ quando la vai a chiudere prende anche il water, cosi se non stai attento allaghi tutto quanto il bagno quando ti lavi… e infine aria condizionata e frigobar compresi. Alla fine comunque si sta bene lo stesso, anche perche noi in quella camera staremo solo per dormire. Vista mare? Certo! Ma con una casa davanti. Ah ah! Ma chi se ne frega, infatti ci siam fatti una risata e siam scesi subito. Scesi per cosa? Per andare all’Euromoto per confermare che domani mattina ci diano il quad prenotato. Sorpresa: ce lo danno sin da stasera! Arrivera’ alle 19. Ci consigliano nel frattempo di andare a visitare la spiaggia di Pigadia intanto per non far troppa strada ma, avendola gia addocchiata, e somigliando molto alla nostra spiaggia di Senigallia, la scartiamo, su consiglio anche si altri turisti. Quindi? Per non perder tempo, chiamiamo un taxi dall’hotel, e ci facciamo portare ad Amoopi, visto che abbiamo ben 5 ore per vedere tutta la baia. Il taxi ci prende 10 euro ad andare e 10 a tornare, dall’hotel alla baia, alla fine anche ragionevole. Dopo diverse curve prese quasi di freno a mano dal taxista, arriviamo alle spiagge di Amoopi: e qui… ecco… abbiamo gia dimenticato il nostro mare e le nostre spiagge, perche queste sono di una sabbia fine, lievemente degradante verso il mare, e fatti 2 passi ti aspetta un’acqua cristallina, dove vorresti solo che tuffarti e, tirandoti su, dopo aver guardato all’orizzonte, quell’acqua che diventa subito blu per la sua purezza, quel blu che io nel mio cuore chiamo “blu Greco”, essendo anche il mio colore preferito. Grotticelle dove puoi entrare e fare delle meravigliose foto, dei tuffi insieme ai pesciolini, e man mano che vai verso sud le spiagge diventano di ghiaia, con la solita acqua meravigliosa e sempre meno gente, rimpicciolendosi le calette, ma facendosi sempre piu graziose ed affascinanti da scoprire! Siamo stanchi, sfiniti, siamo in piedi da ben 30 ore, affamati, assetati, ma la prima cosa che facciamo e’ buttarci in acqua, perche anche quest’anno riusciamo a staccare una settimana, staccare dalla solita vita, e dal nostro solito mare che vediamo da maggio a settembre! [[[Faccio una premessa: come gia detto, noi abitiamo vicino al mare (Jesi e Chiaravalle), percio per 5 mesi ci facciamo ogni volta le nostre belle 8 o 9 ore di fila (a volte anche di piu’) in spiaggia, ed in questa vacanza il nostro obiettivo non e’ quello di arenarsi tutto il giorno in una sola spiaggia come facciamo a casa nostra, o come possono giustamente fare persone che non hanno la fortuna come noi di avere il mare vicino casa, ma bensi’ di vedere e gustare il piu possibile cio’ che questa isola ha da offrire, visitando diverse spiagge , stendendoci al sole qua e la’, facendo bagni dappertutto, e visitando anche l’entroterra]]]. Stavo dicendo, in queste 5 ore ci concediamo bagni e stravaccamenti al sole lungo tutta la baia,e un bel pranzetto all GOLDEN BEACH, nella prima spiaggia da noi visitata, con un bel piatto di MAKARUNES (pasta di grano fatta a mano con cipolla soffritta e formaggio di capra grattugiato fresco), un’orata e una bella insalata greca. Immancabile il vino RETZINA, aromatizzato, sara’ il nostro “accompagnatore turistico” di questa vacanza… Gia’ vedendo i prezzi del pesce ti vien voglia di non tornare piu’ in Italia.Visitiamo tutte le spiagge della baia, e cioè le spiagge di POTAMI, PERA AMMOS, KASTELIA e altre 2 piccole calette piu’ a sud, fino ad arrivare, alla fine, ad un promontorio che offriva una splendida panoramica di tutta la grande baia di Amoopi. Arrivano le 6 del pomeriggio, e siamo ancora piu stanchi e straziati. Ma e’ una “bella stanchezza” come la chiamo io, e la giornata non e’ finita! Torniamo in taxi, ed andiamo subito all’ Euromoto, dove gia vedo il mio quad pronto. Lo guardo, e so che sarà grazie a lui ch vedremo tutto, e si rivelera’ un portento! E’ un LINHAI 260cc di cilindrata, trazione posteriore. SUBITO quelli che ti affittano i mezzi, o almeno il mio ed altri che ho sentito, ti fanno vedere la cartina e ti PROIBISCONO di andare oltre Spoa per lo sterrato che porta ad Olimpos. (Certo, se si trattasse di andare con un’auto normale o uno scooterino avrebbero anche ragione) Io dico loro “Si si, certo” , mentre intanto guardo il mio quad che ha ruote enormi tacchettate tipo Caterpillar, marce ridotte, telaio a 30 cm da terra, e un pulsante sconosciuto sotto l’accensione che secondo me era il lanciamissili… ma chi volete prendere in giro!!! Non date loro retta! Vi diranno cosi perche vogliono che affittiate una moto enduro o un fuoristrada per dar loro piu soldi, oppure vi dicono di andare con la barca che parte da Pigadia, SCONSIGLIATO da tutti, sia per il prezzo che per il tipo di escursione. Infatti una volta che sarete ad Olimpos non potrete piu muovervi, dovrete stare ai loro orari di rientro, e il paese di Avlona, le spiagge di Vananda, Papa Minas, Aghios Minas, Ormos Nati e Agnondia ve le scordate! Vi dico queste cose in riferimento di quanto mi e’ stato raccontato in modo UNANIME da tutti coloro che hanno preso la barca per andare ad Olimpos! Poi ognuno fa come vuole! Prendo subito mano con il quad, Nicoletta dietro non riesce ad appoggiare i piedi nel poggiapiedi,la sella e’ un po alta, ma si tiene bene con le mani nel portapacchi posteriore: questo coso derapa che e’ una meraviglia ad ogni aperta di gas in curva! Si rivelera un puro divertimento! Decidiamo di andare a cena, nell’unica taverna di cui non ricordo il nome, perche era buio, avevamo le energie in riserva, e non facevamo caso a nulla di dettaglio! E la penultima taverna che si incintra andando verso lungo il porto ma verso il paese, quindi lontano dalle famose Sofia’s Place e Romio’s ecc…Comunque mangiamo un ottimo Pastisio (pasticcio di carne e pasta), Moussaka (pasticcio di melanzane e carne), e insalata greca. Ah, il Retizna dove lo mettiamo? Preso! Andiamo subito in camera, senza passare dal “Via!”, e cadiamo in coma sui nostri letti! Che giornata bellissima, e siam solo alla prima! MERCOLEDI’ 12: Alle 7,15 siamo gia a far colazione, come sara’ in tutta la vacanza, per sfruttare a pieno la giornata, pertanto alle 7,45 – 8 saremo sempre gia per strada col motore acceso. Oggi visiteremo alcune spiagge della zona est. Il quad sull’asfalto necessita di un po di pratica, in quanto prendendo curve a circa 50km/h in curva tende a sollevare la ruota interna, come per cappottarsi, non avendo il differenziale posteriore, per cui bisogna giocare di gas e lasciarlo derapare dolcemente. E’ cosi’ che lui vuole fare, perche funziona cosi, e io con un po di pratica lo assecondo, a meno che non vogliate andare sempre a 20 km/h , allora non ce’ rischio. Ma un po di divertimento ci vuole, no? Facciamo il pieno, 12 litri di serbatoio, e una media di 13 km con un litro ad andatura normale (piu assetato nel fuoristrada ovviamente). Ci dirigiamo a nord, partiamo in canottiera, ma piu si sale piu il vento si fa fresco, fino ad arrivare nel punto di massima intensita’, ovvero all’incrocio dove a destra ti manda a Spoa e a sinistra ti manda a Mesochori. Li’ e’ veramente forte, contrario, e il quad fa 40 km/h a manetta, poverino! Ci dirigiamo verso Spoa per poi scendere verso Aghios Nikolaos, per una strada asfaltata divertentissima, piena di tornanti, e li’ col quad impari per forza! Mentre scendo, verso la fin della strada, con la coda dell’occhio scorgo una strada sterrata che va parecchio in salita, e faccio finta di nulla, ma gia’ so che quello e’ lo sterrato che porta ad Aghios Joannis, la spiaggia che si rivelera’ LA PIU BELLA DELL’ISOLA, ma ve lo raccontero’ dopo… Intanto siamo ad Aghios Nikolaos, spiaggia di sassolini fini, con rocce che contornano il paesaggio… una tavernetta in alto. Facciamo un bagno, prendiamo il sole, relax, siamo ancora soli essendo le 9 di mattina, e poi inizia ad arrivar gente, e conosciamo due coppie di Milano che ci raccontano dove sono stati in settimana, e ci si scambia cortesemente consigli e sconsigli! E’ incredibile, a TUTTI i turisti quelli dei rent dicono di non andare ad Olimpos se non con una moto enduro, con una jeep o con la gita in barca! Pero’ ti permettono di andare agli sterrati delle zone sud ovest, e addirittura a Kato Lakko, dove ce’ uno dei peggiori sterrati dell’isola! E’ una gran contraddizione! Va be’, andiamo avanti… Dunque, da Aghios Nikolaos ci dirigiamo verso la Spiaggia di Apella, ed oramai e’ l’ora di pranzo! Fatta la strada per arrivarci…Mi si chiude lo stomaco: ve la descrivo? Date in mano un pennello ad un pittore, lasciatelo guidare da un poeta, e vi dipingera’ questa spiaggia. Io mi commuovo di fronte a certe cose, son fatto cosi, lo sono anche ora che ve la sto descrivendo. Non sapevo cosa fossero i colori prima di vedere questa spiaggia, il verde degli alberi, il blu dell’acqua, il chiaro della spiaggia…E laggiu’, quella barchetta ormeggiata al lato della spiaggia che ogni tanto suona la campana…Da un anno la vedevo solo in foto. Ora ce lho davanti agli occhi. Cosa faccio. Quello che puo fare un semplice turista quando si trova di fronte a qualcosa che sogna da tempo… la guarda, pensa “ora ci sono, son qua”. Ed inizio a sparare foto peggio di un cinese (in quest’isola mi son superato, ne ho scattate 1.555 in 7 giorni) . Stendiamo l’asciugamano, un bel bagno, siamo gia cotti dal sole, e andiamo a vedere la spiaggia a fianco ad Apella, dopo un sentierino di una ventina di minuti, dal quale si possono fare foto spettacolari delle 2 spiagge. L’altra spiaggia a fianco e’ bellissima abch’essa, ma troviamo il mare un pochino piu mosso ,ma sempre incantevole, dove la gente arriva anche a nuoto. Che pace, spero che tanta altra gente come me abbia provato le mie stesse emozioni! Torniamo indietro dopo una bella passeggiata, ed andiamo a pranzo nella taverna sovrastante, con spiedini di maiale e calamri fritti. Si si, Retzina ! Riandiamo in acqua, altro sole, e dalla spiaggi facci ofoto ad essa con sullo sfondo i monti…Si , i monti… che domani mi porteranno ad Olimpos. Secondo me l’accostamento mare e montagna e’ il migliore del mondo per un luogo, perche unisce caratteristiche differenti in un unico ambiente, e da’ il senso di completezza, di unione, una visione di insieme che rende quest’isola qualcosa di unico. E questo lo sapevo gia prima di partire. Lo sapevo. Sono le 15,30, ci siam presi un bel sole! Gia qualcuno torna in albergo! Cosa?? Noi accendiamo il “trattore” e ci dirigiamo a Kira Panagia, anch’essa spiaggia molto caratteristica, ma non come Apella, e comunque degna del nome “spiaggia”. Stendiamo l’asciugamano, e decidiamo dia andare a far 2 passi verso la chiesetta, dove ce’ la famosa CAMPANA: dicono che se la suoni ritornerai nell’isola… quindi io ho provato ad infilarmici con tutta la testa, ma non ce lho fatta, percio mi son limitato a dargli un po di pugni con le nocche, in quanto mancava il pendolo dentro… Si fanno delle belle foto con la campana avanti e la spiaggia dietro, o con i fiori in basso! Abbiamo preso un sentiero per stare un po all’ombra, che poi abbiam scoperto portare alla spiaggia vicina di Kato Lakko, ma l’abbiam fatto solo per meta’, perche diverse piante con spuntoni stavano infierendo sulle nostre gambe, percio torniamo indietro, e dopo aver oziato un po’ in spiaggia (troppo affollata), decidiamo di andare a vedere la spiaggia vicina di Kato Lakko, col quad. Guardate, state attenti perche in certi tratti la strada e’ pietosa, sterrata, con solchi anche di 30 cm a volte. Per tornar su in certi punti il quad mi si metteva su 2 ruote, e dovevo sterzar dall’altra parte per non cappottarmi! La spiaggia di Kato e’ molto caratteristica, anche se noi abbiam trovato mare mosso, ma anche in quel modo e‘ molto suggestiva, con una specie di accampamento con tavolini e frigobar abbandonati (essendo le 17,30 circa), ed eravamo COMPLETAMENTE soli… ecco… ambiente ideale per un po di …Relax… Ripartiamo, si sta facendo tardi, e decidiamo di cenare a Pigadia da MAMMA MARIA, dove ci portano dell’ottimo SAGANAKI, formaggio locale fritto, e un bel piattone di pesce con orata, pesce spada, calamarone, polipone, gamberoni, riso, verdure e patate, costo del piatto 35 euro in 2 , ottimo direi, Dopo cena ci fermiamo da ACHILLION, dove fanno dell’ottimo yogurt con miele, e gentilmente il proprietario mi lascia il barattolo di miele, avendo capito di aver a che fare con un’ottima forchetta… . Passeggiatina digestiva per i negozi del paese, una bevuta al LIQUID BAR, dove le consumazioni costano quanto da noi (ahime’), e poi a nanna. GIOVEDI’ 13: oggi e’ il giorno, il giorno di Olimpos. Il quad sembra ben collaudato per il fuoristrada, e anche se non lo fosse, lo collaudero’ io nei 18 kilometri di sterrato che separano Spoa dal lontano paesino. Oltre al pieno, ci portiamo dietro 3 bottiglie da 1,5 litri di benzina, sistemati accuratamente dentro una borsa termica portata da casa (gia’ previsto). Dopo una colazione leggera, alle 7,45 si parte, perche vogliamo arrivare ad Olimpos prima che arrivino le mandrie di turisti con le imbarcazioni e con i fuoristrada. Arriviamo a Spoa, il vento si fa forte, ci sfida, e noi a testa bassa, gas a manetta. Un cartello impolverato indica “Olimpos”, come se fosse qualcosa di lontano,irraggiungibile, con dietro quelle nuvole basse, quasi alla tua altezza, come se volessero minacciarti…Inizia lo sterrato. All’inizio ce’ qualche piccola roccia che sbuca dal terreno, ma sono basse, arrotondate..Poi alzo la testa, ce’ la prima curva, il vento alza dei mulinelli di polvere e sassolini…Ci buttiamo dentro ad occhi chiusi, e li passiamo. Vado piano solo perche’ ancora ho nelle orecchie la vocina stridula della ragazza del rent che mi proibisce di fare lo sterrato perche il mio “mezzo” non e’ adatto… non e’ adatto… ma piu’ passa il tempo e piu mi rendo conto che sto quad e’ uno spasso, tira come un bufalo, perche ogni tanto do’ della accelerate, e lui sgomma alzando un polverone, perche ha la coppia motrice concentrata ai bassi regimi, e quelle ruotone tacchettate i sassi li sbriciolano…Ma contino ad andar piano, di cuor mio. La strada continua, sembra non finir mai, ci sono dei bellissimi panorami, scattiamo foto, incontriamo dei bivi, e dalla mia cartina capisco che sono quelli che a sinistra portano alla spiaggia di LIMERI, e alla destra portano ad AGNONDIA, AGHIOS MINAS e ORMOS NATI. Nel percorso si incontrano tante ruspe, scavatori, camion e mezzi strani per lavorare la roccia, sembrano abbandonati, pieni di polvere, ma sicuramente basta lasciar fermo lì qualunque cosa anche solo per un giorno, che il giorno dopo la ritrovi completamente sommersa dal pulviscolo. Per mesi dall’Italia ho chattato con gente del posto, chiedendo loro anche informazioni riguardo all’asfaltatura di questa strada, e mi hanno risposto che i lavori si interrompono sempre sia per mancanza di fondi, sia per interessi economici e politici, e non sanno se mai finiranno… e non so se convenga a questo punto, vi diro’ poi il perche’. Dopo curve e curve, vediamo una lapide di chi li’ ci ha perso la vita, chissa’ come avra’ fatto, anche perche secondo noi, a meno che non si sia degli imprudenti, l’unico pericolo reale che si possa incontrare e’ il fatto di imbattersi in delle frane improvvise, quello si’, o magari delle fortissime folate di vento. Andiamo avanti, a volte la strada si stringe ma poi si riallarga: pertanto e’ PERCORRIBILISSIMA con quad, fuoristrada, auto (purche’ non si sia in troppi da toccar la parte inferiore, moto enduro e, con eroica determinazione, anche con uno scooter (ne abbiamo visti diversi), purche’ si vada piano ovviamente. Insomma, lo sterrato e’ lungo, si, ma non e’ il peggiore dell’isola, e si percorre bene Eccoci, da dietro un monte esce qualcosa, sono delle casette, bianche, arroccate su una montagna, e andando avanti il paesaggio si ingrandisce… che meraviglia, guarda dove abitano quelli! E’ Olimpos! Da lontano sembra quasi di avvicinarsi ad un presepio, qui vige il silenzio, e si sente solo il soffio del Meltemi, che ci ha accompagnato per tutto il viaggio. Parcheggiamo il caterpillar (il quad tralaltro e’ giallo), ed entriamo nel paesino. Sono le 9.30 circa, siamo SOLI, non ci sono ancora i turisti, e ci godiamo il giro! All’inizio gia’ una vecchietta baffuta ci invita a mangiare nella sua taverna. Lei e’ vestita con il classico abito variopinto secondo la loro tradizione, ed andando avanti se ne incontrano altre, tutte gentili e cortesi. Ti abbracciano, ti invitano ad antrare nei loro negozi, ti raccontano storie, sono ospitali ma mai invasive, mai soffocanti. Non so, ma era come se fossero tutte mie nonne, non tanto per i loro modi di fare, ma per il modo in cui si comportano con te. Anche perche, guardando una anziana signora, sugli 85 anni, seduta su una sedia, in una casetta li’ vicino, da sola, che guardava il panorama, senza parlare con nessuno, ho notato una cosa, dentro di me: che loro quelle tradizioni, pur mostrandole al pubblico, ce le hanno dentro. Per quanto io non sia ne’ poeta ne’ psicologo, quando quella vecchietta si e’ girata per guardarmi, io quelle montagne, quei paesaggi, quei luoghi e quelle tradizioni le ho viste nei suoi occhi, e dopo avermi sorriso, si e voltata, di nuovo, a guardare di fronte a se’, la montagna, con quelle casette sparse. Io son rimasto fermo li’,commuovendomi, da solo, e poi son ripartito, chiedendomi chissa come si vive qui, cosa si prova, cosa si sente dentro, come si chiede qualunque persona che sa di essere di fronte ad una cosa che non avra’ mai, che non potra’ mai fare. Quel senso di irraggiungibilità che ti lascia dentro sia mistero che angoscia. Io dico che l’importante e’ viverla al momento, e poi si vedra’. Continuo il mio giro, tra le case caratteristiche, mulini a vendo diroccati, panorami mozzafiato. Si’ perche dalla chiesa di XRISTOS si fanno delle foto da paura verso ANAPROSOPOS, a strapiombo sul mare. Se dalla chiesa ti giri verso il basso, riesci a vedere anche la spiaggia di FYSES, facendo delle belle foto zoommate. Siamo ancora soli, e dopo alcune foto con le vecchiettine simpatiche e baffute del luogo, ed aver acquistato olio, miele, spezie, centrotavola e manufatti vari del luogo, andiamo a mangiare alla taverna TO MILOS, dove ce’ l’unico mulino a vento ancora funzionante. Mangiamo MAKARUNES (che qui son fatti di pasta lunga a differenza delle zone del sud), polpette fritte di zucchine e fiori di zucca ripieni con riso e verdure, tutte cotte nel forno dalla vecchina della taverna. Sublime! Tutto quanto, con LOUKUMADES (palle di pane fritte con miele e sesamo) in omaggio! Ah, la retzina, certo! Dopo un’oretta, il mio stomaco ha ancora un languorino, cosi ci fermiao in una taverna dove ce’ un cartello con scritto “try our loukumades”. Detto fatto:parlo con un signore che acconsente, esce e dopo un po ebtra una vecchietta che sembra imprecare, e si mette all’opera:dopo 20 minuti ti tira fuori un piatto con una ventina di loukumades, caldi, ma buoni, buonissimi! E’ da farci il pranzo! Il tutto a soli 7 euro! Che bonta’! Usciamo per evitare che la sigora ci pesti, e proseguiamo il tour del paesino. Dopo averlo girato da cima a fondo, sono oramai le 14 circa, salutiamo tutti,m foto con le donnine, e torniamo dal quad impolverato. Carico un paio di bottiglie di benzina nel serbatoio, per sicurezza, e mentre gran parte della gente torna indietro, noi andiamo avanti, in direzione DIAFANI, porticciolo che si raggiunge con una strada asfaltata, piena di curve, con la quale inizio a far derapare per ben il quad sull’asfalto in curva, mentre Nicoletta si tiene stretta dietro sul portapacchi con le gambe a spenzoloni, e dicendomi qualche parolaccia quando il quad “scoda” un po’ troppo all’apertura del gas. Ha ragione, ma sto quad ti prende troppo! Diafani e’ carina, un porticciolo, cou una fontanella caratteristica, taverne e una bella vista sul mare…Ma npi andiamo oltre: oltre diafani, parte uno sterrato che passa tra muretti di mattoni, campi ed ulivi, dove alla destra ce’ lo sfondo azzurro azzurro del mare. E’ una strada bellissima, sterrata, dove il mezzo slitta che e’ un amore. Raggiungiamo cosi’ la spiaggia di VANANDA, di ciottoli, con acqua limpida, e una chiesetta in cima ad una roccia. Bagno rigenerante, un po’ di sole, relax! Dopo un’oretta e mezza ripartiamo, torniamo ad Olimpos, i pullmann riportano la gente indietro, e noi ci riallontaniamo, andiamo a visitare il paesino di AVLONA, a 20 minuti da Olimpos. E’ molto suggestivo, e’ un po’ appoggiato su una collina, e a valle ci sono tutte le loro coltivazioni..E piu’ avanti ancora… sembra esserci il nulla, Sembra quasi un paesaggio astratto, di un suo fascino personale. Allora, questa Olimpos VALE la strada da affrontare, vale le belle parole dette dalla gente su di essa, vale tutto cio’ che per “sentito dire” su questo paese si vivifica poi una volta che sei la’, perche io ci ho pensato, e non ero la’ per aspettarmi chissa’ cosa di mastodontico, ma mi sono solo lasciato andare da cio’ che avrei trovato, e questo presepio mi ha riempito il cuore, con qualcosa di semplice, di speciale, di unico, quella manciata di abitanti arroccati lassu’ come se Dio avesse voluto sistemarli la’, in cima al mondo, per Sua volontà, perche riflettendoci’ bene e’ la che sei, in cima al mondo, ed e’ un grande dono quello di poter vivere anche solo per alcune ore realta’ che ti fanno dire tra te e te che forse il mondo non fa poi cosi’ schifo come a volte pensiamo nei momenti piu brutti della nostra vita, Quando qui sono in cima ad una terrazza, e sento il vento che mi soffia contro con forza, tanta forza, e da lontano vedo montagne alte, e sotto subito il mare, con le onde che si infrangono nelle rocce a strapiombo, irraggiungibili, e poi mi giro verso il paesino vedendo gente che li’ ci abita,chi per alcuni mesi chi per tutto l’anno, so che tutto e’ possibile, e che la “bellezza” di una cosa non va giudicata solo dall’apparenza, ma anche dal contesto in cui essa e’ inserita. Sono queste le motivazioni che per me hanno reso Olimpos qualcosa di unico, di reale e sincero. Ma e’ una mia impressione, e ognuno ha la sua. Ma questa e’ la MIA Olimpos, poi sta ad ognuno ricavarne le impressioni che vuole. Spero solo che anche altri abbiano avuto le stesse sensazioni che ho avuto io. A questo punto, vorrei che non asfaltassero mai lo stradone sterrato che porta fin qua, perche gia’ solo quello ti da’ l’idea di quanto sia isolato quel luogo, di come tu te lo debba “guadagnare”. Se la asfaltassero, con l’arrivo del turismo di massa, sarebbe la morte spirituale di questi paesaggi, della loro semplicita’, della loro singolarità. Ed e’ lo stesso parere che ha la gente del posto, pertanto, spero rimanga tutto cosi’,com’e’ ora. Ok, sono le 17,00 , svuotiamo l’ultima bottiglia di benzina e ci dirigiamo verso casa, ci aspettano quasi 2 ore di viaggio! Tornando, lungo lo sterrato di ritorno, premo di piu’ il pollice per dare gas, e piu’ glie ne dai piu’ ne vuole, perche nelle curve (quelle piu’ larghe e sicure) il quad scoda che e’ un amore, e si controlla bene, lasciamo tanta polvere, e il motore col suo rombo secco non da’ cenni di esitazione. Ci divertiamo tanto per tornare, e’ bellissimo gente, questa strada e’ divertentissima! Arriva l’asfalto, abbiam gia’ finito la strada , ma non la giornata, perche tornando passiamo a vedere i paesini di APERI, VOLADA E OTHOS. Ad Othos so gia’chi c’e’, lo so, c’e’ YANNIS HAPSIS, un signore di eta’ molto avanzata, che per passatempo dipinge paesaggi su lastrine di terracotta. Lo cerco, e lo trovo, basta entrare in una piccola porticina celeste lungo la strada del paese, lo saluto, come se gia lo conoscessi, perche gia’ da casa avevo visto di lui su alcuni siti greci dell’isola. Lui mi saluta, mi riconosce subito che sono italiano, e mentre io mi avvicino lui fa come per abbracciarmi, non so se voleva farlo, ma io nel dubbio lo abbraccio, e lui ricambia. E’ magro, ha molti anni, mi mostra le sue opere, sembrano dipinte da un bambino, e con colori forti.Mi invita a prenderne una dicendomi che essendo italiano per me ce’ uno sconto. Lo aiuto a sedersi, ed intanto scelgo un dipinto che dai mulini rappresenta Olimpos, me lo mette 7 euro anziche’ 10. Gli do’ 10 euro, capirai cosa me ne frega del resto di 3 euro, ma mentre tira fuori gli spiccioli per darmelo, inizia a parlarmi della guerra e delle sua storia, di come si vive qui e dei turisti. Io lo ascolto, come un nipotino ascolta suo nonno quando gli racconta una favola. Sembrava volesse compagnia, e gli faceva piacere che io stessi li’ ad ascoltarlo, e lo stesso per me. Finito il colloquio, lo saluto, una foto ricordo e ripartiamo. Che giornata oggi, intensa, me la sento nel petto. Siamo stanchi, ma tornando a Pigadia non ceniamo li’, ma andiamo a MENETES, un bel paese sopra Amoopi, dove in un curvone si trova una costruzione con in cima la statua si Menetes appunto, un guerriero, che impugna un fucile, e guarda verso il mare. “Basta, questa me la porto a casa!” . Solo che pesera’ minimo una o due tonnellate, dopo quanto devo pagare di sovrapprezzo all‘aeroporto? Va beh, lasciamola li’.Ceniamo da DIONISO, in un bel giardinetto interno,mangiamo dell’ottimo agnello in umido con patate, una MOUSSAKA da denuncia (avra’ pesato mezzo kilo), e due ampolline di vino bianco della casa. La signora padrona,inoltre, su richiesta ti fa vedere la sua casa, tipica Karpatiana, cou un buon odore di chiuso e addobbi caratteristici, e si possono fare belle foto. Fatte ovviamente! Sono le 20,30 circa, siamo alle batterie di riserva, torniamo a Pigadia, e fortunatamente il quad illumina bene la strada! Due passi in centro e crolliamo sul letto! VENERDI’ 14: Solita sveglia presto, colazione con biscotti tutti uguali e via, gas a mabetta direzione… benzinaio. Pieno, boccia di benzina (oggi una sola), e via per la spiaggia di ACHATA: arriviamo alle 8,30, e’ uno spettacolo! Siamo solo noi e la signora di una delle taverne (la “povera” signora con la Subaru Impreza WRX) , Stendiamo l’asiugamano, un bel bagno con acqua gelida, mare una tavola, qualche APE GIGANTE mentre prendiamo il sole, e dopo un’oretta un bel bagno, e raggiungiamo a nuoto una spiaggettina bellissima a pochi metri di nuoto dalla spiaggia principale, sulla sinistra. Che bello qua, che meraviglia, il mare, la spiaggia, e dietro la montagna! Dall’alto si sente qualche capretta arrampicata sulle rocce che bela forte come per chiedere aiuto, ma noi non le vediamo. E piu’ che aiuto forse belano per prenderci in giro per i chili di troppo che gia abbiamo accumulato in 3 giorni… sigh! Poco prima di pranzo ripartiamo alla volta delle spiagge sotto l’aeroporto, quelle “caraibiche”. Sono tante, ma ben raggiungibili, e le vediamo pressoche’ tutte, FOKIA, DAMATRIA, CHRISTOU PIGADI,NIKOLAKI I POUNT e MAKRIS GIALOS in fondo, non negandoci ovviamente bagni e stese al sole nelle preferite! DIAKOFTIS raggiungibile con uno sterrato, sotto l’aeroporto,risulta essere la migliore, con acqua da non crederci, ragazzi, da non crederci, sono i Carabi, ma un vento che scoperchia i tetti delle case, infatti la gente li’ sta un’oretta al massimo poi se ne va, perche la sabbia ti punga addosso per quanto ti arriva velocemente sul corpo! Il superquad ovviamente affrontera’ molto bene gli sterrati che ci porteranno, oltre diakoftis, cioe’ alle spiagge di KASTELLO, ce ne sono 2, con mare molto mosso, facciamo solo qualche foto, qua e’ veramente deserto, ma proseguiamo ancora, ed arriviamo in punta, dove ce’ uno strapiombo col mare che urta cosi’ forte sulle rocce da fare un gran chiasso! Belle foto, ambiente selvaggio, in certi tratti ostile direi, rude, anche qui unico nel suo genere! Ripartiamo, qua schiviamo qualche roccia bella appuntita, bisogna stare attenti e proseguiamo verso le spiagge direzione nord-ovest. Incontriamo ELARIS, MICHALIOU, PSORARI e POUNTA, tutte pressoche’ simili, ma per fare un bel bagno e prendere ancora sole (come se ne avessimo preso poco tra spiagge e spostamenti in quad) scegliamo la spiaggia di MICHALIOU, con le caratteristiche rocce che formano due archi, per fare delle simpatiche e singolari foto! Acqua limpida, sabbia tendente al rossiccio, e pace totale, con poca gente. Si riparte, direzione sempre nord, e passiamo nelle spiagge di AGRILAOPOTAMOS e AGIOS THEODOROS mlto suggestive ma simili alle precedenti, se non per qualche piccola differenza per la loro posizione rispetto alle rocce sovrastanti, ma comunque molto carine per delle foto e 2 passi in tranquillita’. Ci dirigiamo verso ARKASA,facendo delle fotografie alle spiagge di TRACHANAMOS e AGIOS NIKOLAOS (ce n’e’ una anche qui infatti di Nikolaos) passiamo il paesino,guardandolo con calma, grazioso, ed arriviamo a FINIKI. E’ presto per cenare, percio’ perche non fermarsi in una spiaggetta deliziosa? Quella di KAMARAKIA, isolata, poco piu su del paese, 300 metri sulla destra, dove ce’ una coppia ch legge un libro in tranquillita’. Ci rilassiamo un po’, guardiamo il mare con il sole che pian pian inizia a calare, una lieve brezza che lenisce il calore del collo… che atmosfera… Torniamo in paese e visitiamo Finiki: VERAMENTE BELLO, consigliato vivamente, piccolo porto di pescatori, ogni ristoratore mostra FIERO il suo pescato, ed ha ragione, pesci freschi di ogni tipo, cicalem aragoste, canocchie, scorfani, orate, calamari ginanti, polipi e chi piu ne ha piu ne metta… al centro della piazzetta una statua che raffigura un’imbarcazione con dei pescatori. Cena da DIMITRIO’S, tanto decantato ed io confermo, ottimo pesce fresco, e cena al tramonto! Vi giuro che cenare al tramonto a Finiki e’ da CARTOLINA, confermo e riconfermo! Da questo ristorante vista sulla baia, col sole che scende accanto alla piccola montagna, e la chiesetta blu e bianca si tinge dolcemente di rosa…Il titto condito da OTTIMO pesce fresco, piattone a 35 euro, Retzina e come dolce BAKLAVAS, un mattone con pasta sfoglia, miele e frutta secca, tutto ben impastato! Finito, e’ quasi notte, e torniamo a casa con l’autoblindo Linhai per la strada che sale per Menetes e poi riscende verso Pigadia, col tramonto che lascia pian piano spazio al buio, interrotto poi dalle luci di una piccola festa a Menetes… Al porto di Pigadia torniamo da Achillion, e mi “inietto” una bella crepe con nutella e banana, annaffiata da un bel bicchiere di METAXA. Liquore greco, tipo brandy dolce. Oramai il padrone e’ mio amico . Sottolineo che PIGADIA e’ proprio un bel paesino, con un porticciolo grazioso, tanti negozietti, tanti ristorantini, con tanta gente ma mai troppo affollata, insomma, si respira sempre, si cammina bene, e si mangia bene! I signori che ti invitano a mangiare nei loro ristoranti ti chiamano si’, ma non sono mai, e dico MAI invadenti. Si sta bene qui,si sta tanto bene! Unica pecca: ci sono alcuni ragazzi con le macchine acchittate e assettate, ma ben tenute e pulite, che spesso si mettono a sgassare coi loro scarichi “in titanio di saturno” che fan tremare i vetri, e spesso lo fanno sin dalle 5 di mattina… senza parlare di quei motorini cha fan un fracasso infernale, quelli a marce che si vedono in grecia, che son delle carrette che pero’ vanno a 120km all’ora, cos hanno dentro non lo so! Ma capita a volte,non sempre, non spaventatevi, come a volte capita che, se avete l’albergo a Pigadia, sentiate della musica ad alto volume ino alle 1 o alle 2 di notte, per via di quei 2 o 3 locali che tirano di piu’ alla sera. Ma fan parte del posto, e ci si fa l’abitudine! O almeno noi la facevamo, in quanto arrivavamo a letto stramazzati dal sonno verso mezzanotte… SABATO 15: Oggi e’ Ferragosto, giorno di gran festa. Noi partiamo presto, come al nostro solito, ancora benzina dietro, il quad non molla mai, oramai e’ nostro amico, non stenta un attimo, sempre pronto ad ogni difficolta’,e oggi si rivelera’ un vero e proprio portento. E’ mattina presto, decidiamo di dirigerci verso LEFKOS, ma prima passiamo per i paesini dell’entroterra, perche Karpathos non e’ solo mare, ma anche paesini, colline, montagne, spiagge selvagge, panorami… pertanto con un bel pieno e 2 bottiglie di benzina a presso passiamo APERI, VOLADA e co dirigiamo per una stradina ripida in salita, asfaltata, che porta a LASTOS, perche’ so che da quella strada ce’ una bellissima vista dall’alto della costa ovest dell’isola, e cosi’ e’. Le strade sono strette, a strapiombo dalla montagna, con dei piccoli parapetti, ma oramai noi siamo una cosa sola con questi luoghi, e neanche ci facciamo caso, guida tranquilla e tante, tante foto, tanti colori. E’ tutto da cartolina qui. Torniamo indietro, e ci dirigiamo ad Othos, dove assistiamo brevemente ad una messa di Ferragosto, in una chiesetta graziosa, piena di gente anziana e non. E’ un piccolo quadretto di vita locale, un piccolo scorcio di cio’ per per me e’ qualcosa di commovente, ma per loro e’ normalità. Ed e’ questa normalità che ti fa innamorare di questi luoghi, dai quali non vorresti mai andar via, non perche stai in vacanza, ma perche sono piccole realtà di cui e’ facile innamorarsi, e’ questo che mi ha colpito. Ogni cosa qui ti entra dentro, e in ogni modo ti rimane, e penso per sempre rimarrà, Si riparte, andiamo a Lefkos appunto, dove ci si presenta un bel paesino, con delle piccole baie fatte di acqua pura, acqua blu, acqua greca. Il blu greco, già. Non ci fermiamo alla prima, ma col carro armato andiamo avanti, e ancora avanti, per una stradina scavata nella roccia, che terminera’ in una spiaggetta piccola, con 4 pietre in mezzo all’acqua. Calpestiamo sassolini talmente fini che ti massaggiano i piedi, e facciamo un bagno in quest’acqua dove anche a 4 metri e piu’ di profondità riesci a vedere il fondo. Anche oggi, come sempre, ce’ un sole tremendo, attenuato fortunatamente da una brezza abbastanza fresca, che ti fa venir la pelle d’oca all’uscita dall’acqua. Dopodiche’, torniamo indietro fino alla prima baia, per sistemare di nuovo gli asciugamani e fare due chiacchiere con “amici di vacanza” incontrati li’ nel luogo, piacevoli conoscenze che fai ovunque tu vada, perche sei in vacanza, non pensi a nulla fuorche’ a star bene, ed ogni cosa viene di conseguenza. Oggi non hanno pesce fresco , mannaggia, e decidiamo cosi’ di mangiare in una taverna in spiaggia, del bel SOUVLAKI di carne di maiale, due bei spiedoni, e… Retzina… ma va? Dopo pranzo un po di sole, e ripartiamo, alla volta di due spiagge SELVAGGE, nel vero senso della parola. Sono ORMOS LARES e MAKRIS GIALOS. Sottolineo che di Ma kris Gialos ce ne sono 2, una a sud sotto l’aeroporto, dove si fa windsurf, e un’altra a nord, poco conosciuta, direi quasi per nulla a sentire la gente li’, che sta a nord, sopra MESOCHORI. Partiamo da Lefkos, andiamo verso nord, e dopo aver visitato un’altra chiesetta isolata, prendiamo uno sterrato che , prima della chiesa stessa, scende a sinistra dalla strada. Per gli “avventurieri” come noi, sappiate che sono circa 5 km di sterrato, un po duro, da evitare con lo scooter, ma da fare con il quad o con una jeep o una moto enduro.. Strada tortuosa, rocce un po appuntite, tornanti con discese abbastanza ripide, fino ad arrivare alla spiaggia di Lares appunto, che si presenta rude, un po scogliosa, con mare mosso per via del vento, fiera, selvaggia. Qualche foto e ripartiamo. In salita ci divertiamo facendo derapare il quad nelle curve, una volta che ci hai preso mano e’ divertentissimo questo mezzo, non me lo sarei mai immaginato! Riprendiamo la strada asfaltata, e ci dirigiamo a MESOCHORI, un paesino molto suggestivo, dalla strada si fanno delle foto bellissime al paese con alle spalle la montagna e sotto la baie di MAKRIS GIALOS e AGIA IRINI. Chiediamo informazioni al paese su come arrivare a Ma kris Gialos, ed un ragazzo, ci dice che dobbiamo andare un po piu’ in su, e prendere uno sterrato. Prtiamo, ho piu di mezzo serbatoio e 2 bottiglie di benzina di riserva. Il quad, come dicevo prima, qua si rivelera un portento, perche se lo sterrato per andare a Leres era un po impegnativo, questo lo e’ anche di piu’: per chi volesse andare, sono ben 9 km di sterrato, solo ad andare, terra rossa, con rocce spesso appuntite e mulattiere che spesso sono un po a strapiombo, ma comunque fattibile, con calma ovviamente. Siamo solo noi, in una immensa dorsale montuosa che scende verso il mare. Paesaggio quasi lunare direi, qui ce’ veramente il senso della solitudine, a tratti quasi “spaventoso”. Silenzio assoluto, siamo solo noi, anche qui niente case, ne persone, solo una chiesetta al centro di questa sorta di “conca” immensa, incontaminata, chissa’ cosa lhan costruita a fare li’. Procediamo , scendiamo , ci ricordiamo un paio di bivi sperando di ripercorrerli dal punto giusto per tornare, perche vi assicuro che in un luogo cosi, senza punti di riferimento potrebbe essere facile non rcordarsi la strada del ritorno. Arriviamo alla spiaggia di Makris Gialos, ancora piu selvaggia di Lares. E’ L’ALTRA FACCIA DI KARPATHOS, quella che si nasconde dai turisti, quella che si mostra solo a chi la vuole scoprire, quella che bisogna guadagnarsela con un po di spirito di avventura e di scoperta. Karpathos e’ bellissima anche per questo. Per gli “avventurieri” come noi, sappiate che se vi imbarcate in questo sterrato, sarete completamente soli, e alla fine di esso, voltandovi, avrete la spiaggia alle spalle e di fronte una mastodontica montagna, a conca come dicevo, che vi chiudera’ parte della visuale sia alla vostra sinistra che alla vostra destra. Guardiamo la spiaggia, anch’essa rude, col rumore delle onde che si infrangono negli scogli, ampia, il monte che la guarda dall’alto, e il sole che, essendo oramai le 16 circa, riflette la sua luce in quelle acque movimentate, a volte furiose, come se volessero scrollarsi via il riflesso del sole di dosso, imperterrite, schiumose, le uniche che con la loro voce interrompono il silenzio che DOMINA questo angolo isolato del mondo, a tratti quasi misterioso. Fatte delle foto anche qui ripartiamo, verso questa salita che sembra non finire mai…Ed incotriamo la chiesetta di prima, solo che ci passiamo proprio davanti… ed invece per andar giu’ l’abbiamo vista solo da sopra… il che significa che non e’ questa la strada dall’andata. Nel frattempo entriamo nella chiesa e la osserviamo, e nel ripartire torniamo indietro perche non e’ questa la strada giusta… supponiamo. Arriviamo ad un bivio, e non siamo piu sicuri della strada che abbiamo per scendere, tanto da farci cadere un po nel panico, in questa enorme vallata che sembra non volerci far andar via a questo punto… percio’ riprendiamo la salita, e ad un bivio scegliamo la strada che va a sinistra, e che ci portera’ ad un altro bivio che ci sembra di non aver visto all’andata…E giriamo ancora a sinistra, proseguendo sempre in salita… non siamo piu’ tanto sicuri della strada da fare, anche perche siamo un po’ stanchi per la giornata e un po confusi da queste strade… Ma decidiamo di fidarci di noi stessi, e anche del nostro mezzo, che nei miei momenti di rabbia per la paura di perdersi, aprendo a tratti il gas a manetta per sfogarmi, sgomma come un toro in corsa, alzando polveroni immensi, e dandomi senso di sicurezza e di controllo…Ed e’ cosi’ che andando avanti riconosciamo dei vecchi mulini a vento abbandonati che avevamo visto all’inizio, ed anche un furgone abbandonato li’, lungo il viottolo, ad indicare che tra meno di un kilometro raggiungeremo la strada asfaltata, e cosi’ sara’! Siamo fuori, e appena presa la strada asfaltata passa una jeep del luogo e ci saluta come a dire “bentornati!” . Rifornimento di benzina al quad, svuoto 2 bottiglie, il torello deve bere, ha ragione, anche oggi gran fatica per lui! Andiamo a Mesochori, pittoresco, col mare sotto di lui, e da li’ vediamo la conca dove eravamo poco fa, e fa quasi impressione… ma ci siamo stati, e alla fine e’ un altro bel ricordo di una piccola avventura vissuta allo stato di completa libertà! In paese, percorribile solo a piedi, mi dirigo subito al CAFE’ SKOPI, piccola taverna vista su internet, e li’ so che ce’ Manoli, il proprietario, un signore simpatico sui 50 anni, che ci accoglie con gentilezza, e gia’ capisce che siamo assetati. Ci svuotiamo 2 bottiglie d’acqua, 2 birre, e accompagnamo il tutto con una bella insalatona greca con foglie di capperi! Manoli permette nella sua taverna di scrivere sui tavoli i nomi di chi fa gli fa visita, e cosi’ lo facciamo anche noi. Lui guarda il mio pennarello, mi chiede di darglielo perche e’ al silicone, e scrive bene su tutto e dura parecchio. A me sarebbe servito per il ritorno, ma glie lo regalo lo stesso, e lui in cambio mi regala un CD di Karpathos, che al paese vendono a 8,50 euro. Facciamo due chiacchiere, anzi direi anche tre, e gli racconto delle nostre esperienze ad Ormos Lares e Makris Gialos, ed ogni tanto ci giriamo a vedere il panorama, MOZZAFIATO dalla sua taverna. Ci scatta una foto, e ci dice che oramai siamo suoi amici e che pubblichera’ la nostra foto sul sito della sua taverna, come fa con alcuni clienti che vanno a fargli visita. Non so se qui son tutti cosi’, ma fin’ora ho trovato persone squisite, ben disposte ad accoglierti, e non parlo solo di negozianti o ristoratori, ma anche di abitanti del luogo. E’ un ottimo posto per stare in pace con se’ stessi, e’ Karpathos. Salutiamo Manoli, il sole sta tramontando, torniamo in direzione Pigadia, passando pero’ per la strada che attraversa i paesini di Stes, Othos, Volada e Aperi, che oggi sono tutti in festa, essendo appunto Ferragosto. Ad un tratto pero’, a Volada notiamo una taverna, l0unica lungo la strada, che sucita la nostra curiosità, con poche persone, ed un balcone che offre una buona panoramica del monte di fronte con Pigadia che si scorge appena dietro. Ci fermiamo, e gustiamo delle ottime SARDINE di Karpathos, piu grandi delle nostre in Italia, affogate nel loro olio, squisite! Degli ottimi Souvlaki e delle zucchine fritte che sono le sette meraviglie. Un bel dolce locale… Retzina ovviamente! Taverna molto economica, non nominata nelle solite guide turistiche, e che consiglio a tutti, veramente. Torniamo a Pigadia che e’ quasi notte, un salto da Achillion per una crepe con nutella e biscotti, e tutti a letto! DOMENICA 16: Oggi si va’ diretti, spediti, alle spiagge meno frequentate perche’ meno nominate dalle guide turistiche, ma di una bellezza unica, di AGHIOS MINAS, AGNONDIA e ORMOS NATI, per poi andare al pomeriggio nella spiaggia che per noi si rivelerà la piu’ bella, la piu’ pittoresca, la sintesi della pace interiore, la Grecia: AGHIOS JOANNIS. Partiamo alla buon’ora come sempre, zaini ben stretti sui portapacchi , “luci accese anche di giorno, casco in testa ben allacciato, e prudenza…Sempre!”. Saliamo, verso Spoa, ecco di nuovo l’incrocio dove il vento ti “trabalta”, e stavolta lo affrontiamo con piu’ decisione, oramai il signor Meltemi e’ nostro amico e compagno di viaggio. Iniziamo lo sterrato, stavolta col pollice piu’ in fondo, tre quarti di gas che fanno divertire sia noi che il quad su questa strada…Indimenticabile! Dopo una decina di silometri arriviamo al bivio che indica “Aghis Minas, taverna open”. Scendiamo per un paio di silometri, e ce’ gia un bivio, che a sinistra porta alla suddetta, e a destra porta alla spiaggia di AGNONDIA: si va a sinistra ovviamente, e la strada si fa un po’ piu stretta ma ben battuta, e dopo un ventina fdi minuti arriviamo la’, dove non ce’ nulla, solo il silenzio, noi, il mare, la spiaggia di ciottoli grandi e grigi, acqua cristallina…E tanta pace. Uno splendido panorama, da farci tante foto come abbiamo fatto noi, e poi ripartiamo, per andare a prendere il sole grosso nell’altra spiaggia. Alla ripartenza, dalla spiaggia al bivio che porta ad Aghis Minas, abbiamo fatto il “Rally di Agnondia”, perche essendo ben battuta e piena di tornanti, la strada quasi ti obbliga a far derapate e accelerate, sempre ben attaccati verso monte ovviamente, anche se qua non ci son strapiombi pericolosi, ma comunque pendii che meritano attenzione. Arriviamo al bivio, e scendiamo per Minas, con sterrato un po’ piu’ difficoltoso, e all’arrivo troviamo una spiaggia simile all precedente, bellissima, con pochissima gente, la maggior parte nudisti che si sono accampati li’ anche per la notte. Che grandi! Prima di fermarci proseguiamo fino ad oltrepassare la chiesetta, e prendiamo lo sterrato che porta ad ORMOS NATI, ma ci fermiamo a meta’ strada, perche con lo zoom della videocamera vediamo che e’ identica alle precedenti, ed anche confermato da gente del posto. Al ritorno, facciamo due foto alla chiesetta che si trova su un promontorio, e offre una panoramica MOZZAFIATO della spiaggia e della parte montuosa verso sud dell’isola! Scendiamo, ci sdraiamo, un bel bagno, tanto sole, tanto, quel sole della Grecia che amo da morire, e all’ora di pranzo andiamo a mangiare nella taverna sperduta che si trova a 50 metri dalla spiaggia. Siamo solo noi ed un altro tavolo di ragazzi. Gestita da un signore un po anziano e un altro di una quarantina d’anni, che sembra un po sperduto, e non parla bene l’inglese. Beh, mangiamo degli spettacolari Makarounes, LUNGHI come quelli che fanno ad Olimpos, la FAVA (crema di ceci con olio locale), una bella omelet ed un polipetto bello fresco con tanto olio. La taverna si trova tra gli ulivi, e’ molto suggestiva. Torniamo alla spiaggia, dove ugni tanto attracca una barchetta per scaricare una o due persone, munite di sacco a pelo. Passeranno la giornata e la notte li’, io penso che sia un’esperienza indimenticabile, mi immagino. Dormire li’, in una spiaggia fuori dal mondo, con tutta quella pace e tranquillita’. E al risveglio essere baciati da quella brezza leggera, fresca, ed accarezzati la mattina presto dai primi raggi innocui del sole… mio Dio! Dopo questa mezza giornata a cuocerci in questi paradisi, ci dirigiamo in quello principale. Torniamo, prendiamo la strada che da Spoa porta ad Aghios Nikolaos, e verso la fine, in una curva a gomito con l’asfalto piu’ chiaro parte uno sterrato, in una bella salita decisa, dove il quad all’apertura del gas sgomma parecchio, e proseguiamo per circa 3 km. Dopo un po’ troviamo un’altra stradina che scende a sinistra, poco battuta, dove si possono fare delle belle foto ad un paio di calette meravigliose. Ma proseguendo per la strada di prima, la “la principale” chiamiamola, si costeggia il monte, e ad un certo punto la montagna e’ scavata, e all’interno si trova una chiesetta… una cosa meravigliosa, pittoresca. Quella chiesa e’ li’, ce’ solo lei, dentro la montagna, e sembra star li’ per dirti…”vai avanti che sei quasi arrivato…”, e infatti dopo un altro kilometro scorgiamo gia la spiaggia. Proseguiamo, dove alla fine lo sterrato si fa un po piu duro, e la strada finisce. Parte un sentiero a piedi, non molto segnato. Lo percorriamo, e dopo 5 minuti … si materializza davanti ai nostri occhi quest’opera d’arte, questo ritratto della Grecia piu’ selvaggia e pura: AGIOS JOANNIS. Una lingua di sabbia di una trentina di metri circa, cun due rocce giganti che la divide in tre parti e , senza esagerare, l’acqua piu’ limpida che finora abbia visto in vita mia. Rocce levigate che escono in superficie, sassolini che non danno fastidio ai piedi, e voltandoti vedi la montagna che sale, sale, sino a voler toccare quelle nuvolette che passano veloci, che sembrano salutarti, per poi andarsene chissa’ dove. Siamo solo in 6. Stendiamo gli asciugamani, e facciamo il bagno. L’acqua e’ fredda, ma ben sopportabile, ed il vento crea delle piccole increspature nell’acqua, come se qualcuno soffiasse con delicatezza in un bicchiere d’acqua limpidissimo. Mentre nuotiamo, da lontano si si scorgono le spiagge di Apella maggiore e minore. Ho voglia di urlare al modo dove sono, vorrei che tante persone ora stessero nei miei occhi per vedere cio’ che vedo io, vorrei che tutto questo non finisse mai. Ho voglia di urlarlo fino a spaccarmi la gola, ma non voglio interrompere il silenzio che ce’ qui, percio’ lo faccio dentro di me. Il tempo passa veloce qui, troppo, tra un bagni e distese al sole sono gia le 17. Poi, ad un certo punto, vedo scendere una coppia di signori, lui sui 65 anni e lei sui 55 virca. Lui mi vede, nota il mio entusiasmo, e con un accento inglese molto ben delineato inizio’ a parlarmi. E cosa mi dice? Che Aghis Joannis e’ SUA, questo pezzo di EDEN BIANCO E BLU lo ha ereditato dalla sua famiglia, e lo lascera’ alle sue due figlie a sua volta. Lui e’ nato a Karpathos, poi ha lavorato per 40 anni in America in un ristorante italiano come cuoco, ma parla meglio l’inglese che l’italiano, appunto per questo scegliamo di dialogare in inglese. Mi ha detto che l’anno scorso son venuti due architetti, e gli anno offerto 1 MILIONE di euro per acquistare quel lotto, costituito appunto dalla spiaggia e il pezzo di monte in salita alle sue spalle, ma lui ha rifiutato. In quel lotto lui si e’ costruito una specie di casetta per gli attrezzi, e un po’ piu’ in su una casetta, con riscaldamenti, acqua ed elettricità autonomi, dove passa la maggior parte delle sue giornate! Ma non e’ la sua casa principale, quella ce lha a Spoa, quindi anche comodo per arrivare. Mi ha detto che una volta e’ venuto un giornalista della CNN , da solo, la mattina presto, a scrivere un articolo su questa spiaggia, che poi ha pubblicato su una famosa rivista! Lui lascia andare chiunque li’ ovviamente, non fa pagare ingressi od ombrelloni, per lasciare tutto incontaminato mi ha detto, e ci ha invitato a tornare il giorno dopo, visto che glia avevo spiegato che domani e’ l’ultimo giorno. Lo faremo, la mattina presto pero’, quando non ce’ nessuno. Oramai sono le 18, dopo decine e decine di foto, anche alla simpatica coppia, salutiamo e torniamo a Pigadia, il nostro bel paese, per una cena gustosa da SOFIA’S PLACE, molto conosciuto, dove la signora da’ ordini ai camerieri come una madre ai figli, a volte sgridandoli poverini. Lei e’ molto indaffarata, a volte quasi infastidita sembra, ma penso che alla fine si vada a consolare probabilmente su una Laborghini o una Ferrari, perche’ fa’ tanti di quei coperti dove non accade neanche nelle serate piu’ affollate di Agosto nei ristoranti della nostra Senigallia! Mamma mia, gente che fa la fila anche per mezz’ora e anche piu’ per mangiare da Sofia, ed hanno ragione, perche si mangia benissimo! Gustiamo Makarounes, DOLMADES (riso, carne e spezie arrotolate in foglie di vite), souvlaki di maiale, una crema di uova di pesce , KLEFTICO )agnello in umido cotto al cartoccio), ed alla fine anguria e loukumades offerti dalla casa. Tutto annaffiato con Retzina ovviamente. A nanna monelli, via! LUNEDI’ 17: Ultimo giorno, e avendo di tutto decifìdiamo di riandare ad Agios Joannis la mattina ed Apella la sera. Dopo il viaggio, arriviamo ad Agios joannis alle 8,45 circa: e’ una cosa indescrivibile, l’acqua un po’ piu alta di ieri, ma ancora piu’ calma, la brezza che ci alza un po’ i capelli, completamente soli, e qui ci mettiamo a prendere il sole e fare bagni nudi, come mamma ci ha fatti, liberi, fieri di una vacanza passata alla scoperta di un’isola meravigliosa, e ci godiamo questa distesa di azzurro che riempie gli occhi, e piu’ guardi lontano piu’ il blu si fa intenso, fino ad interrompersi alla spiaggia di Apella. Stavolta sì che urlo, non mi importa, urlo, in direzione di Apella, chissa’ se qualcuno mi sentirà…Non lo so… poi ci tuffiamo in acqua, e nuotiamo, soli, in armonia con noi stessi e col luogo che ci circonda, siamo tutt’uno. Quei colori non me li togliero’ mai piu’ di dosso, lo giuro, mi son rimasti negli occhi, e qualcosa mi e’ rimasto nel cuore, un pezzetto di questa spiaggia. Cio’ che qui non puoi portarti via in valigia, te lo porti via dentro di te, e’ l’unico bagaglio che non si pesa, e ogni volta che rivai a guardarlo, ti preme nel petto e ti fa desiderare di ritornare, perche cio’ che vivi qui diventa un pezzo di te stesso. Bagni, sole, sole e bagni ancora, fino alle 1 del pomeriggio, quando arriva qualcuno: sono gli stessi di ieri, allora e’ vero che non sono in molti a venire in questa spiaggia, forse per il suo essere isolata, forse per il suo essere nascosta, o forse per il suo non essere turistica, motivazioni di cui abbiamo discusso io ed il fortunato signore proprietario. Ora ce ne andiamo, un ultimo sguardo a Joannis, e ripartiamo alla volta di Apella. Arriviamo, pranzo a base di Souvlaki e Calamari fritti, si si , con Retzina ovviamente, e ci andiamo a cuocere al sole. Cuocere perche’ qui e’ un caldo infernale oggi, ce’ poco vento, e si trova refrigerio solo in acqua! Pero’ anche Apella e’ bellissima, non ce’ nulla da fare, come la maggior parte delle spiaggie in quest’isola! Ok, sono le 17, e dopo le ultime curve e super derapate col quad per le strade asfaltate e lisce che portano a Pigadia, arriviamo e riconsegnamo il bolide. Un ultimo sguardo anche al quad, che insieme a noi ha macinato 770 km in questa settimana… no son pochi … ce li sentiamo un po’ nella schiena. Al proprietario del rent vorrei dire in modo ironico “sai che sono stato ad Olimpos col quad, Agnondia, Agios Minas, Vananda e il tuo mezzo non ha fatto una mossa?! Andava come un treno!” ma e’ rimasta solo una frase tra me e me. Lui gentilmente mi chiede se mi sono divertito, ed io non rispondo, perche da come lo guardo lui mi anticipa e mi dice in inglese “si’, ti sei divertito, te lo leggo dallo sguardo!” ed aveva ragione! Saluto, e sguardo al quad con inevitabile nodo alla gola, perche’ e’anche grazie a lui che abbiamo potuto vedere tutto questo. Sempre pronto, sempre sicuro di se’, scattante anche nelle salite piu ardue! Ciao trattorino! Ci cambiamo, facciamo le valigie, poi un bell’aperitivo in un localino e andiamo a cena da ROMIO’S nel porto. E qua scatta lo spettacolo: antipasto di zucchine fritte, salsa di olive in omaggio come quasi ovunque in questi ristoranti, e con 40 euro in 2 ci becchiamo il “Romio’s plate”: una grande orata, 2 platesse, 2 tentacoloni di polipo, 2 calamari belli grossi, 2 “bistecche” di pescespada, 4 cozze oceaniche (cicciolo grosso quanto una fetta di limone), polipetti fritti, calamari fritti, 4 gamberoni alla piastra , patate fritte e verdure. Piatto vincitore della vacanza! Retzina senza dubbio, e anguria in omaggio. E dopo cena, dulcis in fundo, da Achillion per una crepe e un bel drink per digerire diciamo… Una passeggiata per guardare per l’ultima volta il porto di notte, molto carino con le luci colorate dei locali che si riflettono sull’acqua, ed ennesimo giro per le viuzze interne piene di locali e negozi di souvenir. Torniamo in camera, e ci addormentiamo con la brezza che viene dalla finestra, ed attenua le nostre pelli un po scottate dal gran sole di oggi. Buonanotte.
MARTEDI 18: Si parte, ci passa a prendere il pullman, e l’operatrice ci dice che all’ aeroporto di Karpathos i controlli son severi, ed HA RAGIONE. Io da casa mi son portato la pellicola per avvolgere la valigia, la uso dopo di me la usa anche mezzo aeroporto in pratica, decine di persone hanno la valigia arrotolata con la mia pellicola, e indovinate al controllo? Fanno aprire proprio la mia di valigia, per un controllo che neanche cosi’ si puo’ chiamare, perche la guardia da’ un’occhiata e poi mi dice che posso chiudere! O lo ha fatto per noia o per dispetto perche ha visto che mi ero portato il nastro da casa, non lo so, fatto sta che noi coi pesi eravamo entro i limiti, ma a chi era sopra anche di un solo kilo facevano pagare la multa (10 euro per ogni kilo in piu’) , percio fate qualche calcolo dei pesi da casa se avete intenzione, come noi, di portarvi a casa mezza Karpathos in valigia! Check in fatto, imbarco e via, decollo con inevitabili turbolenze, il signor Meltemi ci saluta a modo suo. Via verso l’Italia. Dall’alto saluto Karpathos, questo luogo d’incanto, luogo ancora non sommerso dal turismo di massa, e spero che mai lo diventi, anche se penso che oramai sia solo questione di tempo. Per concludere, vorrei darvi il mio parere sincero su quest’isola: io penso che un giorno Dio decise di prendere con le Sue mani una manciata di sassi e sabbie finissime, un mucchio di montagne imponenti, delle acque come cristallo, immense pinete verdi, e con un soffio fece cadere questo piccolo pezzo di Paradiso in terra, solo che il suo soffio ancora oggi accompagna quest’isola, agitando i suoi mari, piegando i suoi alberi, rendendola viva, come se avesse un’anima, in grado di comunicare con te nei luoghi piu’ silenziosi e tranquilli. Basta fermarsi ed ascoltare, ascoltare la voce del vento, che ti racconta di paesi arroccati sui monti e distesi in pianure, ti racconta di spiagge incantevoli, ti racconta di immense distese di ulivi, strade che si affacciano sugli strapiombi, montagne imponenti che dominano il paesaggio, e sembrano voler toccare il cielo, il cielo azzurro, azzurro come le acque su cui poggiano, e che si fondono in una cosa sola all’orizzonte…Perche’ spesso non capisci dove finisca il mare ed inizi il cielo. E’ facile confondere realtà ed immaginazione in questi luoghi, anche se non c’e’ bisogno di immaginare, perche’ appena desideri un pezzetto di Paradiso, basta aprire gli occhi e ce lhai davanti, in quest’isola, KARPATHOS, IL CUORE DELLA GRECIA. Grazie e tutti per l’attenzione, per informazioni e chiarimenti non esitate a contattarmi, saro’ onorato di rispondere ad ogni vostro quesito, all’email: focusblu80@libero.It Qualora foste interessati, questo di seguito e’ il link per il nostro slideshow di foto di Karpathos su youtube, con le foto di tutte le spiagge ed i luoghi da noi visitati, basta ovviamente fare copia e incolla del link sulla barra degli indirizzi internet: http://www.Youtube.Com/watch?v=IKhdvbvow6c Andrea