Karpathos, giugno 2004
Il vento è il grande protagonista di Karpathos. Soffia in continuazione, dappertutto, si ferma solo alcune ore di notte. Ma non è fastidioso, perché mitiga il caldo secco e permette di stare in spiaggia tutto il giorno al sole senza sentire troppo caldo. Abbiamo trovato un tempo stupendo, il cielo e il mare di un blu profondo. A Karpathos piove per sei mesi l’anno, d’inverno, e d’estate non piove mai. La costa ovest è più battuta dal vento della costa est, che consigliamo. Karpathos è molto bella. E’ ancora molto naturale, appena siamo arrivati ci ha ricordato il sud Italia negli anni 60, con le case in costruzione qui e là, molte abbandonate a metà, senza tetto. Il mare è limpidissimo, ovunque pieno di pesci che ti nuotano intorno. Ma l’acqua è piuttosto fredda e il vento che soffia ti infreddolisce presto. Il primo giorno siamo stati in spiaggia a Pigadia. C’è una spiaggia lunghissima di sabbia, con poca gente e tanti ombrelloni vuoti. Su tutta l’isola con 5€ ti prendi un ombrellone e due sdraio per tutto il giorno. Abbiamo mangiato una insalatona greca in un bar-taverna sulla spiaggia, era molto fresca e costava 6€. Alla sera siamo andati a Pigadia sul porto, in un ristorante che si chiama Posidon, ma non abbiamo mangiato bene. Abbiamo preso il “piatto greco”, un mix di moussaka, pastisio, carne etc ma era molto speziato; il pastisio aveva della cannella, erano sapori molto strani per noi.
Il secondo giorno abbiamo preso parte alla gita ad Olymbos in traghetto, che ci aveva indicato l’operatrice della Columbus quando è venuta a trovarci in albergo. Ma il mare era molto agitato, il traghetto era sbattuto a destra e sinistra, saliva e scendeva e il viaggio è durato un’ora e mezza e diverse persone sono state parecchio male, tanto che non sono più tornate in traghetto ma hanno preferito chiamare un taxi da Pigadia. Solo che anche la strada da Olymbos a Pigadia non è affatto bella, è piena di buche e di curve e strapiombi, mentre al ritorno in traghetto c’era il mare tranquillissimo e siamo saliti all’aperto a goderci la vista dell’isola. Il paesetto di Olymbos mi ha messo addosso un po’ di tristezza. E’ un posto veramente remoto, in cima ad una sella di montagne con il mare giù giù in fondo agli strapiombi. Non c’è nulla, nemmeno gli alberi, solo qualche cespuglio e il vento, che soffia fortissimo tra le casette. Ma cosa ci fa la gente lì? Ci sono tanti negozietti per turisti e qualche taverna, ma quando i turisti se ne vanno non rimane proprio nulla. Ci siamo fermati per pranzo nell’ultima taverna del paese, dopo i mulini. E’ una bella terrazza di legno che dà sulla valle sottostante. Abbiamo mangiato bene. Ho letto che fino al 1979 non esisteva nemmeno una strada per raggiungere il paese, che era quindi collegato con il resto dell’isola solo dal mare. Alla sera siamo andati a mangiare alla taverna Anna in fondo al porticciolo di Pigadia. Ce l’ha consigliata l’autista del taxi. Abbiamo preso il pesce alla griglia che non era male. Per la zuppa di pesce bisogna andare prima delle otto di sera, perché i tedeschi cominciano a mangiare alle sei e spazzano via tutto! Il terzo giorno abbiamo affittato un cinquantino da Gatoulis, un greco abbronzatissimo con una pancia enorme, che parla italiano perché figlio di un italiano. L’abbiamo pagato poco più di 13€ al giorno e siamo andati in giro in due per quasi tutta l’isola. Girare con il motorino è stato bellissimo. Molte delle strade sono ormai asfaltate e anche in quelle non asfaltate si andava bene, mantenendo la velocità bassa. L’unico posto raggiungibile solo in auto è Olymbos, ma fino a Spoa si va benissimo anche in cinquantino. Ci sono car rental in ogni angolo, e abbiamo visto in giro di tutto: fuoristrada, moto a quattro ruote, Micra, Cinquecento, Mercedes…La nostra prima esplorazione è stata alla spiaggia di Ahata. Gli ultimi 3 kilometri sono in sterrato, ma il panorama era fantastico, mi ricordava l’Arizona con i canyon. La spiaggia di ciottoli è attrezzata con ombrelloni. I bagnanti erano tutti nord-europei e nonostante ci fossero sicuramente più di cinquanta persone, c’era un piacevole silenzio, niente radio, niente mocciosi o signore che chiacchierano, solo il rumore delle onde. Alla taverna abbiamo preso un saganaki, che sarebbe formaggio fritto, era buonissimo, e un frappè al caffè che ci è stato servito senza latte, nonostante si chiamasse frappè. Sulla nostra cartina è indicato un sentiero che parte dalla spiaggia e porta fino all’antica chiesa di Agios Nikolaos, l’abbiamo trovato, però siamo arrivati solo fino ad una piccola caverna con dentro un’iconcina appoggiata alla roccia. Nel pomeriggio abbiamo ripreso il motorino e ci siamo avventurati fino a Kira Panagia, la famosa spiaggia con la bellissima chiesa che la sovrasta. Il sole stava tramontando e in spiaggia c’era solo alcune famiglie di greci che facevano più casino di tutti i nordici dell’altra spiaggia. La chiesetta è veramente bianchissima, abbagliante, con il tetto rosso e la vista mozzafiato sul mare. L’aspetto più suggestivo è la strada per arrivare a Kira Panagia, soprattutto se percorsa in motorino. E’ stata appena asfaltata, piena di curve, con pareti verticali, vento fortissimo che soffia verso il mare, nessun guard rail. Ma lungo di essa si trovano pini marittimi e piante mediterranee (timo, salvia, origano) che abbiamo raccolto per portare a casa. Per cena siamo andati ad Amoopi al ristorante Calypso, come è stato consigliato da qualcuno in queste pagine, ma non ci siamo trovati bene. Il cameriere (anche lui parla italiano, come quasi tutti a Karpathos) mi ha consigliato di prendere la zuppa di pesce del giorno e ha presentato un piatto di minestra di verdure, dicendo che a Karpathos la zuppa di pesce è fatta con le verdure! Il quarto giorno siamo andati in motorino alla spiaggia di Apella. Si prende la strada per Spoa, che è sì stata asfaltata di recente, ma è ancora più brutta di quella per Kira Panagia, addirittura in alcuni punti ci sono delle frane e la terra è scivolata giù per decine di metri portandosi dietro un po’ di asfalto. L’ultimo tratto è in terra battuta ma almeno non ci sono strapiombi! Apella è una spiaggia di ciottoli, alla spalle c’è un boschetto di pini marittimi e oleandri dove trovare riparo se gli ombrelloni sono tutti occupati. Prendendo un piccolo sentiero che parte dalla spiaggia si raggiunge un’altra spiaggetta di fianco, molto appartata e adatta a chi vuol farsi il bagno “al naturale”. Anche qui c’è una taverna sopra la spiaggia con un altro bellissimo balcone in legno, con tavoli e sedie in legno e gli oleandri.
Dopo Apella abbiamo deciso di farci un giro nella costa ovest. Siamo saliti fino al passo e poi discesi dall’altra parte verso Finiki e un altro paesino. Abbiamo attraversato una vasta zona di boschi a pino marittimo che erano appena bruciati. L’area devastata era molto grande, tutta a ridosso della montagna, un vero peccato perché dove sparisce il pino rimangono solo cespugli, erba secca e terra polverosa. Il vento era più freddo e umido della costa est. Le spiagge e le callette erano deserte e i paesini tranquillissimi. Gli unici paesi abitati veramente dai greci sono quelli non sul mare ma sulla montagna, e di gente ce n’è, circa 5000 persone in tutta l’isola. Alla sera siamo andati a mangiare sempre a Pigadia in un ristorantino niente male. Abbiamo preso il fegato con le cipolle, lo spezzatino di capra e abbiamo assaggiato il miele greco mischiato con miele e confetturae di frutta. Il tutto molto buono. La taverna si chiama To Ellenikon, scritto però in greco, e cioè qualcosa tipo: τό έλληνικόν. Questa taverna ve la possiamo consigliare senza pericolo d’errore! La mattina dopo non sapevamo bene dove andare e abbiamo provato a dirigerci verso ovest di nuovo, ad Arkasa. Abbiamo superato i generatori eolici (mai visto un posto più adatto per metterli) e siamo scesi nella spiaggetta di Agios Nicolaos. Ma era piena di greci (era domenica) che giocavano a pallavolo, mangiavano, saltavano etc. E c’era molto vento. Abbiamo preso quindi un gelato, mangiato l’anguria che ci hanno offerto e siamo ripartiti per andare a cercare una spiaggia appartata nella zona dell’aeroporto, nell’estremo sud dell’isola. La mappa infatti segna più di trenta spiagge e spiaggette in quella zona. Stanno costruendo una nuova strada molto grossa, che dovrebbe unire l’aeroporto con la zona ovest senza passare per i paesi in cima alla montagna. Ora è ancora in terra battuta, ma in motorino si andava bene e ci siamo trovati alla fine proprio dietro alla pista di atterraggio. Abbiamo imboccato una stradina e siamo finiti su un spiaggia di sabbia molto lunga, di fianco ad un villaggio di surfisti tedeschi. Ma non c’era nessuno, solo i surfisti al largo e i gabbiani in spiaggia. Il mare era blu cristallino e l’acqua bassa fino al largo. Era molto bella, ma il vento era forte e non si poteva stare in acqua per molto. Abbiamo quindi deciso, dopo un paio d’ore, di cercare un posto più riparato e siamo finiti nella baia di Amoopi. La spiaggetta di Amoopi, quella di ciottoli sotto la scogliera, è quella che mi è piaciuta di più in tutta l’isola. La scogliera alla spalle la ripara dal vento, è piccolina e davanti il mare è tranquillo e ci sono diversi scogli che emergono dall’acqua e sono ricchissimi di pesci. Abbiamo fatto snorkeling a lungo e siamo tornati lì anche il giorno dopo. La spiaggia è veramente piccola, ci sono al massimo una trentina di ombrelloni e sono sempre pieni, ma il mare è proprio bello. Il penultimo giorno abbiamo pensato di provare un ristorante dove la sera prima c’era stato un matrimonio greco: se i greci mangiano lì vorrà dire che si mangia bene… E invece abbiamo atteso tantissimo e siamo rimasti delusi. Quindi evitate quel posto, non mi ricordo il nome ma è quel ristorante di fianco al disco-bar Edem o Eden, vicino al car-rental Gatoulis.
L’ultima sera ci siamo finalmente decisi di chiedere al gestore del nostro hotel di indicarci dei ristoranti buoni, e lui sì ce li ha indicati, ma alla fine non avevamo voglia di cibo greco e ci siamo rifugiati in una pizzeria! Che non era niente male. Comunque abbiamo sempre mangiato con circa 10-12€ a testa. Il prezzo della benzina è 0.85€/litro.
Se dovessi tornare a Karpathos sceglierei quindi la baia di Amoopi e gli hotel della baia. Non li ho visti dentro ma dalla strada sembra molto bello l’Hotel Amoopi Bay. O a Pigadia il Mediterranean. In ogni angolo ci sono hotel o camere in affitto. Alla fine di giugno si sta già benissimo, c’erano 29-32°C e poca gente in giro. Certo stare a Pigadia ha il vantaggio di essere nel paese con tutti i negozi e dove partono i traghetti per tutte le gite e in ogni caso è un posto tranquillissimo. Alla sera c’è solo casino lungo le due o tre strade principali, dove ci sono un po’ di bar e caffetterie. In definitiva l’esperienza è stata positiva, un mare così bello in Italia non esiste più, e abbiamo voglia di tornare in Grecia. A Karpathos tutti parlano italiano o al massimo inglese, si usa l’euro, i telefonini hanno segnale, quindi non ci sono problemi di comunicazione! Speriamo di essere stati d’aiuto.
Alessandra e Vincenzo.