Karpathos… come mi manca

Una vacanza inizialmente molto movimentata, poi relax al mare
Scritto da: caty66
karpathos... come mi manca
Partenza il: 25/08/2012
Ritorno il: 01/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Abbiamo percorso circa 100 chilometri al giorno in moto, poi gli ultimi due giorni ci siamo rilassati…

Siamo partiti il 25 agosto 2012 con aere AlbaStar, legato al pacchetto Mediterraneo. La destinazione era Amoopy, all’hotel Blu Sea. La corrispendente in loco, molto gentile, ci ha accompagnati in pullman dandoci qualche istruzione su benzinai (ce ne sono 3 tutti vicini a Pigadia) e su noleggio auto/moto. Ci siamo fatti prenotare una moto enduro per tutta la settimana che ci è arrivata dopo un’ora dalla chiamata.

L’hotel è un due stelle abbastanza vicino alla spiaggia di Amoopy grande, detta Goldeb beach e i proprietari sono anche titolari della taverna Golden Beach, ini cui ti ofrrono uno sconto del 10%.. l prezzo del pacchetto (quasi last minute) era di 1.246,00 euro compresa prima colazione, volo e transfer. L’albergo esternamente è carino, circondato da ulivi e bouganville. Si fa colazione in un bel terrazzo ma la colazione, essenziale, te la sevono al tavolo. A noi bastava, ma la varietà era molto scarsa (per ognuno:due fette di pane integrale, due marmellatine, due burrini e a giorni alterni yogurt oppure prosciutto cotto e formaggio – a scelta caffè americano e latte oppurre tè). Il personale tra cui il titolare Nikos , è molto gentile. Il più grosso inconveniente è stato il letto con materassi bozzoluti che sembravano imbottiti di paglia e le doghe che cigolavano al minimo movimento: La doccia anche se senza cabina e senza tenda scolava bene e non si allagava. Insomma Il sonno non è stato il massimo ma forse è lo standard di un due stelle!?

Già la prima sera siamo andati a cena Pigadia. Volevamo andare da Sofia’s Place ma c’era una bella fila così abbiamo optato per un’altra taverna lungo il molo, la Taverna Poseidon. Non la consiglio assolutamente: i gamberetti fritti erano microscopici, la seppia al vino era gigante quasi orrificante. Abbiamo chiesto una birra grande e ce l’hanno portata piccola così abbiamo dovuto prenderne un’altra così spendi di più .

Alla fuine con due insalate due secondi e due birre piccole abbiamo speso 46,00 euro e non ci siamo rimasti molto bene. Non ci siamo più tornati

Il 26 agosto siccome non c’era vento abbiamo deciso di cominciare l’esplorazione dalle spiagge del sud, la zona dei surfisti. Abbiamo fatto la prima sosta ad Agrilapotamos: spiaggia di sabbia con pochi sassi all’ingressoe quasi deserta, acqua bellissima . Abbiamo fatto un bagno e dopo unìora ci siamo messi in moto per Diakoftis.

La strada per arrivare è sterrata per oltre un km, ma è tutta in pianura. La particolarità di questo luogo è che ha due spiagge, una sul versante ovest di sabbia finissima e una sul versante est di sabbia un pò meno fine. Il mare sempre bellissimo dai colori caraibici. In cima alle due spiagge è allestito un camper con una specie di veranda in legno che cucina qualche piatto o ti fà un nescafé.

Poi siamo ripartiti e verso le 15 siamo andati ad Amoopy alla Taverna Calipso. Si mangia molto bene e si spende poco. Fanno piatto gyro con la pitta più buoni che ho sentito.

Poi ci siamo sdraiati in due lettini della spiaggia di Votzalakia, molto pittoresca, delimitata da una scogliera suggestiva con un grande buco che sembra una grotta e sopra la chiesetta che domina le due baie di Golden beach e VotzalaKia. La spiaggia è di ciottoli e penso che il suo nome derivi da questo. La baia è molto riparata, il mare tendente al verde, caldissimo. Come in tutta l’isola e come tutto il mediterraneo sudorientale, il mare non è ricco di pesci ma questa forse è la zona più\ adatta per lo snorkelling. Nuotando verso destra si arriva fino alla baia di Kastelia. Dall’alto si gode un bel panorama ed è stata costruita anche una strada pedonale che arriva in cima ad Amoopy, con ringhiera di legno.

La sera di nuovo a acena a Pigadia, questa volta abbiamo deciso di fare la fila per cenare da Sofia’s Place e abbiamo fatto bene perché la fila scorre velocissima. In questo locale se arrivi presto ti fanno mangiare ed andar via velocement per far posto a chi aspetta ma se arrivi dopo le 21 ti puoi anche rilassare perché è passata la bufera. Qui la proprietaria, Sofia, è una donna multitask che mentre prende l’ordinazione (capisce anche un pò di italiano) controlla se si liberano dei tavoli e dà ordini ai camerieri. Abbiamo voluto riprovare con il pesce, una frittura di calamari e un trancio di pesce spada: i secondi li portano nel piatto insieme a riso su di un lato e patate fritte sull’altro lato. Abbiamo capito che il pesce non è il piatto forte di Pigadia (forse neanche per tutta l’isola perché ci sono pochissimi pescatori). Comunque a fine pasto ti portano in omaggio i dolcetti tipici fritti con il miele sopra (i lukumades) buonissimi, lo yougurt con il miele e dei pezzetti di cocomero. Con un’insalatona, due secondi, una birra si spende sui 30 euro e tioffrono pure un liquorino quando ti alzi.

Secondo giorno 27 agosto ci svegliamo come sempre verso le 7,30 (nel versante est il sole batte forte nelle finestre già al mattino) e dopo colazione partiamo per Kira Panagia. Arriviamo dopo la discesa incredibile fatta di tornanti, che la spiaggia è quasi deserta. co^ scattiamo delle belle foto in acqua e dall’alto della Chiesetta dal tetto rosso.

Verso le 11, dopo un bagno decidiamo di andare verso Kato Lakko, ma sbagliamo strada e ci ritroviamo a casa di un signore speciale, Pericles, astronomo ed editore che parla benissimo l’Italiano e ci fa entrare nella sua villetta, in un sito chiamato Alonaki E’ un posto incredibile cirdcondato dalle montagne e dove, se ti affacci, vedi tutta la spiggia di kira Pangi e la chiesa perché è proprio dalla parte opposta alla Chiesa. Ci ha portato nel suo podere per farci scattare delle foto esclusive con vista su Kira Panaghia. E’ stato gentilissimo e sapendo che non avevamo una guida di karpathos ci ha regalato una delle sue in italiano. Un incontro davvero provvidenziale. Ci ha spiegato che per arrivare a Kato Lakko avremmo dovuto fare un percorso a piedi, nonostante l’enduro, e abbiamo rinunciato.

Siamo partiti allora alla volta di Apella. In questa zona dove per strada è facile trovare ciottoli o anche massi caduti dalle pareti, spesso non ci sono guard rail e la strada in alcuni tratti è molto stretta e scoscesa. La cosa che colpisce è che ci sono tanti pini, tutti pendenti verso est, a causa del meltemi che soffia forte da nord-ovest: probabilmente in inverno è la zona più piovosa, mentre il sud è più brullo, ci sono solo cespugli. Prima di arrivare in fondo alla strada, dall’alto si vede un panorama mozzafiato, tutta la baia incorniciata dal verde dei pini con un mare che va dal celeste al blu cobalto. In fondo alla strada non c’è un parcheggio per cui le auto devono fermarsi prima se non hanno problemi per fare manovra, noi con la moto siamo arrivati fino in fondo. Un po’ sopra c’è una taverna ma non ne abbiamo approfittato. I lettini in spiaggia erano tutti occupati e abbiamo trovato riparo all’ombra dei pini che già verso le 13 proiettavano sulla parte alta della spiaggia. Poco dopo di noi è arrivato anche il barcone che fa il tor delle spiagge ma la gente si ferma in fondo alla spiaggia per cui non te ne accorgi. La spiaggia è di ciottolini e l’acqua cristallina. Dopo il bagno e un pisolino all’ombra, siamo ripartiti. Un po’ agitati forse… per strada abbiamo deciso di deviare verso Achata. Anche qui ci sono almeno 5 km di tornanti in discesa, ma con il 125 si fanno bene anche al ritorno. La spiaggia anche qui è di ciottolini (io sempre usato le scarpine), la baia non molto grande è circondata da scogliere. I colori sono molto belli ma alle 18 è tutta in ombra. Abbiamo mangiato un hamburgher nella taverna che c’è in spiaggia, poi bagnetto e via verso l’albergo. La giornata è stata molto intensa. Siamo stanche ma soddisfatte anche se abbiamo rinunciato a Kato Lakko.

Terzo giorno, 28 agosto

Come da previsioni, il vento è molto forte e anzichè andare per spiagge andiamo verso Olympos. E’ stata una vera impresa non tanto per la strada che è quasi tutta asfaltata (è rimasto solo un km e mezzo di sterrato) quanto per il vento che era già di mattina oltre i 50 km orari e in qualche curva abbiamo rischiato di essere scaraventati in terra. Il paese è davvero pittoresco: è vero che forse tutta la scenografia è curata ad oc per i turisti ma io l’ho trovato delizioso. Ci sono le donne con i vestiti tradizionali che preparano i makarunes, oppure i dolcetti o semplicemente ti chiamano nei propri negozietti per venderti i fazzoletti, icentrini, le tovaglie, ma anche il miele. La chiesa principale è bellissima e dentro è molto ricca di icone. Proseguendo in fondo al paese si arriva alla zona dei mulini a vento in disuso e in due di questi sono ancora conservate le pale. In uno è stata creata la taverna Milos, con due verande una esposta ad ovest (impraticabile quel giorno) ed una ad est che guarda la zona retrostante del paese. C’è il forno a legna dove preparano il pane e prodotti tipici come i calzoni di pasta. Noi abbiamo preso un piatto di makarunes (sono diversi da quelli di Pigadia) e una insalatona e una birra (abbiamo speso 15 euro). In più ti offrono i lukumades, qui ancora più buoni, con sopra tanta cannella e miele.

Quando siamo partiti ero un po’ preoccupata, ma ce l’abbiamo fatto ad arrivare sani e salvi fino ad Amoopy. Abbiamo deciso di proseguire verso la spiaggia di Damatria. Qui si vedeva il vento in lontananza, ma la zona sottocosta era riparata e ci siamo fermati per un bagno. I colori sono spettacolari: la spiaggia è di ciottoli chiari, ma in acqua e nel bagnasciuga c’è la sabbia fine. Il mare è celeste chiaro che sfuma nell’azzurro più scuro fino all’isola di Moira che è proprio lì davanti. Dopo un’ora il vento continuava ad aumentare e dal costone arrivavano delle raffiche di sabbia che quasi ferivano, così, dopo un’oretta siamo ripartiti. Questa sera non siamo andati a Pigadia perché in moto con un vento di oltre 60 km orari sarebbe stato pericoloso. Sembra che il vento che c’è stato in questo giorno sia stato quasi da record… Abbiamo cenato alla Taverna Four Season, in alto al paese, di fronte alla Esperida. La taverna era affollatissima. Abbiamo mangiato un buon gyro di maiale (che portano con patate fritte e tzatzikii), una insalata greca e una pizza che però era molto grande e non riuscivamo a finire e una birra e abbiamo speso meno di trenta euro. Prima di mangiare ti portano l’ouzo e prima di andar via c’è una cesta con delle arance di cui te ne fanno prendere una a testa.

Quarto giorno, 29 agosto

Il vento sembrava attenuato e abbiamo deciso di provare ad andare sul versante ovest, a Lefkos (circa 40 km da Amoopy). La prima baia che si trova, Potami Lefkos, è quasi deserta, mentre la più famosa, con le taverne e i lettini è quella più gettonata. Ci siamo rimasti un’oretta per fare delle foto e un bagnetto, ma l’acqau era gelida… Poi ci siamo spostati nella spiaggetta retrostante, più selaggia, e ci siamo goduti il sole con dei nostri amici che tutti gli anni vengono a Lefkos.

Al ritorno siamo passati da Mesochori e abbiamo constatato la devastazione del paesaggio provocato da un incendio che anni fa ha distrutto intere colline e dove ancora oggi non è rinato neppure un cespuglio poiché per spegnerlo usarono acqua di mare. Un vero peccato perchè tutta questa zona centrale, come nel versante est, era ricoperta di pinete.

Per strada ci siamo fermati a Pigadia, in un bellissimo supermarket, vicino ai noleggiatori di moto, tipo despar, a comprare della frutta e delle bibite. Nella capitale i supermarket sono molto ben attrezzati e preparano anche dei bei panini tipo baguette. Qui c’erano anche una signorina, che mi ha aiutato a pesare la frutta, e una imbustatrice alla cassa.

La sera siamo tornati a cena da Sofia. Rispetto ai primi giorni ci sono molti meno turisti a Pigadia e molti meno italiani, forse perché la maggior parte dei vol charteri è di martedi. Mangiamo l’agnello allo spiedo: veramente divino.

Quinto giorno 30 agosto

Torniamo a sud verso Diakotis, cercando la spiaggia di Agios Nicolaos di cui ci avevano parlato. Anche oggi c’è vento per cui dobbiamo stare riparati. Troviamo questa spiaggia che si trova in fondo ad una discesa sterrata, con un costone roccioso alle spalle, ma ci è sembrata un po’ impervia e troppo ventosa, così non ci siamo fermati e siamo tornati a Votzalakia.

Giornata di relax con pranzetto alla Taverna Calypso che oltre ad avere buon cibo, buoni prezzi e cameriere che parla perfettamente italiano, offre anche una bella vista sulla chiesetta e sul mare.

Per la serata torniamo per l’ultima volta da Sofia, prendendo agnello al cartoccio tenerissimo con patate arrosto e un’insalata.

Utimo giorno 31 agosto

Avremmo potuto fare a meno della moto perché decidiamo di provare small Amoopy e ci piace così tanto che ci restiamo tutto il giorno. La spiaggia è di sabbia fine e gli ombrelloni sono a pagoda cinese e fanno davvero ombra, non come quelli sintetici delle altre spiagge che fanno passare i raggi del sole. I prezzi come in tutta l’isola sono 6 euro per due lettini e un ombrellone, ma qui è esposto anche il prezzo per un lettino solo. Il mare è cristallino di un bel colore verde-mare che sfuma all’azzurro e al blu. Si possono veder i pesciolini a riva che vengono vicino ai piedi mentre stai in acqua. Dietro la spiaggia c’è la taverna Ninfees, molto bella, sembra nuova. Qui la sera del venerdì organizzano la serata con la musica. La giornata è stata di totale relax.

La sera abbiamo cenato alla taverna Esperida ad Amoopy perché avevamo letto delle buone recensioni, ma siamo rimasti piuttosto delusi… senza lode e senza infamia.

Sabato mattina alle 8 è arrivato il taxi in albergo che abbiamo preso insieme a un’altra coppia (purtroppo l’abbiamo conosciuta solo l’ultimo giorno pur essendo vicina di camera).

E’ stata una vacanza meravigliosa, diversa dal solito perché eravamo soli… senza i figl. Con la moto e con pochi abiti ci siamo goduti il mare e il cibo greco in piena libertà.

E’ un’isola particolare che offre paesaggi molto vari, e anche se abbiamo visto pochi pesci, è sempre limpido e cristallino. Alcune spiagge sono anche adatte ai bambini, come amoopy Small e Golden beach, Lefkos o ancora Agrilapotamos e Diakoftis, ma la maggior parte sono fatte di ciottoli e quindi è necessario camminare con le scarpine. Inoltre, spesso c’è il vento che ti rinfresca, anche se può arrivare a soffiare molto forte. Comunque quest’isola ti rimane nel cuore e quando torni non puoi fare a meno di ripensare al sole di Karpathos.

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Lefkos le tre baie

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Olynpos

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hotel Blue Sea Amoopy

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Diakoftis

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Kira Pangia da Alonaki

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Agrilapotamos

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Damatria

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Amoopy small

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Apella

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Apella alberi piegati dal vento

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Amoopy Kastelia

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Amoopy Votzalakia



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