Karpathos 3
Il 27 giugno rimaniamo ad Ammopi, la nostra spiaggia. E’ davvero molto bella: acqua pulitissima, tranquillissima e con moltissimi pesci da favola, da vedere assolutamente con maschera e pinne: portatevele dall’Italia o compratele in loco! L’acqua è inoltre molto fresca, e mitiga il caldo infernale che c’è (circa 36 gradi). Ammoopi è molto bella e molto tranquilla e, soprattutto, riparata dal vento: questo fa sì che l’acqua sia calma e pulita ma, ahimè, fa molto molto caldo. Indispensabili le scarpe da scoglio (che abbiamo) e fate attenzione agli scogli, che nascondono delle insidie: io, il primo giorno, mi sono subito sbucciato entrambe le ginocchia!! Alle 11.20, un po’ in ritardo, arriva alla taverna l’assistente di Columbus Giusy: è molto simpatica e disponibile e fa una bella riunione informativa. Ci organizza anche il noleggio scooter, tutto sommato economico: 15 € al giorno. Alle 6 di sera si alza il meltemi e si innalza anche la temperatura, perché c’è un vento fortissimo che viene dall’Africa e riscalda qualsiasi cosa: è un caldo straordinario, i vecchi raccontano che mai nella storia di Karpathos si sono raggiunte simili temperature. Lungo la spiaggia ci sono taverne e minimarket, presso i quali acquistare, ad esempio, acqua fresca e frutta fresca (angurie e meloni) buona. Notare che qui i meloni sono verdi. Alla sera ceniamo alla famosa Esperides, lì ad Ammoopi: i clienti erano tutti italiani, mi sa che tutti leggono turisti per caso! In effetti ceniamo davvero benissimo, sono tutti gentili, parlano italiano e spendiamo poco.
Il 28 giugno festeggiamo il compleanno di Marco con il blue day, cioè l’escursione del giovedì organizzata da Columbus che, a solo 31€, ci porta in giro tutto il giorno in barca (che passione!) a visitare tre spiagge e ci offre pure il pranzo. Ci vengono a prendere con l’autobus quasi sotto casa e andiamo al porto di Pigadia, dove ci imbarchiamo per Kato Lako. E’ la spiaggia che ci colpisce maggiormente, praticamente deserta, una laguna blu, dove il capitano ci offre un barbecue molto buono: adoro il souvlaki, i loro spiedini alla griglia: ottimi! Poi ci porta a Apella, forse la più bella, molto amata dagli italiani (notiamo molte coppie giovani) e infine ci fa fare il bagno a Kyra Panaghià. A bordo ci offre anguria e liquore. Fa molto caldo, ma sulla barca si sta bene, perché il meltemi soffia molto forte.
Il 29 arriva il nostro super scooter 125 e, con qualche difficoltà dovuta al vento forte e alla poca esperienza da centauri, rombiamo verso Pigadia, la capitale, e ci fermiamo alla spiaggia di Pigadia. Contrariamente a quanto pensavamo e leggevamo su questo sito, è invece una bella spiaggia: lunga, tranquilla (poco affollata) e con un mare molto pulito e molto pescoso, nonostante la vicinanza col porto. Bè, c’è da dire che il porto è piccolissimo e barche e navi quasi non se ne vedono: la nave con le provviste per l’isola arriva solo due volte alla settimana. Mentre in tutta l’isola ci sono solo piccolissimi minimarket cari (dove ti vendono il sale a peso in sacchetto e l’olio in bottigliette di plastica di acqua), a Pigadia ci sono anche tre supermarket abbastanza grandi. Tuttavia, la carne e il pesce fresco continuano a rimanere un miraggio: non esistono pescherie; se si vuole del pesce fresco bisogna andare al mattino al porto e aspettare che i pescatori ti vendano qualcosa.
Il 30 col nostro scooter ci dirigiamo verso sud, nel punto più ventoso dell’isola. La zona dell’aeroporto, infatti, è il paradiso dei surfisti: ci sono tre baie dove gli amanti del surf, con dei vecchi furgoncini volkswagen, hanno fatto la loro dimora estiva: questo è il punto più ventoso di tutto il mediterraneo e vedi i surf sfrecciare a velocità assurde. La cosa curiosa è che queste baie sono proprio a ridosso della pista dell’aeroporto: quando riparti con l’aereo a fianco a te hai un surf! Abbiamo intrapreso un viaggio verso ovest: spiagge sperdute e solitarie, belle e affascinanti, fredde e rocciose, dove il vento e la forza della natura la fanno da padrone! Dei maestosi e moderni “mulini a vento” girano a gran velocità e le onde si infrangono con forza sugli scogli della parte occidentale dell’isola, dove le correnti sono molto forti e, per alcuni aspetti, ricordano alcune zone del Portogallo. Abbiamo visitato Arkasa, che è un cantiere aperto: dopo la guerra tutti emigrarono da Karpathos verso America, Canada e Australia, e ora che sono arricchiti sono ritornati nell’isola e stanno costruendo di ogni, probabilmente distruggendola e rovinandola, coprendola di cemento, e poi Finiki, piccolo porto di pescatori dove si va alla sera per mangiare pesce. Ci fermiamo in una piccola spiaggia vicino Finiki: siamo gli unici! Il sole è fortissimo, davvero si cuoce! Alla sera ceniamo a Pigadia da “To ellenico”: la capitale è cara! Mangio salsicce di antipasto e salsicce come piatto principale (occhio che qui kebap sono 2 salsiccioni!) Il 1 luglio siamo voluti ritornare a Kato Lako: si riesce ad arriviamo per una strada sterrata un po’ impervia: ad un certo punto lasciamo il motorino e proseguiamo a piedi. Siamo praticamente gli unici nella spiaggia, bellissima, anche se oggi il mare è mosso ed è meno piacevole di qualche giorno prima. Anche oggi il sole ci frigge come delle patatine! Io consiglio delle creme solari molto alte, almeno fattore 10, e sconsiglio quegli oliacci che ti causano eritemi. Visitiamo anche Kyra Panaghià, molto bella e molto coccola. Come tutte le belle spiagge della costa orientale, ha lo svantaggio che, dopo le cinque, inizia già a fare ombra.
Il 2 luglio visitiamo Apella, che qualcuno dice sia la più bella. In effetti sembra una spiaggia caraibica. E’ un po’ lunga ad arrivarci con lo scooter, ci sono molto tornanti e molto ripidi, ma ne vale la pena, e poi, cmq, hanno appena asfaltato tutto, per cui ci si arriva senza grossi problemi, tranne il male al culo per lo scooter!! Il 3 luglio visitiamo Ahata (pronuncia alla toscana), altra spiaggia della costa orientale. La strada è ben asfaltata, ma lunga: 4 km di curve e tornanti, immersi però nei profumi: percorrendo queste strade di montagna si è accolti da profumi di spezie: timo, menta piperita, salvia, ecc ecc. L’acqua qui è verde come il vetro e i sassi molto comodi. Il 4 luglio decidiamo di rimanere nel nostro calmo blu di Ammoopi. Facciamo proprio i signori: ci prendiamo lettino e ombrellone, tanto costa solo 5 euro. Non vi preoccupate per pagare: distendetevi e, prima o poi, arriverà qualche signore a reclamare il denaro. Attenzione anche a non dargli 6 euro: vi dirà che il prezzo è 6€ e vi ruberà 1 prezioso euro! Alla sera andiamo a visitare il piacevole paesino di Menetes, da dove, nel 1944, partì la rivolta per scacciare gli italiani. Ceniamo in un posto incredibile, da Dioniso, un piccolissimo ristorantino sugli scalini, con 3 piccoli tavoli con sedie blu e tovaglia da pranzo è servito, dove un pelosa e baffuta cameriera proprietaria ci serve, dopo gli antipasti (feta e zucchini fritti) un ottimo stifado, ovvero uno spezzatino di manzo e agnello, e altro, il tutto spendendo, in due 25€. Ci sono, come in tutte le taverne greche, dei gattacci famelici che attendono, sotto il tavolo, che tu dia loro da mangiare. Dopo tanto caldo, questa sera, qui in montagna, fa freddo! E la cameriera è lentissima: per ogni pietanza deve percorrere una strettissima e pericolosissima scala a chiocciola (ha la cucina su) e quindi la cena diventa veramente una impresa! Curioso: non perdetevi questo posto! Oggi 5 luglio visitiamo la bellissima Aghios Nicolais: attenzione che ci sono due spiagge con lo stesso nome. Qui parliamo della Ag. Nicolais dell’est, la spiaggia di Spoa, al nord dell’isola, città oltre la quale non è più possibile andare con normali mezzi, in quanto la strada è chiusa. La strada per Spoa è bellissima: una strada di montagna panoramica, molto profumata, tu sei in alto e in basso a picco c’è il mare: se soffri di vertigini rischi grosso. La spiaggia di Ag. Nicolais è molto calma, ci sono moltissimi pesci, li puoi prendere anche con le mani, e la cosa curiosa è che ci sono pochissimi turisti, mentre alcuni isolani vengono qui a fare il bagno: ci sono più generazioni assieme, vedi la nonnina vestita di nero col nipotino, il papà coi ragazzi, insomma tutti assieme adolescenti e adulti.
Il 6 luglio visitiamo tutto l’ovest, davvero molto bello: prima Aghios Nicolais, spiaggia sabbiosa col mare che scende lentamente, come a Jesolo! C’è addirittura il bagnino con torretta alla Baywatch e, stranamente, molti turisti, tutti non italiani. Poi saliamo fino a Lefkos, bella baia. Alla sera decidiamo di cenare nuovamente dalla nostra amica pelosa di Menetes, dove, dopocena, arriva un vecchio che parla perfettamente italiano (gli italiani sono stati nell’isola 22 anni, ci racconta, dal 1922 al 1944), e ci racconta tutta la storia dell’isola: davvero interessante. “Piano piano”, come dice lui, arriva fino a mezzanotte! Il 7 luglio facciamo l’escursione organizzata a Olympos: essendo la strada chiusa, ci si arriva via mare, e poi per una stradina paurosa in autobus. Visitiamo anche la città di Diafani, che non offre praticamente nulla, e la sosta lì è, sinceramente, inutile. La giornata tutto sommato non è un granchè, la cosa positiva è l’amicizia nata con una coppia di italiani, di Parma, davvero simpatici, e le chiacchierate con le assistenti columbus. Pranziamo nella famosa taverna con mulino a vento dove tutti parlavano in questo sito: in realtà, vi segnalo che qui non si mangia particolarmente bene, e che Olympos non è nulla di quanto da voi scritto in questo sito: “non si può visitare Karpathos senza andare a Olympos” dicono i Columbus. Noi non siamo assolutamente d’accordo: è un paesino per spennare i turisti e vendere prodotti tipici…Insomma…Non è vero che sono rimasti a 100 anni fa…Figuriamoci! La cosa divertente sono queste donne uomini, che fanno di tutto: la stessa donna guidava la nave, poi è scesa e ha guidato l’autobus parlando al cellulare, poi è scesa e si è messa a ricamare…Che fuori! Ed era pure claudicante! A pranzo, solo prodotti tipici: makarunes, pastissio, moussaka, insalata greca.
L’8 luglio decidiamo di ritornare nella spiaggia per noi più bella di tutta l’isola: Kato Lako. Alla sera ci godiamo il tramonto a Finiki e ceniamo: una bella grigliata di pesce, molto costosa (55€ in due, come da noi), ma buona, molto abbondante, con un super politone e tante salsine.
Gli ultimi due giorni li trascorriamo nella nostra Amoopi, cenando all’Esperida, il miglior ristorante dell’isola, e poi, tristi, ripartiamo alla volta di Verona, questa volta con un volo della Malev, compagnia aerea ungherese, con le hostess porno star alla Eva Henger.
Come consiglio vi suggerisco di alloggiare a Pigadia, nella capitale, o ad Ammoopi, una bella baia non troppo distante.
Certo, rimarranno nel cuore tante cose: il cielo stellato blu e pieno di stelle, il mare azzurro e verde, i pesci, gli agnellini sulle montagne e allo spiedo, la carne alla griglia e la feta, l’insalata greca e gli anziani dell’isola, le spezie profumate e mangiate…Un’isola da sogno, da favola, ancora incontaminata, che da qui a 10 anni verrà completamente distrutta dal cemento e dal turismo di massa, che inquinando distruggerà tutto!