Kalymnos
Erano anni che volevamo andare su questa isola, diventata famosa nella cerchia degli arrampicatori (o free climbers se preferite) da quando, nel 1997, dei ragazzi italiani scoprirono il potenziale arrampicatorio che vi si celava e cominciarono a tracciare degli itinerari di arrampicata sul meraviglioso calcare lì presente. Da allora questo turismo di nicchia si è sviluppato in modo esponenziale.
Una storia narra che Dio dopo la creazione, avanzò un mucchio di sassi e non sapendo cosa farne, creò Kalymnos. Sino a venti anni fa gli isolani non erano molto soddisfatti di questa decisione divina, ma adesso, da marzo a novembre, arrivano ogni mese circa 1000 persone per arrampicare (e questo solo per quanto riguarda Masouri, il paese sotto le falesie!), per godersi il mare ed il sole, il tutto con un notevole introito monetario a favore dei locali.
Siamo partiti l’8/05/2010 dall’aeroporto di Milano Malpensa alle 11,40, arrivo ad Atene dopo circa due ore di volo, attesa di sei ore nella capitale greca, un’ora di volo sino a Kos e da lì venti minuti di traghetto ci portano sull’isola da noi tanto sognata. Siamo in quattro, io, Giorgio, Manu e Mara (più due peluche, Noè e Pallino, vecchi e cari amici delle ragazze) e al buio, tramite taxi, partiamo da Pothia che è la città più popolata dell’isola e giungiamo a Masouri, dove ci attende Niko, proprietario dell’Ibiscus Residence, che ci dà le chiavi dei due piccoli monolocali che ci ospiteranno per sette giorni per il modico prezzo di 15 € al dì. Il bello di arrivare al buio è scoprire solo il giorno dopo cosa ci circonda, addormentandosi (Grecia orizzontale!) con un senso di piacevole attesa. E infatti alla mattina non rimaniamo delusi!! Pareti di calcare a perdita d’occhio a mezz’ora al massimo dal mare!! Che accoppiata meravigliosa!! I giorni successivi si dipaneranno nel seguente modo: alle otto in piedi, colazione a base di Yogurt greco con miele locale di timo e thé, poi via ad arrampicare (Grecia verticale!) sino a quando non arriva il sole a scaldare troppo la roccia, alle quattro in spiaggia (Grecia orizzontale!) sino alle sette di sera, preparativi per la cena e giro finale al Bar degli arrampicatori per una o due birrette (Grecia inclinata!) poi nanna (Grecia orizzontale!) e via così. Non starò tanto a dilungarmi sulle arrampicate, tutte attrezzate in modo così sicuro da rendere la salita un piacere e talmente belle da attirare arrampicatori da tutto il mondo. Dirò solo che spesso, soprattutto negli strapiombi, presentano la caratteristica quasi unica di snodarsi attraverso stalattiti e concrezioni dalle forme a dir poco bizzarre, usate talvolta tipo sedia per riposarsi. Per ulteriori chiarimenti ci sono libri e siti in rete che possono soddisfare sia il neofita sia l’arrampicatore più esigente. Desidero invece parlare dell’isola e di chi la abita. Noi, essendo in quattro abbiamo affittato una macchina (min. 30 € al giorno), ma si possono utilizzare anche motorini o addirittura biciclette. Grazie a questo mezzo, oltre a raggiungere le falesie più lontane, abbiamo trovato delle baie disseminate su tutto il perimetro dell’isola. Oltre alla spiaggia di Masouri vi sono delle piccole spiagge prima dell’abitato di Arginonda e anche a Eborios e Palionissos si sono rivelati posti molto belli e tranquilli per abbronzarsi e fare un bel bagno. Le spiagge di Elies e Myrties non le abbiamo visitate e presso la grotta di Sikati, nel nord est dell’isola (i locali la chiamano Alatsia), vi sono altre due belle spiagge, che non abbiamo visto per mancanza di tempo e che richiedono una piacevole passeggiata di una quarantina di minuti al massimo. Noi abbiamo trovato queste località sempre tranquillissime, ma suppongo che in piena stagione le cose cambino non di poco. Soprattutto per Palionissos, un vero paradiso, dove tra non molto una strada asfaltata arriverà purtroppo nei pressi della spiaggia, attualmente raggiungibile in dieci minuti a piedi.
E proprio con Palionissos vorrei cominciare per parlare del cibo. Un giorno, seguendo a caso la strada provenienti da Skalia, siamo arrivati in questa località, dove da poco tempo è stata aperta una taverna. Assetati, siamo andati a bere una birra e mangiare un’insalata greca. Nicolas, il gestore, è ritornato nel suo paese dopo avere girato mezza Europa a pescare spugne e fare lavori vari. Oltre a fare il maestro nelle scuole elementari di Pothia, si è venduto come un ottimo cuoco, garantendoci che se tornavamo due sere dopo, ci avrebbe fatto una cena speciale, a base di aragosta e polpo, con “verdi olive” e “del posto patate”. “Perché no?” ci siamo detti e così ci siamo ritrovati, noi quattro soli, a mangiare nella sua cucina (fuori c’era troppo vento) in una atmosfera molto casalinga e piacevole. Insomma, polpo stufato, pasta con aragosta e cicala di mare, due bottiglie di vino, acqua, dolce e caffè a poco più di 70 € in tutto, ma se ne avesse chiesto 100 di € li avremmo sborsati volentieri, !!! I prezzi sono questi, dai 10 ai 15 € a testa mangiando pesce. A Masouri, tra i moltissimi ristoranti e taverne presenti, abbiamo cenato bene all’ “Egean” a inizio paese (splendida vista sul mare) e da “Sevastos”, mentre al paese di Eborios, nella taverna sul lato sinistro arrivando, non ci siamo trovati benissimo pagando un po’ troppo (chiaramente sempre secondo lo standard dell’isola!). Non bisogna dimenticarsi di comprare le spugne locali a Pothia, dove, in prossimità del porticciolo, c’è un negozio fornitissimo. L’isola è famosa per questo motivo da circa 500 anni e ha conosciuto una grossa crisi in questo settore quando è esplosa la centrale nucleare di Chernobyl, nel 1986. Anche la guerra sui Balcani, con l’uso di uranio impoverito, ha decimato queste creature in tutto il Mediterraneo e solo le colonie presenti nello stretto di Messina, grazie alle forti correnti ed alla profondità notevole, non hanno subito danni. Fortunatamente da qualche anno la situazione è migliorata molto ed il mercato, anche se non come prima, è tornato florido. Un’altra specialità locale è il miele, molto buono e aromatico. Da visitare è anche Telendos, una piccola isola posta di fronte a Masouri, talvolta chiamata “la Principessa Addormentata” che faceva parte di Kalymnos fino a che un terremoto non ha separato le due isole nel 535 dopo Cristo. Inoltre vi sono da provare i bagni caldi a Therma, che si dice siano curativi. Spettacolare poi il panorama dal monastero di San Giorgio, posto su un colle e raggiungibile grazie ad una ripida ma comoda strada asfaltata da dove, nelle giornate terse, si vede anche la vicina Turchia. Per chi non è interessato alla Grecia verticale, Kalymnos offre anche immersioni subaquee di notevole bellezza. Molto bella e pittoresca è Vathi, con la sua omonima baia, l’unica località ricca di acqua, con coltivazioni di agrumi pare buonissimi e con un porticciolo molto caratteristico. Insomma, anche ai non appassionati di arrampicata (Grecia verticale o strapiombante!) questo lembo di terra nel mar Egeo offre molte opportunità per divertirsi e rilassarsi, specialmente nei mesi di maggio, giugno ed ottobre (a detta dei locali il mese migliore). Noi torneremo di sicuro, magari per due settimane, abbiamo ancora tantissima roccia da salire e taverne e luoghi da visitare e ci siamo ammalati di Kalymnite, un pericoloso morbo che, al momento attuale, non è curabile, ma si può alleviare solo tornando sul posto!!!