K.L., Melaka, Perhentian tra modernità e natura

Il richiamo dell’oriente è sempre forte e la Malaysia o Malesia come diciamo noi, sembra fare al caso nostro, offrendo la giusta combinazione di modernità e natura, attrattive turistiche per tutte le tasche, eccellenti strutture e trasporti efficienti. Programmiamo il viaggio per Settembre, nonostante di norma preferiamo sfuggire dal freddo...
Scritto da: fedina
k.l., melaka, perhentian tra modernità e natura
Partenza il: 30/08/2007
Ritorno il: 25/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Il richiamo dell’oriente è sempre forte e la Malaysia o Malesia come diciamo noi, sembra fare al caso nostro, offrendo la giusta combinazione di modernità e natura, attrattive turistiche per tutte le tasche, eccellenti strutture e trasporti efficienti.

Programmiamo il viaggio per Settembre, nonostante di norma preferiamo sfuggire dal freddo (ormai relativo) dei nostri inverni, in modo da poter soggiornare alle isole Perhentian, chiuse al turismo da Novembre a Febbraio a causa del monsoni.

Difficile, per il periodo e perché non ci muoviamo mai con troppo anticipo, la ricerca di un volo a prezzo ragionevole che non ci costringa ad improbabili combinazioni. Scegliamo KLM, 852 euro a testa, partenza da Bologna, che con due sole ore di scalo ad Amsterdam ci fa raggiungere Kuala Lumpur. L’aeroporto Shiphol di Amsterdam è spettacolare, secondo noi più di quello di Kuala Lumpur. Voli puntuali sia all’andata che al ritorno, personale cortese, servizi a bordo molto spartani con un unico comune piccolissimo monitor in lontananza su cui viene proiettato lo stesso film per tutti. Per fortuna viaggiamo di notte e dopo l’assunzione di una discreta dose di benzodiazepine cadiamo tra le braccia di Morfeo.

Per il volo interno su Kota Bharu e per quello sulla Cambogia, dove trascorreremo otto giorni ci affidiamo alla compagnia low-cost AirAsia, efficiente, affidabile e puntuale.

Attenzione però perché capita che alcuni voli vengono cancellati, soprattutto per le destinazioni che hanno più di un volo al giorno, generalmente non viene mai cancellato l’ultimo volo della giornata ma piuttosto quelli intermedi. Inoltre la compagnia è molto fiscale con la franchigia, oltre i 15 kg è richiesto il pagamento di una piccola cifra per ogni kg eccedente. Peccato che le bilance siano tarate in modo diverso nei vari aeroporti, la stessa valigia mai nemmeno aperta che pesava 15 kg a Phnom Penh ne pesava improvvisamente 18 a Kuala Lumpur?? Abbiamo sottoscritto una assicurazione sanitaria on-line con l’agenzia “Viaggi sicuri”, già utilizzata per viaggi precedenti. In passato abbiamo chiesto loro e ottenuto senza problemi il rimborso per le spese sanitarie che purtroppo avevamo sostenuto. Spesa in due per 27 giorni: euro 133.36. Ma questa volta fortunatamente non c’è stato bisogno di richiedere alcun rimborso.

Il clima a Settembre è caratterizzato da un’umidità pazzesca. I capelli e la biancheria non si asciugano mai, le copertine di libri e passaporti si arricciano e si suda incredibilmente. Il basso ferrarese a confronto sembra il deserto del Sahara.

Il tempo è molto variabile, una continua alternanza di sole e nuvole. In Malaysia continentale non abbiamo avuto un solo giorno senza pioggia anche se generalmente si trattava di temporali di breve durata o di pioggerellina. Alle Perhentian invece, su dieci giorni di permanenza, soltanto due sono stati interamente soleggiati. Non sappiamo se per il periodo, ma la particolarità di queste isole sembra essere l’assenza di vento, per cui quando le nuvole si radunano li sopra, non si spostano più per l’intera giornata trasformando l’intero paesaggio in un film in bianco e nero. Tutta salute per la pelle, ma che tristezza! Ogni sera poi dalle 17.00 alle 20.00 l’isola è colpita da un temporalone violento. Non abbiamo visto un solo tramonto perché a quell’ora pioveva oppure era nuvoloso.

Cosa ci è piaciuto di più di questo viaggio: · nuotare con le tartarughe giganti che “brucano” sui fondali per risalire ogni tanto in superficie a respirare.

· Il lemure volante che non ci aspettavamo di trovare · La pace ed il silenzio delle Pehrentian: niente giornali, televisione e nemmeno musica ma solo il rumore del mare. Le sue acque caldissime e ricche di pesci giganti. Speriamo solo che non ci facciano atterrare dei charter vicino, trasformandole in affollate mete turistiche · La natura verde e rigogliosa nonostante le palme da olio che ricoprono gran parte del paese e che importate nella seconda metà del novecento hanno completamente soppiantato la foresta tropicale preesistente sconvolgendo l’ecosistema · L’armoniosa realtà sociale del paese, nonostante le differenze fra gruppi etnici ed il prevalere della religione mussulmana · La gentilezza ed il sorriso dei malesi Per chi avesse voglia di proseguire nella lettura, riportiamo di seguito il diario di viaggio dettagliato.

30/08/07 giovedì: partenza da Bologna alle ore 17.45 31/08/09 venerdì: arrivo a Kuala Lumpur alle ore 14.30.

Oggi è il 50° anniversario dell’indipendenza della Malesia e sono previsti grandi festeggiamenti, parate e manifestazioni a Merdeka Square. Puntiamo a farci un salto prima di sera.

Dal KLIA (Kuala Lumpur International Airport) prenotiamo un eccellente servizio taxi prepagato che per 67 Myr ci porta all’hotel in centro città, percorrendo circa 65 km. Raggiungiamo l’Hotel Corus, prenotato on-line a 199 Myr a stanza. Il fine settimana però le stanza costano di più (299 Myr)e noi ovviamente arriviamo di Venerdì. La stanza ed il bagno sono sufficientemente puliti e godiamo della vista sulle Petronas Towers, da cui l’hotel dista veramente pochissimo.

La scelta si rivela strategica per la posizione, l’hotel è infatti vicinissimo alle Petronas ma anche alla fermata della metro. Ho considerato che potesse essere piacevole dopo una giornata in giro con l’afa fare un bagno in piscina all’ombra delle torri, peccato però che le donne entrassero solo vestite con il costume intero, che io non avevo.

Alle 17.30 usciamo dalla stanza, visitiamo velocemente le Petronas e poi prendiamo l’LRT (Light rail transit), metropolitana leggera a tariffe modeste per raggiungere Merdeka Square dove oggi sono stati organizzati i festeggiamenti per il 50°anniversario dell’indipendenza. Arriviamo a festeggiamenti ultimati ma la Piazza ed il Palazzo del Sultano colpiscono così illuminati a festa.

La prima impressione, limitata alla zona del Golden Triangol e di Merdeka Square è quella di una città ordinata, pulita e non eccessivamente trafficata come altre capitali asiatiche (vedi Bangkok e Dehli). Carente di cartelli e indicazioni ma questo aspetto è compensato dai Malesi che ti offrono spontaneamente aiuto quando di vedono alle prese con una cartina, a tale proposito riteniamo assolutamente inutile quella della Lonely Planet, meglio anche se comunque non soddisfacente, quella che si trova in aeroporto o all’ufficio del turismo. I marciapiedi ci sono, contrariamente a quanto letto in precedenza su altri racconti ma quando non è presente il semaforo con il suo count down per il passaggio dei pedoni si è costretti a lanciarsi nel traffico per attraversare la strada. Comunque le zone visitate sono così ordinate e pulite che sembra di stare a Lugano, lo scenario cambierà un poco visitando China Town.

01/09/07 Sabato: Kuala Lumpur.

Ci svegliamo di buon ora, nonostante le sei ore di fuso e alle 8.30 siamo già in strada alla ricerca di un locale per la colazione, per fortuna non abbiamo la colazione compresa in Hotel perchè l’aria condizionata nella zona ristorante potrebbe essere letale. A quanto pare quasi tutti i locali aprono tardino, fatichiamo a trovare qualcosa e così finiamo al Suria, San Francisco Coffee, tutto molto buono (anche il cappuccino gigante), ma l’impronta, a conferma del nome, è decisamente più americana che malese.

Raggiungiamo a piedi il Malaysia Tourisme Centre che ci sembra ben organizzato, il personale è cortese e ci fornisce informazioni sulle attrazioni impedibili e su come raggiungerle. Arriviamo sempre a piedi alla Menara Tower, acquistiamo il biglietto per salire, la piattaforma panoramica è alta 276 m., 100 in più dello skybridge delle Petronas. Con il biglietto viene fornita anche una guida vocale multilingue che illustra la visuale dalle diverse prospettive. Con la Metrorail ci avviciniamo al National Museum ma ci limitiamo ad ammirare i dipinti murali sulle mura esterne. E’ impressionate l’ordine e la pulizia degli spazi vicini al museo, alcune linee divisorie sul terreno sono fatte da sassi scrupolosamente ordinati per colore. Raggiungiamo i Lake Gardens, visitiamo il parco degli Ibischi, delle Orchidee e delle farfalle, il tutto è immerso in una rigogliosissima vegetazione tropicale con una umidità del 99%. Vediamo poi la maestosa Moschea Nazionale (Majid Negara), ispirata alla grande moschea della mecca e poi la Old KL Train Station ed il Malayan Raylway Administration Building, due affascinanti strutture costruite ai primi del ‘900. Da qui risaliamo verso Merdeka Square per vederla con la luce del sole (sempre che non piova) e scattare le foto di rito, al Palazzo del Sultano, alla Torre dell’Orologio, alla Fontana a forma di Brocca e alla St. Mary’s Cathedral. E’ buffo notare che mentre sono impegnata a fotografare i monumenti alcuni indiani in vacanza ci chiedono il permesso di fotografare noi anziché la fontana a forma di brocca. Senza nemmeno domandarci se siamo davvero così strani, ci stampiamo un bel sorriso in faccia e accondiscendiamo. A metà pomeriggio rientriamo distrutti in albergo dove M. Si concede venti minuti di relax in piscina. In serata raggiungiamo Kampung Baru, il quartiere malese, dove secondo la Lonely P., il Sabato sera si terrebbe un interessante mercato con la possibilità di mangiare alle bancarelle. Bene, premesso che chiedendo in zona nessuno era a conoscenza di questo animatissimo mercato, quando poi lo abbiamo trovato è stata una vera delusione e mangiare a quelle bancarelle il primo giorno di vacanza poteva rivelarsi una scelta assai rischiosa. Tornati rapidamente sui nostri passi, abbiamo ripreso la metro e abbiamo cenato al fidato Suria con ottimi Noodles che in verità in Malesia si chiamano Mee. Kuala Lumpur si gira benissimo con i mezzi pubblici, noi non abbiamo mai preso un taxi se non per andare o tornare dagli aeroporti. La gente del posto però, seppur gentilissima, spesso non conosce i principali luoghi di interesse turistico, questo particolare, unitamente alla carenza di indicazioni stradali e alle pessime cartine che si possono trovare in circolazione può complicare la vita alla turista fai da te, ma un po’ di fortuna, un compagno con un buon senso dell’orientamento e un buon allenamento alla marcia permettono comunque di raggiungere tutte le destinazioni desiderate.

02/09/07 Domenica: Melaka.

Avevamo programmato di visitare l’antica capitale della Malaysia, in giornata direttamente da Kuala lumpur da cui dista circa duecento km.

Di buon mattino ci rechiamo quindi alla stazione degli autobus Puduraya e non senza difficoltà troviamo due posti disponibili con destinazione Melaka per la mattina stessa, infatti quasi tutte le numerose compagnie compreso la tanto decantata Transnasional hanno esaurito le corse, solo dopo scopriremo il perché. Quando cominciavamo a perdere le speranze, troviamo due biglietti con la Metroexpress, chiediamo anche di comprare le corse per il ritorno in serata, ma ci viene risposto di chiedere direttamente una volta arrivati a Melaka, vogliamo credere fossero in buona fede perchè molto probabilmente già sapevano che sarebbe stato impossibile trovare posti disponibili per il ritorno, del resto le prenotazioni le fanno su terminale. A parte questo, la Mertro express si rivela una buona compagnia oltre che economica (9.45 Myr a testa), puntuale, posti numerati, spaziosi, aria condizionata moderata. Lungo il tragitto il paesaggio è gradevole, si alternano piantagioni di palma da olio a campi curati e graziose casette in stile malese. Dopo due ore di viaggio arriviamo alla Melaka Central Station, moderna e grandissima e considerate le difficoltà iniziali cerchiamo subito di acquistare i biglietti per il ritorno. Tutto esaurito, nemmeno un posto sino al giorno successivo. Non ci scomponiamo più di tanto e individuati due ragazzi inglesi che sembrano avere il nostro stesso problema, gli proponiamo di condividere un taxi per il rientro in serata a Kuala Lumpur. Accettano sollevati e ci salutiamo dandoci appuntamento alle 17.00 in stazione. La stazione dista circa 7,5 km dal centro città e quindi prendiamo l’autobus n°17 per Down Town e scopriamo che l’intera città sta festeggiando l’Holland day, per questo non si trovavano biglietti da e per Kuala Lmpur. Ci sono tulipani ovunque, mucche finte decorate in formato naturale e moltissima, moltissima gente. Che strano però, una città che festeggia i propri passati colonizzatori! Abbiamo 4 ore, dalle 12.00 alle 16.00 per seguire l’itinerario a piedi proposto dalla Lonely P., peccato che il sole sia a picco, la temperatura di circa 40° e il tasso di umidità elevatissimo. La città si rivela molto carina e davvero ben tenuta, in una commistione di stili cinese, portoghese, malese e olandese. Noi abbiamo corso un po’ per riuscire a vedere tutto ma crediamo che in 5/6 ore si possa visitare comodamente concedendosi anche una pausa per il pranzo , approfittando di assaggiare l’ottima cucina Nonya. Molto belli e ben conservati i templi e le abitazione nella zona di China Town. Il rientro avviene quindi in Taxi che contrattando paghiamo 160 Myr (32 euro circa)in quattro, il viaggio è rallentato dal traffico, impieghiamo tre ore anziché due . La guida spericolata ma soprattutto l’aria condizionata a 10° avranno effetti devastanti sul mio stomaco. La sera M. Cena da solo mentre io sono a letto ancora infreddolita e con lo stomaco ribaltato. Mi arrabbio contro l’uso malsano e spropositato dell’aria condizionata.

03/09/07Lunedì: Kuala Lumpur- Siam Reap (Cambogia) Informazioni errate ci fanno arrivare al LCCT (low cost carrier terminal) con quattro ore di anticipo. Il volo Air Asia sul terminale parte un’ora dopo rispetto a quanto scritto sul biglietto elettronico e il percorso in taxi dal centro città al LCCT il mattino presto richiede circa 45 minuti e non due ore come ci è stato detto in reception. Peccato ci siamo svegliati alle 4.00 quando avremmo potuto dormire almeno fino alle 6.30.

Il racconto di viaggio della Cambogia verrà postato nella sezione dedicata a questo splendido Paese.

11/09/07 Martedì: Phnom Penh (Cambogia)- Kuala Lumpur Facciamo ritorno in serata a Kuala lumpur con il solito volo Air Asia. La Prossima tappa saranno le Perhentian Islands. Dobbiamo trascorre la notte il più vicino possibile al LCCT perchè l’indomani mattina alle 7.20 abbiamo l’aereo per Kota Bharu. Già da casa avevamo cercato possibili sistemazioni, ma le più vicine venivano date al KLIA ed erano costosissime. Chiediamo quindi al banchetto degli Hotel che si trova in aeroporto. Ci indica il Jawadene, un BB nel distretto di Sepang (circa 15 km dal LCCT). Stanze con bagno in camera a 170 Myr, pick up da/per l’aeroporto e colazione compresi nel prezzo. Accettiamo perché non vogliamo proprio passare la nottata sulle scomodissime sedie di quel freddo aeroporto low-cost. Dopo poco ci viene quindi a recuperare il pick up del Jawadene, guidato dallo stesso proprietario, un simpatico americano di nome Walter espatriato che gestisce entusiasticamente la struttura assieme alla moglie. Il BB è in realtà una nuovissima e lussuosissima villa con interni raffinati ed eleganti situato in un quartiere residenziale (per residenti molto ricchi), il luogo più lussuoso dove abbiamo soggiornato durante questo viaggio e per di più assolutamente economico. Consigliamo vivamente questa sistemazione a chi si trova a transitare al LCCT, a chi si reca a Sepang per il Moto G.P. O semplicemente a chi desideri un po’ di relax non troppo lontano da Kuala Lumpur. La colazione preparata dalla signora è ottima e abbondante e la coppia è estremamente cordiale e gentile. Peccato essere rimasti solo il tempo di dormire qualche ora.

12/09/07 Mercoledì Kuala lumpur Perhentian Alle sei in punto del mattino lasciamo il Jawadene con Walter per ritornare al LCCT. Al Chek–in, le stesse valigie mai aperte ed il cui peso la sera prima rientrava perfettamente nella franchigia di 15 kg., oggi la superano invece di 3 kg. Ci chiedono di pagare la differenza ma noi riempiamo fino a farlo letteralmente esplodere il bagaglio a amano. Il volo andata/ritorno Kuala Lumpur-Kota Bharu, acquistato on line circa due mesi prima ci è costato 33 euro a testa. Partenza alle ore 7.20 e arrivo puntuale dopo 45 munuti a Kota Bharu. In aeroporto acquistiamo un taxi prepagato per Kuala Besut a 67 Myr. Durante il tragitto in taxi osserviamo le campagne che in questa regione chiamata Terranganu, appaiono più povere e arretrate rispetto alla regione di Melaka, ci colpiscono i moltissimi e truculenti banchi-macelleria in legno, sul ciglio della strada con interi quarti di bue e pecore squartate appesi.

Impieghiamo poco più di un’ora per giungere a destinazione e ci facciamo portare all’agenzia Coco Hut, presso cui avevamo prenotato lo Chalet Sea View su Besar dall’Italia, saldiamo il conto e ritiriamo i voucher. Paghiamo 210 Myr a notte con la colazione e l’agenzia ci aveva chiesto un anticipo del 50%. A Settembre comunque si trova tranquillamente da dormire anche senza prenotazione anticipata. Arriviamo al molo da cui partono i motoscafi per le isole, nell’attesa compriamo un kg di Douc Douc e dopo 10 minuti ci imbarchiamo: Mentre carichiamo i bagagli sul barchino ci chiedono di portare uno scatolone di gelati al Coco Hut che resteranno fuori dal congelatore più di un’ora con una temperatura di 40°.

La barca è molto affollata, ma quasi tutti i passeggeri sono locali che scenderanno al villaggio dei pescatori di Perhentian Kecil.

Alle 11.30 siamo davanti allo chalet sea view che effettivamente è posto a poco meno di 5 m. Dal mare. Il capanno da fuori è carino ma l’interno lascia molto a desiderare, basterebbe eliminare le testate del letto che un tempo devono essere state imbottite e bianche mentre ora sono consunte e luride, ricoperte di uno strato di muffa e sudiciume. Lo stesso vale per due sedie imbottite che in più occasioni ho pensato di bruciare per illuminare le buie notti dell’isola e fare un favore a futuri ospiti dello chalet. Non ci sono lenzuola se si esclude quello che ricopre il materasso, per coprirsi c’è in dotazione una trapunta, con 40°! Gli asciugamani hanno macchie marroni di cui è meglio non indagare l’origine. Sorridiamo e ci passiamo sopra, abbiamo troppa voglia di fare un bagno e l’acqua davanti e molto calda anche se puzza un po’ di benzina. Restiamo tutto il giorno in zona pranzando e cenando al Coco Hut insieme a chiassosi ospiti cinesi telefonino dipendenti.

13/09/07 Giovedì Perhentian Dopo colazione camminiamo fino a Teluk Keke (la spiaggia dopo Abdul’s). Il colori del mare che vanno dal turchese al verde smeraldo contrastano fortemente con tutta l’immondizia che ricopre questa spiaggia, bottiglie di plastica ovunque, bicchieri, contenitori, pezzi taglienti di vetro, moltissimi sacchi neri di rifiuti che galleggiando in mare vanno a fermarsi in prossimità delle corde che tengono unite le boe. La spiaggia è deserta, ci sono massi che sembrano stati buttati da una mano divina in prossimità della riva circondati di pesci colorati e lo scenario è quindi un’alternanza di immagini paradisiache e immondizia. Il paradiso della monnezza appunto! In un innato quanto inutile tentativo di pulizia cerco di raccogliere un sacco che sta arrivando a riva ma si rompe e ne escono pannolini per bambino usati! Preciso che le Perhentian Islands sono un parco naturale ed è richiesto il pagamento di una tassa d’ingresso per accedervi e che sono ben felice di pagare se questo serve a consentire la conservazione di un luogo naturalmente splendido, ma qua nemmeno ci provano.

Riconosco che il turismo snaturi e devasti i luoghi che ne divengono oggetto e che è sufficiente che una località venga menzionata dalla Lonely Planet per decretarne la sua fine, ma in questo caso i turisti in quanto presenti e quindi inquinanti hanno solo un concorso di colpa. Non abbiamo mai visto turisti, anche perchè quasi tutti provenienti dal nord Europa e quindi presumibilmente dotati di notevole senso civico (tanto per generalizzare) abbandonare rifiuti in spiaggia o in mare. Abbiamo visto invece i pescatori locali lasciare i pescherecci per consumare il loro pasto in spiaggia e quindi abbandonare tutti i resti del pranzo, lattine e contenitori compresi. Abbiamo più volte visto la chiatta destinata al trasporto dei rifiuti dalle isole alla terraferma che, carica all’inverosimile perdeva buona parte dei sacchi direttamente in mare e che poi per effetto delle correnti venivano ad arenarsi quasi tutti davanti a Teluk Keke. Peccato davvero, che i Malesi non proteggano quel territorio che proprio perché naturalmente splendido è per loro fonte di guadagno. Quando lo capiranno sarà forse ormai troppo tardi.

14/09/07 Venerdì Perhentian Decidiamo di affrontare il Jungle trekking verso la spiaggia del Flora Bay (Teluk Dalam). Il percorso prevede 25 minuti di sali-scendi nella giungla infestata di zanzare con un’umidità del 90%. Il tratto è fattibile e ben segnalato, parte da quello che doveva essere un campeggio su Teluk Keke e arriva dietro gli Everfresh Chalet. Teluk Dalam è una lunghissima spiaggia quasi deserta su cui si affacciano alcuni resorts: Everfresh, Flora, Fauna, Arwana, quest’ultimo sembra essere di livello superiore ma assolutamente deserto. Si vedono molto bei pesci sulla sponda destra della baia (davanti all’Everfresh): pesci pappagallo, roccia, mante maculate, squaletti, ecc.E qualche bel giardino di coralli.Il pomeriggio però la bassa marea rende difficile la balneazione ed il sole tramontando dall’altra parte dell’isola, sparisce molto presto. Vediamo anche due grandi varani e un serpentello verde. Pranziamo al Flora Bay, più economico del nostro Coco Hut il cibo è buono ed il personale cortese. Potrebbe però risultare sgradito a chi non ama particolarmente i gatti; all’interno del ristorante acciambellati sulle sedie o sul divano si contano infatti almeno dodici splendidi gattoni. Rientriamo al Coco Hut non senza esserci concessi diversi bagni nelle varie spiaggette. Alle 17.30 scoppia un violentissimo temporale che proseguirà per tutta la notte.

15/09/97 Sabato Perhentian Colazione con Noodles e poi raggiungiamo a piedi via mare la spiaggia davanti al Mama’s e al Coral View. Il mattino solitamente c’è l’alta marea e durante la camminata rischiamo di annegare la macchina fotografica, scopriremo solo due giorni dopo che esiste un sentiero via terra che collega il New Coco Hut alla spiaggia del Mama’s (ma anche Turtle, Watercolors e Coral View). La spiaggia raggiunta non ci attrae particolarmente, è stretta e disordinata ed il pomeriggio il mare scompare completamente rendendo complicato anche il rientro in barca oltre che la balneazione. E’ migliore la veduta che si ha attraversando il Coral View e sbucando sulla baia del Perhentian Islands Resort (Telk Pauh), se non fosse per il mostro di piattaforma con torre in ferro adibita alla costruzione di un nuovo pontile, che deturpa completamente il paesaggio. Speriamo che con l’aperetura della nuova stagione a Febbraio 08, il pontile sia terminato (peraltro quello vecchio andava ancora benissimo) e il mostro scomparso. Accettiamo la proposta di uno snorkelling trip (4 ore, 4 tappe, 30 Myr a testa pari a circa 6 euro). Arriviamo a Turle Point dove avvistiamo bellissime tartarughe giganti, Shark Point (squali pochi ma bei coralli), Turtle Beach dove non si avvistano tartarughe ma bei fondali e in ultimo arriviamo al Light House, il faro dietro Kecil, il punto in assoluto più bello per quanto riguarda il reef, la quantità e la varietà di pesci. La sera abbiamo nuovamente maltempo con un acquazzone violentissimo.

16/09/07 Domenica Perhentian Giornata dal tempo incerto: nuvolosa, assenza di vento, cappa di umidità. Passeggiamo lungo la spiaggia. Pranziamo al Mama’s che per noi offre il miglior rapporto qualità-prezzo dell’isola. Buono il riso e i noodles anche se il cuoco usa mettere un uovo fritto su tutto, ottima anche l’insalata di frutta. Facciamo vari bagni in giro anche perchè l’afa non dà tregua e alle 18.30 scoppia l’ennesimo temporale che ci costringe a cenare al Coco Hut e che proseguirà per tutta la notte.

17/09/07 Lunedì Perhentian Meteo nuovamente mediocre. E’ ancora molto nuvoloso infatti, avremo solo 15 minuti di sole dopo pranzo. Non ci scoraggiamo e con un taxi boat raggiungiamo il Fisherman village su Perhentian Kecil al costo di 4 Myr, per il ritorno verso Besar ne chiedono stranamente 5. Il piccolo villaggio non offre molto al turista ma e senz’altro molto autentico con le sue pecore rasta che pascolano in piazza. Compriamo un po’ di frutta e biscotti. Raggiungiamo poi Long Beach sempre su Kecil al costo di 10 Myr. L’impressione non è delle migliori, sulla spiaggia è tutto un susseguirsi di bar e chalet molto spartani in stile Palolem (Goa-India), poche palme ad ombreggiare (ma per noi tanto è sempre nuvoloso), ombrelloni a pagamento e molti rifiuti. La spiaggia inoltre a dispetto del nome non è poi così lunga, lo è maggiormente Teluk Dalam del Flora Bay. L’acqua del mare è limpida ma si vedono pochi pesci e coralli, peraltro, la baia viene definita molto pericolosa a causa delle correnti. Per tutta la mattinata, come già era successo qualche giorno prima, siamo disturbati dalle esercitazioni di due aerei militari, i quali, oltre a compiere evoluzioni si ostinano a volare ripetutamente bassissimi sulla spiaggia quasi a 10 mt dal suolo, sollevando sabbia e teli e generando molto frastuono. Dei veri mentecatti. Pranzo al Lily restaurant senza lode e senza infamia. La serata che trascorre incredibilmente senza pioggia ci permette di cenare da Abdul’s con barbeque di pesce, economico ma poco cotto.

18/09/07 Martedì Perhentian Finalmente è bel tempo. Facciamo bagni di sole e mare davanti al Tuna. Pranzo al Watercolors, dove chiudiamo con la banana cake: avevamo tanta voglia di una fetta di torta. Facciamo il bagno vicino alla penisola di massi del Coral View, vedo 4 squali di cui uno grande più di un metro. Facciamo un altro bagno all’estremità destra del PIR con pesci e due squali. La sera piove quindi ceniamo al Coco Hut con curry di pollo.

19/09/07 Mercoledì Perhentian Nelle acque basse davanti al PIR vengo pizzicata da una medusa, il dolore è uno dei più forti mai provati in vita mia, brucia come fuoco vivo sulla pelle, mi dicono di strofinarci sopra del lime e così faccio, ma il fastidio si attenuerà solo la mattina successiva. Solito pranzo al Mama’s e al rientro, sul sentiero tra il Turtle ed il Cozy veniamo sorpresi da un Flying lemure, una specie di orsetto grigio con pelliccia a mantello che si muove molto lentamente sugli alberi. E’ stata una bella sorpresa perchè non sapevamo nemmeno che ci fosse la possibilità di avvistarli sull’isola. La sera cena al Coco Hut con ottimi Prawns in ginger e garlic souce. Piove! 20/09/07 Giovedì Perhentian Tempo coperto con foschia, sembra autunno in Val Padana con la differenza che qui è molto più caldo. Nelle nostre solite escursioni per mare e per giungla vediamo una bellissima razza maculata e una famiglia di scimmiette nere con la mascherina bianca.

21/09/07 Venerdì Perhentian Solito tempo infame ma almeno veniamo rallegrati dalla vista della ricca fauna che popola l’isola, rivediamo il lemure volante, le scimmiotte nere mascherate che arrivano quasi fino alla spiaggia ed il pomeriggio, mentre aspettiamo il Thè delle cinque ordinato al Watercolors, un serpentello ci sfiora i piedi. Domani saluteremo anche questo Coco Hut dove in 10 giorni non ci hanno mai pulito la stanza. Forse avremmo dovuto chiederlo ma sono convinta che non sarebbe cambiata di molto. Il cambio di asciugamani e la richiesta di carta igienica andavamo a farla personalmente in reception. La colazione compresa nel prezzo, dopo poco ci ha fatto andare in saturazione, la scelta era tra: 3 fette di pane molliccio con un cucchiaino di marmellata, porzione da due etti di noodles, uova fritte con fagioli dolci. Il ristorante comunque non era male e la sera ci offrivano spesso assaggi di cibi strani, biscotti di pesce ecc..Alla fine ci siamo trovati abbastanza bene, la posizione e buona, l’atmosfera molto tranquilla, tranne in poche occasioni quando vi alloggiavano ospiti cinesi e malesi particolarmente chiassosi, l’acqua della doccia è sempre stata calda ed il ristorante come già ho scritto prepara alcune specialità molto gustose. La notte poi venivano cullati dal rumore del mare e tutt’attorno agli chalet saltellavano dispettosi scoiattoli. Certo esistono strutture di livello superiore come il PIR o il Tuna ma presentano il non trascurabile difetto di essere infestati da turisti italiani.

22/09/07 Sabato Perhentian-Kuala Lumpur E’ arrivato il giorno della partenza, ma non mi dispiace molto perchè dieci giorni con condizioni meteo così infelici sono stati sufficienti. La mattina abbiamo tempo di fare un bagno e di prendere un po’ di sole, alle 12.00 la lancia arriva puntuale. Da Kuala Besut riprendiamo il taxi per Kota Barhu (67 Myr pari a circa 14 euro) e alle 13.30 siamo in aeroporto. Il volo Airasia è alle 17.00. Atteriamo puntuali al LCCT di Kuala Lumpur e valutiamo come raggiungere l’Hotel Swiss-Inn di China Town prenotato dall’Italia. Il taxi ci chiede 92 Myr (20 euro circa) e così optiamo per la combinazione SkyBus più Van che per 18 Myr a testa ci porta comunque davanti all’hotel. Allo Swiss Inn avevo fermato una superior room al costo di 176 Myr il Venerdì e sabato e 166 Myr gli altri giorni della settimana, colazione compresa. Ci assegnano la stanza numero 517 e questo per la cabala non lascia presagire nulla di buono. La camera appare ben arredata e discretamente pulita, il bagno piccolissimo, per cui non si può stare seduti sul WC e contemporaneamente chiudere la porta. Inoltre per arrivare alla stanza, dalla reception dobbiamo percorrere un dedalo di corridoi con salite e discese e prendere due diversi ascensori.

Ceniamo fuori in un posto anonimo e rientriamo per dormire.

Dormire…Magari… Trascorriamo una notte da incubo perché scopriamo che la stanza 517 ed i letti in particolare sono infestati da insetti molto simili alle zecche, che con il buio sbucano fuori e ti camminano sul corpo. Ne catturiamo qualcuno ma non ci danno tregua anzi, sono sempre più numerosi, uno mi è anche entrato nelle mutande. Così alle due di notte, prove in mano, chiediamo di cambiare stanza. Ci danno quella attigua, la 516, le cose vanno un po’ meglio ma le bestiole sono anche lì. Strano perchè l’albergo sembra pulito. Al mattino lo facciamo presente, si scusano, sostengono che gli insetti vengono portati dai viaggiatori provenienti dai parchi naturali. Ci propongono un’altra stanza, ma non prima di aver verificato che sia tutto a posto. Per il disagio ci regalano il pass per la cena.

23/09/07 Domenica Kuala Lumpur Giornata dedicata al mio sport preferito: lo shopping.Visitiamo diversi centri commerciali: il nuovissimo Pavillon che è stato inaugurato a Settembre 07, la Starhill Gallery, il Lot 10, il Low Yat Plaza, ecc. In verità questi centri hanno al loro interno generalmente negozi molto lussuosi e non proprio alla portata, gli articoli elettronici hanno prezzi paragonabili a quelli italiani e non sono forniti degli ultimi modelli. Torniamo in hotel praticamente a mani vuote e cambiamo un’altra volta di stanza, finendo alla 615 e questa volta per fortuna niente insetti. Lo Swiss Inn si affaccia proprio sul mercato di China Town detto anche di Petalig Street. Lo giro più volte in lungo e in largo, ma constato a malincuore che la qualità e la scelta della merce esposta lascia molto a desiderare, per questo è molto meglio la Thailandia. I famosi tarocchi di scarpe e borse sono dozzinali e ormai datati, ci sono pochi modelli di Nike, con pochissimi numeri disponibili e gli stessi sono spesso usurati dalle ripetute prove dei mancati acquirenti.

24/09/07 Lunedì Kuala lumpur Decidiamo di seguire l’itinerario proposto dalla Lonely Planet per la visita di Little India. Perdibilissimo!! Senza nulla togliere all’affascinante mondo arabo ma più che Little India questa zona, dovrebbe chiamarsi Little Marocco; musiche arabe, mercati di soli veli per donne, bancarelle di datteri e dolci tunisini. Se in passato questo quartiere ha avuto un carattere indiano, oggi è andato completamente perduto, nelle immigrazioni che si sono succedute e quindi nella inevitabile commistione di culture che porta poi al prevalere di una sull’altra. Non paghi, affrontiamo anche l’itinerario di China Town, che si rivela sicuramente più interessante di Little India ma nemmeno paragonabile alla China town della vicina Singapore. Alle 18.00 recuperiamo i bagagli e prendiamo un taxi per il KLIA (80 Myr pari a circa 16 euro.). Alle 23.00 ci imbarchiamo su un affollatissimo volo per Amsterdam.

25/09/07 Martedì Bologna Alle 12.00 arriviamo all’aeroporto Guglielmo Marconi e subito la differenza balza agli occhi: per il carrello bagagli occorre la moneta da un euro ( e gli stranieri che arrivano e non hanno ancora avuto modo di cambiare il denaro?), le valige arrivano al nastro trasportatore sbagliato ( per fortuna le nostre hanno colori molto particolari e le abbiamo riconosciute in lontananza mentre seguendo le indicazioni fornite aspettavamo da tutt’altra parte), la navetta per la stazione ferroviaria è affollatissima e non c’è spazio per le valigie.

Bentornati a casa, nel terzo mondo!



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