Jambo bwana

Nonostante siano trascorse alcune settimane dal nostro rientro, vogliamo testimoniare il nostro viaggio in Kenya per rendere partecipi anche voi dell’esperienza straordinaria che abbiamo vissuto…e pensare che al momento della prenotazione della vacanza, la destinazione era tutt’altra… Dal diario di bordo: 2 settembre ore 21:50 Aeroporto...
Scritto da: Ilaria Iannini
jambo bwana
Partenza il: 02/09/2005
Ritorno il: 10/09/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Nonostante siano trascorse alcune settimane dal nostro rientro, vogliamo testimoniare il nostro viaggio in Kenya per rendere partecipi anche voi dell’esperienza straordinaria che abbiamo vissuto…E pensare che al momento della prenotazione della vacanza, la destinazione era tutt’altra… Dal diario di bordo: 2 settembre ore 21:50 Aeroporto Roma-Fiumicino: volo Eurofly. Destinazione: Kenya.

3 settembre ore 6:00 (ora locale): arrivo all’Aeroporto di Mombasa.

Dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche, usciamo dall’aeroporto. Ad attenderci il personale de IGV che ci indirizza prontamente verso il pullman che ci avrebbe condotto al villaggio.

Inizia la nostra avventura… Si accendono i motori…E il pulmino (dall’aspetto poco rassicurante), si avvia verso le strade di Mombasa: già nelle prime ore del mattino, la città è in pieno fermento.

Più ci si allontana dalla città, più il paesaggio varia, si inizia a vedere la vera Africa e incontriamo le prime scimmie. Le case vengono sostituite da baracche e capanne fatte di fango e sterco, con tetti in foglie di banano.

Ore 10.00: dopo circa 3 ore di viaggio arriviamo alla meta tanto sospirata: il Blue Bay Village di Watamu. Ad accoglierci tutto lo staff.

Il villaggio è davvero bello: i bungalows sono tutti dotati di veranda, sono confortevoli e pulitissimi. Dopo il briefing di benvenuto, ci sistemiamo nelle camere per poi affacciarci sulla spiaggia. Una distesa di sabbia bianca e l’oceano indiano, con tanto di bassa marea, si presentano davanti ai nostri occhi…Ci sembra di sognare e temiamo che qualcuno da un momento all’altro possa svegliarci… Facciamo subito conoscenza dei beach boys che ci propongono i vari safari ma valutiamo le loro proposte confrontando i prezzi con quelli del villaggio e optiamo per il safari proposto dal villaggio, il cui prezzo varia solamente di 30 euro.

La domenica mattina andiamo con l’animazione alla spiaggia di Sardegna 2, una distesa di sabbia bianchissima, un posto da sogno!!! Per arrivarci attraversiamo il villaggio mussulmano di Watamu e qui abbiamo il primo vero approccio con la cultura locale e ci rendiamo maggiormente conto del modo in cui questo popolo vive.

Alle 19.00 assistiamo alla messa celebrata nel teatro del villaggio con tanto di gruppo liturgico composto di donne, uomini e bambini che cantano e ballano, una sorta di messa gospel.

Finalmente arriva il giorno del safari…Sveglia alle ore 4.00 con colazione servita in camera.

Alle 5.00 siamo tutti davanti alla reception…Si parte!!! Sul pulmino siamo 6 persone: facciamo amicizia con una coppia, Barbara ed Andrea, di Roma come noi, e con una signora e sua figlia, Vittoria e Cristina, di Bergamo, con cui praticamente abbiamo trascorso il resto della vacanza. Il tragitto prima di giungere al Parco Nazionale dello Tsavo Est è lungo, percorriamo strade sterrate, attraversiamo villaggi, incontriamo donne che trasportano l’acqua con i bidoni sulla testa e bambini in divisa mentre vanno a scuola, tutti pronti a regalarti un sorriso e a salutarti all’unisono con le loro vocine: «Jambo!» Il nostro viaggio continua, siamo ormai alle porte dello Tsavo Est, ecco la terra infuocata della savana…Inizia il safari!!! Ci imbattiamo nei primi animali: dick dick, gazzelle, antilopi, antilopi giraffa, antilopi d’acqua, babbuini, struzzi, zebre, elefanti e, costeggiando il fiume, scorgiamo anche qualche ippopotamo e qualche coccodrillo…Ma ancora niente del re della foresta… Veniamo condotti al campo tendato del Galdessa, situato lungo il fiume, per il pranzo. Ci vengono fatte alcune raccomandazioni e date alcune regole: non ci si può spostare all’interno del campo se non accompagnati, ci sono ospiti al Galdessa…3 elefanti non addomesticati, di cui uno alto più di 5 metri e di anni 65 di nome TASKA…Che non esita ad avvicinarsi all’ora di pranzo e non solo… Il nostro lodge tendato è il num. 12, il più distante dal lodge ristorante e il più isolato di tutti…La nostra solita fortuna…Ci accompagna Samuel, un ranger del luogo…Il lodge è qualcosa di indescrivibile: bellissimo!!! Il bagno poi non ne parliamo… tutto in roccia e con i sanitari in legno… sembra quello dei Flinstones…Sdraiati sul letto abbiamo come vista il fiume con tanto di ippopotami e coccodrilli…Davvero suggestivo! Dopo pranzo ci aspetta il safari a piedi lungo il fiume alla ricerca di coccodrilli e ippopotami da vedere da vicino…Percorriamo la riva del fiume passando su rocce che sembrano quelle del Gran Canyon e finalmente eccoli…Poi i rangers ci fanno vedere come si accende il fuoco con lo sterco e ci mostrano le piante del luogo, tra cui la rosa del deserto. E’ ormai l’ora del tramonto e ci riavviamo verso il lodge per la cena. Al nostro rientro in stanza, abbiamo qualche difficoltà…Gli elefanti sono vicini al nostro lodge e non riusciamo a passare nonostante ci abbiano riaccompagnati in jeep, scortati anche dai Masai a piedi…È panico…Ma ci facciamo una risata su…E poi c’è anche una iena che va in giro, non si sa mai…Ci chiudiamo nel lodge tendato fino all’alba, per poi ripartire per il safari fotografico.

Ecco quindi giraffe, zebre, elefanti, iene, bufali, antilopi e infine…La leonessa, in tutta la sua eleganza…Peccato però di non essere riusciti a vedere né il leone né il rinoceronte! Chissà, magari ci rifaremo al prossimo viaggio…Perché il Kenya ci è davvero rimasto nel cuore ed è vero che ti viene il mal d’Africa!!! Durante il ritorno al Blue Bay ci fermiamo in un villaggio Masai. I Masai ci accolgono con un loro rituale, con balli e canti, ci invitano ad entrare nelle loro capanne di sterco e fango, alla cui costruzione sono addette esclusivamente le donne,perché gli uomini si occupano del bestiame e della caccia, ed infine ci mostrano la scuola. Quest’ultima è praticamente all’aperto, sotto un albero. I bambini stanno facendo lezione con un insegnante, un volontario di un’associazione, l’unico non appartenente alla tribù. Prima di andare, acquistiamo qualche oggetto di loro produzione e regaliamo qualche penna ai bambini.

Ci sarebbero tante altre cose da aggiungere, ma nessuna sarebbe comunque in grado di descrivere questa splendida esperienza e le sensazioni provate… Speriamo di aver reso almeno un po’ l’idea… Jambo Kenya! Ilaria e Luca.



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