Jamaica, some problem
Ecco perché ho deciso di scrivere le mie impressioni sperando che possano essere utili ad altre persone , specie se gruppi di ragazze, che sceglieranno di fare le vacanza in Jamaica e che ,come nel nostro caso, non sono in cerca dei diversivi più offerti del luogo (purtroppo!) : ganja e big bamboo.
Premetto che io e la mia amica siamo delle viaggiatrici dalla discreta esperienza . Entrambe abbiamo viaggiato molto e la nostra scelta in giamaica non verteva su un “all inclusive” perché volevamo girare,visitare ,stare a contatto con i locali e mangiare alla loro maniera.
Quindi abbiamo preso una offerta che includeva volo e hotel in trattamento B&B a Negril.
Una volta arrivate sul luogo , basandoci sugli effettivi mezzi di trasporto a disposizione , abbiamo deciso come avremmo effettuato gli spostamenti e le visite nelle zone di nostro interesse. Il primo giorno abbiamo preso un taxi con dei ragazzi romani per andare al famosissimo Rick’s Cafè sulle scogliere di Negril; Al volante un simpaticisso e ‘fumatissimo’ giamaicano , che ha continuato a fumarsi la sua canna portandoci a destinazione. Dopo l’utilizzo di qualche taxi ci siamo rese conto che l’uso della “maria” è diffusissimo tra i taxisti come tra la gente sulla spiaggia. Quindi viste le strade e lo standard di guida (mi domanderò in eterno perché pare che sorpassino solo prima di dossi e curve!) abbiamo escluso sia l’uso di tale mezzo per lunghi tragitti che l’affitto di una macchina.Dove possibile ci siamo date a lunghe camminate , riservando i taxi per quelle mete un po’ improponibili a piedi , e per le grandi distanze ci siamo quindi buttate nelle gite organizzate di un operatore locale che lavora con quasi tutti i tour operator italiani , incluso il nostro. Abbiamo fatto delle gite interessanti come il Black river a caccia (fotografica) di coccodrilli , le cascate YS , quelle di Ocho Rios e nine miles (la casa in cui nacque e dove è sepolto Bob Marley) e una giornata in catamarano a fare snorkelling sulla barriera coarallina (ho visto barriere migliori ma la giornata è stata piacevole). Non siamo però riuscite a vedere quella che credo sia la zona più bella della Giamaica ,così ci è stato detto da tutti quelli che vivono lì ormai da anni ,ossia quella di Port Antonio. Non vi tedierò sulle motivazioni ma l’impressione è che sia impossibile da Negril effettuare gite in zone così distanti (6 ore di macchina) , perché tutti quelli che ci hanno provato come noi non ci sono riusciti..
Suggerirei quindi a chi pensasse ad una vacanza con una base d’appoggio di stabilirsi a Ocho Rios o al massimo a Montego Bay. Anche perché Negril è carina ma non è nulla di diverso da quello che si vede , parlo di spiaggia e mare, in altre isole caraibiche.
L’altro grosso neo è stata proprio la vita sulla spiaggia . Il nostro albergo era proprio sulla Long Bay (famosissima spiaggia bianca lunga quasi 11 km ) che è una spiaggia libera. Sulla spiaggia vive e vortica il maggior numero di Giamaicani di Negril che vivono vendendo cibo (aragoste, frutta , patty ) , oggetti di artigianato e in moltissimi casi se stessi. Voi direte :” beh … tutto qui ? e che c’è di strano? Capita in tanti posti” . Vero , però il modo ci ha un po’ amareggiate. Siamo state , in quanto ragazze sole ,continuamente ed insistentemente importunate. A chi ci voleva vendere la ganja bastava il solito ” no thanks”. Lo stesso non è stato con chi vendeva le varie tipologie di oggetti artigianali , che se non ti soffermi a guardare la mercanzia arriva in alcuni casi ad insultare anche pesantemente! E se ti fermi a guardare una bancarella , ti devi poi fermare a guardarle tutte per non offenderli mortalmente. Con quelli in vendita delle proprie prestazioni sessuali il “NO THANKS” non è mai bastato. Siamo state sottoposte a proposte esplicite e volgari (pantaloni giù e/o movenze chiare) quotidianamente.
La maggior parte di loro sono di una bellezza mozzafiato , ma non riescono a concepire che tu possa non essere interessata. Vagli a spiegare che sei fidanzata o sposata (tanto lui non c’è!) , che non pagheresti mai un uomo per principio e men che meno che non sei interessata al soggetto in questione. Non accontentandosi di un no ti si propongono di continuo , anche più volte al giorno e per giorni e giorni. Parte della colpa è anche delle turiste (in maggioranza americane ma anche italiane) che vanno lì per l’uomo giamaicano e che ,zompando addosso a questi ragazzi in maniera da lasciare stupiti ,forse li ha convinti che quello sia il modo giusto di approcciare una straniera. La loro vita non è facile , è un paese con molti problemi da risolvere , però questi atteggiamenti non li aiutano di sicuro.
La vita di spiaggia si è così trasformata in causa di stress invece che di relax. Suggerisco ancora , quando avete a che fare con i soldi , di controllare resto e conti , specie se pagate in dollari americani in quanto il resto è in jad nel 90% dei casi (ma questo vale per tanti bei paesi incluso il nostro). Tutto ciò non toglie che si siano conosciute persone bellissime e disponibili , sorridenti e gioviali e che la giamaica dell’interno abbia qualcosa da dare ai turisti. Indimenticabile la messa gospel della domenica ,dove ti sembra di essere finito negli anni 50, con il predicatore che ringrazia Dio perché sei lì e tutti ti vengono ad abbracciare.
Indimenticabile la “mami” che con la sua bancarella lungo una strada dell’interno ci ha offerto i gamberi cucinati alla loro maniera e a cui abbiamo poi comprato della frutta. Oppure il signore del faro che ci ha salvate da un temporale permettendoci di visitare il faro e poi ci ha ospitate nella veranda di casa sua fino a quando la pioggia è finita senza volere nulla per il suo tempo e la visita. E la gente che ti saluta per strada augurandoti buon giorno anche se non ti conosce! Auguro a tutti i viaggiatori una bella vacanza in Jamaica.
E che il “respect” dei saluti vi venga anche offerto in maniera tangibile.
Laura