Jamaica natura, mare e musica
Dovevo trovare una meta che mettesse d’accordo Matteo e me…
Io indirizzata verso mare, immersioni, pesci, natura… lui interessato a musica e negozi di dischi… L’unica meta possibile era la Giamaica!
Leggendo racconti, navigando per forum e motori di ricerca vari, finalmente trovo una serie di voli che considerata l’alta stagione erano abbastanza favorevoli.
Periodo 28 dicembre – 8 gennaio, ci emozionava passare il 31 dicembre al caldo e soprattutto in Jamaica.
Voli.
Pisa-Londra con Ryanair, prezzo 230 (caro…ma eravamo vicino al 31 dicembre); Londra-Kingston con Virgin Atlantic, prezzo 743 euro (in offerta); Londra-Pisa con easyjet, ritardo di 4 ore per neve, prezzo 60 euro; Totale voli 1030 euro a persona.
Avevamo suddiviso il nostro itinerario in modo da avere un assaggio delle varie realtà giamaicane: arrivo a Kingston e spostamento a Porto Antonio; 5 giorni a Porto Antonio, poco turistica; 3 giorni a Runaway Bay tra i Resort; 2 giorni a Kingston nella capitale.
Alloggi.
Port Antonio: “Ocean Crest Guest House”, 18 $/notte/persona in camera doppia con bagno. Avevo contattato anche “Search me heart” e “Drapers San Guest house” ma erano al completo, c’eravamo decisi ormai troppo in ritardo. L’Ocean Crest si è rivelata comunque in una buona posizione strategica, in una zona silenziosa, relativamente pulita (non era il nostro standard europeo). Qui ci siamo incrociati con vari turisti italiani, svizzeri e americani con cui abbiamo passato serate a chiacchierare in veranda o a fare colazione al mattino scrutando il mare e interrogandoci sul tempo del giornata.
Runaway Bay: Club Ambiente, 80 $/notte/persona tutto compreso…abbiamo optato per un alloggio un po’ più comodo. Stanza enorme, pensione completa e bar free, spiaggia privata, jacuzzi a 38 gradi, ecc Nonostante le comodità non abbiamo fatto amicizia con nessuno, poco socievoli. La clientela era costituita da americani e canadesi perennemente seduti ai bar, dalla colazione alla cena.
Kingston: Knutsford Court Hotel, 40 euro/notte/persona in camera doppia con colazione. L’hotel è moderno, ristrutturato da poco, si costituisce di due immobili separati da un giardinetto e dalla piscina. Camera ampia… ma con moquette! Colazione abbondante ma aria condizionata stile congelatore…
Spostamenti interni.
Per il primo spostamento, dall’aeroporto a Port Antonio, arrivando stanchi, avevamo chiesto un servizio taxi così il figlio di Rita della Guest House, un ragazzone grande e grosso, con un super SUV, ci attendeva all’esterno dell’aeroporto. Costo 120 $ per un tragitto di 2 ore. Una volta a destinazione, ci siamo spostati sempre con mezzi locali, taxi o minibus collettivi (targa rossa), economici e frequenti. Richiedono un certo spirito di adattamento anche perché i taxisti riempiono le vetture al massimo, anche 6-7 persone (solo sul sedile posteriore). Anche in questo modo, strippati come sardine, abbiamo potuto conoscere gente locale: la bambina che voleva imparare i colori e i numeri in italiano, la ragazza che andava al funerale del padre, l’artigiano del mercato, i due che litigavano per le diverse opinioni politiche, l’amico infilato nel bagagliaio, ecc
Escursioni e Spiagge.
Il tempo non è stato clemente, in 10 giorni solo 3 giorni di sole pieno e menomale che era il periodo migliore!!! Siamo andati ugualmente in giro, al mare e a fare escursioni, la temperatura si manteneva sempre alta. Tra le spiagge da consigliare sicuramente quella di Winnifred Beach, popolata da giamaicani e bambini del luogo che giocano. Ci sono chioschetti per mangiare il jerk chicken chiacchierando con rasta. C’è una piccola barriera corallina, grossi ricci nascosti nella sabbia ma pochi pesci. In un giorno di pioggia/sole/nuvoloso abbiamo fatto un salto alla Laguna Blu e ingaggiato un Jamaicano, con la barchetta siamo stati traghettati su un’isoletta minuscola e lasciati un’oretta sulla spiaggia di 20 metriquadri. Long bay, lunga spiaggia orlata da palme, deserta, eravamo solo noi. Il mare era agitato, onde da surfisti, impossibile fare il bagno tranquillamente. Abbiamo resistito un’ora sotto il sole del 1 gennaio, poi siamo fuggiti alle cascate, alle Reach falls, sempre con taxi collettivi spendendo un terzo di quello che avevano speso i nostri amici della guest house. Sono inserite in un parco controllato dalla “forestale” locale. Si pagano 10$ e sono spettacolari. Immerse nella vegetazione si presentano una serie di cascate collegate da piscinette. La guida del parco ci ha fatto risalire le cascate per circa 20 minuti camminando sulle rocce fino ad arrivare ad una fessura in cui ci sono delle grotte collegate. Sono entrata un po’ titubante dietro di lui, sparita all’interno di una roccia e riapparsa dopo 10 metri in una forte corrente d’acqua. È necessario saper nuotare perché entrati nella grotta, l’acqua è alta solo 1 metro ma per uscire si attraversa un tratto sott’acqua e sotto le rocce fino a quando non si intravede la luce e si riaffiora all’esterno.
In una giornata di pioggia invece siamo andati a fare il rafting sul Rio Grande. Ero abbastanza perplessa, credevo fosse la solita escursione acchiappaturista visto che eravamo stati tampinati dal tuttofare della guest house, invece si è rivelata una gita gradevole. 45$ a capoccia, taxi dalla guest house alla partenza del rafting, gita di 2 ore sul fiume e rientro alla guest house. Non è proprio un rafting, è una gita su una zattera-gondola di bamboo che scivola nelle acque tranquille del Rio Grande che in questa stagione ha correnti innocue a differenza della stagione delle piogge. La gita è durata 2 ore nel silenzio assoluto, si udiva solo il fruscio della vegetazione, della zattera che scivolava sull’acqua e il gracchiare di qualche uccello.
Nella zona di Ochos Rios invece siamo stati alle Dunn’s River Falls, cascate MOLTO turistiche. Ed è tutto molto più programmato rispetto alle precedenti cascate visitate, forse perché la zona è anche quella in cui fanno tappa molte crociere. Anche qui comunque la natura fa da padrona ma tutta quella confusione, quel ciarlare e cantare delle persone in gita e delle guide non permettono di apprezzare in pieno la bellezza del luogo che effettivamente merita una visita. Sorvolo sulla mia unica immersione. Ne avevo programmate due ma il meteo non mi ha assistito quindi l’uscita prevedeva una sola immersione con il mare in tempesta e pioggia. Fondali rovinati, pochi pesci, coralli distrutti…mah!
A Kingston abbiamo girato nella New Kingston cercando negozi di dischi. La città è rumorosa, polverosa e trafficata. Abbiamo trovato però una zona di tranmquillità, da consigliare assolutamente, l’Orto Botanico di Kingston a Hope Garden: prati verdi, alberi, palme, fiori, silenzio e ristorante vegetariano ottimo. La pace nella caotica città.
Nella zona downtown abbiamo girato solo in taxi. Tutti, dalla guida al receptionista dell’hotel ci avevano sconsigliato di avventurarci in quella zona se non “accompagnati”.
Buon viaggio e godetevi l’isola, non vi annoierete !