Jamaica many problems! 2

Per la prima volta, dopo decenni di vacanze zaino in spalla, provati seriamente da un anno di duro lavoro, abbiamo deciso di optare per un viaggio organizzato..Non l'avessimo mai fatto! Due settimane in Jamaica ci parevano una buona idea, sole, mare, no stress o meglio, no problem, come dicono sempre loro. Il periodo non era dei migliori, si sa...
Scritto da: Kalium72
jamaica many problems! 2
Partenza il: 29/08/2008
Ritorno il: 12/09/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Per la prima volta, dopo decenni di vacanze zaino in spalla, provati seriamente da un anno di duro lavoro, abbiamo deciso di optare per un viaggio organizzato..Non l’avessimo mai fatto! Due settimane in Jamaica ci parevano una buona idea, sole, mare, no stress o meglio, no problem, come dicono sempre loro.

Il periodo non era dei migliori, si sa che i Caraibi andrebbero evitati nei mesi estivi a causa del pericolo di uragani..Ce l’avevano anche detto, ma noi duri!Si pensava: macchè, mal che vada ci capiterà un po’ di pioggia, che vuoi che sia.

Del resto, anche le testimonanze di molti altri viaggiatori ci confortavano: molti avevano trovato un tempo splendido e poi anche il prezzo era buono, così senza starci a pensare troppo su siamo partiti.

O meglio, ci abbiamo provato.. Arrivati all’aeroporto di Milano ci attendeva una brutta notizia: l’uragano Gustav imperversava sulla Jamaica, l’aeroporto di Montego Bay era chiuso ed il volo rischiava di essere annullato (senza rimborso per di più, vista la causa di forza maggiore). Presi dalla disperazione, contattavamo freneticamente il nostro tour operator, che all’ultimo tuffo, venti minuti prima della chiusura del check in, ci proponeva di imbarcarci comunque sul volo, fermandoci a Cuba se proprio non vi fosse stata la possibilità di proseguire. In assenza di alternative, con la prospettiva di rimetterci tutti i soldi del viaggio, accettavamo senza indugio.

Giunti all’Havana però, ci attendeva un’altre sorpresa: l’uragano aveva cambiato rotta e stava dirigendosi allegramente verso di noi. A questo punto le possibilità erano due: aspettarlo a Cuba e vedere che effetto faceva oppure sfidarlo (o meglio, “passarci intorno” per usare le esatte parole del pilota) e tentare l’atterraggio a Montego Bay.

Resi impavidi dai numerosi mojito bevuti al settore transiti dell’aeroporto dell’Havana, decidevamo di tentare la sorte, imbarcandoci nuovamente sull’aereo.

In meno di due ore stile “l’ottovolante più alto e pericoloso del mondo” atterravamo nel nulla più assoluto O almeno così ci pareva; infatti era notte ma dai finestrini dell’aereo non vedevamo neppure una lucina accesa, eccezzion fatta per la pista di atterraggio, che brillava nel buio.

Il mistero veniva presto risolto: sull’isola la corrente elettrica era stata staccata in via precauzionale a causa del maltempo e così pure l’acqua.

Dopo altre vicissitudini (bagagli persi o aperti da qualche ladruncolo a Cuba, dove erano rimasti a girare sul rullo per un paio d’ore, roba rubata etc..) e dopo due ore di viaggio nel buio più assoluto, su strade semiallagate ed invase da granchi gialli pesanti mezzo chilo, giungevamo finalmente a Negril.

Ci sistemavamo in albergo, senza neppure poterci fare una doccia, dopo oltre trentasei ore di viaggio.

Oltretutto, non si poteva neppure mangiare qualcosa: il locali erano chiusi, tanto nessuno aveva l’acqua e la corrente per cucinare.

Decidevamo quindi di limitarci a dormire, sperando che l’indomani la situazione si sarebbe risolta. Per fortuna, nel giro di un paio di giorni gli allacci venivano ripristinati: non ho mai provato tanta letizia alla prospettiva di poter finalmente tirare lo sciacquone!! Purtroppo il mare aveva risetito delle abbondanti piogge, infatti i fiumi avevano trascinato con sè molta terra, che “sporcava” l’acqua assieme alle alghe portate dalla mareggiata.

Anche questo inconveniente scompariva nel giro di un paio di giorni, per fortuna.

Cominciava finalmente la vacanza!Ma dopo un paio di giorni ci rendevamo conto di aver scelto un posto non adatto ai nostri gusti; infatti noi amiamo molto visitare i paesi, esplorare, perderci nella vita e nei costumi locali, tutte cose che in Jamaica non sono possibili.

Il primo problema è rappresentato daglii spostamenti; a meno di non possedere o noleggiare un mezzo proprio è difficilissimo riuscire a visitare l’isola: niente autobus, treni o mezzi pubblici, solo taxi, piuttosto cari.

Anche noleggiare un’auto o una moto non è propriamente economico, e bisogna fare i conti con le pessime strade e con le ancor peggiori abitudini di guida dei locali, che – sia detto per inciso – sono completamente pazzi. A loro discolpa va detto che in Jamaica nessuno ha la patente, quando ne hanno l’occasione si limitano a salire in macchina e guidare, così, senza alcun criterio nè rispetto del codice della strada (ma ci sarà, lì, un equivalente del nostro codice della strada?chissà..). Anche i “professionisti della guida” tassisti e conducenti dei furgoncini dei giri organizzati, guadagnano in base al numero di viaggi che riescono a portare a termine, quindi si lanciano in spericolate corse, incuranti del pericolo, delle condizioni della strada, della visibilità etc..

Per chi come noi si trovi ad alloggiare a Negril, è bene sapere che nei dintorni non c’è assolutamente nulla di interessante da vedere o quasi (beh, la visita al black river non è stata brutta, anche se gli alligatori sono palesemente ammaestrati e fanno quasi pena, sono così gonfi di pollo anabolizzato che quasi non riescono più a nuotare); in più, il villaggio praticamente non esiste, è nato solo per ospitare due banche, un centro commerciale e un Burghy.

Oltre ad essere insignificante da visitare, il villaggio è pericolosissimo nelle ore notturne, per cui ai visitatori viene puntualmente sconsigliato di attraversarlo, se non in taxi.

Peraltro, la pericolosità del villaggio di Negril non è una leggenda priva di fondamento: due amici di Bolzano che erano in vacanza nel mio stesso periodo hanno subito un tentativo di rapina da parte di un Jamaicano armato di pistola e si sono salvati solo perchè si è fermato vicino a loro un provvidenziale taxi.

Noi invece non abbiamo avuto la stessa fortuna: alle 10 la mattina, mentre andavamo alll’ufficio del cambio passando lungo lla spiaggia, siamo stati assaliti da un tipo strafatto di crack che ci ha puntato contro un coltellaccio di trenta centimetri, gridando ce voleva i soldi e minacciandoci con notevole determinazione.

Senza fare una piega (ci ha preso così di sorpresa che non abbiamo nemmeno avuto il tempo di spaventarci) gli abbiamo dato ciò che avevamo in tasca e lui, dopo averci minacciato di nuovo col coltello, è scappato.

Pace, cose che capitano in tutto il mondo, l’abbiam presa con filosofia. Abbiamo telefonato subito alla Polizia con il nostro cellulare giamaicano; gli agenti, infomati del fatto, si sono rifiutati di intervenire (preciso che noi abbiamo chamato immediatamente, mentre il malvivente ancora scappava,proprio in direzione del villaggio e della stazione di polizia, che era a meno di un chilometro di distanza) dicendoci che la procedura prevedeva che fossimo noi a recarci alla Stazione per fare la denuncia (mentre il criminale si allontanava con tutta calma) Beh, bisogna capirli..Del resto a che servirebbero le indagini se i criminali venissero arrestati immediatamente?Gli agenti si perderebbero tutto il divertimento, no? Ci siamo rifiutati di andare a fare la denuncia prendendo un taxi a nostre spese e dopo mezz’ora eccoli arrivare in albergo: una ragazzina di dodici anni (una poliziotta?la figlia del commissario Montalbano locale?boh…) e una ispettrice di circa duecento chili (Giuro!sembrava Mami di Via col Vento!) con i capelli cotonati.

La loro unica preoccupazione era sapere quanti soldi mi avevano rubato(probabilmente per rintracciare il ladro e fare a metà, penseranno i maligni…Come dice il saggio, a pensar male si commette peccato, ma spesso e volentieri ci si azzecca!).

Dopo aver appurato quale fosse la somma sottrattami, le due gentili ispettrici mi promettevano di contattarmi non appena avessero arrestato il rapinatore..Peccato però che non avessero neppure preso nota dei miei dati, nome, cognome, etc..Memoria prodigiosa?Indifferenza totale?Meglio non pensarci..

Vergogna, In un villaggio come Negril, che conterà trecento anime a dir bene, come si fa a non individuare subito e rendere inoffensivi quei venti, trenta farabutti che ci possono essere? Dopo questo episodio, ho finalmente capito il perchè di tutte quelle guardie private grosse ed armatissime che stazionano sempre vicino agli ingressi dei resort e sulla spiaggia: non servono ad impedire che spacciatori ed ambulanti vari disturbino i turisti e neppure a scongiurare i furterelli di roba lasciata incustodita in spiaggia: servono ad evitare aggressioni come quella che abbiamo subito noi!In conclusione, andare in vacanza in Jamaica – a meno che non siate lucertole desiderose di stendervi al sole per giorni e giorni, spostandovi soltanto per andare a mangiare nel resort per poi trascinarvi di nuovo in spiaggia ad arrostire – non conviene e non ha alcun senso!!La ganja è buona anche a casa nostra!!Ma se proprio dovete andare, perchè ad esempio avete già visitato tutto il mondo e vi resta da vedere solo la Jamaica, vi do qualche consiglio che spero vi sarà utile.

Ovviamente, NON andate in giro a piedi, nè lungo la spiaggia (o meglio, rimanete nelle zone dove ci sono i resort e le guardie armate, NON addentratevi nemmeno di qualche metro e nemmeno di giorno nelle zone di spiaggia libera) nè lungo la strada (è più sicura della spiaggia, anche di notte, ma non c’è marciapiede e si rischia di essere stirati da qualche tassista volenteroso che ha calcolato male i tempi di frenata).Evitate anche di passeggiare nel villaggio al calare del buio. Meglio muoversi in taxi e – a questo proposito – vi raccomando caldamente di acquistare una scheda sim giamaicana (costa pochissimo sia chiamare in jamaica che in Italia, le trovate ai supermercati del villaggio, la marca è Digitel e va bene su tutti i nostri cellulari) e di rivolgervi sempre allo stesso tassista (che almeno vi farà un po’ di sconto) telefonandogli al momento di venirvi a riprendere.

Anche riguardo ai tassisti, qualcuno mi ha detto di aver avuto problemi; io mi sono tovata benissimo con i l simpatico ed efficiente Miguel. E’ un bravo ragazzo e può accompagnarvi anche a fare qualche giro turistico nei dintorni (YS falls, Dunn’s river falls, Bob Marley Museum, fabbrica della Appleton etc). E’ così carino che quando ha saputo che eravamo stati derubati si è offerto di portarci in giro gratis! A dimostrazione ce anche in Jamaica ci sono bravissime persone..Polizia e rapinatori a parte..

Anche l”hotel dove eravamo alloggiati (l’Hidden Paradise) mi è piaciuto moltissimo e ve lo consiglio, anche perchè è uno dei pochi alberghi di proprietà di un jamaicano (anzichè di società americane o inglesi); il Sig. Tony è gentile e l’albergo è molto carino ed ha uno splendido giardino..Forse non sarà al livello dei grandi resort lungo la spiaggia ma almeno avrete la certezza di lasciare i vostri soldi in Jamaica, dove ne hanno tanto bisogno! Stesso dicorso per i ristoranti, a meno che non abbiate scelto un pacchetto all inclusive (che non conviene molto a quanto mi hanno detto gli amici che ne usufruivano, in un sacco di resort vi danno solo un mucchio di pollo, insalate mosce e frutta insipida) I ristoranti in Jamaica costano poco, cercate almeno di fare mezza pensione, così avrete la possibilità di assaggiare qualche specialità locale.

Se mangiate fuori, cercate di non scegliere sempre locali gestiti da stranieri e andate a cercarvi quelli gestiti da cicciottelle signore jamaicane, sono garanzia di qualità!Io ho apprezzato molto i patties di Miss Sonia, il ristorantino di Mama Flo’s, di fronte all’Hidden Paradise e anche lo Sweet and Spicy, l’LTU ed il 3 Dives Jerk Chicken (spledida vista sulla scogliera gli ultimi due).

Per eventuali tour o “acquisti particolari”, vi lascio anche il numero di un altro bravo figliolo, davvero simpatico e bisognoso di finanziamenti: Clive xxx.

In conclusione, non andate in Jamaica – e non lo dico per il furto subito, l’uragano etc ma per l’indegno comportamento delle autorità, che non fanno nulla per tutelare i turisti e nemmeno la gente del posto – ma se proprio ci dovete andare siate prudenti e scegliete la stagione migliore (l’ideale, secodo loro, è il periodo fra gennaio e giugno) Buon viaggio a tutti e contattateci pure per qualsiasi informazione.Valentina e Michele



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