Jajce il cuore della Bosnia Erzegovina, verso Sarajevo
All’alba mi alzo e guardando l’azzurro del cielo ammicco a Fernanda... mia cara, è ora di riprendere la via. Oggi mi dirigo a Jajce, attraversando l’altopiano che da Baja Luka, dove ho passato la notte, mi condurrà lì. Le strade sono strette e bisogna fare molta attenzione perché spesso gli automobilisti sono costretti a superare il limite della carreggiata esterna, per noi ciclisti sono attimi pericolosi lungo le strade più trafficate. Continuo a scorgere diversi gatti che hanno perso la vita falciati dalle auto… I panorami però valgono la fatica e sembrano ancora più belli perché guadagnati coi pedali. Il paesaggio inizia ad avere le tipiche caratteristiche autunnali, che sono anche le migliori per chi si avventura alla scoperta del territorio in sella a una bicicletta. Le temperature sono gradevoli e non si fatica a percorrere percorsi medio-lunghi, i colori della natura sono tra i più caldi e variegati.
Con questo sole e ciò che vedo mentre pedalo mi pare di entrare in un altro paese, diverso dalla Bosnia un po’ cupa di Baja Luka, più dolce e più frequentato dai turisti… e infatti è proprio così: Jajce è anche conosciuta come “La città Reale”, è una piccola città della Bosnia centrale di soli venticinquemila abitanti, ma il cui patrimonio storico, culturale e naturale fa di essa un’attrazione unica, non solo per la Bosnia, ma per l’intera regione balcanica, tanto da esser stata inserita nella lista dei candidati per i patrimoni dell’UNESCO. Segno inconfondibile di tale unicità sono le cascate di 21 metri, nel cuore del centro storico, in prossimità dell’intersezione dei due fiumi Pliva e Vrbas. Una caratteristica unica… E tanta aspettativa non viene delusa: la cittadina è ricca di stimoli, qui visse tra l’altro l’ultimo re bosniaco. In pratica è un museo a cielo aperto che porta i segni di un mix culturale unico: l’incontro tra Occidente e Oriente. Mura medioevali, Moschee, fortezze, le catacombe e i segni della nascita di Tito e del suo movimento. Si trova nel centro geografico e storico della Bosnia, ne racchiude tutte le anime. Il contesto naturale è unico su una collina tra i due fiumi e i laghi…
Mi pareva quasi di salire verso le montagne della mia Val d’Aosta e i pedali, la bicicletta mi danno la possibilità di decidere il percorso e di vedere con calma tutto ciò. Libertà e autonomia, ecco cos’è per me la mia fedele amica a due ruote. E per voi che mi seguite? Cosa rappresenta? Scrivetemelo e lo racconterò. Questa sera ho deciso di pernottare in ostello, devo fare il bucato, e di cenare con il cevapcici: carne macinata, speziata, grigliata e servita accompagnata da cipolle, insalata, pomodori, panna acida; accompagnato da una buona birra fresca. È molto buono ed economico. Domani mi dirigerò verso Sarajevo, dove ho già trovato un campeggio per cicloturisti “Camp by tent” tramite un contatto con le app, il che mi fa sperare in strade più adatte a noi viaggiatori su due ruote. Ma di questo vi racconterò domani…