Itinerario ceco

Viaggio itinerante in camper alla scoperta della Repubblica Ceca
Scritto da: LucaGiramondo
itinerario ceco
Partenza il: 14/08/2014
Ritorno il: 31/08/2014
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
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Itinerario ceco

(by Luca, Sabrina, Federico e Leonardo)

Giovedì 14 Agosto

In una giornata ventosa di questa pazza estate 2014 (meteorologicamente parlando) partiamo, cinque minuti dopo le 15:00, verso nord con la speranza, visto l’andazzo, di non incontrare troppa pioggia lungo la strada … Seguiremo, infatti, un percorso itinerante, in camper, alla scoperta della Repubblica Ceca: giovane stato nato dalla separazione consensuale dalla vicina Slovacchia nel 1993, esteso per circa un quarto dell’Italia (78.870 chilometri quadrati) ma comunque ricco di storia, ubicato com’è nel cuore continentale dell’Europa.

Meno di venti minuti dopo il via varchiamo il casello autostradale di Faenza e prendiamo a seguire la A14 in direzione Bologna, dove arriviamo intorno alle 15:50.

Il traffico, nonostante sia la vigilia di uno dei giorni più festivi dell’anno, è scorrevole e macinando chilometri lungo la A13 dopo circa un’ora, alle 17:00, siamo a Padova … dove capita però il primo inconveniente: la marmitta del camper ha ceduto di schianto ed ora il suo rombo è a dir poco assordante!

Usciamo dall’autostrada alla ricerca di un’officina, consci del fatto che è sempre il pomeriggio della vigilia di Ferragosto. Chiediamo indicazioni ad un paio di vigili e seguiamo i loro consigli, ma giunti sul posto troviamo ovviamente chiuso per ferie … però non ci arrendiamo e vagando per la città finiamo in una zona industriale, dove c’imbattiamo in un’officina Daf (specifica per camion), aperta! … e lì, per gentile concessione, otteniamo assistenza.

Saliamo senza gloria sul ponte e, rimediato provvisoriamente il guaio, dopo circa mezzora possiamo ripartire verso la nostra meta, con la speranza che il problema non si ripresenti almeno nelle prossime due settimane.

Seguiamo l’autostrada A4 sfiorando Venezia a alle 19:10 imbocchiamo la A23 per transitare, dieci minuti più tardi, nei pressi di Udine, mentre le condizioni meteo sono peggiorate e ora sulle Alpi, che sono apparse di fronte a noi, si ammassano grossi nuvoloni carichi di pioggia.

Poco dopo facciamo sosta in un’area di servizio, per acquistare la vignette necessaria al transito sulle autostrade austriache, poi alle 20:00 ci fermiamo a Tarvisio per la notte … Causa l’imprevisto marmitta siamo un po’ in ritardo sulla tabella di marcia, così domani mattina saremo costretti ad alzarci piuttosto presto per recuperare …

Venerdì 15 Agosto

Nel fresco, decisamente fuori stagione, di Tarvisio la mattinata di Ferragosto per noi comincia molto presto: alle 6:20 siamo già in partenza e dopo venti minuti varchiamo il confine di stato ed entriamo in Austria, accompagnati dal grigiore più assoluto … Pian piano poi le nubi si diradano e quando, alle 8:30, transitiamo nei pressi di Graz il sole è già tornato a splendere magnificamente.

Macinando chilometri giungiamo in vista di Vienna, che ci lasciamo alle spalle alle 10:30 … Poi seguiamo l’autostrada A5 verso nord, che ad un certo punto termina … e lungo la strada normale, alle 11:20, entriamo finalmente in Repubblica Ceca e più precisamente nella regione della Moravia.

Ci fermiamo subito dopo il confine ad acquistare qualche corona e la vignette per le autostrade ceche, quindi, prima di mezzogiorno, arriviamo nella località di Lednice, dalla quale inizieremo l’esplorazione del paese.

Lednice va famosa per l’omonimo, bellissimo castello di origine rinascimentale, ma interamente ricostruito, per merito della famiglia Liechtenstein, nel XIX secolo, in perfetto stile neogotico Tudor … e proprio da lì, accompagnati da un sole raggiante, terremo a battesimo le nostre visite.

Entriamo nel parco e subito possiamo assaporare le splendide vedute del maniero, ricco di merletti, guglie e pinnacoli, immerso nel verde, sullo sfondo azzurro del cielo, poi i curatissimi giardini, arricchiti da una grande serra tropicale … Solo gli interni non riusciamo a vedere, perché le visite guidate sono al completo e la prima è disponibile solo alle 14:30 … Troppo tardi per i nostri programmi.

Torniamo al camper per poi ripartire subito dopo pranzo e percorrere i pochissimi chilometri che ci dividono dal villaggio di Valtice, dove si trova un altro interessante castello, anch’esso di proprietà della famiglia Liechtenstein, che insieme a quello di Lednice è stato iscritto, dal 1996, nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Qui già nel medioevo esisteva una fortezza, che a più riprese fu rimaneggiata per assumere le pompose e barocche sembianze attuali all’inizio del Settecento. Da allora divenne la residenza estiva dei Liechtenstein, fino al 1945, quando questi furono costretti a fuggire dall’insediamento del nuovo regime filo-sovietico. Da qualche tempo però, con il ritorno alla democrazia, il complesso è stato riportato agli antichi splendori, così noi possiamo godercelo con una piacevole passeggiata volta a scoprirne, soprattutto, le armoniose prospettive degli esterni.

Ripreso il nastro d’asfalto, nel primo pomeriggio, passiamo nei pressi di Mikulov, storica cittadina, che fu dimora di un’importante comunità ebraica, dominata dalla possente sagoma di un bel castello … ma siamo in ritardo sulla tabella di marcia e non possiamo proprio fermarci.

Più tardi, purtroppo, il cielo s’incupisce, mentre giungiamo quasi al confine con l’Austria nel paese di Vranov nad Dyjí, adagiato sulle rive dell’omonimo fiume… Lì, appollaiato su di una scenografica rupe si trova un altro intrigante castello, di origine medioevale, ma in gran parte ricostruito, nel 1690, dall’architetto austriaco Johann Bernard Fischer Von Erlach, per assumere l’attuale fisionomia di maniero barocco-neoclassico, in perfetta sintonia con l’ambiente circostante. Anche in questo caso, però, dobbiamo accontentarci di vedere solo gli esterni, perché quando ci presentiamo in biglietteria l’ultima visita guidata di giornata ha già preso il via.

Scattiamo allora tutte le foto del caso e poi ci mettiamo alla ricerca del Camping Vranovská Pláž, nel quale siamo intenzionati a fermarci per questa prima notte ceca … Dopo varie peripezie lo troviamo e lì, in riva ad un lago artificiale, ci sistemiamo per rilassarci, in vista del proseguo della vacanza.

Sabato 16 Agosto

Dopo una nottata piuttosto fresca ci svegliamo nell’ancestrale pace lacustre del Camping Vranovská, con uno splendido cielo azzurro sulle testa … Giusto il tempo di far colazione ed espletare alcune operazioni, però, e quando partiamo all’orizzonte appaiono parecchie nuvole!

Prima di lasciare la zona decidiamo di tornare momentaneamente a Vranov nad Dyjí per fotografare il castello alla luce del sole, ma dobbiamo pazientare non poco per farlo visto le nubi sempre più fitte e minacciose … Da lì andiamo poi a nord-ovest mentre (non l’avrei mai detto, viste le premesse) il meteo si fa ancor più cupo e comincia anche a piovere.

Dopo circa un’ora di strada arriviamo nella cittadina di Telč, fondata nel Trecento dai signori di Hradec e arricchitasi nel tempo di splendida architettura rinascimentale e barocca, tanto da valergli, nel 1992, l’iscrizione nelle liste del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.

Parcheggiamo il camper mentre, per fortuna, smette di piovere ed il cielo si fa più luminoso, così poco dopo possiamo avviarci a piedi alla scoperta del centro storico.

Varchiamo le mura cittadine attraverso la porta Dolní Brána e da lì raggiungiamo l’estremità settentrionale della vasta Náměsti Zachariáse z Hradce, la piazza principale dell’abitato.

Prima di tutto ci dedichiamo alla visita del castello rinascimentale, nella speranza che poi esca fuori il sole. Il maniero, di origine trecentesca, fu rimaneggiato ampiamente nel XVI secolo, fondendo il nuovo stile architettonico con i preesistenti elementi gotici, ed il risultato si fa apprezzare particolarmente nell’elegante cortile centrale, mentre gli interni, riccamente decorati ed arredati, ci permettono di trascorrere un’oretta piacevole… in attesa del bel tempo, che in effetti arriva per davvero!

Il desiderio viene esaudito e all’uscita dal castello ritroviamo un sole splendente, così possiamo goderci letteralmente una delle più belle piazze della Moravia e di tutta la Repubblica Ceca, perfetto mix di stili, ma anche capolavoro di grazia e armonia, ritmata da lunghe file di portici e case con pittoreschi frontoni dai delicati colori pastello: un tripudio di prospettive che farebbe impazzire qualsiasi amante della fotografia … compreso il sottoscritto. Al centro della scena si trovano poi una Colonna della Vergine ed una sontuosa fontana barocca, oltre che parecchie, antiestetiche vetture, alle quali, non si sa come, viene concesso di sostare in questo splendido luogo.

Passeggiando arriviamo anche alla porta Horn (o Velká) Brána, poco fuori la quale, da un ponte, immortaliamo il castello sullo sfondo del paesaggio lacustre che circonda il centro abitato, quindi, vista l’ora ormai tarda, torniamo soddisfatti verso il camper per pranzare.

Nel primo pomeriggio riprendiamo a macinar chilometri e, andando verso sud lungo strade secondarie, giungiamo, di nuovo a pochissima distanza dal confine con l’Austria, nella località di Slavonice, anch’essa nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Parcheggiamo il camper e a piedi andiamo ad esplorare il centro, che si sviluppa introno a due piazze (Náměstí Míro e Horní Náměstí), tappezzate di magnifiche case rinascimentali … una piccola Telč, ma molto più genuina e meno sfruttata.

Ci godiamo il luogo, ricco di notevoli dettagli architettonici, fino a quando il sole non va a nascondersi dietro a minacciose nuvole cariche di pioggia… Allora riguadagniamo il nostro mezzo e “scappiamo” verso est lungo il nastro d’asfalto.

Dopo circa un’ora arriviamo nella ridente cittadina di Jaroměřice nad Rokytnov, con l’intenzione di vedere il suo grande castello barocco.

La fuga dalle ire di Giove non è però servita, infatti di lì a poco scoppia un violento temporale, che per fortuna è di breve durata, perché dopo meno di mezzora splende nuovamente il sole … così possiamo dedicarci alla visita del maniero che, circondato da magnifici giardini, fu commissionato nel 1711 dal conte Questenberg.

Assaporiamo in tutta tranquillità le splendide vedute sulla sontuosa facciata dell’edificio, caratterizzato da due corpi aggettanti e da un’enorme cupola, e poi, quando son quasi le 18:00, usciamo, completando in pratica la nostra rassegna quotidiana.

Puntiamo il navigatore sull’ipotetica sede di tappa e riprendiamo strada. Sfioriamo la città di Brno e, con le ombre lunghe della sera, arriviamo nel parcheggio del sito di Mohyla Miru, segnalato come area di sosta, ma non troviamo altri camper parcheggiati per la notte, così decidiamo di percorrere ancora una manciata di chilometri, fino alla località di Slavkov u Brna (più nota come Austerlitz), nel cui parcheggio del castello ci fermiamo, in compagnia di un altro equipaggio di turisti locali.

Concludiamo così il primo giorno intero di viaggio in Repubblica Ceca: molto positivo, nonostante i frequenti acquazzoni e le troppe nuvole … in gran parte però evitate.

Domenica 17 Agosto

Ancora la sveglia sotto ad un cielo azzurro… ma in brevissimo tempo, come ieri, appaiono tante nuvole e ben presto tutto s’incupisce.

Poco prima delle 9:00 torniamo al sito di Mohyla Miru, dove il 2 di dicembre 1805 impazzò la Battaglia di Austerlitz, detta anche Battaglia dei Tre Imperatori, in quanto furono presenti sul campo lo zar Alessandro I di Russia, l’imperatore d’Austria e del Sacro Romano Impero Francesco II e Napoleone Bonaparte, imperatore di Francia e vincitore della contesa. Lì immortaliamo, nel grigiore più assoluto, il monumento commemorativo agli oltre sedicimila caduti del noto evento bellico, mentre nelle immediate vicinanze notiamo parecchi figuranti di una ricostruzione storica che hanno bivaccato sul posto per la notte.

Consumata la veloce visita lasciamo il campo di battaglia e torniamo ancora a Slavkov per vedere l’omonimo castello barocco, fatto erigere dalla famiglia Kaunitz, dove soggiornò Napoleone la notte successiva allo scontro e dove fu firmato l’armistizio fra la Francia e la monarchia degli Asburgo… accompagnati da qualche timido raggio di sole.

Alcuni sprazzi di bel tempo ci assistono anche più tardi quando, percorso un buon tratto di strada, giungiamo in vista di un altro castello: quello di Buchlovice.

Il maniero, settecentesco, si erge al centro di un bel parco all’inglese e ha le sembianze di una villa italiana dell’epoca … Nella vasta tenuta si trova poi un minuscolo zoo, piuttosto triste, che stimola ugualmente le fantasie del piccolo Leo e ci intrattiene sul posto più del previsto.

Da Buchlovice, ormai a mezzogiorno, ci spostiamo nella cittadina industriale di Zlín, cresciuta in maniera esponenziale all’inizio del Novecento, parallelamente all’espansione delle fabbriche Bata, a quel tempo il maggior produttore calzaturiero al mondo.

Dopo pranzo andiamo così a vedere il cosiddetto Edificio 21, che fu il quartier generale del piccolo impero economico fondato dal signor Tomáš Batá, la cui statua si erge fiera davanti a quella rossa costruzione che si eleva per sedici piani.

All’interno notiamo il curioso ascensore-ufficio di Batá, che gli permetteva di spostarsi con facilità ai vari livelli dello stabile, poi saliamo sul tetto per ammirare il panorama sul vastissimo insediamento industriale, che dopo la morte del suo fondatore, avvenuta nel 1932 per un incidente aereo, il figlio trasferì in Canada, non ritenendo più idonea la sede di Zlín, causa l’avanzata dell’ideologia comunista da est.

Al termine di questa originale visita, un po’ fuori dagli schemi, riprendiamo strada e arriviamo nella città di Kroměříž, antica residenza estiva dei potenti arcivescovi di Olomouc.

Prima di tutto vediamo la bella piazza principale (Velke Náměstí), sulla quale, a nord, dà l’imponente sagoma del Palazzo Arcivescovile, fatto ricostruire, in stile barocco, nel XVII secolo dal vescovo-principe Karl Eusebius von Liechtenstein-Kastelkorn, che ingaggiò architetti italiani per progettare la sua residenza.

Il complesso figura nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco dal 1998 e merita sicuramente una visita approfondita … Visita, solo guidata, della durata di novanta minuti (e non certo in lingua italiana), alla quale ci uniamo, con soddisfazione però, visto che risulta molto interessante, sviluppandosi fra ambienti riccamente decorati ed arredati, che esprimono tutta la potenza e la dovizia, a suo tempo, dell’arcivescovado.

Usciti dal palazzo, quasi alle 18:00, ci precipitiamo a vedere anche il Květná Zahrada (Giardino dei Fiori), a breve distanza dal centro: un parco barocco che fu precursore della sontuosa opera di Versailles.

Completata anche questa visita torniamo al camper e ci apprestiamo a coprire l’ultimo tratto di strada della giornata … Dopo circa un’ora arriviamo così a Skalni Mkyn, nel cuore del cosiddetto Carso Moravo, che esploreremo domani mattina.

Lunedì 18 Agosto

La sveglia fra le colline del Carso Moravo è dolce, in più il cielo oggi (se si mantiene) è particolarmente azzurro e terso.

Questa regione, che si estende per svariate migliaia di chilometri quadrati, è caratterizzata da spettacolari formazioni rocciose e profonde forre, ma anche da numerose grotte di origine carsica, delle quali siamo intenzionati a visitarne almeno un paio, e il punto migliore per farlo è proprio Skalni Mlyn.

Appena possibile ci rechiamo così in biglietteria, dove ci dicono che la Punkevní Jeskyně, la grotta più nota e spettacolare di tutta la Repubblica Ceca, è visitabile non prima delle 12:20 … e ciò complicherà un po’ i piani di giornata. Possiamo invece accedere alla Kateřinská Jeskyně con il primo tour della mattinata … Infatti a piedi ci rechiamo in pochi minuti all’ingresso della grotta e lì ci mettiamo in attesa della guida.

Affrontando un freddo pungente, poco più tardi, ci avventuriamo nell’anfratto, ricco di parecchie conformazioni calcaree fra le quali ne spicca una, fantasiosa, che ricorda una strega (ed è il simbolo del luogo), ma anche altre sono molto suggestive e dopo 45 minuti ne usciamo sufficientemente soddisfatti.

Torniamo al punto di partenza che sono da poco passate le 10:00 e, visti i programmi, cerchiamo di ingannare il tempo in un minuscolo parco giochi, dove il piccolo (per sua felicità) può spassarsela tranquillamente … In questo modo ci approssimiamo all’orario della prossima visita.

Poco prima di mezzogiorno saliamo così a bordo del trenino che, in una manciata di minuti, ci accompagna all’ingresso della Punkevní Jeskeně, mentre apprendiamo con stupore che le visite di giornata alla grotta sono completamente esaurite!

All’ora stabilita seguiamo la guida, che ci accompagna nell’esplorazione del vasto anfratto sotterraneo, ricchissimo di affascinanti formazioni calcaree, fino a riemergere sul fondo dell’impressionante voragine di Macocha (profonda 140 metri) ed inabissarci nuovamente a bordo di una piccola imbarcazione, lungo il suggestivo alveo ipogeo del fiume Punkva.

Dopo circa un’ora completiamo il percorso e riguadagniamo, pienamente appagati, la luce del sole. Da lì poi, con l’ausilio del trenino, facciamo ritorno al parcheggio di Skalni Mlyn, dove pranziamo e mettiamo fine, positivamente, alla prima parte di giornata.

Riprendiamo strada che son quasi le 15:00, mentre in cielo sono apparse, puntualmente, parecchie nuvole.

Dopo qualche decina di chilometri arriviamo a Brno, capoluogo della Moravia e seconda città della Repubblica Ceca, con i suoi quasi quattrocentomila abitanti. Qui vorremmo salire prima di tutto, in camper, sulla collina dello Spilberg, dove si trova il castello nel quale furono rinchiusi, per motivi politici, anche i patrioti italiani Piero Maroncelli e Silvio Pellico, ma troviamo subito un divieto di accesso… e non è il caso di andarci a piedi, perché oggi, lunedì, è chiuso e in più il cielo minaccia pioggia… Anzi, piove quando poco più tardi troviamo un parcheggio per il nostro ingombrante mezzo.

Prima di dedicarci alla visita del centro di Brno dobbiamo così attendere che smetta di scendere acqua dal cielo, e quando finalmente lo fa ci precipitiamo, ma giungiamo in ritardo davanti alle intriganti Catacombe dei Cappuccini, che hanno chiuso i battenti alle 16:30. La vicina piazza Zelný Trh poi, una delle più interessanti, è un cantiere a cielo aperto, così l’esplorazione della prima città morava, inizialmente, non si può certo dire un successo … solo, almeno, è riapparso il sole.

Passeggiando saliamo alla Collina di Petrov, dove si trova la gotica Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo … questa almeno aperta, con la sua superba navata lunga 65 metri e alta 27, poi scendiamo nuovamente verso il centro cittadino e passiamo dallo Stará Radnice (l’ex municipio), nel cui androne immortaliamo, appeso al soffitto, il cosiddetto Dragone di Brno: in realtà un grosso coccodrillo imbalsamato, ricevuto in dono da una delegazione turca nel 1608, il cui aspetto risulta decisamente inquietante.

Alla fine guadagniamo anche Svobody Náměstí, la monumentale piazza principale, e, nei pressi, la bianca Chiesa di San Giacomo, caratterizzata da un altissimo campanile, quindi facciamo ritorno al camper, tutto sommato appagati dalla visita alla città di Brno.

Sono le 17:30 e dobbiamo percorrere ancora circa 160 chilometri, in massima parte di autostrada, per completare la tappa … Andiamo così a nord-est. Sfioriamo l’abitato di Olomouc, sotto ad un forte acquazzone, ed entriamo nella regione della Valacchia, per giungere, ormai a sera, nel paese di Rožnov nad Radhoštěm, dove ci fermiamo per la notte nell’omonimo campeggio.

Martedì 19 Agosto

Si sente l’odioso ticchettio della pioggia sul tetto del camper… sollevo l’oscurante e ai miei occhi si presenta una mattinata uggiosa.

Espletiamo tutte le operazioni di servizio e poi usciamo dal Camping Rožnov, quindi andiamo a far spesa in un vicino supermercato e quando ne veniamo fuori … non è cambiato nulla e continua a piovere con insistenza …

A Rožnov dovremmo vedere il Valašské v Přírodě: il museo all’aperto della tradizione valacca … all’aperto, appunto, ma piove! … Allora decidiamo di passare direttamente alla seconda visita di giornata, ovvero il Technické Muzeum Tatra: il museo sulla storia della casa automobilistica Tatra (al coperto!), che si trova nella cittadina di Kopřivnice, ad una ventina di chilometri di distanza.

In poco più di mezzora siamo sul posto e varchiamo il portone d’ingresso del museo, particolarmente affollato, forse a causa della giornata non certo soleggiata … Oltre quella soglia si trova una bellissima collezione di mezzi di trasporto, che raccontano l’epopea di una delle più gloriose case automobilistiche al mondo, la terza in ordine di fondazione, dopo Mercedes e Peugeot. La società prese vita nel 1850 e produsse la prima auto a motore, la Präsident, nel 1897 … Il regime comunista, poi, non ne stimolò certo la crescita e, dopo lunga attività, nel 1999 è cessata la produzione di auto di serie … L’azienda però non ha chiuso i battenti ed oggi realizza ancora una prestigiosa gamma di camion a trazione integrale.

L’esposizione è veramente interessante e ben fatta, ricca di straordinari modelli di automobili, ma non solo, anche di treni, aerei … e di grossi camion, appunto, fra i quali il vincitore della Parigi-Dakkar del 1998, insomma, una piacevole ora nel piccolo regno ceco della meccanica, per la felicità di Federico, appassionato studioso della materia.

Al piano terra, poi, si trova anche una piccola mostra dedicata a Emil Zátopek, campione originario della zona che conquistò quattro medaglie d’oro alle olimpiadi e batté, agli inizi degli anni cinquanta, ben 18 record del mondo nella disciplina del fondo.

Usciamo dal museo intorno a mezzogiorno, mentre fuori continua incessantemente a piovere, e riguadagnato il camper torniamo a Rožnov, dove pranziamo … con la speranza che, nel frattempo, si plachino le ire di Giove Pluvio.

Intorno alle 15:00 le gocce si fanno molto più rade, così decidiamo di andare a visitare il Museo della Tradizione Valacca, ma solo la sezione Dřevěné Městečko (il paesino di legno), che ospita alcuni degli edifici rurali più rappresentativi della regione, in parte smontati dalla loro sede originale e qui accuratamente rimontati. In particolare una bella chiesa seicentesca e svariate dimore e granai in legno risalenti al XVII e XVIII secolo … Osserviamo il tutto mentre il tempo continua a fare le bizze, ma ne usciamo sufficientemente soddisfatti a metà pomeriggio.

Lasciamo Rožnov nad Radhoštěm e andando verso ovest notiamo, finalmente, in lontananza uno squarcio di cielo azzurro, così quando giungiamo e ci fermiamo nella storica cittadina di Olomouc splende di nuovo un magnifico sole, anche se ormai è pomeriggio inoltrato e sono quasi le 18:00.

Parcheggiamo il camper e a piedi guadagniamo la splendida Horní Náměstí, la piazza principale, mentre la sua grandiosa Colonna della Trinità, costruita nel 1753 e facente parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, risulta ormai vittima delle ombre lunghe della sera … cosa che invece non riguarda ancora il scenografico Municipio, con la sua alta torre rinascimentale ed il relativo, curioso Orologio Astronomico, arricchito da originali figuranti di epoca comunista.

Scattiamo qualche foto e, causa il maltempo del mattino, in breve siamo costretti a completare la ridotta visita di Olomouc facendo ritorno alla nostra casa viaggiante per coprire gli oltre ottanta chilometri che ancora ci dividono dal termine della tappa.

Intorno alle 20:00 giungiamo così nella località di Litomyšl, che visiteremo domani mattina, nell’Autokemp Primator: semideserto campeggio che ci ospiterà per la notte … Più tardi poi, a sorpresa, ricomincia a piovere, ma non disperiamo perché le previsioni sono buone e l’ottimismo regna in noi sovrano.

Mercoledì 20 Agosto

Siamo nel territorio della Boemia e come previsto, questa mattina, il cielo è azzurro sopra la nostra testa. Facciamo colazione e ci apprestiamo ad esplorare la cittadina di Litomyšl, fondata nel XIII secolo e ricca di edifici architettonicamente interessanti. Dopo una sosta al supermercato andiamo così a parcheggiare nei pressi del castello e proprio da questo iniziamo il nostro tour mattutino. Il maniero è la principale attrazione del luogo, non per niente figura nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco fin dal 1999 e, costruito sul finire del Cinquecento, risulta essere il castello rinascimentale meglio conservato di tutta la regione, caratterizzato com’è da meravigliose decorazioni a graffito. Assaporiamo le migliori prospettive dell’edificio, che si stagliano su di un cielo eccezionalmente terso, quindi proseguiamo nella visita di Litomyšl, attraversando a piedi un curatissimo giardino con belle viste sulla cattedrale.

Passeggiando arriviamo quindi di fronte all’originalissima dimora conosciuta come Portmoneum, dal nome del suo proprietario, Josef Portman. A giudicare dalla banale facciata di questa anonima casetta non si direbbe proprio che al suo interno si celi una fantasmagorica opera d’arte, che fu commissionata da Portman, negli anni venti, al pittore tuttofare Joseph Váchal, il quale decorò in maniera bizzarra e a colori saturi due stanze dell’edificio, creando un ambiente magico ed inquietante. Riemersi dal mondo surreale del Portmoneum ci dirigiamo successivamente verso la centralissima ed accattivante Smetanovo Náměstí, con belle case di ogni epoca dipinte a colori pastello, sminuita però dalla presenza delle automobili, che la invadono selvaggiamente … e da lì facciamo poi ritorno al camper.

Ripreso l’itinerario, dopo circa un’ora di strada, arriviamo nel paesino di Zleby per vedere, solo esternamente, l’omonimo castello, fondato nel XIII secolo e più volte rimaneggiato, fino ad assumere le attuali sembianze in stile neo-gotico, impresse da Karel Vincenc Auersperg a metà dell’Ottocento … La fortezza è veramente ben restaurata e scenografica, tanto da meritare in toto il lasso di tempo che abbiamo voluto dedicargli …

Completato il periplo dello Zleby Zamek facciamo ritorno al nostro automezzo che il mezzogiorno è già passato, ma non ci fermiamo e percorriamo anche i circa venti chilometri che ci dividono dalla città di Kutná Hora, altro sito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco (particolarmente prospero nel medioevo grazie alle sue miniere di argento), che visiteremo nel pomeriggio.

Dopo pranzo, infatti, da un parcheggio nei pressi del centro partiamo a piedi per l’esplorazione della cittadina.

Passiamo per Rejskovo Náměstí, dominata al centro da una gigantesca fontana gotica del 1495 e arriviamo, lungo vie fiancheggiate da pregevoli edifici, alla Vlašský Dvůr, storico edificio che fu anche residenza reale di Venceslao IV, nel Trecento, quindi zecca della stato fino al 1723. Qui spicca, per fattezze architettoniche, il cosiddetto Cortile degli Italiani, che osserviamo nel chiaroscuro di un cielo che via via è andato riempendosi di nubi.

Da lì, poi, risaliamo il lungofiume, fiancheggiato da una mirabile sfilata di statue barocche, collocate proprio di fronte all’imponente Collegio Gesuita, che risale al Seicento, e giungiamo in vista della Cattedrale di Santa Barbara. Il mirabile edificio religioso fu realizzato, in stile gotico-fiammeggiante, nell’arco di oltre 150 anni, a partire dalla fine del XIV secolo, e vide impegnate diverse generazioni di architetti. Il risultato che si pone oggi di fronte ai nostri occhi è davvero di grande effetto e pregevolissima fattura.

Dopo la Cattedrale di Santa Barbara si può dire, di fatto, esaurita la visita al centro storico di Kutná Hora e, riguadagnato il camper, ci spostiamo di un paio di chilometri nel sobborgo di Sedlec per vedere il suo incredibile e macabro ossario.

Nell’Ottocento, visto il sovraffollamento del locale cimitero, si pensò di accumulare le ossa in maniera, per così dire, artistica in alcune cripte … ed il risultato è lo strabiliante ossario, nel quale sono esposti enormi calici, candelabri e persino uno stemma araldico, realizzati interamente con resti umani!

Ormai a pomeriggio inoltrato riprendiamo strada. Passiamo nella località di Chlumec nad Cidlinou per dare un’occhiata alla pregevole residenza nobiliare di Karlova Koruna, piccolo gioiello barocco del XVIII secolo, che però avrebbe bisogno di un copioso restauro, quindi proseguiamo verso nord e verso il termine della tappa.

Sfioriamo l’agglomerato urbano di Hradec Králové e più tardi anche il confine con la Polonia, nei pressi della cittadina di Náchod, per giungere, quasi alla 20:00, nella località di Teplice nad Metuji, all’Autokemp Bucnice, dove passeremo la notte … Concludendo così, nel cuore della regione Broumovská Vrchovina, una giornata più che positiva.

Giovedì 21 Agosto

Durante la notte è anche piovuto, ma quando ci svegliamo le nubi danno l’impressione di aprirsi, lasciando spazio al sereno … Molto bene, perché questa mattina è prevista un’escursione a piedi sulle alture circostanti per esplorare una zona caratterizzata da pinnacoli rocciosi: l’Adršpašske Skály.

Dall’Autokemp Bucnice percorriamo una manciata di chilometri, fino al villaggio di Adršpach, e lasciato il camper in un parcheggio partiamo, gambe in spalla, alla volta di questa attrazione naturalistica: una delle più visitate di tutta la Repubblica Ceca, mentre il cielo si è fatto meravigliosamente azzurro.

Seguiamo il sentiero marcato di verde che passa accanto ad un laghetto, dall’aspetto quasi alpino, che ha preso il posto di una vecchia cava, e giungiamo subito in vista delle prime, fantastiche formazioni rocciose, fra le quali il Pan di Zucchero: un’altissima guglia che pare in bilico sul terreno sottostante, tanto che è usanza mettere, simbolicamente, dei rametti alla sua base per puntellarla.

In questo modo arriviamo alla cosiddetta Porta Gotica, laddove è stato effettivamente costruito un varco in pietra, che dà accesso ad una impressionante forra rocciosa, con altissime pareti che quasi si toccano. Il canyon sfocia poi in uno spazio chiamato Piazza degli Elefanti, circondato da rocce le sui sembianze ricordano un branco di pachidermi.

Ancora più avanti vediamo una fragorosa cascata che si getta all’interno di una grotta, poi, risalendo irte e strettissime scale fra le rocce, sbuchiamo sulle rive di un remoto specchio d’acqua, che solchiamo a bordo di una placida imbarcazione, e ne usciamo quando, all’insegna della più assoluta variabilità, il cielo si è nuovamente ricoperto di nubi … Peccato, perché siamo solo a metà del percorso …

Il sentiero s’inerpica ora fra il meraviglioso caos di pinnacoli rocciosi e dopo lunghi saliscendi passa accanto ad una delle conformazioni più famose del parco: due guglie che per le loro strane fattezze vengono chiamate “Il Sindaco e sua moglie” … Poi pian piano torniamo verso l’uscita e quindi al camper, quando sono quasi le 13:00.

Nel parcheggio pranziamo, rimembrando la sublime esperienza naturalistica appena conclusa, e subito dopo riprendiamo strada seguendo il nastro d’asfalto in direzione ovest.

Passiamo da Trutnov e poi, dribblando alcuni acquazzoni, da Jičín, per giungere, ormai nel tardo pomeriggio nella zona del cosiddetto Český Ráj (Paradiso Ceco), che esploreremo in gran parte domani.

Per ora ci dedichiamo alle spettacolari rovine del Trosky Hrad: ciò che resta di un’antica fortezza medioevale, ben visibile già in lontananza, situata alla sommità di due irti picchi vulcanici.

La salita, a piedi, sul baluardo è faticosa, ma ne vale assolutamente la pena, per il magnifico panorama che si gode dalle sue due torri di guardia, chiamate fiabescamente Bába (la strega), la più bassa, e Panna (la vergine), la più alta, coadiuvati dal sole, che nel frattempo è tornato a fare capolino fra le nuvole.

Ci dilunghiamo un po’ fra le antiche pietre, poi riguadagniamo il nostro automezzo per fare ancora una puntata, nella zona, al trecentesco castello di Kost Hrad, ubicato su di un pinnacolo roccioso vicino al paese di Podkost… ma, vista l’ora tarda, ormai è chiuso e le ombre lunghe della sera non lo mettono certo in evidenza.

Non ci resta quindi che andare, nei pressi di Jičín, all’Autocamp Jonolice, dove trascorrere la notte e dal quale ripartire, domani mattina, alla scoperta del Český Ráj … Intanto la prima settimana di vacanza in Repubblica Ceca se ne è andata: una settimana ampiamente positiva, per numerosi aspetti … non ultimi, un po’ a sorpresa, quelli riguardanti le bellezze naturali.

Venerdì 22 Agosto

Il copione è lo stesso di altri avvii di giornata: subito cielo libero e terso, poi da ovest montano tante odiose nuvole.

Cerchiamo di fare prima possibile nell’esercizio delle nostre funzioni mattutine e poco dopo le 8:30 siamo già nel cuore del Český Ráj, all’ingresso di Prachovské Skály, la più famosa e visitata zona del parco (istituito già nel 1955), ricca di spettacolari formazioni rocciose.

Oltrepassato il varco di accesso prendiamo a seguire il sentiero marcato di verde, lungo poco meno di quattro chilometri, che s’inoltra nel bosco e giunge ben presto in vista delle prime guglie di pietra, fra sprazzi di timido sole.

Ci avventuriamo quindi, in salita, per vertiginose scalinate, che si dipanano fra angusti passaggi, anche impegnativi … ed il piccolo Leo (cinque anni fra qualche mese) ci stupisce, comandando la spedizione.

Arriviamo così ai belvedere di Všetečka e di Šlik, immersi nel caos di irti pinnacoli ed enormi massi in bilico apparente, poi rimanendo sempre in quota ci godiamo anche le viste dai punti panoramici detti di Haken e Rumcajs.

A tratti il percorso è veramente suggestivo e si fa strada, intagliato nella roccia, fra impressionanti torri di arenaria, per scendere ed inoltrarsi in passaggi segreti e poi risalire nuovamente e ancora scendere … così dopo circa tre ore di cammino immersi in uno splendido scenario naturale riguadagniamo l’ingresso dell’area e quindi il camper, ampiamente soddisfatti dell’esperienza vissuta … un po’ meno del cielo, nuvoloso per gran parte del tempo.

Alla ripresa delle ostilità con il nastro d’asfalto ripassiamo nei pressi dell’ardito Trosky Hrad, esplorato ieri pomeriggio, e intorno a mezzogiorno arriviamo nella minuscola località di Hrubá Skála, caratterizzata da un bel castello, costruito a picco sul dirupo che domina le guglie di Hruboskalsko, un’altra zona del Český Ráj ricca di formazioni rocciose.

A fatica riusciamo a parcheggiare il camper e subito dopo andiamo a vedere, solo esternamente, il maniero, eretto nel XIV secolo in stile neogotico e oggi in parte adibito ad hotel, del quale merita, in particolare, la vista dall’ultimo cortile sulla torre e le severe rocce circostanti.

Nelle vicinanze c’inoltriamo anche, brevemente, nel curioso Misi Dyra (letteralmente “il buco del topo”): un’angustissima forra nella quale non penetrano quasi mai i raggi del sole … poi facciamo ritorno alla nostra casa viaggiante per pranzare.

Nel primo pomeriggio riprendiamo strada e percorsi circa trenta chilometri varchiamo le porte della città di Liberec, autorevole sede commerciale fin dal medioevo, dove spicca il grandioso Municipio (Radnice), realizzato sul finire dell’Ottocento in stile neogotico-fiammingo, nel quale si possono notare alcune decorazioni in onore dell’industria tessile, primaria ricchezza del luogo, oltre alla sua slanciata guglia, alta ben sessantacinque metri.

Visitata la piazza, nella quale si ricordano anche nove cittadini di Liberec morti durante l’invasione dei carri armati russi nel 1968, riprendiamo l’itinerario e a metà pomeriggio, appena passata la località Nový Bor, ci approssimiamo all’importante sito naturalistico di Panská Skála.

Lasciamo il camper nell’apposito parcheggio e con una brevissima passeggiata giungiamo al cospetto di un’incredibile formazione rocciosa, alta venticinque metri, che torreggia nel paesaggio circostante e si specchia in un minuscolo laghetto, mettendo in mostra la sua stupefacente fisionomia a “canne d’organo”, di origine basaltica … un luogo affascinante che in questa giornata è stato scelto anche come location di un originale matrimonio.

Osserviamo la straordinaria scultura di madre natura da tutte le angolazioni possibili e poi ci avviamo verso il termine della tappa. Entriamo così nell’area della cosiddetta Svizzera Boema (České Švýcarsko): parco nazionale istituito il primo gennaio del 2000, che visiteremo domani mattina.

Risalendo una stretta vallata quasi al confine con la Germania notiamo, nel paese di Chribská, tante caratteristiche case in legno, quindi arriviamo al Kemp Mezní Louka, nell’omonima località, e lì ci fermiamo, concludendo in questo modo un’altra bella giornata.

Sabato 23 Agosto

E’ nostra intenzione dedicare interamente la data odierna all’esplorazione delle più importanti attrazioni naturalistiche della Svizzera Boema.

La mattinata, nostro malgrado, si presenta cupa e piena di nuvole, però non ci facciamo intimorire e, accompagnati da una leggera pioggerellina, poco dopo le 9:00, ci mettiamo in attesa, appena fuori il campeggio, dell’autobus che da Mezní Louka ci porterà alla partenza del sentiero che sale al Pravčická Brána, l’arco naturale di roccia più grande del centro Europa, lungo 26 metri e alto 21.

L’autobus 434 arriva in perfetto orario e una manciata di minuti più tardi ci scarica, lungo la strada che porta alla cittadina di Hřensko, di fronte all’imbocco del sentiero, marcato di rosso. Senza fretta ci avventuriamo nel bosco e cominciamo a salire di quota, accompagnati da pochissimi altri escursionisti. In questo modo, lungo il percorso, abbiamo occasione anche di avvistare due magnifici cervi, per lo stupore del piccolo Leo. In meno di un’ora percorriamo così i due chilometri e mezzo che ci dividono dalla meta e giungiamo in vista dell’enorme arco e della caratteristica costruzione in legno che si trova ai suoi piedi, chiamata Sokolí Hnízdo, il Nido del Falco. Nel frattempo la nostra abnegazione viene premiata ed il cielo si apre momentaneamente lasciando filtrare alcuni raggi di sole, che ci accompagnano nell’esplorazione dei superbi punti panoramici sulla zona, scelta anche come set naturale per girarvi alcune scene del film “Le cronache di Narnia” … peccato solo che l’arco sia controluce e quindi, fotograficamente parlando, non proprio nelle migliori condizioni. Comunque soddisfatti ci avviamo sulla via del ritorno, mentre il cielo s’incupisce nuovamente, e dopo un’altra ora di cammino riprendiamo l’autobus 434 che ci riporta a Mezní Louka e al nostro camper per il pranzo. La sosta è breve e, mentre cade ancora qualche goccia di pioggia, poco dopo le 14:00, partiamo per un’altra escursione a piedi nel parco della Svizzera Boema. Il sentiero blu prende via proprio di fronte al campeggio e s’inoltra in un bellissimo bosco di piante ad alto fusto. Scendiamo di quota e poi imbocchiamo il sentiero giallo, che ci porta nell’alveo del fiume Kamenice, in una stretta gola dove per l’umidità trionfa il muschio, rendendo l’ambiente, per così dire, molto giurassico. Prendiamo a seguire, lungo un percorso attrezzato, il corso del torrente, a volte fiancheggiato da alte pareti rocciose che creano intriganti scorci panoramici, e dopo circa un’ora di cammino il sentiero termina nei pressi di un imbarcadero. Siamo nella Gola Selvaggia (Divoká Soutěska), dove il fiume scorre fra due ali di roccia, e l’unica maniera per superarla è, appunto, in barca. Il placido battello, sospinto da un barcaiolo che fa uso di una lunga pertica, ci traghetta così oltre l’ostacolo offrendoci anche l’occasione per riposarci e goderci il luogo, sotto molti aspetti davvero affascinante. Tornati con i piedi a terra riprendiamo a seguire il sentiero, sempre fra interessanti vedute fluviali, e dopo mezzora di cammino giungiamo ad un altro imbarcadero, questa volta all’ingresso della cosiddetta Gola di Edmund (Edmundova Soutěska).

Un altro natante a propulsione umana ci accompagna così lungo questo tratto, caratterizzato da pareti verticali e anche da una fragorosa cascata.

Oltrepassato il canyon pian piano l’alveo del Kamenice si allarga e dopo circa mezzora di passo tranquillo giungiamo al termine dell’escursione, che ci ha davvero sorpreso in senso positivo. Adesso però siamo quasi alla periferia della cittadina di Hřensko e qui dobbiamo attendere oltre quaranta minuti prima di salire sull’autobus 434, che in breve ci riporta poi a Mezní Louka.

Riguadagniamo così anche il nostro camper e, vista l’ora ormai tarda, ci apprestiamo a passare sul posto un’altra notte, concludendo una bella giornata di full-immersion nella natura, nonostante il meteo non proprio favorevole … e un complimento particolare va a Leonardo, che nonostante la tenera età ha camminato tantissimo lungo i sentieri della Svizzera Boema.

Domenica 24 Agosto

E’ piovuto più volte durante la notte e al mattino il cielo è ancora terribilmente grigio e minaccioso, ma le previsioni ci danno qualche speranza e non disperiamo.

Espletiamo alcune operazioni di carico acqua e subito dopo lasciamo il Kemp Mezní Louka. Arriviamo nella località di Hřensko e da lì costeggiamo per un breve tratto il corso del fiume Elba, fino alla città di Děčín, da dove, dopo una breve sosta per la spesa, guadagniamo, quasi al confine con la Germania, il villaggio di Tisá, sovrastato da importanti formazioni rocciose, mentre in cielo appaiono beneauguranti sprazzi di sereno.

Seguiamo una strada secondaria, che sale di quota, e dopo qualche chilometro parcheggiamo in nostro mezzo e partiamo a piedi per visitare le bizzarre sagome di arenaria di Tiské Stěny, un piccolo parco naturale che pensiamo possa valere la giusta attenzione.

Pagato un quasi simbolico biglietto d’ingresso ci avventuriamo lungo il sentiero che attraversa il Velké Tiské Stěny, assaporando begli scorci su vertiginose guglie e accompagnati dal sole, che ha vinto la sua quotidiana battaglia con le nubi, ma anche da un fastidioso vento tagliente, che soffia da nord.

Seguiamo poi anche il percorso che si avventura nel Malé Tiské Stěny, fra angusti passaggi e irte scalinate che portano ad una sorta di terrazza panoramica, poi facciamo ritorno con calma e pienamente appagati al camper che sono quali le 13:00.

Con questa escursione si può dire completata la parte naturalistica del viaggio … Pranziamo nel centro di Tisá e nel primo pomeriggio giriamo la prua decisamente a sud.

Sfioriamo la città di Ústí, sulle rive dell’Elba, e imbocchiamo l’autostrada che porta a Praga. Non entriamo però nella capitale, che aggiriamo da ovest. In questo modo, dopo circa 160 chilometri, raggiungiamo la località di Karlštejn con l’intenzione di visitare l’omonima fortezza medioevale, considerata la più bella della Boemia e fatta erigere da re Carlo IV tra il 1348 ed il 1356, su progetto dell’architetto francese Matthias d’Arras.

Arriviamo nell’ampio parcheggio a valle del sito mentre piove con insistenza … ma ormai abbiamo capito gli estivi capricci atmosferici cechi e non ci facciamo intimorire.

Ci accordiamo con un taxi che ci accompagna, risparmiandoci una lunga scarpinata in salita, fino ai piedi del Castello di Karlštejn… mentre, ovviamente, torna a splendere il sole. In questo modo possiamo scattare tutte le foto del caso sulle fiabesche sagome del maniero, che successivamente visitiamo anche all’interno, inanellando un’interessante sequenza di storiche sale, a volte riccamente decorate.

E’ tardo pomeriggio quando, scendendo a piedi attraverso il borgo di Karlštejn ormai svuotato dai turisti, riguadagniamo il nostro camper e subito ripartiamo in direzione del centro di Praga.

Poco prima delle 20:00 arriviamo così nel quartiere di Troja, al minuscolo Autocamp Trojska (uno dei tanti a conduzione famigliare che si trovano lungo la via), nel quale ci fermeremo per quattro notti e da dove partiremo, domani mattina, alla conquista della capitale ceca.

Lunedì 25 Agosto

Splende un bel sole, come previsto, in questo primo giorno di visite a Praga, capitale e metropoli dello stato con i suoi 1,3 milioni di abitanti, domani invece pare saremo accompagnati da abbondante pioggia, così rivoluzioniamo i nostri piani: oggi, infatti, cercheremo di visitare più cose possibili esternamente.

Partiamo dall’Autocamp Trojska, armati di guide turistiche e pranzo al sacco, intorno alle 8:30 e con l’autobus numero 112 raggiungiamo la stazione di Nádraží Holešovice. Da lì poi, in metropolitana, sbarchiamo nel centro storico di Praga, sito dell’Unesco fin dal 1992.

Emergiamo dal sottosuolo a Náměstí Republiky e iniziamo ufficialmente il nostro tour della capitale.

Davanti a noi si para il monumentale Obecní Dům, o Casa Municipale, straordinario esempio di stile art nouveau, con le sue ricchissime decorazioni, edificato fra il 1905 ed il 1911 su progetto degli architetti Antonín Balsanek e Osvald Polivka.

Gettiamo uno sguardo anche all’interno del fabbricato, che presenta alcuni locali arredati nel medesimo stile, poi ne osserviamo la magnifica prospettiva, affiancata, in netto contrasto, dalla sagoma gotico-medioevale della Porta o Torre delle Polveri (Prašná Brána), reminiscenza delle antiche fortificazioni e unica porta superstite delle tredici originali che circondavano Staré Město… la Città Vecchia.

Violata Prašná Brána, passiamo a fotografare anche l’Hotel Paříž, altro significativo esempio di art nouveau, e poi, lungo la via Celetná, importante arteria fiancheggiata da nobili dimore, ci avventuriamo nel cuore di Staré Město.

Passeggiando arriviamo così a Staroměstské Náměstí, la più importante e nota piazza della capitale, stupendamente scenografica e circondata da storici ed eleganti palazzi.

La nostra attenzione viene subito catturata dalla torre quadrata del Vecchio Municipio (Staroměstská Radnice), che oggi ha perso ogni funzione amministrativa, ma che resta uno dei principali simboli della città. Qui, sulla facciata sud, trova collocazione il prestigioso Orologio Astronomico che, progettato da Mikuláš di Kandaň e costruito nel 1410, è il più antico del suo genere in Europa e tutt’oggi, allo scoccare di ogni ora, offre un piccolo spettacolo, con le figure dei dodici apostoli che sfilano in successione fra gli elaborati quadranti.

Subito dopo vorremmo vedere la vicina Chiesa di Týn, splendido edificio gotico risalente al XIV secolo, i cui due campanili gemelli dominano e caratterizzano l’intera piazza, ma dobbiamo rinunciare ad esplorarne gli interni, perché è lunedì e sono chiusi. Allora ci accontentiamo di dare un’occhiata all’omonimo cortile, sul quale dà l’elegante edificio rinascimentale dell’Ungelt, e poi torniamo a Staroměstské Náměstí.

Perlustriamo invece i raffinati interni barocchi della Chiesa di San Nicola, la cui sontuosa facciata esterna è purtroppo in restauro, e poi a piedi c’inoltriamo nell’attiguo quartiere ebraico di Josefov, uno dei più antichi di Praga.

Prima di tutto andiamo a visitare la cosiddetta Sinagoga Spagnola, edificata sul finire dell’Ottocento dall’architetto Ugnác Ullman, che seguì i dettami dello stile neo-moresco. Ne scaturì, soprattutto negli interni, una meravigliosa opera, ricchissima di stucchi dorati e decorazioni geometriche, che ricordano un po’ l’Alhambra di Granada (da cui il nome della sinagoga).

Armati di kippah, il tradizionale copricapo ebraico, ci godiamo il luogo in religioso silenzio, poi torniamo a percorrere le vie di Josefov.

Ormai nel cuore del quartiere eccoci di fronte alla Sinagoga Vecchia-Nuova, che, eretta nel 1270 in uno stile gotico molto semplice, risulta essere il più antico edificio di culto ebraico in Europa e pare custodisca anche i resti del Golem, leggendario personaggio d’argilla creato dal rabbino Löw, che qui predicava sul finire del XVI secolo.

Subito a fianco notiamo anche il palazzo che fu sede del Municipio Ebraico, all’epoca in cui il quartiere aveva un’autonomia amministrativa, poi esploriamo il vicino palazzotto neo-romanico che un tempo fu Sala Cerimoniale del vicino cimitero e che oggi ospita un piccolo spazio espositivo.

Così facendo ci avviamo a completare la visita di Josefov, non prima però di aver visto anche la Sinagoga Pinkas, sulle cui pareti, nel 2002, sono stati scritti i nomi delle 77.297 vittime ceche della shoah, ma soprattutto il suggestivo Vecchio Cimitero Ebraico, il più antico d’Europa, fondato all’inizio del XV secolo e chiuso nel 1787. Contiene oltre dodicimila lapidi, ammassate in un macabro quanto affascinante caos, fra alberi secolari e collinette, che altro non sono che l’accumulo dei numerosi strati di sepoltura, il tutto nella penombra e in un clima quasi mistico.

Riguadagniamo il mondo dei vivi che il mezzogiorno è già passato, così, a volte fiancheggiati da interessanti edifici in stile art nouveau, torniamo a Staroměstské Náměstí e lì, in un angolo alberato della piazza, pranziamo con i nostri panini.

Rifocillati a dovere decidiamo poi di salire sulla torre gotica del Vecchio Municipio (alta circa settanta metri), per osservare dall’alto la città, ma soprattutto la magnifica piazza, quindi cerchiamo la più vicina stazione della metropolitana e ci spostiamo dall’altra parte della Moldava (il fiume della capitale), ai piedi del Castello di Praga.

Ritroviamo la luce del sole nella stazione di Malostranská e da lì, a piedi, risaliamo la vecchia scalinata che porta sulla collina dove si trova il glorioso castello, uno dei più sontuosi ed emblematici edifici della città, che, fondato intorno all’880, fu residenza dei re boemi, imperatori del Sacro Romano Impero e presidenti della Repubblica. In più, con i suoi 570 di lunghezza e 130 di larghezza media, è considerato la più grande fortezza medioevale a corpo unico del mondo.

Una volta entro le mura andiamo subito a vedere il famoso Vicolo d’Oro (Zlatá Ulička): una viuzza addossata alle fortificazioni e caratterizzata da una scenografica fila di casette colorate, che la leggenda vuole fossero abitate da maghi e alchimisti … In realtà vennero costruite per ospitare le guardie dell’imperatore e successivamente vi si stabilirono piccoli artigiani, fra i quali diversi orafi, da cui il nome.

Il luogo è senza dubbio molto fotogenico, ma anche interessante, visto che le casette si possono esplorare, poi nei camminamenti di ronda sovrastanti si trova un ricco museo di armi e armature medioevali, infine si può accedere alla Torre Daliborka, un tempo utilizzata come prigione, nella quale i detenuti venivano lasciati morire di fame. Il tutto impreziosito da una sorta di terrazza panoramica sulla capitale.

Usciti dal Vicolo d’Oro c’incamminiamo verso il cuore del castello. Passiamo di fronte alla Basilica di San Giorgio, il più antico monumento romanico di Praga (risalente al 920), ma dalla bianco-rossa facciata barocca del XVII secolo, e arriviamo al cospetto della grandiosa Cattedrale di San Vito.

Il primo edificio religioso della città fu eretto, sul sito di una preesistente chiesa romanica, a partire dal 1344 su progetto di Matthias d’Arras e i lavori si protrassero per quasi seicento anni. Ne scaturì una delle più grandi cattedrali gotiche d’Europa, luogo d’incoronazione di circa trenta sovrani.

Ci godiamo lo spettacolo dell’imponente architettura di San Vito prima da terra e poi dall’alto dei 289 gradini che salgono sulla grande torre, di 96,5 metri… Da lassù la vista spazia sulle guglie della cattedrale ed il mare di tetti della capitale ceca.

Tornati ancora una volta con i piedi per terra usciamo dall’ingresso principale del castello, su Hradčanské Náměstí, e visto che sono le 17:00 ci gustiamo anche il cambio della guardia, poi c’inoltriamo nell’interessante quartiere del castello (Hradčany), percorrendo la via Nový Svět, disseminata di caratteristiche casupole, in un ambiente quasi bucolico, che non dà certo l’idea di essere nel centro storico di una grande città.

Arriviamo così al cospetto di Loreta (la Chiesa di Nostra Signora di Loreto), monumentale complesso barocco del XVII-XVIII secolo, che però, vista l’ora, ha già chiuso i battenti, allora osserviamo anche il dirimpettaio, enorme Palazzo Cernin e poi ormai stanchi ci avviamo sulla via del ritorno alla nostra casa viaggiante.

Saliamo sul tram numero 22 che ci riporta alla stazione di Malostranská e da lì, con gli appositi mezzi, riguadagniamo l’Autocamp Trojska concludendo una bellissima ed interessante giornata, alla scoperta delle meraviglie di Praga, da annoverare sicuramente fra le grandi capitali d’Europa.

Martedì 26 Agosto

Dopo il giorno più bello del viaggio, meteorologicamente parlando, probabilmente ci aspetterà, secondo previsioni, quello più brutto … Infatti la pioggia, che è già cominciata a scendere durante la notte, quando ci svegliamo continua a farlo con insistenza … Per fortuna, però, oggi ci siamo organizzati con delle visite esclusivamente d’interni.

Partiamo da Troja in autobus e poi con metropolitana e tram, intorno alle 10:00, raggiungiamo il Castello di Praga.

Prima di tutto ci mettiamo in fila per entrare nella Cattedrale di San Vito, il cui interno, a tre navate di ragguardevoli dimensioni (125 metri per 60 e 33 di altezza), è un trionfo armonico di nervature gotiche che salgono dai pilastri fino alla volta di copertura. Tutt’intorno, alle pareti, spiccano poi pregevoli vetrate.

Al centro del coro si trova il mausoleo reale di Ferdinando I d’Asburgo, tutto in marmo bianco, e nell’abside la tomba di San Giovanni Nepomuceno, capolavoro barocco sovraccarico d’argento. Infine, veramente degna di nota è anche la cappella di San Venceslao, consacrata al patrono della Boemia e ricchissima di decorazioni gotiche e splendidi dipinti.

Con ancora negli occhi le meraviglie artistiche di San Vito torniamo all’aperto, dove regna ancora Giove Pluvio, e attraversiamo il cortile davanti a noi per andare a visitare alcune sale del vecchio Palazzo Reale, risalente al Cinquecento.

Qui, in particolare, osserviamo la grande Sala Vladislao, espressione del gotico fiammeggiante, un tempo usata per i banchetti reali e, addirittura, per i tornei cavallereschi, poi, nella Sala dei Nuovi Registri Provinciali, una bella serie di stemmi dipinti.

Usciamo mentre la pioggia continua a non dare tregua, così ci rifugiamo subito dentro la Basilica di San Giorgio, le cui tre navate romaniche sono ritmate da massicce arcate in pietra e dove, di fronte al coro, spicca la tomba in legno dipinto di Vratislao I, principe di Boemia, risalente al X secolo.

Successivamente, sempre restando entro il perimetro del castello, ci rechiamo anche a vedere, per la felicità del piccolo Leo, il Museo del Giocattolo, una delle più importanti raccolte del genere al mondo, che ripercorre 150 anni di storia in una sessantina di vetrine, con automobili, treni, giostre, soldatini, orsacchiotti, bambole, aerei, robot e chi più ne ha, più ne metta … il tutto allestito in alcuni ambienti del castello con vista sul Vicolo d’Oro.

Quando usciamo dal mondo dei balocchi siamo già oltre metà giornata e allora c’incamminiamo sotto il diluvio, usciamo dal castello e nei pressi di Palazzo Cernin, sotto ad alcuni portici ci fermiamo ad addentare i nostri panini.

Finalmente smette di piovere, ma il cielo rimane cupo quando, nel primo pomeriggio, andiamo a visitare la vicina Chiesa di Loreta, che già ieri avevamo visto esternamente.

L’interno è uno scrigno di opere barocche, a partire dal chiostro, le cui arcate sono ricoperte di affreschi del XVIII secolo, costruito attorno alla Santa Casa, copia dell’originale di Loreto, in terra marchigiana.

Sul retro si trova la basilica, tutta barocca: un vero tripudio di sontuose decorazioni. Infine al primo piano del chiostro è ospitato uno straordinario tesoro religioso, con calici e reliquiari tempestati di preziosi diamanti.

Subito dopo ci rechiamo, nei paraggi, al Monastero di Strahov, un complesso architettonico di considerevole interesse. La relativa Chiesa di Nostra Signora però, che meritava qualche attenzione, la troviamo chiusa, allora ci consoliamo con le splendide sale barocche della prestigiosa biblioteca, che custodisce 130.000 libri, di cui 500 incunaboli e oltre 25.000 manoscritti.

Ormai a metà pomeriggio ci spostiamo, con i mezzi pubblici, sulle rive della Moldava, nel quartiere di Staré Město e nelle vicinanze ci apprestiamo ad esplorare il Klementinum, immenso collegio fondato nel XVI secolo. Qui meritano attenzione la grande Biblioteca Barocca e la Torre Astronomica, ma anche la cosiddetta Cappella degli Specchi, sala barocca solitamente dedicata a concerti di musica classica non compresa nel nostro percorso di visite, ma che riusciamo in extremis a sbirciare … solo ci capita, per l’occasione, una giuda che si dilunga oltre misura nelle spiegazioni (in inglese e francese) e ci complica non poco i programmi di fine giornata.

Tornati all’aria aperta risaliamo così sui mezzi pubblici e ci precipitiamo verso l’ultima visita prevista, ma inutilmente: poco dopo le 17:00 troviamo infatti già chiuso il Národní Technické Muzeum (Museo Nazionale della Tecnica), con conseguente pianto di Leonardo, affascinato dal suo contenuto … così ci congediamo con la promessa di tornare domani mattina.

A questo punto non ci resta che rientrare all’Autocamp Trojska, stanchi dopo un capitolo della vacanza fin troppo umido, ma comunque pieno di bellezze artistiche “Made in Praga”.

Mercoledì 27 Agosto

E’ piovuto abbondantemente durante tutta la notte, ma il tempo, secondo previsioni, dovrebbe volgere al bello, anche se quando ci alziamo a dominare il cielo è ancora il colore grigio … Noi, però, non ci scoraggiamo e fatta colazione partiamo per questo terzo giorno di visite a Praga.

Prima di tutto torniamo al Museo Nazionale della Tecnica che sia Federico che Leonardo hanno piacere di vedere … In effetti trascorriamo più di un’ora fra storici modelli di auto, moto, biciclette e persino treni ed aerei … Un’esperienza molto interessante che, creata a partire dal 1908, oggi risulta essere una delle più importanti del genere a livello europeo.

Quando usciamo in cielo risaltano ampi sprazzi di beneaugurante sereno, così con il tram numero 17 costeggiamo la Moldava fino al quartiere di Nové Mésto (la Città Nuova). Qui all’angolo fra il lungofiume e Resslova si trova la cosiddetta “Casa Danzante”: singolare edificio progettato nel 1996 dal moderno architetto americano Frank O. Gehry. Le sue sembianze sono quelle di uno stilizzato ballerino (in cemento) che tiene stretta a se la compagna (in acciaio e vetro) e per questo il complesso è anche, più famigliarmente, chiamato “Ginger e Fred”.

Da lì, in metropolitana, raggiungiamo Václavské Náměstí (Piazza Venceslao), cuore del quartiere e centro politico e commerciale della capitale.

La piazza, in realtà, è una lunga e larghissima arteria pedonale in leggera pendenza, culminante col grandioso palazzo del Museo Nazionale, fronteggiato dal monumento equestre di San Venceslao, patrono della città e quarto amatissimo sovrano ceco, nel X secolo. Qui si festeggiò, nel 1918, l’indipendenza dall’Impero Austro-Ungarico, si contestò l’invasione sovietica durante la Primavera di Praga del 1968 e si tennero episodi salienti della Rivoluzione di Velluto del 1989.

Percorriamo in discesa la piazza, fiancheggiata da pregevoli edifici, fino alla via Na Přikopě, altra notevole arteria commerciale della città, poi torniamo sotto terra alla più vicina stazione della metropolitana.

Ci spostiamo di qualche isolato, nei pressi della stazione dei treni di Hlavní e lì andiamo a vedere la Sinagoga di Gerusalemme, il più importante edificio del genere al di fuori di Josefov.

Fu costruita all’inizio nel Novecento su progetto di Wilhelm Stiassny ed è un’esplosione di colori e di decorazioni, che si rifanno all’art nouveau e allo stile moresco, a partire dalla magnifica facciata a strisce giallo-ocra, per finire con gli armoniosi interni nelle tonalità del blu, ocra e oro, che si ripetono sugli elementi architettonici delle gallerie e della sontuosa cupola.

Sotto ad un timido sole pranziamo in un’area verde a ridosso della stazione di Hlavní e poi riprendiamo il nostro programma di visite.

Sempre in metropolitana arriviamo, in centro, nelle vicinanze del celeberrimo Karlův Most (il Ponte Carlo), una delle meraviglie di Praga, fatto costruire a partire dal 1357 da re Carlo IV, che affidò i lavori a Petr Parléř, architetto che lavorò anche alla costruzione della Cattedrale di San Vito. Esteso per oltre cinquecento metri, su sedici enormi piloni, il ponte, ovviamente, è un fiume di gente e passo a passo lo percorriamo tutto, cercando di assaporarne le prospettive, sull’incredibile sfilata di statue barocche che lo adornano ed il panorama, che spazia sulle innumerevoli guglie ed i palazzi nobiliari disseminati lungo le due rive della Moldava. L’accesso al ponte, sulle due estremità, avviene attraverso scenografiche torri, e noi decidiamo di scalare quella sul lato del quartiere di Malá Strana, così da godere anche dall’alto dell’intera struttura e di tutto quanto la circonda.

Dopo ci dedichiamo proprio all’esplorazione di Malá Strana, ennesimo gioiello architettonico della capitale ceca. Prima di tutto ci rechiamo a vedere l’imponente Chiesa di San Nicola, capolavoro barocco degli architetti tedeschi Dientzenhofer, risalente al 1755, i cui interni, per ricchezza di decorazioni, sono una delle massime espressioni di questo esuberante stile, quindi, nelle vicinanze, andiamo alla scoperta dell’interessante Vrtbovská Zahrada, un magnifico giardino a terrazze, anch’esso barocco, caratterizzato da sinuose scalinate e statue di antiche divinità, ma anche, alla sua sommità, da una splendida vista su Malá Strana e sul Castello di Praga.

Passeggiando per il quartiere passiamo per Maltézské Náměstí, quindi di fronte alla Chiesa di Nostra Signora della Catena, la più antica di Malá Strana che fu commissionata dall’Ordine dei Cavalieri di Malta, e arriviamo a Velkopřevorské Náměstí dove si trova il cosiddetto Muro di John Lennon, tutto ricoperto di graffiti e fra questi il volto stilizzato del celebre membro dei Beatles. Il luogo, risalente agli anni ottanta, oggi è diventato un simbolo della libertà di pensiero e tante persone vengono a rendergli omaggio, noi compresi.

Ancora pochi metri e arriviamo sull’Isola di Kampa, formata da una piccola diramazione della Moldava. Qui un pugno di basse ma eleganti case è disseminato attorno a Na Kampě, una piazzetta che sembra lontana anni luce dalla frenesia di una grande città.

A questo punto, ormai a pomeriggio inoltrato, non ci resta che salire, con una funicolare, da Malá Strana alla sovrastante e verde Collina di Petrin dove, immersa nel silenzio di un grande parco, si trova una Torre Eiffel in scala ridotta, costruita soli due anni dopo l’originale e alta non a caso 63,5 metri, infatti sommando a questa altezza quella della collina e la quota di Praga si avrà un risultato identico a quello della più nota torre parigina … Da lassù ci godiamo così l’ultimo, vastissimo, panorama sulla capitale.

Scesi nuovamente a Malá Strana dobbiamo rinunciare, causa mancanza di tempo, prima alla visita del giardino di Palazzo Valdštejn e poi, nei pressi del campeggio, all’interessante Trojskí Zamek, così ormai a sera riconquistiamo, sfiniti, il camper e concludiamo, pienamente soddisfatti, l’intensa tre giorni praghese … e da domani riprenderemo il nostro tour della Repubblica Ceca, che ormai volge al termine.

Giovedì 28 Agosto

Cielo azzurrissimo su Praga questa mattina, peccato però che dobbiamo lasciare la capitale.

Causa traffico e qualche errore vi valutazione sulla strada migliore da seguire impieghiamo un po’ di tempo ad uscire dalla città, poi dobbiamo anche fare spese, così arriviamo con un certo ritardo sulla tabella di marcia nella località di Příbram, storica cittadina mineraria dove vorremmo proprio fare una piccola esperienza nelle viscere della terra.

Ci rechiamo così all’Hornické Muzeum, il più vasto museo minerario dello stato, che sono già passate le 11:00 e dobbiamo accontentarci di prenotare la visita alla Miniera di Drkolnov con il tour guidato delle 12:00… nel frattempo osserviamo qualche vecchio strumento di lavorazione nel piazzale antistante la biglietteria.

All’orario stabilito la guida ci accompagna, col nostro camper, seguito dalle auto di altri visitatori, all’ingresso della miniera, che dista circa due chilometri.

Indossiamo i caschetti protettivi e scendiamo nei vecchi cunicoli, dove un tempo si estraevano metalli preziosi. Qui si trova un’enorme ruota idraulica che, sul finire dell’Ottocento, serviva a pompare acqua fuori dalla miniera, ma si trova anche, per la felicità di Leonardo, uno scivolo in legno lungo oltre cinquanta metri… un piccolo divertimento fuori programma.

Nel primo pomeriggio riprendiamo strada, con la prua ormai rivolta costantemente a sud, e dopo qualche decina di chilometri ci fermiamo a vedere, solo all’esterno, il bianco Castello di Orlík, eretto nel XIII secolo sulle rive della Moldava e diventato un castello lacustre dopo la costruzione di una grande diga. Il suo aspetto originale fu rimaneggiato in stile neogotico nel Novecento e oggi, riportato agli antichi splendori, fa bella mostra di se immerso in un accattivante scenario naturale.

Ancora una manciata di chilometri e giungiamo anche alla Fortezza di Zvíkov, edificata nel Duecento su di una rupe alla confluenza dei fiumi Moldava e Otava. Oggi quella rupe è stata quasi completamente sommersa dalle acque di un lago artificiale, ma il maniero ha conservato il suo aspetto medioevale e merita senz’altro una visita … Fra l’altro vorremmo esplorarne anche gli interni, ma dobbiamo accontentarci dei cortili, delle torri e delle intriganti viste sul lago, perché nell’edificio principale una troupe sta girando alcune scene di un film storico e non ci è permesso entrare.

A metà pomeriggio ripartiamo da Zvíkov e in breve guadagniamo la cittadina di Písek, dove un tempo dal fiume Otava si estraeva oro. Qui merita più di una rapida occhiata il Kamenný Most, che, costruito nel 1265, risulta essere il ponte, allo stato originale, più antico di tutta la Repubblica Ceca, decorato fra l’altro da alcune statue barocche, come il Ponte Carlo di Praga.

Dopo la sosta a Písek la giornata volge al termine e, percorsa un’altra oretta di strada, ci andiamo a fermare per la notte alle porte della città di České Budějovice, sulle rive di un lago, nel Kemp Hoch Bezdrev.

Venerdì 29 Agosto

Ultimo giorno intero in Repubblica Ceca, ma non un giorno assolato, a quanto pare: il cielo infatti è cupo, ma almeno non piove.

In pochi minuti ci spostiamo dal Kemp Hoch Bezdrev alla località di Hluboká nad Vltavou, per andare a visitare l’omonimo castello, in origine medioevale, poi rinascimentale e barocco, infine fatto demolire e ricostruire dalla prestigiosa famiglia Schwarzenberg per farne la loro principale residenza in Boemia. Ne scaturì una sontuosa opera in stile tudor-gotico, piuttosto atipica per la regione, a immagine e somiglianza della reggia di Windsor, in Inghilterra.

Parcheggiamo e a piedi raggiungiamo il castello, che si trova alla sommità di una collina. Lì acquistiamo i biglietti per il tour delle Sale di Rappresentanza, che secondo la guida sono davvero meritevoli di attenzioni. Infatti poco dopo ci troviamo immersi in una incredibile sequenza di ambienti riccamente decorati, sicuramente i migliori interni di tutto il viaggio, forse anche perché meno antichi di altri e quindi in ottimo stato di conservazione.

Usciti dal castello riconquistiamo il camper e ci avviamo lungo anguste strade di campagna, ad ovest di České Budějovice. In questo modo giungiamo, ormai in tarda mattinata, nel villaggio di Holašovice che, completamente abbandonato dopo la Seconda Guerra Mondiale, riuscì a conservare quasi intatta la sua fisionomia, tutta fatta di edifici medioevali tipici dello stile barocco-rurale della regione. Grazie a questo il paese venne restaurato e ripopolato nel 1990 e divenne Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco nel 1998.

Il luogo sembra uscito da una fiaba, con la sua sfilata di case dagli eleganti frontoni riportanti l’anno di costruzione, che dà sulla bucolica piazza e mentre vi passeggiamo, come per incanto, esce anche fuori il sole ad inondare di luce l’intero, quasi poetico contesto, nel quale il tempo pare essersi fermato.

Per pranzo ci spostiamo in un ampio parcheggio sul lungofiume di České Budějovice, che esploreremo nel pomeriggio … Questa antica cittadina, un tempo fra le più potenti della Boemia, conserva un interessante centro storico che merita di essere visto … peccato solo che l’incanto sia finito e le nuvole siano tornate, forse più numerose di prima.

Di České Buděovice visitiamo comunque la Přemysla Otokara II Náměstí, una delle più grandi e belle piazze della Boemia, circondata da edifici che sono una perfetta amalgama di stili architettonici, il tutto dominato dalla sagoma della cinquecentesca Cerná Věž (la Torre Nera).

Subito dopo la passeggiata in centro ci spostiamo alla periferia, così da fare un’originale esperienza. Qui si trova infatti la storica fabbrica della Birra Budvar o Budweiser, prodotta fin dal 1895 con questo nome ed esportata in tutto il mondo, che però non ha niente a che vedere con l’altrettanto nota Bud americana.

Ci uniamo ad un gruppo di turisti tedeschi e facciamo un interessante tour guidato di circa un’ora prendendo visione di tutte le fasi del ciclo produttivo, compreso un gradito assaggio, fino all’imbottigliamento finale, poi usciamo, mentre le condizioni meteo sono peggiorate ulteriormente ed ora piove con insistenza.

Per completare l’itinerario giornaliero manca ancora la cittadina fortificata di Trebon, distante una quarantina di chilometri verso est, e lì andiamo, ma non possiamo goderci più di tanto la sua accattivante piazza, dominata dalla torre campanaria del Municipio e delimitata da pittoreschi edifici porticati, perché continua a piovere e la luce non è certo delle migliori.

Non ci resta quindi che fluire verso il termine della tappa, fino alla storica località di Český Krumlov, della quale ci occuperemo domani mattina e lì, nel parcheggio P1, sotto l’imponente sagoma del castello, ci fermiamo per la notte.

Sabato 30 Agosto

E’ piovuto di nuovo abbondantemente durante le ore notturne e quando ci svegliamo lo fa ancora… Sarà purtroppo una mattinata grigia, ma almeno, secondo previsioni, dovrebbe smettere di scendere acqua dal cielo.

Facciamo colazione e poi, muniti di giubbotti impermeabili, partiamo a piedi dal parcheggio per visitare Český Krumlov, affascinante cittadina medioevale, iscritta per la sua ricchezza ed uniformità architettonica nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’Unesco fin dal 1992.

Sono sostanzialmente due le attrazioni turistiche della città: il centro storico, in gran parte adagiato su di una ansa della Moldava, e l’enorme castello, per dimensioni secondo solo a quello di Praga e noi iniziamo proprio dal castello e in particolare dai suoi interni, nella speranza che intanto la smetta di piovere.

Costruito nel XIII secolo e più volte rimaneggiato fu residenza dei Rožmberk, famiglia ai suoi tempi potente quanto i re di Boemia, quindi degli Schwarzenberg, per questo le oltre trecento sale sono spesso sontuosamente arredate e decorate, soprattutto in stile barocco e rococò. Noi però, naturalmente, ne visitiamo solo una piccola ma significativa parte.

Dalla cima della rupe osserviamo la città vecchia, abbracciata dal lento scorrere del fiume, e dopo circa un’ora, quando usciamo dal castello, cade solo qualche rada goccia di pioggia e riluce il sole fra le nuvole, così affrontiamo una gradevole passeggiata fra le viuzze del centro, fra allettanti scorci medioevali, seducenti ponti e deliziose piazzette, poi facciamo ritorno al camper che sono già passate le 11:00.

A questo punto si potrebbe ritenere concluso il nostro itinerario in Repubblica Ceca … in teoria, perché in pratica ci spostiamo per pranzo nella località di Lipno, a breve distanza dal confine con l’Austria e sulle rive di un vasto lago artificiale. Qui ci sarebbe da salire su di una moderna torre in legno che svetta fra le alture della Selva Boema, ma il meteo continua a non essere eccezionale, nonostante qualche sprazzo di sereno, e allora rinunciamo, accontentando il piccolo Leo (ma anche il sottoscritto e Federico) mediante alcune discese lungo una pista bob … in acciaio e con veloci slittini su rotelle, molto divertenti.

Pranziamo a Lipno e poi, alle 14:30, iniziamo il viaggio di ritorno in Italia … Prima di tutto però torniamo in Austria e, dopo una deviazione per strada interrotta che ci fa perdere un po’ di tempo, alle 16:00 transitiamo, in autostrada, nei pressi della città di Linz.

Alle 17:20 ci lasciamo alle spalle le uscite per Salisburgo e andiamo spediti verso sud, mentre piove a dirotto, così circa due ore più tardi chiudiamo il cerchio del nostro itinerario nella città carinziana di Villach.

Ancora un quarto d’ora di strada e alle 19:40 rientriamo ufficialmente in Italia, per fermarci subito dopo (alle 20:00), come all’andata, a Tarvisio… da lì poi, domani mattina, riprenderemo il viaggio verso casa.

Domenica 31 Agosto

Ultimo giorno del mese e ultimo giorno di ferie. Partiamo alle 7:25 da Tarvisio, mentre Sabrina e Leonardo se ne rimangono a letto.

Un’ora più tardi siamo a Udine … poi, imboccata la A4, ci fermiamo in un’area di servizio per far colazione tutti insieme, così poco prima delle 10:00 ci lasciamo alle spalle anche l’uscita per Venezia.

A Padova prendiamo a seguire la A13 e qui non possiamo fare a meno di pensare alla sosta forzata in officina Daf, dell’andata, per aggiustare la marmitta … riparazione che, a quanto pare, si è rivelata un successo.

Mentre, nonostante la pazza estate 2014, comincia a farsi sentire il caldo italico, alle 11:15 siamo a Bologna ed entriamo in A14, assaporando già aria molto famigliare.

Nella carreggiata nord il traffico è intenso e quasi fermo, non però nella nostra direzione, così alle 11:50 usciamo dall’autostrada a Forlì ed, espletate alcune operazioni di servizio, alle 12:20 concludiamo felicemente il viaggio di fronte al cancello di casa.

E’ stata una bella vacanza itinerante, nel cuore della vecchia Europa, ricca di storia e bellezze artistiche, ma anche dalle sorprendenti sfaccettature naturali, spesso bistrattate dai tradizionali itinerari turistici in Repubblica Ceca, ma invece degne della dovuta attenzione … e da domani torneremo alla vita di tutti i giorni, arricchiti di queste nuove esperienze.

– Dal 14 al 31 Agosto 2014

– Da Forlì a Forlì km. 3975



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