Italian Efes kazievi in Turchia

Milano - Istanbul Milano, alba del 18 Agosto, sveglia prestissimo per prendere l’autobus che porta a Malpensa, in 50 minuti sono al terminal 1. Sonno e ancora sonno ma l’entusiasmo la fa da padrone man mano che i minuti passano e aspetto l’arrivo di una parte degli altri compagni di viaggio da Como e provincia. Sì, una parte, ovvero...
Scritto da: Andrea Nesta
italian efes kazievi in turchia
Partenza il: 18/08/2004
Ritorno il: 31/08/2004
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Milano – Istanbul Milano, alba del 18 Agosto, sveglia prestissimo per prendere l’autobus che porta a Malpensa, in 50 minuti sono al terminal 1.

Sonno e ancora sonno ma l’entusiasmo la fa da padrone man mano che i minuti passano e aspetto l’arrivo di una parte degli altri compagni di viaggio da Como e provincia. Sì, una parte, ovvero Anna, Loris, Paola e Simone che insieme a me costituiscono la parte più numerosa del gruppo di otto persone pronte per questa esperienza in terra Turca. Partiamo alle 7.00, scalo a Zurigo e poi diretti ad Istanbul. Qualche ora più tardi Lele partirà anche lui da Malpensa con volo diretto Alitalia che non paga per via di tutti i viaggi fatti per lavoro. Dopo qualche ora di volo siamo arrivati all’aeroporto di Istanbul, paghiamo i 10 dollari o 10 euro di visto e ci apprestiamo a farci timbrare il passaporto quando dalla fila a serpentone una voce conosciuta ci saluta, è Lele! Partito due ore e mezza dopo di noi lo troviamo a far la fila insieme.

Svolte le procedure di timbro e recuperati i bagagli ci dirigiamo verso l’uscita dell’aeroporto dove ci aspetta Asli, (in realtà per l’alfabeto turco il puntino sulla i non dovrebbe esserci) la nostra amica Turca che ha passato circa 8 mesi in Italia per finire la sua tesi e il master in Architettura!!! Asli ha fatto le scuole italiane in Turchia quindi parla un ottimo italiano, (migliore anche di quello di molti italiani). Arrivata a Milano in Ottobre ha cercato casa in zona città studi e come compagna di stanza ha incontrato Paola, anche lei studentessa al Politecnico. Da qui è nata una bella amicizia, Asli ha iniziato ad uscire con noi trovandosi bene in un paese di cui sapeva molto ma che non aveva ancora visto. Credo si sia trovata bene per invitarci da lei a Istanbul per le vacanze!!! Salutata Asli dopo un po’ che non la vedevamo, ci dirigiamo verso il furgoncino che, dopo tanto cercare per affittarlo, ci condurrà a casa sua e poi in giro per la Turchia.

L’aeroporto si trova nella parte europea di Istanbul mentre casa di Asli è nella parte asiatica così, affidandoci per ora all’autista ci inoltriamo nel traffico di una città di 15 milioni di abitanti. Impieghiamo quasi un’ora per arrivare dall’altra parte, ci è andata bene perché molti abitanti sono in vacanza…

Lasciato il conducente alla sezione dell’Avis, Lele prende in mano la situazione per portarci a casa di Asli, stiamo guidando in 7 ma uno solo ha tra le mani il volante, ecco il traffico caotico della città… meno male che in 10 minuti siamo arrivati, scarichiamo i bagagli e saliamo in casa. E’ un complesso di palazzi di 8 piani, giardino curato con giochi per bambini, piccolo anfiteatro, guardia all’ingresso… Però… Appena sulla soglia la padrona di casa ci chiede di toglierci le scarpe ed entrare a piedi nudi, la casa e i tappeti sono molto belli, da camera di suo fratello si vede il mar di Marmara e la parte Europea, dal resto della casa si vede parte della zona asiatica… La città sembra infinita! Una volta sistemati alla meglio i bagagli andiamo in un centro commerciale (stanno spopolando anche lì…) per fare un po’ di spesa di stuzzichini da portare con noi per il viaggio in pulmino. Dopo aver speso una fortuna in patatine, brioches, biscotti, succhi di frutta e altre cavolate ci prepariamo per la prima cena in Turchia: Asli ci porta in un posto vicino a casa dove fanno il kebab. Possiamo scegliere: Kebab di pollo, di agnello, di manzo tutti serviti con insalate e pomodori di contorno, cremine varie e poi possiamo assaggiare lo yogurt come bevanda, è in un bicchierone e vedo tutti gli altri turchi che ne hanno uno aperto sul tavolo, per ora passo la mano e ne assaggio un po’ da Asli trovandolo non male e mi riprometto di prenderlo nel corso della vacanza. Caffè turco con sabbietta di fondo per finire e conto di circa 10 milioni di lire turche, ovvero circa cinque euro e mezzo al cambio. Infatti un euro viene cambiato a circa 1.750.000 di TL (lire turche) poi rinominati simpaticamente Talleri. Sulle banconote è raffigurato Ataturk, fondatore della Turchia moderna che letteralmente significa Ata = antenato turk = tuchi, ovviamente antenato, padre dei turchi… ben presto diventa familiare tra noi anche perché è raffigurato ovunque, ci sono scuole dedicate a lui, vie, piazze e chi più ne ha… Essendo così familiare anche noi gli diamo un nome familiare, viene soprannominato (con il permesso di Asli) Atatuzzo!!! Dopo un giro per i dintorni torniamo a casa e Asli ci fa assaggiare il vino turco con del formaggio e del miele, in verità l’abbiamo educata noi ai primi approcci di degustazione in Italia, infatti almeno per ringraziarla dell’ospitalità le abbiamo portato una cospicua scorta di ottimi vini Italiani. Apriamo diverse bottiglie di vino turco, non è male, come vino da tavola… intanto è arrivato anche il fratello di Asli, Alì, che di professione fa il montatore presso degli studi cinematografici, anche lui ha fatto la scuola italiana e quindi riusciamo a capirci e a scusarci per il disturbo che abbiamo portato in casa.

Dopo poco arrivano anche due amiche di Asli, Tugba e Asli (nome abbastanza comune ci dice) che però si fermano per pochi minuti e che forse rivedremo al nostro ritorno dal tour.

Si va a nanna ovvero ci accampiamo in casa, Asli con suo fratello in camera dei genitori, Anna in camera di Asli, Simone e Paola in camera di Alì, io Lele e Loris in soggiorno. Prima però si tira a sorte per andare a prendere Stefano all’aeroporto il mattino dopo alle 5.

Stefano ha trovato all’ultimo il biglietto per partire, da Milano ha fatto 12 ore di scalo a Malta ed è poi ripartito alla volta Istanbul. Vince, si fa per dire, Simone e Loris ma soprattutto Asli lo accompagnano.

Ore 5.15 dalle finestre aperte per il caldo arriva la voce del muezzin che dal minareto richiama i fedeli alla preghiera, mi fa uno strano effetto sentire le parole “Allah ekber”, le uniche che riconosco, all’alba in un paese musulmano è comunque molto affascinante sentire tutte le parole che avevo immaginato o sentito solo per televisione ai telegiornali. 19 Agosto Istanbul – Ayvalik Recuperato Stefano dall’aeroporto ora ci siamo tutti e 8 e ci prepariamo, dopo una buona colazione, a partire per il nostro viaggio. Prima, un paesino turistico, famoso per le case greche, il panorama e gli ulivi.

Partenza prevista per le ore 9.00 ma clamorosamente rimandata di un ora abbondante per sonno acuto, incominciamo bene dice Asli rimproverandoci un po’. Caricato il pulmino a dovere ovvero bagagliaio stracolmo ed eliminato il nono posto per far posto alla valigia di Loris partiamo per la Turchia europea, impieghiamo circa un’ora e mezza per lasciarci alle spalle le ultime propaggini della periferia di Istanbul ed eccoci su una strada con molte sconnessioni ed avvallamenti, molto normali per la Turchia. Durante il tragitto ci fermiamo a salutare i genitori di Asli che sono nella casa sul mar di Marmara, una bella casina dal cui soggiorno si gode una splendida vista sul mare. I genitori di Asli ci accolgono calorosamente, sono molto gentili e noi siamo molto contenti di averli potuti salutare e ringraziare dell’ospitalità. In casa c’è anche un pappagallino, subito Asli gli dice qualcosa in turco che assomiglia come pronuncia ad un nostro “appiccica-appiccica- appiccica” cosa vorrà mai dire? Chiediamo la traduzione e ci dice che gli sta mandando “baci-baci-baci” e in turco si scrive, omettendo accenti vari, “opucuk-opucuk-opucuk”.

Dopo questa breve ma piacevole vista ci rimettiamo in strada per raggiungere Eceabat da dove traghetteremo attraverso i Dardanelli per arrivare a Canakkale e poi fino alle rovine di Troia. Durante la strada ci fermiamo ad un ristorantino molto carino, con i camion che a debita distanza si sentono arrancare sulla salita, dove sotto un pergolato assaggiamo le polpette turche, hanno la forma di piccoli wurstel e sono molto saporite, vengono servite con insalata e pomodori, piattini vari con melanzane e fagioli e buonissimo pane caldo tipo pasta per pizza fatto al momento, una bella birra Efes fresca (la migliore e la più diffusa in Turchia) il tutto per la cifra di 7 milioni di talleri, neanche 4 euro, siamo serviti da 4 camerieri che non ci lasciano mai il bicchiere vuoto. Altro che ristorante di lusso!!! La trattoria con dei camionisti intorno è sempre una sicurezza… Dopo l’abbuffata riprendiamo il cammino in ritardo mostruoso sulla tabella di marcia, lanciamo per quanto possibile il nostro Hyundai Starex lungo i rettilinei turchi in mezzo a sterminati campi di girasole fino all’imbarco per il traghetto, sono le 16.30. Siamo ritornati in Asia, dopo aver sbagliato strada un paio di volte per la città di Canakkale, al bivio che indica il sito di Troia, Asli ci avverte che sono rimaste solo pochissime rovine e decidiamo di salire sulla ricostruzione del cavallo come dei bambini al parco giochi. All’ingresso accade un fatto che si ripeterà molte altre volte durante il nostro viaggio. Asli ha lavorato durante le ultime due estati agli scavi archeologici di Efeso ed ha un tesserino sul quale c’è scritto che ogni accesso a siti archeologici deve essere gratuito, senza neanche sfoderarlo parlotta un po’ con l’addetto all’ingresso, si ripetono un po’ di volte tamam tamam (che in turco vuol dire va bene) e ci fa passare da un cancelletto laterale senza pagare perché Asli ci fa passare tutti per Efes kazievi ovvero per studenti Italiani che lavorano alla casa degli scavi di Efeso!!! C’è ad dire che su 8 persone, 4 lavorano, 2 studiano ingegneria, a me manca la tesi per essere architetto e quindi Asli è l’unica ad essere regolare…

Fatto il giro sul cavallo leggiamo la storia della città nel piccolo spazio dove c’è anche una ricostruzione delle 7 antiche città che si sono succedute… Tempo trascorso 30 minuti. Talleri risparmiati circa 50 milioni.

Ci dirigiamo ora verso Assos dove avremmo dovuto fare il bagno e visitare un piccolo sito archeologico se fossimo stati nei tempi, invece dopo una strada molto stretta tutta curve e tornanti arriviamo al mare ed inizia ad essere scuro e fa anche un po’ freschino, scegliamo dopo non poco tribolare un posticino dove si mangia su una specie di piattaforma di legno sul mare, si fanno alcuni scalini e ci si trova proprio a pochi centimetri sull’acqua, il posto è da togliere il fiato, alle spalle una parete di roccia con delle rovine incombe sul mare mentre si apre davanti il mar Egeo e in lontananza si vedono le coste dell’isola di Lesbo. Pochissime luci all’orizzonte, le candele che illuminano una bella tavolata di pesce e il frangersi delle piccole onde sulla spiaggetta sassosa fanno il resto, sembra un paradiso!!! Anna e Stefano non resistono al richiamo dell’acqua e si tuffano nell’acqua a loro dire calda… Anche Asli li segue ma si bagna solo un po’, l’uscita dall’acqua è da pelle d’oca, anche se negano si vede!!! Intanto ordiniamo il pesce, un ragazzo lo prende da una grossa cesta con del ghiaccio e lo pulisce nell’acqua di mare sotto i nostri occhi e sotto gli occhi di un gatto che non aspettava altro! Ormai è buio, la pancia è piena, abbiamo speso circa 30 milioni di talleri a testa e ci dirigiamo verso il nostro pulmino, dobbiamo arrivare al posto dove abbiamo prenotato il pernottamento, sarà circa un ora dice Asli, Stefano è lanciatissimo sorpasso su sorpasso, ma dopo un ora siamo ancora lontani e dobbiamo fare un altra ora abbondante per raggiungere la nostra casetta greca ad Ayvalik. Arriviamo circa a mezzanotte e mezza e scopriamo che la proprietaria ha dato via le nostre camere…Aaaargh! Troviamo comunque sistemazione in altre camere, alcune nella parte nuova altre nella parte vecchia della casa. È tutto molto carino e un po’ ruspante, bagno in comune e terrazzina con cuscini. Il posto è gay friendly ci dice Asli che lo ha letto dal sito web. Nel giro di poco tutti piombiamo in un sonno profondo.

20 Agosto Ayvalik – Efeso Per chi vuole fare il giro del paese la sveglia è alle 8.30, dopodiché ci apprestiamo a fare la nostra prima colazione turca. Siamo seduti praticamente all’ingresso della pensioncina, sotto un pergolato d’uva tra i muri di due case, il posto è molto particolare anche se descrivendolo non sembra tale. Colazione con pomodori, cetrioli, olive, feta, marmellata, burro, miele, pane, ovetto sodo immancabile il çay, ovvero il tè, per chi vuole c’è il caffè turco. È una bellissima tavola imbandita e la proprietaria non si lascia perdere l’occasione per farci delle foto dall’alto della scala… Ci dice che le metterà sul sito web, noi le crediamo fino ad un certo punto e consumiamo la ricca colazione.

Terminata la colazione ci affrettiamo a partire per Efeso, sistemiamo i bagagli sul pulmino e ci addentriamo per le viuzze strette del paese tra negozietti di spezie e di kebab, c’è anche un barbiere, dentro un ragazzino di massimo 10 anni sopra ad uno scatolone sta tagliando i capelli ad uno che ne avrà 6.

Con Simone alla guida lasciamo questo bel paese e prendiamo la strada per Efeso, dopo alcuni chilometri siamo incolonnati, la fila è lunga siamo tutti fermi tranne i soliti furboni che qui passano per le strade sterrate ai lati della strada se non addirittura a bordo dei campi. Dopo circa mezz’ora arriviamo al punto dell’incidente, un’ambulanza ha fatto un frontale con un auto di tedeschi che poi ha sbandato finendo fuori strada. Comunque sembra tutto ok per i passeggeri fuori dall’auto. Solitamente le numerose auto tedesche che si vedono per la Turchia sono di turchi emigrati in Germania che tornano in patria per trascorrere le vacanze dai familiari.

Dopo questo stop proseguiamo, c’è ancora un bel pezzo da percorrere, la strada è molto accidentata ed i colpi si sentono bene. Finalmente troviamo un’autostrada, la imbocchiamo al volo e in poco tempo siamo alla periferia di Izmir dove ad accoglierci ci sono dei palazzoni di 15-20 piani di ogni colore costruiti sulle collinette, spuntano come funghi e sembrano delle Acropoli moderne arroccate in cima al colle. Un vero degrado paesistico commentiamo con Asli che è d’accordo con noi. In questo periodo la Turchia è un grande cantiere, stanno costruendo tantissimi casermoni, villette, centri commerciali, capannoni, molti però restano incompleti perché vengono portati avanti quando ci sono i soldi e quindi ci possono volere anche molti anni per terminarli oppure il costruttore è scappato con i soldi lasciando solo lo scheletro di cemento. Passata l’Acropoli moderna di Izmir in poco tempo siamo finalmente ad Efeso, direzione scavi archeologici!!! Arriviamo nel luogo dove ha lavorato quest’anno Asli, ci sono altri ragazzi che conosce e ci fanno entrare (siamo o non siamo efes kazievi?!), visitiamo le terme, una basilica, altri locali ancora da restaurare, siamo praticamente soli senza nessun altro turista nel raggio di parecchie centinaia di metri. Ci spiega poi che c’è ancora molto da scavare, tutta la collina che è davanti a noi e poi chissà che altro ancora. Saltiamo la visita di una parte del sito in scavo perché si potrebbe incontrare qualche serpente o scorpione, ci fidiamo ciecamente e proseguiamo per la parte aperta al pubblico. Non ricordo se ci sia da pagare qualcosa ma per noi il problema non si porrebbe comunque, …Siamo efes kazievi! Entriamo nel sito, vediamo di sfuggita l’Agorà, la biblioteca di Celso, il Teatro e ci fiondiamo subito all’ingresso degli scavi in corso sotto una tensostruttura dono del governo austriaco che è anche il responsabile degli scavi. Asli incontra dei suoi amici Austriaci ed entriamo dove stanno restaurando delle ricche ville . Non avevo mai visto dei mosaici così belli ed intatti, è molto grande, non so più dove guardare perché è tutto molto decorato e ben conservato, entriamo in una villa: cortile centrale, peristilio, cisterna per la raccolta dell’acqua piovana , i cubicola, le terme, una basilica ci sarebbe da starci una giornata intera per apprezzare tutto ma sono le 18 e gli scavi chiudono, ringraziamo i custodi e salutiamo gli altri efes kazievi… Quelli veri. Facciamo il giro degli scavi aperti a tutti, sono molto belli e suggestivi, in particolare resto colpito da un particolare, si tratta di un’apertura formata da quattro colonne con la trabeazione tra la prima e la seconda e tra la terza e la quarta, al centro tra la seconda e la terza c’è un arco decorato, questo elemento detto Serliana, da Serlio che la identificò e la portò nel mondo occidentale, è stata un elemento fondamentale di decorazione del palazzi rinascimentali e usato da Palladio nelle sue ville per poi essere utilizzata anche da Sansovino nella Libreria Marciana a Venezia, finalmente la vedo dal vero, l’esame di storia dell’architettura ha lasciato qualcosa…

Continuiamo il giro, facciamo una classica foto di gruppo sulle antiche latrine e dopo ci dirigiamo verso ciò che avevamo visto di sfuggita prima.

Si sta facendo tardi, ci dirigiamo a Selçuk dove pensiamo di aver prenotato le stanze… Infatti le nostre camere sono state date ad altri quindi troviamo sistemazione in altre camere sparse per l’alberghetto, mi sa che è un po’ una tradizione quella di dare le camere ai primi che arrivano nonostante la prenotazione. Il posto è molto bello, completamente ristrutturato abbiamo la camera con l’aria condizionata e una piccola piscina a disposizione. Fantastico, ci sono anche due cicogne sul tetto della casa davanti all’albergo!! Intanto a bordo piscina Stefano incontra un suo amico, Emiliano, di Seregno, (com’è piccolo il mondo…) che con altri tre ragazzi sta facendo il giro della nazione, sono quasi tre settimane che girano e la loro prossima tappa sarà Istanbul per poi fare ritorno a casa. Ci avvisano che Pamukkale è all’asciutto e questo ci demoralizza un po’… Che fare, andare comunque o saltare la tappa? Con gli altri ragazzi andiamo a cena, Asli ci porta a ?irince, un posto a qualche chilometro dall’albergo, in collina. Si tratta di una mega villona con un gran giardino, c’è una parte lastricata dove sono sistemati i tavoli, inutile descrivere la bellezza del posto con le luci delle torce e delle candele! Antipastini vari e abbondanti di verdura, molte le melanzane, kebab super lusso, frittura di non so cosa, birra a fiumi, dolce di banane con yogurt acido miele e nocciole, a parte l’acidità dello yogurt (troppo acido anche per Asli) il resto è ottimo, prezzo di tutto 26 milioni di talleri a testa, in Italia non basterebbero 40-50 euro in un posto così! Dopo una cena così prima di andare a dormire è d’obbligo una fumatina di narghilè alla mela sul terrazzo dell’albergo seduti sui tappeti e cuscini tra lanterne e un cielo stellato visto poche altre volte.

21 Agosto Efeso – milli park – Efeso Durante la notte commettiamo l’errore di spegnere il condizionatore e tenere le finestre aperte per far entrare un po’ di fresco perché ci siamo dimenticati del muezzin che alle 5 del mattino ci sveglia tutti, sembra di averlo in camera con noi, la moschea è a pochi passi …

Ripreso il sonno senza particolari problemi ci svegliamo verso le nove per fare la tipica colazione sulla terrazza dell’ alberghetto e poi direzione mare!!! Circa un ora di furgoncino e durante il tragitto per andare al mare Asli ci fa sentire una cassetta di un cantante turco molto famoso, Teoman, subito ci piace la musica che fa, è un rock molto facile da imparare e canticchiare e credo non avrebbe problemi a spopolare anche in Italia, al nostro ritorno ad Istanbul sappiamo già cosa comprare… per ingannare il tempo guardiamo la cartina della Turchia e troviamo una città chiamata Batman, subito si scherza sul nome… poi Asli ci spiega che in quella città c’è una raffineria di petrolio americana che preleva greggio turco lo lavora e lo rivende agli stessi turchi!!! Sarà anche per questo che la benzina e il gasolio costano come in Italia?! Chiacchierando siamo arrivati al parco nazionale (milli park), paghiamo 12 milioni di talleri per l’ingresso con il pulmino e dopo 5 minuti di strada prendiamo la deviazione per la spiaggia. Affittati due ombrelloni e le sdraio passiamo l’intera giornata al mare, facendo il bagno in un’acqua fredda e cristallina. Ci godiamo il sole e il mare fino al tardo pomeriggio quando ripartiamo per fare ritorno in albergo ma non essendo ancora soddisfatti di bagni sfruttiamo il poco sole rimasto ancora in cielo e ci tuffiamo in piscina per un’altra mezzora, poi birrettina sulla sdraio… una pacchia!! Ci prepariamo per la sera, Lele ha preso pieno possesso della tv che c’è all’ingresso e sta guardando le Olimpiadi insieme ad altri turisti Italiani appena arrivati, facciamo fatica a staccarlo dal video e a portarlo verso il centro paese, ci fermiamo in un posto dove assaggiamo il Pide, ovvero un specie di pizza turca di forma allungata che può essere guarnita con carne e formaggio o solo formaggio, non è male anzi, facciamo il bis!!! Per smaltire un po’ la cena ci addentriamo nel centro cittadino per fare qualche acquisto, come l’occhio di Allah, un portafortuna blu che ha al centro decorato un occhio azzurro. È molto tipico e lo vediamo dappertutto, anche pitturato sui camion e poi a Istanbul al posto dell’indicazione del capolinea molti bus avevano la scritta Masallah che indica questo portafortuna.

Ci fermiamo in una specie di pasticceria per mangiare dei dolcetti, i famosi Baklava che Asli ci aveva fatto assaggiare in Italia, si tratta di una pasta sfoglia con sopra del pistacchio, inzuppati di miele fino all’inverosimile con all’interno del burro, una vera bomba calorica!!! Accompagniamo il tutto da çay e da caffè turco dopodiché ci avviamo verso l’albergo per un narghilè e per una birrettina nell’angolo orientale sulla terrazza.

Prima di andare a dormire chiudiamo le finestre e facciamo andare al minimo il condizionatore, nonostante ciò sentiamo ancora il muezzin cantare alle 5 del mattino.

22 Agosto Efeso – Pamukkale Sveglia e colazione, paghiamo circa 30 milioni per due notti, e partenza per Pamukkale!!! Dopo circa un ora di viaggio arriva una telefonata ad Asli, sono i proprietari dell’albergo che ci chiedono se abbiamo restituito le chiavi della camera…Attimo di gelo… quale camera???…La 202, eravamo in quattro in camera, io, Lele, Loris e Anna che ci ha sopportato più volte in camera, gli altri tirano un sospiro di sollievo mentre noi quattro dopo un rapido frugare nelle tasche… Nooooo!!!!… Mi sono tenuto la chiave della stanza… Meno male che il fratello del proprietario ha un albergo a Pamukkale e restituiremo a lui la chiave al nostro arrivo! Prima di arrivare a Pamukkale ci fermiamo a Buldan, paesino tipico turco, famoso per il tessile e le case turche in legno protette, anche qui Asli è stata diverso tempo a censire casa per casa quelle più bisognose di restauro. Arrivati in paese iniziamo a fare il giro per i vari negozietti, le ragazze si fermano in un posto di quattro metri per tre dove un signore sui 150 chili intento a mangiare cetrioli, pomodori e una melanzana cruda, vende foulard, pashmine, rivestimenti per cuscini… Mi sa che facciamo la sua fortuna, contrattiamo per una buona mezz’ora i vari prezzi e ne usciamo contenti sia noi che lui. Dopo è la volta di un altro negozio dello stesso genere molto più moderno e sciccoso dove ci fanno vedere i telai dove tessono tutto quello che vendono, intanto ci offrono del çay, mentre le ragazze svolazzano per il negozio noi maschietti ci sediamo sugli immancabili tappeti e cuscini a sorseggiare il nostro tè bollente. È ora di pranzo ovvero saranno le due del pomeriggio e ci dirigiamo in un posto dove Asli andava spesso quando era qui per il lavoro di censimento. Purtroppo oggi è chiuso ma a fianco c’è un’altro locale dello stesso proprietario dove ci sistemiamo e pranziamo con del Pide. L’amico di Stefano, Emiliano, ci aveva parlato della Turkish Cola che è veramente una bomba per il suo effetto digestivo, quando rimane qualcosa sullo stomaco la Turkish Cola lo sistema, ne chiedo allora una lattina ma non ce l’hanno, la vanno a prendere al negozio dall’altra parte della strada!!! In seguito saprò che i proventi di questa bevanda vanno a finanziare gli estremisti integralisti, …Non la prendo più… il locale è molto rispettoso dell’Islam, non si vendo alcolici, quindi niente birretta, alle pareti sono appesi varie immagini dei fedeli in preghiera a La Mecca, ci sono dei Corani appesi alle pareti e varie scritte tratte dal Corano ci dice Asli, che non segue l’Islam. Intanto la tv è sintonizzata su un canale che trasmette solo musica e dopo qualche canzone arriva il nostro mito turco, Teoman che canta Dus (ovvero “doccia”, il video è molto esplicito e la traduzione che ci fa Asli ha poco a che fare con i principi dell’Islam), intanto canticchiamo e il proprietario sembra sorridere…Ha già pensato alla nostra fine…?! Per chiudere il pranzo ci offrono dei chiodi di garofano per pulire la bocca dai batteri, un po’ come il chewingum, sono da masticare, Paola che assaggia di tutto ne mette in bocca un po’ ma ne rimane disgustata, sono troppo forti per i nostri palati. Il conto per un bel po’ di pide, pizzette arrotolate, dolcetti, turkish cola, çay e caffè è di 4,5 milioni di talleri a testa, come un cappuccio e una brioches nei nostri bar.

Dopo un’ altra mezzora di buche arriviamo a destinazione. La prima persona che ci ferma per chiederci se vogliamo un albergo è la persona a cui dobbiamo restituire la chiave… Non so che dire, un caso o che cosa??… Sempre lui con il suo motorino ci fa strada fino al nostro albergo che è davanti al suo…Sempre più stupito delle coincidenze… Comunque entriamo e, guarda caso, le stanze per noi non ci sono, sono state date ad altri, non ci facciamo più caso e il proprietario ci trova una sistemazione nella parte nuova dell’alberghetto, la stanno ancora finendo, mancano solo gli arredi, è tutto nuovo e profuma ancora di cantiere… La parte vecchia dell’alberghetto è molto più decadente, vediamo le camere di Simone e Paola e di Asli e Stefano ed effettivamente non c’è paragone con le nostre, il proprietario per scusarsi non ci fa pagare i 20 milioni di differenza per le camere nuove, mi sembra giusto.

Anche qui c’è la piscina ma l’acqua che c’è dentro è quella delle terme! Per questo non ce n’è più nelle vasche naturali delle formazione calcaree, tutti gli alberghi prelevano l’acqua delle terme per riempire le piscine così la vera attrattiva del posto rimane a secco…

Restiamo per un po’ in albergo, chi si fa la birretta, chi prende il sole e chi si fa un tuffo nella piscina artigianale. Dopo un ora andiamo a visitare le formazioni naturali, Anna si propone per guidare! OK, dopo pochi metri è alla guida a piedi nudi visto che le ciabatte le danno fastidio… In pochi minuti siamo arrivati a destinazione e passiamo l’ingresso da bravi efes kazievi.

Ci togliamo anche noi le ciabatte ed entriamo a piedi nudi sulle formazioni calcaree, un po’ d’acqua c’è ma la maggior parte delle vasche è chiusa, scendiamo seguendo il serpentone umano che, come tanti nanetti di Biancaneve, procede in colonna lungo la discesa calcarea per ammirare le bianche vasche da diversi punti di vista. Non resistiamo molto e dopo un po’ torniamo indietro e andiamo a camminare lungo un canaletto coperto che ci porta lungo tutto il perimetro superiore delle vasche, qui c’è meno gente, riusciamo ad apprezzare meglio questo capolavoro della natura e facciamo qualche foto. Alle spalle delle vasche ci sono le terme ma è tardi per entrare e fare un po’ di fanghi quindi ci dirigiamo verso le rovine della città di Hierapolis e sempre a piedi arriviamo al teatro greco che ha una pendenza della cavea notevole dove ci riposiamo un po’ e ci godiamo la magnifica vista sulle vasche e su tutta la pianura coltivata. Incontriamo anche tante ragazze in abito da sposa che vengono a fare le foto qui, al chè dall’alto della mia ignoranza chiedo ad Asli come mai anche loro in abito bianco? Mi dice che qui ci si sposa in comune e usano anche loro l’abito bianco, sono ben pochi quelli che chiamano l’Imam per sposarsi secondo un rito musulmano.

Dopo quest’ultima spiegazione ci dirigiamo verso il pulmino e Anna, sempre a piedi nudi, ci riporta all’albergo. Qui Asli ci saluta e va a nanna, l’abbiamo distrutta con tutte le cose che le abbiamo chiesto. Intanto Lele sta tenendo d’occhio i bambini, figli dei proprietari, che stanno guardando i cartoni animati, non appena finiscono è pronto a fiondarsi per vedere le Olimpiadi, lo avvisiamo che procediamo a cenare e dopo un po’ ci raggiunge aggiornandoci il medagliere. Solita mangiata esagerata e alla fine chiediamo, in inglese, se ci possono portare una torta perché il giorno dopo è il compleanno di Asli!!! Il ragazzino che ci ha servito si dà un gran da fare a cercare ma non trovando niente inforca la bicicletta e sparisce, ritorna dopo 10 minuti con una specie di plumcake al cioccolato, ci vorrebbe del vino e ancora in inglese chiediamo al ragazzino che cerca cerca e ricerca ma non trova niente quindi prende ancora la bicicletta e dopo un po’ torna con del bianco di Pamukkale, va benissimo, se non altro per lo sforzo profuso e come ultima cosa gli chiediamo una candela che, fortunatamente, trova subito. A mezzanotte entriamo piano piano in camera di Asli, Stefano la sveglia dolcemente e TA-DA!!! Sorpresa!!! Canzoncina di rito, soffio sulla candela e vino bianco di Pamukkale! Festeggiamo un po’ Asli, che dentro di sé ci manderà al diavolo in turco perché l’abbiamo svegliata, ma che comunque mi sembra contenta della sorpresa e ci ringrazia del pensierino che le abbiamo portato dall’Italia.

Il giorno dopo Stefano ci dirà che dopo due minuti era già tornata nel mondo dei sogni.

Ormai è l’una di notte, si va a nanna, domani abbiamo una tappo lunga, dobbiamo arrivare a Olympos che si trova sulla costa sud, sono circa 5 ore e abbiamo un passeggero in più, Aysegul, un amica di Asli diretta anche lei a Olympos.

Ore 4.25 niente muezzin ma ci sono un bel po’ di zanzare in camera, dopo aver resistito un po’ io e Loris che eravamo nella stessa stanza accendiamo la luce e ci mettiamo a far caccia grossa, ne stendiamo 5… Sembra tutto tranquillo…Spegniamo la luce, dopo 20 minuti…Zzzzzzz ancora !!! riaccendiamo la luce e ne secchiamo un’altra… Spegnamo nuovamente la luce e dopo una buona mezzora di altri ronzii, ne secchiamo un’ altra, riusciamo a prendere sonno verso le 7 ancora un oretta e poi partenza…

23 Agosto Pamukkale – Olympos Dopo la lotta con le zanzare facciamo colazione e andiamo a prendere Aysegul alla stazione degli autobus. Cerchiamo di fare posto per lei e il suo bagaglio nel pulmino, impresa ardua, riusciamo a sistemare la valigia di Loris dietro e riempiamo fino al tetto il bagagliaio dello Starex, …Abbiamo il posto per Aysegul!!! È una ragazza molto carina che lavora per un giornale di moda e viaggi, parla inglese, francese, tedesco (un po’ come Asli) oltre al turco ma non l’Italiano, i più ferrati con l’inglese, Lele in particolare, riescono ad avere un minimo di conversazione con lei. È un’amica di vecchia data di Asli, quando torneremo a Istanbul ci farà vedere delle sue foto con Aysegul di quando erano all’asilo. Prima di partire ci fermiamo in banca per cambiare euro e qui assistiamo ad una scena da film, infatti un ragazzo ha appena prelevato un sacco di soldi… Nel vero senso della parola, vediamo mazzettoni di lire turche infilarsi in 3 sacchetti e poi in un borsone di tela. Quanto avrà prelevato??!! Visto l’andamento dell’inflazione credo poco ma comunque una bella sommetta per il momento…

Dopo il cambio usciamo dalla città in direzione Olympos con tappa intermedia a Termessos, un’altra città antica che raggiungiamo dopo tre ore di viaggio e diversi campi di oppio.

Arrivati a Termessos ci dirigiamo all’ingresso del milli park, si paga 8 milioni di talleri a testa, un po’ tanto e qui interviene Asli che ancora una volta spiega al tizio che siamo…Efes kazievi quindi niente biglietto, il custode è un po’ più restio degli altri e chiede il tesserino ad Asli, propone di pagare un solo biglietto simbolico ma poi parlottano ancora un po’ e alla fine con un po’ di tamam da parte sua e un po’di tamam da parte di Asli entriamo senza pagare. Carichi di persone e bagagli il nostro pulmino fatica appena a salire lungo la strada tortuosa e in 15 minuti ci porta al parcheggio nella pineta da cui si prosegue a piedi.

La “Lolli” indica un bel percorso di arrampicata (addirittura!) per arrivare alle rovine, Anna ha le ciabatte con un po’ di tacco mentre Asli ha le infradito…, in effetti la Lolli aveva ragione, dopo circa venti minuti di mulattiera sulle rovine sotto il sole dell’una arriviamo ad un edificio dove c’è un cartello in inglese che dice “Unidentified construction” …Ma come ci siamo fatti tutto questo sbattimento per vedere un ufo di terra…?? Proseguiamo scherzando ancora per via dell’ufo fin quando arriviamo in cima e troviamo uno spettacolare teatro ancora ben conservato che si erge a strapiombo sull’ultimo tratto della collina, lo sfondo è reso ancora più emozionante dalla parete di roccia della montagna che a un centinaio di metri di distanza si alza altissima sul teatro. Ci fermiamo in contemplazione per un po’ dopo a gruppetti c’è chi prosegue e chi si stende sulle gradinate a riposarsi dalla fatica. Più avanti vediamo i resti delle cisterne d’acqua, stiamo camminando sulle loro volte, speriamo reggano ancora qualche minuto al nostro peso, vediamo il tempietto dedicato agli eroi, il parlamento, il ginnasio e le rovine di alcune abitazioni, tutto fatto con blocchi enormi di pietra. Ci incamminiamo per il ritorno ma non riusciamo a trovare Aysegul… abbiamo già perso la nostra nuova compagna di viaggio???!!! Asli è un po’ preoccupata perché ci spiega che qualche mese fa la sua amica si era rotta una gamba e aveva qualche problema anche alla caviglia…Accidenti, abbiamo rotto un’amicizia di oltre vent’anni in meno di 15 minuti… dopo aver gironzolato un po’ la troviamo seduta un po’ più a valle a riposarsi, tutto ok, …Amicizia salva…! Vista la faticata fatta, nessuna caviglia slogata, e la difficoltosa accessibilità del posto capiamo perché i romani preferirono farsi alleati gli abitanti piuttosto che andare fin lassù per combattere!!! A centuriò semo stanchi e ce fate pure combatte? Bene bene, una volta ricompattati scendiamo verso il parcheggio belli sudati e riprendiamo la strada per Olympos, passiamo per Antalya che la Lolli non fa altro che descrivere per tutte le cose dedicate ad Atatuzzo o meglio io e Stefano esageriamo un po’ con le cose…

Dopo due ore siamo ad Olympos, mitico posto dove negli anni sessanta un gruppo di persone ha iniziato a vivere secondo i rituali del tempo, ci sono ancora le case sugli alberi!! Oggi ci vengono gli australiani col fisicaccio da surf a svernare e subito le ragazze drizzano le antenne per captarne qualcuno… Sorgono diversi villaggi di bungalow o simili che hanno seguito la scia del primo insediamento. Arriviamo allo Sheriff, il nostro accampamento e, guarda caso hanno stravolto ancora la nostra prenotazione… recuperiamo la situazione e ci trovano sistemazioni in vari bungalow. Dall’esterno sembrano tante capanne dello zio Tom rivestite da cortecce d’albero mentre all’interno sembrano delle baite alpine tutte in doghe di legno con pavimento anch’esso in legno. In quella di Asli e Stefano ci sono solo due materassi per terra e manca il bagno, no problem, ci sono poi quelli in comune, …Loris sbianca!!! Poi negli altri bungalow le cose vanno meglio, ci sono i letti e i bagni… pericolo scampato!!! Intanto notiamo che tra le varie capanne rialzate dal terreno da qualche scalino gironzolano indisturbate delle galline… Mentre Anna, Asli, Aysegul e Stefano vanno a fare un tuffo in mare noi ci sistemiamo e facciamo la doccia tanto attesa dopo la camminata di Termessos. Mentre aspettiamo la cena Lele si mette vicino alla tv per vedere se riesce a beccare il canale delle Olimpiadi…Ormai non ci facciamo più caso…

Intanto Aysegul ha incontrato un suo amico,Gokhan, che purtoppo parla solo turco.

Ecco la cena, ci serviamo come ad un self service solo che chi ci riempie il piatto se lo fa passare di mano in mano, questa sera spaghetti, niente male, poi peperoni ripieni, una specie di involtino di pasta fritto con ripieno di formaggio e una verdura simile al prezzemolo, una ciotola di yogurt semiliquido, çay e caffè, da bere una bella Efes ghiacciata.

Come cena niente male se solo il caldo afoso non avesse reso vana la nostra doccia…

C’è un tavolo da ping pong che presto facciamo nostro, il caldo è veramente troppo e le birre Efes spariscono in un baleno anche a causa dell’agonismo che mettiamo nelle nostre partite, un doppio, un altro doppio poi ancora e un altro ancora, Gokhan è veramente bravo e spesso ci mette in difficoltà.

Dopo più di un ora di partite e gli abiti da cambiare andiamo nel villaggio dove tutto il movimento di Olympos ha preso vita. Vediamo le case sugli alberi e tanta gente in giro, ci spostiamo in un altro posto dell’accampamento dove si balla in un atmosfera western che poco ha a che fare con il luogo, un ragazzo con la chitarra suona, è molto bravo e lo ascoltiamo volentieri.

Intanto per festeggiare ancora il compleanno Asli ci offre “bir bira” a testa cioè una birra a testa, adesso al centro della corte in stile west hanno acceso un falò, pian piano la gente si riunisce sui gradoni della corte ed inizia a ballare un misto di musica anni 70 e contemporanea per un bel po’ di tempo, l’atmosfera che si è creata è molto bella, mancano solo i pantaloni a mega zampa d’elefante e le camice a fiori fino a quando il dj attacca con la techno, al che abbandoniamo la pista e ci dirigiamo prima al bar e poi fuori dalla calca per prendere una boccata d’aria fresca. Sono seduto con Loris su un trespolo quando una ragazza si avvicina e ci chiede “Italiani?” sì rispondiamo in coro, si presenta, si chiama Raffaella è di Abbiategrasso o dintorni, ci racconta del giro che sta facendo con altre tre amiche che scopro abitare ad una fermata di metropolitana da casa mia…(sempre più piccolo il mondo)… Chiacchieriamo un po’ bevendo qualcosa e ci diamo appuntamento il giorno dopo in spiaggia.

Sono ormai le quattro quando andiamo a dormire.

24 Agosto Olympos Ci svegliamo questa volta al canto del gallo e non del muezzin, è prestissimo per l’ora a cui siamo andati a dormire e questo galletto non la smette più, dopo un po’ arriva un altro galletto a farci sentire come canta bene, chiudere le finestre è improponibile visto che abbiamo aperto anche la porta per il caldo quindi cerchiamo di riaddormentarci.

Riusciamo a far colazione verso le 11, sembriamo belli freschi nonostante le ore piccole.

Mentre gli altri ci anticipano in spiaggia io e Loris approfittiamo del fatto che mal sopportiamo il sole nelle ore più calde e ci mettiamo a fare i lavandai per avere qualche maglietta in più di ricambio e mettiamo in conto di raggiungere gli altri verso le tre e mezza. Sarà per le esalazioni delle magliette o per la serata di ieri ma il buon Loris non sta affatto bene, sonnecchia ed ha caldo, dopo essersi rimesso un po’ in sesto ed aver preso un gelato Algida (è molto diffuso e qui viene pronunciato alghida) gli passo un aulin e ci mettiamo entrambi a sonnecchiare sui cuscini e sui tappeti, anch’essi su una struttura di legno rialzata da terra, come le capanne dello zio Tom, di forma quadrata con al centro un buco da cui esce il tronco della pianta di limone che ci fa ombra. Il tavolino che è al centro è anch’esso quadrato ma all’interno è sagomato per far spazio al tronco e ai rami dell’albero.

Dal bar arriva una musica molto slow che rende l’atmosfera molto tranquilla e oziosa mentre ogni tanto qualche galletto canta, bisogna vedere il film “Nel continente nero” ripete Loris in preda alle allucinazioni da aulin, molte cose turche gli ricordano quel film. Io l’ho visto molto tempo fa e non mi ricordo molto, è da rivedere, intanto la musica è ancora più lenta, una voce molto melodiosa e morbida si mischia alle cicale di sottofondo… Che relax…

Il tempo passa veloce, sono le cinque, che fare, …Te la senti di andare a fare un giro in spiaggia? …Ok, ma aspettiamo il pulmino che ci porti. Sapevamo che c’era un pulmino che faceva la spola per la spiaggia ma cercando la fermata siamo arrivati direttamente al capolinea in meno di 5 minuti , si vede che non faceva altre fermate. Paghiamo 2 milioni di talleri per entrare perché è un millipark, ci sono delle rovine Licie e ci dirigiamo verso la spiaggia dopo aver guadato una sorgente di acqua ghiacciata che nel giro di cinque secondi ti fa perdere la sensibilità ai piedi…

Eccoci in spiaggia, raggiungiamo il resto della truppa che è stesa all’ombra di un enorme masso e stendiamo l’asciugamano sulla spiaggia sassosa.

In mare ci sono molte barche che scaricano badilate di turisti che arrivano a visitare i resti archeologici e per fare un tuffo in acqua.

Restiamo in spiaggia poco più di un ora e osserviamo due ragazzi che si stanno allenando a far volteggiare dei birilli, iniziano a fare un po’ di numeri e alla fine scatta il nostro applauso e quello di altre persone sulla spiaggia.

Mentre torniamo indietro ci viene spiegato come questa mattina abbiano rischiato di lasciare il pulmino insabbiato ad Olympos… Ci ricordiamo anche che ci siamo dimenticati di cercare Raffaella per salutarla perché la sera stessa partiva per una nuova destinazione.

Intanto Asli ci spiega che sulla stessa spiaggia più a est di notte in certi periodi dell’anno arrivano le tartarughe caretta caretta a depositare le uova!!! Ritorniamo alle nostre capanne e per la cena Lele si piazza davanti alla tv a vedere le Olimpiadi, è una cosa mostruosa per l’atletica… Mangiucchiamo un po’ di pollo… Non sarà mica il galletto che ci ha svegliato questa mattina?! Dopo cena ci mettiamo anche noi a guardare le Olimpiadi, ormai siamo stati contagiati e più tardi ci dirigiamo verso il posto della sera prima , è anche l’unico con un po’ di vita, sarà la stanchezza o il fatto che iniziano quasi subito con della musica techno che dei tedesconi o irlandesi iniziano a ballare all’impazzata, sono solo loro, in sei o sette già ubriachi persi…Che la serata non decolla, c’è molta meno gente del giorno prima e la musica è da discoteca di Riccione… Niente a che fare con lo spirito del posto… Approfittiamo per farci un panino bere qualcosa e fare amicizia con il ragazzo del bar che ci racconta di essere canadese e di tornare qui d’estate, mi pare che sia stato anche per un po’ di tempo in Italia…Infatti…Emre, Inter, Therim!!!! Ci appropinquiamo ad andare a nanna, prima però Paola, Simone, Anna e Lele ne approfittano per andare a fare il bagno al mare.

Chiediamo se è possibile fermarci un altro giorno e ci propongono di cambiare camere e andare in quelle senza bagno e il materasso per terra, come non detto, domani si parte alla volta di Kas!!! 25 Agosto Olympos – Kekova – Kas Sveglia alle 9.30 colazione con una bella peperonata con cipolle che gentilmente rifiuto e mi faccio fare un piatto un po’ più leggero piatto di cetrioli e pomodori con frittata.

Intanto Aysegul ci saluta, fa ritorno a Istanbul con il pullman, ci ritroveremo lì.

Salutiamo anche Gokhan e partiamo per Kekova a metà strada per Kas.

Dopo un ora di strada litoranea con un paesaggio simile a quella che da St. Raphael porta a St, Tropez ma più stretta e con i camion dei lavori in corso che fanno il pelo agli specchietti, arriviamo al porticciolo dove per 120 milioni di talleri affittiamo una barca con tanto di capitano e marinaio (padre e figlio di 6-7 anni che è iper-attivo nel seguire e aiutare il papà) e ci dirigiamo verso le rovine di una città romana sprofondata in seguito ad una sorta di tsunami mediterraneo. Stiamo navigando da poco in un altro millipark, il mare è di un blu che fa impressione, la costa è rocciosa, punteggiata da numerose tombe Licie sormontate da enormi sarcofaghi in pietra, il verde della vegetazione contrasta con il blu intenso del mare e l’azzurro del cielo, mi sembra di poter scorgere i fratelli Munarò che nel film Mediterraneo di Salvatores portano al pascolo le capre… È stupendo, ci avviciniamo alla costa , il mare diventa verde smeraldo e la voglia di tuffarsi è tanta! Il capitano ci porta in una baietta dove butta l’ancora e noi in meno di un secondo siamo in acqua… Eccezzzziunale!!! L’acqua è trasparente e calda, si riesce a distinguere benissimo il fondale a una decina di metri sotto la nostra testa fuori dall’acqua. Qualche tuffo dalla barca e poi si riprende la navigazione fino al porticciolo dove ci sono i resti del castello ottomano in cima alla collina.

Qui ci fermiamo al primo ristorante, la voglia di pesce e la fame si fanno sentire, pranzo luculliano a prezzi contenuti e poi nuovamente in barca per vedere la città semisommersa che effettivamente ha un fascino tutto suo, nuovamente in navigazione il capitano ci porta all’ingresso di una grotta dove non si può entrare con la barca, chi vuole si può tuffare con il pranzo sullo stomaco e andare a vedere la grotta che poi non ha molto di eccezionale in confronto al resto del paesaggio.

Dopo un’altra buona mezz’ora di navigazione salutiamo il capitano e lasciamo la mancia al marinaio che si è dato un gran da fare durante tutto il viaggio.

Ripartiamo con il nostro pulmino e in un’altra ora arriviamo a Kas, il capitano della barca ci ha consigliato una pensioncina che ci farà un buon prezzo. Siamo sulle collinette dietro Kas e dopo qualche curva si pone davanti ai nostri occhi l’isoletta di Castellorizo!!!! SI!!!! Quella dove è stato girato il film Mediterraneo… Si trova per uno scherzo geopolitica (da definizione Lolli) a soli 4 chilometri dalla costa Turca ma in realtà appartiene alla Grecia…Non importa, Italiani-Turchi, una faza una raza e ci promettiamo di andarla a visitare da bravi italiani.

Non impieghiamo molto a trovare la pensione e dopo qualche minuto anche il muezzin ci dà il benvenuto con un a bella cantatina, era un po’ che non lo sentivo e mi mancava.

Visti i precedenti con prenotazioni varie ora che non l’abbiamo sarà una sciocchezza trovare le camere, le fregheremo a qualcuno che ha prenotato… infatti sono tutte vicine ma in una manca l’aria condizionata… Ci facciamo una bella doccia e siamo pronti per fare un giro in centro.

Arrivando da Olympos, case sugli alberi, polli, stellata notturna da brivido e pochi segni di turismo di massa Kas mi appare come una città come tante altre, boutiques alla moda, gente tirata a lustro, pub, ristoranti, porto turistico, si vede che tutto, soprattutto le case del centro, è stato messo a posto con un target da turista, ovvero belle ma che hanno poco di tipico.

Decidiamo di stare un po’ alla larga dal centro anche perché i prezzi sono un po’ alti e ci fermiamo in un posto dove fanno il kebab e ci sediamo.

Ci portano il pane fatto sulla piastra, caldo e morbido con cui accompagnare le varie salsine di yogurt e formaggi, solo quelle basterebbero per cena. Poi ordiniamo l’Iskender kebab, manzo condito con sughetto sopra adagiato su uno strato di pane e con dello yogurt in una parte del piatto. È buono ma non riesco a finirlo, ho mangiato troppo pane caldo prima con le salsine.

Decidiamo di fare quattro passi per il paese per far andare giù il Kebab e per chiedere informazioni sulle gite a Castellorizo… Andiamo al porto e troviamo una barca che per 20 euro, partenza alle 10 ci fa fare la gita e ci riporta per mezzogiorno, al massimo la una, a Kas perché il giorno dopo abbiamo una tappa lunga da percorrere. Asli si mette d’accordo con il ragazzo della barca, siamo in due ad andare, io e Loris, effettivamente quelli che più hanno insistito e rotto le balle con la storia ed il film di Salvatores, un po’ titubante ma poi si convince anche Lele e viene con noi. Bene, lasciamo i passaporti al tizio e ci rivedremo domani mattina alle 9.30 nello stesso posto!!!! Intanto continuiamo a girare per il centro e Simone mi fa notare un baracchino che vende le patate ripiene, avevo fatto una testa quadra a tutti con questa voglia di patate turche!!! Paola mi fa compagnia e ci dividiamo la mega patata che riempiamo di burro e formaggio, una cosa leggera rispetto a tutte le altre cose ha il baracchino e che ci possiamo mettere dentro. In realtà questo tipo di patata si trova anche a Vienna e in Germania ma in fondo…Intanto Paola mi promette che quando saremo tornati in Italia mi preparerà una tripla razione di Frico, da brava Bellunese…

Concludiamo la serata sulla terrazza della pensione, è mezzanotte ed è il compleanno di Simone!!!!! Che giustamente offre da bere!!!! Non ci sbilanciamo tanto con birrette e cose varie visto che siamo già belli cotti, anzi…La temuta MALEDIZIONE DEL SULTANO si è fatta viva…!!!! Lele ha un primo tentennamento ma che si risolve subito, successivamente lo seguono nell’ordine Anna, Asli, Stefano e Paola, sarà una notte devastante per loro, spero di non risentirne anche io perché domani c’è Castellorizo!!!! Nella nostra camera ovvero di coloro che si sveglieranno per la gita, puntiamo la sveglia del cellulare alle 8.45 e ci addormentiamo quasi subito.

26 Agosto Kas – Afyon Ore 8.00 disinserisco la sveglia, ormai siamo tutti e tre svegli e soprattutto in condizione di fare la tanto sospirata gita, colazione, poi ci si prepara, macchina fotografica per documentare la missione O.C. che nel film era Osservazione e Comunicazione, alle 9.15 siamo già al porto sotto un sole che brucia ad aspettare il ragazzo della sera prima…Eccolo… Ok… Dalla sua espressione capiamo che c’è qualcosa che non va… Siete solo voi tre ci dice in inglese…Ok diciamo noi meglio pochi ma buoni…Intanto ci presenta suo fratello che anche lui ha una barca…Ok diciamo noi, va bene, quando si parte?…L’importante è tornare per l’una diciamo noi…No no no ribatte lui…Gita fino alle quattro ci dice…No no no diciamo noi non era questo l’accordo …Lui ci dice che siamo solo in tre e che non è conveniente per lui portarci a Castellorizo e aggiunge che se vogliamo andare ci vogliono 200 euro… COSA????!!!! 200 EURO???!!! Non ci siamo proprio amico del sole… restituiscici i nostri passaporti che compriamo un gommone o ci andiamo a nuoto piuttosto… Intanto tutte le altre barche sono già andate e così, a malincuore, dopo averlo mandato “a quel paese” con un mavafanc alla Troisi tristemente torniamo indietro e per consolarci cerchiamo un baretto dove poter bere un caffè espresso Italiano che non troviamo e ci adeguiamo quindi a quello che ci portano, almeno non c’è la sabbietta per il gatto sul fondo.

Mentre beviamo il caffè arriva la telefonata di Simone che ci informa che la situazione circa la maledizione del sultano è peggiorata, c’è anche chi ha rivisto il kebab della sera prima… Ci affrettiamo e li raggiungiamo alla pensione, effettivamente le facce sono quelle di chi ha passato una brutta nottata e non è ancora a posto… Purtroppo oggi abbiamo anche un bel tappone per la strada che ci ricondurrà a Istanbul, dobbiamo arrivare ad Afyon a quasi 500 chilometri di cui quasi una buona cinquantina lungo la costa con molte curve e saliscendi, l’ideale per chi non è a posto con lo stomaco…

Mi metto alla guida del pulmino e cerco di evitare troppi sballottamenti sulla litoranea…Pian piano iniziano a stare un pochino meglio e anche la strada inizia ad essere più regolare e veloce, dopo più di tre ore di viaggio arriviamo ad Antalya dove ci fermiamo in un posto tipicamente occidentale a mangiare un classico hamburger, chissamai che queste schifezze ci rimettano in sesto…In effetti è così… Ma non per tutti, Asli e Stefano sono ancora sottosopra e questo malessere se lo porteranno avanti ancora un giorno, intanto cerchiamo di capire cosa ci abbia fatto male, sarà il kebab della sera prima oppure l’anguria che ci hanno dato in barca o il pesce del pranzo??? Da Antalya sino ad Afyon passiamo in mezzo a quelle che fino ai primi di luglio dovevano essere delle distese di campi di grano, è un continuo susseguirsi di campi…E di lavori in corso, passiamo anche per un tratto di strada larghissima senza sconnessioni, con delle strisce centrali larghe mezzo metro, è uno dei tratti di strada che, all’occorrenza diventa anche pista per l’atterraggio degli aerei, sarà lunga cinque chilometri!!! Proseguiamo ancora fino a quando verso il tardo pomeriggio arriviamo a destinazione, avevamo deciso di trattarci bene vista la nottata precedente e optiamo per dormire in un quattro stelle in centro, bagno turco, sauna, piscina termale, idromassaggio e massaggiatore per strapazzarci un po’ il tutto per 35 milioni di talleri a testa.

Arrivati in albergo ci fanno un po’ di storie perché nessuno di noi è sposato e dorme con sua moglie o un familiare che porta lo stesso cognome, in questo posto è ancora molto accesa un certo tipo di tradizione che ci dirà poi Asli con il nuovo partito al governo si sta rifacendo sentire, bando alla politica ora, sfoderiamo la nostra qualifica di Italian Efes kazievi in Turchia e fanno una specie di eccezione dandoci due stanze da quattro.

Ci sistemiamo in camera assistiamo alla vittoria della medaglia d’oro del setterosa e, schierati, assistiamo alla premiazione con tanto di canto dell’inno!!! Lele è soddisfatto…! Ci prepariamo per uscire, siamo un po’ decimati, la nostra guida spirituale turca è cotta e sta ronfando nel suo letto, Stefano la segue a ruota, Paola ha preso il posto di Lele per vedere la finale di tuffi, alla fine usciamo in cinque.

Afyon non è una cittadina turistica, in albergo ci sono diversi uomini d’affari turchi in giacca e cravatta, qui si vede la vera vita della Turchia, ci sono molti negozi che fanno il kebab, piccoli market con ogni genere di spezia e di prodotto locale, tanta gente che tranquillamente parlotta agli angoli delle strade, siamo sulla via più trafficata della città, i turisti come noi sono veramente pochi, dopo esserci fatti tutto il corso a piedi e aver tribolato un po’ su cosa mangiare cerchiamo un posto dove facciano il panino con il kebab… saranno circa cinquanta metri quadri di locale, ci sistemiamo ad un tavolino e ordiniamo da bere. Memore della serata precedente gentilmente mi limito a bere solamente mentre gli altri cercando di farsi capire ,perchè qui non parlano inglese. Alla fine riescono ad ordinare da mangiare ma vediamo che al posto del panino con kebab richiesto portano lo stesso piatto che avevamo mangiato a Kas… Attimo di sconforto… Dopodiché si inizia a mangiare, Anna cede volentieri la sua porzione a Lele Simone e Loris che sembrano comunque soddisfatti della cena, solo dopo sapremo che la maledizione del sultano ha colpito ancora… All’appello manchiamo solo io e Loris… Tornati in albergo facciamo in fretta perché a mezzanotte ciò che l’albergo ci mette a disposizione, dalla sauna alla piscina termale chiude, sono le dieci e mezza,… un vero spasso, l’acqua è bollente, fatichiamo un po’ a provare quella dell’idromassaggio che è a temperatura da gettare la pasta!!! Alla fine restiamo al caldo umido per circa una ora.

Una volta rilassati a dovere chi ha saltato la cena si appresta a farsi fare un panino dal bar dell’albergo… È stata una giornata intensa per molti motivi e non siamo riusciti a festeggiare a dovere il compleanno di Simone e ci promettiamo di recuperare al nostro ritorno in Italia con del buon vinello.

27 Agosto Afyon – Istanbul Alla mattina sveglia presto per chi si fa fare i massaggi e poi ci si trova tutti all’ultimo piano dell’Hotel per la ricca colazione a buffet.

Durante la notte ancora qualche disturbo vario ma bene o male tutti si sono rimessi in sesto, si carica per l’ultima volta il pulmino e si punta dritto ad Istanbul.

Durante il tragitto passiamo per Kutahya, la città della porcellana, è un continuo susseguirsi di fabbriche e negozi di porcellana e, immancabile, il centro commerciale tutto dedicato alla vendita di porcellane.

La strada si fa poi molto trafficata e tortuosa, ci sono molti camion che si sorpassano da una parte e dall’altra, stiamo nuovamente guidando in otto…È un continuo sorpassare camion, le auto spostandosi un po’ verso il ciglio della strada ci fanno passare ma il pericolo arriva anche dai camion che nella corsia opposta alla nostra fanno sorpassi alla Schumacher con la lentezza di un TIR e più volte vediamo l’occhio di Allah troppo vicino al nostro parabrezza…Loris è impegnatissimo alla guida…

Finalmente giungiamo in un tratto di strada più largo e rettilineo e le cose vanno decisamente meglio… Siamo ormai alle porte di Istanbul, ovvero a circa un ora di autostrada dal centro, sulla nostra destra vediamo passare velocemente un complesso di edifici di un bianco cangiante con decorazioni nere immersi in un giardino di un verde innaturale, è una università privata aperta quest’anno e fondata da Sakip Sabanci, la persona più ricca della Turchia che commercia di tutto nel paese. Tutte le sue catene hanno il marchi S A all’interno di due cerchi, effettivamente ne ho visti molti. Il fondatore di questo impero da piccolo era un garzone del droghiere e nell’arco della vita ha costruito un vero e proprio impero commerciale…Sabanci ha sposato sua cugina da cui ha avuto tra gli altri una bambina down, per questo ha finanziato tanti centri per assistere i bambini con questa sindrome in tutto il paese.

Chiaccherando ancora non ci accorgiamo che ormai siamo arrivati a destinazione, ovvero a casa di Asli, scarichiamo i bagagli e ci riprendiamo un po’ dalla fatica del viaggio prima di tornare al centro commerciale a fare un po’ di spesa per la colazione dei giorni seguenti, facciamo il nostro acquistone della giornata e cioè tutti prendiamo il cd o la cassetta di Teoman che domani mi sa che sarà in vetta alle classifiche!!! Compriamo anche dei pistilli di zafferano con cui Lele ci prepara un buon risottino alla milanese!!! La sera è dedicata al relax, c’è chi prende il fresco sul terrazzino e chi si sistema un po’ la valigia e poi insieme ci godiamo le ultime gare dell’Olimpiade…Ormai contagiati anche noi…Dopodiché per la notte ci accampiamo nuovamente come il primo giorno mettendo sottosopra il soggiorno…

Nella notte arriva un bel temporale che rinfresca l’aria ma purtoppo non sarà l’unico in questi ultimi giorni.

28 Agosto Istanbul Pian piano ci svegliamo tutti, intanto Asli Lele e Stefano vanno a restituire il furgone all’Avis, era nuovo di pacca, non aveva neanche un mese, tutto bello pulito e lindo, in dieci giorni tra spiaggia, sterrati e circa 3000 km di strade anche polverose sembra una stalla, abbiamo anche un piccolo gibollo sul cofano dovuto a qualche sasso scagliato da qualche camion lungo la strada.

Partiamo per la visita di Istanbul prendendo un pulmino collettivo che ci porta fino al porto dove con bir million di talleri ci imbarchiamo per andare nella parte europea dove, una volta sbarcati, dopo poche centinaia di metri ci fermiamo in una pasticceria per prendere dei baklava e assaggiare il borekler!!!! Finalmente ho assaggiato la ricetta che ho scaricato dal sito di turisti per caso!!!! Fuori piove a dirotto, è strano per questo periodo dell’anno, solitamente la pioggia arriva qualche settimana dopo, aspettiamo che spiova un po’ e ci dirigiamo verso s. Sofia (Hagia Sophia, la chiesa della S. Sapienza divina) e la Moschea blu.

Mentre siamo a pochi passi dall’ingresso della moschea blu uno scroscio d’acqua ci coglie improvvisamente lavandoci completamente, entriamo… Ci togliamo le scarpe e le mettiamo in un sacchetto che portiamo con noi, prima di entrare a chi è in pantaloncini corti o in canottiera viene dato un telo per coprirsi, io e Lele mettiamo questo pareo blu…Siamo molto belli… E la foto è d’obbligo!! L’interno è molto affascinante, mi colpiscono i lampadari appesi alle volte che piombano al suolo appesi a sottili fili che li fermano nella caduta a due metri dal pavimento, mi ricorda una scena di Tom Cruise in Mission Impossibile, poi sono impressionanti i quattro pilastroni che sorreggono tutta la volta e ti fanno sentire molto piccolo… Tra la modesta folla notiamo anche due bambini vestiti come se fosse carnevale con un vestito nero con dei bordi di pelo bianco, sembrano dei piccoli sultani, hanno in mano anche uno scettro e ci chiediamo cosa significhi, Asli ancora una volta pazientemente ci spiega che quello è il vestito tradizionale per il rito della circoncisione, si stanno preparando per questo rituale. Intanto il muezzin inizia il suo richiamo alla preghiera, sentirlo in una moschea così grande fa ancora più effetto.

Aspettiamo che spiova e ci dirigiamo verso S. Sofia e qui Asli ci saluta perché deve andare a prepararsi perché questa sera alle otto deve andare al matrimonio di una sua amica.

Facciamo il biglietto per S. Sofia ed entriamo, c’è un altissima impalcatura per i restauri e per sorreggere parte della volta, effettivamente ci sono infiltrazioni un po’ dappertutto e il degrado è molto avanzato, comunque lo spettacolo è magnifico, sopra le nostre teste galleggia a più di cinquanta metri d’altezza una gigantesca cupola, nessun pilastro ma solo un sapiente gioco d’archi, volte e contrafforti che scaricano l’enorme peso su pennacchi e piloni, nessun muro portante alla base della cupola quindi lo spazio si apre sui quattro lati verso altri ambienti.

Vado alla ricerca della colonna piangente, eccola attorniata di turisti russi che anche loro cercano di far fare un giro completo al dito nel foro esprimendo un desiderio sperando che ne esca bagnato…Ci prova anche io…Mi avvito al dito…Faccio il giro completo…Niente non esce niente di bagnato, solo la maglietta ancora fradicia della pioggia di prima…Giro un po’ per tra gli altri turisti e osservo i capitelli che sembrano di pizzo inamidato, finalmente riesco a vedere un po’ di quello che ho studiato nei corsi di storia dell’Architettura!!! Percorriamo la rampa che porta al piano superiore, ci troviamo ora nell’ex matroneo della chiesa di S. Sofia, era riservato alle donne ed era il posto da dove assistevano alle funzioni religiose, è un luogo molto presente anche nelle nostre chiese più grandi e antiche, la soggettiva rapisce lo sguardo.

Usciamo da S. Sofia e ci dirigiamo verso la cisterna che serviva come riserva d’acqua in passato, il posto è molto particolare, si scherza e qui scatta la proposta di prosciugarla tutta e farne una cantina per i vini e una bella enoteca, comunque è molto ben illuminata ed il riflesso delle volte nell’acqua moltiplica lo spazio percepito, andiamo a vedere le teste di medusa rovesciate, leggiamo la spiegazione dai cartelli del perché sono state messe così, per prendere in giro i greci, ma ci chiediamo perché mettere queste teste rovesciate in un posto che ai tempi era molto buio e in cui nessuno poteva vederle? Il quesito resta…

Usciamo e ci dirigiamo verso il Topkapi, il palazzo del sultano che però è già chiuso… attraversiamo i giardini che lo circondano per dirigerci al porto dove ci becchiamo un altro acquazzone… Mentre scendiamo verso il porto notiamo la lunga fila di auto in attesa per l’imbarco e un piccolo venditore di banane, dalle bucce per terra sembra di essere in un film di Stanlio e Ollio.

Prendiamo il traghetto che ci riporta nella parte asiatica, notato un traffico impazzito decidiamo di andare a piedi verso il centro commerciale dove trascorriamo alcune ore in attesa di Asli di ritorno dal matrimonio.

Verso le 21.30 (…Durano poco le celebrazioni dei matrimoni in Turchia) ci ricongiungiamo con la padrona di casa, doccia veloce prima di andare a ballare in un locale di Taksim dove Asli va spesso.

Arriviamo a bordo di due tacksi stile fiat 131 con un po’ di sgummamento, sono una vera chicca!! In uno il contagiri del motore si muoveva agli stessi giri di quello di una Ferrari!!! A taksim c’è una folla immane, Corso Vittorio Emanuele a Milano in un sabato sotto Natale sembra deserto a confronto!!! Pian piano ci dirigiamo al locale dove in parte riusciamo ad entrare gratis grazie a Tugba, …Ecco che ci rincontriamo!!! mentre per gli altri c’è da pagare, ci sistemeremo poi facendo impazzire chi ha anticipato i talleri.

Il posto è veramente piccolino e il genere musicale è molto etrerogeneo, tra poco attaccherà a suonare un gruppo, dove il batterista è il moroso di Tugba. Il resto della serata procede tranquillo e verso le tre usciamo dal locale, la fame è tanta e Asli ci porta da uno dei più rinomati localini di Taksim, Bambi, le dimensioni sono le solite, cinquanta metri quadri, sul tavolo ci sono le foto di molte persone, sono i personaggi famosi che hanno mangiato lì, c’è anche il nostro mito turco, Teoman!!! Mangiamo un toast con del formaggio e salsiccia di manzo veramente buono al quale aggiungo un altro panino in condivisione con Loris.

Una volta finito di rifocillarci saltiamo sul tacksi che sgummando per le vie ancora affollate di Taksim ci riporta nella parte asiatica attraverso il ponte illuminato dedicato ad Atatuzzo.

Arriviamo a casa e tutti a nanna, giornata intensa, se domani riusciamo a svegliarci relativamente presto facciamo la gita sul Bosforo. Purtroppo Aysegul che si era gentilmente offerta di portarci a spasso in auto sta male…Quindi ci si chiarisce tutto in un baleno, la maledizione del sultano è stata presa ad Olympos e non a causa del kebab di Kas!!!! Un ‘altra amica si era offerta per portarci insieme in giro con Aysegul ma, purtroppo per lei (il sultano colpirà anche i turchi?) è partita per Olympos per una breve vacanza a causa di una piccola incomprensione sulla nostra tempistica, …Non c’è problema, in qualche modo ci arrangeremo, d’altronde siamo stati anche troppo viziati in questi giorni!!! 29 Agosto Istanbul Sono ormai le 12.30 quando i 5/8 del gruppo turco si sveglia dai bagordi della notte precedente, dopo poco anche Anna farà la sua comparsa in cucina per la colazione mentre Asli e Stefano verranno svegliati all’alba dell’una e mezza di pomeriggio…, ne segue che la gita sul Bosforo è rimandata, abbiamo preferito dormire nonostante le sveglie puntate.

Sgummando con un bel tacksi ibrido tra fiat 131 e Regata arriviamo a Taksim, dove c’è un grosso cantiere dove stanno realizzando un sorta di funivia sotterranea per collegare la piazza con la parte bassa della città, sembra incredibile ma con tutti i problemi di traffico ad Istanbul c’è una sola rete metropolitana, ha cinque fermate…

In mezzo alla via principale ci sono le rotaie di un tram che fa la spola da una parte all’altra del corso, è simpatico, ricorda quelli che si vedono a San Francisco con la salita e la discesa al volo, è un continuo scampanellare alle persone che non riaccorgono del suo arrivo e restano ferme in mezzo ai binari.

A quest’ora la via principale del quartiere è meno affollata di ieri sera ma comunque sempre ricca di turisti e multietnicità. Girovaghiamo un po’da un negozio all’altro, dischi, vestiario, oggettistica varia… Ci fermiamo per uno spuntino in una ex-pasticceria molto famosa, si chiama Saray, un posto frequentato da molti turchi in pieno Taksim turistico.

Dalla lista possiamo scegliere tra diversi tipi di kebab: il classico (in Italia) doner kebab ovvero quello di manzo che gira sullo spiedo che, se è di pollo, prende il nome di Tavbuk doner, poi c’è l’Iskender kebab che è quello mangiato a Kas con sotto il pane e sopra il kebab con il sugo e lo yogurt ed è di solo manzo, infine c’è il sandwich kebab che è quello da mettere nel panino e portare via.

Con tutta questa scelta di kebab…. Preferiamo scegliere altro, con del pollo e del riso, personalmente scelgo il borekler che mi è piaciuto molto.

Per quanto riguarda i dolci ci sono quelli con la crema di pollo, niente male, altri simili ai nostri, poi siamo stati colpiti dalla foto dell’Asure, un dolce tipico fatto mettendo insieme albicocche, fichi, fagioli, grano e uvette. La filosofia di questo dolce è di metterci dentro tutto quello che resta in dispensa, si rifà alla leggenda di Noè che, una volta terminato il diluvio e arenatosi sul monte Ararat, non avendo molto da mangiare mise in una scodella tutto ciò che gli era rimasto delle scorte di provviste.

Sono le 17 quando ci sediamo, non so se stiamo facendo merenda oppure una cena anticipatissima oppure se stiamo recuperando il pranzo saltato.

Una volta usciti facciamo tutto il vialone di Taksim che ci porta fino alla Torre di Galata, saliamo fino in cima e dà lì possiamo ammirare a 360 gradi il panorama di Istanbul, la moschea blu, S. Sofia, la moschea del sultano Solimano, i tantissimi minareti, un vero spettacolo, girando dall’altra parte ci si propone una Istanbul moderna, palazzoni e grattacieli hanno preso il posto dei minareti e svettano alti nel cielo al tramonto.

Dopo questa visita quando ormai il sole è calato ci dirigiamo in un posto frequentato dagli universitari di Istanbul, ora è vuoto, le lezioni non sono ancora riprese, è un’ enoteca, …Guarda caso…, dove si possono assaggiare tanti stuzzichini di terra e di mare, il posto si chiamo Pano ed è di origine greca, si trova vicino all’Ambasciata della Gran Bretagna dove nel novembre 2003 hanno fatto un attentato, ora non è più utilizzata ed è tutta transennata. Dopo aver fatto ancora un altro giro per negozietti, bazaar e gallerie troviamo un mercato che mi ricorda molto quello della vucciria di Palermo, si trova praticamente di tutto e puoi comprare del pesce in una bancarella e fartelo friggere in quella dopo.

Ormai è sera tarda, prendiamo i nostri bei tacksi e ci dirigiamo a casetta dove ci prepariamo ad affrontare la nostra ultima giornata in giro per la città.

30 Agosto Istanbul Ci svegliamo e ci prepariamo per uscire, il tempo sembra reggere ma appena giriamo l’angolo vediamo in lontananza dei nuvoloni neri sulla parte europea, prendiamo il traghetto e poi a piedi ci dirigiamo verso il grand bazaar senza tralasciare una bella lavata da uno scroscio d’acqua fantozziano.

Eccoci, Grand Bazaar , una miriade di negozietti tutti uno in fila all’altro su una strada coperta da un galleria tutta addobbata da bandiere della Tuchia, oggi è il 30 Agosto e si festeggia la giornata della Gloria in cui Atatuzzo nel 19XX cacciò una volta per tutte i greci dall’entroterra turco. Giriamo, facciamo acquisti, ci perdiamo e ci ritroviamo in questo dedalo di viuzze tutte uguali che sembrano non avere fine.

All’uscita dal Grand Bazaar ci attende un’altra bella doccia d’acqua piovana, ci stiamo dirigendo verso la moschea del sultano Solimano, attraversiamo delle zone dove tutti i negozi vendono tutti lo stesso tipo di merce, c’è il quartiere dove trovi solo jeans, quello dove trovi solo pentole, quello dove trovi capi in pelle, è una tradizione che resiste nel tempo, così se devi comprare una cosa hai tanti negozi a disposizione dello stesso tipo per confrontare prezzi e qualità.

Eccoci arrivati alla moschea, dalla Lolli ma soprattutto da Asli capiamo che questa è una delle vecchie moschee che ha ancora tutti i servizi annessi, dalla cucina per i poveri al cimitero, al bagno turco ancora conservati, infatti in passato attorno alla moschea sorgevano una miriade di servizi e di attività che dipendevano esclusivamente dalla moschea, era una sorta di piccola città nella città. L’interno come sempre è stupendo e ci fermiamo molto di più rispetto alla visita delle altre moschee perché qui c’è molta meno gente e permette di godere seduti sui tappeti di questo spettacolo di cupole e di archi che galleggiano sopra le nostre teste.

Usciamo soddisfatti e ripercorriamo la strada di prima… jeans jeans jeans… Pentole pentole pentole… pelle pelle pelle …E ci dirigiamo verso il mercato delle spezie, sulla strada ci fermiamo a mangiare qualcosa, dopo tanti posti scartati perché non ispiravano fiducia entriamo in locale dove il proprietario assomiglia incredibilmente ad Al Pacino in Scarface, è un curdo che le spara più grosse di lui, dice di voler aprire cinque ristoranti in Italia e di avere anche una villa in qualche posto ma non capisco dove sia. Intanto scegliamo cosa mangiare direttamente dal bancone dove sono esposti i cibi, sono molto piccanti ma la cosa che dà più fastidio è che c’è sempre un cameriere che Al Pacino chiama Maradona che si piazza al lato del tavolo e ci osserva mangiare mi dà e ci dà molto fastidio sentirci osservati…Intanto anche Al Pacino rompe le scatole e parla e parla e parla, soprattutto con Asli che non lo sopporta più e ci chiede aiuto per distrarlo un po’.

Morale della favola mangiamo in fretta e spendiamo 8 milioni di talleri a testa dopodiché ci incamminiamo per la nostra meta e qui ometto TUTTE le soste delle ragazze che si fermano a TUTTE le bancarelle.

Finalmente arriviamo al mercato delle spezie!!!! Che mix di profumi e che colori accesi, è una via coperta tipo grand bazaar che accoglie tante bancarelle con ogni sorta di spezia, vien voglia di annusarle tutte!!! Per concludere il giro ci fermiamo nella pasiticceria del giorno prima, vicino al porto dove acquistiamo un po’ di Baklava da portare in Italia.

Distrutti e devastati dal camminare riprendiamo il traghetto che ci riporta in Asia, tacksi per arrivare a casa e alla sera pasta e sughetto di Loris con tonno, cipolle, pomodorini e olive… giusto per stare leggeri.

Alla sera Asli ci fa vedere le foto che ha fatto sviluppare dai numerosi viaggi fatti in Italia (ha girato più lei l’Italia in otto mesi che noi sette in tutta la nostra vita) e quelle di quando era bambina, veramente simpatiche e divertenti!!! Intanto inizia a prenderci un po’ di tristezza, valige fatte…È la nostra ultima sera insieme a casa di Asli…Ci accampiamo nel soggiorno e sentiamo ancora la voce del muezzin all’alba che ci sveglia…

31 Agosto Istanbul – Milano L’idea era quella di svegliarsi alle 8 e di andare al mercato di Istanbul che al martedì si tiene non lontano da casa di Asli ma le sveglie vengono fatte tacere… Faccio colazione sul terrazzino che tanto mi piace e da cui si vede la parte asiatica, il sole scotta già, effettivamente sono le 11… Iniziamo a prepararci, eravamo rimasti d’accordo con i tassisti del giorno prima che sarebbero venuti a prenderci verso le 12.30 effettivamente arrivano anche con un po’ di anticipo, scendiamo con tutti i bagagli e iniziano i saluti, Stefano si fermerà fino all’alba del 2 settembre causa biglietto…, il volo di ritorno gli farà fare un bel giro…Lo porterà prima a Sofia poi a Malta e finalmente a Milano dove nel pomeriggio rientrerà direttamente al lavoro…

Ci salutiamo, Asli ha portato giù una bacinella con dentro dell’acqua, quando stiamo per partire ne lancia qualche goccia in aria, in Turchia c’è un detto: andate via veloci come l’acqua che scorre e tornate indietro altrettanto velocemente…

Con questo voglio rendere un grosso grazie ad Asli che ci ha sopportato in questo bellissimo tour della Turchia fatto con degli stupendi compagni di viaggio e la aspettiamo in Italia per Dicembre per divertirci ancora insieme!!! Andrea – Milano



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