Istruzioni per l’uso, San Pietroburgo 2003

Boris e Tatiana, con la corrispondente italiana della FIAT 124, classe 1966, color ciclamino sbiadito dall'età, ci accompagnano al loro appartamento in un condominio staliniano che credevo esistesse solo nella fantasia della propaganda antisovietica. Boris mi introduce all'uso degli elettrodomestici, come lo può fare un russo che conosce solo il...
istruzioni per l'uso, san pietroburgo 2003
Partenza il: 07/07/2003
Ritorno il: 21/07/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Boris e Tatiana, con la corrispondente italiana della FIAT 124, classe 1966, color ciclamino sbiadito dall’età, ci accompagnano al loro appartamento in un condominio staliniano che credevo esistesse solo nella fantasia della propaganda antisovietica.

Boris mi introduce all’uso degli elettrodomestici, come lo può fare un russo che conosce solo il russo, ad un italiano che di russo capisce solo da e niet e solo se pronunciati lentamente.

Si comincia dal televisore.

Boris lo fa funzionare manualmente accendendolo e spegnendolo ripetutamente, quindi mi mostra un aggeggio col quale, meraviglia delle meraviglie, riesce a comandarlo a distanza. Cerco di fargli capire, senza successo, che il telecomando esiste anche in Italia e non è una esclusiva scoperta tecnologica russa.

Si passa allo scalda acqua a gas.

Ci sono tre rubinetti. Ne apre uno. Provo a toccare gli altri due, come per chiedergli a cosa servono, ma mi blocca con un perentorio “ NIET”.

Sono ritornato in Italia con la curiosità di sapere a cosa servono.

Riesco a capire che, per avere l’acqua calda è assolutamente e rigorosamente necessario seguire la seguente procedura: 1 far scorrere l’acqua dal suddetto rubinetto 2 introdurre la mano all’interno della caldaia, individuare un particolare bottone e “pomparlo” 10 volte. Non una di più, non una di meno 3 girare una manopola esterna esattamente di 30 gradi a destra 4 premere tre volte un bottone rosso 5 se non succede nulla, azzerare il tutto e ricominciare da capo 6 se si accende la fiamma, agire sulla manopola di cui al punto 3 fino ad ottenere la temperatura desiderata.

Dall’espressione di Boris capisco che non ha molta fiducia del mio quoziente d’intelligenza e mi obbliga a ripetere tre volte le operazioni dall’ uno al sei.

Mi chiede, non so come ho fatto a capirlo, se anche in Italia siamo dotati di una simile meraviglia.

Chiamo mia moglie per travasarle quanto ho appena appreso.

Arrivato al punto due, lei si rifiuta di sentire il resto e dichiara che si laverà con l’acqua fredda.

Frigorifero.

Mi ricorda il prototipo Bosch che mio padre aveva acquistato nel 1946.

Funziona!! E’ sufficiente usare cautela nel tirare la maniglia d’apertura onde evitare che il filo di ferro che la trattiene si rompa.

E’ arrivato il momento di insegnarmi anche ad aprire le porte d’ingresso dell’appartamento.

Sono due. Per sicurezza. Potrebbe entrare un ladro a rubargli il frigorifero.

Per questa operazione incarica sua moglie che conosce, sembra, l’inglese.

Mia moglie, insegnante d’inglese, non riesce a capirla. Io, per non mortificarla, faccio finta.

Prima porta, quella d’ingresso. Bisogna infilare in un buco una specie di punteruolo, ruotarlo di mezzo giro, spingere con forza e contemporaneamente dare un pugno secco allo stipite e la porta si apre.

Ho sempre avuto una particolare passione per le serrature, ne ho anche costruite, per cui è stato facilissimo. Al sesto tentativo l’ho già aperta.

La seconda, a chiusura del corridoio d’entrata, è un’inferriata.

Tatiana mi mostra una chiave e, contemporaneamente la toppa.

Mi dice, si fa per dire, che la chiave va necessariamente infilata nella toppa e, attenzione, ruotata in senso antiorario. Mi dice, sempre tanto per dire, che se non infilo la chiave nella toppa o la ruoto in senso orario l’inferriata non si apre.

Decido di non partecipare mia moglie di tante interessanti novità Decido anche di andare a letto perchè mi sento molto stanco.

Viaggiare è bello, interessante ed istruttivo ma, alle volte, è molto faticoso.

Questa è la parte “divertente”. Sulla meraviglia dell’ospitalità russa potrei scrivere per delle ore. Alla luce di questa esperienza, non andrei al Grand Hotel nemmeno se fosse gratis.



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