Istria, agosto 2005

Istria, agosto 2005 InI due, abbiamo trascorso quattro giorni in Istria, dal 1° al 4 agosto, senza contare il tempo impegnato per il viaggio di andata e ritorno da Ronco Scrivia (Genova). In Istria, il costo della vita corrisponde pressoché al nostro, il gasolio costa poco meno di un euro; il caffé è buono come da noi, ma nei bar non si...
istria, agosto 2005
Partenza il: 31/07/2005
Ritorno il: 05/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Istria, agosto 2005 InI due, abbiamo trascorso quattro giorni in Istria, dal 1° al 4 agosto, senza contare il tempo impegnato per il viaggio di andata e ritorno da Ronco Scrivia (Genova).

In Istria, il costo della vita corrisponde pressoché al nostro, il gasolio costa poco meno di un euro; il caffé è buono come da noi, ma nei bar non si trovano briosce o focaccia per la colazione; tutti – ma proprio tutti – più o meno bene un po’ di italiano lo sanno parlare e lo fanno con impegno e senza spocchia (come tante volte abbiamo notato in Francia dove spesso fanno finta di non capirci, anche quando ci sforziamo di parlare nella loro lingua); la rete stradale è ordinata e tutte le località sono ben segnalate. La birra costa poco ed è decisamente buona.

Dappertutto abbiamo mangiato spendendo in due tra 140 e 200 kune (kn), cioè tra 20 e 28,5 €. Tutti viaggiano con i fari accesi; pochi hanno le cinture allacciate e, sulle moto, il casco in testa.

Vi incoraggiamo a visitare il ricco sito www.Istrialink.It, dove potrete trovare notizie utili su distributori, ospitalità, ristorazione, località, un berve dizionario essenziale e mille altre informazioni per viaggiare in Istria.

31 luglio – da Ronco Scrivia a Muggia, dopo Trieste: siamo partiti alle 9 e arrivati alle 17:30, senza correre e con alcune pause in autostrada. Pernottamento in tenda nel campeggio San Bartolomeo a Muggia, a 250 m. Dal confine con la Slovenia; del campeggio non sappiamo dire né bene né male: spesi 19 euro (6 per ciascuno + 7 per la tenda).

1° agosto – da Muggia a Rovinj (Rovigno): appena entrati in Slovenia facciamo rifornimento pochi metri dopo la frontiera (in Slovenia il gasolio costa 0,950 €/litro, in Croazia 0,994 €/litro); attenzione: sia in Slovenia sia in Croazia, i distributori di carburante non sono diffusi come da noi, quindi conviene non finire mai in riserva, potreste rimanere a secco. Colazione a Lucija, dopo Capodistria, con cappuccino e brioscia per due: 4 euro!. Dopo la frontiera croata, a Plovanija, cambiamo gli euro in kune. Un euro è valutato da 7,01 kune se cambiato in un chiosco di cambio (ce ne sono dovunque), a 7,22 kune se cambiato in banca; quindi: è vero che fuori dai chioschi scrivono che non applicano commissioni, ma conviene decisamente cambiare gli euro in banca.

A Rovinj cerchiamo una sistemazione per tutti e quattro i giorni a nostra disposizione, considerando che da qualunque località in 2 ore di auto, al massimo, si può raggiungere qualunque altra località dell’Istria. Cerchiamo un campeggio: al Porton Blondi ci chiedono 24 euro/giorno. Delusi per il prezzo eccessivo ci rechiamo nel punto informativo (turist biro) di Valdaliso – a 500 m. Dal Porton Blondi, sulla sponda settentrionale di Rovinj – per avere informazioni su altri campeggi, ma meno costosi non esistono. Invece scopriamo che le stanze con bagno in comune – che affittano ovunque, in tutta l’Istria – costano in media da 25 a 35 €/giorno (più 4 €/persona, una volta sola, per tutti i giorni di ospitalità). Scegliamo una camera con bagno in comune, da 25 €, a 30 metri dalla spiaggia di Valdaliso, dalla signora Svjezdana: posto pulito, proprietaria ospitale che tutti i giorni, in nostra assenza, è entrata nella stanza da noi chiusa a chiave per fare le pulizie. Pranzo sotto casa nel ristorante Laguna: semplice e buono il pesce alla griglia.

Pomeriggio a Rovinj: cittadina turistica di mare, pulita e finta che non sai se il numero degli abitanti riesca ad arrivare almeno a un decimo di quello dei villeggianti, zeppa di gente di ogni nazionalità che vaga tra straduzze e vetrine, ovunque negozi e banchetti di souvenir, abiti e inutilità, e ristoranti tutti uguali da turisti. In uno di questi ristoranti – Calisona – ceniamo la sera: le grigliate miste hanno poca carne e troppo contorno di nessun gusto.

Gli unici negozi che non sembrano messi lì, apposta, per gli stranieri sono i “discont”: piccoli supermercati che si trovano un po’ in tutte le cittadine, dove più o meno si trovano gli stessi prodotti alimentari e per la casa che usiamo noi e, più o meno, allo stesso prezzo o di poco più basso. E non capiamo come facciano a vivere, visto che in Croazia un impiegato guadagna l’equivalente di 400 € al mese.

2 agosto – Rovinj / Zminj / Pazin / Buzet. La mattina siamo al mare a Rovinj: l’acqua è pulita. Poi ci spostiamo verso l’interno e andiamo a Zminj (22 km da Rovinj) dove troviamo una buona trattoria locale – Zminjka – frequentata anche da gente del posto: buoni pecorino, hrana (riso con spezzatino) e raznici (spiedini di maiale). Come tutti i centri dell’interno, Zminj è abitata da gente del posto. Pomeriggio a Pazin, 15 km a nord di Zminj, il centro amministrativo dell’Istria: giriamo per negozi e fruttivendoli (frutta e verdura sono care come in Italia: fanno eccezione i peperoni gialli ma così chiari da sembrare quasi bianchi, che costano un terzo degli altri); poi proseguiamo per Buzet – ancora più a nord – in cerca della fabbrica di birra Favorit che abbiamo trovato in tutta l’Istria. Sulla strada per Buzet, facciamo pausa a Draguc, piccolo villaggio arroccato, e ne visitiamo il cimitero: notiamo con sorpresa che quasi tutte le tombe sono di italiani e quasi tutte sono scritte in italiano. I cimiteri dei paesi, in Istria, sembra che non abbiano loculi ma solo sepolture a terra; sulla piccola cappella dei cimiteri la campana è manovrabile dall’esterno, come se chiunque potesse usarla: non capiamo perché.

Buzet assomiglia a Pazin, con la sola differenza che lì qualche auto straniera si vede e qui, a parte la nostra, no. Raggiungiamo la fabbrica della Favorit, distante un paio di km dal paese, alle 17: peccato che lo spaccio aziendale abbia chiuso un’ora prima perché lì avremmo potuto acquistare ottima birra all’ingrosso (bottiglie da 0,50 a 4 kn = 0,57 €; nei discont le stesse bottiglie costano 4,60 kn + 2 kn per la caparra del vetro).

Torniamo verso Zminj, la superiamo di 5 km in direzione di Barban, e arriviamo a Grzini, dove ceniamo nell’agriturismo della Familja Ferlin; ceniamo bene con piatti locali e godiamo di una buona ospitalità familiare. Merita andarci.

3 agosto – Rovinj / Pola / Koromacno / Labin / Rabac / Zminj. Piove, niente mare. Proviamo ad andare a Pola, ma questa è l’idea che insieme a noi hanno in troppi, e così ci troviamo alle porte della città dentro una coda lunghissima e scoraggiante. Al punto che, dopo oltre un’ora di semimmobilità, rinunciamo a Pola e torniamo indietro. Pranziamo in un ristorante – Zalogajnica Vtb – sullo stradone alle porte di Pola, all’altezza di Galizana; mensa da turisti, servizio distratto, cibo mediocre; per la prima volta notiamo che sul conto ci hanno fatto pagare il pane (5 kn) come una voce a parte. Via sulla costa orientale; e continua a piovere. Passiamo Barban, Rasa, e, poco prima di Labin, svoltiamo verso Koromacno. Chi è saturo di paesi bomboniera e stradine linde acchiappastranieri e musica internazionale di fondo, a Rasa e a Koromacno può trovare sollievo. Qui le case sanno di normalità e gente che ci lavora e abita. Koromacno è dominata dalla Hochim, un grande stabilimento cementiero. Quello che vediamo è quanto di più sincero e, ci sembra strano dirlo, bello che abbiamo visto in Istria. Risaliamo per Skitada, ed è desolazione e villaggi quasi morti. Poi una discesa a vertigine porta a Ravni, dove tornano le seconde case. Con l’isola di Cres di fronte, arriviamo a Labin. Questa cittadina presenta due facce: una turistica e affollatissima arroccata in alto; poi, in basso, c’è la città vera, per buona parte fatta di condimini fatiscenti e intonaci scrostati. Pochi clilometri ancora e si ariva nel borgo balneare di Rabac, tutto alberghi, stabilimenti balneari, barche e villette fitte, uguali: un buon esempio locale di rapallizzazione nato, ci è sembrato di capire, per le vacanze della nomenklatura jugoslava.

La sera, cena a Zminj, al Pod Lodonjon – buoni i maccheroni con gulasc – dove ci attende una novità: i prezzi esposti non comprendono l’iva; così alla fine del conto si trova un’aggiunta del 22% mai trovata altrove.

4 agosto – Rovinj / Motovun / Hum / Pola / Medulin.

Continua a piovere e torniamo verso l’interno. Andiamo a Motovun, dove l’accesso è solo pedonale e per l’asciare l’auto in sosta si spendono 15 kn. Motovun è un borgo arroccato, ben conservato come una vetrina, popolato da turisti stranieri che vagano tra le sue mura. Scappiamo sulla strada di Pazin verso Rijeka. A Roc imbocchiamo la “Aleja Glogoljasa” (la strada dei sacerdoti glagolitici”) che porta verso Hum, la “città più piccola del mondo”. A metà strada deviamo sulla destra, seguendo lungo uno sterrato le indicazioni di un agriturismo (agroturizam), verso Blatna Vas. L’agriturismo – Zgrablic – è in una località isolata e desolata, ma i suoi proprietari – Vladimir, Ana e il figlio Davor – sono davvero ospitali. Niente di finto, si mangia come mangiano loro e si conversa piacevolmente, grazie alla loro ottima conoscenza dell’italiano: molto buoni i ravioli di ricotta con sugo di gallina.

Lasciamo Blatna Vas e andiamo verso Hum. La strada glogolitica (il glagolitico è un tipo di scrittura simile al cirillico localmente usato nel tardo medioevo) è un’invenzione ecomuseale, con sculture e installazioni simboliche messe qua e là lungo i 6 km che separano Roc da Hum. La “città più piccola del mondo” è una trovata pubblicitaria: piccolo borgo arroccato (chissà perché “città”), guscio vuoto ben ordinato, bomboniera che pare finta e, ovunque, ombre rassegnate che vagano e comprano souvenir. Ci chiediamo se oltre ai venditori di magliette, vino e gingilli ci abiti qualcuno.

Scendiamo per strade locali lungo la Valle Ucka verso sud – Labin, Barban, Marcana – fino a Pola che si presenta, in periferia, con due grandi centri commerciali, molto simili ai nostri, per assortimento e prezzi. A Pola, tra l’anfiteatro e il porto, ancora stradine addomesticate e botteghe per turisti. La sera ceniamo a Medulin, località balneare a 10 minuti da Pola, in un ristorante – Fontana – che si distingue da quelli che lo affiancano, a schiera, solo per il volume del televisore acceso.

5 agosto – ritorno. Ultimo bagno a Rovinj, poi partenza verso Ronco Scrivia (Genova), con la cautela di evitare il nodo di Milano, scendendo, subito dopo Brescia, verso Piacenza/Tortona.

In totale, considerando tutto – pernottamenti, pranzi, carburante, pedaggi, piccoli acquisti vari – abbiamo speso 500 euro.



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