Istanbul: ma ne vale la pena?

Buon pomeriggio a tutti, siamo appena tornati da Istanbul e questa è il mio racconto… Non avevo tempo di organizzare i quattro giorni e mi sono affidato a Turbanitalia; 3 giorni in mezza pensione e 2 giorni di escursioni con pranzo incluso. Partenza da Bari alle 6.50 del 27 ott , scalo a Roma Fco e quindi Istanbul ore 15.30 circa, 40 min di...
Scritto da: sutukun
istanbul: ma ne vale la pena?
Partenza il: 27/10/2007
Ritorno il: 31/10/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 2000 €
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Buon pomeriggio a tutti, siamo appena tornati da Istanbul e questa è il mio racconto… Non avevo tempo di organizzare i quattro giorni e mi sono affidato a Turbanitalia; 3 giorni in mezza pensione e 2 giorni di escursioni con pranzo incluso.

Partenza da Bari alle 6.50 del 27 ott , scalo a Roma Fco e quindi Istanbul ore 15.30 circa, 40 min di ritardo…Accettabile. All’uscita troviamo una guida con autista che ci porta all’Hotel Seres cat. “S” e ci da le prime notizie: il 28 Istanbul è bloccata dalla maratona eurasiatica, il 29 è l’anniversaro della costituzione della Repubblica, i due giorni potrebbero riservare sorprese al programma.

La città è ricoperta di bandiere turche, chiedo se è conseguenza dei prossimi festeggiamenti, mi dicono che ce ne sono di più del solito ma la loro presenza è costante.

Scopro che sono tutti contro i curdi ma sia l’aeroporto che la città non sembranno particolarmente presidiati come si leggeva sui quotidiani italiani (il sole24ore del 25 ott).

Giungiamo in Hotel, per fortuna non è la catapecchia a fianco, siamo a Sultanahmet, tra Sirkeci e Topkapi. Per visitare il centro va benissmo mentre la sera, come scopriremo, è un mortorio.

La stanza, molto grande, è al 7° piano (4 stanze a questo piano, 10 ai piani sottostanti, gli altri italiani infatti si lamentano).

L’altezza consente la visione del Bosforo e di molte cupole e minareti. La colazione e la cena sono servite al piano superiore con vista ancora più bella e con presenza inquietante di Gabbiani (mi ha ricordato “Gli Uccelli” di Hitchcock).

Dopo una lavatina eccoci in strada – libertà – andiamo subito a pranzare da Hamdi nella enorme piazza dinanzi il ponte di Galata, il cibo è buono ma un certo tanfo nel kebab permane.

Passiamo dinanzi al Bazar delle spezie, non entriamo la visita rientra nei due giorni di visita guidata. Gironzoliamo pertanto tra i pescatori sul ponte di Galata – quanti!!! – e tra le barche del Barbarossa dove vengono cucinati pesci alla brace da inserire in panini, dal puzzo sembra sgombro (pesce che peraltro a me piace molto, sarei tentato …Ma lascio stare). Un fatto è certo una moltitudine di gente si nutre con 3/4 lire il che è un bene. Notiamo, per converso, la pasticceria Aci…Bekir, dal 1777, inventore dei famosi locum.

Ci sembra tutto molto interessante e complessivamente l’atmosfera è gradevole.

Per festeggiare il mio 50° pensiamo di andare a cenare da Daruzziyafe, dopo aver letto un resoconto su questo forum, e di rinunciare alla prima cena in albergo ma mentre ci prepariamo ecco che chiama Marko, la guida italo-armena che ci avrebbe assistito nei due giorni seguenti, e ci propone una Istanbul by night a 15 euro – occasione impedibile, a suo dire, per vedere una città a noi sconosciuta -, accettiamo: appuntamento nella hall alle 21.30.

Cena in Hotel con menù fisso deprimente.

Saliamo in pulmino con altri 6/7 italiani arrivati qualche giorno prima e via partenza alla volta di piazza Taksim trovata in pieno fermento del sabato sera (sotto il nostro Hotel c’era un fervente mortorio).

La piazza è decisamente brutta ma di li parte la pedonale (da mia moglie definita via del Corso) piena di negozi ed animata da una moltitudine di persone. In prossimità di Tunel (altro capo della lunga pedonale) ci addentriamo in vicoletti che sembrano ancora più piccoli a causa dei tavolini disposti su entrambi i lati e del camminamento strusciante delle migliaia di persone alla ricerca di un modo per trascorrere il sabato sera…Tutto molto pittoresco e gradevole.

Riprendiamo il pulmino e partiamo alla volta del 3° ponte sospeso più lungo del mondo (o di Europa, non ricordo) lo ammiriamo dalla parte europea e quindi dalla parte asiatica, da sopra e da sotto dalla riva del Corno d’Oro: parlo dell’Ataturk Koprusu.

Nella zona asiatica si fermiamo ad un venditore di doner kebap e di interiora di agnello kebap, un italiano si lancia e sotto una moschea in riva al Corno d’Oro illuminata da una luna calante sui suoi due minareti si conclude la prima serata, di volata in hotel ed a nanna – non dormiamo da 19 ore.

La stanza grande è bella ed ha tre finestre, mentre noi dormiamo normalmente in un sarcofago, il copriletto è lacerato ma tutto va bene.

Il 28 appuntamento alle 9.30 con Enza, guida di Catania che vive con la sua famiglia ad Istanbul da 18 anni. Partiamo in ritardo in quanto Marko non ha consegnato i biglietti ed è bloccato a causa della maratona, raggiungiamo la Aya Sofia ed Enza dimostra tutta la sua bravura nell’illustrarci la genesi e la vita di questo monumento grandioso, la visita dura circa 2 ore e 30, passiamo all’Ippodromo dove in 30 minuti la brava Enza ci illustra tutto. Quindi ci conduce in una “singolare cooperativa a gestione statale, costruita sopra una “cisterna” visitabile, e destinata al commercio di gioielli, tappeti e ceramiche, manco a dirlo, originali di iznik. L’idea della gestione statale viene confermata dal numero impressionante di commessi dediti alle nostre valutazioni, per il resto quello che sembra essere il “capo” è in gessato grigio ed ha la sua bmw 530 fiammante nel parcheggio riservato alla clientela che, invero, è assai poco numerosa, solo noi sigh! Ora si può entrare nella Moschea Blu e noi lo facciamo, Enza ci fa notare che al contrario di Aya Sofia, che sembra esternamente tozza mentre all’interno da un senso di aria infinito, la Sultanahmet Camii è bellissima e slanciata all’esterno ma dall’interno sembra “seduta”, tozza e per niente ariosa, l’allievo prediletto di Sinan sembra aver “sbagliato” qualcosa.

Pranzo in attesa degli altri italiani in un ristorantino nei pressi della Cisterna Basilica: menù fisso ancora una volta deprimente e bevande (extras) a prezzi maggiorati come in Hotel.

Pomeriggio con Marko e con gli altri 6/7 italiani dedicato a San Salvatore in Chora ed al mercatino circostante. La chiesa/moschea ha degli affreschi veramente notevoli e Marko dichiara tutta la sua bravura nell’illustrare ogni pannello. Ritorno in Hotel e nuovo appuntamento con Marko che ci da uno strappo a piazza Taksim (voglio, fortissimamente voglio, trovare un ristorante che mi faccia capire se la Cucina Turca sia degna della maiuscola).

Gironzoliamo pensando di andare da Konak, come suggerito da Marko, ma ancora del kebap non lo vogliamo; non abbiamo una guida mi affaccio in una libreria, sotto lo sguardo esterrefatto di mia moglie, cerco una guida trovo una lonely planet in inglese e cerco dove mangiare a beyoglu in istiklal caddesi ed ecco 360, raffinato, Haci Abdullah ed il rivale Haci Baba, scegliamo Haci Abdullah perché è sorto nel 1888 e viene descritto come un ottimo ristorante. Trovarlo non è facile in quanto la guida lo riporta direttamente sulla pedonale (istiklal cad) invece è in una traversa.

L’ambiente è confortevole, la cucina a vista – ma gran parte delle pietanze sono pronte e quindi si vede solo la preparazione nei piatti – una grande senso di professionalità, ci sono turchi e turisti.

La cena – senza alcol – è complessivamente gradevole: una melanzana con un trito di cipolla veramente sopraffina (mia moglie che non gradisce la cipolla ha gradito moltissimo), poi un trittico di carne (non kebap) di agnello e manzo, un ragù veramente succulento, meno gli altri due per la presenza di besciamella che io non gradisco molto. Per finire io mi lancio su un “asure” un dolce incredibile (cercatelo con google), conto 78 lire.

Ritorno a Taksim, teleferica e metro di superficie sino all’Hotel 29/10, solita scialba colazione nella panoramica terrazza, appuntamento con Enza alla 8.30, siamo in ritardo, piccolo rimprovero, via a Suleymaniye Camii, visita in moschea con un nuovo gruppo di 4 attempate signore romane: cimitero, tomba di Solimano, moschea e ambienti circostanti tutto molto gradevole compreso il caffé turco nella sala di Daruzziyafe. Fine della visita e discesa all’imbarcadero per insignificante gita sul Bosforo ma prima di imbarcarci perdiamo mia moglie.

Io le avevo fatto cenno di venire al tornello d’ingresso al battello ma lei ha continuato seguendo il flusso di altre migliaia di persone. Mia moglie normalmente “gira” senza soldi e senza cellulare e non ha un senso dell’orientamento spiccato, ero angosciato. Fortunatamente, prima di farsi inghiottire da un tunnel nel quale precipitavano centinaia di turchi, ha deciso di voltarsi ed ha incrociato il mio sguardo, fine dell’incubo! Gita in battello, discesa in un sobborgo nei pressi del terzo ponte e ritorno col pulmino nuovamente alla cooperativa statale, questa volta compriamo, la partenza incombe ed i pensierini languono. Nonostante i 10/15 commessi siamo sempre solo noi, forse il numero degli addetti è tarato per gruppi più numerosi di turisti, Pranzo nel Grup Restaurant oltre l’Ippodromo. Più che deprimente il cibo proposto è allucinante.

Piove, non è l’ideale per la visita al Topkapi ma questo ci tocca: le cucine, l’harem, il tesoro, vista sul Bosforo e sul Corno d’Oro quando, fortunatamente, non piove più. Forse ci sarebbe stato bisogno di più tempo e, soprattutto di un tempo migliore, un tè sulla terrazza del bar del Topkapi al tramonto sarebbe perfetto ma non si può è tutto umido ed il palazzo chiude prima del tramonto.

Cena in Hotel questa volta con cotoletta…

Giro dopo cena ma, come detto prima, nei dintorni, di sera, non c’è nulla.

Andiamo a vedere la Sirkeci Station, vecchia stazione dell’orient express della quale è rimasto solo il frontale, il ristorante interno ed una squallida sala nella quale fanno uno spettacolo dei dervisci che – su suggerimento di un forumista – ci scansiamo (avremo poi conferma dalle romane che non ne valeva proprio la pena). A nanna.

30/10 siamo liberi, il programma prevedeva anche Gran Bazar e Mercato delle Spezie ma possiamo farli senza accompagnatori e così sia. Intorno alle 10 decidiamo di andare a vedere alcune moschee minori che si rivelano essere degli autentici gioiellini: Kocuk Aya Sofia, intorno ci sono lavori ma la piccola moschea è visitabile – siamo 4 gatti e questo la rende ancora più gradevole, c’è tanta luce in quanto poco carica di colori, il mirab è disallineato rispetto all’ingresso, era una chiesa della quale rimangono molte tracce. L’altra è Sokollu Mehmet Pasa Camii con intorno una scuola coranica, il custode ci vieta le foto perché ci vuol vendere le sue, ne acquistiamo due e non lasciamo l’offerta. La moschea è splendida.

Proseguiamo per il Gran Bazar: affascinante, curiosiamo, contrattiamo, ci fermiamo a prendere del tè alla menta con basilico e limone (strano, il basilico prevale). Pranziamo nel Gran Bazar al Havuzlu Restaurant, discreto ma niente di che, non deprimente ma la sbobba è più o meno la solita.

Proseguiamo con altre moschee: Beyazit Camii alla cui uscita ci capita un episodio strano: si avvicina un venditore di cartoline, al nostro rifiuto d’acquisto, ci chiede la cortesia di cambiargli 20 euro di metallo con banconote da 20 euro, ci regalerebbe così le sue preziose cartoline. Delle cartoline continua a non fregarci nulla tuttavia sappiamo che è difficile cambiare le monete e quindi non vedo il motivo di negargli un favore; prendo le banconote ed effettuo lo scambio, gli chiediamo un’informazione per raggiungere Nurousmaniye Camii, ci suggerisce di rientrare nel Grand Bazar e ci salutiamo. Passa qualche minuto e mi metto le mani in tasca e con sorpresa mi rendo conto che le monete da 20 euro contate due volte sono divenute solo 12 euro. Sorrido, non mi faceva piacere di essere stato fatto fesso ma sorrido lo stesso, mai moglie non accetta l’idea, vorrebbe tornare indietro, la dissuado…Siamo all’ingresso del Bazar nell’area dei librai e ricevo un sms e mentre leggo l’sms di mi sento battere le spalle…Era il venditore di cartoline che mi porge gli 8 euro mancanti, lo guardo stupefatto, lui dice che non è successo niente e si allontana. Io e mia moglie ci stiamo ancora chiedendo cosa sia successo.

Non è il caso di pregare per il mancato pericolo ma decidiamo di andare in moschea come previsto: i fedeli pregano ci fanno tuttavia entrare invitandoci a rimanere in un recinto e così facciamo, frastornato com’ero non ricordo molto bene il luogo. In Hotel dopo una lunga discesa tra viuzze di venditori di intimo dotati di ampie buste nere, tipo spazzatura ma con i manici, con le quali trasportano la mercanzia. Decidiamo di farci un te con pasticcini e troviamo una bella pasticceria con prodotti veramente pregevoli, sala in un soppalco ma cortesia a piene mani.

Decidiamo di cenare ancora una volta fuori dell’Hotel nonostante la mezza pensione e vogliamo dirigerci al Sofyali 9 a Tunel. I portieri d’albergo non conoscono il ristorante e nemmeno sanno come raggiungere Tunel!?!? ci suggeriscono di prendere il metro, superare il ponte di galata (due fermate) e quindi proseguire a piedi. Giunti oltre il ponte comprendiamo che a piedi ci arriviamo alla chiusura del ristorante, troviamo due tassisti gli chiediamo se è possibile raggiungere Tunel ci dicono di si, uno ci carica ed in un batter d’occhio ci porta là dove volevamo il tutto con sole 3 lire e 34, gli lascio la mancia. A Tunel l’autista del vecchio tram che fa la Istiklal Cad da Tunel a Taksim ci accompagna al ristorante che non avremmo altrimenti mai trovato. Forse se non l’avessimo trovato non ci saremmo persi nulla: tre/quattro antipasti freddi, un kebap mia moglie ed io una sirloin steak assolutamente deludente quasi lessa. Il mio pensiero: non è mestiere il loro, nonostante tutta la cultura della carne alla brace a mio avviso, l’esperienza a Istanbul, mi dice che sono incapaci di effettuare una pregevole cottura. Noi viviamo nell’entroterra pugliese dove si consuma molta carne alla brace detta “al fornello” e vi posso assicurare che i turchi non ci impensieriscono proprio, fallirebbero da noi di fronte a “gnumridd” ed altre specialità locali. Il tassista del ritorno per portarci a Sirkeci ci chiede 15 lire, contrattiamo e con 10 combiniamo. A nanna…

31/10 ultima per chi batte…La Turbanitalia ci ha mandato un fax col quale ci comunica che ci prelevano dall’Hotel alle 14.30, ci organizziamo. Partiamo per la Cisterna Basilica veramente interessante, io non volevo andarci e sbagliavo. Lungo la strada ci aggancia un uomo attempato che ci dice che sta andando al lavoro, ci chiede dove andiamo e che lavoro facciamo, lui ci dice di lavorare nel settore tessile – tappeti diciamo in coro io e mia moglie – no, no! abbigliamento, ci racconta che la famiglia vive in Anatolia ecc. Ecc. Il suo negozio è – guarda caso – proprio dietro la Cisterna Basilica ci chiede la cortesia di accompagnarlo, sappiamo come va a finire ma non vogliamo scontentarlo. Lo seguiamo in un negozio di …Tappeti…Gli diciamo che non siamo interessati e via in Cisterna.

Proseguiamo col mercato delle spezie con varie proposte di caviale beluga che non compriamo, domanda agli uomini di mondo: ma il caviale venduto nelle scatolette come il tonno deve stare in frigo o no? Decidiamo di ritornare al Grand Bazar per completare qualche ricordino, di ritorno ci imbattiamo nella Rustem Pasa Camii non me la perdo, all’uscita io e mia moglie stiamo per varcare il bagno dove gli uomini fanno le abluzioni…Ci fermano in tempo. A pranzo da Hamdi per chiudere come abbiamo aperto questa suggestiva vacanza: dopo la turkish pizza e delle buone insalate io chiedo un kebap allo yogurt (devo sperimentare tutto altrimenti mi manca qualcosa), no buono! Lo yogurt non migliora un kebap che mantiene sempre un tanfo che pervade la città, buono il/la baklava, meno il tè.

Il peggior tè in aeroporto al modico prezzo di 9 lire turche per 2 bicchieri di carta, più economico il caffé Rosati a Piazza del Popolo almeno lo servono in teiera d’argento e porcellana.

Ne valeva la pena? SI! Istanbul è una città affascinante soprattutto per le persone che la abitano, sempre disponibili anche se talvolta interessate. Vedere come questa babele culturale sa accogliere i turisti riempie il cuore di gioia ma…Ma noi non siamo riusciti a mangiare bene, bah! Ciao da Sutukun alias Carlo e Lucia



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