Istanbul… l’indimenticabile
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Bene! Solo per affermare che Istanbul è tutto questo: un aeroporto, un porto, una stazione ma con bellissimi panorami, con le cento cupole delle moschee, con i sottili minareti, la cantilena dei muezzin, che cinque volte al giorno chiamano alla preghiera, il traffico caotico e “la gente”… Già la gente. Tanti i turisti, ma tantissimi i Turchi, che affollano bus, tram e traghetti e che poi sul calar della sera riempiono strade e piazze del centro storico e di Beyoglu. Molte donne, giovani e più anziane portano il velo in testa ed anche gli abiti lunghi, qualcuna il burka scuro. E’ vero: ci sono il Gran Bazar e il Bazar delle Spezie, ma i bazar sono per le strade dai mille negozietti e bancarelle. Si vende di tutto: dolcetti, castagne arrosto, messe in mostra in modo quasi maniacale come le cozze, panini con il pesce alla griglia, ciambelle di pane, frutta, spremute, pannocchie arrostite… Insomma è un divertimento passeggiare per le strade spesso veramente affollate e vedere tutto quello che viene messo in vendita: sembra che il commercio sia l’attività principale della città. Per fare acquisti spesso è necessario contrattare un po’. E ora il nostro viaggio!
Trasporti
Volo Alitalia da Pisa con cambio a Roma (509 E a/r in due) – Partiamo alle 07,20 e alle 14,00 siamo a destinazione. In arrivo l’aereo sorvola tutto la città: non male! Per il ritorno partiamo alle 14,30, dopo due controlli bagagli, ed il cambio a Roma, alle 18,30 siamo a Pisa: tutto ok. Dall’aeroporto Ataturk si raggiunge il centro (Sultanahmet) prima con metro M1 e quindi (dalla fermata Zeytinburnu) con il tram T1. I biglietti (dischetti di plastica rossi) costano 2 TL. Il tram 1 (una sorta di metro di superficie) è comodo e veloce e raggiunge Kabatas dopo aver attraversato tutto il centro storico e il ponte di Galata. Da Kabatas si può raggiungere con la funicolare P.za Taskim e quindi la zona commerciale che si sviluppa intorno a Istiklal Caddesi che si può percorrere a piedi oppure con il tram storico T2. Per raggiungere la parte asiatica da Eminonu ci sono i traghetti in orario quasi continuo (biglietto 2TL in dischetto metallico).
Attenzione: il traffico è caotico; pochi semafori, pochissimi attraversamenti pedonali, pochissimi sensi unici e stradine strette. Gli automobilisti sono indemoniati: fate moltissima attenzione ad attraversare la strada!
Si dorme e si mangia
Soggiorno presso Hotel Faros Sirkeci a un passo dalla fermata del tram T1 di Gulhane e a due dal palazzo Topkapi. Ottima sistemazione con buona colazione poco italiana ma varia e abbondante. Con più di tre notti di soggiorno vi offrono il transfer da/per aeroporto, all’arrivo vi forniscono buoni consigli sul soggiorno.
Dicono che la cucina turca sia una delle migliori e varie del mondo: credo sia vero! Noi abbiamo seguito alcune indicazioni ricavate dai diari dei TpC (un grazie particolare a Lafi) e da altre pubblicazioni e ci siamo trovati benissimo. Abbiamo evitato i ristoranti per turisti e ci siamo rivolti a quelli più semplici e frequentati da turchi ed in particolare le lokante. Abbiamo provato il Bab-i-hayat presso il mercato della spezie in un ambiente decorato con dipinti e piastrelle e quindi molto suggestivo, ma qui abbiamo avuto l’unica delusione culinaria, ma probabilmente abbiamo sbagliato menù! A proposito: capirli (i menù..) non è proprio facilissimo. Le lokantasi presentano pietanze già pronte che sono conservate in grandi vassoi e che sono rinnovate continuamente. Si possono scegliere a piacimento e vi saranno servite al tavolo. Queste le nostre scelte: Tarihi Sultanahmet Koftecisi, famoso per le kofte (polpette di carne alla griglia) davanti all’Ippodromo; Konyali lokantasi e Fasuli (fagioli rossi) nei pressi della stazione Sirkeci e Balkan Lokantasi vicino alla piccola moschea di Hocapasa, tutte nei paraggi dell’albergo. I locali sono molto semplici, ma il cibo è vario e gradevole e i prezzi economici. A Beyoglu abbiamo pranzato con un ottimo pesce alla griglia con meze, insalata e birra a 41 TL, veramente poco! Di solito non si beve vino, ma birra locale Efes (buona) e anche Ayran una sorta di yogurt leggermente acido e liquido che abbiamo gradito molto. Naturalmente abbiamo assaggiato vari Doner kebap dove ci sembravano più attraenti per il palato e non siamo mai rimasti delusi. Buonissimi quelli assaggiati nei pressi della Fatih Camil e a Kanlica, dalla parte asiatica. Il tè è sicuramente la bevanda nazionale ancor più del caffè: lo bevono a tutte le ore, in tutti i luoghi, accompagnando sia il dolce che il salato, in particolari bicchieri di vetro; il sapore, però, è sempre il solito. A proposito di dolci: Istanbul è città proibita per chi ha problemi di glucosio! Sono incredibili la varietà e la quantità di dolci, dolcetti, budini e tortine in bella mostra un po’ da tutte le parti. Molto usati pistacchi, noci e nocciole. La confezione di queste leccornie è ammirevole: sono tutti da assaggiare e noi, purtroppo non abbiamo saputo resistere! I lokum in particolare sono buonissimi. I migliori negozi si trovano nei dintorni del mercato delle spezie e a Beyoglu.
Venerdì 20/4
Dopo sosta in albergo prendiamo contatto con la città e subito rimaniamo colpiti dal gran movimento di gente e mezzi. Andiamo verso la zona degli attracchi dei traghetti di Eminonu. L’andirivieni di questi ultimi tra il Corno d’oro e il Bosforo è incredibile, e incredibile è la folla che sciama da tutte le parti! Lo spettacolo è già splendido: il ponte di Galata con l’omonima torre sull’altra sponda, più lontano la costa asiatica con il primo altissimo ponte sul Bosforo. Alle nostre spalle la grandiosa Yeni Camil (Moschea Nuova) e la più piccola Rusten Pasa, più in alto l’imponente Suleymaniye Camil (la Moschea di Solimano) che corona uno dei colli sul Corno d’Oro. Istanbul si presenta bene. Entriamo nella Yeni Camil (senza scarpe naturalmente e con capo coperto per le donne) e poi nella Rusten Camil. Bellissime entrambi ricche di decorazioni in oro e piastrelle colorate Iznik. Entrare nelle grandiose moschee dei secoli d’oro dell’architettura ottomana moschea è sempre di grande effetto: il pavimento è ricoperto di colorati tappetti, enormi le copule decorate, suggestivi i grandi lampadari che quasi toccano terra… Dopo le moschee visitiamo il Bazar delle spezie. Molto bello e ben conservato l’edificio costruito intorno alla metà del 1600, ma di grande effetto visivo e olfattivo la notevole quantità e qualità di merci esposte! Da non perdere. Il bazar continua nelle stradette vicine: anche qui si vende di tutto.
Dopo cena ci fermiamo da Mustafà, nei pressi della stazione, per mangiare un bel piattino di dolcetti con il tè: non sarà l’unica volta! Poi di nuovo a Eminonu per non perdere la visione notturna delle moschee illuminate, di Galata dei ponti…indimenticabile.
Sabato 21
Ci alziamo abbastanza per tempo e dopo colazione iniziamo la visita del palazzo di Topkapi. Piove a sprazzi, ma la giornata è dedicata a palazzi e moschee storiche e la pioggia non ci darà eccessivo fastidio. Topkapi apre alle nove e l’ingresso costa 25 LT + 15 LT per l’harem a persona, ma ne vale la pena. Tutto molto bello, grandioso e certamente diverso dalle dimore reali e imperiali che siamo abituati a vedere. Da visitare con calma, c’è moltissimo da vedere, compreso il famoso pugnale che ha ispirato un noto film, naturalmente se la calca dei visitatori ve lo permette! Molto interessante l’ala privata del palazzo: l’harem, appunto.
Usciti dal palazzo, ci siamo trovati in mezzo a una indescrivibile folla di visitatori, anche di locali, che attendeva l’ingresso. Forse sono sempre in coda. Scendendo verso Aya Sofia ci fermiamo a visitare gli interessanti mausolei di alcuni Sultani, delle loro famiglie e dei molti figli uccisi in tenera età per permettere le successioni al trono. Finalmente entriamo in Aya Sofia o S.Sofia (TL 25). L’impianto è quello della chiesa fatta costruire da Giustiniano e terminata nel 537 d.C. e che rimase la chiesa più grande della Cristianità fino al 1453 anno della conquista di Costantinopoli da parte di Solimano il Magnifico che la fece trasformare in moschea. Nel 1934 fu destinata a museo. L’interno è veramente imponente con la sua altissima cupola che sembra essere sospesa in aria. Molte cose da vedere compreso i quattro grandi medaglioni sospesi che recano scritte dorate in arabo. Fate anche una passeggiata al piano superiore dal quale si gode una visione totale dell’interno.
Piuttosto stanchi (sono le 15…) ci fermiamo a mangiare in una lokatasi in Diva Yolu cad (c’è l’imbarazzo della scelta) poi entriamo nel cortile e quindi nella Moschea Blu passando dall’Ippodromo romano di cui rimane la forma e poche vestigia. La moschea è molto frequentata sia da turisti che da locali, ma anche da fedeli: attenzione a essere correttamente vestiti e agli orari (nelle mosche durante la preghiera l’ingresso è permesso solamente ai praticanti). Anche questa moschea lascia a bocca aperta sia per le sue cupole, che per le vetrate e le piastrelle di Iznik. I minareti sono sei: più di qualsiasi moschea di Istanbul e quanti ne ha quella della Mecca.
Per finire la giornata facciamo un giretto per Diva Yolu e ci fermiamo a bere un tè da Turk Ocagi, un locale storico in un cortile pieno di tombe ottomane e dove si fuma anche il famoso narghilè. Cena da Tahiri con polpette poi finalmente a letto dopo esserci soffermati ad ammirare lo spettacolo di Aya Sofia e Moschea Blu illuminate.
Domenica 22
L’abbiamo fregato: il muezzin delle 05,30 ormai non ci sveglia più! Stamani, all’apertura, visitiamo la Cisterna Basilica (10 TL): questa straordinaria struttura sotterranea sostenuta da 336 colonne risale ai tempi di Giustiniano e serviva a contenere 80000 mc di acqua. L’ambiente è suggestivo per la particolare illuminazione delle colonne dal basso: la visita è assolutamente da non perdere. Usciti, siamo andiamo a visitare Kariye Musezi o San Salvatore in Chora o Kariye Camil. Anche questa piccola chiesa bizantina del sesto secolo d.C. ha subito la sorte di Aya Sofia, ma l’impianto è rimasto abbastanza simile alla vecchia chiesa bizantina in mattoni rossi. La raggiungiamo con il tram T1 fino alla fermata Topkapi poi con il T4 fino a Eniderkapi fuori dalle mura di Teodosio e quindi a piedi. L’ingresso costa 15 TL, ma si può ammirare affreschi e splendidi mosaici del tredicesimo secolo che rappresentano le vite di Maria e di Gesù: notevoli!
Da San Salvatore decidiamo di scendere verso il Corno d’Oro attraversando una parte di Istanbul sconosciuta ai turisti e particolarmente affascinante. Sono i cosiddetti quartieri occidentali di Fatih, Fener e Balat. Le strade e le case sono piuttosto fatiscenti e qui i lavori di ammodernamento che si notato nella zona storica sono piuttosto indietro. Fatih in particolare è un quartiere molto conservatore dove quasi tutte le donne hanno la testa coperta e vestiti lunghi e accollati ed anche gli uomini portano vesti tradizionali e spesso indossano anche il fez. E’ molto interessante passeggiare per le strade di questo quartiere dando uno sguardo alla merce esposta che molto si discosta da quella vista a Sultanamet e zone limitrofe e al comportamento della gente. Scendendo ci fermiamo a vedere la piccolissima Fethiye Camil e Musezi, anch’essa antica chiesa bizantina, poi raggiungiamo l’imponente Sultan Selim Camil che domina dall’alto e dalla quale si gode un bellissimo panorama. Intorno alla moschea, oltre che a un cimitero con le tombe di sultani, ci sono verdeggianti giardini, dove specialmente di domenica, si ritrova la gente del quartiere con le famiglie. Ottimo il pranzetto nei pressi della moschea (ben 8 LT !). Scendendo ancora si raggiunge il Corno d’Oro. Anche qui, sui prati della riva, si riuniscono numerose famiglie per il tradizionale pic-nic domenicale (grande uso di griglie a carbonella !).
Con grande difficoltà (bus strapieno, attenzione al portafoglio !) raggiungiamo il ponte di Galata e quindi ci rifugiamo in albergo per un riposino. Più tardi da Eminonu saliamo a piedi fino al mercato esterno al Gran Bazar (chiuso di domenica), poi scendiamo fino alla moschea di Beyazit intorno alla quale si vende di tutto. Questa è la seconda moschea imperiale di Istanbul, la visitiamo e rientriamo con il tram T1. Cena molto economica da Balkam presso la moschea di Hocapasa. Poi a nanna!
Lunedì 23
Stamani decidiamo per la classica gita sul Bosforo. Compriamo il biglietto di sola andata da Eminonu ad Anadolu Kavagi quasi sul Mar Nero e ultima fermata del battello delle linee municipali Sehir Hatlari che parte alle 10,35. Il ritorno da Anadolu è previsto alle ore 15, ma noi abbiamo deciso di prendere il bus e rientrare a Uskudar lungo la costa asiatica. Prima di imbarcarci percorriamo in a/r il ponte di Galata che è stato ricostruito nel 1992 e che, dicono, non a niente a che fare con il vecchio. Sotto ci sono moltissimi ristoranti che di prima mattina si preparano a ricevere i turisti e sopra decine di pescatori che tentano la fortuna con le loro lenze, anche se il pesce deve essere poco appetibile perché queste acque sono tra le più inquinate che si conoscono. Il viaggio con il battello è piacevole: si zigzaga da una sponda all’altra del Bosforo facendo qualche breve sosta e in vista di bei paesaggi, notevoli palazzi, amene località di villeggiatura, qualche castello e si passa sotto i due ponti che mettono in comunicazione Europa e Asia. Alle 12 si giunge ad Anadolu che da piccolo paesetto di pescatori è diventato un’enorme accozzaglia di ristoranti e bancarelle: l’odore del pesce non è per niente invitante quindi alle 12,30 prendiamo il piccolo bus locale che ci scarica a Kanlica dopo un tracciato altalenante in vista del Bosforo. Lungo la strada si vendono prodotti locali: fanno impressione i grossi mucchi di noci. A Kanlica, ameno paesetto sul Bosforo pranziamo con un buon kebap e con il famoso yogurt locale. Con il bus 15, continuando a percorrere la riva asiatica del Bosforo e attraversando abitati sempre più importanti e trafficati (ingorghi continui) raggiungiamo Uskudar e dopo breve passeggiata rientriamo a Eminonu con il traghetto. Non contenti saliamo alla superba Suleymaniye Camil fatta costruire da Solimano il Magnifico che con i suoi quattro minareti domina il Corno d’Oro. L’interno è molto bello. Il complesso della Moschea era provvisto di moltissimi servizi quali mensa ,ostello, ospedale ecc. Nel delizioso cortile dell’ex mensa dei poveri, in attesa del termine delle preghiere, abbiamo sorseggiato il solito buon tè. Da visitare anche le tombe del sultano e di sua moglie. In discesa, verso Beyazit, entriamo nel Gran Bazar. C’è di tutto, compresi 4000 negozi che vendono di tutto: anche merce di buona qualità. Contrattare è quasi obbligatorio, anche se cominciano a comparire i prezzi scritti. L’ambiente è molto bello, pulito, con fontanelle, le volte e le pareti affrescate, le merci ben esposte. Da non perdere anche se non comprate niente come abbiamo fatto noi! Cena da Fasuli con fagioli rossi, involtini e zuppetta di lenticchie. O.K.
Martedì 24
Stamani con il tram T1 si va a Kabatas (capolinea) poi a piedi fino al palazzo Dolmabahce, lungo Bosforo verso Besiktas, bella passeggiata che può continuare fino ai giardini di Yildiz. Il palazzo è grandioso e fu l’ultima dimora dei Sultani fino al 1923 anno della nascita della repubblica. E’ qui che morì il primo presidente e padre della patria Kemal Ataturk nel 1938 alle 9,05 come segnano tutti gli orologi del palazzo. Fu costruito dal 1843 proprio per dimostrare la grande potenza dell’impero turco, ma le spese furono così ingenti che ne accelerarono il declino. La visita è guidata, in inglese o se preferite in turco ed è piuttosto affrettata. Gli interni sono veramente grandiosi e opulenti, il salone delle cerimonie è immenso, ci sono perfino scalinate con pilastrini di vetro. Interessante la parte privata che si visita a parte (ingresso 25+15 TL).
A piedi torniamo a Kabatas da dove prendiamo la funicolare per Piazza Taskim e Beyoglu, il quartiere moderno attraversato dalla Istiklal caddesi la strada della ”passeggiata” e dei negozi alla moda. La percorre, fino a Tunel anche un tram storico. Da Tunel si può scendere verso Galata con la funicolare oppure a piedi incontrando a metà strada la famosa torre. La piazza e molto grande e anche bruttina ma piena di gente ed è il più importante snodo del traffico cittadino. A metà circa di Istiklal ci fermiamo nei dintorni del mercatino e pranziamo con pesce alla griglia da Mercan, poi mangiamo un gelato, diverso dal nostro e ci fermiamo nelle pasticcerie della zona, dove i dolcetti di tutti i tipi in mostra mettono l’angoscia (nel senso che non si possono assaggiare tutti !). Compriamo dei lokum da portare a casa. Per fortuna abbiamo solo bagaglio a mano!
Scendendo verso Galata saliamo sull’omonima torre (12 TL), di origine genovese, dalla quale si gode un panorama ineguagliabile. Sultanamet, i ponti sul Corno d’oro, le mosche imperiali e in lontananza la costa asiatica; forse conviene salire quassù di notte perché la torre rimane aperta fino alle 22. Scendiamo ancora e rientriamo in albergo dopo aver fatto piccoli acquisti per la nostra tribù. Cena da Konyali Lokantasi, presso la stazione, molto frequentato a pranzo e poi ultima fermata (haimé) da Mustafà.
Mercoledì 25
Ultime ore a Istanbul: scendiamo fino a Eminonu poi entriamo nella vecchia stazione di Sirkeci (quella dell’Orient Express); vecchio ristorante, vecchie pensiline ben conservate creano un ambiente romantico: da vedere! Passeggiamo poi nel verde del bel parco di Gulhame con le scolaresche in visita che ci salutano con allegria. Un buon addio!
Note finali
Da non perdere assolutamente la visita alle moschee imperiali ed anche a quelle che incontrate nei vostri movimenti, che lasciano sempre un senso di quiete e serenità, il palazzo Topkapi, la Cisterna Basilica, la visione notturna della città e dei suoi monumenti, Aya Sofia, i Bazar, l’attraversamento del Bosforo magari al calar della sera… e il girovagare tra la gente e naturalmente i dolci!
-Istanbul è costruita su sette colli: portatevi delle scarpe comode, si sale e si scende…
– Per il cambio del denaro non ci sono problemi: conviene servirsi dei cambiavalute.
– Il costo dell’ingresso ai monumenti è in aumento… cercate di entrare all’apertura, dopo ci sono attese lunghissime.
– Il costo della vita, se la fate da Turchi, è abbastanza vantaggioso.
– Per noi è stato un po’ fastidioso il continuo richiamare di venditori e camerieri e della mancanza dei prezzi esposti, ma fa parte del paesaggio… e va bene anche così!
– Attenzione ai lustrascarpe. Vi sorpassano e poi fanno cadere una spazzola: voi la raccogliete e loro la vogliano usare… poco male!
– provate un Haman, a noi è mancato!
Insomma: impressioni forti, qualche volta contrastanti perché effettivamente ci si trova sospesi tra mondi diversi, ma certamente indimenticabili! Come al solito i giorni di visita sono stati scarsi, ce ne vuole qualcuno in più, oppure una seconda visita. Alla prossima!