Istanbul, con l’accento sulla a

A spasso per la città turca affacciata sul Bosforo
Scritto da: serbet
istanbul, con l'accento sulla a
Partenza il: 22/08/2012
Ritorno il: 27/08/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Ascolta i podcast
 
Cinque giorni a Istànbul a fine agosto, due coppie di mezz’età, abituate anche al camper e barca a vela se si vuole essere essenziali ma anche a comodità se si paga un hotel. Dico subito che la scelta del Neorion Hotel è stata ottima e rimando a mia recensione su Tripadvisor da titolo Molto consigliabile firma serbet. I 5 giorni sono il minimo, direi, e mi fanno sorridere recensioni di chi ha visto tutto in 2/3 ma qui chiarisco subito che tutte le opinioni sono legittime e anche la mia può essere discutibile, fate un po’ voi.

Dirò cosa vedere senza raccontare un diario giornaliero (anche se ho fatto da guida ai miei amici ed avevo quasi tutto programmato), con una premessa di letture per me essenziali prima , o durante, il viaggio: intanto Costantinopoli del De Amicis per la città che ormai non si vede più e Istanbul del Nobel Pamuk per quella che si vede; poi volendo rileggersi Il treno di Istanbul di Graham Greene e naturalmente La luce del giorno (Topkapi) di Eric Ambler, anche se dite di aver già visto il film.

Intanto nei ricordi mi appare molto spesso il colore rosso: le bandierone sono dovunque, i carretti che vendono frittelle, il famoso tram nostalgico di Iskital Caddesi, per non parlare dei tramonti infuocati contro le silhouette delle moschee.

Le moschee: naturalmente le due più famose Santa Sofia, che ormai non è più moschea ma museo, e la Moschea Blu. A Santa Sofia (ottima idea avere fatto già il biglietto on line) si può stare un’ora o un giorno, dipende dalla cultura del visitatore: salendo sui ciottoli sconnessi per il primo piano si cammina nella storia e dall’alto la visione è incomparabile. Non mi dilungo perché sono quesi posti che si devono vedere non raccontare. Quanto bella dentro e meno fuori, poverina ne ha passate di tutti i colori, è Santa Sofia tanto avevo letto il contrario per la Moschea Blu. Invece non sono d’accordo nel senso che da fuori la Moschea Blu (che blu non è per niente ) è bella ma assomiglia a molte altre, ad es. la Moschea Nuova o quella di Solimano mentre dentro è spettacolosa e consiglio di tornarci soprattutto alla sera visto che chiude tardi e l’interno diventa davvero tutto blu. Tra l’altro il famoso spettacolo suoni e luci alla Moschea Blu di cui avevo letto è una fregatura nel senso che si illumina solo la fontanona che si trova a metà strada tra la Moschea Blu e Santa Sofia con un effetto Las Vegas guardato con commiserazione dalle due moschee suddette.

Comunque belle tutte le moschee, le più grandi come alcune nascoste e piccoline, consiglio la Piccola Santa Sofia e Rusthem Pasa in particolare, ma andate a vedervi quelle che vi piacciono in questo bel sito in 3D http://www.3dmekanlar.com/en/3d-istanbul.html, Pe la cronaca i maschietti entrano anche coi bermuda ed io giravo rispettosamente nonostante il caldo con pantaloni lunghi, mentre le signore devono avere spalle e capo coperte ed a volte davano un gonnellone fino alle caviglie. Sulle pari opportunità c’è ancora molto da lavorare.

Poi naturalmente il palazzo Topkapi, anche qui consiglio di avere già il biglietto on line per l’Harem ed il palazzo, due distinti biglietti. Ecco forse di tutto quanto visto un po’ sotto le aspettative ma devo dire che dopo il real Alcazares di Siviglia e l’Alhambra di Granata è difficile vedere qualcosa di meglio. Comunque stiamo sempre parlando delle azulejos e intarsi più belli mai visti, sia chiaro!

Fatevi la crociera sul Bosforo, scelta quella con partenza alle 13,35 e ritorno alle 18,35, battello pubblico dal primo pontile a destra del ponte Galata. Qui non sono obiettivo perché per me mettere il sedere su un battello e solcare un mare qualunque è meraviglioso ma comunque quando leggo commenti che è deludente, sta bestemmiando. Stiamo parlando del Bosforo non del giro tra Rapallo e Portofino! E ti vedi sul battello che ha fatto da scena a tanti film, da Poirot a 007, sei una spia ed un agente segreto, un diplomatico o un viaggiatore dell’ottocento la scena non è cambiata molto a parte qualche ponte in più, ed è veramente un pomeriggio da incorniciare. Per la cronaca non siamo scesi all’ultima stazione per arrampicarci sotto il sole all’ennesimo castello genovese diroccato, grazie si vede ene anche dall’altra sponda, e suggerisco la penultima tappa che si chiama Rumeli Kavagi, grazioso paesino di pescatori con spiaggia di sabbia: seduti sotto un pergolato ci siamo mangiati un pesce arrosto mentre passavano delle preoccupanti navi container da Mar Nero davanti ai ragazzini sguazzanti sulla spiaggia. Poi si riprende il battello (tutto costa 25 lire turche, cioè 13 euro!) e il ritorno verso sera con lo skyline delle moschee e Topkapi è indimenticabile e se qualcuno non è d’accordo vada pure a Milano Marittima a mangiare le piadine. Sono un po’ drastico ma quanno ce vò, ce vò!

Cosa manca ancora? Ah, certo mie signore, il Gran Bazaar e il Bazar delle spezie o mercato egiziano. Belli sicuramente anche se i miei amici che c’erano stati anni fa lo ricordavano molto più confuso e vociante ma anche pittoresco; ora è diventato forse fin troppo pulitino ed educato, prego signori, si accomodino, uno sconto? Ma non si usa più, i prezzi son quasi fissi, la contrattazione, ma roba d’altri tempi! Poi però gli metti in mano la metà richiesta e vedi che va bene lo stesso. Comunque forse un po’ deludente, di gran bazaar ha più il “grande” che il bazaar e ricordo più pittoreschi quelli del Cairo o di Marrakesch.

Ancora lo spettacolo dei Dervisci Rotanti, forse un po’ per turisti ma interessante e coinvolgente; tra i tanti abbiamo scelto quello dietro il nostro albergo nella sede chiamata Hocapasa, informatevi. E poi non si può non entrare e farre un giretto spacciandosi per Poirot alla stazione dell’Orient Express Sirkeci (in parziale restauro) e all’hotel Pera Palace senza timori perché è previsto che si vada a fotografare e son molto gentili, si sa mai che torni…

E non perdetevi certamente la Cisterna Basilica, sotterranea, affascinante, dove farete foto (se avete polso fermo) da far invidia agli amici.

Ma un ricordo particolare lo merita il Corno d’oro che non si chiama così per niente. Ad Istànbul tutti fanno la crociera sul Bosforo ma molti meno turisti conoscono le bellezze del fiordo che dà il nome al golden horn. Quasi in fondo al Corno d’oro si arriva in battello abbastanza scassato e si scende a Eyup; ci si incammina per un ripido viottolo e attraverso un romantico cimiterino all’aperto si giunge sbuffando in cima. Qui ci si siede al caffè Pierre Loti, si ordina un caffè turco o un cay che è il loro thè e si guarda il lento procedere dei battelli aspettando il tramonto. Come leggerete dopo, sono quei momenti in cui ti senti in sintonia con l’ universo e sei cittadino del mondo.

“……Eyüp, un piccolo e meraviglioso paese alla fine del Corno d’Oro, dove mi lasciava il battello Kocata: mi sembrava sempre non del tutto reale. Eyup, come una fantasia chiusa, , misteriosa, religiosa, pittoresca e mistica, è così meravigliosa che mi ricorda il sogno orientale di un estraneo su Istanbul, una sorta di Disneyland musulmana, turco-orientale. Questo dipende dal fatto di essere fuori dalle mura della città e di non subire perciòl’influsso bizantino e la confusione di Istanbul ? Oppure dipende dal mischiarsi dei suoi bei cimiteri con gli alberi e le case? perché qui arriva presto la sera, a causa delle sue alte colline? Oppure il fatto che qui le proporzioni architettoniche siano piccole, di una modestia religiosa e mistica, ha tenuto Eyup lontana dal fasto di Istanbul e dal suo caos profondo e magnetico, dalla sua forza fatta di sporcizia, ruggine, fumo, frammenti, crepe, detriti e ruderi? Eyüp, grazie alla sua lontananza dal centro di una Istanbul che si occidentalizzava e si appropriava continuamente dei materiali occidentali, dalla sua burocrazia e dagli enti ed edifici statali, manteneva il suo aspetto naturale che accontentava tutti coloro che venivano in città pervasi dagli orientali sogni. Questo meraviglioso sogno dove Pierre Loti comprò una casa e si stabili, affascinato dal suo aspetto incontaminato, a me pareva sempre insopportabile, proprio per tale perfezione. Per questo arrivare a Eyüp fu la fine della malinconia che sentivo quel giorno, nel panorama del Corno d’Oro costituito di rovine e storia. Finalmente capivo di amare Istanbul proprio peri suoi ruderi, per la sua malinconia, e per il fatto che avesse perduto il prestigio di un tempo. “ (da “Istanbul”di Orhan Pamuk, premio Nobel per la letteratura nel 2006, Einaudi, 2008).

E molto altro ancora e siamo stati solo 5 giorni; ecco, Istanbul è uno di quei posti (e non sono molti) dove dico “ci tornerò” e magari lo faccio davvero.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche