Israele, Sacro vs Flash
VENERDì 23 MAGGIO: Malpensa – Tel Aviv
Israele, luogo di culto delle tre principali religioni monoteiste, era da tempo sulla mia lista dei top ten travel. Il costo per un tour di 8 giorni in singola con i classici Tour Operator superava abbondantemente i 2.000 euro. Unica soluzione buttarsi con una formula più “avventurosa”.
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Parcheggiata l’auto al P4 di Malpensa (11 giorni 45 euro) in perfetto orario mi reco al banco del T.O. per ritirare il biglietto aereo e conoscere 4 dei miei nuovi compagni di viaggio, gli altri 11 arriveranno a destinazione da altri aeroporti. Volerò, ahimè, con la compagnia di bandiera israeliana El Al. Prima del chek in un’addetta alla sicurezza El AL mi invita a seguirla. Arrivati al bancone inizia un serrato interrogatorio. Mi sento trattato come “il bel Renè”, oltre alle classiche domande formulate con arroganza e maleducazione, mi vengono rivolte domande – a mio parere – assurde: perché hai le ferie in questo periodo? Ma puoi prendere le ferie quando vuoi? 32 giorni di ferie! Perché hai così tanti giorni? Perché non conosci gli altri del gruppo?
Se parto solo e prenoto un viaggio come faccio a conoscere gli altri gitanti!
Sono obbligato, pena il mancato imbarco, a consegnare il bagaglio a mano che sarà consegnato al momento dell’imbarco e perquisito senza la mia presenza. All’imbarco vengo diviso dagli altri passeggeri e perquisito. All’arrivo apro la valigia e ritrovo i miei effetti personali alla rinfusa. Al ritorno più o meno stessa situazione con l’aggravante che durante la perquisizione la mia cintura dei pantaloni sparisce. Consiglio di evitare El AL, le altre compagnie aeree effettuano normali controlli. Oltre a lunghe attese eviterete di perdere la pazienza.
A Tel Aviv conosciamo Jamal, che sarà il nostro autista per 6 giorni. Il transfer per il Momo’s Hostel è di circa mezzora. La tripla è una tipica stanza di motel da narcotrafficante messicano! Letto matrimoniale di circa 120 cm di larghezza e mini letto di circa 60 cm, un modo simpatico per diventare subito intimi! Il locale è sgarrupato e non proprio lindo al costo 30 euro a persona. Il lungomare di Tel Aviv con la sua movida ci aspetta!
Il lungomare è pieno di gente che cucina carne su improvvisati barbecue, molti teli sul prato per pic nic, podisti, ciclisti, auto con musica a bomba… e la movida? I grattacieli si stagliano sul mare modello Rimini, la città è moderna essendo stata costruita recentemente.
Il mare è limpido e la sabbia finissima, impalpabile, l’acqua è tiepida all’orizzonte spunta la penisola di Giaffa la parte vecchia di Tel Aviv.
Il richiamo dello stomaco ci conduce ai tavolini all’aperto di un ristorante russo, pollo grigliato con contorno e birra per 100 shekel (1 euro equivale a circa 4.70 shekel). Due passi per digerire ed arriviamo alla fontana simbolo di Tel Aviv, una piccola fontana sopraelevata con pannelli colorati, non vale la camminata. Tel Aviv è celebre per la movida, dobbiamo trovarla, chiediamo in Hostel. “Il concierge” del Momo ci suggerisce di prendere il bus n. 4 (8 nis) per arrivare al porto antico. Il porto antico è una piccola caletta con numerosi ristoranti animati e negozi, carino per cena. Le palpebre iniziano a calare, riprendiamo il bus e torniamo in Hostel. Resta un dubbio donde està la movida? Fortunatamente il mio compagno di letto matrimoniale è magro, quindi non ho difficoltà ad addormentarmi nei miei 60 cm di materasso.
SABATO 24 MAGGIO: Tel Aviv – Giaffa – Cesarea – Akko – Haiffa – 120 km
La colazione è servita dalla receptionist direttamente al banco: thè e caffè e una merenda confezionata dal peso specifico maggiore dell’oro! Il meeting è fissato alle nove nella hall del Momo, dove conosco il resto del gruppo, mentre il coordinatore illustra le tappe della giornata.
Tour veloce tra i vicoli di Giaffa, da vedere la piazza centrale, la torre dell’orologio ed il panorama su Tel Aviv. A seguire visitiamo Cesarea fatta erigere da Erode nel 22 a.c.; Erode voleva costruire una città senza uguali al mondo in onore al suo protettore Ottaviano Augusto. Oggi rimangono, a pochi metri da un mare cristallino, vestigia romane a testimonianza dell’antico splendore. All’ingresso, copiando lo stile Colosseo, si offrono per una foto ricordo sorridenti centurioni. Da non perdere l’anfiteatro, l’ippodromo ed i mosaici. Il percorso turistico si dipana per 3 km. Una curiosità: in questo luogo la leggenda vuole che nell’anno 1.101 sia stato rinvenuto dai cavalieri Crociati il santo Graal, oggi custodito nella cattedrale di S. Lorenzo a Genova. Un cielo terso lascia liberi i raggi del sole di pizzicarci la pelle.
Le mura di Akko proteggono il cuore della città dove in posizione sopraelevata trova collocazione la cittadella. La cittadella di Acri è una fortificazione ottomana, edificata sulla cittadella costruita a suo tempo dall’Ordine degli Ospitalieri. La cittadella faceva parte del complesso difensivo della città, rafforzando il muro settentrionale. Nel corso del XX secolo la cittadella era utilizzata come prigione. L’interno non ancora recuperato interamente non offre molto ai visitatori, enormi stanzoni vuoti. Deliziosi i vicoli e le gallerie coperte della città dove è possibile pranzare o perdersi per lo shopping. La parte ludica è un tunnel sotterraneo che dal centro della città vicino al bazar porta direttamente la mare. Una passeggiata sulle alte mura in riva al mare ed alle 17.30 partenza in bus in direzione Haifa.
Un gentilissimo receptionist ci accoglie al Haifa Port Inn. Albergo veramente carino, pulito e curato nei dettagli con un verde giardino interno per il relax (31 euro a persona BB in tripla). Ad Haifa troveremo la movida: The Germany Colony. Un lungo viale costruito da una setta tedesca: i templari, da non confondersi con i cavalieri, infatti i templari erano una setta protestante della Germania meridionale formatasi intorno al 1850 che si trasferirono su pressioni del loro leader spirituale Christoff Hoffman in Terrasanta. I membri di questa setta costruirono nel giro di pochi anni un insediamento portando un certo benessere in seguito all’avvio di piccole imprese a conduzione famigliare. La via è costellata di ristoranti e locali, scegliamo il Fattoush per cenare con fattoush di pollo e birra (100 nis). Locale carino e cibo discreto. In ogni ristorante sono offerti oltre ai classici e sempre presenti antipasti di verdure anche l’immancabile ed ottimo hummus.
DOMENICA 25 MAGGIO: Haiffa – Zippori – Nazareth – Monte Tabor – Tiberiade 70 km
La colazione offerta dal Haifa Port Inn è varia ed ottima, la migliore della vacanza, la sala per la colazione è curata all’inverosimile, quasi kitsch. I proprietari attenti e cordiali.
I giardini di di Haifa, con le meravigliose terrazze, occupano un’area di circa 200.000 metri quadrati sul pendio occidentale del Monte Carmelo. La struttura è formata da 18 terrazze che si snodano per circa un chilometro lungo la pendenza del Monte Carmelo e hanno come fulcro il Mausoleo del Báb e la sua terrazza, la diciannovesima. Le terrazze sono unite da una scalinata che interseca il Mausoleo del Báb, ogni filo d’erba deve essere tagliato in modo perfetto, la scalinata è fiancheggiata da una coppia di ruscelli d’acqua corrente che scende dall’alto fino alla base. I giardini sono in una posizione dominante sulla città, offrono un ampio panorama fino al mare. Purtroppo, è possibile entrare solo nella terrazza superiore per scattare le foto.
Il panorama desertico scorre veloce dal finestrino del bus, tutto color ocra anche le abitazioni che durante il mandato britannico dovevano essere costruite con pietra locale. Sapienti opere idrauliche permettono la coltivazione di frutta e verdura, regalando al paesaggio macchie verdi.
Ore 11.00 inizia il giro alle rovine di Zippori sotto il solleone. I resti non sono entusiasmanti: teatro romano, due chiese paleocristiane ed una fortezza crociata. Da non perdere il mosaico della “beautiful woman”, la Mona Lisa della Galilea. La città era il paese originario dei genitori di Maria.
Il tour si conclude rapidamente, e nel primo pomeriggio visitiamo Nazareth. L’imponente e recente basilica dell’annunciazione domina il profilo della cittadina, la facciata principale, in blocchi di pietra bianca, è suddivisa da strisce orizzontali in pietra rosa sulle quali sono scolpite motivi floreali, animali, gli elementi e le stelle. La basilica ha due piani, il piano superiore è ampio e moderno, al piano inferiore si trova la grotta dell’Annunciazione. La tradizione identifica la grotta con la casa di Maria. Si ritiene che una parte della casa fosse scavata nella roccia (la grotta) e l’altra parte in muratura. Da non perdere la chiesa di S. Giuseppe costruita sulla bottega del falegname. Salendo le graziose stradine della città vecchia, deserte di domenica, si arriva alla chiesa ortodossa dell’Annunciazione, spesso gli ortodossi venerano luoghi diversi, una sorta di piano B.
Tappa successiva il monte Tabor. Jamal parcheggia il bus ai piedi del monte, per salire è necessario utilizzare un minibus per percorrere i 19 tornanti e finalmente arrivare in vetta. La chiesa ricorda la trasfigurazione di Gesù. All’interno pregiati mosaici ricordano l’evento. Dalle terrazze panorama mozzafiato sulla valle.
Nel tardo pomeriggio ammiriamo il panorama sulla cittadina di Tiberiade con l’azzurro del lago alle sue spalle. Il Casa Nova Tiberias Guesthouse è una struttura gestita da religiosi per pellegrini a due passi dal lungo lago. Camera curata e spaziosa (26 euro BB). Il lungo lago è piacevole, curato e animato.
Per cena assaggiamo la specialità locale: pesce San Pietro, dal sapore leggero, ma dalla carne troppo flaccida (pesce e birra 100 nis).
LUNEDì 26 MAGGIO: Tiberiade – Monte Beatitudini – Safed 50 km
Primo campanello: la canzone dei Negrita “a modo mio” mi ronza nelle orecchie, un motivo che non sentivo da anni con chiari riferimenti a Dio. A pensarci bene ero partito con una tendinite al piede sinistro, dimenticata e risolta appena atterrato in Terra Santa.
Partenza ore 8.30, dopo un’abbondante colazione, per visitare il monte delle Beatitudini. In questo luogo mi siedo a riflettere. La suora all’interno del luogo sacro con enfasi mi svela che stiamo camminando sulle orme di Gesù, di non focalizzarmi sui luoghi indicati dalle frecce, ma di pensare che 2.000 anni fa Gesù era in questi luoghi e se chiudo gli occhi per un attimo ne posso avvertire la presenza. Da agnostico, inizio a considerare le sue parole e visito i luoghi successivi in modo diverso, forse più attento. E da questo momento iniziano ad accedere situazioni misteriose, leggere come una piuma, ma curiose. Visitiamo le altre chiese di Cafarmao: moltiplicazione dei pani e pesci (all’interno splendidi mosaici), chiesa della mensa dove sono stati consumati i pani e pesci e la chiesa costruita sopra la casa di Pietro, una sorta di astronave. Non avendo una guida vera e propria in carne ed ossa, ci affidiamo ad una guida turistica di carta. La guida recita di scambiare due chiacchiere con i gentili frati a disposizione dei turisti seduti nei giardini davanti alla chiesa di S. Pietro, la testiamo subito: attacchiamo bottone ad un frate polacco che gentilmente risponde alle nostre curiosità, la guida sarà sempre utile ed affidabile, tranne in una taverna armena a Gerusalemme. Mi lascio cullare dalla sacralità dei luoghi, ma non mi aggrego ai nuovi amici che fanno benedire svariati oggetti sulla pietra dove è avvenuta la moltiplicazione dei pani e dei pesci. I momenti di raccoglimento spirituali sono continuamente interrotti da flash di impetuosi gitanti che, nonostante i divieti di scattare istantanee, utilizzano le fotocamere come mitragliatrici a ripetizione.
Il lago di Tiberiade è incorniciato da colline brulle color ocra, un paesaggio lunare, interrotto da piantagioni di frutta che trovano una naturale collocazione sulle sue rive.
Cos’è un kibbutz? Cos’è il chì buz’? Ah, questa la so, dicessi chi buz, famosa frase dialettale di Alberobello, le contadine tutte incappucciate quando bussano alla porta dicono: “chi buz? Secondo Fantozzi. Oggi lo scopriremo a Ein Gev, il programma prevede un tour all’interno di una comune con un piccolo trenino trainato da un trattore.
Il kibbutz è nato come ideale di eguaglianza, lavoro a vantaggio della comunità, questo comporta per ogni singolo elemento appartenente al kibbutz l’obbligatorietà di lavorare per tutti gli altri elementi dello stesso e in cambio, al posto di denaro ricevere semplicemente i frutti del lavoro altrui, evitando così alla collettività di cadere nelle mani di quello che viene considerato il consumismo. Il kibbutz è deserto, passiamo in mezzo alle abitazioni, alle stalle e arriviamo ad una immensa piantagione di banane. Ad un occhio profano potrebbe sembrare un agriturismo. Finita la spiegazione sulla coltivazione del frutto, l’autista del trenino prende una cassa di banane, ma prima di offrircele le taglia a metà! Una metà a testa, non di più, appena serviti tutti i passeggeri velocemente richiude la cassa. Per curiosità chiedo al nostro coordinatore se il tour è gratuito, certo che no, è costato 5 euro! Lo stereotipo sugli ebrei trova la prima identificazione. Il coordinatore chiede se possiamo pranzare al refettorio del Kibbutz, forse per farsi perdonare, l’autista dopo una breve telefonata ci indica la mensa. Ottima idea con 45 nis possiamo mangiare tutto quello che vogliamo, compreso il gelato.
Nel primo pomeriggio 15.30 arriviamo a Safed a 900 m.s.l.; le città sono tutte monocromatiche il color ocra domina l’orizzonte e questa cittadina di 30.000 anime non fa eccezione. I graziosi vicoli invitano a perdersi tra negozi e sinagoghe. Safed vanta numerose sinagoghe, visitiamo le tre principali. Per entrare nelle sinagoghe è necessario munirsi di un cappello (qualunque foggia), il capo deve essere sempre coperto davanti a Dio, i pantaloni devono essere sotto il ginocchio. Vediamo numerosi ragazzi con un mitra Uzi a tracolla, normale amministrazione, durante il servizio militare i soldati non possono separarsi dal mitragliatore. Non è difficile vedere ragazzi a cena con il mitra sotto la sedia.
Il centro di Safed è raccolto, decisamente curato, ordinato e con bei negozi.
Alloggiamo al Safed Inn (40 euro BB) per due notti. Camere piccole, ma abbastanza accoglienti, da segnalare l’ampio giardino per il relax o per una partitella a ping pong. La punta di diamante della struttura vorrebbe essere la colazione, servita direttamente al tavolo, ma non sempre la qualità dei prodotti offerti è all’altezza del nostro palato.
La cena viene consumata in un ristorante per militari “Risto Grill”, pulizia e cibo lasciano a desiderare.
MARTEDì 27 MAGGIO: Safed – Cascate Banias – Castello Nimrod – Monte Bental – Alture del Golan – Safed 70 km
Secondo campanello: canzoni ecclesiastiche cantate a messa da bambino mi rimbalzano nella mente, ritornelli che avevo dimenticato nella valigia dei ricordi. Mi sento riposato, da quando ho messo piede in Terra Santa non soffro più d’insonnia, dormo come un “pupetto”.
Dopo un’ottima scorpacciata di ciliegie comprate prima dell’ingresso al parco naturale, raggiungiamo dopo un breve tragitto a piedi nel verde le famose le cascate di Banias. La cascata è alta solo una decina di metri, ed il gruppo resta deluso. Considerando che siamo in Israele una cascata di 10 metri è del tutto eccezionale, resto qualche minuto a contemplare la caduta dell’acqua all’ombra di una palma. Sarà per il momentaneo refrigerio o per il rumore dell’acqua scrosciante, ma la cascata mi piace, mi emoziona.
Il castello di Nimrod è stato edificato dai Crociati nel XII sec. a difesa dalle incursioni arabe da parte di Damasco. Nonostante del castello siano riamate solo le fondamenta, dalla collina si può godere uno stupendo panorama su tutta la regione ed immaginare all’orizzonte cavalieri con lo scudo crociato. Pranzo a Mas’ada con una sorta di crepe salata ripiena di formaggio, ottima. Arriviamo al Monte Bental al confine con la Siria per ammirare il panorama sulla vallata. Cena nella piazza centrale di Safed a base di piatti vegetali.
MERCOLEDì 28 MAGGIO Safed – Beit She’an – Ein Gedi 200 km
Prima sosta della giornata sulle rive del fiume Giordano nel luogo dove Gesù è stato battezzato da Giovanni Battista, trasformato in un enorme centro commerciale. Esposti in bella mostra si trovano costumi, infradito di gomma, bottiglie per raccogliere l’acqua santa del fiume… tutto per agevolare i battesimi collettivi. A parte i pesci gatto giganti che arrivano a riva per salutare i turisti il luogo non regala nessuna emozione. Il viaggio procede in direzione Bet She’an. Delle rovine romane colpisce l’evidente pianificazione urbana di alto livello, sono visibili numerose costruzioni, tra cui il teatro romano meglio conservato della Samaria, un ippodromo, il cardine e altre costruzioni tipiche dell’influenza romana. Consiglio di salire sulla collina per godere di una splendida panoramica sul sito archeologico. Passaggio rapido da Gerico, dove si staglia il monte delle Tentazioni dove Gesù fu tentato dal demonio. Sosta a Gerico per il pranzo con pollo e verdura (53 nis).
Il paesaggio è decisamente lunare, le crepe del terreno scorrono veloci mentre il bus si avvicina al mar Morto. Breve passeggiata all’interno del parco di Ein Gedi per ammirare le cascatelle, dove è possibile fermarsi per un bagno, e le montagne dai colori del fuoco che proteggono la valle.
Corsa verso la spiaggia di ciottoli per un tuffo ristoratore nelle limpide acque del mar Morto. La sensazione è di leggerezza, si vola sull’acqua… nuotare a rana è impossibile. La pelle diventa liscissima, unico inconveniente bruciori alle parti intime. L’Ein Gedi Guesthouse (36 euro BB) sarà il nostro hotel per la notte. Camere spoglie, vintage con vista mare. Cena al self service dell’hotel.
GIOVEDì 29 MAGGIO: Ein Gedi – Masada – Hebron – Betlemme – Gerusalemme 120 km
La funivia in pochi minuti arriva a destinazione, il panorama dalla vetta di Masada è mozzafiato. Una riga nera continua divide la parte originale delle rovine dagli interventi di restauro successivi. L’iride può sbizzarrirsi in una scorpacciata di colori, la vallata e le montagne che abbracciano Masada sono infuocate, un colore dorato domina gli elementi. Impressionante la rampa costruita dai romani per espugnare la fortezza. Il bus raggiunge un bivio: concrezioni di sale o Hebron, una votazione palese decide di seguire il cartello stradale per Hebron. Nessun controllo e nessuna fila di auto per entrare nei territori Palestinesi. Durante il tour non siamo mai stati fermati per controlli o costretti a lunghe file per entrare o uscire dai territori Palestinesi. Non si percepisce tensione nell’aria, mi sono sempre sentito al sicuro e non ho mai avvertito situazioni di pericolo in nessun luogo. Le remore iniziali, ho potuto constatare, erano ingiustificate o almeno da turista non sono state captate. Hebron è curiosa, l’attrazione principale è un’enorme struttura divisa in due parti: mosche e sinagoga. La sinagoga protegge le tombe dei patriarchi, numerosi ortodossi sono assorti in preghiera. Per entrare nell’imponente moschea le donne vengono coperte con un’esagerata mantella dotata di cappuccio.
Nel pomeriggio sosta a Betlemme il luogo sacro dove “tutto ha avuto inizio”.
La visita alla Chiesa della Natività è suggestiva, è possibile toccare il punto esatto nel quale è nato Gesù. Una ragazza tocca la stella posizionata ad indicare il luogo e sviene assumendo la posizione di Gesù in croce. La magia di questo momento viene interrotto dai click delle macchine fotografiche, invece di aiutare la giovane i turisti scattano foto. Suggestione o fede? Esco dalla grotta turbato e pensieroso, mi lascio trasportare dall’atmosfera sacra, forse potrei imparare o capire qualche mistero. Non vi è dubbio che in questi luoghi sacri si avverta la presenza di qualcosa di diverso, forse divino. A seguire visitiamo la Chiesa di Santa Caterina, Moschea di Omar, Chiesa della Madonna del Latte e Santa Vergine Maria.
In tarda serata varcheremo la porta di Jaffa a Gerusalemme dove alloggeremo per 4 notti al New Imperial Hotel (30 euro al giorno BB). Il palazzo antico in ottima posizione centrale ha camere vecchiotte, la colazione è da dimenticare.
VENERDì 30 MAGGIO: Gerusalemme (tour a piedi con guida)
Heidi, la guida (250 euro per la giornata), è puntuale, alle nove inizia il tour guidato per la città. A bordo di due minivan raggiungiamo il monte degli Ulivi. Da questo luogo privilegiato è possibile godere di un panorama unico su tutta la città. La cupola dorata Haram Ash Sharif brilla colpita dai raggi violenti del sole. Magnifiche le mura edificate da Solimano tra il 1.537 ed il 1.542.
A piedi scendiamo il monte per visitare tre delle numerose chiese presenti lungo la discesa a valle. Arriviamo alla porta dei leoni e iniziamo la via dolorosa. In ogni stazione del percorso è stata edificata una cappella o una chiesa a testimonianza del calvario di Gesù. Sosta per un caffè in uno splendido palazzo d’epoca finemente ristrutturato, con un lussureggiante giardino interno, l’ospizio austriaco. La via dolorosa termina nel cuore della città: il Santo Sepolcro. L’enorme struttura ingloba il monte Calvario dove sono avvenute la crocifissione e la sepoltura di Gesù. Il luogo sacro è impregnato di sofferenza e di mistero. Sacro e provano si fondono e si confondono: pellegrini che benedicono oggetti sulla lastra di pietra dove è morto Gesù e turisti che schiamazzando fotografano ogni tessera di mosaico. Attraversando la porta di Zion si giunge al luogo dove è avvenuta l’ultima cena, dall’ampia sala colpiscono le arcate in stile crociato. Al piano inferiore è possibile visitare la tomba di Davide. Costeggiando un’antica strada romana arriviamo al muro del pianto. Il muro del pianto è ciò che resta del tempio di re Salomone, un luogo sacro per gli ebrei. Attraversiamo il suk e arriviamo alla porta di Damasco. Visitiamo rapidamente il quartiere ortodosso e torniamo al muro del pianto per il shabbat. Durante la preghiera avvengono anche balli, salti, girotondi… una grande festa. La giornata si conclude con un’ottima cena in un caratteristico ristorante armeno.
SABATO 31 MAGGIO: Gerusalemme a piedi
La mattina inizia con il giro della mura partendo dalla porta di Jaffa. La passeggiata offre numerosi scorci sui tetti della città da una posizione privilegiata. Tour in bus (turistico n. 99) della città nuova, che non offre nuovi spunti, complice il dondolio e il comodo sedile mi addormento sul mezzo. Tour libero tra i borghetti della città vecchia alla scoperta di perle nascoste.
Cena al ristorante Amigo Grill ottimo piattto di Mushakan.
DOMENICA 1 GIUGNO: Gerusalemme a piedi
Di primo mattino in fila per entrare alla spianate delle moschee, è necessario ricordarsi di portare il passaporto. Il luogo è magnifico, quasi fuori dal tempo, si respira tranquillità e pace. La moschea centrale con la cupola d’oro risplende e affascina con le piastrelle colorate che rivestono le pareti. Le due moschee sulla spianata sono visitabili solo dai musulmani. Per i turisti non musulmani l’unico accesso alla spianata è attraverso la porta “del letame”, riservata agli infedeli. In seguito visitiamo la cittadella di Davide, se non siete archeologhi non la consiglio.
Pranzo al ristorante da Lina dove ci viene servito dell’ottimo Hummus con pinoli.
La città è divisa in quattro quartieri: cristiano, musulmano, armeno ed ebreo. Il settore armeno non è visitabile, l’unico modo per dare una sbirciata è assistere alla messa nella chiesa armena di S. Giacomo. Alle 15.00 assistiamo alla funzione e abbiamo tempo per visitare questa magnifica chiesa con le caratteristiche porte arrotolate di pelle.
Breve giro sui tetti del bazar e visita veloce alla Notre Dame di Gerusalemme, quest’ultima un enorme centro commerciale con hotel e chiesa. Ultima tappa i sotterranei sotto il muro del pianto, decisamente perdibili. Cena, nella norma, al ristorante Philadelphia.
LUNEDì 2 GIUGNO Tel Aviv – Italia
Visita al nuovo museo della shoah; l’unica cosa che mi ha colpito è il costo della mappa del museo 2 euro! Rientro in Italia.
PIANO DI VIAGGIO
Un cerchio tra:
Tel Aviv – Giaffa – Cesarea – Akko – Haiffa Zippori – Nazareth – Monte Tabor – Tiberiade – Monte Beatitudini – Safed Cascate Banias – Castello Nimrod – Monte Bental – Alture del Golan – Beit She’an – Ein Gedi – Masada – Hebron – Betlemme – Gerusalemme – Tel Aviv.
CONSIDERAZIONI
Ho optato per un viaggio organizzato da questa agenzia “alternativa” viaggiando solo, ma il viaggio può essere svolto autonomamente.
Consiglio il “fai da te” per questo viaggio, le strade sono in ottimo stato, la segnaletica sempre presente e la sicurezza personale non è a rischio.
Il viaggio complice la stupenda compagnia degli altri viaggiatori, che ringrazio, ed ai magnifici luoghi visitati mi ha completamente soddisfatto. Nonostante il mio scetticismo iniziale, il tour nei luoghi sacri mi ha suggestionato, in valigia oltre ai souvenir si è insinuata una sensazione di benessere generale. Le persone locali sono generalmente schive e poco socievoli, i luoghi realmente emozionanti non sono molti, visti i costi elevati non consiglio Israele come priorità.
CLIMA
La temperatura diurna su 28/30 gradi, caldo secco e pungente, una felpa pesante per la sera a Safed e Gerusalemme, essendo in collina.
NOTE DOLENTI
I controlli della compagnia aerea El Al in andata e ritorno. In particolare al ritorno i “security”, oltre ad avermi perso la cintura (ho mandato tre fax, una telefonata – nessun rimborso), hanno perquisito in modo pesante una signora anziana in carrozzina, quest’ultima sentitasi umiliata davanti a tutti ha iniziato ad urlare inveendo contro gli operatori El AL, che vivibilmente imbarazzati l’hanno spinta via velocemente.
COSTI
Circa 1.700 euro: spesa iniziale 990 euro + cassa comune 550 + varie.
LA CLASSIFICA
1) Har Ha Bayit – Spianata Gerusalemme
2) Masada
3) Bagno nel mar Morto