Israele e la maratone della pace
Le aspettative erano molte e la paura di attentati terroristici, frequenti negli ultimi anni, non mi ha scoraggiata a tal punto da farmi rinunciare a questa vacanza.
Atterrio dopo 4 ore di volo a Ovda, un piccolo aeroporto a sud di Israele, nel pieno deserto del Negev.
Proprio da qui è iniziato il cammino verso i luoghi sacri della nostra religione.
I colori giallo, rosa, ocra del deserto roccioso mi hanno accompagnata fino alle rive del mar Morto e poco più avanti, a Jerico, la città più vecchia del mondo! Salendo verso nord raggiungo il lago di Tiberiade, l’unico luogo rimasto davvero intatto negli anni, e Nazareth.
A Nazareth una visita ai luoghi dell’Annunciazione è tappa obbligata, ma la regione offre molto di più, si possono visitare anche Caana e il monte Tabor. Il deserto, ormai alle mie spalle, lascia qui il posto a terre verdi, fertili e piene di vita.
Passando poi da Haifa, città sul mare, e Cesarea, lungo la costa mediterranea, raggiungo Betlemme e Gerusalemme.
L’arrivo a Betlemme lascia attoniti; una stretta al cuore mi prende quando per la prima volta appare ai miei occhi l’orrore del muro, il muro della vergogna chiamato da qualcuno, quel muro che impedisce ai palestinesi di entrare in terra di Israele Ben presto però il grigio del cemento armato del muro lascia il posto al bianco calcareo delle case del paese. Betlemme è ancora una città umile.
Diechi chilometri separano Betlemme da Gerusalemme, 10 Km che per una volta ho avuto la fortuna di percorrere a piedi partecipando alla V Maratona per la Pace intitolata a Giovanni Paolo II. Una maratona che non è solo una corsa ma un modo per far capire a chi governa questi territori che palestinesi e israeliani non vogliono la guerra, che i due popoli devono essere uno solo, perché la parola GUERRA e TERRA SANTA non possono esistere insieme.
Gerusalemme, città splendida.
Trovarsi di fronte a tutto ciò che per anni ho sentito narrare, letto, visto in tv nei numerosi films mi colpisce, non lascia indifferenti sia che si è credenti o no. Qui la storia vecchia di mille anni è ancora presente e viva.
La prima immagine ai miei occhi di Gerusalemme, con una visione globale sulla città vecchia e sulla spianata del Tempio mi lascia stupita, col fiato sospeso; la città vecchia, tra le mura, non racchiude solo la via Crucis, il Santo Sepolcro, il Cenacolo, il muro del Pianto, ma anche un insieme di profumi, rumori e una confusione che si ritrovano in un po’ tutte le città arabe e del Medio Oriente, ma che qui assumono un aspetto diverso.
Le sensazioni che sprigiona la città non si possono descrivere a parole, per capirle bisogna essere qui col corpo, con la mente e con la fede.
Un viaggio in Terra Santa è un viaggio che almeno una volta nella vita bisogna fare! Sily