Israele di +Petra fai da te, missione possibile
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Un ringraziamento a Gianluigi di Torino, che con il suo diario di viaggio del 2008, ci ha dato una importante traccia per organizzare il nostro viaggio.
Il nostro desiderio era di fare un pellegrinaggio laico in terra santa, per conoscere o almeno provare a intuire la complessità di questo posto. Necessariamente dovevamo e volevamo un viaggio fatto su misura per respirare le atmosfere e avere la flessibilità di assecondare i nostri sensi; io e la mia compagna abbiamo immaginato e preparato il viaggio con molte letture sui siti con racconti di viaggio, lonely planet, cartoville Gerusalemme del Touring;
Gerusalemme è baricentrica e consente di fare molte escursioni in giornata, ma noi abbiamo preferito girare Israele e sostare nei diversi luoghi, temendo l’effetto viaggio organizzato (bus, scendi, foto, sali), come poi ci hanno confermato molti viaggiatori incontrati a Gerusalemme. Per la visita dei territori palestinesi (Bethlehme, Hebron, Gerico) la gita in giornata è invece quasi l’unica soluzione.
Ecco alcune indicazioni e informazioni utili per condividere tutto ciò che è andato bene nel nostro viaggio e ciò che avremmo voluto sapere prima di partire.
VIAGGIO E SPOSTAMENTI
Le 3 ore prima in aeroporto sono una indicazione da rispettare: tra interrogazioni, interrogatori, perquisizioni e controlli il tempo è quello giusto. Il livello di controllo è assolutamente diverso da quello di altre destinazioni. Domande sulle valigie, sui vostri compagni di viaggio, sullo scopo del viaggio, sulle destinazioni e i pernottamenti. Poi controlli minuziosi e maniacali anche su scarpe, vestiti, bagagli a mano (frugati e rovistati all’inverosimile). Sorridete e rispondete, prima o poi finirà… gli israeliani ci sono sembrati sadicamente contenti, anche se loro lo vivono come una necessaria forma di sopravvivenza, di esercitare un controllo e una pressione così forte sul viaggiatore.
Disporre di un’auto è fondamentale per girare in libertà e ottimizzare i tempo. Hertz consente di prelevarla a Tel Aviv e restituirla a Gerusalemme con un piccolo sovrapprezzo, (nella città santa dimenticativi del mezzo privato, sarebbe una follia utilizzarlo); costo per 6 giorni €254; la benzina costa come in Italia circa 1.62 €/lt
Il paese e relativamente piccolo, con spostamenti di un paio d’ore o poco più se ne può attraversare metà; quindi mettendo in conto qualche mezza giornata di spostamento si possono vedere più città,senza stress eccessivo.
La rete stradale è da 1° mondo: strade larghe a più corsie, ben tenute, con segnaletica chiara (ebreo/arabo/inglese) praticamente in tutto il paese;
Piccole avvertenze la Highway 6 è l’unica a pagamento, ma solo nel tratto nord da Tel Aviv in su, (funziona con le telecamere che riconoscono la targa); con l’auto a noleggio generalmente non si può accedere ai territori palestinesi (l’assicurazione non copre questi sconfinamenti). L’unica eccezione è la strada 90 (che corre da nord a sud) lungo il mar morto. Questa strada si può percorrere nel tratto palestinese ma senza possibilità di uscire da essa.
I guidatori sono un po’ indisciplinati ed impazienti, ma niente di ingestibile.
Per la visita dei territori palestinesi, a meno di gite semplici (Betlemme) la soluzione migliore è quella di andare in taxi, concordando una tariffe. Non preoccupatevi di cercare i taxisti, saranno loro a trovare voi offrendovi in continuazione gite. Una tariffa equa è di circa 50 NIS all’ora.
Trasferimento Gerusalemme-Aeroporto il mezzo più comodo è il taxi collettivo “sherut”, fatevelo prenotare dal vostro hotel, in circa 50’/60’ vi porta in aeroporto per 64 NIS a persona, parte ogni ora.
ATTRAVERSAMENTO DEI CONFINI DI ISRAELE E GIORDANIA
Non abbiamo avuto problemi a non farci mettere il timbro sul passaporto all’aeroporto di Tel Aviv, è bastato dire NO STAMP; fate però attenzione nel caso di passaggio in Giordania, perché al posto di confine abbiamo dovuto chiederlo esplicitamente due volte e compilare un piccolo formulario cartaceo, su cui poi hanno messo il timbro.
Per lo sconfinamento in Giordana (destinazione Petra) il varco da usare è quello di Eilat, che consente il rilascio di un visto in giornata senza problemi. Noi abbiamo lasciato l’auto, che non poteva espatriare, in un parcheggio libero antistante il terminal, senza nessun problema.
Se avete intenzione di visitare Petra in giornata, rientrando poi in Israele, il biglietto d’ingresso al sito è di ben 90JD; il prezzo scende a (soli!) 50/55 JD (1 o 2 giorni) per chi pernotta in Giordania.
Il valico è aperto di giorno, di solito 6.30-20.00; si paga per uscire da Israele 102 NIS a persona (circa 22€) più 5 NIS di commissione; L’ingresso in Giordania è gratuito, i ritmi del controllo giordano sono un po’ lenti e disordinati ma noi abbiamo fatto tutto in 20 minuti.
Presso il terminal giordano c’è un cambia valuta (esoso) con un tasso di 0.86, eventualmente cambiate lì lo stretto necessario per il taxi, a Petra i cambi-valuta erano tutti allineati su 0.93 (mentre il tasso ufficiale era 0.97 al momento del nostro viaggio)
Appena fuori dal terminal ci sono i taxi per Petra con un prezzo fisso di 55JD;
In direzione opposta, da Petra al confine abbiamo contrattato con i taxisti, ed ottenuto un prezzo di 45JD; per uscire dal paese si pagano 10 JD (solo in valuta locale contante), ingresso in Israele gratuito.
SICUREZZA
Non abbiamo percepito pericoli (esempio scippi o aggressioni, fatto salvo per il monte degli ulivi a Gerusalemme,dove una guida ci ha invitato ad stare un po’ attenti); certo il clima è teso e l’odio o la distanza tra i diversi gruppi è palpabile. Per andare nei territori palestinesi ci sono check point e controlli; i soldati israeliani ignorano completamente chi ha aspetto occidentale, controllano sono gli arabi.
C’è presenza di militari armati ovunque, ma anche qui un israeliano ci ha svelato il mistero: il servizio militare è obbligatorio per uomini e donne e dura 3 anni. Tutti i militari di leva devono portare con sé l’arma di ordinanza perché non possono lasciarla incustodita. Quindi i tantissimi militari con fucili mitragliatori che vedrete ovunque sono semplicemente ragazzi, per lo più in licenza, che girano in libera uscita; certo l’effetto psicologico di militarizzazione è fortissimo.
ACCOGLIENZA
In generale l’israeliano non brilla per gentilezza, ovviamente i gestori di hotel o negozi fanno di tutti per essere accoglienti, ma in generale abbiamo percepito poca gentilezza, un po’ di prepotenza, molta autorefenzialità, spesso si dimostrano sprezzanti di ciò che palestinese, cattolico o semplicemente non israeliano; gli arabi israeliani sono invece più caldi e autenticamente gentili.
Comunque ci sono 2 paesi in uno, la parte gestita dagli israeliani ha standard occidentali, in tutto; nei territori palestinesi si percepisce invece tutto il medio oriente, nel bene (calore, gentilezza, animazione) e nel male (sporcizia, confusione, disorganizzazione).
Inglese parlato e compreso dal 95% di quelli che abbiamo incontrato.
PASTI
Le indicazioni delle nostre guide non erano proprio impeccabili. Il cibo non lo definiremmo indimenticabile ma spesso lo street food, è la soluzione migliore per pancia e portafoglio.
IL NOSTRO VIAGGIO
Nazareth: 2 notti, con escursioni ad Akko, Zippori, lago di Tiberiade, Beth Shean.
Ein Gedi: 2 notti, con mar Morto e Masada. Abbiamo scelto Ein Gedi anziché Ein Bokek perché si trova sulla parte vera” del mar morto e non sui bacini artificiali; inoltre è stato possibile alloggiare in un kibbuz (sebbene a forma di villaggio) e non in palazzoni altissimi stile Dubai come quelli di cui è costellata Ein Bokek. Il bagno e i fanghi sul mar morto sono irrinunciabili, anche se la struttura balneare del kibbuz è un po’ trasandata. Masada è stata emozionante, ma prima d andarci documentatevi sulla storia che la riguarda e la vostra visita sarà molto più coinvolgente.
Petra: 1 notte. Abbiamo fatto 2 super visite da 6 ore (il pomeriggio e poi la mattina seguente); sono bastate appena a vedere un po’ più della metà del sito; avendo più tempo avremmo potuto fare un secondo pernottamento qui.
Mitzpe Ramon 1 notte: escursione nel deserto nella zona del cratere, uno spettacolo di natura e geologia.
Gerusalemme: 5 notti. Abbiamo soggiornato nella città vecchia, scelta che consigliamo fortissimamente. Pernottavamo in una guest house per pellegrini (pulita, abbastanza economica e centralissima), sul sito www.cicts.org potrete trovarne tutto l’elenco.
Nei primi giorni abbiamo seguito le visite guidate Sandeman’s Tour, che partono dalla porta di Jaffa, ce sono di gratuite (con mancia) da 2 ore, ma noi abbiamo seguito quella più completa “Holy City” da 4 ore (90NIS); e poi il giorno dopo Monte degli Ulivi, 3 ore (100NIS); è stato un ottimo modo di avere una bella panoramica dei principali punti di interesse (non sono approfonditissime, ma comunque utili e piacevoli).
Visita alla cupola della roccia: attenzione agli orari, la visita è consentita per i non musulmani solo in alcune fasce orari, con ingresso vicino al muro del pianto. Tuttavia a secondo degli umori della polizia ci possono essere chiusure improvvise. Fate attenzione a non portare con voi nessun segno di culto, oggetti sacri, olio, etc. non sono ammessi; inoltre una volta dentro potrete sentire i mussulmani che urlano ed inveiscono se dovessero vedere ebrei o militari. Ci hanno spiegato che fa parte della loro normale “dialettica”,quindi è tutto normale.
Visita al santo sepolcro e muro del pianto: sono state esperienze poco spirituali. La folla è davvero tanta per percepire un reale senso del divino.
Dei 4 quartieri di Gerusalemme quello arabo è il più vivo, quello cristiano non sembra avere una forte connotazione propria (è anche lui un po’ arabeggiante), il quartiere ebreo è diverso, sicuramente più nuovo, più pulito, più accessibile, ma meno “aperto”. Può essere che sia la paura che rende gli ebrei così chiusi e restii al contatto e confronto con l’altro, ma alla fine è stato il quartiere in cui abbiamo passeggiato di meno.
Visita in giornata a Betlemme; si arriva con il bus 21 dalla porta di Damasco (8NIS) in circa 40 minuti; la basilica della natività è a una mezz’oretta di cammino un po’ in salita o la si può raggiungere con un degli innumerevoli taxi (10 NIS a persona); noi per 130 NIS abbiamo visitato anche l’Herodium, fortezza “vulcano” costruita da Erode fuori la città e poi ci siamo fatti accompagnare in centro; non siamo invece andati a Gerico, che però probabilmente merita una visita. Betlemme ha costi inferiori a Gerusalemme sia per il cibo che per gli acquisti.
Noi non ci siamo fatti mancare nulla, pernottando in strutture di fascia medio-alta, ed abbiamo speso tutto compreso (dal volo ai souvenir) €3500 in due per 11 notti.
Vacanza profonda e bellissima con tanta natura, resti archeologici, storia lontana e storia vicina; soprattutto la percezione che trovare le ragioni di tanti conflitti e da che parte stia la ragione sembra qualcosa di inesplicabile.