Isole Galapagos e Perù in libertà

Cinque giorni nella natura delle Galapagos e poi classico tour on the road del Perù: Arequipa, lago Titicaca, Cusco, Machu Picchu, Nazca
Scritto da: moroLi
isole galapagos e perù in libertà
Partenza il: 05/07/2012
Ritorno il: 25/07/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Naturalmente l’esiguità del tempo a disposizione determina l’impossibilità di una visita approfondita e completa , lasciando spazio solo ad un assaggio della parte più fruibile delle isole Galapagos e ad un tour del “ Perù classico “ (la zona a sud a sud di Lima per capirci ) .Inoltre questo tour è stato realizzato da 2 “ viaggiatori in libertà “ amici abituati anche a qualche sacrificio e ben disposti a viaggiare ..diciamo che non è adatto a chi predilige relax e si stanca dei trasferimenti.

Siamo partiti da malpensa con i tasca solo le prenotazioni per i vari voli ( ne sono occorsi ben 10 !! ) , il biglietto per la visita a Machu Picchu ( e per il treno che rappresenta l’unico modo per raggiungere il sito ) e per i 2 hotel sulle isole Galapagos ove sembrava ( dalle notizie raccolte ) che fosse difficile reperire un alloggio ( spesa globale dall’Italia circa 1.800 € ) . Dopo le soste tecniche e i primi 4 voli ( MI- Atlanta ; ATL – Lima ; Lima – Guayaquill ; Gua- Baltra )

Galapagos

Sbarchiamo sull’isoletta disabitata di Baltra e un bus navetta gratuito è subito pronto per trasportarci all’imbarcadero ( Baltra è separata dall’isola S. Cruz da un braccio di mare di circa 100 mt ) dove sono sempre pronti dei battelli per la traversata ( tariffa di 0,70 $ ) . Sulla sponda opposta sono appostati dei tassisti che vi proporranno il trasporto a Porto Ayora al costo di 15/18 $ , mentre , dietro la barriera di taxi e tassisti , c’è in attesa un bus che vi farà compiere lo stesso tragitto al costo di 1,60 $ ( 35 minuti in taxi , 40 in pulman ) . Giunti a Porto Ayora verso le 12,30 ci accorgiamo che sarebbe stato facilissimo reperire direttamente qui uno dei moltissimi alloggi ( sicuramente spendendo anche meno .. prenotando dall’Italia il costo è di circa 30/35 $ a notte per camera ) e ci dirigiamo alla reception del nostro hotel da dove prenotiamo subito il primo tour per il pomeriggio che si svilupperà nella zona circostante l’abitato . Per le visite alle isole Galapagos vengono generalmente offerte delle crociere durante le quali si toccano numerose isole dormendo a bordo di varie tipologie di yacht ( dai più spartani a quelli più lussuosi ) , naturalmente con costi variabili e proporzionati . Noi abbiamo deciso di evitare la crociera ( ed anche , a malincuore , le visite ai vulcani troppo dispendiose dal punto di vista del tempo ) , limitandoci a visitare la parte di arcipelago raggiungibile con una delle innumerevoli imbarcazioni che fanno la spola tra i vari porti partendo da Porto Ayora . Con questa modalità si possono raggiungere solo l’isola Floreana, l’isola Isabella e l’isola S. Cristobal con viaggi in cabinati dotati di potenti fuoribordo che completano le tratte in circa 2 ore e mezza ( per S. Cristobal qualcosa di più ) trasportando dalle 12 alle 20 persone al costo procapite di 25/30 $.

La partenza avviene in genere alle 7 del mattino e alle 2 del pomeriggio e basta recarsi a una qualsiasi delle onnipresenti officine de turismo per prenotare il viaggio. Esistono anche tour di 2/3 gg che comprendono il pernotto sull’isola prescelta e su questi non è raro trovare offerte vantaggiose fino anche al “2 al prezzo di 1”! Noi, dopo il tour de bahia a Porto Ayora (per la verità deludente a causa del mare mosso e conseguente acqua torbida che ci ha impedito lo snorkeling), il giorno dopo abbiamo effettuato un tour giornaliero all’isola Floreana (60 $ compreso il pasto) e, nonostante il mare non fosse ancora completamente calmo, abbiamo iniziato a scoprire l’ambiente meraviglioso di queste isole: su Floreana esiste una delle stazioni di ripopolamento delle tartarughe giganti (una grande estensione posta sulla sommità dell’isola e raggiunta con un camion dotato di sedili in legno, delimitata da muretti a secco alti un metro dove vivono allo stato semi brado ) e sul molo dove siamo sbarcati abbiamo trovato ad aspettarci … 5 o 6 leoni marini sdraiati al sole , altri 3 o 4 intenti a giocare tra loro in mezzo alle barche ed un cucciolo curioso che è venuto sul selciato ad annusarci ..oltre a vari pellicani e fregate che volteggiano in alto e qualche enorme iguana marino che deambulava lento sui frangiflutti . Poi , durante lo snorkeling , ci sono sfrecciati accanto piccoli pinguini di Humbold e un paio di leoni marini . Si … non sono proprio cose da tutti i giorni !

Il giorno dopo , altra levataccia per salire sull’imbarcazione che salpa alle 7 con destinazione l’isola Isabella ( ove abbiamo prenotato 2 notti in hotel ) , più precisamente Porto Villamill , un paesetto ancora più piccolo e disadorno di P. Ayora , ma forse proprio per questo più ..autentico . Naturalmente sul molo svariati leoni marini si gigioneggiano sfregandosi tra di loro incuranti dei piedi dei turisti a pochi km .Trascorriamo il resto della mattina sulla spiaggia antistante il centro abitato ( dove vari iguana marini scorrazzano liberamente ) e alle 15 siamo già pronti per il locale tour de bahia ( 30 $ ) . Questa sarà una delle esperienze più indimenticabili della mia vita : oltre al piacere di poter ammirare nel loro ambiente alcuni squali pinna bianca di 1,5/2 mt , qualche decina di iguana marine , alcune sule dai piedi azzurri e nuotare a fianco delle tartarughe marine , ho avuto la fortuna , durante lo snorkeling , di essere coinvolto nel gioco in acqua di una coppia di leoni marini che , ogni qualvolta mi immergevo , si intrecciavano intorno a me fin quasi a sfiorarmi …un emozione unica ! Ed il giorno dopo …di nuovo pronti per una nuova escursione anch’essa piena di emozioni ( “ el Tunneles “ ) : dovevamo raggiungere una zona di bassi fondali costellata da residui di colate laviche modellate a mò di arcate e ponti ( uno scenario veramente suggestivo ) ma per farlo dovevamo superare degli scogli affioranti resi ancora più insidiosi dalla risacca lasciata in eredità dal mare mosso dei giorno precedenti . Con estrema perizia il capitano della nostra imbarcazione ( una lancia con potente fuoribordo capace di una decina di persone ) ha atteso il momento e l’onda giusta per cavalcarla superando gli scogli affioranti . Poi , dentro questa sorta di laguna , abbiamo fatto il bagno con le tartarughe marine e vari squali pinna bianca ..osservando anche delle iguane marine in fase acquatica e dei pinguini adagiati dagli scogli . La nuova levataccia che ci attende è la più indesiderata : alle 6,30 abbiamo il battello che ci riporterà a P. Ayora e da qui raggiungeremo Baltra per il volo verso il continente : in pratica siamo stati 4 gg alle Galapagos ( 2 notti a S. Cruz e 2 notti ad Isabella ) usando tutto il tempo possibile per escursioni e tour e , al netto del volo abbiamo speso circa 400 $ (vitto , alloggio & escursioni ) … mentre i tour organizzati prenotabili su internet partono da 1.000/1.300 $ … certo non possiamo dire di avere visitato tutto l’arcipelago ma …siamo soddisfatti di questa meravigliosa esperienza .

Arrivati a Guayaquill , torniamo a dormire nello stesso albergo dove avevamo alloggiato all’arrivo da Lima ( ..e dove avevamo lasciato in deposito il bagaglio , andando alle Galapagos con il solo bagaglio a mano ) e la mattina dopo ci imbarchiamo di nuovo per Lima e da qui prendiamo un volo interno per Arequipa da dove inizierà la parte del viaggio dedicata al Perù. Lo sbarco ad Arequipa ci regala già uno scenario fantastico : la vallata dove è adagiata la città è costellata da cime innevate di chiara origine vulcanica che splendono sotto il sole nell’aria tersa dei circa 2.300 mt di altitudine ( si sta benissimo anche con l’abbigliamento mutuato dalla visita alle Galapagos …basta tenere pronto qualcosa di più importante per la sera 😉 ) . Arequipa è una città enorme composta da una immensa periferia molto simile ad una baraccopoli , una zona cuscinetto dove sono concentrate tutte le attività commerciali e il centro storico che val bene una mezza giornata di visita : si incontrano molte chiese con una caratteristica facciata decorata dalla famosa pietra lavica bianca , finemente scolpita . La sera , obbligatoria la visita a Plaza de Armas , con un intero lato dell’enorme piazza occupato dalla imponente cattedrale e gli altri 3 lati composti da palazzi a 2/3 piani con loggiati e , al primo piano , terrazze tutte occupate da ristoranti tipici , ove sarete invitati a salire da insistenti camerieri che vi sbatteranno i vari menù quasi sul viso . Da preferire “ La Terrazza “..con zona pranzo posta a l’ultimo livello , da dove si gode lo scenario di tutta la piazza e dove sono disponibili degli originali ponchi da indossare per sopportare il freschino della notte . Qui abbiamo fatto un esperienza che poi si è rivelata importante per tutto il soggiorno in Perù : proprio in Plaza de Armas abbiamo trovato un ufficio “ iperù “, da dove abbiamo potuto attingere informazioni e cartine , nonché prenotare alberghi anche per le città che avevamo in programma di visitare nei giorni seguenti, il tutto fornito da personale estremamente disponibile e cortese … abbiamo subito cercato uno di questi uffici in ogni città ove mettevamo piede !!

La mattina seguente saliamo sull’imponente fuoristrada che abbiamo noleggiato ( ci è costato un po’ caro se rapportato al tenore di vita locale ma ..non ci siamo pentiti della scelta ! ) e iniziamo il tour : la nostra prima destinazione sarà Chivay, nella Valle del Colca , per andare ad ammirare sua maestà il condor . Iniziamo a fare la conoscenza con il paesaggio che ci accompagnerà per gran parte dei 3.000 km che faremo : colline tondeggianti completamente brulle attraversate da vallate semi desertiche e pianori appena punteggiati da bassissima vegetazione dove pascolano greggi di alpaca e lama e gruppetti di vigogne selvatiche , costante presenza di acqua sorgiva ( anche sopra i 4.000 mt di altezza!), sullo sfondo, cime innevate. I rari “ centri abitati “ che attraversiamo, benché segnati sulla mappa, si rivelano solo file di case (in alcuni casi baracche ) sui 2 lati della strada con alcuni esercizi commerciali che solo una estrema emergenza potrebbe spingerci a frequentare. Nel frattempo, quasi senza accorgercene siamo saliti di quota, trovandoci intorno ai 4.000 mt ( anche qui , di giorno , si stà bene in abbigliamento estivo ) e , vedendo diversi pullman parcheggiati , ci fermiamo ad una sorta di ristorante per sorbire il classico “mate de coca“ ( che , dicono , sia un toccasana per i malesseri apportati dall’altura )…e fare le foto di rito alle foglie di coca che galleggiano nella tazzina . Alcune stupende vallate e ci fermiamo nuovamente , siamo al “ mirador de les andes “ : uno spiazzo animato da venditori di souvenir posto a 4.910 mt di altitudine e da dove si possono ammirare in lontananza svariate cime vulcaniche col cocuzzolo innevato, il cui nome è indicato su lastre di pietra indicatrici poste sul margine dello spazio . La lunga discesa ci porta a Chivay , minuscolo centro all’inizio della vallata , dove , dopo aver preso possesso della camera , ci concediamo un pomeriggio rilassante alla “ stazione termale “ : è presente una sorgente di acqua ad 80° che viene convogliata , dopo essere stata miscelata con l’acqua del fiume in 4 o 5 piscine con temperature dai 35 ai 38 gradi . La mattina dopo i pullman dei turisti partono verso le 6/6,30 per raggiungere il punto di avvistamento dei condor distante circa 45 minuti di strada stretta ed in alcuni punti sterrata . Qui iniziamo a non rimpiangere di essere in possesso di un mezzo autonomo : ci alziamo alle 7 ..tranquilla colazione nell’albergo ormai deserto e alle 7,30 partenza , ci fermiamo un paio di volte lungo la strada per qualche foto , affrontiamo comodamente i tratta sterrate e i vari guadi proposti dalla strada e raggiungiamo il mirador del condor verso le 8,20 ..i condor iniziano a risalire dal canyon solo verso le 9 , non perché abbiamo un cartellino da timbrare , ma perche solo quando i raggi del sole penetrano nel canyon si creano le correnti ascensionali che essi sfruttano . Iniziamo a vederli planare in lontananza ..poi sempre più vicino , quasi sopra le nostre teste ..e poi iniziano a posarsi sulle rocce , anche a non più di 20 metri dalla ressa di turisti armati di ogni sorta di meccanismo cattura immagini . E’ uno spettacolo avvincente , anche se l’abitudine che dimostrano i rapaci nel mettersi in mostra toglie qualcosa alla loro … selvaticità . Se ci fosse uno sportello reclami , però , userei il mio modulo per sottolineare l’esosità e l’antipatia del balzello che siamo stati costretti a pagare: quasi al termine della strada c’è una sorta di posto di blocco , è obbligatorio fermarsi e , se vuoi accedere , comprare un biglietto che ti dà il diritto a transitare su quel tratto di strada per una settimana !! 70 sol !! ..ma nessuno transita per una settimana ! si tratta esclusivamente di visitatori (per la maggior parte su pullman) che l’indomani saranno a 500 km di distanza ..assurdo e antipatico! Usiamo il resto della giornata per tornare sui nostri passi e andare ad imboccare la strada che , attraverso altopiani suggestivi quanto deserti , ci porterà a Puno: città un po’ grigia e priva di attrattive monumentali, dopo un giretto veloce andiamo al locale ufficio iperù, dove apprendiamo con dispiacere che non esistono hotel lungo tutto il percorso che da Puno va Cusco (prossima metà del nostro viaggio e che avevamo intenzione di raggiungere in due tappe) quindi prenotiamo l’albergo in città per 2 notti visto che domani saremo impegnati nella visita al lago Titicaca.

Il Tour inizia con una vista alle isole galleggianti degli Uros , un ambiente suggestivo ed interessante e, anche se personalmente non ne sono convinto, mi piace pensare che sia vero che ancora oggi queste tribù vivano come i loro antenati e come ci mostrano durante la visita guidata . Dopo questa prima e interessantissima parte , ci accingiamo a visitare un’altra isola : l’isola Taquila , da dove potremo ammirare le cime innevate sul lato boliviano del lago e , da dove , dopo aver gironzolato un po per il centro abitato posto sulla sommità dell’isola e aver pranzato in una “ casa famiglia “ con vivande esclusivamente locali , ci imbarcheremo per il viaggio di ritorno verso Puno . Scopriamo con nostro disappunto che non eravamo stati poi così scaltri nello scegliere il tour che ,a parità di destinazioni , costava meno : la nostra imbarcazione impiega 2 ore e mezzo per andare ed altre 2 ore e mezzo per tornare dall’sola ed è continuamente superata da altre imbarcazioni colme di turisti con la faccia sorridente per aver speso qualche decina di sol in più ma di impiegare solo un ora per tratta!

La mattina dopo partiamo di buon mattino , abbiamo intenzione di raggiungere Cusco al più presto possibile per effettuare la visita della città senza intaccare il giorno seguente da dedicare alla Valle Sacra ed a raggiungere entro le 16 Ollataytambo per imbarcarci sul treno già prenotato per Aguas Caliente ( cittadina ai piedi di Machu Picchu ) . Durante il viaggio notiamo che , man mano che ci avviciniamo a Cusco , cambia sia la vegetazione ( più rigogliosa e verdeggiante ) sia lo stile ed il tenore di vita (meno ..primitivo ) , e raggiungiamo Cusco con solo 4 ore e 10 di viaggio contro le 6/7 pronosticate dal tipo dell’iperù! Cusco è un’altra immensa città con un centro storico degno di una visita accurata : caratteristiche le chiese cattoliche decorate con sculture riconducibili alla cultura inca , e i balconi in legno intarsiato e dipinto ( vale la pena anche una visita al mercato coperto ) . Ci sono inoltre vari musei ( interessantissimo quello Inca ) ma dovete fare attenzione ad una cosa : esiste un biglietto cumulativo che dà diritto a visitare tutti i siti archeologici della valle sacra ( da non perdere Sacsayhuaman e Pisac ) e i musei della città con un costo di gran lunga inferiore alla somma dei singoli ticket. Dopo un tour soddisfacente ed interessante di tutta la valle sacra ( ed aver depositato la macchina in una “ cochera “ ad Ollataytambo ) ci troviamo sul treno che ci avvicinerà alla mitica Machu Picchu : abbiamo scelto di dormire ad Aguas Caliente per poter effettuare la visita di primo mattino primo del sopraggiungere della massa dei turisti che , partendo da Cusco alle 7/7,30 invade il sito verso le 11,30.

Sveglia alle 5.30, poco dopo le 6 siamo alla fermata dei moderni pullman che , senza soluzione di continuità , collegano la cittadina col sito archeologico rincorrendosi tra di loro ( il viaggio dura circa 20 minuti ed il biglietto a/r costa 18 $) , abbiamo prenotato anche la visita a Wayna Picchu ( uno sperone roccioso che domina il sito e dove sono ammessi ogni giorno solo 200 ingressi alle 7 del mattino e 200 ingressi alle 12 ) ma appena accediamo al sito abbiamo la spiacevole conferma di quanto temevamo già dal nostro risveglio : le nubi che abbiamo notato al momento di uscire dall’albergo avvolgono completamente tutto l’ambiente… addirittura non riusciamo nemmeno a scorgere dov’è che dovremo salire per ..avere una vista panoramica . Raggiungiamo l’ingresso per Wayna Picchu ed iniziamo a salire trasportandoci dietro anche il peso del dubbio se riusciremo a vedere qualcosa .. più di una guida interpellata ha sentenziato “ più tardi le nuvole se ne andranno “. . . ma nessuna ha detto quando! La salita ben presto si trasforma in vera e propria scalata … pendenza terribili superabili solo grazie a ferrate si susseguono a tratti di scalini di roccia ripidissimi e di altezza sovra la norma . Avevamo snobbato l’avvertenza delle recensioni che descrivono la salita “ impegnativa e di un ora abbondante “ ma , dopo un ora non siamo ancora sulla cima e , nonostante abbiamo almeno un minimo di allenamento , siamo stremati .. e anche un po scoraggiati dal fatto che la visibilità è ancora limitata a non più di 20 mt! Una sosta ai primi contrafforti di una specie di fortezza costruita ldagli Inca ( Dio solo sa come ) in prossimità della vetta ci consente di recuperare un pò il fiato e, notare che le nubi si stanno lentamente diradando ci infonde le energie per raggiungere la sommità di Wayna Picchu e di attendere che la mitica città perduta si faccia ammirare dall’alto. Lo spettacolo è reso ancora più emozionante dal sipario di nubi che lentamente lascia scorgere la città . Il tempo di ammirare lo spettacolo e fare qualche foto e poi ..giù per il precipizio … nella speranza ( vana ) di raggiungere Machu Picchu prima che sia sovraffollato . La visita si rivela comunque veramente emozionante e appagante ..all’interno del sito , nonostante gli svariati turisti , permane un atmosfera particolare e la visione dalle varie angolazioni non è mai banale . Torniamo soddisfatti a prender il treno che ci riporta ad Ollataytambo e approfittiamo del viaggio per rilassarci un po’ . appena discesi dal treno ( alle 16 ) dobbiamo metterci di nuovo in viaggio a tappe forzate per cercare di raggiungere Abancay ad un ora decente ..si tratterà solo di una sosta tecnica sulla strada per Nazca . Abancay scivola via con una frugale cena in una polleria e una proverbiale dormita e siamo già in strada ( uno dei peggiori tratti tra tutti quelli del nostro viaggio ) , arriviamo a Nazca e , durante l’immancabile visita all’iperù , conosciamo Cesar Leon : sarà la nostra guida e mentore per tutta la nostra permanenza in zona , ..ci troverà un tranquillo albergo con tanto di piscina , ci organizzerà le viste ai siti nei dintorni di nacza ( acquedotto di cantayo, cimitero di Chauchilla , più un geoglifico visibile da terra e i resti di un centro di comando Inca ) e il sorvolo sulle famose linee , ci indirizzerà per la visita alle isole ballestas e per l’albergo a Paracas e ci procurerà anche una guida-autista che salirà sul nostro mezzo per portarci a visitare la spettacolare baia di s. Fernando . . . ..a proposito , evitate in genere gli hotel che si affacciano sulle strade più frequentate : i peruviani al volante usano più il clacson della frizione , soprattutto gli autisti dei piccoli taxi gialli e dei minitaxi ( specie di ..apecar da competizione , presenti ovunque ) , ad ogni ora del giorno e della notte e , soprattutto , anche senza nessunissimo motivo !!!! Trascorriamo 3 interi stupendi giorni tra Nacza e Paracas ( con una puntatina all’oasi di Chaucachina per fare un giro in dune-buggy sulle enormi dune di sabbia ) , sempre accuditi , con modica spesa , da Cesar Leon che ogni sera ci porta poi a finire la serata nella “ Piscoteca “ del suo amico Segnor Garcia ( il Pisco è il tipico distillato locale , circa 41° , ..una specie di grappa ma più amabile in quanto ottenuto dalla distillazione del vino e non delle vinacce ).

Dopo la visita alla baia di S. Fernando ( piena di animali… da non perdere ! ) iniziamo lentamente e in pieno relax il viaggio che ci riporterà ad Arequipa per il viaggio aereo di ritorno . Siamo veramente stanchi e riusciamo anche a dormire in un paesino con strade fangose e abitazioni in legno di nome Porto Lomas … specchio della reale vita delle classi non agiate dei peruviani fuori dalle rotte turistiche . Ancora una giornata di viaggio lungo la pan americana tra stupende falesie che degradano in lunghissime spiagge abitate solo da miriadi di uccelli marini e pescatori di alghe . Una sosta alla scialba Camana ( cittadina turistica prettamente estiva ) e siamo di nuovo a Arequipa in tempo per consegnare la nostra esausta macchina e imbarcarci per il lungo viaggio di ritorno. Forse un tour organizzato con trasferimenti in pullman gran turismo sarebbe stato meno stancante ma la possibilità di fermarti lungo la strada per osservare e fotografare una vigogna, poter fare una deviazione per una strada secondaria per poter seguire il volo di un condor nel mezzo di un altopiano (che poi ci condurrà ad una carcassa di mulo presa d’assalto già da un altro condor e da una volpe), fermarti di sera inoltrata su un altopiano a 4.000 metri per osservare un inconsueto cielo quasi bianco (stellato) o poter scegliere quando partire e quale albergo o ristorante scegliere… sono fattori imprescindibili per un “viaggiatore il libertà“.



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