Isole Fiji, a un passo dal Paradiso
Per il giorno successivo la nostra nuova amica ci suggerisce una bella passeggiata alle cascate, che sono a una quarantina di minuti a piedi nella foresta partendo dal villaggio Votua. Suo figlio di dieci anni, che parla un poco l’italiano, e il fratello figiano di dodici possono farci da guida perché conoscono bene il posto. Con l’auto percorriamo una tortuosa strada sterrata che conduce al villaggio. Dopo aver parcheggiato dobbiamo rendere omaggio al capo-villaggio, assistere alla cerimonia della “kava” e pagare l’ingresso alle cascate perché sono considerate sacre dagli abitanti di questo villaggio. La kava è una bevanda antichissima consumata in diverse isole dell’Oceano Pacifico, ma soltanto alle isole Fiji raggiunge un’importanza assoluta. Ottenuta dalle radici di una varietà di pianta di pepe, mescolata con acqua e filtrata, viene servita in mezzo guscio di noce di cocco che passa di mano in mano ai partecipanti seduti in circolo.
I figiani attribuiscono alla kava poteri magici, un po’ narcotico e un po’ eccitante. Noi assistiamo con altri ospiti australiani e, dopo il rituale di cui capiamo soltanto Italy e Australia, assaggiamo il liquido che ha un colore biancastro, torbido, dal sapore di radice appena un poco speziata. Non so se per l’emozione di assistere alla cerimonia o per la kava, ma la notte non sono riuscita a prendere sonno… Ci si saluta con un mezzo inchino e poi iniziamo la nostra camminata sino alle cascate. I due ragazzini ci precedono saltellando, a piedi scalzi, indossando un costume da bagno e una maglietta. Al collo portano un asciugamano, perché hanno intenzione fare il bagno, e … un machete in mano. Ci lasciamo il villaggio alle spalle e ci addentriamo nella foresta. Noi procediamo cauti e guardinghi anche se ci rassicurano che non ci sono serpenti velenosi. Il sentiero serpeggia tra campi di papaia, ciuffi di ananas e coltivazioni di manioca. In alcuni punti attraversiamo il ruscello che scende tortuoso dalla montagna: l’acqua è fresca e, considerato che fa molto caldo, ci dà una gradevole sensazione di sollievo. Dopo circa quaranta minuti arriviamo alla cascata che si tuffa dalla cima di una roccia ricadendo in un tranquillo bacino. I ragazzi spariscono nell’acqua e noi scattiamo foto mentre si arrampicano sulla roccia per tuffarsi dall’alto. L’acqua è limpida e fresca e invoglia anche noi a fare un bel bagno. Al ritorno incontriamo alcuni turisti a cavallo accompagnati da guide locali. Ci raccontano che anche loro hanno cinque cavalli, che cavalcano a pelo, perché cadono dalle selle. Ci invitano per il giorno seguente a una cavalcata “facile” sulla spiaggia e accettiamo volentieri. Quando hanno fame si fermano in un campo, colgono un ananas e con un … machete lo puliscono in due secondi. Per noi è stata un’esperienza unica al seguito di due ragazzini che nella foresta equatoriale si muovono come animali selvatici, molto esperti malgrado la loro età. Anche la “passeggiata facile” in riva all’oceano è stata un’avventura da ricordare. I due ragazzi arrivano a cavallo insieme ad altri due loro amici e nel gruppo trotterella anche un puledro. Ci chiedono di restare in costume da bagno perché la cavalcata finirà con un bagno. Io ho poca esperienza coi cavalli, ma mi sono fidata e i ragazzini hanno tenuto il mio cavallo che procedeva lentamente facendomi gustare il panorama. Mio marito, più esperto, cavalcava da solo e lo vedevo molto soddisfatto. Alla fine, come promesso, i cavalli sono entrati nell’acqua e noi ci siamo allontanati nuotando. I ragazzi hanno lavato i cavalli, mentre il puledro galoppava felice e libero. Un’immagine Idilliaca che rimarrà a lungo nella nostra memoria. Su questo litorale, in prossimità dei piccoli villaggi, sulla strada i figiani hanno allestito dei punti vendita dei loro prodotti: noci di cocco, papaia, mango, zucche e altre verdure a prezzi molto bassi. Alcuni vendono il pesce appena pescato. Un villaggio si è specializzato in pannocchie di mais bollite.
La mattina preparano il fuoco e nei grossi pentoloni verso l’ora di pranzo vengono cotte le pannocchie sempre pronte per i clienti di passaggio. Notiamo che sono soprattutto le donne a organizzare questi “mercati”. Vicino al nostro hotel è stato creato il Kalevu Cultural Centre, un tradizionale villaggio figiano autentico per offrire informazioni sulla storia, cultura e tradizioni figiane. Una guida locale ci conduce attraverso le capanne di foglie di palma spiegandoci la loro funzione: la più grande era l’abitazione del capo-villaggio, in un’altra ci si radunava per le varie cerimonie, le più piccole erano destinate agli abitanti e alle loro famiglie, mentre la cucina era all’esterno. Oggetti di coccio, armi e pannelli esplicativi ricchi di foto in bianco e nero ci raccontano di un mondo lontano portandoci per un attimo in un passato a noi sconosciuto. Per completare la nostra conoscenza delle isole Fiji un mattino decidiamo di fare un giro in barca. Viste dal mare sono anche più belle: il contrasto tra il blu del mare, il bianco delle spiagge e il verde della vegetazione spicca in mille sfumature. La navigazione è tranquilla perché siamo in laguna, dove le acqua sono calme e il relax è assicurato. Sbarchiamo in un’isola disabitata per il pranzo a base di pesce alla griglia e terminiamo la giornata facendo bagni e snorkeling. Un romantico tramonto chiude questa splendida giornata. Un cenno al cibo è doveroso.
L’impronta inglese ha lasciato la ricca colazione del mattino e “fish & chips” (pesce e patate fritte). Per fortuna i figiani amano la tradizione. Cucinano pesce con latte di cocco e carne poco speziata, verdura cotta e cruda, consumano la loro frutta esotica e amano bere la birra locale. Ci hanno anche mostrato come spaccare facilmente una noce di cocco. Si prende la noce avendo di fronte a noi i tre segni, che sembrano due occhi e la bocca, e si colpisce con un colpo secco sopra. La noce si aprirà perfettamente. I figiani hanno la leggenda che non è pericoloso sostare sotto le palme da cocco perché le grosse noci colpiscono soltanto coloro che hanno fatto qualcosa di male!
“Vanaka Fiji”.
Grazie isole Fiji per averci regalato una vacanza da ricordare per sempre.