Isole Azzorre: fra Balene e Vulcani!
La prima isola che visitiamo è Faial, la cosiddetta Isola Azzurra, nome che riviene dalle ortensie che ‘infestano” allegramente tutto il territorio; si vedono in ogni dove, a dividere i pascoli, a contornare i laghi vulcanici, nei boschi. Pernotteremo 4 notti sull’Isola, a circa 1,5km dal centro della cittadina principale – Horta – in un appartamentino delizioso di un residence che ci ha coccolato e fatto sentire a casa fin dal primo istante, il Loft Azul Pastel
Il primo giorno lo dedichiamo alla visita della Caldera. Con auto a noleggio (i mezzi pubblici sono rari e l’alternativa al noleggio dell’auto è concordare con un taxista locale i propri spostamenti – noi abbiamo preferito la libertà di un nostro mezzo prenotato per 2 dei 4 giorni di soggiorno), raggiungiamo il centro dell’isola dove un vulcano è ‘collassato’ creando questa depressione circolare. Il sentiero PR4FAI, classificato ‘facile’ anche se proprio così non è, si estende per circa 7/8km percorrendo con alcuni saliscendi il bordo della Caldera. Occorrono scarpe adeguate e una bella giornata di sole o quasi visto che qui la nebbia regna sovrana e può compromettere la camminata e la vista sullo straordinario panorama. Non ‘soddisfatti’ della strada percorsa noi decidiamo di scendere percorrendo parte del sentiero Levada PR3FAI, lungo uno sterrato vulcanico, bello ma molto molto faticoso per l’importante salita. I sentieri alle Azzorre sono tutti ben attrezzati, classificati, indicati con un pannello e con numerosi segnavia, impossibile perdersi, meravigliosi da percorrere !
Il secondo giorno, sempre con la nostra auto a noleggio, ci dedichiamo alla visita di altri due vulcani, collegati da un sentiero lineare ricco di importanti saliscendi. Partiamo seguendo l’itinerario previsto dal PR1FAI lasciando l’auto in prossimità di un cartello ai piedi del Cabeco Verde. Da lì, a piedi, saliamo lungo una sterrata e successivamente ci addentriamo in un fitto bosco. Si cammina sempre ai margini di alcune antiche caldere interamente ricoperte da vegetazione e non sempre è facile distinguerne il profilo, sullo sfondo l’azzurro del mare. Si arriva al margine del bosco in località Cabeco do Canto. Da qui, una discesa spaccaginocchia, ci conduce allo spettacolare vulcano di Capelinho con il suo territorio lunare, la colata lavica, il faro, stormi di uccelli marini e un bel museo dedicato ai fenomeni vulcanici. A questo punto, l’idea di ritornare lungo lo stesso sentiero non ci entusiasmava, sopratutto il pensare di ripercorrere quella discesa spaccaginocchia…in salita! decidiamo così di seguire la strada carrabile che si rivelerà gradevole fra villette, casette colorate, fontanelle decorate e begli scorci sull’oceano. La nostra ipotesi di itinerario prevedeva di trascorrere il terzo giorno a Faial organizzando una gita in giornata sulla vicinissima isola di Pico ma, una volta sul posto, ci siamo resi conto che Faial offriva ancora molto da vedere e che Pico, con la sua straordinaria cima vulcanica di oltre 2000 m a picco sul mare, meritava un viaggio tutto suo di qualche giorno e così…rimaniamo a Faial e cominciamo già a sognare un nuovo viaggio su queste isole che ormai hanno già catturato il nostro cuore!
Il terzo giorno (senza auto che abbiamo riconsegnato la sera prima per contenere le spese), lo dedichiamo alla cittadina di Horta. Al mattino partecipiamo a una uscita di whalewatching; tante sono le agenzie che organizzano uscite in gommone (ricordativi le pastiglie contro il mal di mare) per avvistare i cetacei. La stagione migliore per questo genere di attività è la primavera che coincide con la migrazione delle megattere e delle balene blu, noi ci ‘accontentiamo’ di avvistare capodogli e delfini. Certo, è oceano e, forse, non siamo fortunatissimi, il mare è molto mosso e, nonostante l’abbondanza di questi splendidi animali, durante la nostra uscita li avvistiamo più volte ma mai vicinissimi. Balliamo molto, torniamo ‘lavati’ nonostante le tute impermeabili fornite dall’agenzia che organizza la gita…bello ma piuttosto faticoso! Nel pomeriggio visitiamo la Fabbrica della Balena ovvero l’ex stabilimento che fino agli anni 80 si occupava della trasformazione in farina e olio dei poveri capodogli… che tristezza… e che amarezza pensare che alcuni paesi stanno ancora praticando questa terribile caccia… Dopo un po’ di relax nell’enorme spiaggia cittadina (bella, ma noi siamo scappati per il troppo vento dopo aver mangiato almeno 2 etti di sabbia nel tentativo di parlare…), due passi in centro e una doverosa sosta allo storico Peter Cafè Sport. Oltre 100 anni di storia per questo Pub frequentato negli anni da balenieri, velisti e in genere turisti. Tappa immancabile per sorseggiare un gin tonic e vedere gagliardetti di equipaggi provenienti da tutto il mondo e visitare la storica collezione di denti di balena incisi. L’ultima visita in città la dedichiamo al pittoresco molo, interamente decorato dai disegni che, a partire dagli anni ’50, gli equipaggi che attraversano l’Oceano Atlantico, dipingono sui muretti a scopo beneaugurante. Sono tanti e coloratissimi, da vedere.
Quarto giorno, con un piccolo aereo della Sata Airlines, ci spostiamo dalle Isole Centrali alle remote Isole Occidentali. Flores, viene soprannominata l’Isola Rosa, centinaia e centinaia infatti sono le ortensie che ‘infestano’ allegramente tutto il territorio; si vedono in ogni dove, a dividere i pascoli, a contornare i laghi vulcanici, nei boschi. Pernotteremo 4 notti sull’Isola, in una caratteristica casetta in pietra in aperta campagna ma allo stesso tempo a due passi dalla pista dell’aeroporto di Santa Cruz. Flores sarà un vero viaggio all’interno di Jurassic Park, una natura a dir poco esuberate e poco docile, grandi onde oceaniche, aspre montagne a picco sul mare, una vegetazione incontenibile, i colori (rosa, verde, azzurro) abbaglianti! Non ci saremmo stupiti se fra le mucche al pascolo fosse spuntato un brontosauro !
Il quinto giorno, con auto a noleggio, lo dedichiamo alla visita di 7 meravigliosi crateri vulcanici e ai loro rispettivi laghi: Caldeira da Lomba, Caldeira Branca, Caldeira Seca, Caldeira Conprida, Caldeira Negra, Caldeira Rasa e Caldeira Funda. Non ci faremo mancare un bel trekking fra capanni dediti al birdwatching, paludi e strade laviche. Chiudiamo la giornata con la visita alle Cascate Poco do Bacalhau e al luogo che ci rimarrà per sempre nel cuore, ricordato come l’immagine iconica dell’Eden: Poco da Rebeira do Ferreiro, talmente bello da sembrare irreale! Ciliegina sulla torta: un bellissimo tramonto sul mare nel punto in assoluto più ad ovest d’Europa, qui l’America pare quasi di vederla all’orizzonte!
Il sesto giorno, partecipiamo ad una gita in gommone organizzata sulla vicina Isola di Corvo. la più piccola di tutte le Azzorre. L’idea era quella di andarci in traghetto ma non abbiamo trovato posto e così, grazie ai preziosi consigli della nostra padrona di casa, per il tramite dell’Hotel Ocidental, per soli 15€ di differenza rispetto al traghetto usufruiamo di un passaggio in gommone (durata della traversata circa 30′) che però al ritorno ci regalerà delle fortissime emozioni…
Corvo – soprannominata l’Isola Nera per l’abbondanza di pietra lavica – è deliziosa! Con un taxi risaliamo la tortuosa strada che porta in cima al suo vulcano, qui il panorama ci lascia veramente senza fiato. Immaginate un profondo cratere vulcanico, in fondo una serie di laghetti, intorno mucche al pascolo e a 360° in fondo alla valle, ovunque vi giriate, l’oceano. Uno dei paesaggi più completi e straordinari che abbiamo mai visto. Abbiamo 4 ore di tempo prima che il gommone ci riporti a Flores, la scelta è fra la discesa all’interno della caldera per fare il periplo dei laghetti, oppure la discesa a piedi dalla cima della collina fino al molo, evitando il rientro in taxi. Scegliamo la seconda, sono circa 10km e ci sembra che possano offrire maggior varietà di paesaggi rispetto alla caldera che, tutto sommato, si vede tutta e forse meglio anche dall’alto. Non abbiamo la controprova ma a noi il sentiero in discesa (di cui l’ultimo pezzo ‘spacca ginocchia’) ci è piaciuto veramente tanto. Ci rimane giusto il tempo per un giretto nella cittadina (avevamo pranzato al sacco durante il trekking) prima di imbarcarci. Al rientro, la gita organizzata, rispetto al traghetto porta a vedere la costa di Flores. Un capitano di indubbia esperienza, e un gran pizzico di follia, affronta i cavalloni oceanici come se fossero giostre, facendoci fare dei gran balzi, sia di schiena che di cuore. Vediamo cascate che si gettano nell’oceano, coste alte spettacolari, grotte marine… ridiamo come bambini incuranti del (forse) pericolo. Straordinario !
Il settimo giorno lo dedichiamo al panoramicissimo sentiero che da Ponta Delgada conduce fino a Faja Grande. L’ideale, data la lunghezza totale di oltre 13km lineari, è di poterlo percorrere interamente prenotando un taxi all’arrivo per rientrare al punto di partenza. Noi abbiamo preferito sentirci liberi da tempi imposti, goderci il paesaggio e fermarci tutte le volte che volevamo per una foto senza badare all’orologio e così, anche per ovviare a un passaggio esposto che avrebbe messo a durissima prova il mio soffrire di vertigini, decidiamo di percorrere gran parte del sentiero (non tutto) facendolo avanti e indietro. Il sentiero è molto vario, la prima parte piuttosto faticosa sia per la pendenza sia per il fondo molto sconnesso. Successivamente si fa più dolce ma, come dicevo, più esposto. Il nostro consiglio è comunque quello di cominciare il sentiero da oltre il faro e non dal centro di Ponta Delgada altrimenti, sappiatelo, i primi chilometri sono tutti su asfalto e poco interessanti. Prima di partire ci siamo interrogati molto se affittare o no l’auto visto che il costo su questa isola è abbastanza elevato vista la scarsa disponibilità, l’alternativa è quella di concordare i vari percorsi con i taxisti sfruttando anche whatsapp come canale di comunicazione per le varie prenotazioni. Questa alternativa offre diverse comodità visto che tanti sentieri sono lineari e non ad anello ma, toglie molta libertà. Tenente anche conto che l’isola non è disabitata ma soffre sicuramente l’assenza di alcuni servizi, pochi sono i ristoranti e non sempre sono nel centro delle cittadine. Anche i supermercati non sono fornitissimi. Se non possedete l’auto, cercate di affittare in centro o di poter usufruire di una mezza pensione in hotel o di avere una camera con uso cucina.
Ottavo giorno, con un piccolo aereo della Sata Airlines, ci spostiamo dalle Isole Occidentali nell’Isola più grande dell’Arcipelago – Sao Miguel – siamo nel gruppo delle Isole Orientali. Con un volo che effettua un brevissimo scalo sull’Isola di Terceira, giungiamo a Ponta Delgada ‘città capitale’ dell’Arcipelago delle Azzorre. Siamo sull’Isola di Sao Miguel, la più grande dell’Arcipelago nel gruppo delle Isole Orientali. Anche su questa Isola affittiamo l’auto e un appartamento, abbiamo scelto di stare a qualche chilometro da Ponta Delgada, a Lagos. Abbiamo un moderno bungalow in un piccolo complesso semplice ma dotato di tutti i confort: piscina, ristorante, parcheggio e zona wellness. Sao Miguel appare immediatamente molto diversa rispetto alle altre isole visitate, la natura è sempre la stessa, esuberante e magnifica, ma superstrade a più corsie, ipermercati, la pubblicità delle grandi catene di franchising presenti con i loro negozi, fanno subito comprendere che si tratta di una Isola più antropizzata rispetto le altre. Il giorno del nostro arrivo dedichiamo la serata alla visita di Ponta Delgada, un po’ di shopping, qualche ristorantino carino e una bella illuminazione che la rende gradevole nelle tiepide serate di fine estate.
Nono giorno TREKKING AI LAGHI DI SETE CIDADES! Iniziamo con il dire che è forse il luogo più famoso dell’isola e che, l’intera camminata, è veramente lunga (abbiamo percorso circa 25km) e tanti sono i metri di dislivello positivo. I meno allenati quindi devono immaginare di percorrere unicamente la prima parte per poi tornare alla propria autovettura in taxi oppure sfruttare gli autobus turistici hop-on hop-off. Il percorso permette di vedere due laghi vulcanici affiancati e divisi da un ponte e che si differenziano in maniera importante dal colore delle loro acque: il Lago Verde e il Lago Azzurro. La prima parte del sentiero (quella consigliata ai ‘meno allenati’) è di 12 km senza importanti dislivelli se non con diversi tratti di discesa di cui alcuni tratti piuttosto ripidi. Si parte da Mata do Canario, l’itinerario che porta al villaggio di Sete Cidades è ben visibile e ben segnalato, impossibile perdersi! Il paesaggio fra le immancabili ortensie e i due laghi è grandioso! Arrivati al paese, come vi abbiamo detto le alternative sono due: un taxi per farvi riportare alla vostra auto oppure una interminabile strada statale (trafficata e a tratti anche un po’ pericolosa) in salita.
Decimo giorno FURNAS – LAGO E TERME. Dopo tanti chilometri a piedi abbiamo deciso che le nostre gambe si sono meritate un po’ di relax e così, in una giornata un po’ piovigginosa, ci dirigiamo verso la zona vulcanica (neanche a dirlo) di Furnas. Qui potete trovare: un tranquillo laghetto con ochette, vegetazione di ogni genere, una manciata di chiesette caratteristiche, ottimi ristoranti che cucinano particolari piatti tipici, fumarole zolforose vulcaniche (non spettacolari come quelle viste in Islanda ma sicuramente da vedere) e… singolari sorgenti termali ! Furnas è un crogiolo di acque calde e vapori che salgono dalla valle lungo le colline, noi scegliamo le Terme Poca da Dona Beija , pozze di acqua a 39° e vegetazione tropicale che pare uscita da Jurassic Park. Per evitare le ‘folle’ abbiamo deciso di invertire l’ordine logico della giornata, al mattino relax e al pomeriggio visita alle Caldeiras, delle zolforose pozze naturali di fango ribollente dove potete assistere a uno spettacolo curioso: qui i ristoranti di zona cucinano uno stufato di carne e verdure in grandi pentoloni che vengono infilati direttamente nella terra scaldata naturalmente. Lo stufato lo potete poi gustare in città…noi vegetariani, non apprezzando questo piatto tipico, ci siamo consolati con il bolo levedo una specie di panino semidolce tipico della zona e …tanto tanto formaggio !
Undicesimo giorno TREKKING LAGOA DO FOGO. Altro luogo leggendario e stupefacente, qui i bus turistici e le auto si fermano in cima per ammirare il paesaggio, noi insieme ad altri impavidi sfidiamo la pioggia e scendiamo lungo il ripido sentiero che porta sulle costa del lago. Qui un altro sentiero consente di percorrere circa metà periplo del lago che ha una forma un po’ frastagliata e molto irregolare con alcune profonde insenature. Oltre ai panorami, la cosa che ci ha stupito di più è la quantità di piume e ossa di uccelli che ci lascia immaginare cosa possa essere questo luogo in primavera, nella stagione della riproduzione (in quel periodo il sentiero è chiuso sia per lasciare in pace gli uccelli, sia per salvaguardare gli umani dato che, possiamo immaginare che per difendere i nidi possano risultare piuttosto aggressivi).
Dodicesimo giorno: E così, siamo giunti al termine anche di questo meraviglioso viaggio che ci rimarrà veramente nel cuore. Abbiamo altre isole da esplorare e così, sul volo di rientro ci possiamo solo promettere di tornare presto a visitare queste Terre meravigliose ! Saudade!
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