Isola di Rab e Slovenia

Dieci giorni sperduti in Croazia e in Slovenia
Scritto da: elisag81
isola di rab e slovenia
Partenza il: 08/08/2010
Ritorno il: 18/08/2010
Viaggiatori: 6
Spesa: 500 €
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Questo viaggio lo ricordo sempre con molto tenerezza, in quanto è stato il primo in assoluto all’estero fatto da me e Alessio; eravamo molto giovani e insieme ad altre 2 nostre coppie di amici, abbiamo organizzato una settimana di vacanza nell’isola di Rab in Croazia, e un paio di giorni in Slovenia, senza avere la minima idea, di quanto tempo ci occorresse ad andare o come ci saremmo poi organizzati lì, ma solo con l’ incoscienza e la spensieratezza della nostra giovane età.

Come mezzo di trasporto abbiamo scelto la macchina, per essere poi più liberi per gli spostamenti, ma è stato uno dei primi sbagli della vacanza, in quanto essendo in 6, la maggior parte del viaggio (lunghissimo!), è stato fatto da me e Alessio da soli, e considerando che io odio guidare (e non sono neanche un’esperta guidatrice!), non ho quasi mai dato il cambio al poveretto!

PRIMO GIORNO

Infatti partiamo nella notte alla volta della Croazia, nella settimana più “calda“ e affollata di agosto, ovvero quello di Ferragosto, senza nessun tipo di preparazione, ma anzi convinti che in poche ore saremmo stati a crogiolarsi al sole! Ma ahimè, mai previsione fu più sbagliata! Il viaggio in auto fino a Trieste era stato veloce, in meno di 4 ore eravamo di fronte alla dogana Slovena (all’epoca infatti la Slovenia non era ancora sotto l’Unione Europea!) ma con noi a aspettare i controlli c’erano altre mille macchine e abbiamo passato solo lì circa 4 ore, con un piccolo autogrill, preso letteralmente d’assalto da tutti noi turisti.

Alla dogana croata passiamo sinceramente poche ore, e dopo il confine si prende l’autostrada che porta nei pressi di Rijeka (pedaggio 7 kune), la Città di Fiume, da dove si prosegue, seguendo le indicazioni Spalato/Split o Zara/Zadar, per una decina di km su una superstrada che attraversa tutta la città.

Questa città in passato era italiana, ma con l’epilogo della seconda guerra mondiale il destino della città cadde nelle mani della Jugoslavia, con il Trattato di Pace di Parigi. Da Fiume scappò la maggioranza della popolazione, in prevalenza italiana: l’esodo si concluse nei primi anni cinquanta e coinvolse oltre quarantamila cittadini. Dopo un periodo di crisi, e in seguito alla guerra e alla disgregazione della Jugoslavia la città entrò a far parte dell‘Indipendente Croazia.

La superstrada termina con un’impressionante cavalcavia che, scendendo lungo un fiordo profondo, porta sulla statale 8. Questa strada segue tutta la costa e conduce, in un susseguirsi di curve e saliscendi, fino al bivio per Jablanac, l’attracco per le navi verso l’isola Di Rab. Ma essendo una strada costiera e la principale, carretti, camion e macchine riducevano la velocità a circa 15/20 km. Praticamente facevamo prima a piedi! Iniziavamo a essere tutti quanti stanchi, affamati e letteralmente esausti e un piccolo contrattempo, ci fa perdere i nostri amici, che incuranti proseguono la strada. Meno male poi li abbiamo ritrovati, all’attesa dell’imbarco per la nostra nave al porto di Jablanac. La gioia di essere finalmente vicino alla meta, si è subito smorzata appena abbiamo visto la lunghissima fila di macchine in attesa, che si snodava per la collina fino al porto! Uffa! I biglietti per la traversata si fanno direttamente al porto; la tariffa per due persone e un’auto è circa 115 kune. E finalmente dopo circa 6 ore di attesa sotto il sole, alle 17:30, ci imbarchiamo sui traghetti della Jadrolinija (la compagnia di navigazione) che fanno la spola tutti giorni, dalle 05:00 la mattina alle 23:30 la sera, dal porto di Jablanac al porto di Misnjak (Rab), per una durata di circa 15 minuti.

In conclusione ci sono volute circa 18 ore di viaggio, per mettere piede nell’Isola di Rab, molto molto peggio rispetto alle nostre previsioni iniziali, ma ormai il nostro unico desiderio era quello di arrivare al nostro albergo. L’Hotel Carolina (gemello dell’Hotel Eva) è situato a Suha Punta, un centro turistico tranquillo nella parte più boscosa dell’isola di Rab, ricca di piccole spiagge naturali e insenature nascoste, a 5 km dalla città di Rab.

Appena arrivati facciamo subito il check in e ci guardiamo attorno; l’albergo era bello, aveva un bellissimo parco, campi da tennis, un piccolo porticciolo, una piscina e un bar vista mare, ma l’intera struttura avrebbe avuto bisogno di un piccolo restauro. I segni della guerra e del degrado erano ancora visibili nell’intero albergo (aveva iniziato nel frattempo a piovere, e pioveva nella hall!) e anche nelle camere l‘arredamento era piuttosto vecchio e malconcio, con una brutta moquette sul pavimento e due scaffali con una tenda polverosa per armadio! In compenso avevamo un bellissimo balcone, da cui si godeva una bellissima vista sul mare cristallino e sulle spiagge vicine! Troppo stravolti e stanchi abbiamo subito cenato e siamo andati a dormire.

Ma Alessio aveva un mal di testa terribile e aveva di nuovo dolore al dito che si era tagliato pochi giorni prima di partire, così rifatta la fasciatura, e aspettando che lui si riaddormentasse, io sono andata a godermi sul nostro balcone lo spettacolo naturale del temporale sul mare, con i fulmini e le saette che si tuffavano nell’acqua! Diciamo che come inizio in Croazia non è stato il massimo!

SECONDO GIORNO

La pioggia della notte, aveva un po’ raffreddato la temperatura, e così dopo aver fatto colazione, decidiamo tutti assieme di visitare un po’ la zona, partendo subito dalla città di Rab. Riprendiamo le nostre macchine e fatti i 5 km che ci separavano dal centro, parcheggiamo (a pagamento) nelle vicinanze del piccolo porto di Rab.

Allungata su uno stretto promontorio proteso sul mare, la cittadina di Rab da un lato racchiude il porto e dall’altro si affaccia sul bel golfo di Sant’Eufemia. Il tipico paesaggio mediterraneo, fa da sfondo a questa bellissima città, dal ricco passato storico, in quanto crocevia di popoli e culture diverse.

Un reticolato di calli e gradinate porta dalla città bassa al nucleo storico più antico, Kaldanac, arroccato sulla rupe e dominato da quattro campanili, che conferiscono a Rab la sua caratteristica silhouette. Il percorso cittadino( in realtà molto piccolo) è segnato da tre strade parallele al porto: la via del centro (Srednja Ulica), la via bassa (Donja Ulica) e la via superiore (Gornja Ulica).

Da piazza San Cristoforo, affacciata sul porto, ariosa e gremita di caffé, il primo esempio di edificio nobiliare che s’incontra sul cammino percorrendo la via del centro è Palazzo Dominis, costruito nel XV secolo, la cui facciata è ornata di ricche finestre rinascimentali. Sulla sinistra, lo sguardo è attratto dai balconi con i leoni alati di Venezia di Palazzo Tudorini.

Proseguendo sulla strada lastricata si arriva alla bella Loggia Cittadina, edificata nel ’500 dalla Serenissima come luogo di ritrovo pubblico. Di fronte ai portici della loggia, oggi occupati dai tavolini di un caffé, c’è la torre dell’orologio, costruita nel medioevo.

Avvicinandosi all’estremità del promontorio, s’incomincia a intravedere il verde del parco cittadino, con la statua di San Marino al centro e al margine, appoggiato alle mura, il bel convento di Sant’Antonio; ma prima s’incontra la Chiesa della Beata Vergine Maria, dalla superba facciata romanica in pietra bicromatica rosa e bianco e il bel campanile romanico, alto 26 metri, che svetta poco ad ovest della chiesa.

La torre più alta di Rab è però il campanile del monastero di Sant’Andrea, che è possibile visitare, risale all’anno Mille ed è quindi uno dei più antichi e meglio conservati. Al monastero si accede risalendo dal parco lungo Ulica Rablianina: la chiesa a tre navate merita di sicuro una visita, ma molto bello è anche il panorama dalle alte mura, che dominano il golfo di Sant’Eufemia.

Dal monastero ritornando lungo la via alta s’incontrano, nell’ordine, la Chiesa di Santa Croce, che durante i mesi estivi ospita numerosi eventi musicali, il complesso di San Giovanni Evangelista e, infine, la “Grande Torre”, incastonata nelle antiche mura, a fianco della quale sorge la piccola chiesa di San Cristoforo. Questo è il punto più alto della città; prima di scendere nuovamente verso il porto, vale la pena fermarsi per ammirare il panorama e fare tantissime foto!

Ritorniamo al nostro albergo verso l’ora di pranzo e non avendolo compreso nella nostra formula di soggiorno (avevamo la mezza pensione) ci facciamo consigliare e, a piedi, ci inerpichiamo sui sentieri che si snodano lungo tutto il parco di Suha Punta, fino all’albergo Eva. quindi facciamo conoscenza di Peter, il proprietario di Ludmila Bed and Breakfast, dove pranzeremo da dio, spendendo veramente niente! Infatti da lì in avanti avremo il tavolo fissato per tutti i nostri pranzi!

Nel pomeriggio decidiamo di andare finalmente al mare.Le spiagge di Rab, sono per la maggior parte piccole insenature o baie, con spiagge di sassolini e acciottolati, oppure delle terrazzate di cemento direttamente sul mare, quindi l’acqua in alcuni tratti è subito profonda. Ma Mel è la spiaggia più vicina all’abitato di Kampor ed è la seconda più lunga spiaggia di sabbia, dopo quella di San Marino. Molto popolare tra le famiglie con bambini, che possono giocare nell’acqua bassa in tutta sicurezza. Però meno invitante forse per noi adulti, che se vogliono immergersi devono camminare parecchio; inoltre, a causa della debole inclinazione del fondale, l’escursione di marea è pronunciata e in alcune ore della giornata il bagnasciuga ha un aspetto piuttosto melmoso.

Non essendo attrezzati per il momento per le spiagge con i sassolini, sicuramente piu’ belle, ma meno comode senza le scarpine adatte, decidiamo di andare a Mel. E come predetto, non ci fa una bella impressione, effettivamente la bassa marea non aiuta, dando a tutta la spiaggia, l’ aspetto di un lago melmoso, ma per essere il primo giorno ci limitiamo a bagnarci un po’, e giocare a pallavolo nell’ acqua!

Nella serata riinizia a piovere incessantemente, e così decidiamo di ritrovarci in camera nostra per chiaccherare un po’!

Poi nanna!

TERZO GIORNO

Dopo colazione, andiamo tutti insieme a Rab, per poter comprare tutto l’ occorrente per la spiaggia, quindi scarpette, e materassini stile palestra, da mettere sotto i nostri asciugamani sul bagnasciuga sassoso .Fatti gli acquisti, torniamo a Suha Punta, e passiamo la mattina nelle spiaggette vicino all’ albergo, e facciamo il primo bagno! Ma che freddo, l’ acqua era veramente freddissima, e seppur io non sono freddolosa, ho avuto qualche problema a entrare in acqua.Non parliamo di Alessio, che tentenna pure nell’acqua bollente!

Dopo il pranzo sempre da Ludmila, ritorniamo sulle nostre spiagge, però stavolta andiamo più vicino alla “ spiaggia”, dell’Hotel Eva, ovvero una piccola scogliera con varie lastre di calcestruzzo, a ridosso del mare.

La sera dopo la cena in albergo , andiamo a fare una passeggiata nel centro della piccola cittadina di Rab, godendoci, l’ atmosfera festaiola del centro!

Poi nanna.

QUARTO GIORNO

Dopo colazione, andiamo a fare una passeggiata, lungo le spiagge intorno alla zona di Kampor, e scopriamo la spiaggia di Kandalora, la spiaggia naturista più antica dell’Adriatico, che fu scoperta dal re inglese Edward VIII e Wally Simpson; nel 1936, in occasione di una loro crociera nel mediterraneo, scesero a Rab, e dopo aver passeggiato nel centro della città, fecero un bagno nudi nella baia di Kandalora. Questi sono stati gli inizi del naturismo sull’isola. E da allora la baia è diventata il paradiso per i naturisti.

All’entrata della baia (ora a pagamento), c’è una sbarra con un controllore, dove è obbligatorio lasciare i vestiti per poter poi accedere alla spiaggia. Noi decliniamo l’offerta e ritorniamo sui nostri passi, alle nostre amate spiagge.

Non vedevamo l’ora che arrivasse l’ora di pranzo per andare da Ludmila, perche’ ieri avevamo prenotato a Peter, un vassoio intero di cozze marinate per tutti (Alessio era escluso, non mangia pesce!). Buonissime!

Nel pomeriggio torniamo nella nostra spiaggia vicino all’albergo, in modo poi di poter tornare prima in camera, per prepararci per la festa della notte di Ferragosto, offerta dal nostro hotel, sulla terrazza sul mare.

Durante l’aperitivo, facciamo amicizia con altre due coppie di ragazzi italiani e come si fa sempre in questi casi, confrontiamo le nostre rispettive esperienze e, coincidenza, anche loro la mattina erano stati alla baia di Kandalora; ma a differenza di noi, che non siamo entrati, non volendo stare nudi, loro non hanno trovato il guardiano e noncuranti delle regole sono entrati nella spiaggia vestiti, sghignazzando e prendendo in giro gli altri bagnanti nudi infischiandosene dei richiami del guardiano, che nel frattempo era accorso. Orgogliosi del loro “gesto” erano corsi via, e ce lo raccontavano ora a noi ben soddisfatti! Questi sono i comportamenti che io disapprovo, sia nella vita di tutti i giorni, e soprattutto all’estero, dove è importante, rispettare le regole e i comportamenti del paese che si va a visitare!

Ma mi sa che la “ bravata” di questi ragazzi, non era proprio passata liscia, infatti noi come ormai tutte le sere, andiamo in centro a Rab, e parcheggiamo le nostre macchine (con targa italiana) sempre nel solito posto, in un piccolo campetto vicino al porto.

Quando dopo il solito giretto alla città, ritorniamo alle nostre auto, ci accorgiamo con sorpresa, che le due macchine vicino alle nostre (sempre con targhe italiane) avevano entrambe le ruote squarciate. Ci guardiamo intorno, ma tutte le altre auto, fra cui le nostre, erano perfette! Così risaliamo, e torniamo in hotel, dove incontriamo nella hall, i nostri “amici” di prima, che sconvolti, ci raccontano che hanno trovato le ruote tagliate alle loro macchine. Se fosse stato solo un atto vandalico alle macchine straniere, sarebbero state “attaccate” anche le nostre no?! Dopo tante emozioni, a nanna.

QUINTO GIORNO

Oggi è Ferragosto, e per festeggiare andiamo in crociera (prenotata la sera precedente) lungo le isole dell’arcipelago di Cherso e Lussino (Cres e Lošinj), detto Apsyrtides. Salpiamo dal porto di Rab con la nostra nave con al comando il Capitan Branko, alla volta dell’Isola di Lussino. Durante la crociera ci godiamo il sole e il mare e abbiamo anche la gradita sorpresa di tanti piccoli delfini, che allegramente ci nuotavano attorno! Dopo una navigazione di circa 2 ore, attracchiamo a Mali Losinj detto anche Lussinpiccolo che è il più grande centro abitato dell’isola. È situato nella parte meridionale del golfo di Lussino e grazie a questa posizione diventò un importante centro marittimo e commerciale, come pure nei nostri giorni, un importante centro turistico.

Il periodo d’oro di Lussinpiccolo iniziò verso la fine del 19° secolo quando, grazie al mare e alla marineria, “il piccolo “villaggio” diventò cittadina marinara. Anche in seguito alla crisi della marineria in queste aree, la città si rialzò con la scoperta della salubrità del clima isolano e con l’avvento del turismo locale, e si aprì una nuova pagina nella storia di Lussinpiccolo. Oggi, Lussinpiccolo è uno dei maggiori centri turistici dell’Adriatico, famoso in tutto il mondo!

Una curiosità, nonostante la città si chiami Lussinpiccolo è più grande sia per dimensione, che per numero di abitanti (dovuto al boom economico) della sua omonima Mali Losinj, Lussingrande, situata in una stretta baia, nella parte sud-orientale dell’ isola, con i suoi 1000 abitanti ne è la seconda città dell’ isola.

Rimaniamo a Lussinpiccolo, tutta la mattinata, girelliamo per il suo grazioso centro storico, e pranziamo in un localino sul caratteristico porto della città. Nel primo pomeriggio risaliamo sulla nostra nave e andiamo nella vicina isola paradisiaca di Orudo dove ci è permesso scendere per farci una nuotata in mare aperto.

Scendiamo solo io e gli altri due ragazzi. L’acqua è molto profonda e Alessio e le ragazze declinano gentilmente l’offerta! Qui l’acqua è bellissima, un po’ freddina, ma limpida e dai fondali meravigliosi. Nuotiamo un po’, poi veniamo aiutati a risalire e ci mettiamo al sole, sulla prua della nave.

Ultima sosta della giornata, la facciamo sull’Isola di Pag. L’isola è molto piccola. Infatti è larga appena da due a dieci chilometri ma ha un notevole sviluppo costiero a causa delle sue molte baie che le conferiscono un aspetto frastagliato.In una di queste baie scendiamo e stavolta anche Alessio fa il bagno insieme ai nostri amici, mentre io e le ragazze ci godiamo il sole e la tranquillità.

Ritorniamo a Rab nel tardo pomeriggio e dopo cena decidiamo di andare a visitare la cittadina di Lopar, la spiaggia che si trova nel nord dell’isola, e che vanta la maggior presenza di spiagge sabbiose. Alcune si trovano nelle immediate adiacenze di hotel e appartamenti, sono attrezzate e quindi adatte alle famiglie con bambini piccoli; altre invece si raggiungono in barca oppure dopo lunghe camminate.Facciamo un giretto lungo il suo porto, anch’esso ricco di negozini, e poi stanchi della giornata, torniamo in hotel per dormire!

SESTO GIORNO

Oggi è il nostro ultimo giorno a Rab, che trascorriamo al mare finendo di esplorare le spiagge non ancora viste, nelle vicinanze del nostro hotel, e andando a salutare Peter, per il nostro ultimo pranzo da Ludmila. In nostro onore ha cucinato un pranzo degno di un re. Ultimo pomeriggio sulla spiaggia e ultima sera nella nostra ormai familiare cittadina di Rab. Poi rientro in hotel a preparare i bagagli, per la partenza dell’ indomani.

SETTIMO GIORNO

Fatto il check out, partiamo verso Misnjak, fermandoci prima a fare benzina, il personale non amichevole (ha fatto la benzina ad altri clienti, forse suoi amici, e facendo poi pagare il conto a noi!). Memori della precedente lunga attesa per il traghetto, stavolta siamo molto più tranquilli e inganniamo l’attesa sotto il sole, giocando a palla, con gli altri turisti! Prendiamo il traghetto verso l’ora di pranzo e iniziamo a fare a ritroso la strada fatta all’andata.

Ci fermiamo a mangiare un panino, in localino piuttosto losco, e poi sperando di fare una scorciatoia, ci perdiamo letteralmente. Così ci ritroviamo sperduti in un paesino in Croazia, senza mappa, o la minima idea di dove fossimo. Per fortuna ci fermiamo in un locale e con molta calma ci facciamo spiegare come fare ad arrivare al confine!

Arriviamo a Postumia in tarda serata, stanchissimi e senza aver prenotato niente per la notte, nonostante le mie amiche volessero fermarsi in alcuni Bed and Breakfast, visti lungo la strada, ci dirigiamo decisi all’hotel delle Grotte Di Postumia. Finalmente un po’ di fortuna, avevano proprio 3 camere doppie libere per la notte! Sembrava destino! L’hotel non offriva la cena e con le mie amiche ancora imbronciate andiamo in centro al paese, sperando che qualche ristorante ci desse ancora da mangiare (nel frattempo erano quasi le 23:00 ed era da circa 12 ore che non mangiavamo). Proviamo vari ristoranti, ma la maggior parte avevano già le cucine chiuse, alla fine ne troviamo uno. Sinceramente non ricordo cosa abbiamo mangiato, eravamo troppo stanchi e troppo affamati, so solo che quando siamo tornati in camera, appena toccato il letto, eravamo cotti!

OTTAVO GIORNO

Fatta colazione in albergo facciamo un giro nel parco vicino alle Grotte, in attesa di poter entrare. Siccome all’interno delle grotte la temperatura viene sempre tenuta costante di circa 10° gradi, è possibile noleggiare dei mantelli anti-freddo all’entrata! Consiglio comunque delle scarpe comode, perché il percorso all’interno può essere in alcuni punti molto scivoloso! Le Grotte di Postumia sono sicuramente le grotte più famose al mondo. Si tratta della maggiore attrazione turistica della Slovenia e di uno dei più importanti esempi di fenomeni carsici al mondo.

La visita delle grotte dura circa un’ora e mezza e avviene in gruppi divisi per nazionalità ed a orari cadenzati. Il percorso si snoda per poco più di cinque chilometri di gallerie attrezzate per le visite turistiche e inizia sulla piattaforma di salita dell’ unica ferrovia delle grotte, che ormai da 140 anni con un trenino speciale permette di viaggiare sotto i maestosi archi sotterranei, decorati da stalattiti che assomigliano a lampadari, attraversando il paesaggio fantastico con giocose sculture di calcaree sparse. La seconda parte della visita avviene a piedi, in modo di poter godere appieno della magnificenza, dello spettacolo intorno a noi. Degne di nota sicuramente, la concrezione bianca splendente, alta circa cinque metri, chiamato il Brillante, che grazie alla sua bellezza è da decenni simbolo delle Grotte di Postumia; oppure la Sala Concerti che è una delle più grandi sale nel sistema delle Grotte di Postumia e può accogliere alcune decine di migliaia di visitatori alla volta. I concerti in questa sala vantano una tradizione plurisecolare e sono ancora molto amati, perché questo ambiente straordinario crea sempre un’atmosfera particolare.

Alla fine del percorso si fa la conoscenza del Proteo, l’unico animale vertebrato in Europa, ad avere un legame così stretto con il mondo sotterraneo. E’ infatti cieco e non abituato a vivere alla luce. La leggenda vuole che sia un cucciolo di drago! Finita la visita riprendiamo le macchine e andiamo al Castello di Predjama, distante circa 10 km dalle grotte, e compreso nel biglietto d’ ingresso. Il maniero, considerato inespugnabile essendo situato al riparo di una grotta carsica su una parete di roccia alta 123 metri, era il rifugio del cavaliere Erasmo; all’interno (aperto al pubblico) si possono vedere la zona abitativa, la cappella, le prigioni, ricostruzioni di personaggi dell’epoca e qualche mobilio. Il castello cela l’ingresso ad un vasto sistema di grotte carsiche, che si snoda nel sottosuolo su più livelli, ed al cui interno si trova anche la tana di Erasmo.

La visita inizia dal sottosuolo (solo in Estate) dove insieme a uno speleologo veniamo imbracati e forniti di torcia elettrica. Ci addentriamo nella Grotta sotto il castello dove, tramite una piccola e ripidissima scala (sconsigliato a chi soffre le vertigini) saliamo ai piani superiori del castello. La visita poi continua, senza guida, ma in completa autonomia. Suggerisco di salire fino alla cima del castello, ovvero alla terrazza panoramica, da dove si gode un bellissimo panorama di tutto il paese sottostante! In tutto la visita dura circa un paio di ore, e essendo ora di pranzo, ci fermiamo a mangiare nel ristorante panoramico del castello stesso. Verso le 14:00 iniziamo il nostro viaggio di ritorno verso casa, a cui finalmente arriveremo verso l’ ora di cena.

Che dire, questo è stato sicuramente il viaggio meno organizzato, di tutti quelli fatti nella mia vita. La Croazia c’è comunque piaciuta, anche se purtroppo il viaggio allucinante non aiuta! Con il senno di poi avremmo sicuramente potuto arrangiarsi in modo diverso, tipo prendere un furgoncino, in modo da poter fare il viaggio insieme, invece che diviso in due macchine (sicuramente sarebbe stato molto meglio per me e Alessio!) oppure girare di più nei dintorni di Rab. Ma si sa, gli sbagli servono a correggersi e crescere!

Spero di esservi stata utile.

Alla Prossima

Elisa Venite nel nostro blog www.girandolina.it

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La città di Rab



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