Isola di Pag e Vodice
Il panorama che si presenta all’altezza del ponte che collega Pag alla terraferma è fantastico. Nella parte orientale infatti l’isola assume un aspetto quasi lunare. Roccia bianca priva di vegetazione a causa dei forti venti di bora che attraversano il canale della Morlacca, abbinata ad un mare blu scuro. Merita fermarsi poco prima del ponte (c’è un chioschetto sulla destra) per fare alcune foto e bere una birra. Passato il ponte si attraversano prima Miskovici e poi Dinijska, due piccoli paesetti molto carini, prima di arrivare alla città di Pag. Una volta qui devo risolvere il mio unico problema: trovare un alloggio. Seguendo le indicazioni stradali mi dirigo verso il centro della cittadina. Viuzze strettissime e piene di auto rendono praticamente impossibile trovare un parcheggio, quindi il consiglio è di parcheggiare appena fuori dal centro, dato che il paese è abbastanza piccolo e in 10 minuti a piedi si raggiunge agevolmente il centro. Nonostante la maggiorparte delle persone che c’erano già state mi avessero detto che trovare una camera sarebbe stato abbastanza semplice (forse non in agosto), io giro a vuoto fra le agenzie e l’ufficio turistico; tutti mi dicono la stessa cosa: è tutto pieno! Un po’ deluso decido di prendere la macchina e mi dirigo verso Novalja. Novalja è considerata l’Ibiza croata; un bel paese strapieno di giovani in cerca di divertimento fino a notte fonda. Qui la situazione alloggi è identica a Pag: tutto pieno! Mi viene un’illuminazione e ricordo che appena partito da Pag, una volta passato il ponte che attraversa tutta l’insenatura in direzione Novalja avevo intravisto l’indicazione sulla destra dell’agenzia Lanterna. Qui la signora dell’agenzia, gentilissima (e parla anche molto bene l’italiano), mi trova una sistemazione in camera matrimoniale con bagno e climatizzatore nella casa di sua proprietà, proprio sopra l’agenzia. Finalmente sistemato, posso dedicarmi alla mia vacanza. Il pomeriggio vado nella spiaggia più vicina al mio alloggio, che si raggiunge in 5 minuti a piedi scendendo da una scalinata direttamente dalla strada. La spiaggetta è molto piccola ma carina, sabbia grossa alternata a scogli tondeggianti modellati dall’azione del vento e del mare. Il clima di quest’isola è ideale. Per tutta la settimana troverò tempo bellissimo, temperature tra i 30 e i 35 gradi e totale assenza di umidità e zanzare.
II giorno di vacanza – Decido di andare presto nella spiaggetta vicina. Scendo intorno alle 8.30 e sono il primo. Magnifico. Leggere un buon libro circondati solo dalla natura, in posti come quello è una cosa impagabile. Verso le 15 decido di togliermi da sotto il sole (la mia pelle ha già un colorito interessante) e vado a casa a lavarmi. Un’oretta di sonno e poi una bella camminata fino al centro di Pag. Il paese non è grande, molti bar sul porto turistico e negozi di souvenir lungo tutte le viette. Vi consiglio di non perdervi le signore del posto che durante il giorno confezionano merletti sull’uscio delle proprie abitazioni lungo la via principale del centro. Il prezzo dei merletti è standard; va dalle 35 kune alle 300 kune per quelli più grandi ( 1 euro equivale a circa 7 kune). La piazza centrale, lastricata di pietra bianca come la cattedrale e tutte le vie storiche, è molto bella e luogo di incontro di turisti e abitanti del posto. La sera, su suggerimento della signora della Lanterna, decido di andare a mangiare al ristorante Vicktorja (all’entrata di Pag, di fronte al centro commerciale Lorenco). Il ristorante è gestito da una famiglia di pescatori e si ha la sicurezza di mangiare sempre pesce fresco. Ho mangiato un risotto alle seppie molto buono, un pagello alla griglia da 500 gr. con patate al forno (divino), un po’ di insalata, 3 karlovacko e un caffè. Prezzo finale 179 kune. Alla grande. Andate a trovarli perché sono veramente delle care persone.
III giorno di vacanza – Mi alzo presto e scendo al market sotto casa per acquistare la mia colazione. Appena sono in strada la simpatica famiglia che gestisce l’agenzia mi invita per un caffè che presto si tramuta in un pasto a base di caffè turco, fichi, prosciutto crudo casalingo e formaggio di Pag (il famosissimo Paski Sir). Abbinamenti sicuramente insoliti ma bontà e genuinità garantite. Bello sazio salgo in macchina e inizio la strada per Zara, che si trova circa 50 km più a sud rispetto a Pag. Zara è una città molto turistica e molto bella. Le vie della città vecchia sono strapiene di gente che passeggia e consuma aperitivi seduta al bar. Sulla banchina del molo ci sono due opere architettoniche moderne dell’architetto Nikola Basic. L’organo marino è formato da 35 canne d’organo di diversa inclinazione, forma e lunghezza immerse nel tratto di mare antistante e terminano in corrispondenza di uno scalone di pietra sul quale ci si può sedere ed ascoltare il suono che producono quando l’acqua penetra al loro interno.Il suono che ne nasce è un po’ malinconico ma sicuramente scenografico. L’omaggio al sole si trova a pochi metri di distanza, ed è costituito da un cerchio fatto di pannelli solari che di giorno immagazzinano i raggi solari, e di notte proiettano in cielo un fascio di luce che riproduce il sole come fosse giorno. Termino la mia visita camminando esternamente lungo le mura che circondano la parte vecchia della città con lo scopo di visitare due chiese molto belle: niente da fare; in ognuna c’è il prete all’entrata che blocca chiunque non indossi i pantaloni lunghi. Ci metto circa mezzora per fare 2 km per uscire dal centro in auto, un vero caos. Sulla via del ritorno mi fermo nel secondo paesino che si incontra percorrendo l’isola di Pag: Dinijska. La cosa che mi attira è una Konoba (osteria) sulla spiaggia, che assomiglia di più ad una casa diroccata (almeno vista dalla strada) che ad un localino tipico in riva al mare. La spiaggia antistante è uno spettacolo, fatta di sassolini piccolissimi e, proprio perché si affaccia su una stretta baia, con acqua limpidissima e piatta. La spiaggia è abbastanza lunga, ma io decido di fermarmi di fronte alla konoba, vista anche la fame che ho. La parte dell’osteria che si affaccia sulla riva è molto carina, con tavoli anche all’aperto sotto porticati ricoperti da piante verdi. Ordino un piatto di calamari alla griglia (abbondante) + un cestino enorme di pane, un piatto di insalata mista e 2 Karlovacko e spendo 109 kune. Decido che sarà il locale fisso del mio soggiorno.
IV giorno di vacanza – Parto in auto per visitare Zaravecchia (Biograd), tuttora porto importante della Dalmazia, ma soprattutto paesetto pieno di turisti. Lungo la strada arrivo per caso (penso di essermi perso) a Novigrad: un paese fantastico arroccato su un colle a picco sul mare. Faccio qualche foto e godo del panorama che questo angolo di Croazia mi offre. Arrivo a destinazione e metto l’auto in un parcheggio a pagamento sotto una pineta, vicino al centro del paese, e mi incammino verso il mare. La spiaggia è strapiena di persone, ma veramente strapiena. Le vie del paese sono strette e molto caratteristiche, tutte di pietra, ed ospitano negozietti particolari, ristoranti e konobe a volontà. Merita una visita se vi trovate nei paraggi, ma non vale la pena fare tutta la strada che ho fatto io. Tornando verso Pag mi fermo in una delle tante bancarelle che ci sono lungo tutte le strade a comprare un po’ di frutta e un po’ di formaggio da consumare durante il resto della vacanza. Infine mi fermo a Dinijska a prendere tre orette di sole e a fare un bagno rigenerante. Verso sera la fame la fa da padrona e mi faccio tentare dalla konoba a fianco della mia preferita, ingolosito dal baracchino di lamiera che cucina da ore il capretto alla brace. Mi portano una porzione di carne che fatico a finire insieme a pomodori e verdura e a 2 karlovacko, totale 143 kune. Anche qui molto bene.
V giorno di vacanza – Decido di andare a visitare la punta nord dell’isola. Il primo paese che si incontra e’ Simuni, dove ci sono delle spiagge molto belle (come tutte quelle viste sino ad ora) e un camping. Proseguo fino a Lun, centro posto proprio sulla punta dell’isola e caratterizzato da una zona molto visitata perché ospita migliaia di ulivi centenari. Proseguendo poi per 1 km si arriva ad un borgo a strapiombo sul mare: Tovarnele. Paesetto piccolino dal quale si possono vedere in lontananza le isole di Lussino a sinistra, e Rab a destra. Nel piccolo porticciolo c’ è qualche ristorantino per mangiare in tranquillità.
Pomeriggio faccio ritorno a Dinjiska per rilassarmi al sole. La sera vado a cena alla Konoba Dina, sempre su suggerimento della signora della Lanterna. Anche qui mangio pesce (scampi alla griglia e zuppa di cozze), insalata, le mie solite 2 karlovacko e spendo 180 kune. Se andate in questo locale vi chiederanno se volete pesce di allevamento o pesce pescato. Naturalmente il prezzo cambia.
VI giorno di vacanza – Mi dedico al sole dalla mattina alla sera. Andando presto in spiaggia a Dinjiska ho potuto osservare i gestori della konoba che facevano la spesa dai pescatori e dai contadini che passavano a trovarli con le loro auto tutte scassate. Badate bene, se vi avvicinate gli acquisti li potete fare anche voi, ed i prezzi sono davvero ridicoli. Verso sera faccio una camminata in centro a Pag e mi fermo a bere una birra nel baretto di fronte alla spiaggia più grande del paese. Sono le 1830 ed è ancora affollatissima dai bagnanti. Comoda perché si trova a 5 minuti a piedi dal centro ma impossibile vedere spazio tra un asciugamano e l’altro.
VII giorno di vacanza – Prima di partire non posso non visitare la spiaggia più famosa dell’isola: Zrce. Lungo la strada che da Pag porta a Novaljia, ad un certo punto sulla destra si vedono dei cartelli che indicano “Spiagge di sabbia”. L’ultima che trovate è Zrce. Una lunga discesa vi porta ad una sbarra che impedisce l’accesso al parcheggio, se non a pagamento. Il costo è di 50 kune per tutto il giorno. Dato che in tutto il resto dell’isola tutte le spiagge sono libere e senza alcun pedaggio da pagare per il parcheggio, faccio dietrofront e rinuncio. Mi sembrano soldi buttati via. Scelgo di visitare un’altra spiaggia lì vicino che dà proprio l’impressione di stare in un altro mondo. Quattro persone messe in croce prendono il sole in quello che assomiglia ad un vero e proprio angolo di paradiso. Rientrando a Pag passo per Kosljun che ha tutta l’aria del sonnolento paesino di pescatori: nella spiaggia antistante il “centro” del paese ci sono solo 2 persone che fanno il bagno. Ideale per chi vuole veramente passare una vacanza di assoluto relax!
VIII giorno di vacanza – E’ il giorno di lasciare l’isola di Pag per dirigermi a Vodice dove mi attendono i miei amici. Decido però di andare a visitare Metajna, una località dell’isola di cui mi ha fatto menzione la signora della Lanterna. Si trova esattamente dalla parte opposta dell’abitato di Pag ed è un posto da favola, la spiaggia è di sassolini piccolissimi e l’acqua trasparente e soprattutto non c’è mai nessuno. A malincuore, anche se le mie vacanze continuano, comincio la strada per lasciare l’isola. Sono stato in diverse località ed isole della Croazia, ma Pag è di granlunga quella che mi ha affascinato di più: la consiglio vivamente a tutti.
Giungo a Vodice dopo essermi fermato a visitare Tisno e Jezera, nell’isola di Murter. Qui sono ospite a casa di amici e mi dedico una settimana a sole e a gran mangiate. Vodice è un paesotto bello grande e molto turistico. La sera è strapieno di gente in giro per le vie del centro nei baretti e nei ristoranti ( andate a mangiare da Arausa ) e di giorno il lungomare vicino al centro è invaso dai giovani che fanno aperitivo a suon di musica nei bar sulla spiaggia (una figata!!!). Le spiagge che abbiamo frequentato sono quella di Srima, niente di particolare ma interessante perché c’è sempre poca gente, l’acqua è bassa per decine di metri dalla riva e soprattutto perché c’è un bel chiosco per la birra, e quella di Tribunj, un paesetto molto carino a 3 chilometri da Vodice.
Il 16 riparto per ritornare nel mio Friuli a bermi 2qualche bicchiere di buon vino, visto che in 15 giorni ho bevuto solo birra!!!! Tra parentesi, preferisco la Ozujsco alla Karlovacko!!