Isola di Lussino

Dopo la positiva esperienza dell'anno passato in quel di Rab, abbiamo deciso di tornare su un'isola della Croazia, e la scelta è caduta su Lussino, dopo aver girovagato qua e là per internet ed avere sentito i pareri entusiasti di chi ci era già stato. Non stiamo tanto a farla lunga sulle difficoltà del viaggio, che pure ci sono. La fila per...
Scritto da: catcarlo
isola di lussino
Partenza il: 24/06/2006
Ritorno il: 01/07/2006
Dopo la positiva esperienza dell’anno passato in quel di Rab, abbiamo deciso di tornare su un’isola della Croazia, e la scelta è caduta su Lussino, dopo aver girovagato qua e là per internet ed avere sentito i pareri entusiasti di chi ci era già stato.

Non stiamo tanto a farla lunga sulle difficoltà del viaggio, che pure ci sono. La fila per il traghetto a Brestova è notevole, anche se ci hanno assicurato che il collegamento è migliorato negli ultimi anni, con relativo aumento di prezzo – non essessivo, si è ancora sui 20 euro per due adulti, due bambini e l’auto. L’attraversamento delle isole di Cherso e Lussino, un’ottantina di chilometri fino a Lussinpiccolo, può essere estenuante specie se fatto sotto il sole a picco: malgrado i tratti rammodernati siano in aumento, la maggior parte del percorso è ferma al secolo scorso, con curve, strettoie e fondo sconnesso.

“Stanchi ma felici” si arriva così a Lussinpiccolo, dopo solo una breve occhiata ad Ossero e Nerezine. Probabilmente, la prima meritava una visita per i resti di un passato glorioso in cui era il centro vitale delle isole, ma il poco tempo a disposizione ci ha consigliato di soprassedere. Il nostro appartamento, scelto via internet tra i molti a disposizione, era nella zona residenziale di Zagazinjie, non lontano dalla città vecchia e dal porto ma comunque molto tranquilla. L’ampio giardino ombreggiato e la vicinanza con la piccola insenatura di San Martino (cinque minuti a piedi) non ci hanno fatto rimpiangere la scelta. Oltretutto, Lussinpiccolo, che ha fama di “riminizzarsi” nei periodi di maggior affollamento, era ancora tranquilla anche dalla parte del porto, malgrado l’ infinita serie di bar e ristoranti che si susseguono sulle banchine. L’insenatura della baia è comunque molto bella, talmente profonda da ricordare un fiordo.

Se il paese non ha il fascino speciale di Rab, Lussino è complessivamente migliore per natura ed accessi al mare. La costa presenta ovunque le stesse caratteristiche, con il bosco che si spinge fin quasi in mare, dal quale è separato da rocce intervallate da radissime calette di ciottoli. Quindi, tanto per intendersi, sabbia niente, ma, veramente, non se ne sente la mancanza: sarà per la solita, splendida acqua limpida e ricca di pesci, oltretutto neanche troppo fredda.

Oltre alla citata San Martino, abbiamo frequentato soprattutto le baie di Cikat e Suncana. Quest’ultima era già abbastanza affollata: le sono vicini alcuni grandi alberghi che, pur non incidendo sul paesaggio, conducono un notevole numero di persone sotto i pini marittimi e sugli ampi lastroni e sugli scogli che conducono al mare.

Cikat è più tranquilla, in guigno almeno. Una volta evitata la piccola e sovraffollata spiaggetta, basta spostarsi cinque minuti a piedi e trovare il proprio accesso al’acqua senza gente accalcata, godendosi lo splendido mare ed il verde intenso di una splendida insenatura.

Oltretutto, lunghi chilometri di costa sono percorsi da una pista pedonale e ciclabile che consente di esplorare angoli nascosti, specie se ci si dota di biciclette, che vengono noleggiate proprio a Cikat. Questo collegamento, dopo aver seguito le baie sopra descritte, si spinge fino a Lussingrande, piccolo paese marinaro rimasto più fedele a se stesso di quanto non abbia fatto Lussinpiccolo.

Il piccolo centro è stipato in una piccola insenatura che sbocca in un altrettanto ridotto porticciolo, strette viuzze ed eccessi turistici limitati. Avevamo cercato un alloggio anche qui, ma vedendolo abbiamo capito perchè non ne abbiamo trovato neanche uno con il posto macchina proprio: non c’è spazio abbastanza! Vicino a Lussingrande, raggiungibile passando per stretti vicoli male illuminate di sera, si trova Rovenska, porticciolo di pescatori chiuso da un lungo molo e con un paio di ristoranti interessanti per qualità e prezzo.

Ce ne siamo andati con il desiderio di ritornare, anche per fare quello che il tempo, le circostanze e la voglia di assoluto riposo ci hanno spinto a non affrontare: il giro in bicicletta, la gita sulle isole vicine, magari anche l’ascesa al monte Ossero, anche se oltre 500 m di dislivello a livello del mare non sono uno scherzo. Speriamo di potervelo raccontare l’anno prossimo…

Giulia, Chiara, Diva e Carlo



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