Islanda: Viaggio al Centro della Terra… in cottage
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Questo è il racconto del nostro viaggio, con i nostri personali consigli per i prossimi Turisti per Caso.
Voliamo da Genova via Londra Gatwick con la British proseguendo con la Wow, compagnia low cost Islandese (noi abbiamo volato su vecchi/vecchissimi MD80 di una low-cost spagnola Swiftair, e non sugli Airbus del 2012 pubblicizzati) fino all’aeroporto di Keflavik a circa 50km da Reykjavick.
I voli low cost atterranno tutti di sera tardi o di notte, decidiamo così di pernottare la nostra prima notte in cottage presso Alex Guesthouse a soli 5 minuti dall’aeroporto che offre, compreso nel prezzo, un comodo servizio di pick up con un pulmino che porta dalla zona arrivi alla Guesthouse o viceversa. Arriviamo nel nostro minuscolo ma attrezzatissimo e molto pulito cottage e…subito a nanna! E’ quasi mezzanotte ma sembano le sette di sera, il nostro sonno ha il primo impatto con la notte estiva islandese..
Il mattino seguente comincia il nostro tour. Con alcuni mesi di anticipo avevamo prenotato dalla Go Iceland un piccolo 4×4 – il Suzuki Jimny – ‘approfittando’ di una offerta con pre-pagamento (i prezzi sono comunque piuttosto alti).
IL NOSTRO CONSIGLIO: Il prezzo del noleggio auto sarà probabilmente la spesa più significativa del viaggio, le tariffe sono molto alte, consigliamo quindi di muovervi per tempo ‘spluciando’ i vari preventivi sia delle compagnie internazionali, sia di quelle più piccole locali. Di alcune di queste abbiamo letto pessime recensioni, poca serietà, auto prenotate e che all’ultimo non erano disponibili… noi possiamo dire che contrattempi con la Go Iceland li abbiamo avuti. La consegna, prevista direttamente presso la Guesthouse nella quale abbiamo pernottato è avvenuta con ben 3 ore di ritardo! A causa di questo ritardo abbiamo dovuto saltare la visita al Parco Nazionale di Thingvellir nostra prima tappa, e un po’ ci siamo arrabbiati… Al ritiro il ritardo è stato di due ore! Sollecitato telefonicamente da noi, altrimenti chissà se si ricordavano…e noi ancora a perdere tempo per aspettarli…
Altra scelta importante che incide, e non poco, sul budget è se noleggiare un fuoristrada o no. Se rimanete sulla strada principale che gira intorno all’isola (la N1) non serve il 4×4 ma ogni minima deviazione è su sterrato (non fuoristrada ma piste battute), il fuoristrada non è indispensabile nemmeno qui, si incontrano infatti molte auto normali ma le buche sono numerose e se piove molto ci sono anche piccoli guadi da superare…oltre a questo, tante assicurazioni non coprono i danni su questo genere di strade quindi…attenzione a pianificare bene l’itinerario prima di scegliere il tipo di auto! Tutto cambia se decidete di girare anche l’interno e fare le piste ‘F’, lì il fuoristrada è indispensabile e anche di quelli alti e robusti, non come il nostro piccolo Jimny!
1° tappa: IL CIRCOLO D’ORO
Attraversiamo velocemente il Parco Nazionale di Thingvellir e, a causa del ritardo nella consegna dell’auto, dobbiamo rinunciare al trekking nel canyon dell’Almannagjà e alle cascate di Oxararfoss…peccato! Superiamo il Lago Laugervatn e arriviamo a Geysir, una delle attrazioni turistiche più famose d’Islanda. Lo Strokkur è il geyser più regolare al mondo, fra un getto e l’altro passano 4/6 minuti quindi tutti hanno la possibilità di godere dello spettacolo durante la visita. Raggiungibile a pochi passi dal parcheggio auto, comodo per tutti.
Aggiugiamo un particolare che sicuramente rende felici i viaggiatori: tutte le attrazioni naturali in Islanda sono gratuite e in un paese così caro non è cosa da poco!
Proseguiamo lungo la N1 e dopo circa 25km arriviamo alle cascate di Gullfoss e… un raggio di sole accende un bell’arcobaleno!
IL NOSTRO CONSIGLIO: Il clima in Islanda è un po’ capriccioso, molta pioggia, freddo (a luglio le temperature sono di 5/10°), vento. Portatevi quindi abiti caldi, possibilmente a strati, una giacca a vento, un cappello di lana e un poncho per ripararvi dalla pioggia. Un termos da preparare nei cottage con tè o caffè ha aiutato a riscaldare le nostre gite!
A breve distanza altre due belle cascate sempre lungo la N1: Seljalandfoss e Skogafoss. Arriviamo poco prima di cena nei pressi di Vik dove avevamo prenotato per la notte.
Il nostro cottage sembra uscito dal libro Il Signore degli Anelli, è su una collinetta di fronte ai faraglioni di Reynisdrangur con vista sull’arco di pietra di Dyrholaey http://reynisfjara-guesthouses.com/. Minuscolo, remoto, semplicemente incantevole!
IL NOSTRO CONSIGLIO: Molti cottage vengono proposti come adatti per 4 persone. Quelli nei quali siamo stati erano quasi tutti molto piccoli, adatti a 2 persone e 1/2 bambini ma assolutamente sconsigliati per 4 adulti con bagagli. In alcuni non forniscono le lenzuola, informatevi o portatevi un sacco a pelo.
2° tappa ISLANDA DEL SUD
Attraversiamo Vik e subito dopo cominciamo ad attraversare territori sconfinati e desolati, con una natura potente; il primo di questi è una regione piatta e desertica chiamata Sandur; un paesaggio fatto di materiale argilloso, sabbia e detriti che si staccano dai ghiacciai separati solo da una strada, la N1, sulla quale percorriamo svariati chilometri senza incontrare nulla.
Prima tappa del giorno è il Parco Nazionale di Skaftafell dove purtroppo per mancanza di tempo dobbiamo scegliere fra uno dei due trekking: uno che in 1h30 porta alle cupe cascate di basalto di Svatifoss e l’altro che in 1h porta davanti al ghiacciaio di Skaftafellsjokull. Dato che cascate ne abbiamo viste, e ne vedremo tante, scegliamo il secondo. Una semplice passeggiata porta al punto in cui il ghiacciaio si sfuma in un lago, con un panorama veramente straordinario!
Lasciato il parco si arriva in un luogo incredibile: la laguna piena di icebergs di Jokulsaron. In questa baia naturale, formata dalle acque disciolte di un ghiacciaio, galleggiano centinaia di Icebergs. Qui si può decidere se fare una gita su un mezzo anfibio o gommone, oppure come noi semplicemente passeggiare sulla riva lontano dal rumore dei motori e godersi il silenzio rotto solo dai click della macchina fotografica e dal crack degli icebergs che si rompono…pura magia!!!
IL NOSTRO CONSIGLIO: dedicate una/due ore per visitare questo luogo straordinario.
Arriviamo per fine giornata a Hofn, ai piedi dei ghiacciai Vatnajokull. Purtroppo non abbiamo trovato posto in cottage e abbiamo dovuto ripiegare su una fattoria, sono numerose quelle che in Islanda offrono delle camere. Noi ne abbiamo scelta una con uso cucina comune, Brunnholl http://www.rikivatnajokuls.is/brunnholl/english/contact-details/ . Per noi sarà un po’ una delusione, poco caratteristica, più che una fattoria sembra un albergo…comunque la vista dalla finestra sul ghiacciaio era favolosa, la camera pulita ed ampia.
3° tappa: I FIORDI ORIENTALI
Superata la cittadina di Hofn seguiamo per Djupivogur, un caratteristico paesino affacciato sul Berufjordur. Dato che il tempo è clemente l’idea era quella di fare da qui la gita in barca all’isola di Papey abitata da pulcinella di mare e foche, ma non avendo prenotato non troviamo posti disponibili.
IL NOSTRO CONSIGLIO: le barche sono molto piccole in proporzione alla richiesta, se volete fare questa escursione prenotatela in anticipo.
Chiediamo consiglio presso l’Ufficio Turistico su dove poter avvistare i pulcinella di mare, ci consigliano di superare la cittadina di Egilsstadir, dove avevamo prenotato una notte, proseguire in direzione Borgarfjordur-Hafnarholmi dove vive una grande colonia visibile dalla costa a distanza ravvicinanata.
IL NOSTRO CONSIGLIO: non perdetevi questa deviazione, anche se sono in tutto circa 150km A/R. Il luogo è magicamente remoto, la colonia numerosa e a pochi passi da un comodo parcheggio. Si arriva a piedi proprio in mezzo ad una rupe colonizzata dagli uccelli, tanto vicini da poterli quasi toccare. La strada per raggiungere questo luogo è altrettanto bella, ma meglio avere a disposizione un 4×4.
Egilsstadir, la cittadina dove dormiremo non è certo una bellezza, ma in questo dobbiamo dire che quasi tutte le cittadine islandesi sono piuttosto bruttine. Non hanno un centro, nessun negozio (nemmeno souvenir) ma una pompa di benzina con minimarket e ristorantino. Le più grandi hanno un supermercato più fornito, una chiesetta e quattro case…ma tutti, anche i più piccoli, hanno una piscina…”paese che vai, usanze che trovi”. Egilsstadir è però una di quelle più ampie, con supermercato e ristoranti.
Dormiamo presso il Vinland Guesthouse http://www.vinlandhotel.com/?lang=4 , che più che un cottage, è simile a un motel americano, da fuori poco invitante – sembra un container – ma dentro è molto carino. Tutto nuovo e pulitissimo, non ha una vera e propria cucina ma frigo, stoviglie e micro-onde.
4° tappa: ISLANDA DEL NORD
Da Egillstadir dobbiamo arrivare a Husavik, porto del nord punto di partenza per il whale-watching.
Seguiamo la N1 entrando nel Parco Nazionale di Jokulsargljufur. Avendo un 4×4 seguiamo la strada 862 direzione Dettifoss, la prima parte è asfaltata e porta alle cascate di Dettifoss e a quelle di Selfoss. Dettifoss è la cascata più impetuosa d’Islanda ma, forse complice il brutto tempo che rendono ancora più plumbee le sue acque, a noi non rimarrà impressa come spettacolo imperdibile. Più carine le cascate di Selfoss a pochi passi di distanza, più scenografiche per la forma ad anfiteatro.
IL NOSTRO CONSIGLIO: Le cascate sono più belle nel lato occidentale quindi, se le volete vedere, meglio percorrere la strada 862.
Proseguiamo per la seconda parte della strada 862, che diventa una pista stretta e piena di buche, ma comunque dal panorama gradevole. ‘Sbuchiamo’ nel canyon di Asbyrgi…onestamente anche questo assolutamente non ci entusiasmerà. Si vede da fondo valle, è molto ampio, talmente ampio da perdere completamente l’aspetto del canyon.
IL NOSTRO CONSIGLIO: se avete poco tempo saltate Dettifoss, proseguite sulla N1 direttamente per Husavik e imbarcatevi per l’escursione di whale watching.
Arriviamo a Husavik intorno alle 16, non piove e così decidiamo subito di imbarcarci a ‘caccia’ di balene. Ci sono diverse compagnie che organizzano i tour ad orari sfasati, sembra che tutti abbiano circa gli stessi prezzi e gli stessi servizi. A bordo forniscono delle comode tute termiche e impermeabili. Siamo abbastanza fortunati, riusciamo a vedere delle megattere, la balenottera blu e un numerosissimo branco di delfini che ci dedica tuffi e salti, meraviglioso!! La crociera dura circa 3h-3h30.
E’ ormai tardi quando arriviamo al cottage dove pernotteremo due notti, quando abbiamo prenotato pensavamo fosse a Husavik mentre dista circa 30km. Il viaggio però è ben ripagato, è bellissimo! http://www.einishus.com/english.html Moderno, arredato e attrezzato alla perfezione ma la vera chicca è che ogni cottage all’esterno ha la propria vasca con acqua calda dalla sorgente geo-termale…puro godimento!!!
5° tappa: LAGO MYVATN
Intera giornata dedicata al Lago Myvatn. Scarichi dei bagagli ma attrezzati di autan e cappellino con rete anti-insetti (Lago Myvatn significa lago dei moscerini, le retine sono ridicole ma molto utili per godersi indisturbati le zone vicine all’acqua) esploriamo l’intero lago facendone il giro in senso antiorario.
Visitiamo: Skutustadir facendo un breve trekking intorno al lago e agli pseudo crateri (piccoli coni che sembrano la zona di atterraggio di una navicella aliena); Hvrefell dove un ripido sentiero porta sulla sommità del cono vulcanico; Hofdi una zona paludosa ricca di avifauna; Dimmuborgir – castelli di lava – visitabili con brevi trekking (anche di 10’) o sentieri più complessi; la Laguna Blu (altamente tossica); Hverir dove il fango ribolle intorno a colline color ocra; Stora Viti un cono vulcanico con uno splendido lago azzurro al suo interno; e infine il lungo sentiero che porta sulla sommità del vulcano Krafla.
Il giro dovrebbe terminare con un bagno nelle pozze termali di Myvatn, sicuramente bellissime, ma avendo a disposizione nel nostro cottage una vasca termale privata, decidiamo di trascorre lì due magiche ore in completo relax.
IL NOSTRO CONSIGLIO: Se, come noi visitate la zona in un solo giorno, dedicate la maggioranza del tempo alla seconda parte dell’intinerario: Hverir, Stora Viti e Krafla. Se avete solo mezza giornata dedicatevi a queste tre cose e tralasciate completamente il resto. Myvat, Skutustadir e Hvrefell, ma anche Dimmuborgir sono belli ma si possono sacrificare con pochi rimpianti, in confronto a Hverir e Stora Viti che sono imperdibili.
6° tappa ISLANDA NORD-OVEST
Di nuovo in marcia. Dopo pochi chilometri dal nostro cottage visitiamo le cascate di Godafoss, meno imponenti di altre ma molto scenografiche dato che il sentiero arriva molto vicino al salto.
Di seguito attraversiamo Akureyri, la seconda ‘città’ islandese (per noi un paesone) per poi dirigerci verso la Penisola di Vatnses. Amando gli animali abbiamo scelto questa deviazione dato che qui vivono alcune colonie di foche. La strada è sterrata, il tempo come al solito plumbeo e piovoso…beh ci sarà un motivo se le foche hanno scelto questa zona! Si possono osservare in diversi punti, anche se purtroppo sono sempre abbastanza distanti dagli scogli sulle quali sono adagiate (ci sono però dei binocoli a disposizione): Osar, Illugastadir e Svalbard. La zona consigliata dalla Lonely Planet – Hindisvik – era chiusa ai visitatori e accessibile solo ai ricercatori.
Arriviamo nel tardo pomeriggio a Hvammstangi una cittadina che non ha molto da offrire. Il cottage è presso il campeggio su una collina defilata rispetto alle case, è nuovissimo e perfetto, fornito di tutto compresa connessione internet superveloce.
7° tappa ISLANDA SUD OVEST
Questa giornata sarà a dirla tutta una giornata un po’ persa. Avevamo in programma una escursione a cavallo, esemplari magnifici e dolcissimi, ma un po’ la pioggia e il freddo, un po’ alcuni problemi di salute ci fanno desistere.
Proseguiamo l’itinerario verso sud, sarà che ormai ci siamo abituati alla grandiosità di questi panorami ma la strada che ci porta ad Akranes, destinazione finale di oggi, non rimarrà impressa nei nostri ricordi. Come suggerito da alcuni racconti e da alcune guide facciamo una deviazione (circa 50 km a/r) per vedere le cascate di Hraunfossar. Assolutamente non degne di nota dopo quelle viste in precedenza.
Infine, purtoppo non avendo trovato un pernottamento disponibile nella Penisola di Snaefellsnes (se non in camerate o in alberghi a prezzi esorbitanti), destinazione della tappa del gg successivo, puntiamo ancora a sud verso Akranes.
Piove incessantemente, arriviamo al nostro cottage dove passeremo due notti – Moar Guesthouse. Da fuori è molto caratteristico, internamente è ampio ma decisamente troppo ‘vissuto’, avrebbe bisogno di materassi nuovi e una rinfrescata. Anche la pulizia, a differenza delle sistemazioni precedenti, non è eccellente
8° tappa PENISOLA DI SNAEFELLSNESS
Decisamente la nostra sistemazione è troppo a sud rispetto all’itinerario previsto per oggi. Siamo così costretti a fare tanti chilometri in più che si sommano a quelli fatti fino ad ora (alla fine del nostro tour i chilometri fatti saranno circa 2500).
Partiamo da sud e sostiamo prima a Ytri Tunga per vedere la colonia di foche, poi ad Arnastarpi dove un bellissimo sentiero naturalistico sulle scogliere porta fino a Hellnar, scolliniamo i monti e visitiamo la zona nord di Grundarfiordour. E’ emozionante pensare che Jules Vernes ha ambientato proprio qui il suo ‘Viaggio al centro della Terra’, riletto appositamente prima di partire.
IL NOSTRO CONSIGLIO: Se volete visitare la Penisola di Snaefellsness è indispensabile trovare un pernottamento alla radice della penisola, da visitare con un giro ad anello. Organizzatevi quindi per tempo, noi ad aprile-maggio non abbiamo più trovato soluzioni per noi idonee (per prezzo e livello), e dire che il viaggio era a luglio…
9° tappa REJKYAVIK
Con questa tappa si conclude il nostro viaggio. Da Akranes in 45’ minuti passando in un comodo tunnel sotto il fiordo (l’unica strada a pagamento in Islanda) arriviamo a Rejkyavik. Avevamo prenotato una notte in uno studio (camera con cucina), una sistemazione che non è certo un hotel a 4 stelle ma decisamente pulito e comodissimo al centro dato che ci vogliono non più di 5’ a piedi http://houseofspirits101.com/ . Qui attendiamo per ben 2 ore quelli della Go Iceland per la restituzione dell’auto e poi, dal nostro padrone di casa ci facciamo aiutare per prenotare la navetta che domani ci passerà a prendere per portarci in aeroporto.
Il centro di Reykjavik è molto compatto e si gira tranquillamente a piedi in una mezza giornata. Pulita, colorata e gradevole ci lascerà un buon ricordo.
Il giorno dopo una navetta ci passarà a prendere vicino alla Guesthouse e da lì il viaggio inverso verso casa: Reykjavik-Londra Londra-Genova.
Per chi avesse necessità di altre informazioni l’indirizzo è: antonella.piccin1@virgilio.it