Islanda: un ritorno a casa

Terra dei contrasti, terra dei silenzi, terra della vita
Scritto da: Thorr
islanda: un ritorno a casa
Partenza il: 04/07/2009
Ritorno il: 11/07/2009
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
04-07-09 Cari turisti (e Velisti) per caso, in questo momento mi trovo a Malpensa in attesa di partire per un paese che tanto ho amato. L’ISLANDA. È come se fosse una sorta di “ritorno a casa” dove son lì ad attendermi, suoni, rumori, odori e … silenzi. Ma cos’è l’Islanda? Non una meta esotica, questo è ovvio … un sogno? No. Allora, cosa? Se non l’hai mai vista almeno una volta non si possono capire le emozioni che ti attraversano da capo a piedi. L’Islanda è come un quadro che ti colpisce e te ne innamori e quando succede cerchi di avere da questo incontro, il massimo delle emozioni. È la terra dei contrasti, è la terra dei silenzi, è la terra della vita. L’Islanda è di sicuro un interessante esperimento antropologico. Ma bando alle lezioni filosofiche: ISLANDA….ARRIVOOO!!!!! E così eccomi al posto 11c che è il corridoio; ok il panorama lo conosco già, ma la compagnia islandese che ho a fianco…beh è un gran bel panorama. Il cielo è molto nuvoloso e allora, visto che c’è la tv, mi guardo, in lingua inglese Moulin Rouge. Guardo fuori dal finestrino e ancora una volta è proprio un ritorno a casa, iniziando, anzi, proseguendo, da dove tutto era finito. Di certo, solo alla fine del viaggio potrò dire se sul serio il mio mal d’Islanda è veramente incurabile. Pensieri sparsi: osservo l’ora, manca ancora un’ora e mezza. Sembra che il viaggio non finisca più. Che panorama, che delizia, eccomi di fronte a Sua Maestà il PERLAN. Sono solo le 22.30 e il sole splende alto. Un buon piatto di salmone ed una quinta lata di “Skyrr” il loro tipo e molto denso yoghurt. Mi pare di essere ipnotizzato da questo luogo; osservo le persone e cerco di capire cosa pensano nella loro, per noi, incomprensibile lingua. È un sogno ma vale la pena viverlo sino in fondo: i luoghi, i sapori, i silenzi erano lì ad aspettarmi e mi hanno dato il bentornato con un magnifico sole. Domani, 5 luglio mi dedico al Mercato delle Pulci. 5 LUGLIO Buongiorno Islanda! Ma quando tramonta il sole ? credo di aver dormito sì e no 3-4 ore: in effetti me lo potevo ricordare…. Adesso piove, ma, vista la notte in bianco, alle 6.30 mi sono incamminato verso la CASA HOFOI dove nel 1986 si tenne il Summit sul Disarmo Nucleare tra Reagan e Gorbaciov. Come la storia insegnò, servì a ben poco ma l’Islanda ne guadagnò in turismo. Due potenti del mondo in una casetta bianca senza protezioni o cancelli. Che effetto strano. Potere e solitudine, grandi temi politici e semplicità. Questo mi trasmette la Casa Hofoi. Ma adesso a trasmettere è il mio stomaco: missione colazione. E la mattinata sotto un acquazzone ogni tanto e un leggero nevischio (a Luglio???) è andata liscia liscia. Prima tappa alla HALLGRIMSKIRKJA (la Cattedrale) che, sorpresa, è tutta impacchettata. E questa sera andrò ad ascoltare un concerto per organo. Ma è l’ora dell’Ufficio Turistico. Così, per raccattare info utili, anche se oggi chiedere informazioni oggi è difficile: ma dove sono tutti gli Islandesi? Anche l’altra volta mi successe la stessa cosa, chissà… E piove, come se non ne fosse venuta giù abbastanza, ma tanto sono al coperto al mitico Perlan per la cena. Ma vado con ordine: mattinata sotto l’ombrello, quindi alla ricerca dei luoghi chiusi … più o meno. E infatti son stato più fuori che dentro. Niente di meglio che posizionarmi all’inizio di Bankastraeti per rievocare una scena cult, di un film altrettanto cult “101 Reykyavik”: chi lo ha visto potrà notare, nell’ultima scena che con un effetto di prospettiva il Re mette la Costituzione nel sedere al Presidente dell’Islanda. Ed è proprio vero! Bellissimo come effetto e anche ridicolo. E visto che pioveva, altro km a piedi verso la NORREA HOUSE di Alvar Aalto, l’oceano col suo profumo intenso di mare e di alghe. Che pace, che silenzio. Era lì che tutte le sere andavo a ritemprarmi prima di andare a letto col sole. Pausa caffè in libreria, che supera di gran lunga le nostre per arredo. Ecco, il caffè, visto che il loro è acquantoèschifoso, chiedo un latte macchiato. Tutto ciò che era macchiato era la maglietta della barista. Ma l’importante è che fosse caldo come calda la doccia prima di recarmi al concerto. 400 ikr (2,10 euro) per salire sul campanile, cosa che l’latra volta non avevo fatto. Che panorama mozzafiato: si domina verso l’infinito ed oltre! Peccato che lo stiano restaurando e si possa vedere tra un’impalcatura e l’altra. Ma di questa giornata, due sono i ricordi speciali: la visita alla CASA della CULTURA e il concerto. Già nel 2003 volevo andare a vedere la Casa della Cultura (per un attimo mi è sembrato di entrare alla Gamle Logen, ottima location per il concerto del M° Allevi), ma delle Saghe e in particolare dell’Edda sapevo ben poco: ora, non che ne sappia di più ma informandomi ho apprezzato la visita. Una grande emozione mi ha pervaso nel vedere gli originali dell’EDDA e della NAJAL SAGA. Il tutto in una luce soffusa, magica a volte spettrale: il tocco che ci voleva per far calare il visita torte in quella precisa epoca. Interessante la creazione di una antica scuola vichinga con una lavagna che riporta il loro alfabeto runico. Il museo è piccolo ma molto istruttivo. Il secondo evento speciale è stato il Concerto d’Organo con 5000 canne del più giovane organista della Finlandia (infatti ha solo 17 anni). Mi ha stupito quella sorta di “freddo” tra un brano e l’altro: alla fine, per merito mio e di 4 italiani che erano presenti, il nostro lungo applauso è stato seguito anche dagli islandesi. Alla fine, dopo l’improvvisazione, addirittura standing ovation e devo dire che l’ha gradita molto. Certo che dovevo proprio venire qui per ascoltare il mio primo concerto d’orano, ma ne è valsa la pena. Brani per lo più inediti, ma d’effetto, acusticamente parlando. E domani, un altro pezzetto d’Islanda con un aereo ad elica… mah ….no panic. 6 LUGLIO Ma che caldo fa: +18° e c’è anche il sole! In questo momento mi trovo nel bel mezzo dell’unico GIARDINO BOTANICO d’Islanda a Akureyry. Che oasi di pace e di mistero. Sì, mistero, perché grazie al clima, all’aria, al terreno si possono trovare anche specie esotiche e non sembra nemmeno di stare a soli 150 km dal Circolo Polare Artico! Che scherzi della natura…. Ma veniamo a stamani. Come ci arrivo ad Akureyry? Moto? Cammello? Aereo!! Era la prima volta che salivo su un aereo ad elica e caso vuole proprio attaccato alla cabina del pilota e vista finestrino, proprio sull’elica. Help! Non so cosa sia accaduto, fatto sta che mi devo essere anestetizzato (anzi, ustionato) col caffè di bordo, cavolo, siamo già arrivati ? ebbene sì, soli 45 minuti di volo dei quali gli ultimi 10 stile montagne russe e un atterraggio non proprio morbido, la bellezza del panorama sottostante è da far mancare il fiato. Per centinaia di km il nulla assoluto, ma proprio nulla nulla, a parte la capitale e Akureyry dall’alto e i geyser. Ho prenotato la gita al LAGO MYVATN e alla Cascata degli Dei (Godafoss la più grande di Europa). E adesso verso la NONNI HOUSE, la casa del più famoso racconta storie per l’infanzia dell’Islanda, che però, sorpresa è chiusa per restauro. Vabbè, allora passeggiata lungo il fiordo in una situazione mentale che sfiora il paradosso: seconda città dell’Islanda, ricchezze alle stelle e… più vivace della capitale stessa. Cammina cammina, faccio riposare i piedi all’Ufficio informazioni dove ad attendermi c’era un caffè bollente. Ma che bello, un gran sole e poter stare in maniche corte. Non mi sembra vero, anche adesso che sono le 21 con un sole che “spacca” le pietre. Davanti al fiordo a prendere il sole, chiudo il racconto perché le emozioni raccolte oggi non basterebbero a riempire questo taccuino. 7 LUGLIO Capisco perché il Lago delle Mosche si chiami così: ce ne sono una casino assieme ai genitori agguerriti e territoriali di Pulcinelle di mare che stanno facendo lezioni di volo ai loro pargoli. Oggi sole, un piacevole sole, ma una notte praticamente in bianco nonostante gli scuri. In questo momento mi trovo in mezzo al nulla, al quasi silenzio causa mosche che ronzano. Il pranzo è stato molto frugale ma poco importa rispetto alla magnifica brulla natura. È di sicuro un luogo mistico e misterioso dove realmente si è fuori dal mondo. Qualche, ma proprio qualche fattoria qua e là e soprattutto 860 mila pecore: una media di 3 pecore per ogni islandese. Non male! Altro “stop and go”. Alla scoperta del forte legame esistente tra lava e islandesi. È un rapporto stretto a volte necessario. Abbiamo camminato per quasi un’ora dentro a ciò che rimane di un’esplosione vulcanica. Lava, lava, lava, con forme a volte bizzarre come ad esempio un’aquila. Spettrale. Non sai dove fermare lo sguardo, vorresti catturare tutto ma è impossibile. Come spettrale il nulla: è la zona delle solfatare, ti senti solo anche in mezzo a tanta gente. Un effetto strano, quasi ipnotici, colore intenso di zolfo e tutto intorno un panorama color giallo oro e il cielo azzurro altissimo. Al ritorno, anche per la stanchezza, ho chiuso gli occhi e memorizzato ogni singolo fotogramma della zona più aspra e rude della dolce Islanda. Come dolce il sorriso dei proprietari della Guesthouse ai quali ho preparato due spaghi col sugo. Sguardi belli, sinceri che andavano oltre al silenzio causato dal muro della lingua. Una cosa mi è stata chiara: vedono la nostra Italia come la culla della cultura e sanno meglio di noi chi è Dante o Leonardo (la madre sa che l’Ultima Cena si trova a Milano) e a volte noi, che ci siamo nati, sfruttiamo ben poco la nostra cultura. Buona notte! 8 LUGLIO: Stamattina colazione a casa dei proprietari a base di: skyrr, cereali, caffè, latte, spremuta d’arance e una roba loro tipica a base di fette di banana + fette a dadini di prosciutto cotto + fette di peperone verde mescolato con yoghurt: una “vera” delizia islandese. Meglio lo squalo! Il che è tutto dire. La giornata è iniziata sotto la buona stella: si è guastato, meno male ancora ad Akureyry l’autobus di linea che doveva riportarci alla Capitale. Ma che efficienza. In nemmeno 15 minuti l’autista ha chiamato i vigili per smaltire il traffico e un bus tutto nuovo: però! Dopo Akureyry il primo centro abitato che è una fattoria si trova a soli 95 km dalla città. Il paesaggio è ancora verde, qualche albero qua e là e un sacco di maglioni belanti. Poi, imboccata la strada sterrata sembra di essere catapultati sulla Luna. Non a caso è storia vera, i primi uomini sulla Luna hanno fatto un periodo di prova non molto distante da qui. Beh, si sono abituati bene e in fretta. Un silenzio incredibile, quasi surreale eppure per certi versi assordante. Forse è per quanto che mi piace: un connubio di emozioni contrastanti. Dopo circa un paio d’ore di montagne russe, pausa di un’ora in una ridente località termale in mezzo ai soffioni e l’acqua bella calda. E c’è pure un camping. Due brevi pause ma pur sempre d’effetto: la CASCATA GULFOSS (ho fatto fatica a riconoscere il luogo perché hanno sistemato l’area informazioni e la scalinata) e ai GEYSER. Peccato che: 1) il tempo è stato breve – 15 minuti e su cortesia dell’autista visto che è l’autobus di linea, 2) non sono riuscito a fotografare in sequenza la bolla. Ma pazienza. E così dopo 10 ore di viaggio finalmente in Hotel. Stanco ma soddisfatto una lunga doccia in vista della cena tipica islandese: zuppa ustionante di aragoste, squalo (“Hakarl”) e liquore (“Brenninvin”). Ottimo, abbondante e a buon mercato (1290 ikr= 7,50 euro) e prima di buttarmi nel caos cittadino, una sana camminata al Perlan deputato da me come il posto n° 1…. Fenomenale. Proprio quello che ci voleva, una passeggiata sulla cupola fantasticando su cosa mai avrà mangiato Clinton durante una sua visita di Stato. Ma è tempo di godermi la “movida” islandese. A domani. 9 LUGLIO: adesso mi trovo dinanzi ad una squisita torta di panna cotta e un mega cappuccino presso il Visitor Center. In realtà dovevo andare in un ristorante tipico dove servono carne di balena ma dopo lo squalo di ieri preferisco tenermi a bada lo stomaco. Sveglio all’alba, mi incammino verso l’aeroporto non senza essere passato a “salutare” l’Oceano con quel suo tipico odore di alga. Meta: ISOLA WESTMANAJER a soli 20 minuti d’aereo dalla Capitale. Tanto per cambiare, posto con vista ala ma con un’emozione in più: dal finestrino ho potuto osservare le ruote che si sono ritirare dopo il decollo. Wow Neanche il battito di ciglia che sono già arrivato. L’aeroporto è così tascabile che non è difficile perdersi. Bene, le gambe sono pronte? Sì, perché x andare ad Haymey (l’unica città di circa 600 abitanti), non esistono mezzi pubblici, solo taxi. Nota tecnica: nel 1973 prima forte eruzione che ha cambiato la morfologia dell’isola. 1991 seconda eruzione ma di minore intensità. In entrambi i casi nessuna perdita di vita umana. Meta, praticamente in montagna alla POMPEI DEL NORD. È un luogo spettrale, in alcuni momenti fa anche paura. Praticamente si cammina all’interno di una grande eruzione vulcanica dove spuntano qua e là tetti di case. Credo che né il video né le foto possano rendere emozionante il luogo. La cosa sconvolgente è che il terreno in alcuni angoli caldo, segnale che il vulcano borbotta ancora. L’idea era di andare a visitare l’aggiunta di terra dopo l’eruzione ma quando ho visto un cartello che indicava la pendenza (12%) ho desistito. Quindi meta al porto e al mercato del pesce. Una piccola chiara, un gruppo di ragazzini delle scuole medie intente a dipingere le strisce pedonali, anziani del posto che ti salutano, auto (poche) che si fermano alla strisce ancora prima di attraversarle a piedi…. Ma dall’alto, su un aereo di 30 posti e soli, dico, soli 3 passeggeri (cavolo un aereo quasi tutto per me) l’Isola Westmann è ancora più emozionante come l’aver scorto, per la prima volta, un bellissimo arcobaleno visto dal cielo. Poco dopo l’essere atterrato, una veloce doccia in hotel prima di recarmi al Kringland, grosso Centro Commerciale su tre piani. Di ritorno in albergo (sono le 00.10 e c’è un bel sole caldo) dopo un giri in porto a vedere da vicino le baleniere, dritto a letto: domani mi spettano le terme: LAGUNA BLU!!!! WOW

10 LUGLIO: E oggi terme!!! Il tempo è un po’ nuvoloso ma non fa freddo. E per comodità (tanto starò in costume da bagno), un paio di pantaloni corti e un maglione. Dovrò organizzare il pomeriggio (ritorno previsto per le ore 15) perché, poi o prima o. Dopo il Perlan mi immergerò nel tipico venerdì sera islandese: il RUNTOUR E infatti adesso mi trovo seduto su un prato, indovinate dove? Inizia con la P e finisce con ERLAN. Un aiutino? Visto che mi sono rigenerato alla Laguna Blu, giunto al ristorante mi sono incamminato giù per la collina che, in mezzo ai boschi mi ha portato all’unica spiaggia della città permettendomi di vedere i locali che prendono il sole. Un tramonto accecante, da favola, proprio un bel saluto prima della partenza. Come anche l’altra volta. Un luogo magico, emozionante come una Perla(n) e in sottofondo la musica di un pianista per il Perlan Ristorante. La giornata non è ancora finita: mi manca ancora da vedere la gioventù del venerdì sera. Una mattinata di vero relax alla LAGUNA BLU, fanghi dalla testa ai piedi, strofinamento con la lava per togliere i duroni sotto i piedi, sauna, bagno turco, il tutto a più riprese (stenderebbe pure un cavallo) e tocco finale un massaggio dentro l’acqua calda su di un materassini galleggiante. Che trattamento da re!!! E ho incontrato un gruppo di italiani, wow che bello, i primi dopo 8 giorni e un’abbronzatura praticamente caraibica. Un luogo “ cool”, “trendy” e non puoi dire di aver visitato l’Islanda se non sei andato alla Laguna Blu. Ora, ad onor del vero, questa è la più conosciuta, ma anche se in misura ridotta ci sono a Higviller, Rejkiolth, Snaeffeld. Il ritorno in pullman l’ho fatto dormendo: stanco, rilassato e soddisfatto. E adesso via verso la movida, salutando prima, con rispetto, un luogo che ho proprio nel cuore: il Perlan. Il Rountour l’ho fatto a letto. Un giro per il centro e la capitale si è svegliata, balli, danze, musicisti e accidenti, solo 3 ore prima Bjork aveva presentato il suo ultimo Cd in una libreria. Comunque il sole è alto, fa caldo (+15°) e sono solo le 23.00. Domani è un altro giorno e un altro mondo. 11 LUGLIO 2009: E sono sull’aereo ad ascoltare in radio Bjork. Dopo una veloce, ma sostanziosa colazione, ho atteso il “Fly bus Plus” direzione Keflavik. Pur cercando di impormelo non ho resistito a volgere lo sguardo verso la capitale. Wow stanno portando il pranzo, ma mi limito ad una aranciata. L’Islanda: come descriverla? Rude, dolce, fredda, calda, affettuosa, ironica, dispettosa. Ma questi sono solo alcuni degli aggettivi che la possono descrivere e non sono di certo tutti. L’Islanda: male dal quale di certo non si può guarire. Non ci sono vie di mezzo. L’Islanda: una vita per superare le avversità della natura (lava, ghiaccio, geyser). L’Islanda: un bellissimo puzzle con i tanti fotogrammi che mi attraversano cuore, occhi e mente: Laguna Blu, pista interna del Kjourl, geyser, Lago Myhvta, Perlan, Akureyry, il Giardino Botanico, la spaghettata e la colazione con la famiglia di Elin, le Isole Westmannmayer con la spettacolare Pompei del Nord e tanto tanto altro. L’Islanda: un interessante esperimento antropologico. ALL’ISLANDA CHE HA SAPUTO ASPETTARMI, VA TUTTO IL MIO TAKK FYRYR (GRAZIE). Scrivevo dal Perlan. 4 luglio 2009, ripresa del filo interrotto. 11 luglio uno sguardo del tramonto, un sorriso della cassiera. L’Islanda: love for ever siti web: www.perlan.is www.bluelagoon.com www.islanda.it www.visitreykjavik.is



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