islanda: terra dai mille orizzonti

Dopo sette mesi passati ad organizzare il viaggio tanto sospirato e dopo essermi imparata a memoria la L.P. Eccoci in partenza per l’Islanda, due settimane lontano da tutti ed immersi in un silenzio senza pari… La cosa che ci ha maggiormente affascinati è la sensazione di essere in un altro mondo, totalmente diverso dall’ambiente cui siamo...
Scritto da: gemmarildo
Partenza il: 03/08/2009
Ritorno il: 17/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Dopo sette mesi passati ad organizzare il viaggio tanto sospirato e dopo essermi imparata a memoria la L.P. Eccoci in partenza per l’Islanda, due settimane lontano da tutti ed immersi in un silenzio senza pari… La cosa che ci ha maggiormente affascinati è la sensazione di essere in un altro mondo, totalmente diverso dall’ambiente cui siamo abituati e soprattutto senza alcuna struttura verticale ad impedire l’orizzonte, che così è sempre completamente visibile: niente palazzi, niente cartelli pubblicitari, niente alberi…abbiamo finalmente capito cosa siano i licheni, studiati in terza elementare.. Questo racconto vorrebbe essere un vademecum per altri viaggiatori, le sensazioni sono uniche per ciascuno. I posti che nominiamo ci hanno davvero sorpreso ed affascinato, è così strano vedere un ghiacciaio a 200 mt dal mare o lo spruzzo di un geyser, non poter toccare la terra perché è bollente…quelli che ci sono piaciuti di meno sono specificati ma mai abbiamo trovato inutile una sosta oppure una perdita di tempo una deviazione. Purtroppo il periodo di partenza (3 agosto) è stato vincolato dagli impegni lavorativi, forse sarebbe meglio partire prima potendo… Noi abbiamo prenotato un volo Milano-Keflavik (all’andata con scalo ad Amsterdam, diretto al ritorno) tramite internet nel mese di Gennaio ad un prezzo modico, forse si può fare anche meglio con la compagnia lowcost… Tutto l’itinerario è stato organizzato prendendo spunto da altri t.p.c. E calcolando i chilometri su una cartina acquistata in Italia e che si è rivelata assolutamente adatta. Dato il periodo abbiamo preferito prenotare ed è stato veramente un bene, abbiamo scelto ostelli, guesthouses, cottages e qualche hotel, cercando camere doppie e se possibile con bagno (per chi lo desidera invio lista degli alloggi con indirizzo mail); tutti ci hanno risposto via mail prima della partenza con cortesia e solo alcuni hanno voluto numero di carta di credito. Noleggio auto: è un salasso, ci eravamo quasi convinti per un 4×4 ma all’ultimo non c’era disponibilità per il giro che abbiamo fatto una normale auto va bene ma è meglio controllare molto bene le gomme prima di partire perché dopo 3.500 km le nostre erano a brandelli. Abbiamo pagato tutto, anche spese di 2 euro, con carta di credito; io sono un po’ ansiosa ed imbranata con le robe tecnologiche, perciò prima di partire ho fatto una carta di credito prepagata nel caso qualche distributore isolato la inghiottisse…non è successo ma è stata molto comoda… Data la crisi economica il costo della vita è abbordabile, più o meno come in Italia, abbiamo cenato fuori eccetto alcune sere per la scarsa disponibilità di vita notturna… beh ci siamo viziati un po’, ma quasi tutti i posti di pernottamento avevano la possibilità di cucinare nel caso si volesse risparmiare. Shopping: tentata da ogni maglione il Rildo mi ha convinta che in Italia sarebbero stati fuori luogo anche perchè io ho sempre caldo ed in inverno sono in giro in maniche corte, così abbiamo fatto incetta di salmone, prodotti di oreficeria e cazzabubole natalizie, tutto, tranne il salmone, con recupero delle tasse effettuato al tourist information di Reykjavik. Passiamo all’itinerario lungo la strada 1 in senso antiorario; noi siamo mattinieri e il percorso così strutturato ci ha permesso di arrivare a destinazione nel pomeriggio ad un orario decente concedendoci pause di riposo. 1°-2° giorno: arrivo a Keflavik verso la 15.30, giusto il tempo di prendere l’auto e poi siamo subito patiti per Laugarvatn (arrivo alle 18.00), dove siamo rimasti due notti e abbiamo visitato con calma i dintorni (Geyser, Gullfoss, Pingvellir). 3° giorno: partenza per il sud, i villaggi di pescatori di Eyrarbakki e Stokkseyri sono un po’ tristi quindi siamo stati un po’ delusi, Hekla, cascata Seljalandsfoss (proprio sulla strada), pernottamento a Skogar. 4° giorno: tempaccio, perciò ci attardiamo all’hotel, alla fine si parte ma dopo 30 km la pioggia cessa e resta solo il vento, cascata di Skogafoss, Dyrholaey, Vik, poi comincia il paesaggio dei sandur ed è veramente un po’ noioso…finalmente il parco di Skaftafell ( la cascata a noi è proprio piaciuta, merita il breve trekking), arriviamo a Hof per la notte. 5° giorno: arriviamo a Jokulsarlon presto e la vista è splendida, complice anche un tempo nebbioso e piovoso…non ce ne andremmo mai, poi Hofn, Djupivogur, la strada è un po’ lunga e sterrata poi finalmente Berunes e l’ostello per la notte, sorpresa il signore ci ha sistemato nel cottage e la mattina dopo frittelle per colazione… 6° giorno: continuiamo per i fiordi orientali, le cittadine sono microscopiche e deserte, ci fermiamo giusto per sgranchirci, merita una deviazione Neskaupstadur, isolata e splendida con passeggiata digestiva lungo il fiordo, nel pomeriggio arriviamo a Seydisfjordur, che è molto carina e offre un grazioso negozio per lo shopping e un ristorante al Centro Culturale, la zuppa di pesce con pane all’aglio è splendida e merita assolutamente! 7° giorno: sulla carta sembrava un trasferimento lungo, invece in un battibaleno ci troviamo a Krafla, uno dei posti che ci è piaciuto di più e che merita visita dettagliata, poi giro in auto del lago Myvatn, che non ci impressiona così tanto forse perché non siamo birdwatchers. Proseguiamo per Husavik dove subito troviamo il cottage (ci restiamo 2 notti) in riva al fiordo con hotpot esterna vista mare, ce la godiamo alla grande! C’è ancora il tempo per visita della città e prenotazione giro turistico per le balene l’indomani alle 17.00; ci sono due agenzie per la gita in barca, praticamente si differenziano solo per il tipo di dolce che offrono al termine della spedizione (io scelgo il dolcetto alla cannella). 8° giorno: in mattinata visita ad Asbyrgi e Jokulsarglijufur, poi riposino fino alle 17 e gita per whalewatching, vediamo balene e delfini, beviamo la cioccolata e c’è il dolce alla cannella, per il freddo offrono tute imbottite quindi non c’è bisogno di agghindarsi come l’omino michelin, come qualcuno mi ha costretto a fare, che poi non riuscivo più a muovermi… 9° giorno: Godafoss, Akureyri (a noi non è piaciuta molto, eccetto un negozio di chincaglieria ed oggetti usati dove troviamo un porta torta degli anni ‘50); prima di Dalvik c’è il nostro cottage con hotpot privata sulla veranda…e chi ci schioda più! Vabbè mi costringo a visita fino alla parte superiore del fiordo, con paesini assonnati e deserti. PS: il tunnel che collega Olafsfjordur e Siglufjordur sarà concluso a dicembre 2009. 10° giorno: Glaumbaer (assolutamente merita il caffè con buffet di dolci!!!), Hvammstangi (dove si trova la guesthouse) e poi la penisola di Vatnsnes, che è un gioiellino poco turistico, strada sterrata ma bella, passeggiate lungo la costa per vedere le foche… 11° giorno: iniziano i fiordi occidentali: Holmavik poi su fino a Isafjordur, che è splendida e anche un po’ meno sonnolenta delle altre cittadine, poi la sera per cena sorpresa!!! Troviamo una tavernaccia vicino al Centro Culturale proprie di quelle scronde che piacciano a me con formula all you can eat: dalla cucina escono padelle zeppe di pesce cucinato in ogni modo, persino le guance di merluzzo…mi scofano tutto, tanto che poi rotolo per strada invece di camminare… 12° giorno: questo tratto di strada è un po’ lungo e tutto sterrato, il paesaggio incantevole, visitiamo Sudureyri (paese fondato sull’industria del pesce e della sua lavorazione, per gli appassionati di pesca si organizzano uscite un barca), Pingeyri, Dynjandi, Bildudalur, Patreksfjordur e arriviamo a Breidavik per la notte: la spiaggia bianca quando se ne vanno tutti è splendida! 13° giorno: partiamo per Brjanslaekur, dove stanchi di guidare, prendiamo il traghetto per Stikkisholmur alle 12.15 (prenotabile anche via internet), arriviamo a destinazione alle 15.00 (è possibile fare sosta all’isola di Flatey) e qui avremmo potuto organizzarci meglio ma il traghetto non era preventivato. Noi abbiamo fatto il giro della penisola di Snaefellsnes un po’ in fretta per poi tornare a Stikkisholmur alle 19.00, ma è meglio effettuare il giro della penisola in senso antiorario con più calma e fermarsi a pernottare a Hellnar, che è molto carina. 14° giorno: anche qui abbiamo fatto un errore di previsione, siamo partiti per Reykjavik dove siamo arrivati alle 12.00 circa ma poi siamo dovuti ritornare verso Akranes (sempre attraverso il tunnel sottomarino) dove avevamo prenotato per la sera. Akranes non è per niente bella e offre poco, avremmo fatto meglio a pernottare a Reykjavik per l’ultima sera così da vivere maggiormente la città. Non abbiamo avuto nessun problema a girare la città in auto né a trovare parcheggio. 15° giorno: da Akranes ritorniamo a Reykjavik dove restiamo fino alle 14.00 circa facendo shopping e mangiando spiedini al porto, è una giornata splendida e proprio non mi va giù di dover tornare in Italia… Il nostro aereo è alle 16.40, da Reykjavik all’aereoporto ci mettiamo un’ora compresa la sosta per la benzina e poi ci tocca proprio di salire… il Rildo mi carica a forza perché proprio non mi va, in Islanda potrei viverci! Speriamo che questo resoconto possa essere utile, scrivete per ogni domanda e soprattutto grazie a tutti i t.p.c. Che ci hanno ispirato.


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