Islanda: la terra del ghiaccio e del fuoco

Viaggio lungo la Ring Road, passando attraverso paesaggi mozzafiato e a tratti extraterrestri, letteralmente dal fuoco al ghiaccio
Scritto da: Federica.
islanda: la terra del ghiaccio e del fuoco
Partenza il: 15/08/2017
Ritorno il: 27/08/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Viaggio on the road lungo la Ring Road: 3.100 km percorsi, 10 diverse guest house, due cuori, una cartina e un’auto.

Il nostro viaggio è partito da Reykjavik e a Reykjavik si è concluso, dopo una deviazione di circa 3.100 km sulla “Ring Road”, la statale 1 che percorre tutta l’isola, passando attraverso paesaggi mozzafiato e a tratti extraterrestri, letteralmente dal fuoco al ghiaccio.

Prima di partire qualche remora era sopraggiunta: avremo preso una macchina idonea? Come saranno le strade che percorreremo? Avremo difficoltà a usare solo la cartina stradale e non un navigatore? Troveremo benzinai? Troveremo supermercati? Gli Islandesi parleranno inglese? Ma soprattutto: se buchiamo?!

Lungo il tragitto ognuna di queste domande ha trovato la sua risposta:

1) Se il viaggio programmato si concentra sostanzialmente sulla Ring road, una normale autovettura sarà più che sufficiente a fare fronte ai km da percorrere.

2) Generalmente la statale 1 è in ottime condizioni, ad eccezione di un tratto tra Egilsstadir e Djupivogur che è sterrato (circa 40 km), ma comunque percorribile mantenendo una velocità ridotta. Inoltre, quasi tutti gli accessi alle attrazioni sono sterrati (e alcuni, per fortuna pochi e di attrazioni meno popolari, non sono proprio in ottime condizioni). Attenzione: solo i 4×4 possono avere accesso alle strade che conducono all’interno dell’isola; tali strade sono ben evidenziate e la sigla è preceduta dalla lettera F.

3) Le strade sono assolutamente ben segnalate; in corrispondenza di ciascun incrocio è presente numero della strada e ove conduce.

4) Benzinai a gogo! Il prezzo della benzina è identico per ogni benzinaio della stessa catena.

5) Cenare fuori in Islanda può rivelarsi molto caro; una mano ce la danno i supermercati, che hanno prezzi tutto sommato italiani. Da segnalare in particolare due catene lowcost: Bonus (orari tuttavia molto ristretti; generalmente chiude alle 18) e Netto (orari di apertura maggiori del primo ma prezzi lievemente superiori). Si trova sostanzialmente tutto il necessario per cucinare nelle guest house dotate di cucina o negli appartamenti privati. Tutti i benzinai sono inoltre dotati di un piccolo supermarket/”ristorante” fast food, in cui trovare cmq una buona scelta per cene di emergenza. Abbiamo in particolare apprezzato i “Nesti” dei distributori N1, in cui è possibile accedere a un salad bar all ypu can eat con verdure, zuppa, formaggio, carne, a un prezzo basso per l’Islanda (circa 15 euro/pp).

6) Chiunque parla inglese: camerieri, cassieri, padroni di casa, bambini. Veramente chiunque parla inglese!

7) Per fortuna non abbiamo sperimentato.

Personalmente abbiamo apprezzato maggiormente l’Islanda del nord che quella del sud in quanto il sud, specialmente la zona del cosiddetto “Circuito d’oro”, è molto turistico. Poco da dire, un panorama goduto in solitudine batte 10 a 0 uno scombussolato dal vociare dei turisti.

TOUR DELL’ISOLA IN 10 GIORNI PIENI

In 10 giorni è possibile fare l’intero giro dell’isola; ahimé qualcosa è stato da sacrificare durante il tragitto, ma come direbbe mia mamma “bisogna sempre lasciare qualcosa da vedere per quando si ritornerà!”. E l’augurio che mi faccio è che un giorno possa davvero tornare in questa folle terra.

GIORNO 0: Milano/Berlino/Reykjavik

GIORNO 1: REYKJAVIK

Reykjavik è una città molto lontana dall’idea di capitale che avevamo, meno caotica, meno popolosa, meno densa; grandi parchi e spazi vuoti a ridosso del centro. Bella la biblioteca di Alvar Aalto, la “Norraena Husid”, da cui si gode un bel panorama sulla città; maestosa la famosa chiesa che caratterizza lo skyline, la Hallgrimskirkja; molto più modesta la cattedrale, la Domkirkjan; luccicante l’Harpa, il centro congressi/teatro con affaccio sul porto; vivaci le vie del centro che conducono fino al lungo lago e al tenebroso cimitero. Una cittadina in cui passare una giornata in spensieratezza.

GIORNO 2: PENISOLA DI SNAEFELLSNES

A circa un’ora e mezza dalla capitale (attenzione: prima di Borgarnes vi è un tunnel a pagamento che corre sotto a un braccio di mare – circa 10 euro), direzione penisola di Snaefellsnes, si incontra un bel cratere su cui è possibile salire. Il luogo non è per ora ancora molto turistico pertanto è uno dei più suggestivi. Calcolare circa 2 ore A/R (tot. 6 km a piedi). Anche se durante il tragitto se ne trovano molti di vulcani, vale la pena una sosta.

La penisola (luogo in cui Jules Verne decise di ambientare la sua discesa al centro della Terra) è ricca di luoghi di interesse e punti panoramici; il nostro viaggio si è fermato alla spiaggia di Ytri Tunga, in cui abbiamo avuto la fortuna di vedere le foche, per poi proseguire verso il punto panoramico di Londrangar e verso la baia di Dritvik e le scogliere laviche per una graziosa passeggiata sulla sabbia nera. Delusione per una delle cascate più fotografate dell’isola, le KirkJufellsfoss, piccole, molto turistiche e molto…. photoshoppate?! A nostro avviso non vale la visita. Notte nei dintorni di Borgarnes.

GIORNO 3: IL NORD FINO AD AKUREYRI

Giornata dedicata sostanzialmente agli spostamenti. Poco dopo Borgarnes sono presenti le affascinanti cascate di Hraunfossar e una sorgente di acqua calda che dà origine a un torrente “di vapore” (Deildartunguhver). Il nostro itinerario prevedeva una deviazione sulla penisola a nord di Hvammstangi, su cui pare vi sia ancora la possibilità di avvistare le foche; il nostro viaggio ha invece proseguito verso Akureyri in quanto la strada dopo Hvammstangi non prosegue in buone condizioni. Da segnalare un lungo tratto di strada, circa 40 km, tra Borgarnes e Akureyri, completamente in mezzo al nulla (no case, no benzinai…niente!). Solo cavalli, pecore e un bellissimo panorama attorno. Giornata dedicata alle chiese, antiche e contemporanee; da segnalare quella di Blonduos, la chiesa di torba a Varmahli, e la chiesa di Akureyri. Notte nei dintorni di Akureyri.

GIORNO 4: IL LAGO MYVATN (GIORNATA FAVOLOSA)

Lungo il tragitto si incontra la Cascata degli Dei (Godafoss), che merita senza dubbio una visita. Per gustarsela al meglio è essenziale arrivare di buon’ora al mattino. Il resto della giornata l’abbiamo poi trascorsa sulla sponda sud del lago Myvatn: passeggiata tra le formazioni di lava Dimmuborgir (tanti sentieri – con un’ora di cammino si riesce già a fare un bell’itinerario), salita sul vulcano Hverfjall (circa 1 ora a piedi A/R), passeggiata dai piedi del vulcano fino alla grotta Grjotagja, famosa location di Games of Thrones (circa 1 ora A/R a piedi dal vulcano, per un totale di 3,5/4 km). Alla grotta si può giungere anche in macchina, ma il sentiero che corre tra il verde e i campi di lava ha un fascino da non sottovalutare. Nel pomeriggio un susseguirsi di spazi surreali, lontani da qualsiasi cosa mai vista e molto vicini all’immaginario di Islanda: le solfatare e le pozze di fango in ebollizione di Hverir (consigliata la salita sulla collina retrostante – circa 15 minuti – da cui si gode un panorama mozzafiato sulla lava e sul niente circostante), il cratere Viti ricolmo di acqua e i paesaggi lunari di Leirhnjukur. Leirhnjekur è un gigantesco campo di lava, a tratti ancora fumante; si raggiunge un cratere autodistruttosi e si cammina tra sbuffi e vapori. L’atmosfera è magica, di gran lunga una delle cose più stupefacenti mai visti nella vita. Personalmente, la nostra giornata preferita! Notte a Husavik.

GIORNO 5: PARCO NAZIONALE DI JOKULSARGLJUFUR & RELAX

Passaggio attraverso la penisola di Tjornes, sull’Oceano Artico, fino al canyon Asbyrgi. Essendo arrivati presto al mattino abbiamo avuto la fortuna di essere soli nell’affacciarci sul punto panoramico del canyon, distante circa 1 ora e mezza a piedi (A/R) dal parcheggio. Un luogo magico, vale la deviazione. La deviazione ad Asbyrgi si rileva lunga per le auto normali in quanto, seppure in linea d’aria molto vicina alla cascata Dettifoss, le strade che connettono le due attrazioni non sono percorribili dalle auto normali; è necessario dunque ritornare sui propri passi e passare da Husavik e dal lago Myvatn per arrivare alle cascate Dettifoss. Sul lago Myvatn abbiamo colto l’occasione per rilassarci nelle acque calde (38/40 gradi) dei Myvatn nature Baths; un’esperienza carina e riscaldante! (Costo circa 35 euro). La giornata si è poi conclusa alle cascate Dettifoss, le più potenti d’Europa. Impressionanti! Notte sulla costa est.

GIORNO 6: EGILSSTADIR E I FIORDI DELL’EST

Molto carino il fiordo Seydisfordur, in cui è possibile fare una passeggiata di circa mezz’ora A/R fino a una curiosa scultura sonora, la Tvisongur. Giornata rilassante nel paesino. Oltre Egilsstadir sono presenti inoltre due cascate: Litlanesfoss e Hengifoss. Un sentiero conduce a entrambe in circa 1 ora A/R. La giornata ci ha dedicato un momento indimenticabile: la nostra prima aurora boreale, una delle prime della stagione! Notte nei dintorni di Egilsstadir.

GIORNO 7: LA COSTA SUD FINO A HOFN

Da Egilsstadir verso la costa sud la strada 1 diventa per circa 40 km sterrata; essa è comunque percorribile dalle normali autovetture, mantenendo una velocità ridotta. Sosta alla baia di Lonsvik, una bella spiaggia di sassolini neri. La guida acquistata suggeriva delle camminate nel parco di Stafafell, ma non siamo riusciti a individuare il punto di partenza; pertanto ci siamo diretti verso Hofn per una passeggiata con vista sul ghiacciaio più grande d’Europa, il Vatnajokull. Notte nei dintorni di Hofn.

GIORNO 8: IL GHIACCIAIO PIù GRANDE D’EUROPA

Giornata dedicata alla traversata del ghiacciaio Vatnajokull. La prima sosta, alla laguna glaciale di Jokulsarlon, ci ha lasciati a bocca aperta. L’acqua, il cielo, le nuvole e il ghiaccio si fondono; il bianco, il grigio e tutte le tonalità possibili di azzurro. Non ci sono parole per descriverla se non: wow! A malincuore ci siamo poi diretti verso l’accesso al parco nazionale dello Skaftafell (parcheggio a pagamento – circa 4 euro). Qui è possibile intraprendere diversi percorsi; noi ne abbiamo scelto uno breve essendo molta la strada da percorrere, un percorso ad anello di circa 1 ora che porta fino ai piedi del ghiacciaio. Ai piedi del ghiacciaio si può giungere anche da Svinafellsjokull, 2 km prima di Skaftafell. La strada per arrivare è sterrata e piena di buche; è stato preoccupante arrivarci. Merita una visita per rendersi conto di quanto velocemente il ghiacciaio si stia ritirando… Siamo poi passati attraverso il deserto di sabbia Skeidararsandur e per il campo di lava più vasto al mondo, il Myrdalssandur, fino ad arrivare a Vik, nei cui dintorni abbiamo trascorso la notte, proprio ai pieni del vulcano che nel 2010 ha bloccato il traffico aereo europeo. Il “ristorante” sul retro del benzinaio a Vik non è male ed è low cost (Vikurgrill). Sulla strada merita una deviazione il canyon Fjadrargljufur.

GIORNO 9: LA COSTA SUD, DA VIK A SELFOSS

Per iniziare bene la giornata, abbiamo affrontato 8 km A/R a piedi per la malaugurata idea di verificare cosa ci fosse laddove tanta gente aveva parcheggiato; ci siamo così ritrovati dopo un’ora di cammino davanti allo scheletro di un aereo caduto sulla spiaggia negli anni ’70. Diciamo che l’attrazione non meritava un’ora e mezza di cammino A/R! Attorno a Vik interessante è il santuario degli uccelli marini (pulcinella di mare) di Dyrholaey; la salita al faro a piedi (circa 45 minuti A/R) concede una bella vista sull’oceano e sulle spiagge circostanti. Vik è famosa per la sua spiaggia nera, la Reynisfjara; l’abbiamo tuttavia trovata molto caotica e turistica; inoltre la sabbia da vicino è grigiastra e pertanto l’impatto visivo è migliore se osservata da distante, per esempio dal faro sopracitato. Sulla strada per Selfoss ci siamo imbattuti in una serie di luoghi molto affollati: la cascata Skogafoss, ammirabile dall’alto; la piscina pubblica all’aperto Seljavallalaug (in cui non abbiamo fatto il bagno); la cascata Seljalandsfoss, unica cascata vedibile dal retro (parcheggio a pagamento – circa 5 euro). Questi luoghi sono estremamente affollati e pertanto viene un po’ meno il senso di meraviglia che caratterizza invece altri luoghi, magari in sè meno belli e particolari, come il canyon di Asbyrgi, ma resi incantevoli dalla solitudine. In realtà vi è anche un’altra cascata, decisamente meno conosciuta, vedibile dal retro; questa ci è stata suggerita dal nostro host ed entra di diritto nella top five delle più belle cose viste. Si tratta della cascata Kvernufoss; il sentiero parte sul retro del museo di Skogar. Notte a Selfoss.

GIORNO 10: IL CIRCUITO D’ORO

Giornata dedicata al circuito d’oro: affascinante il geysir Strokkur, maestoso. A seguire le cascate d’oro (Gullfoss) e il parco nazionale patrimonio Unesco Pingvellir. Notte a Selfoss.

GIORNI 11/12: RIENTRO IN ITALIA CON NOTTE A BERLINO

Un viaggio che rimarrà nel cuore.



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