Islanda in camper di viaggio con bimbi al seguito

Viaggio in una terra di fuoco e ghiaccio
Scritto da: honey-sunny
islanda in camper di viaggio con bimbi al seguito
Partenza il: 28/07/2007
Ritorno il: 27/08/2007
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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ISLANDA A MISURA DI BIMBO (E NON SOLO)

mezzo : Adria A 690 DK equipaggio : Pier Paolo (39 anni) Annalisa (33 anni) Matteo (7 anni) Martina (4 anni e mezzo) mezzo: : Adria 590 coral equipaggio : Marco (38 anni) Marina (38 anni) Francesca (8 anni) Noemi (6 anni) km. Totali : 7300 di cui 455 alle Faer Oer e 3056 in Islanda durata viaggio : 31 giorni (dal 28.07.2007 al 27.08.2007) cambio : Danimarca 1 euro = 7 corone danesi Faer Oer 1 euro = 7 corone faeroensi (sono praticamente identiche a quelle danesi) Islanda 1 euro = 85 corone islandesi

Note tecniche:

prenotazioni: bisogna prenotare con largo anticipo in quanto c’è solo una nave che raggiunge l’Islanda una volta a settimana. Si tratta della Norrona della Smyril Line gestita dal tour operator Agamare di Milano (www.agamare.it – tel.02/673972). Parte il sabato da Hanstholm, nel nord della Danimarca, scarica i camper alle isole Faer Oer per poi andare in Norvegia a Bergen il martedì (altra possibile partenza che evita la sosta forzata di 3 giorni alle Faer Oer ma non so quanto possa convenire sia per i km.in più da fare e il relativo costo della benzina, più il traghetto di Puttgarden ed il ponte di Malmo). Ritorna su queste isole il mercoledì per ricaricare tutti ed arrivare finalmente in Islanda il giovedì mattina. Praticamente fa il giro di tutto il mare del nord. Noi abbiamo prenotato ai primi di dicembre per evitare di non trovare posto nella partenza e nel rientro che ci interessava. Il costo è stato di euro 2700,00 comprensivo di camper di 7 metri (abbiamo barato per 30 cm.), due adulti e due bimbi in una cabina da 4 letti interna. I bimbi fino a 5 anni sono gratis quindi Martina non ha pagato mentre Matteo essendo nella fascia dai 5 ai 12 da pagato circa la metà. Il pagamento deve essere effettuato tutto subito. Smyril line: è una nave pulita e molto organizzata. All’imbarco bisogna salire tutti a piedi tranne chi guida il mezzo. Vengono fornite già al check-in le chiavi della camera (K) , il pass per i passeggeri (P) ed il veicolo (V). I surgelati devono essere impacchettati con scritto il nome, numero di camera e il contenuto (noi abbiamo mentito spudoratamente dichiarando pesce e verdure sperando che i miei arrosti con patate già cotti non ci venissero sequestrati …) e consegnati ai signori che si occupano di parcheggiare i mezzi nella stiva. Allo sbarco verranno posizionati in carrelli appena scesi dalla barca. Non c’è elettricità e i frigo devono stare spenti. Conviene non riempirli di cibo o sperare che non faccia troppo caldo. A me si è conservato abbastanza bene tutto. Dicevo della nave. Ci sono 3 ristoranti in due dei quali bisogna prenotare. State attenti all’orario. La nave, essendo faeroense mantiene l’ora delle isole (una in meno della Danimarca, l’Islanda invece ha due ore in meno all’ora danese). C’è un parco giochi per bimbi ed un cinema nel quale trasmettono anche cartoni in inglese. Non c’è intrattenimento per bimbi come invece scritto sul catalogo. Noi siamo stati fortunati. Abbiamo trovato il mare piatto ma comunque si ballava ugualmente. Il beggheggio si sente nonostante abbia ottimi stabilizzatori ed sia molto silenziosa. In arrivo alle Faer Oer alle 6.00 del mattino, non mettete la sveglia … ci penserà a svegliarvi alle 4.00 un delizioso altoparlante il cui volume è altissimo, posizionato sopra le vostre teste. Anche ogni altra comunicazione viene fatta in questo modo. Mettetevi i tappi … !!! Consiglio di munirsi di medicinali contro il mal di mare. I nostri bimbi non hanno avuto problemi, noi 4 adulti non siamo stati male ma un leggero fastidio ce lo avevamo. Non siamo riusciti a mangiare un gran che. Comunque siamo stati fortunati considerando che è Atlantico e che solitamente è mosso. La nave possiede anche la “serra” nell’open deck dove se il tempo è bello si può stare tranquillamente a prendere il sole. documenti: carta d’identità o passaporto (i bimbi devono essere iscritti su quello dei genitori), questo comunque è da verificare visto che le cose cambiano di anno in anno. formalità doganali: l’Islanda non fa parte dell’Unione Europea però da quando ha aderito al trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone, non sottopone più i cittadini europei a controlli. Può capitare, però, che fermino a campione dei camper. Non si possono importare: latte e derivati, uova, carne cruda ed insaccati. Si possono importare solo 3 kg. Di prodotti alimentari confezionati (freschi esclusi) fino al un valore massimo di 48 euro a testa (noi abbiamo splafonato alla grande … !!! … ). E poi solo due litri di vino ed una stecca di sigarette a testa. E’ severamente vietato importare animali domestici e il materiale da pesca ed equitazione deve essere disinfestato. gestione camper: non c’è nessun problema per il carico dell’acqua … l’Islanda non ne è certo carente e poi è tutta potabile … tutti i distributori hanno una zona lavaggio auto dove si può tranquillamente caricare ed, essendo in pendenza, anche scaricare. Per il wc a cassetta si trovano ovunque gabinetti. I campeggi sono tutti sprovvisti di corrente e di scarichi a terra, hanno giusto solo lo stretto indispensabile. Noi siamo riusciti a dormire fuori tutte le notti tranne una in quanto era tardi e non abbiamo voluto proseguire (siamo del tutto allergici ai campeggi). Si può pernottare ovunque tranne che nei parchi (ma non è segnalato da nessuna parte). Un punto di riferimento sono le chiesette. Hanno sempre un parcheggio con tanto di servizi. Pensavamo di riuscire a dormire sulle scogliere come in Portogallo ma invece abbiamo faticato. L’Islanda è un paese turistico ma le condizioni climatiche ed ambientali fanno si che l’uomo non riesca ad intervenire più di tanto. Ad esempio in Danimarca i fari sono tutti molto estetici, hanno la stradina che arriva con relativo spiazzo. Qui nulla di tutto ciò. I fari sono bassi ed essenziali e non meritano una foto, addirittura non c’è la strada per raggiungerli. Non ci sono spiazzi lungo le strade per farti ammirare il paesaggio tranne dove c’è qualcosa di veramente interessate. strade: c’è un anello esterno chiamato ring road oppure n°1 di 1400 km. E’ l’unica strada asfaltata d’Islanda anche se non interamente. Quando inizia lo sterrato è segnalato molto bene. Sono tremende le cosiddette tole ondulè (gobbette una vicina all’altra davvero terribili, ve ne accorgerete appena le ruote ci vanno sopra). Le strade oltre alla n°1 sono così classificate: quelle con due numeri sono sterrati buoni, quelle con tre numeri sterrati brutti e quelle con la F e tre numeri sono pessime, percorribili per legge solo dai fuoristrada e nelle quali si incontrano i guadi (segnalati sulle cartine). Noi abbiamo percorso circa 1000 km. Di sterrati (andando ai 30 all’ora) ed il camper ha retto bene a parte il fatto che prima non cigolava da nessuna parte ed ora gli armadietti interni fanno degli strani rumori … pagamenti: in Islanda si compera tutto pagando con la carta di credito … anche un gelato. In Danimarca ed alle Faer Oer fate attenzione perché chiedono il pin (che noi non avevamo e ad un rifornimento carburante abbiamo dovuto correre in banca a cambiare …) in Islanda no. documentazione: tutti gli itinerari pubblicati da Turismo Itinerante, 3 guide (la migliore è la Lonley Placet in quanto un po’ prolissa ma descrive tutto nei particolari, la Rough Guide non è un gran che in quanto è troppo sintetica quindi tralascia tante cose e la Routard che è una via di mezzo), e 2 cartine (Rough Guide non tanto dettagliata più aggiornata in fatto di sterrati ecc. Ecc. E la Euro Cart molto dettagliata ma non tanto aggiornata). Quindi converrebbe averne due. preparazione mezzo: a parte cambiare il camper … non abbiamo fatto nulla … spiego: avevamo fino ad un mese prima della partenza il Pascia dell’EVM. Era molto pesante, basso e con uno sbalzo posteriore molto lungo quindi assolutamente non era l’ideale per un viaggio del genere. Su quello nuovo non abbiamo fatto nessuna modifica particolare e non abbiamo avuto il men che minimo problema. Sicuramente ci è andata bene perché, leggendo itinerari precedenti, avevamo paura o di forare più di una volta oppure di rompere il semiasse o il vetro anteriore (nulla di più facile vista l’enorme quantità di sassolini sulle strade) oppure di investire una pecora … Siamo partiti con due bombole piene e ne abbiamo utilizzata solo una. clima: prima di partire una mia amica mi ha detto: ma tu sei matta, piove sempre. Non è vero. Sicuramente siamo stati fortunati ma il tempo non è poi così terribile. La temperatura è stata sui 9 – 12 gradi di giorno e 3 o 4 di notte. Abbiamo acceso la stufa solo un attimo la mattina quando ci alzavamo e la sera per farci le docce. Abbiamo trovato parecchio vento quindi anche con il sole bisognava tenere su la giacca a vento. Quando il vento calava si stava bene solo con la felpa o le magliette maniche lunghe. Abbiamo trovato un paio di giornate nuvolose ed un paio di pioggerella che però non dava fastidio e non ci ha limitati in niente. fauna: alle Faer Oer ci sono mucche, pecore e cani tutti bianchi e neri, si confondono … in Islanda credo che ci siano più pecore che persone. Ce ne sono ovunque, anche nei deserti. Dopo un approfondito studio sono arrivata alla conclusione che girano in famiglie. Sono sempre in tre e camminano tutte vicine. Bisogna stare attenti perché capita che alcune escano dai km.di recinzione che ci sono e le si trovino di fianco alla strada. Quando si spaventano per l’arrivo di un mezzo corrono in ogni direzione. Sembra che perdano il lume della ragione e quindi c’è il rischio di investirle. Ci sono anche tantissimi cavalli. E’ bello vederne così tanti in gruppo, da noi non capita mai. NON CI SONO mosche e zanzare … una pacchia … Ci sono tantissime foche, bisogna solo sapere dove andare a cercarle. Per quanto riguarda l’avvistamento balene ci sono tour organizzati da Husavik, da Reykiavik e dal nord della penisola dello Snaefellsnes (noi non siamo stati fortunati per via del brutto tempo, con il mare mosso le vedette non riuscivano a vedere lo sbuffo). E per ultimo i pulcinella di mare. Ne abbiamo visti tantissimi. Per fortuna, vista la buona estate, non erano ancora migrati. Di solito partono per mete sconosciute al più tardi a metà agosto. Ci sono anche tantissime sternie artiche soprattutto nella penisola dello Snaefellsnes. Bisogna stare attenti perché se ci si avvicina troppo a dove hanno i piccoli, attaccano l’uomo. flora: distese di muschi spessissimi che ricoprono le colate laviche e per il resto poche piante di basso fusto. Ci sono tantissime piantine che sembrano batuffoli di cotone. paesaggi: spettacolari. Cascate, vulcani, colate laviche, fumarole, geyser, deserti e spiagge di sabbia nera, distese di muschi, ghiacciai immensi, lagune dei ghiacci, scogliere. bambini: la mia solita amica più tanti altri ci hanno sempre detto che siamo matti (forse è il caso che ci ricoveriamo in un manicomio … ? … ?) ad andare in Islanda con dei bambini piccoli. Posso assicurare che non c’è nessun problema. La maggior parte dei camper che abbiamo incontrato aveva equipaggi di adulti intorno ai 50 – 60 anni, però nel parco giochi della Smyril Line era pieno di bimbi quindi ci sono andati anche loro. I nostri non si sono assolutamente annoiati anche perché è un paese che ha talmente tante sorprese che stupisce anche i bimbi. E poi erano in 4 quindi giocavano tra di loro. spesa: i prezzi sono carissimi. Siamo riusciti a spendere 6 euro per 5 panini piccoli. Conviene riempire il camper di generi alimentari a casa sperando che alla dogana non fermino. abbigliamento: per ogni stagione. Dal costume da bagno alla giacca a vento, dal golfino di cotone all’impermeabile. Non dimentichiamo gli stivali per la pioggia e gli scarponi da montagna (la lava è affilata). paesini: non abbiamo trovato nessun paesino davvero carino. Sono tutte case che puntano più sulla praticità e funzionalità per il clima avverso piuttosto che sull’estetica. Sono ricoperte di latta ondulata dalle tinte forti senza persiane. alba/tramonto: l’alba è all’incirca alle 4.00 del mattino mentre il tramonto alle 22.30 ma c’è luce fino alle 23.00. D’inverno il tutto si inverte, hanno circa 4 ore di luce in tutto il giorno. Non so come fanno a vivere, la maggior parte dei paesini e delle case sono completamente isolati, con poca luce e metri e metri di neve … dovranno sperare di non avere nessuna emergenza perché sono completamente fuori dal mondo. piscine: ogni paese, anche il più piccolo, ha la sua piscina all’aperto. Sfruttano, come il riscaldamento delle case, il calore dei vulcani. Sono tutte molto pulite. Vengono addirittura forniti i braccioli per i bimbi e le toilette hanno i seggioloni per fare la doccia ai bimbi piccoli e posti in cui appoggiarli mente le mamme si sistemano. Non hanno molti svaghi e vivono le piscine come punto d’incontro a fine giornata. foto: io ne ho fatte 1500, Marina 600. Filmati, purtroppo solo ½ ora. carburante: 1,40 euro il diesel

Itinerario:

1) 28.07.2007 sabato km.parz. 500 km.tot. 500 tempo: bello Le tante sospirate vacanze finalmente sono arrivate. Noi riusciamo a partire oggi mentre i nostri soliti compagni di viaggio Marco e Marina con le bimbe Noemi e Francesca, per esigenze di lavoro, ci raggiungeranno in Danimarca giovedì sera. Dopo aver stipato di tutto e di più sul camper, compresi i bimbi, siamo partiti. Seguiamo per Varese, il passo del San Bernardino, per arrivare a cenare a 100 km. Oltre Lindau. Non troviamo neppure un camper per aggregarci per la notte quindi proseguiamo. All’autogrill seguente ce ne sono due quindi ci fermiamo a dormire. Piove tutta la notte, meglio, almeno non fa caldo.

2) 29.07.2007 domenica km.parz. 880 km.tot. 1380 tempo: pioggia Ripartiamo presto con i bimbi che dormono. Continua a piovere ma c’è poco traffico (nel fine settimana i camion non girano) ed arriviamo per l’ora di cena in Danimarca vicino a Tonder, a MOGENTOLDER. Per fortuna c’è il sole. Facciamo due passi per il paesino. Carino con le solite casette danesi una vicina all’altra e la classica chiesetta. I bimbi fanno amicizia con degli italiani e si sfogano un po’. Pernottiamo in un parcheggio all’inizio del paese. Piove tutta la notte.

3) 30.07.2007 lunedì km.parz. 131 km.tot. 1511 tempo: nuvolo/pioggia Da oggi zigzaghiamo per la Danimarca ripercorrendo le tappe fatte nel nostro precedente viaggio nel 2003 in attesa di imbarcarci sabato sera. Oggi il tempo non è un gran che ma non ci ha limitato molto perché era nuvolo ma ha piovuto poco. Procediamo per HOJER. Vediamo il mulino più grande d’Europa e cambiamo i soldi in una banca. Quando usciamo viene giù il diluvio. Riusciamo ad arrivare appena in tempo al camper. Ci spostiamo all’ISOLA DI ROMO, a Lakolk. Non è più come nel 2003 (annata dal caldo impressionante), di mettersi il costume e di stare tutta la giornata in spiaggia non se ne parla neanche. Raggiungiamo la spiaggia con il camper però c’è talmente tanto vento da riuscire a malapena a scendere. Martina la devo tenere altrimenti prende il volo … Dopo pranzo facciamo ancora due passi e raccolgo le spighe di grano che cresce sulla sabbia. Ripartiamo alla volta di RIBE. Facciamo un giretto per il paese sempre con un vento folle. Abbiamo parecchio freddo ma non me la sento di tirare già fuori le giacche a vento. Carichiamo e scarichiamo. Notte tranquilla.

4) 31.07.2007 martedì km.parz. 114 km.tot. 1625 tempo: bello Veniamo svegliati alle 7.00 da un martello pneumatico che lavora a due metri dal nostro camper (stanno rifacendo i marciapiedi). Ci spostiamo ad Esbjerg con l’idea di passare la giornata sull’isola di Fano ma visto il costo (50 euro) e il fatto che con il forte vento che c’è non riusciremmo a stare in spiaggia, abbandoniamo l’idea. Raggiungiamo la penisola di SKALLINGEN. Arriviamo fino ad HO e proseguiamo sull’unica stradina ad un senso di marcia cha arriva fino in punta. Doppiamo fermarci più volte in quanto diverse mucche sono comodamente sdraiate sulla strada a ruminare e non ci pensano proprio a spostarsi. D’altronde gli intrusi siamo noi … Pranziamo a ridosso di una duna e dopo pranzo a piedi nudi andiamo in spiaggia. E’ uno spettacolo. Lunga, bianca, con un sole che fa brillare il mare. Peccato il vento. Ritorniamo al camper strapieni di sabbia. Ci spostiamo a BLAVANDS e visitiamo il faro poi andiamo in paese a fare acuisti pesanti. Siamo riforniti di ogni genere di vestiario per il freddo ma ci siamo spaventati. Avendo così freddo qui, in Islanda come sarà? Abbiamo comperato dei giubbotti un po’ più tecnici per Matteo e per il papà. Dopo cena e dopo il giretto di Matteo sui tappeti elastici torniamo al faro per il tramonto. Bellissimo. La spiaggia che si trova ai piedi del faro mi ha già incantata come l’altra volta. Andiamo a pernottare a Blavands Strand insieme a due camper. Silenzio totale.

5) 01.08.2007 mercoledì km.parz. 63 km.tot. 1688 tempo: bello Andiamo a visitare lo zoo. I bimbi si sono divertiti ma è piaciuto soprattutto al papà che si è rilassato sul camper per tre ore … Ci spostiamo e dopo pranzo andiamo in spiaggia. Finalmente il vento ci da tregua e riusciamo a stare in pantaloncini corti. I bimbi giocano con le palette e si bagnano fino alle cosce. Ci spostiamo a VEJERS STAND, direttamente in spiaggia con il camper. Facciamo due passi per il paesino e compero un impermeabile per Martina. Sosta al parco giochi e poi camminiamo sulle dune per raggiungere il camper. Ci sono tantissime casette con il tetto di paglia. Dopo cena, quasi all’ora del tramonto, decidiamo di spostarci ma … ci siamo insabbiati … arrivano subito in soccorso diverse persone ed una jeep. Tra la gente che spinge e la jeep che tira siamo fuori in un battibaleno. Se noi non ci insabbiamo o impantaniamo una volta durante le vacanze non siamo contenti … Torniamo a Blavands per la notte ma purtroppo decidiamo di sostare nel parcheggio in centro al paese.

6) 02.08.2007 giovedì km.parz. 174 km.tot. 1862 tempo: bello Dopo una notte di schiamazzi di ubriachi veniamo svegliati alle 7.00 da ben 110 rintocchi di un campanile … da incubo … o è andato in tilt l’orologio o vogliono essere ben sicuri che tutti arrivino puntuali al posto di lavoro … Oggi abbiamo deciso di andare, come migliaia di persone, a BILLUND per entrare nel paese dei Lego, Legoland. Davvero bello. Ci siamo divertiti un sacco e abbiamo visto la principessa di Danimarca con il futuro erede al trono. Passiamo la giornata dentro al parco e poi ritorniamo a Blavands, dopo aver caricato e scaricato in un campeggio. Non so come sia possibile … non esistono le fontane in Danimarca … conviene spendere poche corone e rivolgersi ai campeggi. All’arrivo al faro troviamo Marco e Marina. Hanno tenuto il silenzio stampa per tutta la giornata perché, convinti di trovarci lì, volevano farci una sorpresa. Dovevano arrivare domani quindi noi ci eravamo presi la giornata libera, tornando solo per la notte. Mi spiace per loro, comunque siamo stati contenti di trovarli con anticipo … i bimbi erano al settimo cielo … Vediamo il tramonto e poi torniamo a dormire a Blanvands strand.

7) 03.08.2007 venerdì km.parz. 142 km.tot. 2004 tempo: bello Facciamo due passi sulla spiaggia poi finalmente lasciamo Blavands … ormai saranno stati stufi di vederci continuamente girare per il paese … Arriviamo vedendo bei paesaggi ad HVIDE SANDE (porto di pesca dove ci sono tantissime pescherie). In una di queste facciamo spesa (salmone affumicato e squalo) e pranziamo a base di calamari fritti, patatine e coca cola. Ripartiamo per arrivare al faro di NORRE LYDVING. Lo visitiamo e poi proseguiamo per FERRING. Raggiungiamo la chiesetta che c’è più a sud del paese poi io e Marina con Matteo arriviamo al faro di BOVBJERG via mare. Saranno 4 km.sulla spiaggia con alle spalle delle scogliere a strapiombo. I papà con gli altri bimbi lazzaroni ci arrivano via strada con il camper. Dopo cena saliamo sul faro e poi giochiamo a nascondino tra le distese di grano. Da morire dal ridere. Notte passata con solo un altro camper.

8) 04.08.2007 sabato km.parz. 107 km.tot. 2111 tempo: bello Finalmente il giorno dell’imbarco è arrivato. Ci avviciniamo ad HANSTOLM dopo aver caricato e scaricato per la strada e dopo aver fatto sosta pranzo su di una spiaggia. Arriviamo alle 15.30 e facciamo subito il check-in. Siamo in pochi ma ben presto il piazzale si riempie di ogni genere di camper e jeep super modificati. Arriva anche un gruppo organizzato di 20 camper e 20 jeep: Dimensione Avventura. La nave è in ritardo e noi continuiamo a monitorare il mare. E’ un anno che io e Marco parliamo di quanto avremmo vomitato durante la traversata ridendoci anche sopra perché era tutto ancora molto lontano. Ora che siamo alla resa dei conti … nonostante l’entusiasmo … vorremmo raggiungere l’Islanda in qualsiasi altro modo. La nave arriva alle 18.00 ed incomincia ad imbarcare alle 19.30. Partiamo alle 21.00. Mangiamo poco per sicurezza e dopo aver fatto sfogare i bimbi al parco giochi andiamo tutti a nanna.

9) 05.08.2007 domenica km.parz. 0 km.tot. 2111 tempo: bello Giornata di viaggio. Ci troviamo a colazione tutti e quattro un po’ nauseati (non so come fanno i bimbi a non avere il men che minimo fastidio, meglio così). Ci posizioniamo nel tavolino che sarà nostro sia durante tutta l’andata che il rientro. Facciamo parte dell’arredamento. Dopo cena ci comunicano con l’auto parlante … lasciamo il Mare del Nord ed entriamo nell’Atlantico dopo aver superato le isole Shetland. Sul subito non abbiamo capito il perché di tale avviso ma nel giro di 10 minuti ci è stato tutto chiaro. Per tre ore abbiamo superato una corrente fortissima con onde da capogiro. Noi eravamo tutti nel letto (i bimbi logicamente non si sono accorti di nulla) ma Pier ha voluto andare sul ponte. Ha detto che quando la nave prendeva l’onda non si vedeva più il mare. Quando scendeva si schiantava contro l’acqua facendo un colpo pazzesco e le eliche giravano a vuoto facendo vibrare tutta la nave e sembrava che l’onda seguente ti venisse addosso. Per fortuna non è durato tanto.

10) 06.08.2007 lunedì km.parz. 239 km.tot. 2350 tempo: bello/nuvolo Sveglia alle 4.30 (ora faeroense) grazie alla simpatica signora dell’auto parlante che ci ha letteralmente fatti cadere dal letto. Lo sbarco è iniziato alle 6.00. Sono subito corsa a recuperare in nostro “food in the ice” come lo chiamavamo noi. Pier con il camper scende dalla nave ed io con i nostri 10 kg. Di cibo congelato cerco di raggiungerlo. Premetto che ci saranno stati all’incirca 3 o 4 gradi e che indossavo una maglietta leggera, questo ghiaccio addosso era parecchio pesante, ero senza passaporto e ho dovuto passare la dogana. Gentilmente i poliziotti mi hanno fermata … improvvisamente ho sentito caldo … Ho dovuto fare la finta tonta dichiarando di avere pesce nella borsa e di non capire niente di inglese. Guardandomi con un po’ di compassione mi hanno indirizzato l’uscita. Incominciamo bene. Lasciamo subito Torshavn cercando di seminare le fiumane di camper che ci seguono. I bimbi si addormentano subito dopo la sosta colazione e noi incominciamo a fare il giro delle isole. Decidiamo di visitare le uniche sei collegate da ponti o tunnel (non vogliamo imbarcarci). Riusciamo a percorrere quasi 500 km. In due giorni … da guinness … abbiamo fatto tutte le strade che c’erano. Sono davvero belle ma praticamente tutte uguali. Sono verdissime (ma senza alberi) e a strapiombo sul mare, i paesini sono piccoli con tutte le casette dolorate e spesso con il tetto di torba. La prima che visitiamo è VAGAR. Addirittura il paesino di Gasadalur solo da credo un anno è raggiungibile dal tunnel. Prima c’era solo un sentiero e bisognava andare a piedi. Vediamo le prime spiagge di sabbia nera. Facciamo gasolio e quando passano la carta di credito ci chiedono il pin. Noi non lo abbiamo mai saputo e quindi Marco corre in una banca lì vicino a cambiare. Sapevamo che era così in Danimarca e credevamo che le isole fossero come l’Islanda dove compri tutto con la carta e con la solita semplice firma. Ritorniamo sull’isola di STREYMOY e raggiungiamo per il pranzo il paese di Saksun. Bellissimo. C’è una chiesetta con il tetto di torba con lo sfondo di una cascata e un fiordo con la spiaggia nerissima. Scendiamo ma c’è tanto vento. Ci spostiamo proprio al paese e mentre i papà cercano di fare il pisolino con i bimbi che giocano, io e Marina percorriamo a piedi il pezzo di spiaggia che porta al mare. Anche da questa prospettiva è un paesaggio meraviglioso. Percorriamo la strada parallela ed arriviamo a Tjornuvik. Piccolo paesino in fondo ad un fiordo. Ci sono tanti vecchietti che si occupano di stendere a seccare su dei tralicci l’erba tagliata per sfamare le pecore d’inverno. Ne vedremo tanti anche in Islanda. Raggiungiamo poi la più lontana, Vidoy. Passiamo per Bordoy e … panico … ci troviamo a dover affrontare due gallerie. L’altezza è circa 3 metri e 20 e sono ad una sola corsia, tutte scolpite nella roccia. Ci sono tantissime infiltrazioni di acqua … alla faccia della sicurezza … Capiamo subito di avere la precedenza. Ci sono tante piazzole sulle sinistra dove chi arriva in senso opposto si ferma e abbassa i fari. Arriviamo alla fine con un paio di kg. In meno. Arriviamo a VIDOY al paesino di Vidareidi. Puntiamo subito alla chiesetta ma il piazzale è in forte pendenza quindi ci spostiamo “in centro”. Dopo cena andiamo a vedere il tramonto sul mare. Bellissimo.

11) 07.08.2007 martedì km.parz. 152 km.tot. 2502 tempo: bello/nuvolo Ci spostiamo sull’isola di BORDOY e raggiungiamo il paesino a nord, Mulì … due case … ma una bella vista del paese dove abbiamo pernottato. Ripercorriamo in senso opposto le gallerie. Questa volta non abbiamo la precedenza ma le piazzole sono grosse e non facciamo tanta fatica. Gironzoliamo anche per KUNOY e EYSTUROY. Su quest’isola il paese più bello è Gjogv. Si trova a strapiombo sul mare e delle onde molto forti si infrangono sulle rocce. Nella parete di fronte ci sono tantissimi nidi di uccelli. Ci dovrebbero essere anche i pulcinella di mare, i famosi puffin, ma noi non li vediamo. Con noi è arrivato anche tutto il gruppo (jeep e camper) di Dimensione Avventura … credo che gli abitanti non abbiano mai visto così tanta gente insieme. Arriviamo per la notte ad Eidi. Parcheggiamo alla fine del paese. I bimbi fanno un giro con i roller e dopo cena scendono a giocare sulle balle di fieno impacchettate con una plastica bianca (qui ed in Islanda fanno così per proteggerle tutto l’inverno dalla pioggia e dalla neve). Bellissimo tramonto e facciamo due passi verso le scogliere sulla destra sperando di vedere dei pulcinella (un gentilissimo signore faeroense che passava in macchina si è fermato apposta per dirci che da lì si vedono tanti uccelli). Purtroppo nulla ma il paesaggio è bello.

12) 08.08.2007 mercoledì km.parz. 64 km.tot. 2566 tempo: bello Giornata meravigliosa senza una nuvola. Carichiamo acqua in un porto dalla pompa di un pescatore e poi ci indirizziamo con calma a Torhavn. Gironzoliamo per il paesino. Il porto è davvero bello con delle casette in lamiera rosso scuro con il tetto di torba meravigliose. Fa caldo. Quando ci imbarchiamo sulla nave andiamo sul ponte. Tutti sono in maniche corte e non si riesce quasi a camminare dalla gente sdraiata per terra che prende il sole. Partiamo alle 18.00. Dopo cena tutti a nanna. Il mare è una tavola.

13) 09.08.2007 giovedì km.parz. 260 km.tot. 2826 tempo: bello/nuvolo Alle 7.00 la nostra amica dell’auto parlante ci sveglia. In men che non si dica siamo in piedi con i borsoni pronti, colazione fatta e via … sul ponte a vedere la tanto sospirata Islanda. Il cielo è per lo più sereno ma l’aria è gelida. Ci impieghiamo quasi mezz’ora a percorrere il Seydisfjordur, considerato, con giusta ragione, il più bello d’Islanda. Notiamo dei camper parcheggiati sul mare in uno spiazzo a pochi km. Dalla cittadina di SEYDISFJORDUR. Decidiamo che passeremo lì la nostra ultima notte islandese ad attendere, come quei camper, l’arrivo della Norrona … già mi prende un po’ di magone … Lo sbarco è veloce ma questa volta mi faccio furba e vado a prendere i surgelati prima di scendere con il camper. Ci ferma solo una poliziotta che ci attacca un adesivo all’interno del lunotto anteriore dopo aver chiesto quanto ci fermavamo. Ci indirizziamo nella corsia di uscita con la scritta “nulla da dichiarare” e nessuno ci ferma. Non hanno chiesto neppure i documenti. E’ fatta … inizia l’avventura … Ci fermiamo ad EGILSSTADIR a cambiare in una banca ed immettendoci nella statale 1, la ring road, iniziamo il nostro giro in senso antiorario. La strada alterna asfalto a pezzi di sterrato. Si incominciano già a vedere paesaggi lunari. La prima tappa è DETTIFOSS. Si raggiunge dopo aver percorso circa 30 km. Di tole ondulè sulla strada 864. TERRIBILI. Ci impieghiamo quasi 2 ore andando ai 20/30 all’ora. Pranziamo e poi scendiamo in maniche corte e pantaloncini. Questa cascata è a dir poco meravigliosa. A valle crea un canyon bellissimo (sul genere del Gran Canyon ma in piccolo). C’è una nube di vapore incredibile e l’acqua è grigia. Ha una potenza e portata pazzeschi. Si riesce a fare le foto nel punto in cui l’acqua cade nel vuoto. Proseguiamo a piedi per circa mezz’oretta (andatura di bambino) ed arriviamo ad un’altra cascata a monte, SELFOSS. Anche questa è bella ma meno impetuosa ed impressionante perché si sviluppa su di un fronte più ampio. C’è anche la possibilità di vederle dall’altro versante sul quale c’è sicuramente meno gente. Bisogna prendere la F862 circa 20 km. Dopo la strada che abbiamo preso noi (attenzione è una F, solo per i fuoristrada). Ripercorriamo in senso contrario la strada ed incrociamo una cinquantina di camper italiani … per la serie … questa è una meta per pochi pazzi avventurieri … Notiamo i nostri compagni di imbarco, Dimensione Avventura, e altri che hanno un adesivo sul cofano “Islanda 2007” (non sappiamo quale gruppo sia e non li incroceremo più in tutto il tragitto). Molto belli da vedere in fila indiana ma per noi un po’ claustrofobici … Tornati sulla meravigliosa n°1 ci indirizziamo alla zona del Kfrafla. Sulla sinistra della strada non si possono non notare le fumarole di NAMAFJALL. Meraviglioso. La montagna è tutta giallo/rossiccio e ci sono diversi punti in cui il fumo esce dalle pozze di fango. Sembra di essere all’inferno. Martina la riusciamo a tenere con noi a forza. Tiene costantemente in naso tappato e cerca di scappare via perché c’è “pussa” (puzza). Fa morire dal ridere. C’è una montagnola di pietre dalla quale esce solo vapore di zolfo e i bimbi si divertono a correre da una parte all’altra … non vi dico che adorabile profumino ha impregnato il loro vestiti … Per la gioia di Martina, la quale per tutta la vacanza alla sola parola “vulcano” si tappa il naso per sicurezza … ci spostiamo al cratere del KRAFLA. Sostiamo per cena e per pernottare nel parcheggio a 20 mt. Dalla sommità del vulcano. In lontananza si vedono le colate laviche che andremo a visitare domani mattina. Ceniamo alle 21.00 (terremo questo orario, se non peggio, per tutta la vacanza, con pranzo intorno alle 15.00, ne approfittiamo viste le giornate così lunghe) Tutti a nanna senza riuscire a scendere perché pioviggina.

14) 10.08.2007 venerdì km.parz. 68 km.tot. 2894 tempo: nuvolo Ci svegliamo con il sole e a turno noi grandi facciamo il giro della bocca del vulcano. In un punto ci sono le fumarole come quelle che abbiamo visto ieri. C’è un cartello che comunica che è molto pericoloso e chi passa lo fa a suo rischio e pericolo. La puzza di zolfo è pazzesca. Poi ci spostiamo di 2 o 3 km. Al parcheggio di LEIRHNJUKUR. Il vulcano ha eruttato nel 1984 e ha riempito questo piano di lava. Lo spettacolo è unico. C’è un percorso ben segnalato dal quale è sconsigliato uscire visto che in alcuni punti la lava fuma ancora. Addirittura sembra che il vulcano stia per eruttare di nuovo. Giriamo per circa un’ora e ½ e poi torniamo al camper. Questa zona, essendo molto calda, ha le montagne spoglie e tutte di questi colori incredibili. Ci sono dei laghetti nei quali ci risultava si potesse fare il bagno ma, qui le cose cambiano nel giro di poco, ora ci sono i divieti. Si nota che l’acqua quasi bolle. Ci indirizziamo alle piscine MYVATN NATURAL BATHS. Il costo è di 16 euro gli adulti e i bimbi gratis. Questi bagni sono completamente naturali. Hanno solo convogliato in questa conca l’acqua calda delle fumarole. Al contrario la tanto decantata Laguna Blu di Reykjavik è tutta artificiale visto che utilizza l’acqua riscaldata da una centrale geotermica. In men che non si dica i bimbi sono a mollo. Rimaniamo un’oretta. Di più potrebbe abbassare troppo la pressione vista l’alta temperatura. Pranzo e poi si riparte diretti al lago MYVATN, il lago dei moscerini. Tribolando troviamo GRJOTAGJA. C’è solo un piccolo parcheggio sulla strada sterrata senza nessuna indicazione. Ci sono due laghetti in due grotte. Un tempo si poteva fare il bagno ma ora l’acqua è troppo calda. Ci spostiamo a DIMMUBORGIR dove ci sono delle colate laviche dalle forma molto particolari. Anche qui ci sono i sentieri segnati ed i percorsi vanno da 15 minuti a 2 ore. Buttiamo solo un occhio sulla vallata e poi torniamo leggermente indietro al vulcano HVERFJALL. E’ alto solo 160 metri e un diametro della bocca di 1040 metri. Io e Martina (che dorme) rimaniamo sul camper mentre il resto del gruppo in 20 minuti raggiunge la vetta. C’è un bel panorama del lago. La bocca è tutta percorribile a piedi. Arriviamo a REJKIALIND dove facciamo spesa al supermercato e prenotiamo all’ente del turismo l’escursione per vedere le balene da Husavik (45 euro a testa, bimbi gratis e sono solo in due i gruppi che organizzano). Qui si possono prenotare anche le gite all’Askja. Con nostro grande dispiacere non andiamo a visitare questo posto spettacolare. L’escursione dura 12 ore delle quali la maggior parte in pullman. Con i bimbi sarebbe impensabile. Poi, con il senno di poi, avremmo potuto affittare due jeep … sarà per la prossima volta. In serata arriviamo ad HUSAVIK. Pernottiamo vicino al faro. Fatichiamo a trovare questo posto. Ci sono delle bellissime scogliere ma irraggiungibili con il camper. Notte tranquilla sotto la pioggia.

15) 11.08.2007 sabato km.parz. 216 km.tot. 3110 tempo: pioggia Giornata nera. Ci bardiamo con tanto di calze a maglia di lana, giacche a vento con sopra impermeabili, panta vento e stivali per andare a vedere le balene. Partiamo alle 10.00 sotto la pioggia. Indossiamo dei lunghi impermeabili arancioni gentilmente offerti. Appena fuori dal porto le onde sono alte. Addirittura quando ne superiamo una, quella seguente entra nella barca. Una meraviglia. Il tutto dura 3 ore e mezza. Risultato 4 delfini visti da lontano e basta. Hanno poi cercato di indorarci la pillola con cioccolata e ciambelle alla cannella. Scendiamo nauseati dal mare e arrabbiati perché ci è costato non poco, abbiamo patito il mal di mare, ci siamo bagnati da capo a piedi, mi è entrata l’acqua nella telecamera e quindi non abbiamo potuto più riprendere nulla in tutta la vacanza e … non abbiamo neppure visto una balena. Se fossero stati onesti non ci avrebbero dovuti portare in mare. Come fanno le vedette a vedere lo sbuffo con le onde alte? E’ l’unico modo che anno per avvistarle. Ci avevano detto che nel caso in cui non le avessimo viste il giro seguente sarebbe stato gratis ma eravamo talmente nauseati cha non abbiamo chiesto nulla. Ci spostiamo per vedere, proprio sulla statale, la cascata di GODAFOSS. Molto bella ma non messa in risalto dal cielo coperto. Proseguiamo per AKUREYRI. Facciamo due passi a piedi in quella che è definita la città più piacevole d’Islanda sia per il clima che per l’aspetto estetico. Arriviamo a pernottare su di una scogliera dopo DALVIK.

16) 12.08.2007 domenica km.parz. 307 km.tot. 3417 tempo: bello Partiamo di buon ora, per la strada carichiamo e scarichiamo come al solito ad un autolavaggio. Ci sono circa 40 km. Di sterrato e con la pioggia di ieri c’è parecchio fango. Il paesaggio come al solito è bello. Arriviamo a SIGLUFIORDUR con il camper marrone fino all’altezza delle finestre, non esagero. Facciamo un giretto per il paese con acquisto pane. Nel porticciolo ci sono tantissime meduse. Questa cittadina, un tempo capitale della pesca dell’aringa, non offre grandi attrattive. Mentre i papà lavano i camper noi andiamo al parco giochi (notiamo più tardi che è di un asilo, ma non ci dicono nulla). Decidiamo di pranzare qui così i bambini possono ancora giocare e noi riposarci un po’ sul camper (tanto li vediamo dai finestrini). Ci spostiamo alla penisola Vatnsnes, paradiso delle foche. Di nuovo strada sterrata. Ci fermiamo ad OSAR. Appena dopo l’ostello si scende in mezzo ai prati (chiudere il cancello altrimenti escono le mucche) ed arriviamo in riva al mare. A 30 metri, sull’altra riva (mica stupide, l’altra parte non è raggiungibile a piedi e nessuno da loro fastidio) c’è una colonia di foche. Sono comodamente sdraiate sulla sabbia nera in posizioni assurde. Quella più buffa è sul fianco con la testa e la coda alzata … ma … saranno comode? Alcune sono nel canale che pescano e si avvicinano a pochi metri da noi, sono curiose. Nel frattempo richiamo di essere “investiti” da un vitellino impazzito. Ci spostiamo di pochi km. E pernottiamo su di un prato sul ciglio della strada. Cena alle 22.00 e nanna.

17) 13.08.2007 lunedì km.parz. 280 km.tot. 3697 tempo: bello Proseguiamo nella penisola. Sappiamo di un altro posto adatto per l’avvistamento, HVITSERKUR. Ci sono solo due case diroccate (pochi km. A nord di Osar) e un cartello completamente sbiadito segnala la presenza di foche. Arriviamo al mare e percorriamo la baia a piedi. Nella punta più lontana, a sinistra, sulle rocce a 10 mt. Dalla spiaggia, ci sono una cinquantina di foche. Ormai la nostra è una missione, vederle il più vicino possibile. I bimbi all’inizio sono entusiasti ma poi, alla tappa seguente, non vogliono scendere dal camper e stanno a giocare tutti insieme. Questo posto è segnalato con un cartello “sel” … venderanno anche i portachiavi a forma di foca? … Andiamo sempre sulla sinistra della baia e le vediamo … sempre sulle rocce … che iella ma … prima o poi ce la faremo … Per fortuna lo sterrato è migliorato. Torniamo sulla n°1 e ci indirizziamo nella penisola dello Snaefellsnes. Attraversiamo paesaggi mozzafiato. Vediamo tra le altre cose la calotta glaciale del Langjokull e numerosi laghetti contornati da distese di piantine di cotone. Decidiamo di arrivare fino a Borgarnes e di percorrere la statale 54, sarebbe stata più corta arrivare da est, piuttosto che da sud, ma non ce la sentivamo di fare altri 70 km. Di sterrato. Questa penisola a nostro parere è il posto più bello d’Islanda, con la laguna dei ghiacci che vedremo in seguito. Lungo la strada ci sono tantissimi vulcani. Verne ha ambientato qui il suo libro “viaggio al centro della terra” pur non avendo mai visitato questi luoghi. Non poteva trovare posto più adatto. Arriviamo ai piedi del monte HELGAFELL. Bellissimo. C’è un piccolo parcheggio vicino ad una chiesa e ad una fattoria. Tutt’intorno ci sono laghetti in mezzo a prati con le balle di fieno impacchettate con plastica bianca. I bimbi giocano un’ora a saltare su e giù da queste e a rotolarsi nell’erba. Io e Marina raggiungiamo la vetta della collinetta sulla quale c’è un rudere di una chiesa e dalla quale si ha una vista molto bella. Purtroppo non possiamo dormire qui (e l’unico posto dove ce lo vietano). Abbiamo chiesto ad un ragazzo che passava con il trattore e ha detto che la sosta era vietata (senza alcun cartello). Probabilmente se non chiedevamo non ci avrebbero detto nulla. Peccato. Ci spostiamo al porto di STYKKISHOLMUR. Ceniamo in compagnia di 8 camper italiani. Dopo cena i nostri bimbi vanno a bussare a tutte le porte chiedendo se avevano figli per giocare con loro. Andiamo a vedere il tramonto sulla collinetta dove c’è il faro. Da questo paesino e da Olafsvik partono escursioni per vedere le numerose isolette che ci sono di fronte alla penisola, per vedere i pulcinella di mare e le balene.

18) 14.08.2007 martedì km.parz. 163 km.tot. 3850 tempo: bello Iniziamo il tour della penisola che noi troviamo meravigliosa. La strada zigzaga tra i vulcani e le colate laviche ricoperte di muschi verde fosforescente. Un paesaggio lunare. Arriviamo a OLAFSVIK. C’è un piccolo museo allestito in 2 bellissime casette con il tetto in torba. La cosa più spettacolare sono gli uccelli. Migliaia di sterne artiche che volano urlando all’impazzata. Sono molto pericolose perché se qualcuno si avvicina ai prati dove hanno i piccoli, che li attendono dopo la pesca per mangiare, lo attaccano. Sembrano sciami di moscerini da quante sono. Ce ne sono tantissime anche morte lungo la strada. Deviamo sulla destra dalla strada principale per arrivare al punto più estremo della penisola. Passiamo dalla spiaggia SKAROSVIK, chiamata golden beach, la spiaggia d’oro. Ha una sabbia nera mescolata a pagliuzze dorate. Uno spettacolo per un’accanita sabbiofila come me. In questo viaggio ne ho raccolte all’incirca 20 tipi diversi da scambiare con i miei amici. Tornando alla spiaggia è contornata da blocchi di lava nera. Arriviamo al faro di ONDEVERDARNES. La strada passa completamente in mezzo alla lava, anzi, è stata costruita nella lava. Qui ci risulta che ci siano foche ma io e Marina camminiamo per mezz’ora sulle rocce a strapiombo sul mare ma non vediamo nulla. Mariti e bimbi sono rimasti al faro per il forte vento. Pranziamo vicino al faro NESHRAUN (tornando un po’ indietro dalla strada d’arrivo). Volevamo raggiungerlo ma dei signori con la macchina ci hanno fatto cenno di no, quindi non ci siamo fidati. Proseguiamo per la spiaggia di DJUPALON. Bellissima. Tutta fatta di sassolini di varie dimensioni rigorosamente neri. E’ riparata e i bimbi si divertono un sacco a fare le piramidi con quelle più piatte. Noi stiamo comodamente sdraiati a fantasticare sulla meta delle vacanze invernali. A piedi raggiungiamo in mezz’oretta la spiaggia di DRITVIK. (Bisogna prendere il sentiero a destra della spiaggia guardando il mare). C’è una bella baia con una roccia che sembra un coccodrillo. Anche qui si cammina su rocce laviche. Torniamo e andiamo verso il laghetto che si trova alle spalle di Djupalon. Ci sono rottami arrugginiti di una vecchia nave affondata. Quando arriviamo al camper compare Dimensione Avventura al gran completo. Facciamo in tempo a spostarci prima che tutto il gruppo arrivi nel piccolo parcheggio. All’imbocco sulla strada principale ci capita una cosa che in qualsiasi altro posto non sarebbe mai successa, avrebbero fatto come minimo rotonde, ponti e strade nuove per ovviare al problema. Una ruspa sta tranquillamente sistemando lo sterrato. Per arrivare sulla strada dovremmo superare un gradino di almeno un metro. Aspettiamo più di mezzora l’arrivo di un camion pieno di ghiaia che colma la differenza di livello. Ripartiamo con la paura di insabbiarci ma … al massimo la ruspa ci avrebbe tirati fuori … Man mano che procediamo vediamo sempre meglio il vulcano al centro della penisola ricoperto dal ghiacciaio. Ogni volta che il vulcano erutta il ghiacciaio esplode ma poi si ricrea. Sono meravigliose le colate laviche sulle sue pendici probabilmente raffreddate all’istante dalle onde del mare nel corso dei secoli. Hanno il movimento delle onde. Nelle foto sembravano un disegno. Vogliamo raggiungere la sommità del vulcano/ghiacciaio percorrendo la F570 ma noi rinunciamo. Vediamo delle salite piuttosto ripide su strada sterrata. Non ce la sentiamo. Marco e Marina avendo il camper leggermente meno ingombrante del nostro tentano. Li vediamo salire a fatica ma raggiungono la vetta. Hanno detto che sono scesi solo per fare una foto. C’era un paesaggio spettrale avvolto dalla nebbia e non c’era nessuno. Quello era il punto esatto in cui è iniziato il “Viaggio al centro della terra”. Iniziava appunto con la discesa all’interno dello Snaefellsjokull. Noi mentre li aspettavamo abbiamo fatto un giro per ARNARSTAPI. Anche qui c’erano tantissime sterne. Sono scesa per fare una foto e al pelo sono risalita. Una decina di questi uccelli mi si sono quasi buttati addosso. Andiamo ad HELLNAR dove aspettiamo Marco nel piazzale in fondo al paese a strapiombo sul mare. C’è un vento incredibile. Dopo cena scendiamo ed andiamo nel piccolo ristorantino Fjoruhusid che c’è lì vicino (segnalato dalla guida) a prendere una cioccolata. Dentro c’è il riscaldamento acceso, ci sono solo 5 tavolini e i doppi vetri hanno il contorno appannato dai quali si vede l’oceano agitato. Mi sembra di essere a Natale. Prendiamo 7 cioccolate e due torte alle mele calde al modico prezzo di 52 euro. Se fossimo venuti anche a cena ci avremmo lasciato uno stipendio. Più tardi andiamo a vedere le grotte naturali appena fuori. Ci sono tantissime piramidi fatte con i sassi piatti e i bimbi ne costruiscono altre. Torniamo al camper. Tutta la notte il vento fa ballare in modo incredibile il camper. Mi sembra di essere sulla Smyril Line.

19) 15.08.2007 mercoledì km.parz. 242 km.tot. 4092 tempo: bello Troviamo con molta fatica YTRI-TUNGA solo grazie ad alcune indicazioni. Questo “paese” ha solo una casa con questa insegna e si trova dopo Gardar, un paio di km. Dopo il faro, prima che la strada curvi verso l’interno. Noi abbiamo provato ad entrare in questa stradina convinti di andare a casa di qualcuno per chiedere informazioni e poi invece era lì. Arriviamo in spiaggia e vediamo le foche. Questo è il posto in cui le abbiamo viste più da vicino. Superando una roccia ce ne erano proprio due a un metro da noi solo che si sono spaventate e sono scappate subito in acqua. Rimaniamo parecchio a guardarle. I signori che hanno scritto l’itinerario dal quale prendiamo spunto le hanno trovate tutte sulla spiaggia. Probabilmente si spostano per pescare. Comunque erano bellissime. Ci indirizziamo a REYKJAVIK. Passiamo nel tunnel per evitare di percorrere tutto fiordo. Il costo è di 1500 corone. Andiamo alla Herz per affittare due macchine per domani per andare al Landmannalaugar ma ci chiedono 300 euro per una jeep. Decidiamo di tentare altrove. Andiamo a parcheggiare al porto e facciamo due passi per la cittadina. Troviamo un punto informazioni nel quale affittiamo due Gran Vitara a 120 euro l’uno per 24 ore. Io e Marina (mentre gli uomini si accordano sui dettagli e i bimbi saccheggiano le bacheche con materiale informativo) ci divertiamo un sacco a fotografare nelle cartoline balene ed orche che saltano fuori dall’acqua, pulcinella di mare che partono in volo, foche, cuccioli di foche e di volpe entrambe con la pelliccia bianca sdraiate sulla neve (queste sono poche realistiche visto il periodo). Comunque vengono benissimo. Giriamo a piedi per la città ma non è veramente nulla di che, non meriterebbe neppure una sosta. Andiamo a cenare al faro sulla penisola della città poi ci spostiamo a dormire al parcheggio del ristorante Perlan (sembra un planetario visto da fuori). Si trova vicino alla Herz e alla Budget (alla stazione dei pullman) dove dobbiamo prendere la macchina domani mattina, dietro l’aeroporto per i voli nazionali.

20) 16.08.2007 giovedì km.parz. 500 km.tot. 4592 tempo: bello Giornata intensa. Sveglia di buon ora, colazione, preparazione zaini ed alle 8.00 siamo davanti alla Budget per andare al tanto atteso LANDMANNALAUGAR (ho impiegato due settimane ad imparare a memoria il nome). Pier e Marco svolgono le formalità (all’incirca 1 ora) e quando siamo pronti per partire sui due Gran Vitata, Pier si accorge che il nostro tappo della benzina non si apre. Lo fa presente all’addetto il quale ci dice che ci cambiano macchina. Alle 9.30 passate riusciamo a partire. Passiamo Selfoss e dopo 35 km. Svoltiamo sulla 26. Decidiamo di prendere questa e non la 30 per fare un po’ di sterrato. Quando incomincia ci divertiamo un sacco a fare sgommate e cose stupide simili. I bimbi si divertono un sacco … Matteo poi … con il mito che ha delle jeep …Proseguiamo ed imbocchiamo la famosa F208. Alcuni la percorrono con il camper. Non è bruttissima e poi sono solo una quarantina di km.ma non so in quali condizioni si trova il mezzo alla fine della giornata. A mio avviso è meglio prendere un fuoristrada. Il paesaggio è bellissimo, c’è una cascata, ci sono dei laghetti, vulcani, colate laviche anche bordeaux, deserti di sabbia nera. I colori delle montagne sono dal rosso al giallo per via dello zolfo. Poche centinaia di metri prima di arrivare a destinazione ci sono due guadi da passare. I papà e Matteo si divertono … noi donne un po’ di meno. Comunque arriviamo. Ci sono tantissime tendine montate vicino al rifugio e poi ci sono tanti mezzi modificati. Camion adibiti a camper e via dicendo fino ad arrivare al più assurdo: un camion con il pianale dietro sul quale ha attaccato una roulotte senza ruote. Orribile. Nel prato verde a destra del rifugio si vede il fiumiciattolo nel quale si può fare il bagno. La sorgente ha una temperatura credo di 100°. Pranziamo a base di panini in macchina, giù fa freddo e poi facciamo una passeggiata di 1 ora per arrivare a vedere le fumarole. Il sentiero parte alle spalle del rifugio ed è quasi tutto in piano. Il panorama è bellissimo. Riesco a scattare una foto stupenda: montagne giallo rosso sul retro che si specchiano in un laghetto sulle rive del quale c’è una distesa incredibile di piantine di cotone bianche. Prendiamo qualche sasso di ricordo e qualche pezzo di lava e torniamo. Andiamo a bagnare i piedi nel laghetto caldo. Troppo bello vedere i bimbi con giacche a vento, cuffie e guanti con i pantaloni risvoltati e i piedi a mollo. Marco in men che non si dica si mette in mutande e si immerge. L’acqua è alta neanche un metro e il fondo è parecchio caldo. Io e Marina non facciamo in tempo ad andare a prendere un asciugamano che, al nostro ritorno, ci fanno la sorpresa di essere tutti quanti nell’acqua. Noi mamme paranoiche non eravamo molto dell’opinione perché la temperatura non è delle migliori e c’è il vento. Loro ci dicono semplicemente che ogni lasciata è persa … speriamo di non perdere dei giorni di vacanze a dare tachipirina ai bimbi … (poi non accadrà … sono dei veri camperisti … sono temprati …). Torniamo indietro a malincuore e ci spostiamo a GULLFOSS. Decidiamo di fare che visitare la cascata ed i geyser per non dovere rifare la stessa strada domani e poi perché abbiamo l’idea che al tramonto sia tutto più bello ma ci sbagliamo. Entrambi hanno una collinetta verso ovest che nasconde il sole prima del tramonto. Arriviamo alle 20.00 alla cascata e la vediamo soleggiata solo per metà. E’ comunque meravigliosa. L’arcobaleno che si forma dal salto più alto lo vediamo appena. Pazienza. Poi ci spostiamo ai geyser. Le pozze di acqua azzurra sarebbero state spettacolari con il sole. Così non rendono come pure la bolla che precede l’esplosione del getto. Rimaniamo comunque affascinati dal vortice di acqua che si crea. Quando c’è molto movimento si forma la bolla, esplode e il getto arriva oltre i 20 metri per poi ritirarsi subito. Il tutto dura 3 o 4 secondi ed accade all’incirca ogni 7 minuti. C’è anche il geyser più grosso che, dopo essere stato tappato dai sassi tirati dai turisti all’inizio del secolo, dopo il terremoto degli anni 80, ha ripreso la sua attività ma in modo molto irregolare. I suoi getti arrivano fino a 120 metri. Comunque è bellissimo, nonostante la luce non favorevole. Ceniamo in macchina con i nostri soliti panini e poi torniamo a Reykjavik. Consegnamo la macchina alle 23.00. Basta parcheggiarla fuori con il pieno fatto e lasciare le chiavi in una cassetta che indicano loro prima di partire. Doccia veloce e a nanna subito. I bimbi si sono addormentati in macchina e non si sono neppure accordi del trasferimento. Siamo stanchi ma decisamente soddisfatti.

21) 17.08.2007 venerdì km.parz. 211 km.tot. 4803 tempo: nuvolo Sveglia con calma e dopo aver ripercorso in parte la strada di ieri con sosta carico e scarico, arriviamo alla cascata di SELJALANDSFOSS. La portata d’acqua non è tanta ma è molto bella per il fatto che si può girarci intorno. Ci muniamo di k way, panta vento e stivali. Ci si bagna davvero, soprattutto se il vento fa spostare il getto. Davvero bella. Pranziamo e poi proseguiamo per la cascata di SKOGAFOSS. Anche questa è spettacolare ma non riusciamo a fare la passeggiata sino al punto in cui l’acqua cade nel vuoto perché si mette a gocciolare. Pazienza. Dopo una decina di km. Vediamo una stradina che porta verso una lingua del ghiacciaio Myrdalsjokull. La freccia indica SOLHEIMAJOKULL. Decidiamo di percorrere la strada sterrata. Sono solo 6 km. E non è brutta anche se dopo averla imboccata incrociamo una macchina che ci fa gesti come dire siete matti. Troveremo anche altri 3 camper. Il ghiaccio è ricoperto dalla sabbia nera che il vento porta dal deserto. C’è un fiumiciattolo con un acqua gelata di colore azzurro che esce da sotto la lingua. E’ un bel paesaggio. Torniamo indietro sulla n°1. Prima di Vik prendiamo lo sterrato n°215 che ci porta a REYNISFJARA. Spettacolare. C’è una spiaggia di sassolini neri lunghissima che porta sino alle scogliere di Dyrholaey a 3 o 4 km., ci sono delle formazioni colonnari di basalti molto belle, due grotte e sopra di queste … centinaia di pulcinella di mare … ce l’abbiamo fatta a vederli … Di solito migrano entro la metà di agosto. Se fa freddo anche prima ma questa ci hanno detto che è una buona annata. Fa caldo e non si sono ancora mossi. Non si hanno notizie certe sui luoghi in cui si trasferiscono. Marco e Marina, esperti scalatori, si arrampicano per scattare delle foto. Sono davvero buffi, mica per niente sono chiamati pinguini artici. Hanno un modo di volare che si riconosce a distanza. Battono le ali ad una velocità pazzesca. Soddisfatti ceniamo e poi facciamo due passi sulla spiaggia. Inizia a gocciolare e facciamo in tempo ad arrivare al camper prima di un temporale pazzesco.

22) 18.08.2007 sabato km.parz. 57 km.tot. 4860 tempo: bello Giornata bellissima senza una nuvola. Ci svegliamo presto perché vogliamo vedere ancora i pulcinella prima che arrivino altri turisti. Andiamo in spiaggia ma sono tutti appollaiati molto più in alto di ieri. Pazienza. Torniamo indietro di qualche km.sulla n°1 ed imbocchiamo lo sterrato n°218 che porta alle famose scogliere dei DYRHOLAEY, paradiso dei pulcinella. Questa strada viene letteralmente transennata dai primi di maggio ai primi di luglio quando questi graziosi uccellini nidificano. E’ un’oasi protetta e non si può pernottare. C’è una colonia numerosa a pochi passi dal parcheggio, e sono talmente belli e talmente vicini che se non sapessimo che qui è tutto naturale non sarebbe difficile credere che l’uomo li abbia messi lì apposta per i turisti. Faccio colazione come un fulmine per andare a fotografarli e Pier mi ha la battuta: pensa che bello se decidessero di migrare proprio adesso … non fa in tempo a finire la frase che lascio la mia fetta biscottata a metà e mi scaravento giù dal camper … meglio non rischiare … Anche i bimbi rimangono entusiasti. Andiamo a piedi in cima alla scogliera dove c’è un faro e poi andiamo anche sulla roccia con il foro sotto. Si vedono tantissimi pulcinella che arrivano pochi metri sotto i nostri piedi. Andiamo poi sulla spiaggia appena sotto i camper e, vista l’ottima temperatura, facciamo il pic-nic. Alcuni ragazzi si mettono in costume e per fare i bulli si buttano in mare. Resistono all’incirca 5 secondi. A malincuore ce ne andiamo. Troviamo una fattoria dove si possono fare giri a cavallo ma al prezzo di 40 euro a bimbo. Rinunciamo. Andiamo a VIK e li rendiamo felici con un bagno in piscina. Nel mentre io e Marina andiamo a piedi sulla collinetta a destra del paese dove c’è una stazione meteo. Praticamente abbiamo ai nostri piedi il posto in cui abbiamo dormito ieri sera. Vik è a sinistra del roccione, Raynisfjara a destra. Vogliamo vedere ancora i pulcinella ma sono troppo in basso. Vediamo solo un piccolo di gabbiano nel suo nido e tante pecore. Ci divertiamo un sacco a cercare di fotografare un nucleo famigliare formato da 3. Non sono tanto malleabili le pecore islandesi. Torniamo in paese dopo 2 ore di camminata ed andiamo a farci un bagno anche noi. Nel mentre papà e bimbi stanno uscendo. L’ingresso costa solo 300 corone per gli adulti. Dopo aver provato le tre piscine esterne con l’acqua a diverse temperature andiamo a fare un giro nel bagno turco. Dopo cena ci spostiamo nel parcheggio della chiesetta. E’ aperta e l’interno è molto carino. I bimbi giocano a palla e poi si trasferisco sui camper. Noi grandi ci godiamo un po’ di relax. Qui le cose sono tante da vedere e il tempo purtroppo è poco. Oggi è stata un’ottima giornata.

23) 19.08.2007 domenica km.parz. 166 km.tot. 5026 tempo: nuvolo/pioggia Ci svegliamo con la pioggia che però non limita i nostri programmi. Andiamo a KIRKJUBAEJARKLAUSTUR. C’è quello che viene definito pavimento della cattedrale, un punto in cui ci sono i basalti in mezzo ad un prato e l’acqua e il vento, nel corso dei secoli, li hanno levigati dandogli l’aspetto di un pavimento piastrellato. Scendiamo a solo noi grandi per non vestire tutti i bimbi. Non è nulla di che. Proseguiamo attraversando il deserto di sabbia nera del SKEIDARARSANDUR (tenete in considerazione che non ci sono benzinai). Paesaggio stranissimo. Ci sono le dune e tantissimi rigagnoli d’acqua del ghiacciaio Vatnajokull che si scoglie alle sue spalle. Lo si vede. E’ imponente. E’ il terzo al mondo dopo l’Antartide e la Groenlandia. Più che ghiacciai in Islanda sono chiamate calotte glaciali. Non sono come i nostri che si trovano su montagne molto alte. Qui si sviluppano in larghezza più che in altezza, difatti partono dai 1000 mt. Fino ai 2.000. Smette di gocciolare (anzi credo che qui non abbia neanche piovuto perché la sabbia è asciutta) e scendiamo a far giocare un po’ i bimbi. Proseguiamo per arrivare ai piedi del ghiacciaio nel parco dello SKAFTAFELL. Prima di andare al centro visitatori facciamo 2 km. Di sterrato per andare a vedere un’impressionante lingua del ghiacciaio, SVINAFELLSJOKULL che si trova appena fuori dal parco. Non piove e riusciamo a vederla proprio da vicino. S i ha la possibilità di costeggiarla su di un sentiero alla sua sinistra, verso il ghiacciaio. Vediamo in laterale delle bellissime spaccature di un azzurro incredibile, c’è proprio ghiaccio vivo. La parte bassa invece è sporca di sabbia e crea un piccolo laghetto. Da qui parte un’escursione prenotabile al centro visitatori. Si fa una passeggiata di un paio d’ore proprio sul ghiacciaio tutti in cordata muniti di ramponi e piccozze. Ci hanno detto dei signori che non è difficile ma noi con i bimbi non possiamo e andare a turni perdiamo troppo tempo. Ne percorrono solo pochi metri Pier, Marina e Matteo poi tornano perché si cammina sul ghiaccio vivo anche se c’è la sabbia che lo copre che non lo rende scivoloso. C’è il rischio che si possa aprire qualche crepaccio. Andiamo al centro visitatori a Skaftafell. Approfitto di una presa al bar per scaricare le foto sul pc. Non so come mai l’inverter sul camper mi carica tutto tranne il computer. Andiamo fino al parcheggio oltre il campeggio e saliamo a piedi sulla strada asfaltata. Dopo un paio di km. Seguiamo per SEL. Qui c’è un vecchio ovile abbandonato nel 1946 che ora è museo. Sono praticamente cinque casette con il tetto in torba due delle quali collegate e completamente arredate. La porta è sempre aperta, c’è solo un cartello che chiede la cortesia di lasciarla avvicinata altrimenti gli animali entrano. E’ davvero bello, ci si rende conto di come vivevano un tempo. Ci chiediamo cosa facessero nei lunghi mesi invernali così isolati dal mondo con la stalla che si intravede sotto le perline della camera da letto. E’ un riscaldamento naturale ma non oso immaginare la puzza … Da qui prosegue la strada che porta alla cascata di Svartifoss e dalla quale partono le passeggiate. Decidiamo però di vederla domani mattina, quindi rientriamo. Qui non si può dormire fuori dal campeggio (chiamarlo così è una parola grossa visto che è un semplice prato solo con carico acqua e credo dei servizi per chi si ferma in tenda). Vorremmo raggiungere il record di non dormire neanche una volta in campeggio in un mese quindi ci spostiamo. Arriviamo a SVINAFELL convinti di trovare una chiesetta o un parcheggio ed invece niente. C’è un piccolo campeggino e decidiamo di entrarci perché i bimbi hanno fame. Costa 700 corone ad adulto, bimbi e camper gratis. C’è anche una piscina ma l’acqua è solo a 30 gradi. Sembra tanto ma quando fuori ce ne sono 5 o 6 non riesci a stare dentro tanto, quindi rinunciamo. Cena e poi scendiamo ancora un attimo.

24) 20.08.2007 lunedì km.parz. 93 km.tot. 5119 tempo: bello Torniamo indietro di pochi km. Al centro visitatori dal quale parte l’altra passeggiata di mezz’oretta che porta alla cascata di SVARTIFOSS. E’ originale con tutti i basalti colonnari intorno. Si crea anche un piccolo arcobaleno. Proseguiamo per il sentiero sino ad un punto panoramico chiamato SJONARSKER. Si ha una vista bella del deserto del Sandur ai piedi e del Vatnajokull alle spalle. Scendiamo passando da Sel dove siamo stati ieri. Fa davvero caldo. Dopo pranzo partiamo e ci fermiamo a vedere la chiesetta di HOF. Se ieri sera avessimo fatto 10 km.in più qui avremmo potuto dormire. Proseguiamo per arrivare alla laguna dei ghiacci JOKULSARLON. Questo a nostro avviso è il posto più bello di tutta l’isola e credo uno dei più belli che abbiamo visto al mondo. C’è una lingua del ghiacciaio Vatnajokull che si getta in una lago. Dal fronte più esterno si staccano i pezzi di iceberg che galleggiano nella laguna. Poco per volta si sciolgono e quando sono più piccoli vanno in mare attraverso un canale. Il tutto è coronato dalla presenza di foghe. L’acqua è in parte dolce dovuta allo scioglimento del ghiaccio ed in parte salata per le maree che entrano ed escono. Ci fermiamo in un punto panoramico prima di arrivare al ponte che supera il canale. Superiamo la collinetta che separa la strada e rimaniamo senza parole. Il ghiaccio è di colore bianco, verde o azzurro e galleggia fino a riva rispecchiandosi nell’acqua. Il sole rende il tutto ancora più luminoso. Bellissimo. E’ incredibile anche la temperatura. Al di qui della collinetta ci saranno 15 gradi, oltre si sfiora lo 0. Si sente proprio la differenza, forse perché è una bella giornata. Andiamo al centro visitatori e prenotiamo un giro sui mezzi anfibi. Costa 2300 corone gli adulti, 500 i bimbi grandi, Martina gratis. Queste barchette sono munite di ruote e quando entrano in acqua galleggiano. Matteo è esaltatissimo. Indossiamo i giubbotti salvagente e via si parte. Il giro dura circa 40 minuti e c’è una guida che spiega in perfetto inglese tutto quello che si deve sapere sul posto. Un ragazzo che sembra uscito da una cartolina si avvicina con il gommone e ci porta un pezzo di ghiaccio che ha parecchi secoli. Ce lo fa pure assaggiare. Gli iceberg sono strepitosi, di dimensioni svariate e colori bellissimi. Rientrando ci fanno vedere un gruppo di foche comodamente sdraiate su in pezzo di ghiaccio piatto. Altre pescano nei dintorni. Rientriamo infreddoliti ma soddisfatti. I bimbi si fermano vicino al lago dove i mezzi anfibi entrano ed escono dall’acqua. I papà si sdraiano sulle rocce e riescono a turno a schiacciare un pisolino. Io e Marina costeggiamo il lago per andare a vedere da vicino le foche. Scena bellissima. Ce ne sono 6 su di un iceberg piatto. Una si muove e fa alzare la lastra. Tutte, una dietro l’altra, finiscono in acqua come se fossero sullo scivolo. L’ultima rimane sulla punta in equilibrio per poi cadere prima che il ghiaccio di capovolga. Poi tranquille nuotano a cercare un’altra postazione. Proseguendo per questa costa si arriva fino alla lingua del ghiacciaio ma dicono sia pericoloso per la presenza di sabbie mobili. Torniamo e andiamo a fare un giro al centro visitatori. Comperiamo ai bimbi un cappellino con un orca e la scritta Iceland. Martina invece preferisce il peluche di pulcinella di mare. Ci spostiamo qualche km. Indietro per andare all’altra laguna FIJALARLON. Qui non c’è nessuno. Camminiamo sulla riva per arrivare proprio di fronte alla lingua del ghiacciaio. Ci sono pochi iceberg però si vede molto bene il fronte del ghiaccio. Assistiamo alla rottura di un pezzo che cade nell’acqua facendo un rumore incredibile. Torniamo al ponte di Jokulsarlon e prima di imboccarlo ci fermiamo sulla spiaggia. Dopo cena scendiamo a vedere tutti gli iceberg sulla spiaggia nera. Sembra di vedere pezzi di diamante di varie dimensioni. I bimbi giocano sulla spiaggia e noi guardiamo 5 foche che giocano nel canale. Notte tranquilla dopo una giornata meravigliosa.

25) 21.08.2007 martedì km.parz. 327 km.tot. 5446 tempo: nuvolo/pioggia Torniamo a fare due foto al punto panoramico sopra le collinette dove siamo stati ieri e ancora all’interno della laguna per guardare un gruppo di foche che gioca. I papà i i bimbi sono un po’ stufi di veder foche mentre io e Marina non ce ne vorremmo andare, poi proseguiamo. Notiamo una coppia che fa l’autostop. Vorremmo caricarli perché piovvigina e fa freddo ma noi facciamo varie soste e quindi gli conviene cercare un altro passaggio. L’abbiamo vista giusta perché proseguendo li vediamo per ben 5 volte fermi lungo la strada. Probabilmente hanno trovato vari passaggi e comunque vanno più veloci di noi. Facciamo pausa caffè a KALFAFELLSSTADUR. C’è la solita chiesetta molto carina con in più una casetta vicino. Ci sono due porte. In una c’è il wc uomo e donna più pulito di quello di casa mia, nella seconda c’è una piccola cucina super accessoriata. Pazzesco, da noi un posto del genere specialmente senza serrature non potrebbe esistere. Quando entriamo in chiesa vediamo i nostri figli al completo davanti all’altare che cantano l’alleluja. Troppo carini. Andiamo ad HOFN a fare acquisti al supermercato e, appena dopo, prima della galleria, giriamo a destra per STOKKSNES. Percorriamo in miglior sterrato di tutta l’Islanda e poi capiamo il perché. La strada porta ad una stazione Nato o qualcosa del genere. Ci mettiamo sulla sabbia un paio di km. Più a destra. La spiaggia non esiste e ci sono solo rocce con foghe. Pranziamo e poi facciamo tappa al faro di HVALNES dove si vedono spesso le orche ma c’è talmente tanto vento che facciamo fatica a scendere e a stare in piedi. Le orche logicamente non le vediamo. Imbocchiamo la strada che porta ai fiordi orientali. In alcuni punti è davvero pericolosa perché le montagne sono fatte di ghiaione che si butta direttamente in mare e la strada sterrata è stata tagliata a metà costa. Ci sono parecchi sassi sulla carreggiata. Lo spettacolo è però bello. Arriviamo a pernottare a FASKRUDSFJORDUR. Gli animi si sono un po’ spenti. La pioggia di certo non contribuisce e poi ci rendiamo conto che ormai le vacanze sono finite. Piove tutta la notte.

26) 22.08.2007 mercoledì km.parz. 158 km.tot. 5604 tempo: bello Giornata meravigliosa senza una nuvola, la più calda di tutta la vacanza. Arriviamo ad avere 30 gradi sul camper e 16 fuori. Facciamo un giro per il paese e poi andiamo a REYDARFJORDUR. I bimbi giocano due ore al parco giochi in pantaloncini e maniche corte. Per pranzo andiamo a ESKIFJORDUR. Questi paesini non sono un gran che, sono solo belli i fiordi. Si alza il vento e quindi decidiamo di partire. Ad Egilsstadir lasciamo la n° 1 che ci teneva compagnia da 2 settimane e ci indirizziamo a SEYDISFJORDUR. Vediamo vari camper e jeep che si avvicinano al porto. Parcheggiamo al parco giochi per fare giocare i bimbi mentre a turno andiamo a visitare il paesino. In tutto il fiordo non si potrebbe dormire fuori dal campeggio ma noi proviamo ugualmente ad andare nel prato dove avevamo visto i camper arrivando con la nave. Siamo in 6 o 7 e ci mettiamo a due metri dal mare. C’è un silenzio incredibile, come se ci fosse un velo di tristezza. Tutti ci rendiamo conto che è l’ultima notte. Guardiamo le stelle e facciamo due passi fino ad un falò acceso da una famiglia tedesca.

27) 23.08.2007 giovedì km.parz. 6 km.tot. 5610 tempo: bello Vogliamo veder la nave che arriva e, convinti che l’attracco fosse alle 8.00, mettiamo la sveglia alle 7.15. Matteo guarda fuori dal finestrino della mansarda e urla: arriva. In men che non si dica siamo tutti vestiti e giù dal camper. Commentiamo che è davvero puntuale visto che ci impiega circa mezz’ora a percorrere il fiordo. Man mano che si avvicina ci sembra che abbia una forma strana … è un peschereccio basso e rosso … tutto l’opposto della Smyril Line. Vado a vedere sul diario di bordo e leggo che l’attracco è per le 9.00 … abbiamo sbagliato tutto. Pazienza, andremo a dormire prima stasera … Alle 8.30 eccola bella ed elegante che scivola sull’acqua entrando nel fiordo. I bimbi sono fuori di sé dalla gioia, noi un po’ meno perché sappiamo che viene a prenderci per portarci a casa. Ci passa davanti veloce. Riesco a scattare una foto con il camper parcheggiato in riva al mare e la Smyril Line che gli passa dietro ed un’altra con la nave e i bimbi di schiena che la salutano. Belle. Ci spostiamo all’imbarco e alle 10.30 ci fanno salire. Alle 13.00 puntuale parte. Il mare è una tavola e fa caldo. Stiamo sul ponte fino a quando l’isola è più un solo puntino poi torniamo ai nostri soliti tavolini di fronte al parco giochi. Nulla da commentare. 28) 24.08.2007 venerdì km.parz. 0 km.tot. 5610 tempo: nuvolo Si fa tappa alle 5.00 alle Faer Oer e si riparte alle 8.00. Anche oggi nulla di che. Io e Marina ci guardiamo tutte lo foto sul computer e moriamo dal ridere quando notiamo le facce di alcuni signori seduti dietro di noi. Le guardano anche loro ed hanno gli occhi fuori dalle orbite quando vedono la balena e l’orca che saltano fuori dal mare e tutte le altre che onestamente mi sono venute bene … se sapessero che sono foto fatte a cartoline … Per il resto sempre nulla di che.

29) 25.08.2007 sabato km.parz. 450 km.tot. 6060 tempo: bello Anche oggi fa caldo. Pranziamo sul ponte della nave al sole. Alle 16.30, con anticipo attracchiamo. Adios Smyril Line. Partiamo subito destinazione casa. Ci fermiamo a dormire alle 24.00 e ci salutiamo con Marco e Marina. Avendo ancora una settimana di ferie vanno a trovare i genitori di Marco che sono in vacanza in Trentino mentre noi dobbiamo rientrare di buona lena.

30) 26.08.2007 domenica km.parz. 1235 km.tot. 7295 tempo: bello Partiamo alle 4.30 e incredibile … guido il camper per circa 5 ore … mai fatto in vita mia … ma almeno sgravo un po’ il Pier. I bimbi sono stati bravissimi tutto il viaggio. Arriviamo alle 22.00. Decidiamo di non andare a casa perché il nostro cortile non è in piano e dormiamo davanti alla casa dei nonni. Andiamo a salutarli e i bimbi decidono di stare da loro per la notte.

31) 27.08.2007 lunedì km.parz. 5 km.tot. 7300 tempo: bello Arrivo a casa a malincuore.

Note finali: penso di essere stata parecchio prolissa ma, leggendo gli itinerari che ci hanno aiutati in questo viaggio, ci siamo resi conto che più dettagliati erano, meno faticavamo a trovare i posti. Spero di poter aiutare chi vuole avventurarsi in questo viaggio. Riassumo in una sola parola l’Islanda: MERAVIGLIOSA. Ciao ciao, al prossimo anno con un altro itinerario …

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