Islanda, il viaggio della vita
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Quest’anno ho avuto la fortuna di conoscere altri due viaggiatori forse più pazzi di me.
Il primo è Aldo, viaggiatore low-cost seriale, conosce tutti i siti per risparmiare, se gli date 100€ rischiate di trovarvi come minimo in Finlandia volo, hotel e macchina inclusi. Attenzione!
L’altro è Davide, appassionato di canyoning, alpinismo, rafting, sci, speleologia, tutte attività tranquille a suo dire. Quando Davide dice che un’attività è tranquilla significa che come minimo bisogna calarsi per 40 metri in corda di fianco ad una cascata.
Veniamo al sodo. L’idea del viaggio in Islanda viene ad Aldo che intende fare un regalo di laurea alla sua ragazza Francesca. Siamo a Dicembre 2012 e mentre mi dice la sua idea mi s’illuminano gli occhi in quanto l’Islanda è in cima alla mia lista dei desideri da sempre solo che poteva essere un viaggio molto dispendioso per le mie disponibilità.
Lo stesso pomeriggio mi metto a fare delle ricerche e scopro che dopo la crisi economica del 2009, l’Islanda, non solo è diventata accessibile ma costa anche meno di altre mete del Nord Europa.
Comincio a messaggiare con Aldo mostrando entusiasmo fino a che lui mi propone: ci organizziamo in gruppo per quest’avventura? La mia risposta è subito si! Senza chiedere consenso a Eleonora (la mia ragazza).
Il giorno dopo valutiamo chi potesse essere la terza coppia pronta a dormire sui divani, camminare per ore sulla neve, stare col pile in pieno solstizio d’estate. Risposta scontata! Davide e Graziana.
Loro si prendono qualche ora di tempo per decidere. Mi basta inviargli qualche foto delle cascate Gullfoss e Dettifoss che la risposta non poteva essere che si!
Ora le sei persone ci sono ed è ora di mettersi in moto e prenotare tutto entro il 31 Gennaio 2013 in quanto gli alloggi in Islanda sono limitati e si rischia di non trovarne in alcune zone.
Parola d’ordine: low-cost.
Stiliamo un itinerario di massima che ci permetterà di prenotare gli alloggi nei posti giusti.
Sarà un viaggio ON THE ROAD, faremo il giro dell’isola seguendo il percorso della Ring Road in senso antiorario e facendo una decina di deviazioni per un totale di 2200 Km. Le soste sono quasi obbligate perché le città (meglio dire paesini) che si incontrano sono davvero poche.
Cominciamo dai voli. Studiamo le tratte più convenienti per arrivare all’aeroporto di Keflavik\Reykjavik. Ore di studio sulle varie combinazioni ci portano alla soluzione: volo Ryanair Bari-Stansted il 10 Giugno 2013, navetta tra gli aeroporti di Stansted e Luton, volo Easyjet Luton-Keflavik. Ritorno allo stesso modo il 20 Giugno Keflavik-Luton, navetta e Stansted-Bari.
I voli Easyjet li prenotiamo subito a 130€ a\r a persona, per i voli Ryanair aspetteremo il momento giusto, verso fine Aprile, quando prenoteremo a\r a 60€ a persona.
Notare che siamo partiti col solo bagaglio a mano. Il piano è stato di fare la valigia valida 5 giorni per poi lavare tutto a metà viaggio in un appartamento dotato di lavatrice e asciugatrice.
Arriva il momento di scegliere gli alloggi. Il fatto di essere in 6 aiuta a risparmiare molto in quanto si possono scegliere dei cottage o degli appartamenti a prezzi davvero modici se paragonati a quelli degli hotel. Per gli alloggi abbiamo usato esclusivamente i siti booking.com ed airbnb.com.
Fornirò spiegazione e prezzo degli alloggi durante il racconto.
Altro punto importante essendo un viaggio on the road: la macchina. Molti consigliano di prendere un fuoristrada in Islanda forse perché non hanno mai viaggiato sulle strade interne italiane. In Islanda basta anche una Panda per vedere tutti i maggiori punti d’interesse. Il fuoristrada serve solo nel caso si volesse visitare l’interno dell’isola, un viaggio a se stante e diverso che merita almeno 20 giorni. Noi prenotiamo dalla compagnia locale Geysir un Qashqai+2 4×4 a 1030€ per 9 giorni.
Fatto! Siamo al 31 Gennaio ed abbiamo prenotato tutto! Prezzo totale tra macchina, voli ed alloggi di circa 700€ a persona (se si va da soli o in coppia se ne spendono almeno il doppio).
I mesi a seguire saranno fatti di letture di guide turistiche e racconti di viaggio sull’Islanda in modo da stilare un itinerario impeccabile.
Vi racconto il viaggio giorno per giorno.
GIORNO 0. La partenza
Oggi in Puglia ci sono stati 33 gradi. Ci incontriamo tutti e sei all’aeroporto di Bari Palese. Il bagaglio a mano è nei limiti però addosso ho un pile e un giubbino da neve con le tasche piene di calzini.
L’organizzazione è impeccabile! Sia io che Aldo abbiamo una cartellina con tutti i check-in, tutti gli indirizzi e contatti degli hotel, le mappe e l’itinerario.
Siamo pronti. Aldo, Francesca, Davide, Graziana, Rosario ed Arale (ovvero Eleonora con gli occhialoni).
Partenza puntuale alle 20.50 e atterraggio a Londra alle 22.50 (recuperiamo un ora di fuso orario). Per 12 sterline a persona prendiamo la comodissima navetta della National Express delle 00.30 che ci porta all’aeroporto di Luton per le 1.45. Qui passeremo qualche ora a dormire sui pavimenti (l’alloggio più economico trovato) fino al volo Luton-Keflavik delle 6.45.
GIORNO 1. Reykjavik, Blue lagoon
Volo Easyjet puntuale, posti prenotati e crackers in omaggio ma io amerò sempre e comunque Ryanair e i suoi Boeing 737!
Arriviamo a Keflavik alle 8.45 (altra ora di fuso orario recuperata) che ci sono 7 gradi. Poco importa. Già fuori dall’aeroporto mi perdo negli spazi sconfinati e gli ammassi di pietre laviche.
Andiamo a ritirare l’auto. Con qualche difficoltà troviamo l’agenzia che si trovava a 300 metri a piedi dall’aeroporto. Ci dicono che non hanno il Qashqai+2 che avevamo prenotato e che ci daranno un’altra macchina allo stesso prezzo. Ci propongono l’Honda CRV ma rifiutiamo in quanto siamo in 6. Ci propongono a quel punto la Cadillac 4.2 V6 a Benzina da millemila cavalli, 7 posti su tre file più bagagliaio gigante, cerchi in lega da 24”. Rimaniamo allibiti, sogniamo, ma poi torniamo con i piedi per terra quando ci dicono che la Cadillac consuma 25litri/100Km! Avremmo speso oltre 1000€ di carburante. L’ultima proposta della Geysir è più accettabile: Nissan Patrol 3.2 4×4 Diesel 7 posti. Diesel e Benzina costano uguali in Islanda e siamo circa sui 1,50€/litro.
Prendo confidenza con la macchina in quanto il cambio è automatico. Al posto della frizione pigiavo il freno per cambiare marcia per la felicità degli altri 5 passeggeri. Stanno ancora sudando freddo!
Prima e imperdibile sosta dopo lo stressante viaggio, a soli 23 Km dall’aeroporto, Blue Lagoon!
Durante il breve tragitto, circondati da campi di lava sterminati, notiamo una piazzola di sosta con delle indicazioni. In quel luogo c’è una grotta lavica! L’ingresso è di fronte a noi ma nessuno ha una torcia per entrare. “Casualmente” Davide ne ha una in valigia. Entriamo io e lui e facciamo diverse decine di metri gattonando fino a raggiungere un grande stanzone, pareti di lava levigata e pieno di stalattiti.
Pochi minuti e siamo a Laguna Blu. Ci sono 5 gradi, pioviggina e c’è un vento gelido! Fortunatamente andremo ad immergerci nell’acqua a 38 gradi della laguna. Facciamo il ticket da 65€ che prevede: accappatoio, utilizzo dello spogliatoio con cassetta di sicurezza, trattamenti di bellezza per il viso ed un drink immersi nella laguna! Il prezzo ci sembrava eccessivo ma abbiamo realizzato che assolutamente ne vale la pena. A disposizione degli ospiti c’è anche sauna e bagno turco. Siamo rimasti immersi per circa 6 ore. E’ bello vedere la gente con berretti e cappotti e noi in costume a sorseggiare una pinta di Gull (inclusa nel biglietto d’ingresso) sotto una cascata di acqua bollente! Grazie alla fotocamera subacquea di Davide avremo anche delle bellissime foto.
Chiusa la rilassante parentesi di Laguna Blu riprendiamo l’auto in direzione Reykjavik dove pernotteremo in un appartamento molto vicino al centro trovato su airbnb.com per 145€ totali (grazie Aldo). Arrivati in città cerchiamo un supermercato della catena Bonus (ha come insegna un maialino rosa) e ci carichiamo di cibo per colazione, pranzo e cena del giorno successivo. Prendiamo confidenza con lo skyr, un formaggio cremoso alla frutta dal sapore simile al fruttolo ma molto più gustoso.
Sistemati i bagagli ci dividiamo le stanze. Io ed Eleonora dormiremo nella doppia con letti singoli, Aldo e Francesca sul divano letto e Davide e Graziana nella camera matrimoniale.
Sono le 20 ed è uscito un bel sole! Siamo a pezzi ma dobbiamo visitare Reykjavik in quanto del nostro itinerario le abbiamo riservato solo due mezze giornate.
Stasera ceneremo al Sea Baron vicino al porto, locale pubblicizzato dalla Loney planet e da Andrew Zimmern. Prendiamo la famosa zuppa d’aragosta e alcuni spiedini di pesce tra cui la balena (in Islanda, Norvegia e Giappone si continua a pescarle). Spendiamo circa 15€ a testa.
Facciamo un bel giro a piedi e visitiamo alcune delle principali attrattive della città: il lago Tjornin, la famosa Hallgrimskirkja, il city Hall, il porto.
Reykjavik è una città abbastanza vivace e giovanile, piena di locali. Ha poco a che fare col resto dell’Islanda. E’ bello iniziare il viaggio da qui perché i giorni a seguire saranno un crescendo di tranquillità e spettacolarità!
Andiamo a dormire a mezzanotte col sole all’orizzonte. Sveglia piazzata alle 8.30.
GIORNO 2. Golden Circle, Seljalandsfoss, Skogafoss, Myrdalsjokull
Mai dormito cosi bene! Sarà merito di laguna blu!
Prepariamo la colazione con ogni genere alimentare a tavola incluso lo Skyr. Prepariamo il caffè portato dall’Italia e qualcuno assaggia qualche specialità islandese già questa mattina: agnello affettato con pane ai semi di lino e tonno in scatola (che nei giorni seguenti scopriremo provenire dalla Thailandia).
Sistemiamo l’appartamento (altrimenti si paga una penale), riprendiamo i bagagli e partiamo per il tour di oggi.
Itinerario impegnativo che prevede 275 Km d’auto e diverse brevi escursioni a piedi. Temperatura 10 gradi e cielo leggermente nuvoloso.
La nostra prima tappa dopo soli 47 Km è il Thingellir, sede del primo parlamento vichingo dall’anno 930. Per fare 47 Km ci mettiamo 90 minuti in quanto le ragazze ci costringono a fermarci in continuazione per accarezzare e fotografare cavallini e pecorine (cit. Francesca).
Arrivati al Thingellir dal parcheggio, a destra del centro informazioni, parte una facile passeggiata che in circa 90 minuti ci permette di vedere le cascate di Oxarafoss, le fenditure di Alamanja (dove la zolla americana e quella europea si stanno dividendo) e lo splendido scenario dell’antico parlamento dei vichinghi.
Ripartiamo subito in direzione nord per visitare la zona dei Geysir a circa 55 Km di distanza. I cavallini islandesi li salutiamo dal finestrino ed in 45 minuti siamo a destinazione. Scenario surreale con pozze di fango ribollenti, vapore acqueo e sullo sfondo lui, lo Strokkur, che ci accoglie col suo getto di 25 metri. Rimaniamo ad osservare più volte il fenomeno che avviene ogni 6 minuti circa. Pausa pranzo al sacco e verso le 17.00 ripartiamo in direzione Gullfoss, solo 15 Km di strada. Facciamo una piccola deviazione per osservare dei graffiti in una caverna circondati da un bel paesaggio.
La cascata Gullfoss è spettacolare ed impetuosa. Aldo non si gode molto lo spettacolo per la presenza di qualche moscerino senza lontanamente immaginare cosa lo attende in riva al lago Myvatn tra qualche giorno (Myvatn significa lago moscerino in islandese).
Si riparte per uno spostamento più lungo, circa 160 Km fino al nostro posto per la notte: Sólheimahjáleiga Guesthouse nel paesino di Vik i Myrdal. 300€ per tre camere doppie, bagno in camera e colazione inclusa.
Siamo in ritardo sulla tabella di marcia ma riusciamo comunque a vedere le cascate di Seljalandsfoss e Skogafoss (si vedono entrambe dalla Ring 1). Non cito la miriade di cascate minori che si vedono percorrendo le strade islandesi!
Seljalandfoss merita una visita in quanto è possibile camminare fin dietro al velo d’acqua. Di fianco a Seljalandsfoss si nota dalla strada solo la cresta di una cascata. Si tratta di una perla nascosta. Forse una delle più belle cascate mai viste per il tipo d’ambientazione. Circondata da mura alte ricoperte da muschio verdissimo.
Alle 21 arriviamo a destinazione, prendiamo le camere, ceniamo e alle 23 dormiamo? No! Ripartiamo per fotografare meglio Skogafoss dove Davide, Graziana e Francesca fanno i 700 scalini che portano sulla sommità della stessa. Vista spettacolare. Dopo le cascate andiamo a fare una breve passeggiata su una lingua glaciale del Myrdalsjokull (don’t try this at home).
Il Myrdalsjokull ricopre totalmente un vulcano ancora attivo! L’ultima eruzione c’è stata nel 2011 ed ancora oggi si possono vedere i residui di cenere lavica sul ghiaccio.
Sono le 00.30 e torniamo finalmente a dormire. Il sole è nascosto dietro il ghiacciaio ma sappiamo che in massimo un paio d’ore ritornerà!
GIORNO 3. Dyrholaey, Sandur, Skaftafell park, Jokulsarlon
Sveglia ore 9.00 e colazione nordica a buffet.
Ieri abbiamo avuto un assaggio della bellezza dell’Islanda. L’itinerario di oggi prevede altri duri colpi alla nostra concezione di “spettacolare”.
Oggi percorreremo 310 Km la maggior parte dei quali all’interno del misterioso deserto lavico del Sandur. Piove leggermente e ci sono 8 gradi ma migliorerà dopo pranzo.
Prima tappa a soli 16 Km è la spiaggia nera di Vik da cui si ha una vista sui faraglioni e l’arco roccioso di Dyrholaey. L’oceano fa paura visto da qui. In spiaggia facciamo conoscenza con le pulcinelle di mare. Sembrano davvero dei piccoli pinguini! Per l’occasione Aldo ci costringe ad imitarle!
Si riparte. 160Km dispersi nel Myrdalsandur. Paesaggio veramente bizzarro. Ad un certo punto siamo costretti a fermarci perché le rocce laviche erano ricoperte da un muschio spesso circa 30 cm che crea un paesaggio da fiaba! Come facciamo a non rotolarci in questo paradiso. Alzi lo sguardo e ti trovi circondato dal nulla. Qui Aldo ci costringe ad imitare i Teletubbies. Il fatto sconcertante è che lui conosce la canzone a memoria!
Il paesaggio comincia a cambiare. Ci avviciniamo al ghiacciaio Svinafelssjokull.
La nostra tappa è il parco Skaftafell. Arriviamo al centro informazioni e selezioniamo un’escursione. Faremo quella che parte a sinistra del centro informazioni e che in 2 ore ci porta a vedere le Svartifoss (da non perdere), altre cascate minori, una fattoria e il poetico paesaggio del ghiacciaio. Da qui ci sono possibilità infinite di escursioni tutte ben indicate a partire da una fino ad anche 8\9 ore.
Ci stanchiamo come si deve e terminiamo le provviste durante il pranzo.
La stanchezza svanirà come per magia quando arriveremo alla prossima tappa, dopo 57 Km, la laguna glaciale di Jokulsarlon.
Senza esagerare è uno dei posti più belli da vedere al mondo! Bisogna andarci. Le foto non bastano per capire! Il ghiacciaio Vatnajokull sullo sfondo che si immerge in acqua celeste e pezzi di ghiaccio bianco e trasparente con venature blu che si staccano e prendono il largo molto lentamente.
Rimaniamo qui per un bel po’. Facciamo centinaia di foto. Graziana s’innamora letteralmente di questo posto. La sua foto profilo di facebook è ancora quella da allora!
Si riparte in direzione Hofn dove prenderemo possesso dell’appartamento e ceneremo. Pernotteremo allo Skyjaborg apartament, Vikurbraut 2 situato al piano superiore di un pub. Per 198€ totali abbiamo un appartamento stupendo con vista sulle tre lingue glaciali che dominano lo scenario di questo bellissimo paesino!
Dopo due giorni di spuntini al sacco ci regaliamo una cena a base di aragosta. Il locale è anche molto caratteristico. Si chiama Kaffi Hornid. Paghiamo circa 35€ a testa molto ben spesi.
GIORNO 4. Laguna dei cigni, Hengifoss, Fiordi orientali
Sveglia alle 8.00 per i ragazzi. Abbiamo finito le scorte e quindi andiamo a fare la spesa presso il nostro solito Bonus (ogni paese ne ha almeno uno). Ci carichiamo di Skyr, tonno, pane, frutta, frutta secca e salumi! La spesa non basta mai! Forse abbiamo dimenticato alcuni sacchetti pieni di viveri in qualche appartamento in cui siamo stati. Qualche malpensante insinua che io e Davide durante la notte abbiamo finito le provviste di tutti in preda ad un attacco di fame ed avrebbero addirittura le prove. Noi tutt’ora continuiamo a ribadire che solo una sera in loro assenza ci siamo permessi un piccolo spuntino non potevamo mica finire tutti i salumi, due pacchi di pan carrè e 3 scatole di tonno! Forse!
Oggi la giornata è bella. Sole e 14 gradi. Il bianco del ghiacciaio sullo sfondo è ipnotico! Decidiamo di fare colazione in una delle centinaia di aree pic-nic disponibili in tutta l’islanda. Scegliamo un tavolino sulle sponde dell’Hornafiordur e sullo sfondo l’immenso Vatnajokull.
Si riparte. Oggi abbiamo circa 300 Km da percorrere.
Appena presa la Ring 1, usciti da Hofn, c’è la possibilità di visitare la colonia di cigni più grande d’Europa. Ci accontentiamo di vederli da lontano senza scendere dalla macchina.
Abbiamo molta strada da fare fino alla tappa principale di oggi. 197 Km ci separano dalle cascate Litnanelfoss ed Hengifoss (ben 118 metri). Le cascate si trovano nei pressi del lago Lagarflijot residenza del cugino del mostro di Lochness. Qui vicino si può anche passeggiare nell’Hallormsstaðarskógur, la foresta più estesa (nonché una delle pochissime) di tutta l’Islanda.
Per la strada ad un certo punto sono costretto a frenare in quanto un branco di animali non identificati invade l’autostrada. Si trattava di renne. L’emozione è stata tanta, abbiamo scattato decine e decine di foto.
Verso le 13.00 giungiamo ai piedi del sentiero che porta alla cascata Hengifoss. L’escursione durerà circa due ore. Il sentiero è ben indicato. L’assenza di protezioni ti da la possibilità di spingerti fino ai bordi dello strapiombo che da nel torrente ed a volte il sentiero stesso passa di fianco alle pareti scoscese! Una passeggiata da brivido in alcuni tratti. Il sentiero ci porta a vedere una serie di belle cascate fino ad arrivare nei pressi dell’imponente Hengifoss. In questo punto preciso addirittura Davide viene colpito da vertigini! E’ un tratto di sentiero di circa 5 metri in cui se sbagli a mettere un passo sei morto! (Senza esagerare).
L’adrelina prodotta durante questa escursione ci mette appetito e come minimo dimezziamo le nostre provviste. Pranziamo vicino al lago. Dopo pranzo un po’ di relax. Alcuni fanno una bella passeggiata nella foresta.
Ci rimettiamo in macchina verso le 17.30. 55 Km ci separano da Seydisfjordur. Percorriamo la strada 93 che s’arrampica fino a 600 metri sul livello del mare per poi scendere nell’incantevole fiordo! Passiamo dai 13 gradi di Hengifoss ai zero gradi in cima alla strada 93 circondati da neve (con annessa passeggiata) per poi passare ai 16 gradi di Seydisfjordur. Ne valeva la pena.
Facciamo una passeggiata tra le casette colorate di Seydisfjordur, beviamo una buona Gull (al solito prezzo di 6€) ed assaggiamo dei gustosi waffel alla marmellata.
Sono le 20.00 quindi decidiamo di recarci presso l’alloggio di oggi. 50 Km di strada, ripercorriamo la mitica 93 ed in un ora arriviamo a Fáskrúðsfjörður dove ci aspetta la signora Helga che ci ospiterà nel suo bellissimo cottage con vista fiordo in tre camere matrimoniali. Posto stupendo, proprietari simpaticissimi. Il cottage è stato trovato su airbnb e si chiama “Gisting í heimahúsi”, costa solo 85€ per tutti e 6! Paghiamo a parte la colazione. Per 6€ a testa Helga ci prepara di tutto. Dolce e salato.
Serata relax nel cottage.
GIORNO 5. Dettifoss, Hverir, Grotanja, Hverfell
Colazione perfetta in compagnia di Helga e del biondissimo figlio.
Si riparte seguendo la Ring 1. 180 Km ci separano dalla prossima tappa ovvero le cascate Dettifoss.
Saltiamo tutte le deviazioni per i fiordi orientali e ci troviamo rapidamente nel deserto del Nord. Molto affascinante il paesaggio. Nessuna pianta ed alcuni vulcani minacciosi sullo sfondo.
Le cascate Dettifoss si tuffano all’interno del Canyon Asbyrgi e ci sono due strade per raggiungerle. La 862 che permette di vederle di fronte e la 864 per avvicinarsi fino al bordo! Scegliamo la 862 invidiando un po’ chi poteva apprezzare da pochi centimetri la potenza della cascata con la più grande portata d’acqua d’Europa! 100 metri d’altezza per 50 di larghezza. Impetuosa.
Una miriade di moscerini rovinano lo spettacolo ad Aldo. Il nostro limite di sopportazione sarà invece messo alla prova il giorno dopo sul lago Myvatn.
La 862 era aperta solo fino alle cascate. Molte strade islandesi sono state chiuse al traffico quest’estate per via delle forti nevicate invernali. La mappa completa sulle condizioni delle strade è reperibile in tempo reale sul sito http://www.vegagerdin.is conviene informarsi prima di partire per organizzare l’itinerario in maniera precisa.
In un’oretta di auto raggiungiamo il nostro cottage di oggi. “Hlid cottages” trovato su booking.com a 190€ per una notte. Una matrimoniale, una doppia con letti singoli ed una mansarda. Spartano ma funzionale. Si pagano a parte le lenzuola per 10€ a persona.
Per decidere chi saranno i fortunati a dormire in mansarda ci sarà un sorteggione nel quale “vincono” Aldo e Francesca! La mattina dopo li abbiamo trovati a dormire sul divano all’ingresso.
Preso il cottage andiamo a pranzare in un ristorante vicino al lago. Assaggiamo per la prima volta il pane nero con trota affumicata tipico di queste zone. Potrebbe non piacere a tutti per via del gusto particolare. Ma dobbiamo assaggiare tutto!
Dopo pranzo torniamo indietro di un paio di Km per visitare il campo geotermico di Hverir. E’ uno di quei posti che le foto non possono spiegare. Bisogna visitarli di persona. Sentire l’odore di terra bruciata, vedere ribollire le pozze di fango. Ovunque ci sono spaccature fumanti e pozze color Ocra. L’inferno, un bellissimo inferno.
Torniamo a cenare al ristorante del paesino (i prezzi non sono alti) e facciamo un po’ di spesa nell’unico supermercato presente.
Si fanno le 21 ma il sole alto ci dice che possiamo fare altre escursioni. In quata zona ci sono centinaia di percorsi che si possono intraprendere.
Purtroppo gli anziani (Eleonora, Graziana, Francesca e Aldo) sono stanchi e si regalano una nuotata nelle piscine geotermali del posto (una laguna blu in miniatura a Nord).
Ci diamo appuntamento alle 23.30 ed io e Davide partiamo alla conquista del vulcano Hverfell che domina lo sfondo!
Facciamo una sosta alla fenditure di Grotanja. Una lunga spaccatura della crosta piena d’acqua bollente a circa 48 gradi. Osserviamo qualche coraggioso turista farsi il bagno. Ci prendiamo un po’ di tempo per riflettere se è il caso di entrare.
Optiamo per scalare l’Hverfell. Passeggiata facile e salita non molto ripida. Bel paesaggio. Scendiamo anche all’interno del cratere. Durante la ridiscesa troviamo un teleobiettivo della Nikon perso da un turista francese. Da bravi ragazzi glielo riconsegniamo arrivati giù.
Ora siamo stanchi anche noi. Sai cosa ci vuole? Il bagno a Grotanja!
Sono le 23, ci sono 5 gradi ma c’è il sole. Siamo in compagnia di un turista norvegese, un islandese e una coppia canadese. L’acqua è bollente ma stare fuori in mutande è peggio!
Ci facciamo coraggio ad entrare. Davide diventa bianco all’istante. E’ costretto ad entrare e uscire in sequenza per non sentirsi male. Io invece riesco a fare anche qualche capriola sott’acqua. Solo il turista norvegese sapeva fare di meglio!
Torniamo soddisfatti a prendere il resto del gruppo.
GIORNO 6. Krafla, Myvatn, Dimmuborgir, Godafoss
Oggi i Km da percorrere sono relativamente pochi, solo 130, ma le cose da vedere sono tante.
Prima tappa a pochi Km dal cottage è l’area vulcanica di Krafla nei pressi di una grande centrale geotermica.
Il paesaggio è inimitabile. Vulcani, lava solidificata, neve. Diversi sono i percorsi escursionistici che si possono seguire da qui. Visitiamo il cratere Viti che custodisce un lago coloratissimo al suo interno. Spuntino in un chiosco di hot dog vicino al parcheggio.
Si riparte, pochi Km e siamo sulle sponde del lago Myvatn. Il lago è il luogo dove vivono e nidificano centinaia di specie di uccelli! Peccato che oltre a loro ci vivono anche miliardi di moscerini (da cui il nome del lago). Aldo rimane in macchina onde evitare inutile nervosismo. Io, Davide e le ragazze scendiamo coperti dalla testa ai piedi. Intorno a Myvatn ci sono due tipi di moscerini: una specie attratta dai capelli e l’altra attratta dall’anidride carbonica! Siete fregati a prescindere! I primi sono gli unici che pungono.
La passeggiata dura poco per le ragazze che vengono assalite letteralmente. Quando loro riescono a scappare i moscerini colpiscono noi. Dovevamo attrezzarci con delle retine per coprire il volto. Riusciamo comunque a scattare belle foto ricordo moscerini compresi!
Altra escursione all’immenso campo di lava di Dimmuborgir sul quale si affaccia il vulcano Hverfell. Anche qui ci sono i moscerini ma sono più “civili”. Bella e suggestiva passeggiata. Anche qui i percorsi possibili sono tantissimi.
C’è tanto sole oggi e questo ci aiuterà a goderci lo spettacolo della cascata Godafoss. La si nota già diversi chilometri prima di arrivarci percorrendo la Ring 1.
Sono le 17 e ci dirigiamo verso Akureyri dove pernotteremo al Pearl of the North apartaments trovato su booking.com per 240€. Il più bello di tutto il viaggio. Dotato di tre matrimoniali, lavatrice, asciugatrice e idromassaggio caldo all’aperto. Conosciamo l’uomo che si occupa degli appartamenti, uno svizzero che si è innamorato di Akureyri tanto da abbandonare le alpi. Citando le sue parole: per uno svizzero è un sogno trovare insieme le montagne e il mare, vedere le cascate che finiscono la loro corsa in mare e vederle ghiacciate in inverno è uno spettacolo che merita di essere vissuto sempre.
La città di Akureyri è stupenda. Sempre soleggiata, vista magnifica sulle montagne innevate, casette colorate. E’ molto più bella di Reykjavik!
La sera ceniamo al Bautinn in centro dove, ordinando un secondo, si ha l’accesso al buffet all you can eat in cui si può trovare di tutto dalla pasta alla frutta ed alle ottime zuppe locali.
Qui mangiamo carne di balena e guillemot (un uccello artico).
Dopo una passeggiata in centro ritorniamo all’appartamento per lavare e asciugare come preventivato tutti i nostri vestiti.
GIORNO 7. Whale watching, Siglufjordur, Countrybar
Sveglia e colazione nel nostro appartamento di Akureyri. 15 gradi e sole splendido. Abbiamo prenotato il whale watching a Dalvik per le 13.30. Facciamo una passeggiata nel giardino botanico di Akureyri dove assistiamo anche ad alcuni spettacoli. Oggi 17 Giugno è la festa nazionale dell’Islanda.
Risaliamo il fiordo di Akureyri lungo la strada 82 fino a Dalvik.
Siamo 15 persone a bordo incluso l’equipaggio. L’escursione costa 50€ a testa, meno rispetto a quelle che organizzano ad Husavik ed anche meno affollate.
A bordo ci forniscono giacche termiche per chi ne avesse bisogno. Nonostante il sole splendente ci sono 10 gradi e soffia un vento gelido dal nord.
L’avvistamento delle balene avviene il 90% delle volte. Noi siamo fortunati e riusciamo ad avvistare più volte un bellissimo esemplare di 12 metri (quasi quanto la nostra barca). Rimaniamo incantati dalla sua eleganza.
Arrivati a Dalvik assistiamo ad una sfilata di cavalli per la festa nazionale.
L’escursione in barca prevede una seconda fase. Ci forniscono 5 canne da pesca, esche finte e ci istruiscono sui movimenti da fare. A noi sembra una barzelletta. Nessuno di noi aveva mai pescato ed il pranzo a quanto pare dipendeva dalla buona riuscita della pesca in 5 minuti di orologio.
Del nostro gruppo ci mettiamo a pescare io e Graziana. Sotto gli occhi increduli di tutti, in 5 minuti, io pesco due catfish da 3 Kg l’uno mentre Graziana uno solo ma di circa mezzo metro (con foto che lo testimoniano). Esperienza indimenticabile. Un membro dell’equipaggio pulisce davanti a noi i pesci che saranno poi arrostiti una volta tornati al porto. Io e Davide ne assaggiamo una fettina crudo! Come fanno i gabbiani che ci circondano!
Durante il ritorno ci offrono un te caldo. 50€ ben spese. Ecco perché su tripadvisor hanno ottenuto il massimo punteggio.
Pranziamo con i nostri nuovi compagni d’avventura e con l’equipaggio a base di redfish e catfish da noi pescati. Durante la pausa decidiamo, grazie ai consigli di un ragazzo islandese, di proseguire sulla strada 82 verso nord e visitare Siglufjordur.
Aiutati da un sole splendido facciamo delle foto stupende. Siglufjordur è un paesino carino, tutto colorato in un paesaggio che sembra finto.
Dopo Siglufjordur facciamo tanta strada, circa 150 Km, per raggiungere il nostro cottage a Skagastrond. Il paesaggio è bello, si costeggia l’oceano.
Stanotte pernotteremo in una cabina trovata su airbnb da Aldo costata solo 66€ più 60€ per il noleggio della biancheria. Il cottage è piccolissimo. Ci sistemiamo Aldo e Francesca nella matrimoniale e per gli altri quattro tocca la mansarda! La posizione della cabina è a due passi contati dalla laguna degli Orsi polari dove in inverno si dice che arrivino dalla non lontana Groenlandia i simpatici animaletti attaccati agli Iceberg. Forse per questo il prezzo è un affare. Vero Aldo?
La sera si cena al Countrybar di Skagastrond. Abbiamo deciso di pernottare qui anche per questo!
Il locale è molto famoso e merita una visita. Non si spende neanche tanto. Piatti consigliati sono le pizze ed i mega-hamburgers.
Questa sera siamo affacciati a ovest e dormiamo a due passi dall’oceano decidiamo quindi di goderci lo spettacolo del sole di mezzanotte dalla baia (degli orsi polari).
Mi sembra di sognare in questo posto. Silenzio che uguale si può sentire solo all’interno di una grotta rotto a volte dal battito di ali o dai versi di uccelli artici, sole all’orizzonte e colori stupendi che mi circondano.
Qualche minuto prima di mezzanotte il silenzio viene rotto da una specie di urlo! Stavamo aspettando Davide e Graziana sulla baia ma i due non arrivavano. Li vediamo sbucare da una collinetta e Graziana ha un volto sconvolto e si vedeva che aveva pianto. Riesce a raccontarci la sua esperienza. Ci stava raggiungendo da sola sulla baia quando una decina di uccelli artici (quelli col becco arancione) l’hanno aggredita! A turno le si lanciavano in testa! Ecco la specie di urlo cos’era. Quante risate e quanta paura!
C’è una spiegazione a tutto questo. Gli uccelli artici nidificano a terra allora si sentono in dovere di proteggere i loro piccoli dalla presenza di un estraneo. Se ci si avvicina al nido prima ti avvertono girandoti intorno, poi man mano aumentano di numero fino a che non capiscono che sei una minaccia reale ed allora ti attaccano! Lo sappiamo bene in quanto il giorno dopo ci succederà la stessa identica cosa quando eravamo tutti insieme. Graziana aveva ragione ad essere scossa!
Andiamo a dormire felici e abbronzatissimi (merito del whalewatching).
Giorno 8. Foche, penisola di Snaefellsnes
Oggi giornata molto nuvolosa e fredda. Abbiamo da percorrere molti chilometri fino alla penisona di Snaefellsnes.
Tappa intermedia è la penisola di Vatnses conosciuta come sede di una numerosissima colonia di foche! Percorriamo pochi chilometri sulla strada 711 che costeggia la penisola e veniamo informati che il sito principale dove si possono osservare le foche è chiuso al pubblico in quanto ci trovavamo nel periodo della loro riproduzione! La donna ranger che ci spiega questo ci indica però una spiaggetta a pochi passi dove possiamo osservare diversi esemplari. Che animali curiosi. Sono molto eleganti quando nuotano. Sembrano giocatori di pallamano!
Passeggiando allegramente sulla spiaggia e fotografando le cose accade un fatto divertente! Subiamo una bella aggressione di gruppo dagli uccelli artici! Scappiamo tra le risate. Qui comandano loro! Ci arrendiamo!
La strada scorre lenta, io guido e quasi tutti dormono. Qui l’Islanda è meno spettacolare del solito ed in più piove! Facciamo una pausa pranzo in un panificio di Stykkishólmur un bel paesino di pescatori. Mangiamo zuppa illimitata e una quantità industriale di pane ai semi di lino per meno di 10€ a testa.
Facciamo qualche foto allo Snafellsjokull per la felicità di Aldo siamo nel posto dove inizia il “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne.
Raggiungiamo nel tardo pomeriggio il nostro appartamento Grundarfjordur Hostel and Apartments dove per 160€ abbiamo davvero un bel posto per la notte.
Passiamo la serata nell’unico pub aperto del paese dove ceniamo a base di pizza (non male) e Gull a volontà (chi se ne importa se costa 6€ una media). Complice qualche bicchiere di troppo e complice la vicinanza all’oceano io e Davide ci sfidiamo a vicenda a fare il bagno nell’oceano a mezzanotte! Ci sono 2 gradi nell’aria ma a mezzanotte precise si parte con Aldo cameraman al seguito. Io sono scalzo ma resisto alle pietre laviche appuntite (da buon atleta baxano) non resisto invece alle alghe sulle rocce già scivolose per conto loro, faccio un volo di un metro e mi ritrovo dolorante a terra. Arriviamo sulla riva dell’oceano. Si gela e ci sono centinaia di meduse. Io sono titubante ma Davide dimostra serietà e si tuffa io lo seguo a ruota sentendo il peggior freddo mai provato prima.
Doccia bollente al profumo di zolfo e bella dormita.
Giorno 9. Snaefellsnes, Skarthsvik, Arnastapi, Songhellir, Borgarnes
In questo giorno è previsto il lungo spostamento fino a Reykjavik. Dall’Italia non abbiamo deciso niente di dettagliato. Leggendo la Lonely planet decideremo le cose da vedere man mano prendendoci tutto il tempo che ci serve (anche perché di Reykjavik ci interessa solo il posto letto).
Decidiamo di fare il giro della penisola di Snaefellsnes. Ammiriamo l’imponente ghiacciaio sulla nostra sinistra. Visitiamo un tratto di costa dove si possono trovare sparsi i frammenti di una nave britannica finita li dopo una potente tempesta in mare. Qui il mare è grosso, l’atmosfera cupa, si capisce bene il motivo per il quale tante saghe islandesi hanno origine in questi luoghi.
Visitiamo Skarthsvik, spiaggia di sabbia dorata. Una rarità in Islanda.
Facciamo una passeggiata sulle belle e cupe scogliere di Arnastapi. Visitiamo i graffiti nel sito di Songhellir.
Proseguiamo lungo la penisola quando da lontano la nostra attenzione viene catturata da una spaccatura nella montagne ed un cartello con una parola che finisce in anja. Sappiamo che in Islanda vuol dire fenditura! Vuoi vedere che c’è una forra tutta per noi?
In effetti era una bella forra. Riusciamo a risalire per qualche decina di metri in quanto la portata d’acqua era limitata. La forra è promettente, pareti altissime e acqua limpida! Ci promettiamo che un giorno in futuro gireremo l’Islanda attrezzati a caccia di forre (chissà se qui il canyoning è arrivato).
Pic-nic in un bosco e ripartenza. Nel primo pomeriggio arriviamo a Borgarnes dove una sosta obbligatoria è il Centro studi della colonizzazione dove si può avere un quadro generale e molto chiaro della storia di questo paese meraviglioso.
Arriviamo stanchi a Reykjavik e facciamo l’ultima passeggiata per le vie del centro e compriamo qualche souvenir (vorrei tanto regalarmi il tipico maglione islandese ma costa oltre 100€ purtroppo). Io e Davide chiudiamo il cerchio delle specialità gastronomiche islandesi assaggiando lo squalo putrefatto. Ne porteremo un vasetto in Italia passando abilmente tutti i controlli aeroportuali!
GIORNO 10. Arrivederci Islanda
E’ il momento di partire, il tempo è volato e le emozioni sono state tante ed intense.
2400 Km percorsi. Ho perso il conto delle cascate, cavalli e pecore che abbiamo visto!
In questo viaggio ho cambiato la mia concezione di “bello”.
L’Islanda ti lascia un segno indelebile dentro. Si rimane senza parole davanti a tanta natura e ci si sente insignificanti. Capisci quanto le cose materiali e la nostra civiltà consumistica siano modelli sbagliati da seguire.
Volo easyjet Keflavik-Londra. Quanto cemento, quanto asfalto, la gente triste, il cielo grigio, l’acqua in bottiglie di plastica, il traffico e i rumori. Già mi manca l’Islanda!
Volo Ryanair Londra-Bari. Almeno nella mia puglia c’è sempre il sole ad accoglierci e posso finalmente togliermi il giubbino da neve a Giugno!
Ringrazio di cuore tutti i miei compagni di viaggio.
Eleonora. Grazie per aver ascoltato tutti i miei discorsi sull’islanda da Gennaio a Giugno tutti i giorni e a tutte le ore!
Aldo. Grazie innanzitutto per aver fatto scattare la scintilla di questo viaggio! Grazie per aver fatto delle magie sulla ricerca degli alloggi e grazie per averci insegnato la canzone dei teletubbies.
Davide. Grazie per avermi tenuto la mano sul ghiaccio e per avermi fatto passare la paura delle meduse. Grazie per aver tenuto fino ad oggi il segreto della misteriosa fine delle provviste.
Graziana. Grazie per la tua disavventura con gli uccelli artici!
Francesca. Grazie per aver sacrificato un giubbino nuovo per il gusto di visitare una grotta di ghiaccio! Grazie per aver vinto l’estrazione della mansarda a Myvatn!
Strokkur. Grazie per aver realizzato il mio sogno da bambino di vedere un geyser.
Nissan Patrol. Grazie per non avermi mai permesso di cambiare marcia.
Ryanair. Grazie perché senza di te non so come farei.
Moscerini. Grazie per aver fatto dileguare le ragazze lasciandoci in tranquillità in riva al lago!
Se avete qualche domanda da farmi vi risponderò volentieri.
Scrivetemi a gatti.rosario@libero.it