Capodanno in Islanda tra il 2021 e il 2022
Informazioni generali
Quando: 7 giorni dal 30.12.2021 al 05.01.2022.
Indice dei contenuti
Perché questo viaggio: dopo due viaggi senza nostro figlio Matteo, quando ci ha proposto di fare qualcosa tutti insieme (noi 4 più la sua ragazza), abbiamo colto la palla al balzo. La scelta è caduta sulla Giordania, prenotata a ottobre e saltata con il DPCM del 15 dicembre (l’hanno fatta passare in lista E). Dopo aver sbollito l’arrabbiatura – e qui mi fermo – la scelta della nuova destinazione è stata fatta all’istante. In Islanda eravamo stati per un mese con il camper anni fa (ci eravamo imbarcati in Danimarca e dopo uno stop alle Faer oer, eravamo arrivati in Islanda dopo 5 giorni). Ci era piaciuta tantissimo e ci eravamo ripromessi di tornare in inverno per vedere com’era in un’altra stagione e per l’aurora boreale.
NB: le informazioni dei vari posti che allego, a volte, per velocizzare, sono tradotte con google traduttore quindi può capitare che non siano in italiano proprio perfetto.
Itinerario: 3 notti a Reykiavik, 2 a Vik, ed 1 a Reykiavik.
Voli (€ 1.284): € 321 a testa con 3 valige. Prenotati al 17 dicembre con EasyJet.
Hotel e appartamenti(€ 1.609): avendo timore di dover annullare anche questo viaggio, abbiamo scelto soluzioni che non richiedessero pagamento al momento della prenotazione e con annullamento a ridosso della scadenza.
- Reykjavik – Downtown Beautiful Designer: appartamento con 5 posti letto (due camere ed un divano letto) – 3 notti – 277€/notte = 832€ totali. Prenotazione Airbnb (pagato il giorno prima di partire). Giudizio: molto bello e curato nei minimi dettagli. Voto 9.
- Vik – Vik Apartment: appartamento con 5 posti letto (due camere ed un divano letto) – 2 notti – 316€/notte = 632€ totali – Prenotazione booking.com (pagato il giorno prima di partire). Giudizio: praticamente nuovo. Moderno e molto bello. Voto 9.
- Reykjavik – Stay Apartment Einholt: appartamento con 5 posti letto (due camere ed un divano letto) – 1 notte 145€ – Prenotazione booking.com (pagato il giorno prima di partire). Giudizio: bagno terribile ma soprattutto eravamo in 5 e c’erano solo 2 camere con due letti ognuno. Il divano non era un letto e se anche lo fosse stato, non c’erano lenzuola e cuscini. Abbiamo dovuto dormire in 3 in un letto matrimoniale con due piumoni singoli. Il codice di accesso non era giusto. Abbiamo dovuto chiamare più volte la responsabile perché non riuscivamo ad accedere all’appartamento. Al rientro dalla cena alle 23.00 il codice di accesso era di nuovo non valido. Per fortuna, dopo tante telefonate, ci hanno risposto creandone uno nuovo. Se non fossimo riusciti a parlare con qualcuno, dovendo partire alle 6.00 del mattino seguente, oltre a dover trovare una sistemazione per la notte, avremmo perso il volo visto che tutte le nostre cose erano nell’appartamento. Voto 1.
Auto affittata: 535€ da Blu Rental Car in aeroporto. Abbiamo affittato una Dacia 4×4 con assicurazione completa. Nessun problema. Ci siamo trovati bene. 1.350 km percorsi = 188€ di carburante
Ristoranti e bar (€ 431): abbiamo pranzato solo due volte in Islanda e una in scalo a Londra. Per il resto, avendo scelto la soluzione degli appartamenti, abbiamo sempre cucinato noi.
Altre spese: parcheggio Malpensa € 37; market € 262; Laguna Blu € 248 (a testa € 62); assicurazione Columbus € 168; tamoni in partenza dall’Italia € 15 a testa; varie € 50
Covid: non sto qui ad elencare cosa abbiamo dovuto fare perché spero proprio che si superi il prima possibile tutta questa brutta situazione. Comunque tra PLF del Regno Unito (non eravamo in transito ma abbiamo dovuto prendere e imbarcare nuovamente le valige) sia in andata che in rientro, dell’Islanda, dell’Italia e i relativi tamponi, siamo arrivati abbastanza stremati alla partenza. Continuavamo a cercare info ovunque perché avevamo il timore che potessero cambiare le cose da un momento con l’altro e che ci saltasse pure questo viaggio.
App sull’Aurora Boreale: Aurora Alerts
Inserisco questa mappa che ho creato. Spero possa servire per sapere quali sono le cose principali da vedere.
Opinione generale: l’Islanda si riconferma uno dei posti al mondo più belli che ho visto.
Informazioni di servizio
- Fuso: 1 ora indietro rispetto all’Italia
- Moneta: Corona islandese 1 = € 0,0068 € 1 = Corona Islandese 147
- Documenti: patente italiana e carta d’identità (noi abbiamo dovuto usare il passaporto perchè abbiamo fatto scalo nel Regno Unito.
- Corrente: spine come in Italia
- Strade: situazione strade: http://www.road.is/ oppure su www.safetravel.is Prima di percorrere qualsiasi strada è bene consultare questi siti. Sono aggiornati quasi minuto per minuto, soprattutto d’inverno. Se una strada è di colore rosso, in loco troverete la segnaletica di blocco. Se la superate sappiate che i mezzi di soccorso non vengono ad aiutarvi in caso di bisogno. C’è un anello esterno chiamato Ring Road oppure n°1 di 1400 km. È tutto asfaltato. Le strade oltre alla n°1 sono così classificate: quelle con due numeri sono sterrati buoni, quelle con tre numeri sterrati non perfetti e quelle con la F e tre numeri sono percorribili per legge solo dai fuoristrada e nelle quali si possono incontrare i guadi (segnalati sulle cartine). Le piste degli altipiani centrali vengono aperte verso metà giugno e chiuse quando arriva la neve.
- Market: sono super riforniti e non abbiamo trovato prezzi folli, caro ma non esagerato. Considerate che qualsiasi tipologia di alcool, birra compresa, viene venduta in negozi apposta, per cercare di ridurre il numero degli alcolizzati.
- Ristoranti: sono cari.
- Clima e quando andare: l’Islanda è bella tutti i mesi. D’inverno può essere estrema se si scatenano tempeste di neve. Sempre d’inverno il problema è il vento. Può arrivare ai 100 km orari. Noi lo abbiamo trovato tutti i giorni a 70 km. orari. Le temperature non scendono mai tantissimo. Il minimo che noi abbiamo trovato è stato – 8°C ma con il vento era percepito come -15°C. D’estate la piovosità è elevata.
- Pagamenti: ovunque si può pagare con la carta di credito. Non abbiamo cambiato in valuta locale.
- Alba/tramonto: 11.15 – 15.45 ma c’è luce già dalle 10.15 e fino alle 16.45. Le ore di luce a Capodanno sono proprio poche quindi bisogna organizzare gli spostamenti facendo in modo di essere al primo punto da visitare quando si incomincia ad avere visibilità. Le cose da vedere sono talmente tante che per forza bisogna fare delle scelte su cosa tralasciare.
Siti internet:
- tour operator – info generali: https://guidetoiceland.is/it
- informazioni Islanda del sud: https://www.south.is/
- informazioni Islanda del nord: https://www.northiceland.is/
- informazioni Islanda orientale: https://www.east.is/en
- informazioni Islanda occidentale: https://www.west.is/
- informazioni Islanda dei fiordi occidentali: https://www.westfjords.is/
- informazioni Islanda penisola Reykjanes (sud di Reykjavik): https://www.visitreykjanes.is/is
- sito per aurora boreale: https://en.vedur.is/weather/forecasts/aurora/#type=total
Itinerario giorno per giorno
30 dicembre 2021 giovedì: Milano – Reykjavik (km.50)
Finalmente le tante sospirate e sofferte vacanze sono arrivate. Partiamo abbastanza stressati con un plico di PLF, tamponi fatti e green pass con la paura che qualcosa vada storto. Nulla sarebbe stato se avessimo volato o con la Wizz (ma accantonata perché annulla spessissimo) o l’Iceland Air (troppo cara). Con loro saremmo arrivati direttamente a Reykjavik evitando il tanto temuto scalo in Inghilterra che invece ci ha obbligati a fare EasyJet, perdendo tantissimo tempo e con controlli rigidissimi. Non sto qui a dilungarmi tanto si spera che tutto questa situazione finisca velocemente.
Partiamo alle 2.30 del mattino, noi 4 con la fidanzata di nostro figlio. Lasciamo a Malpensa la macchina e dopo tutti i vari controlli, partiamo alle 7.00. Volo tranquillo di un paio d’ore. All’atterraggio a Londra nessun controllo, ritiriamo le valige e poi dobbiamo attendere 7 ore il volo (più 2 di ritardo). La zona oltre i check-in non ha nessun posto dove sedersi quindi andiamo all’hotel Hampton, che si trova all’interno dell’aeroporto, chiedendo se hanno una saletta dove possiamo stare. Molto gentilmente ce la lasciano quindi rimarremo lì tutto il tempo. Al check-in pochi controlli. Pranziamo poi al ristorante Sonoma (20€ a testa). Tantissima gente gira senza mascherina quindi credo che nel Regno Unito non sia obbligatoria. Si riparte e dopo quasi 3 ore di volo, atterriamo finalmente a Reykjavik. Qui ci controllano tutti i documenti, tamponi, green pass e PLF. Pensavamo di uscire dall’aeroporto e trovarci in una ghiacciaia ed invece fa freddo ma non eccessivo. Andiamo a ritirare la macchina da Blu Car (gli uffici sono dalla parte opposta del parcheggio). Sbrighiamo le formalità in pochi minuti e saliamo sulla nostra Dacia super ghiacciata. A fatica apriamo le portiere. Percorriamo i 50 km. che ci separano dalla capitale, in meno di un’ora. Guardiamo in cielo nella speranza di vedere l’aurora boreale ma questa sera danno solo kp 1 quindi probabilità basse. Le luci della città sono molto forti quindi, anche ci fosse stata, non avrebbe reso. Raggiungiamo il nostro appartamento che si trova proprio in centro.
Pernottamento: prenotato su Airbnb – Downtown Beautiful Designer – 278€ a notte – Tot. per 3 notti 834€
La proprietaria dell’appartamento ci ha dato un codice che ci fa accedere. È molto bello. Ci sono due camere matrimoniali molto spaziose, una sala con divano letto, la cucina ed il bagno con la vasca. È pulitissimo e attrezzato anche con zucchero, sale, olio, caffè, the, spezie varie e in bagno addirittura gli assorbenti e le salviette per struccarsi. Pier e Matteo vanno subito a fare la spesa mentre noi ci laviamo e disfiamo le valige. I market sono aperti fino a tardi ed uno, il Nettó (Fiskislóð 3, al porto), che è aperto 24/24. Domani pomeriggio sono chiusi così come il primo gennaio e poi il 2 in quanto domenica quindi ci eravamo informati su quali fossero aperti fino a tardi per organizzarci. Per cena avevamo previsto la pasta con purè e formaggio, è tutto pronto e quando loro arrivano Pier aggiunge solo l’olio in entrambe le pentole (che aveva acquistato non sapendo che c’era nell’appartamento) e salteremo la cena perché è olio di fegato di merluzzo, era senza occhiali quindi ha preso il primo che gli è capitato, iniziamo bene! Siccome è quasi mezzanotte e siamo un filino stanchi, mangiamo un po’ di formaggio e poi a dormire.
Cosa vedere a Reykjavik
Vediamo nel dettaglio cosa vedere a Reykjavik tra le tappe principali e quelle meno turistiche.
Il simbolo della città è la Hallgrímskirkja, una chiesa luterana di nuova costruzione, iniziata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale e terminata nel 1983. Approfittatene anche per salire sulla torre della chiesa: da lassù si gode di una splendida vista panoramica a 360° sulla città e, con una giornata completamente limpida e serena, si riesce a vedere in lontananza persino lo Snæfellsjökull! Di fronte alla chiesa si trova la statua di Leif Erikson, il primo esploratore a sbarcare in Nord America ben 500 anni prima di Colombo.
Se lo shopping lungo la via principale della capitale non dovesse bastarvi, approfittatene per fare una bella passeggiata lungo la via dello shopping di Reykjavik, la Laugavegur. Vicino si trova la Laekjargata, il cui nome deriva dal torrente che un tempo correva lungo la strada dal Lago Tjörnin fino al mare, una strada ricca di negozi e pub, tra cui l’Hard Rock Cafè, lungo la quale si trovano alcune tra le più antiche case di Reykjavik.
Dal centro di Reykjavik, dirigendovi verso il vecchio porto, arriverete all’Harpa, un bellissimo centro congressi e centro culturale. Gli amanti della fotografia si divertiranno a fotografarlo a tutte le ore del giorno, sia all’esterno sia all’interno, dove i giochi di luce lo rendono ancora più particolare. Continuando la passeggiata lungo la costa si arriva al Sólfarið, la nave del Sole, la scultura più famosa e simbolo di Reykjavik. Poco distante si trova un’altra scultura, la Partnership Sculpture, costruita nel 1991 per celebrare i cinquantanni di rapporti diplomatici tra Islanda e Stati Uniti.
Dopo una giornata frenetica in giro per il centro di Reykjavik, potete passeggiare nel centro storico di Reykjavik, all’estremità nord del Lago Tjörnin. Qui si trova anche il Reykjavík City Hall, una costruzione moderna, elegante e studiata per essere in armonia con la natura circostante.
Approfittatene per rilassarvi un po’ passeggiando attorno al meraviglioso Lago Tjörnin, circondato da bellissimi palazzi come l’Università, diversi musei e il Parlamento. Il lago è anche casa di una quarantina di specie di uccelli e i tanti cigni che lo popolano sono sempre felici di ricevere qualche briciola di pane! Vicino al lago si trovano altre due chiese: la Dómkirkjan, sede del Vescovo d’Islanda e principale luogo di culto luterano della città, e la Fríkirkjan í Reykjavík, costruita nel 1899. Poco lontano si trova anche l’unica chiesa cattolica di Reykjavik, la Landakotskirkja, conosciuta anche come la cattedrale di Cristo Re. Venne costruita nel 1929 e in quell’anno era la chiesa più grande dell’Islanda.
Sulla collina più alta della città, la Öskjuhlíð, sorge il Perlan, una cupola di vetro situata sopra a dei serbatoi di stoccaggio dell’acqua geotermica che serve per riscaldare la città, da cui si ha un’incredibile vista panoramica su tutta la città. Al suo interno si trova uno dei più famosi musei di tutta Reykjavik, il Viking Saga Museum, che ripercorre e racconta perfettamente la storia del popolo islandese.
Visitate anche il vecchio porto di Reykjavik, davvero molto bello e caratteristico. Qui durante il weekend è possibile visitare il Kolaportid (Tryggvagata 19), un mercato delle pulci dove è possibile fare degli ottimi affari e acquistare i Lopapeysa, i tradizionali maglioni islandesi in lana lavorati a mano. Al mercato è possibile pranzare anche con una vasta scelta di prodotti locali.
Per farvi un’idea su quanto sia importante la pesca per gli islandesi potete visitare il Museo Marittimo Vikin, che la racconta egregiamente attraverso foto e filmati. Di fianco al museo si trova il vascello Óðinn, visitabile solamente prendendo parte ad un tour guidato di circa un’ora alle 13.00, alle 14.00 o alle 15.00. Il vascello venne utilizzato durante le guerre del merluzzo tra Islanda e Inghilterra tra il 1950 e il 1976, guerre non armate che si scatenarono per definire i confini delle zone di pesca nell’Atlantico.
A soli 15 minuti dal centro di Reykjavik si trova invece il Whales Of Iceland (Fiskislóð 23), vicino al vecchio porto. Questo è un museo interattivo dedicato interamente ai cetacei e alla loro vita, ideato e realizzato dall’Istituto di Ricerca Marina Islandese e dalla Elding, compagnia che organizza anche i whale watching tour. E per finire non poteva certo mancare lui, il famoso Museo Fallologico Islandese che espone una collezione di ben 209 falli, appartenenti a quasi ogni specie di mammifero islandese.
Da vedere anche Videy Island, l’isola vulcanica dove si trova l’Imagine Peace Tower realizzata da Yoko Ono in memoria di John Lennon, raggiungibile in pochi minuti di battello da Reykjavik. La torre non è altro che un basamento su cui c’è incisa la frase Imagine Peace in 24 lingue diverse e dal quale, tra Ottobre e Marzo, viene proiettato verso il cielo un fascio di luce luminoso che sembra, appunto, una torre.
31 dicembre 2021 venerdì: Reykjavik (km.247)
Sarà stata la stanchezza, ma anche il letto comodissimo e l’appartamento isolato acusticamente molto bene, fatto sta che dormiamo come sassi tutta la notte. La sveglia suona alle 8.00. Abbiamo fatto il conto di essere al primo punto che vogliamo visitare prima delle 10.00 in modo tale da vederlo con un minimo di luce. Facciamo colazione e poi usciamo. Ci fa un effetto strano, sapendo che sono le 9.00, trovare buio completo come se fosse mezzanotte. La sensazione è quella di essere in un paesaggio completamente congelato senza alcun movimento e senza nessun rumore. La nostra macchinetta è gelata ma con il riscaldamento a manetta in un attimo si riscalda. Ci siamo vestiti come se fossimo pronti per una scalata del Nanga Parbat quindi poco per volta ci svestiamo, praticamente potremmo riempire una valigia con i vestiti tolti. Viaggiamo verso est vedendo il chiarore dell’alba, all’orizzonte. Ci sono -10°C.
Informazioni su quello che c’è da vedere nel Circolo d’oro
Il Circolo d’Oro (Golden Circle) è uno dei percorsi più famosi dell’Islanda: è un percorso di circa 300 chilometri che tocca 3 dei maggiori punti d’interesse dell’isola e che si può fare tranquillamente in giornata partendo da Reykjavik.
- Il cratere Kerid nasconde al suo interno un bellissimo lago di un verde intenso che contrasta con le pareti rocciose rosse del cratere del vulcano, ricoperte qua e la di muschio.
- Cascata Faxifoss
- Gullfoss (Cascata d’oro) e molti la considerano la più bella cascata d’Islanda. La cascata nasce dal fiume Hvítá che cade in una grande fessura, producendo una fitta nebbiolina e molto spesso bellissimi arcobaleni. Questa cascata è formata da 2 salti, di 21 e 11 metri, e i sentieri in legno permettono di avvicinarsi davvero tanto e di vederla anche dall’alto.
- Geysir è il più grande geyser d’Islanda e il più famoso al Mondo. Ha circa 8.000 anni e i suoi getti arrivano fino a 70-80 metri d’altezza ma, purtroppo, oggi non erutta quasi più.
- Strokkur si trova a pochi passi da Geysir, è più piccolo ma attivissimo e i suoi getti arrivano a 20-30 metri d’altezza e a volte anche di più. Erutta ogni 5-8 minuti circa.
- Bruarfoss, anch’essa dimenticata dai classici tour organizzati, considerata dalla gente del posto e dai viaggiatori una delle gemme nascoste più belle del paese, spesso etichettandola come la cascata più blu d’Islanda.
- Laugarvatn, il cui nome in islandese significa lago delle sorgenti calde, è una sorgente geotermica naturale e la sua fonte più famosa, chiamata Vigdalaug.
- Apavatn è collegato al Laugarvatn tramite il fiume Hólaá e le sue acque sono ricche di pesce.
- Parco nazionale di Thingvellir e il suo centro multimediale sono ad ingresso libero. I parcheggi sono a pagamento. Il biglietto è valido per tutto il giorno e in tutti i parcheggi. Le macchinette accettano tutte le principali carte di credito o debito. È famoso per la faglia di Sifra, cioè la spaccatura tra le placche continentali eurasiatica e americana. Le cose da non perdere sono sicuramente la faglia di Almannagja, la cascata di Oxarafoss e il lago Thingvallavatn.
- Secret Lagoon sono hot spring naturali (38°C) nel piccolo villaggio Fludir. In zona ci sono anche diversi punti geotermici e un piccolo geyser che erutta ogni 5 minuti. La Secret Lagoon è aperta tutto l’anno. In inverno, dall’1 Ottobre al 30 Aprile, è aperta dalle 11.00 alle 20.00, mentre in estate, dal 1 Maggio al 30 Settembre, è aperta dalle 10.00 alle 22.00. L’ingresso cosa circa 20€ (2.800 Isk).
Arriviamo al cratere di Kerid per le 10.00. C’è già un’ottima visibilità. Paghiamo 400 corone (circa 2,40 euro) a testa. L’idea è di percorrere a piedi il bordo del cratere ma c’è un vento fortissimo quindi desistiamo quasi subito, scendiamo fino al lago che si è creato all’interno della caldera. È una lastra di ghiaccio. Torniamo alla macchina e poi ripartiamo per la tappa seguente, la cascata Faxifoss. Qui l’ingresso costa 700 corone (circa 4,20 euro) a testa. È una bella cascata con un salto alto pochi metri. Scendiamo lungo il sentiero fino a vederla di lato. Ripartiamo per arrivare direttamente a Gullfoss. Qui non si paga. Nel 2007 non c’era nulla, ora c’è una struttura con negozio e ristorante. Allora eravamo scesi fino alla cascata ma adesso il sentiero è chiuso. La ricordavo molto bella ed ora, con il ghiaccio che ricopre tutte le parti del canyon, è ancora più scenografica. Ci spostiamo poi alla zona dei Geysir. Anche qui c’è una grossa struttura con ristorante & C. Vediamo lo Strokkur eruttare 3 volte. Oggi la giornata non è bella. Il cielo è velato. Il vento non è molto forte. Ci fermiamo ad accarezzare alcuni cavalli. Come fanno a vivere all’aperto con queste condizioni meteorologiche non lo so proprio. Le pecore (in estate se ne vedono ovunque) sono tutte nelle stalle. Ci spostiamo a Laugarvatn. Se no avessimo lasciato i costumi all’appartamento, avremmo potuto fare un bagno alle terme. Tocchiamo l’acqua del lago. In un punto è molto calda. Passiamo poi per Thingvellir ma ormai è praticamente buio quindi non scendiamo per andare a vedere la faglia. Rientriamo a Reykjavik alle 17.00. Bagno bollente, cena e poi ci imbacucchiamo di nuovo per andare in centro per i fuochi. Sapevamo che gli islandesi battono di gran lunga i napoletani con i giochi pirotecnici, ma non avevamo idea di cosa potessero fare. Arriviamo alla piazza della chiesa dove c’è il mondo. Ci troviamo con la mia amica Tiziana con Agata e Stefano. Loro sono arrivati questa sera. Ci troveremo qualche volta ma non siamo riusciti ad incastrare tutti i giorni. I fuochi iniziano da molto prima di mezzanotte e non si fermano allo scoccare dell’ora x. Ce ne sono ovunque, non si sa più dove guardare. Bellissimi. Torniamo poi all’appartamento.
01 gennaio 2022 sabato: Reykjavik (km.165)
Anche oggi sveglia alle 8.00 e partenza alle 9.00. Visiteremo la penisola Reykjanes. Come sempre guardiamo la situazione strade sul sito road.is. Da oggi danno vento a oltre 70 km/h. Nella zona di Vik, dove andremo domani, danno tempeste di neve e la strada è chiusa.
Quando usciamo di casa ci rendiamo subito conto che fa più freddo di ieri per via del vento. L’aria è gelida. Oggi avremmo dovuto vedere molte cose ma alcune le vedremo di corsa, altre le salteremo. Arriviamo al primo faro, Holmsberg, a fatica scendiamo dalla macchina. Facciamo in modo di rimanere ben distanti dalle scogliere. Raggiungiamo il faro e ci mettiamo sotto vento in modo da riuscire a guardare il panorama stando in posizione eretta. Proseguiamo e facciamo due passi ad Hólmsvöllur. Qui c’è un campo da golf, che costeggeremo, e, passando di fianco a delle case in lamera abbandonate, arriviamo al mare. Andiamo poi sino alla punta della penisola dove ci sono due fari, a Gardur. Questo sarebbe un bel posto, dove poter vedere le foche, non ne vedremo e a fatica raggiungiamo il faro a righe bianche e rosse, sul mare. Se non ci fosse un cavo d’acciaio al quale ci attacchiamo, non ce l’avremmo mai fatta a raggiungerlo. Il vento è pauroso.
Facciamo poi una sosta allo Stampar Crater e alla Gunnuhver Geothermal Area dove si vede il faro Reykjanes. Il vapore dell’area geotermale, non sale verso il cielo, ma è completamente a livello terreno quindi non vedremo nulla. Ultima tappa alla Brimketill lava rock pool. Il mare è talmente mosso, con onde grandi che si infrangono contro le scogliere di lava nera, che ovviamente non vediamo la piscina. Un po’ stremati decidiamo di andare a pranzo in un ristorante a Grindavik. Troviamo il Fish House. Mangeremo molto bene, 4 fritti misti + 1 insalata con trota, due birre ed acqua, spendendo circa 35 euro a testa. Le porzioni sono piccole. Quando usciamo è quasi buio quindi saltiamo la cosa che più mi interessava vedere oggi, il Fragradasfjall (vulcano che ha eruttato fino a 2 mesi fa). Decidiamo di vederlo l’ultimo giorno. Rientriamo a Reykjavik. Portiamo i ragazzi a casa e noi due facciamo due passi per la città. Dopo cena non ci muoveremo.
02 gennaio 2022 domenica: Reykjavik – Vik (km.187)
Oggi lasciamo l’appartamento e ci spostiamo per due notti a Vik. Partiamo alle 7.00 perché le cose da vedere sono molte. Lasciamo quindi Reykjavik verso le 7.00 diretti ad est. Anche oggi c’è moltissimo vento ma, al contrario di ieri, la giornata è magnifica. Ci sono molte cose da vedere ed assolutamente dobbiamo arrivare oggi alle scogliere Dyrholaey e alla spiaggia di Reynsfjara. Domani non ce la faremo perché andremo a Jokulsarlon ed il giorno seguente partiremo presto per rientrare alla capitale. Quindi valutiamo bene cosa vedere oggi e cosa lasciare per l’ultimo giorno, in base a quanto tempo richiede ogni cosa.
Ci fermiamo a Selfoss a fare gasolio, ma il tappo del serbatoio non si apre. Perderemo un po’ di tempo perché capiamo subito che il tappo è congelato, ma il nostro the bollente del termos, unica cosa calda che abbiamo, non basta. Entro quindi a chiedere aiuto al bar. Un ragazzo gentilissimo prende al volo una brocca di acqua bollente, mi sa che è all’ordine del giorno questa cosa. Con tanta acqua, il tappo si sblocca. Facciamo spesa per la cena in un market e poi ripartiamo.
Superiamo Seljalandsfoss senza fermarci e facciamo tappa, dopo 20 km al view point sull’ Eyjafjallajökull. Guardandolo, tutto tranquillo ed addormentato, sotto una calotta di neve, sembra strano che con la sua esplosione abbia bloccato lo spazio aereo per molti giorni ad aprile del 2010. Noi eravamo in rientro da un viaggio ed abbiamo preso, nell’ultima tratta, l’ultimo volo che è partito da Dubai per Milano. Poi hanno chiuso lo spazio aereo europeo.
Arriviamo poi a Skogafoss. Sempre molto bella, più bella ora ghiacciata che non d’estate. Arriviamo poi al ghiacciaio Sólheimajökull. Lasciamo la macchina nell’ampio parcheggio e con una semplicissima camminata di una decina di minuti, arriviamo al punto panoramico. Fa un freddo pazzesco per il vento che si infila ovunque. Dovendo fare le foto devo togliere i guanti, mi trovo le mani ghiacciate. Il posto è davvero bello. C’è il contrasto dell’azzurro del ghiaccio con la sabbia nera. Ripartiamo. Da qui in poi il paesaggio diventa bellissimo. La tempesta di neve di ieri, scopriremo poi che Vik è stata isolata, le strade ad ovest ed ad est, erano chiuse, ha ricoperto il paesaggio con una decina di centimetri di neve. Il sole, che sorge ma sfiora solo l’orizzonte nelle poche ore di luce, colora tutto di rosa. Dire magnifico è dir poco. Faremo delle belle foto ad un gruppo di cavalli con le montagne innevate sullo sfondo.
Arriviamo poi a Dyrhólaey. Di questo posto ho bellissimi ricordi del 2007 quando avevamo visto tanti pulcinella di mare. Seguiamo tutti i sentieri percorribili vicino al faro. Qui in alto il vento è ancora più impegnativo. Ci abbassiamo poi in macchina fino alla Kirkjufjara Beach. Parcheggiamo dove ci sono i bagni e vediamo i due punti panoramici. Da uno si può vedere questa spiaggia con il faro alle spalle, oggi è impensabile perché ci sono onde pazzesche che si infrangono sulle rocce, dall’altro invece si vede tutta la spiaggia Reynisfjara fino ai pinnacoli Reynisdrangar e alla Hálsanefshellir Cave. Posto davvero bello.
Circumnavighiamo tutta la laguna e poi imbocchiamo la strada che porta a Reynsfjara, la famosa spiaggia nera. Il vento è talmente forte che le raffiche spingono la neve sulla carreggiata. Immagine molto bella con il sole che sta per tramontare sullo sfondo. Qui c’è una chiesetta graziosa, come tutte le chiese islandesi. Parcheggiamo e raggiungiamo la spiaggia. Questo posto è pericolosissimo (ci sono anche dei cartelli che lo segnalano). Le onde sono imprevedibili. Se un attimo prima sembrano basse, un attimo dopo si alzano a 4 metri. Un paio di mesi fa, una turista è stata trascinata in mare e l’hanno trovata morta qualche giorno dopo. In effetti, nella mezz’ora che siamo rimasti a guardare il tramonto, l’altezza delle onde è cambiata in modo pauroso diverse volte.
Super soddisfatti raggiugiamo Vik. Andiamo subito alla chiesetta che si trova sopra la città. Nel 2007 avevamo dormito qui con il camper, che nostalgia, quanti bei ricordi. Allora il paese era piccolissimo, adesso ci sono parecchie costruzioni in più. La luce è bellissima, il rosa della neve, unita al blu della notte che avanza, rende questo posto proprio bello. I neri pinnacoli Raynisdragar con il cielo infuocato dietro, sono la ciliegina. Portiamo Matteo e Marta alle terme (potranno fare solo la sauna perché le piscine esterne, con la tempesta di ieri, sono piene di neve). Noi andiamo all’appartamento.
Facciamo check-in al Vik Hotel. L’edificio su due piani, con gli appartamenti, si trova tra l’hotel e la strada principale. Ci sono due costruzioni, mentre la terza la stanno ultimando. Le strutture sono nuove di pacca. Ci fa impressione la neve attaccata ai muri. Qui ieri è stata una giornata molto impegnativa, a detta della ragazza alla reception. Il nostro appartamento è al piano superiore. Pulitissimo, enorme e molto, molto bello. Si vede che è stato finito da poco. Andiamo poi a fare ancora un po’ di spesa, andiamo a berci una birra al pub, recuperiamo Matteo e Marta e poi andiamo a sistemarci con calma all’appartamento.
Ottima cena e poi via di nuovo alla ricerca dell’aurora boreale. Saliamo alla chiesetta e poi ancora oltre al cimitero. Martina è la prima che la vede. Non rende molto, perché c’è un po’ di inquinamento luminoso quindi scendiamo ed imbocchiamo la strada che porta a Reykjavik. È la prima volta che la vediamo ed è solo kp3 (la scala va da 0 a 9) ed è pazzesca. Non oso immaginare quando arriva a 9 visto che già a 3 è uno spettacolo. Continua a mutare. Vediamo addirittura 3 fasci contemporaneamente. Ogni volta che sembra che stia riducendo, se ne crea un’altra un pochino più verso ovest quindi continuiamo a spostarci. Io rinuncio a fare foto perché c’è troppo vento mentre i ragazzi riescono a farne qualcuna con il cellulare. Dopo quasi 3 ore fuori, rientriamo super felici. Guardo ancora il sito road.is, fino ad oggi la strada che dovremo percorrere domani era di colore rosso, ciò significa che avremmo dovuto rinunciare ad arrivare a Jokulsarlon, io mio sogno da 14 anni. Ora invece è finalmente solo gialla quindi possiamo andare!!!!!!!!!!
03 gennaio 2022 lunedì: Vik (km.386)
Alle 7.00 siamo in macchina. Il primo tratto di strada è parecchio impegnativo per il forte vento che sposta la neve sulla strada ed è completamente buio. Non facciamo soste. Non fosse inverno ci sarebbero tantissime cose belle da vedere. Quando incomincia ad albeggiare possiamo finalmente vedere i bellissimi paesaggi rosati. Costeggiamo due delle lingue del Vatnajokull, il Skaftafelljokull e il Svínafellsjokull.
Arriviamo a Jokulsarlon. Ricordavo un punto panoramico, sulla sinistra prima di raggiungere il ponte, dal quale si può vedere tutto il panorama in solitudine. Ora ci sono alcuni parcheggi. Scolliniamo a piedi e wow. Spettacolo. La laguna è quasi completamente ghiacciata. Il ghiaccio è azzurro in contrasto con il rosa del colore della neve. Mamma mia che bello. Peccato che il vento sia davvero impegnativo. Io attraverso il ponte a piedi e fotografo diverse foche che nuotano in mezzo agli iceberg che sono incastrati nel fondale basso. Man mano che si sciolgono avanzano fino ad arrivare al mare e le onde li portano sulla spiaggia di sabbia nera. Lì impazzisco a fare foto. Il ghiaccio ha colori bellissimi in contrasto con la sabbia scura. Il sole, basso sull’orizzonte, crea effetti davvero belli. Costeggiamo poi a piedi il canale guardando le foche che fanno capolino dall’acqua. Arrivando dentro la laguna si vede bene il fronte del ghiacciaio dal quale si straccano gli iceberg. Nel 2007 avevamo fatto il giro con il mezzo anfibio. Lo si riesce a fare, dipende dalle annate, anche fino a novembre. Questo si riconferma uno dei posti più belli che ho visto.
Completamente congelati saliamo in macchina e ci torniamo un pochino indietro fino a Fjallsarlon. Anche qui facciamo un breve tratto a piedi ed arriviamo alla laguna. Al contrario di Jokulsarlon dove c’erano parecchie persone, qui siamo solo noi. La lingua del ghiacciaio è completamente azzurra. Anche questo posto molto bello. Mangiamo due cose in macchina viaggiando mentre rientriamo. I ragazzi si fanno un pisolino mentre noi ci godiamo il paesaggio. Il tratto di strada prima di Vik (quello che stamattina ci ha fatto tribolare per il vento) è davvero molto bello. Ci sono delle colline ricoperte di neve e la piana, dove c’è un po’ d’acqua gelata, è tutta completamente rosa. Arriviamo a Vik giusto per vedere i pinnacoli Reynisdrangar con, alle loro spalle, il cielo rosso. Questa sera è arrivata a Vik anche la mia amica Tiziana quindi doccia, cena e poi ci troviamo alla chiesetta per cercare l’aurora boreale insieme. Riusciamo a stare poco giù dalla macchina a chiacchierare, per il vento. Questa sera la vedremo ancora ma non bella come quella di ieri sera, e dura anche poco. Ci ritiriamo in appartamento dopo un’oretta.
04 gennaio 2022 martedì: Reykjavik (km.265)
Questa mattina dormiamo un pochino di più, lasciamo l’appartamento ed arriviamo appena c’è luce alla spiaggia di Reynisfjara. Ora non c’è nessuno. Il cielo dietro i pinnacoli è giallo ed arancione. Il vento è clemente, oggi non ci darà problemi, e il mare non è agitato come l’altro ieri. Ripartiamo ed arriviamo al parcheggio dove si parte per arrivare al relitto dell’aereo Solheimasandur. Ci viene un mega nervoso perché ieri sera avevo chiesto info di questo alla reception del nostro appartamento. Quando ci eravamo fermati due giorni fa, avevo visto della possibilità di prendere il bus che portava fino al relitto (la camminata ci portava via troppo tempo) quindi le ho chiesto se questo servizio era attivo anche d’inverno. Lei ci ha detto che si poteva andare solo a piedi o con escursioni da Vik. Ci siamo fidati ovviamente ed invece ora, quando arriviamo al parcheggio, vediamo il bus che torna puntuale. Sono le 10.40 e lui parte ogni 40 minuti. Ormai è tardi per prenderlo quindi ripartiamo ma davvero scocciati, se uno non sa, piuttosto che dare info sbagliate, dovrebbe stare zitto oppure, cercare info da chi ne sa più di lui.
Ripartiamo ed arriviamo a Skogafoss. Parcheggiamo vicino al museo Skogar e raggiungiamo a piedi la cascata Kvernufoss. Il sentiero costeggia un ruscello. La cascata è bella e le rocce sono coperte completamente di ghiaccio. Si potrebbe passare dietro al getto ma ci vuole un impermeabile e bisogna mettere i ramponcini (i nostri li abbiamo lasciati in macchina).
Ci spostiamo poi a Selialandfoss. Qui si paga il parcheggio (700 corone). Anche questa ha le rocce completamente ghiacciate. Il sentiero che porta dietro al getto è chiuso. È sempre molto bella. Proseguiamo poi lungo il sentiero fino a raggiungere in pochi minuti la cascata nascosta Gljufrabui. Un piccolo ruscello esce da una spaccatura verticale della roccia. Bisogna passare nell’acqua (i sassi che affiorano sono coperti di ghiaccio) quindi ci vogliono scarpe in goretex, per entrare nella cavità (le parteti sono completamente ghiacciate). Molto bella e scenografica.
Ripartiamo per arrivare al vulcano Fragradasfjall (che abbiamo dovuto saltare il secondo giorno per mancanza di tempo). Sapevo ci fossero due o tre parcheggi ma noi ne troviamo aperto solo uno. Per raggiungere il vulcano si deve arrivare in cresta ad una collina poi scendere e risalire un’altra più piccola. Se non ricordo male il cartello all’inizio indicava 4 km. È tardissimo quindi a malincuore arrivo praticamente di corsa (per fortuna vado in montagna tutti i weekend, quindi sono allenata) fino alla prima collina. Da lassù il vulcano non si vede ma si vede tutta la colata lavica ancora fumante. Pier e i ragazzi invece non salgono con me ma raggiungono in piano la lava. Fanno alcuni passi sopra. Dicono che è effettivamente ancora calda ed in alcuni punti fuma. Ha spesso di eruttare, dopo circa 7 mesi, un paio di mesi fa. L’ho seguito tantissimo perché si vedevano ovunque immagini di persone davvero vicine alla lava (in sicurezza perché più alte). Prima di Natale c’è stata molta attività sismica, terremoti che si sentivano anche a Reykjavik (alcuni molto forti). C’erano più di 2.000 scosse al giorno quindi i sismologi dicevano che nel giro di 10 giorni avrebbe ricominciato ad eruttare. Invece poi si è fermato, la cosa bella di questo vulcano è che ha eruttato a lungo praticamente solo lava, senza far fuoriuscire tanto fumo (se qualcuno è addetto ai lavori, mi perdoni per la poca conoscenza dei termini giusti). Dicono che se dovesse esplodere di nuovo l’Askja, non ci si potrebbe avvicinare a meno di 100 km. Guardando questo spettacolo ci ripromettiamo, qualora ricominciasse l’eruzione, di venire qui anche solo per due notti con un volo diretto come Wizz (con Easyjet sarebbe impensabile).
Siamo di corsa perché abbiamo l’ingresso a Laguna Blu alle 16.00 (se ci fosse stato un modo, avrei lasciato andare loro ed io avrei raggiunto il vulcano). Ripartiamo ed arriviamo alle terme puntuali. Le terme sono ben organizzate. Staremo un’oretta a mollo, una bibita (sia alcolica che analcolica) è inclusa nel prezzo d’ingresso (anche una maschera facciale) e la si può bere direttamente nell’acqua. Quando usciamo andiamo direttamente a Reykjavik al laboratorio per fare il tampone. Ce ne sono diversi in città e anche a Keflavik. Sono gratuiti e prenotabili sul sito https://www.testcovid.is/. Ci troviamo con Tiziana e family, domani loro rientrano con noi. Abbiamo il timore di aver problemi con la partenza perché domani danno tempesta di neve e venti a 100 km./h. Ci tamponano, il risultato arriva dopo pochi minuti e poi andiamo al nostro appartamento.
05 gennaio 2022 mercoledì: Reykjavik – Milano (km.50)
Alle 6.00 ci troviamo sotto il nostro appartamento con Tiziana e Family. Inizia a nevischiare ed il vento è sempre più forte man mano che usciamo dalla città. Arriviamo agli uffici della Blu Car. Non siamo riusciti a rabboccare il gasolio perché questa mattina non abbiamo trovato nessun bar aperto che ci desse l’acqua calda, quindi paghiamo in loco un tot. Avevamo fatto l’assicurazione completa quindi non controllano se ci sono danni. Facciamo check-in, colazione e poi ci imbarcano. Rimaniamo più di un’ora fermi sulla pista sballottati dal vento fortissimo. Mi viene quasi il mal di mare. Rischiamo di non riuscire a partire. Finalmente ce la facciamo e verremo a sapere che poi bloccheranno gli altri voli in partenza ed arrivo. Arriviamo a Manchester. Duemila controlli documenti, recupero valige e poi di nuovo controllo di tutti i documenti, tamponi, PLF, green pass e chi più ne ha più ne metta. Abili per il rientro a casa ripartiamo dopo 2 ore. Abbiamo pure temuto, con il ritardo in partenza, di perdere la coincidenza. Se succedeva questo, oltre ad una notte a Manchester, avremmo dovuto fare di nuovo i tamponi. Atterriamo puntuali alle 19.30 e poi di corsa a prendere i nostri labrador.
Conclusioni: è sempre stato un mio sogno nel cassetto poter tornare. Si è realizzato in modo inaspettato anche se solo per pochi giorni. Sicuramente torneremo per vedere tutto quello che non siamo riusciti a vedere nel 2007 perché è un paese molto, molto ma molto bello. In inverno può essere impegnativo soprattutto per il fatto che molte strade vengono chiuse per le tempeste di neve e di tempeste ce ne sono tantissime, ma la bellezza dei paesaggi, ripaga il freddo, il vento, le poche ore di luce e tutto quello che di estremo crea la Natura. E l’Islanda è una terra estrema.