Islanda Bellezza Ruggente
Gruppo Patrizia Cesa
Dall’08-07-05 al 22-07-05
Testo di Franco Provenzano
Foto di Aurelio Bormioli
Questo racconto narra di una terra dove in piena notte potreste incrociare gruppi di persone estasiate davanti ad un tramonto rosso fuoco; una notte finta, poiché durante l’estate la luce del giorno non vi abbandonerà mai e quel sole che...
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Gruppo Patrizia Cesa Dall’08-07-05 al 22-07-05 Testo di Franco Provenzano Foto di Aurelio Bormioli Questo racconto narra di una terra dove in piena notte potreste incrociare gruppi di persone estasiate davanti ad un tramonto rosso fuoco; una notte finta, poiché durante l’estate la luce del giorno non vi abbandonerà mai e quel sole che avete appena visto tramontare risorgerà in un breve lasso di tempo. Si narrerà anche di gruppi di Italiani che si bagnano placidamente dentro pozze d’acqua termale, incuranti della pioggia che in quel momento si sta abbattendo sulle loro teste. Si narrerà ancora di simpatici e paffuti uccelli che passano la maggior parte del loro tempo a farsi pigramente cullare dalle onde dell’Oceano. Quando si stufano, si trasferiscono sulle scogliere, dove non mostrano nessun pudore nel restare in posa davanti ai fotografi che li avvicinano; non per niente li chiamano “Pulcinelle di mare”… Sono innumerevoli gli aggettivi a disposizione per descrivere questa terra magnifica, battezzata “Terra del Ghiaccio” ma con cuore bollente e talvolta esplodente. Noi del gruppo Cesa siamo stati climaticamente molto fortunati, avendo trascorso gran parte della nostra vacanza sotto un bellissimo sole. Durante i mesi estivi l’Isola potrebbe essere ribattezzata “Isola Luminosa”, vista la pressoché totale mancanza del buio. Le giornate dilatate regalano ai visitatori tutto il tempo necessario per dedicarsi alla scoperta di questa landa bella e impossibile; considerando anche il fatto che, avendo portato i viveri dall’Italia, non avevamo vincoli orari da rispettare legati a pranzi o cene. La nostra vacanza è stata una vera full-immersion, costantemente rischiarata dalla luce solare che ci ha consentito di restare in giro anche per dodici ore di fila! Jules Verne ha dato inizio al suo Viaggio al centro della Terra dall’interno di un cratere vulcanico nel centro dell’Isola. Se il sommo poeta Dante fosse nato in Islanda chissà quante Commedie avrebbe consegnato ai posteri! L’ispirazione non sarebbe certo mancata: cascate ruggenti di potenza inaudita, deserti lunari, iceberg vaganti rischiarati da coloratissime aurore boreali, acque e fiumi ribollenti in ogni dove… Dante è nostro e ne siamo giustamente orgogliosi, ma si annuncia battaglia per il navigatore Cristoforo Colombo. La sfida che ci lanciano gli Islandesi è scritta nero su bianco sul monumento cha campeggia a Reykjavik di fronte all’Hallgrimskirkja. La statua è quella del grande navigatore Leifur Erickson “Figlio dell’Islanda e primo scopritore di Vinland (Il Nord-America)”. Scoperta avvenuta ben 500 anni prima del nostro Cristoforo, declassato così a “riscopritore”dell’America. In Islanda si trova di tutto e di più, la scenografia cambia continuamente: c’è sempre una strada protesa verso spazi infiniti con luce sempre cangiante, dove il viandante cercherà di catturare l’essenza dell’Isola. Nei miei ricordi e nelle mie foto ciò che prevale è sempre la linea nera dell’asfalto protesa all’infinito, con ai lati strisce bianche, pali gialli e prati verdi. The long and winding road… L’Isola è una somma di sensazioni diverse, impossibili da raccontare in modo logico e didascalico. Innumerevoli i luoghi magici e bellissimi visitati. Qualcuno l’ha definita uno scherzo geografico, altri uno scherzo della natura, dove il fuoco ed il ghiaccio convivono fianco a fianco creando uno sconcertante paradosso geografico. Si chiama “Terra del Ghiaccio” (Ice-land nella lingua locale) ma possiede un cuore caldissimo. Il nostro giro è stato quasi completo: in due settimane abbiamo visto tantissimo, percorrendo quasi tremila chilometri. L’unico rammarico è stato quello di non avere potuto visitare due zone spettacolari come i Fiordi Occidentali e le Isole Vestmannaeyjar. Siamo partiti dalla capitale con il nostro Mitsubishi L1300 4×4 compiendo il periplo quasi completo dell’Isola in senso orario e ritornando poi allo stesso punto di partenza. Abbiamo deciso di non noleggiare il carrello per il trasporto bagagli, che non avremmo comunque potuto sistemare neanche all’interno del veicolo per mancanza di spazio. Di conseguenza nel gruppo si è creata una solida gerarchia di caricatori/scaricatori di bagagli: “Metti lo zaino dentro il sacco nero! Caricalo! Tendi le corde! Togli le corde! Scaricalo! Togli il sacco nero! Rimettilo! Ricaricalo!” e cosi via, per 14 giorni filati… Indispensabile un veicolo fuoristrada per non privarsi dell’emozione di visitare le meravigliose Highlands, le terre alte islandesi che si trovano nella zona centrale dell’Isola. In questa “Terra di Nessuno” non esistono strade asfaltate, ma soltanto sterrati e piste con numerosi guadi da attraversare. A noi è capitato di imbatterci in un guado con l’acqua cha arrivava all’altezza di un metro ed il conseguente dietro-front ci è costato una deviazione di ben 120 km senza neanche avere la certezza di riuscire ad attraversare i guadi della strada sostitutiva. Alla fine è andato tutto bene e siamo riusciti ad arrivare al lago di Askja dopo una giornata assolutamente adrenalinica. In uno scenario lunare tipo “Guerre Stellari” abbiamo percorso 90 km di una pista che scorreva sia in tratti di Deserto (Sandur) sia in mezzo a enormi distese di lava; come se questo non bastasse, lungo la pista c’erano anche enormi pietre da scavalcare con molta cautela e naturalmente molti guadi. I nostri due autisti, Andrea e Roberto, sono stati bravissimi. Alla fine di questo emozionante percorso, raggiungere il meraviglioso Lago Askja è stato come arrivare alle porte del regno di Lucifero: davanti a noi si è aperta una fantastica scenografia, fatta da un lago bellissimo contenuto all’interno di un cratere profondo 220 metri. Di fianco, un cratere più piccolo con il Lago Viti, contenente acqua calda e solforosa che a volte ospita anche qualche coraggioso bagnante. Tutto intorno, uno scenario maestoso composto da rocce e terra laviche in tutte le forme possibili e immaginabili, circondate dalla catena montuosa del Dyngjufoll. Questa intensa giornata è continuata con altri 60 km di pista percorsa in mezzo a scenari da film di fantascienza per arrivare al rifugio Sigurdaskali, proprio all’inizio dell’enorme ghiacciaio Vatnajokull, che con i suoi 8400 km quadrati di superficie è il più grande d’Europa. Abbiamo visto tante cose interessanti in questo viaggio, ma niente, secondo me, può eguagliare il fascino e la bellezza delle Highlands : una terra in cui non sarà mai l’uomo a comandare, anzi egli non sarà altro che un minuscolo granello di sabbia sbatacchiato dal vento in mezzo a ghiacciai, crepacci, vulcani e cascate. Qui la natura è protagonista assoluta e la presenza umana è cosa rara, ad eccezione del breve periodo estivo in cui turisti e gestori di rifugi sono puntini neri disseminati qua e là nell’immensa landa d’Islanda. Ad ogni modo, non posso non accennare alla straordinaria area che circonda il vulcano Krafla con la sua Caldera: ci sono infiniti strati di lava e soffioni boraciferi disseminati in ogni dove, che creano un paesaggio unico. Non si possono dimenticare nemmeno l’incantevole Laguna degli Iceberg Jokulsarlon, con tanto di foche giocherellone, e le immagnifiche Cascate di Gullfoss, Dettifoss e Selfoss. L’acqua ed il vapore in Islanda sono i due elementi naturali predominanti. L’acqua inimbrigliabile scorre selvaggia e possente dai ghiacciai sino al mare creando, lungo il suo percorso, le cascate più potenti e spettacolari d’Europa. Noi abbiamo visitato le cascate più belle, ma ci siamo persi volentieri dietro il rumore di qualche cascata innominata; ne abbiamo seguito il suono sino ad arrivarne al cospetto, dove, oltre a rimirarla, ne abbiamo ascoltato le variazioni musicali. Prima di andare a confluire nel mare, tutta quest’acqua rimane imprigionata in ghiacciai grandi e capricciosi e a volte un po’ riottosi… talmente riottosi che non ne vogliono sapere di sciogliersi nelle lande interne, ma si prolungano fino al mare, dove danno l’addio alla terraferma trasformandosi in splendidi iceberg che navigano maestosamente in bellissime lagune e si divertono a cambiare tonalità di colore ogni volta che cambia la tonalità del cielo. Anche l’Oceano ed i numerosi laghi e fiumi hanno la loro maestosità, ma sono cosi freddi! Niente paura, ci pensa il vapore, sotto forma di energia geotermica, a riscaldare le numerose pozze, i laghi e i torrenti sparsi in tutta l’Islanda. La loro acqua calda a temperatura costante (30/35 gradi) alimenta il principale passatempo nazionale: quello di restarvici a mollo per lungo tempo. Il tutto è decisamente molto rilassante e i turisti si adeguano molto volentieri. Il nostro gruppo non ha fatto eccezione: almeno tre volte ci siamo immersi in questo piacevole tepore e ricordo con particolare gioia i bagni fatti nei pressi dei rifugi di Hveravellir e Landmannalaugar. Dispiace non avere avuto tanti contatti con gli Islandesi. Sono molto gentili ma anche molto riservati. Per di più se ne incontrano veramente pochi in giro; non bisogna dimenticare che, esclusa la zona di Reykjavjk, la densità di popolazione è di soli tre abitanti per km quadrato. I nostri contatti sono avvenuti quasi sempre con inservienti di negozi e stazioni di servizio oppure con i gestori di rifugi e ostelli. Molto importante la funzione “sociale” delle stazioni di servizio, che in molte aree, oltre a rifornire di carburante i veicoli, sono gli unici posti dove ci si può rifocillare, fare la spesa e chiedere informazioni turistiche. Fa eccezione a questo discorso la capitale, una città di una vitalità sorprendente, con una vita notturna molto vivace. Sono veramente tanti i locali dove si può ascoltare della buona musica, sorseggiare un drink o semplicemente gozzovigliare. È stato addirittura inventato il termine gergale “runtour”, appositamente coniato per descrivere la classica serata passata dai giovani facendo varie tappe nei numerosi locali notturni della città. Il costo della vita è veramente alto. La benzina costa circa 1,40 Euro al litro e ha subito un aumento del 100 % solo nell’ultimo anno. Per fare un altro esempio, pensate che una confezione di pane da 400 grammi costa circa tre Euro! L’unica cosa che costa veramente poco è l’acqua, tanto che gli autolavaggi sono addirittura gratis e si trovano dappertutto. Visti gli alti prezzi e l’impennata del costo della benzina, non è stato assolutamente semplice rimanere entro il budget prefissato. Noi ci siamo riusciti grazie soprattutto all’impegno della coordinatrice Patrizia e della cassiera Ornella. Il gruppo era composto di nove persone. Questo basso numero di partecipanti ha probabilmente favorito il crearsi di buon amalgama sin dall’inizio fra i suoi componenti. Abbiamo anche avuto l’onore di avere con noi un eccellente fotografo: potrete ammirare i suoi magnifici scatti sul sito www.aureliobormioli.com. Un saluto affettuoso a Gabriella, Monica e Alessandro. Se l’obbiettivo del viaggio era quello di immergersi in una natura selvaggia ed incontaminata staccando contemporaneamente la spina da tutte le nevrosi e preoccupazioni quotidiane, ebbene questo obbiettivo è stato pienamente centrato.