Islanda 3

Una terra emozionante! ISLANDA È il 2 agosto 2003 quando Keflavik ci accoglie in una notte che sembra un crepuscolo. Siamo un gruppo eterogeneo, per età e provenienza, ma legheremo benissimo, per fortuna, perché è una vacanza all’insegna della condivisione! L’Islanda è veramente cara e quindi siamo partiti tutti con il sacco a pelo,...
Scritto da: Laura G
islanda 3
Partenza il: 02/08/2003
Ritorno il: 16/08/2003
Viaggiatori: in gruppo
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Una terra emozionante! ISLANDA È il 2 agosto 2003 quando Keflavik ci accoglie in una notte che sembra un crepuscolo. Siamo un gruppo eterogeneo, per età e provenienza, ma legheremo benissimo, per fortuna, perché è una vacanza all’insegna della condivisione! L’Islanda è veramente cara e quindi siamo partiti tutti con il sacco a pelo, pronti a sistemarci in ostelli, scuole e rifugi: infatti, ci troviamo spesso a dormire tutti insieme. Ci siamo attrezzati anche per il cibo, seguendo le istruzioni di Dalila, la nostra coordinatrice: tutti i posti dove dormiamo sono dotati di cucina. Mangiamo due volte al ristorante; informo i vegetariani come me che in Islanda si può sopravvivere! Come primo ci servono zuppe di verdura (asparagi, pomodoro e funghi, di cui l’isola è ricchissima); come piatto principale sono previste specialità di pesce e carne, ma basta scambiare due chiacchiere con i ristoratori e compare un bel piattone di verdure miste (il cavolo la fa da padrone), in un caso accompagnato da sfiziose salsine di verdura e nell’altro da una patata al cartoccio. Un paio di volte pranziamo alla tavola calda, dove si trovano hamburger e hot dog di vario tipo, ma anche cestoni di croccanti patate fritte e panini ripieni di verdura fumante con salse alla greca. Risolti i problemi di vitto e alloggio, altro elemento indispensabile per godersi l’Islanda è il mezzo di trasporto. Noi noleggiamo due pulmini da 9, 4×4, caratteristica indispensabile, visto che questa nazione ha solo una strada asfaltata (la Ring Road): tutte le altre sono sterrate, alcune ritagliate fra le rocce e quindi piene di buche e sassi, interrotte da torrenti che bisogna guadare (in un paio di occasioni dovremo desistere e in un altro paio forniremo conforto a guidatori bloccati in mezzo a un guado o al fango, in attesa di qualcuno in grado di tirarli fuori). Le condizioni meteorologiche sono particolarmente clementi con noi: su due settimane solo due giorni di pioggia (ah, la giacca impermeabile non basta, portate anche i pantaloni perché piove di traverso). È ideale l’abbigliamento a cipolla con maniche corte, pile e giacca a vento seria. Se siete freddolosi come me, non disdegnate guanti, sciarpa e cappello, in montagna e in mezzo al mare li userete!

Il nostro giro comincia da Reykiavik. Dormiamo nell’ostello dell’Esercito della Salvezza, in confortevoli camere da 4, comodo perché centrale. La capitale è una cittadina a misura d’uomo, pulita e tranquilla, in particolare è grazioso il laghetto, sul quale si affacciano le tipiche casette islandesi. Se penso ai palazzoni e allo smog di Milano mi vengono i brividi… Insieme ad Akureyri (che non avremo tempo di visitare, ma che ha un bellissimo ostello), Reykiavik è l’unica città degna di questo nome. Gli altri posti che vedremo sono paesini! Insomma, l’Islanda è il luogo giusto se vi volete disintossicare dalla “civiltà”! Durante il nostro viaggio vediamo panorami maestosi e incontaminati, percorriamo chilometri e chilometri senza incontrare una casa (per precauzione riempiamo le taniche di benzina), ma solo pecore, rigorosamente a gruppi di tre (ne ignoriamo il motivo), mandrie di mucche e di cavallini islandesi. Ci sono poi svariate specie di uccelli, fra le quali i bellissimi puffini (o pulcinelle di mare), che scorgiamo in un paio di occasioni appollaiati sulle scogliere; vantiamo anche due avvistamenti di balenottere minori, uno durante un whale watching a Husavik e uno casuale in una baia dove compare anche una foca! L’idea che vogliano cacciare questi splendidi animali mi disgusta. Il nostro giro si snoda fra trekking nei parchi naturali, che ci portano sulla cresta di vulcani spenti o ai piedi di enormi ghiacciai; fra paesaggi sulfurei e deserti di lava modellati dagli elementi, percorsi da crepe profonde (Askja). Rimaniamo incantati davanti agli iceberg di diversi colori (Jokusarlon) e alle maestose cascate (Gullfoss, Godafoss, Dettifoss, Selfoss, etc.) e scattiamo a più riprese foto di montagne riflesse in laghi cristallini. Non ci perdiamo le esplosioni dei geyser e i fiordi. Una menzione per il lago Myvatn: molto bello ma paurosamente infestato da milioni di moscerini! Non manchiamo di tuffarci nelle pozze di acqua calda di Laugar e della spettacolare Landmannalaugar. Il nostro viaggio si conclude nella gloria con un tuffo nella Blue Lagoon, stabilimento termale nei dintorni di Reykiavik, con tanto di sauna, bagno turco e pappetta bianca da spalmarsi addosso. Le due settimane sono volate ed è con dispiacere che lasciamo questa terra emozionante e i suoi simpatici abitanti!



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