Irlanda, ti copre di verde e ti annega di blu
Indice dei contenuti
Mercoledì 4 settembre 2013
Il nostro viaggio verso l’Irlanda inizia alle 15, ora in cui prendiamo la macchina e dalla Liguria ci dirigiamo verso l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio. Arriviamo al parcheggio con largo anticipo e arrivati in aeroporto sbrighiamo subito le pratiche di imbarco. Il nostro volo è solo alle 21.20, quindi c’è tutto il tempo per fare un giro al duty-free e mangiare qualcosa per cena. Puntuali alle 21.20 decolliamo con Ryanair e in due orette (salvo l’ora di fuso indietro rispetto all’Italia) atterriamo a Dublino, che ci accoglie con un cielo sereno e stellato, ma con un venticello non proprio estivo… Abbiamo prenotato dall’Italia un hotel poco distante dall’aeroporto, e la loro navetta ci porta direttamente in hotel verso mezzanotte, dove, dopo il check-in e l’arrivo in stanza, crolliamo letteralmente nel letto.
Giovedì 5 settembre 2013
Ci svegliamo di buon’ora e, senza colazione (non era inclusa nella prenotazione), riprendiamo la navetta dell’Hotel, che ci riporta in aeroporto, dove dobbiamo sbrigare le pratiche per l’affitto dell’auto, che avevamo prenotato via internet. Fatta tutta la procedura possiamo finalmente prendere un’ulteriore navetta (della compagnia di noleggio) che ci porta al parco macchine. L’entusiasmo si spegne quando vediamo assegnarci una macchina nettamente inferiore di categoria a quella da noi prescelta su internet. Chiedo spiegazioni all’addetta che mi dice che per loro la macchina è della categoria da noi prescelta, perciò ci avviamo alla macchina ed iniziamo la vera avventura irlandese! [Col senno di poi la scelta della macchina si rivelerà azzeccata nelle stradine strettissime che abbiamo trovato lungo il percorso!] La guida al contrario non crea particolari problemi, bisogna prenderci la mano ma, grazie anche al navigatore, fila tutto liscio ed usciamo da Dublino, in direzione Valle del Boyne, più precisamente a Newgrange. Arriviamo in una mezzoretta di macchina e all’ingresso del sito facciamo la Heritage Card, che dà diritto all’ingresso “gratuito” in tutti i siti irlandesi appartenenti a questa associazione, la OPW. La card vale un anno dal rilascio e costa 21€ per gli adulti e 8€ per i bambini/studenti. A noi è parsa un’offerta più che buona, dato che avevamo in programma di visitare molti siti appartenenti all’Irish Heritage. Una navetta ci conduce quindi al monolite di Newgrange (non è raggiungibile autonomamente), sito più antico di Stonehenge, dove una guida ci illustra la storia e ci conduce all’interno, dove ci spiega il rito del solstizio d’inverno e ci fa una simulazione dell’evento, ovvero della luce del sole che entra dentro al monolite solo il 21 dicembre di ogni anno, alle 9 del mattino. Fatte le varie foto di rito, riprendiamo la navetta e torniamo alla macchina, alla volta di Clonmacnoise, uno dei siti monastici più antichi d’Irlanda, dove arriviamo in un’ora circa di macchina, dopo aver sostato in un supermercato per comprarci il pranzo, rigorosamente al sacco. Entriamo con la nostra card e la visita è in autonomia. Clonmacnoise è spettacolare. L’atmosfera che si respira è pacifica e calma, come il popolo irlandese. Il sito, un susseguirsi di lapidi antiche e una torre di vedetta anch’essa antichissima, fa da padrone sulla baia tutt’intorno e il luogo è carico di misticità e leggenda. La giornata è abbastanza serena, con qualche nuvolone, che però ci risparmia la pioggia. Proseguiamo poi verso Galway, che raggiungiamo in un’altra ora di macchina. Qui abbiamo prenotato in un hotel economico per due notti. Sbrigato il check-in non perdiamo tempo e ci avventuriamo nella cittadina di Galway, vivace e colorata, sull’Oceano. Qui facciamo i primi acquisti di souvenir e gironzoliamo per la cittadina, dove moltissimi artisti di strada si esibiscono e altrettanti studenti chiacchierano sulle panchine o seduti in terra, con l’immancabile pinta di Guinness. Tutto ciò per noi è sicuramente bizzarro, ma divertente. Troviamo un supermercato e ne approfittiamo per comprare la colazione dell’indomani e il pranzo. Intanto si fa ora di cena e ceniamo in un fast-food economico per poi correre a letto: domani andremo alle isole Aran.
Venerdì 6 settembre 2013
Sveglia alle 7, mangiamo colazione a letto: i muffin del supermercato sono deliziosi, e poi prendiamo la macchina alla volta di Rossaveal, dove ci sono i traghetti per le Isole Aran. Bisogna arrivare lì almeno un’ora prima della partenza del traghetto, perciò alle 8 siamo già in viaggio. Lungo la strada ci fermiamo più volte a fotografare il panorama, e in quaranta minuti arriviamo a Rossaveal, dove parcheggiamo in uno dei tanti parcheggi “5€ tutto il giorno”. Facciamo i biglietti del traghetto (25€ gli adulti, 20 i bambini/studenti) e aspettiamo le 10.30, ora della partenza del traghetto. Imbarcati, in 50 minuti arriviamo ad Inishmore, la più grande delle isole Aran. La giornata è splendida, il sole è pieno e non c’è una nuvola. Affittiamo una bicicletta a testa (10€ a testa per tutta la giornata) e iniziamo a pedalare. L’isola appare in parte inospitale, data l’assenza di alberi e le moltissime collinette brulle che si affacciano sull’Oceano. Le soste lungo il percorso sono innumerevoli: ogni angolo è una fotografia, e poco dopo tocchiamo per la prima volta l’Oceano, in una spiaggia di sabbia bianca paradisiaca (se non per le millemila meduse che la popolavano). Con calma raggiungiamo la salita che porta alle scogliere ed al forte di Dun Aengus. Da lì bisogna proseguire a piedi, entriamo con la nostra card e facciamo circa 1km a piedi tra i muretti a secco, capre e muchhe al pascolo. Arrivati in cima, il fiato si mozza letteralmente. Le scogliere sono a picco sull’Oceano, così come il vecchio forte. La vista è impagabile, il sole splende, e la “paura” di cadere anch’essa è forte. Trascorriamo 40 minuti buoni a fare foto a picco sull’Oceano, per poi tornare indietro alle biciclette e proseguire verso le “Sette Chiese”. Nel frattempo il cielo si è scurito parecchio e, facendo due calcoli, preferiamo tornare indietro per avvicinarci al porto piuttosto che proseguire per la punta dell’Isola. Con rammarico cambiamo quindi strada e ci dirigiamo verso la spiaggia delle foche. Sarà colpa del tempo, ma di foche nessuna traccia. In due minuti si alza un vento fortissimo e si mette a piovere a dirotto. La giacca a vento ripara dall’acqua, ma i jeans si inzuppano, e tornare al porto sembra la decisione migliore! Arriviamo bagnati fradici, quando smette di piovere e torna a splendere il sole. Ma questo tempo ci prende proprio in giro? Lasciamo le biciclette e ci facciamo un giro nei due negozi presenti sull’isola, dove acquistiamo alcuni souvenir, soprattutto in lana fatti sull’isola. Alle 16 parte il traghetto e noi ci mangiamo i panini sul molo, nell’attesa di partire. Arriviamo a Galway verso le 18 e ci dirigiamo direttamente in città, dove facciamo scorta di colazione e pranzo per il giorno successivo e dove mangiamo in un secondo fast food. Anche per oggi la giornata volge al termine e l’arrivo in hotel è una manna per i nostri piedi!
Sabato 7 settembre 2013
Ci alziamo sempre presto e lasciamo Galway in direzione delle Cliffs of Moher, che raggiungiamo in un’ora di macchina circa. Qui l’ingresso non è compreso nella card, perciò paghiamo l’ingresso (6€ adulti e 4€ bambini/studenti). Il tempo è ventoso e scuro, e “le scogliere della rovina” sembrano appunto tutto fuorchè amichevoli. Ma vogliamo mettere l’emozione che si prova quando si arriva su uno dei tanti precipizi? Impagabile. La vista è mozzafiato, e anche l’adrenalina! Le onde del mare si infrangono sugli scogli più bassi facendo un rumore sordo, che ricorderò per sempre. Fatte le scogliere proseguiamo il nostro viaggio verso il sud, fermandoci (un’ora di macchina dopo) ad Adare, il caratteristico villaggio irlandese dove sono presenti ancora alcuni cottage col tipico tetto di paglia. Qui prenotiamo la visita al Desmond Castle (gratuito con la card) e, nell’attesa, mangiamo pranzo e fotografiamo i cottage, per poi fare una passeggiata (sotto la pioggia) fino alla chiesa della città. La visita al castello è suggestiva e, nonostante siano solo rovine, la guida è abilissima a farci immaginare com’era il castello nell’antichità. A questo punto inizia la vera avventura, dato che per questa notte non abbiamo prenotato nulla da casa. Il nostro progetto è arrivare a Tralee, e così facciamo. Busso alla porta di uno dei B&B che mi ero segnata da casa, e un gentilissimo signore sulla cinquantina mi apre e ci dice che ha una stanza libera. La guardiamo e la prendiamo. Questo signore ci offre il the e ci racconta qualcosa della cittadina, indicandoci anche qualche posticino per la cena. Ci dirigiamo allora in città, e anche qui è un susseguirsi di porte variopinte e colori vivaci. E’ una piccola cittadina quindi non c’è molto movimento (pur essendo sabato) e, dopo la nostra consueta tappa al supermercato per prendere il pranzo dell’indomani, scegliamo un pub carinissimo in stile “vecchia abbazia”, dove io mangio dell’ottimo stufato di manzo marinato nella Guinness, e il mio ragazzo mangia un hamburger con carne e cipolle da 10 e lode. Torniamo al B&B stanchi ma appagati e, dopo una doccia rinvigorente, andiamo a dormire.
Domenica 8 settembre 2013
La giornata è cupa, e nella notte ha piovuto, ma un profumino di pancake caldi ci sveglia e ci fa correre al piano di sotto, dove mangiamo un’ottima colazione dolce, a base di pancake e sciroppo d’acero, con il caffè, pane tostato e marmellata. Salutiamo e paghiamo il gentilissimo proprietario e prendiamo la macchina alla volta della Penisola di Dingle. In meno di un’ora raggiungiamo Dingle (dopo svariate soste-fotografia) e anche qui troviamo un’incantevole paesino affacciato sulla baia, con tutte casette e portoni dai mille colori vivaci. Il giro della cittadina è breve e quindi proseguiamo per Slea Head, la punta più occidentale d’Irlanda. Il paesaggio è bucolico: mucche e caprette in ogni dove, muretti a secco, casette sperdute…e tempo uggiosissimo. Arriviamo a Slea Head dopo un susseguirsi di stradine strettissime alla quali siamo sopravvissuti indenni, e tocchiamo per la seconda volta l’Oceano. Proseguiamo per la penisola arrivando fino al villaggio di Dunquin, per poi tagliare trasversalmente e raggiungere Inch, una spiaggia famosa per il surf. Effettivamente nonostante il tempo bruttissimo c’erano molti surfisti intenti a cavalcare le onde! Decisi a proseguire per fare almeno un piccolo tratto del Ring of Kerry, ci incamminiamo e arriviamo a Killorglin, dove una capra di metallo (simbolo della città) ci accoglie nel paesino, anch’esso pittoresco con casette e porte colorate. La nostra meta per oggi è Killarney, che raggiungiamo in poco tempo. Il nostro intento era di visitare il Ross Castle (gratuito con la card), ma arriviamo 10 minuti dopo l’orario di chiusura e ci tocca rinunciare. Una passeggiata nel parco e sulle rive del lago non ce la toglie nessuno e ci perdiamo nel verde di questo parco incantevole. Alle 18 andiamo a bussare alla porta di un B&B che mi ero appuntata, e una simpatica signora di mezza età ci accoglie, ci paral per un’ora delle sue vicende famigliari, e ci da una graziosa camera mansardata. Accogliente e pulita, anche se un po’ anticata. Ci laviamo e ci prepariamo per uscire e visitare il centro di Killarney. E’ domenica e c’è molta gente in giro, alcuni negozi sono aperti, e facciamo altri acquisti in attesa dell’ora di cena, che consumiamo in un pub non troppo caratteristico, dove prendiamo il solito hamburger e il fish and chips. Stanchi ma contenti ce ne torniamo al B&B per riposarci.
Lunedì 9 settembre 2013
La signora Rosemary ci prepara una fantastica colazione: io ho preferito la colazione dolce, mentre il mio ragazzo ha finalmente provato la full Irish Breakfast…che dire? Veramente “full” come colazione, fin troppo pesante per noi abituati alla colazione dolce italiana. Salutiamo Rosemary e proseguiamo il nostro cammino. Oggi si riprende il viaggio che ci riporterà a Dublino, e la nostra prima meta è Cahir, dopo un’ora e mezza di macchina, dove visitiamo la cittadina e il castello con la card. Facciamo in fretta e riprendiamo alla volta della Rock of Cashel, poco distante da Cahir. Purtroppo la facciata di questa rocca è in ristrutturazione, e le foto non rendono al 100€, ma ci accontentiamo. Entrati (con la card), abbracciamo la croce di San Patrizio, che si dice faccia passare il mal di denti, e visitiamo questo luogo sacro, pieno di lapidi e le rovine della cattedrale-rifugio, popolata da moltissimi corvi. Il cielo cupo e il gracchiare dei corvi hanno reso questa visita suggestiva e surreale. Dopo il nostro pranzo da supermercato proseguiamo il nostro viaggio verso Kilkenny, dove spenderemo l’ultima notte “all’avventura” nei B&B. Mi ero appuntata un paio di B&B economici, che si sono poi rivelati molto più dispendiosi dei precedenti in cui avevamo dormito, perciò ci siamo messi alla ricerca di un altro B&B da soli, trovando una sistemazione carina ed economica a Kilkenny. Data l’ora abbiamo fatto in tempo a visitare il castello di Kilkenny, perfettamente conservato (gratuito con la card) e il centro città. All’ora di cena abbiamo optato per un pub oltre il fiume: scelta azzeccatissima. Quella sera suonava un duetto dal vivo. Il pub era tipico e pieno di gente soprattutto di mezz’età che cantava e si divertiva. La mia insalata di salmone e fichi era superlativa e l’atmosfera mi ha proprio fatto sentire a casa. Al termine delle performance mi sono congratulata con i due cantanti ed ho comprato il loro cd per soli 5€. Adoro la musica irlandese. Sazi e soddisfatti ce ne torniamo al B&B per la notte.
Martedì 10 settembre 2013
La mattina inizia presto con una abbondante colazione a base di pancake caldi, pane tostato e marmellata. Paghiamo il B&B e ci dirigiamo verso Glendalough, la parte finale del nostro viaggio itinerante, prima di approdare a Dublino. Arriviamo a Glendalough dopo un’ora abbondante di macchina, passando per le Wicklow Mountains. I paesaggi cambiano ad ogni curva e le soste sono innumerevoli. Glendalough ci accoglie con un timido sole ed entriamo al centro visitatori (con la card), cove proseguiamo la camminata in libertà. Visitiamo l’antico sito monastico, il cimitero e la torre di guardia, per poi proseguire a piedi in un sentiero tutto a contatto con la natura, che sfocia su un laghetto limpidissimo e dal quale si prosegue per arrivare alle cascate, anch’esse bellissime e suggestive. Torniamo indietro e prendiamo la macchina: è quasi ora di riconsegnarla e dobbiamo tornare a Dublino. In meno di un’ora arriviamo nella Capitale e andiamo a portare la macchina al deposito. Paghiamo 40€ per averla lasciarla in un luogo diverso dall’aeroporto e superiamo indenni il controllo gomme-specchietti-carburante. Con le valigie ci dirigiamo all’hotel prenotato da casa, che è in posizione centrale (dietro a O’Connell street), ma che, ahimè, è una mezza ciofeca. Vecchio, non proprio pulitissimo e fatiscente…insomma c’è di meglio, ma noi abbiamo preferito risparmiare sull’hotel, dato che lo usiamo solo per fare la doccia e dormire… Posate le valigie iniziamo la scoperta della capitale, che è traumatica: dopo una settimana tra pascoli, mucche, prati verdi casette, vedere Dublino nel grigio di un clima uggioso e con tutti questi palazzoni e gente che chiede le elemosina ad ogni angolo, mette un po’ tristezza, ma è il comune denominatore di quasi tutte le capitali, e ci abituiamo presto.
La prima tappa è il Trinity College, dove paghiamo 9€ per vedere il famoso Book of Kells (bambini/studenti 8€). Visitiamo anche il campus e proseguiamo a piedi verso la cattedrale di San Patrizio. Anche qui si paga e non è valida la card. La cattedrale è molto bella, anche se piccolina, e ci fermiamo oltre l’orario di visita per assistere ad un coro di voci bianche. Torniamo in centro e ci accorgiamo che Dublino a piedi è fattibile in meno di una giornata….in poche ore abbiamo visitato tutta la zona pedonale di Temple Bar e fatto le classiche foto di rito, sul Penny Bridge, alla statua di Molly Malone e così via. Facciamo una passeggiata per Grafton Street, la via dello shopping, e ceniamo in un supermercato-ristorante, per pochi euro. Siamo quasi alla fine della vacanza e anche il budget inizia a vacillare! Torniamo in albergo a piedi, e crolliamo.
Mercoledì 11 settembre 2013
Di buon’ora ci alziamo e prendiamo il bus (6,50 il biglietto giornaliero) che ci porta alla Kilmainham Gaol, nella quale entriamo con la card. Questa è la vecchia prigione di Dublino, dove sono stati imprigionati e fucilati molti ragazzi che avevano partecipato alle rivolte del 1916, per la libertà irlandese. Toccante è la storia di un condannato a morte che ha sposato la fidanzata poche ore prima di essere fucilato, e la visita si trasforma in qualcosa (per me) di veramente toccante. Pensare alla vita che avevano fatto questi patrioti ti fa vedere il luogo con occhi diversi…e ti scappa anche la voglia di fare le foto. Usciti dalla prigione facciamo un salto al Phoenix Park, ma inizia a piovere e prendiamo un autobus che ci porta alla fabbrica della Guinness. Qui l’entrata è salata e non merita per chi non ama la birra. 16,50€ di entrata per gli adulti e 13,50 per i bambini/studenti. Una bella batosta, ma, pur non essendo amante della birra, mi diverto a guardare l’intero processo produttivo (che è una ricostruzione), la Guinness nel mondo, i manifesti pubblicitari e quant’altro. La visita viene ripagata al settimo piano dell’edificio, dove ti viene offerta una pinta di Guinness compresa nel prezzo del biglietto e una vista a 360° sull’intera città. La giornata prosegue con la visita al Castello di Dublino (con la card), un edificio usato ancora oggi a livello politico. La guida si perde nei racconti, ma il tutto è avvincente, in special modo la visita ai sotterranei, luogo in cui si dice Bram Stoker abbia iniziato a formulare le basi del suo capolavoro letterario: Dracula. Questa sera ceniamo in camera, si è fatto tardi e dobbiamo incastrare tutti i souvenir nelle valige..la camera è microscopica, quindi dobbiamo aprire una valigia per volta…finiamo il tutto che è mezzanotte passata e, sfiniti, ci addormentiamo.
Giovedì 12 settembre 2013
Il nostro viaggio sta per volgere al termine. L’aereo è questa sera alle 19.00 e decidiamo quindi di spendere la mattinata a fare un altro giro per il centro, gustandoci gli ultimi momenti d’Irlanda. Nel pomeriggio prendiamo il bus-navetta per l’aeroporto (6€ a testa) e puntuali decolliamo alle 19. Arriviamo in Italia in anticipo: manca la voglia di rimettersi in macchina e tornare a casa. Siamo rimasti stregati da tutto questo verde!