Irlanda, senti il battito
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Partenza sabato 12 luglio da Bologna, e data l’ora decisamente mattutina del volo diretto per Dublino (naturalmente Ryanair), scegliamo di dirigerci a Londra e di prendere poi un secondo aereo alle 17.10 da Stansted verso la capitale irlandese, dove arriviamo intorno alle 18.30. La struttura che ci ospita è il Fatima Hostel sito a Gardiner Upper street, prenotato su budgetplaces.com e nonostante una descrizione apparentemente sufficiente, non mi sento di consigliarlo per più di 1-2 notti. Camere piccole, letto matrimoniale che in realtà è praticamente una piazza e mezzo, servizi siti in un piano differente rispetto alla camera, e soprattutto una poca presenza del personale (non esiste una reception), e nemmeno un controllo dei documenti con relativa registrazione all’arrivo.
Sabato sera ci dedichiamo alla prima uscita nella capitale irlandese, e ci dirigiamo subito nella zona del Temple Bar, che è sia un locale, il più famoso del centro, sia un vero e proprio quartiere. Dublino è una città a mio avviso non bellissima, di giorno molto più grigia rispetto ad altre città anglosassoni, e che si accende un po’ di sera, con moltissima gente nei locali durante il week-end. Occorre prestare soprattutto molta attenzione in questo senso poiché ci sono ragazzi di ogni tipo che possono fermarti con intenzioni un po’ strane e modi non proprio cortesi, dato il molto alcool che gira e i pub che trabordano di giovani. Il giorno seguente lo dedichiamo alla visita della città, recandoci prima al Trinity College e successivamente alla cattedrale di San Patrizio. Per la cena scegliamo, e lo faremo spesso durante la vacanza, il Fitzgerald’s Bar, un pub vicino al centro di fronte al fiume Liffey, dove si possono mangiare diversi buoni piatti, dal fish&chips alle zuppe del giorno, incluso un ottimo salmone con le patate. Consigliato.
Lunedì 14 luglio
Ci rechiamo all’aeroporto di Dublino per ritirare la vettura prenotata su autoeurope.com (141 euro per una settimana, un prezzo ottimo) e ci viene consegnata una Opel Astra grande e in ottimo stato. Dopo aver sbrigato tutte le pratiche del caso usciamo dall’aeroporto e ci rechiamo direttamente verso il nord. Abbiamo infatti deciso di percorrere l’itinerario Dublino-Belfast-Giant’s Causeway-Derry fino a giungere il giorno seguente nella graziosa cittadina di Galway di cui parlerò più avanti. Lunedì pomeriggio, come programmato, decidiamo di affrontare il Carrick-a-Rede Bridge: un ponte di corda e legno, seppur ben saldo, che collega due isolotti dal quale i pescatori intercettano il passaggio dei salmoni. Il tempo però non promette bene, e infatti verremo investiti da una autentica ondata d’acqua, insieme alle molte persone che si apprestano a fare la nostra stessa cosa. Il biglietto costa circa 5 sterline, e una volta parcheggiata la macchina e pagato il ticket in una casina in legno, percorriamo 1 km esatto di sentiero che ci porterà al ponte. E’ qui che inizia a piovere, seppur ben coperti da k-way e giacconi, al nostro ritorno saremo quasi del tutto fradici. Raggiunto il ponte, lo attraversiamo e poi ritorniamo indietro, le condizioni avverse non ci permettono di fermarci a fotografare il panorama splendido di questo pezzo di Irlanda del Nord davvero selvaggio. Una esperienza che consiglio, seppur in condizioni meteorologiche migliori!
Successivamente, uscendo da quella zona, il tempo migliora e ci fermiamo a visitare le Giant’s Causeway: 40.000 rocce di basalto disposte una attaccata all’altra come tronchetti di legno. Davvero suggestivo e particolare, spunta anche un po’ di sole e il panorama è mozzafiato. La sera, è il momento di cercare il B&B per la notte: ci fermiamo a Castlefinn, un paese al confine tra la Repubblica e l’Ulster, dove troviamo una deliziosa e ospitale signora ex-insegnante molto disponibile e ospitale che ci riserva una delle due sole camere disponibili: una tripla con letti molto comodi, rifinita e pulita al massimo livello, con bagno in camera ovviamente, e che il giorno seguente ci fa trovare una specialissima e abbondante colazione. Il posto si chiama Manor’s House e potete trovarlo dopo il ponticello che a Castlefinn separa praticamente Nord Irlanda e Eire. Una bellissima casa, con vista su un giardino verde e rigoglioso. Dopo aver scambiato qualche chiacchiera su vari temi (la sua famiglia, la situazione odierna dell’Irlanda, ecc..) dobbiamo a malincuore lasciare il posto e continuare il nostro giro. È il giorno che ci porta a Galway, una deliziosa cittadina sulla costa ovest, con la sua baia, il molo e il piccolo porto. Tantissima gente festante, un centro città molto carino e proprio in questi giorni occupata dal festival delle Arti, che fa il paio con il festival delle Ostriche che si tiene in agosto. Durante il percorso attraversiamo Derry, ci fermiamo in vari punti della strada ad osservare panorami, le strade in Irlanda sono molto strette e spesso a schiena d’asino, per cui occorre prestare molta attenzione. Arrivati a Galway ci sistemiamo alla White House, un edificio con molte camere completamente bianco dove troviamo un titolare molto disponibile e simpatico, che ci riserva una camera tripla pulitissima e con bagno privato. Un piccolo aneddoto che testimonia la gentilezza e la cortesia del posto: nel bagno non funziona il neon sopra allo specchio, ma per noi non è un grosso problema, eppure il nostro non finisce mai di scusarsi e il giorno dopo troviamo riparato in men che non si dica il guasto. La sera, ceniamo al Quay’s, uno dei pub di punta di Galway e poi ci dirigiamo al Taffee’s Bar dove si suona la vera musica irlandese dal vivo. Il pub è pieno e la gente canta festante. E’ qui d’altronde che si può trovare la vera Irlanda…
Il giorno seguente lo dedichiamo alle Cliffs of Moher che distano pochi chilometri, ma prima ci fermiamo a Mullaghmore Beach, una bellissima spiaggia affiancata da un porticciolo in pietra dove vi consiglio di scattare qualche foto. Le Cliffs of Moher sono le scogliere più alte d’Europa, e si raggiungono a piedi, a pochi metri dal parcheggio dove si lascia la macchina. E’ una giornata soleggiata e con molto vento da quelle parti. Un importante avviso: il parcheggio costa 6 euro a persona, non ad auto. Per cui vi consiglio di scendere e lasciar parcheggiare solo l’autista, soprattutto se siete in 4-5!
Alla base della visita c’è un bellissimo centro visitatori, e i percorsi sono due: uno verso destra e uno verso sinistra. Uno si raggiunge tramite sentiero, l’altro tramite una grande scalinata. Decidiamo per il percorso più bello e importante, quello a sinistra. Avremmo percorso circa 4-5 km a piedi, proprio sul ciglio del burrone! Ovviamente per cadere giù bisogna proprio essere degli sprovveduti, ma fate comunque attenzione. Inutile dire che il panorama è da mozzare il fiato. Enormi scogliere scure con le onde del mare che si infrangono e la vista sulle isole Aran proprio di fronte. Rientriamo a Galway dopo aver visitato anche Achill Island, che per quanto molto verde e pianeggiante con i suoi cottages, ha spiagge bellissime, una su tutte Keem Beach, che si raggiunge dopo aver percorso una strada stretta a due corsie proprio sul bordo delle rocce e scendendo poi verso il parcheggio che porta in spiaggia. Anche qui consiglio una visita…
Giovedì 17 luglio
Giovedì sarebbe stata la volta della penisola del Connemara, ma, altro consiglio, nel vostro itinerario inserite un giorno dove prendervi una pausa! Eravamo troppo stanchi e pertanto abbiamo deciso di dedicare il giorno alla visita di Galway e non ce ne siamo per nulla pentiti. La quiete e il silenzio che si respira qui mi ha davvero impressionato, seppur sia una città vivace e abitata. Fatevi una passeggiata lungo la baia nel lungo marciapiede adibito sia per pedoni che per ciclisti! Venerdì 18 è ora di rientrare a Dublino: arriviamo nel tardo pomeriggio, e sabato lo dedichiamo alla sua attrazione più importante: la Guinness Storehouse. Da amanti della birra e soprattutto della mitica scura irlandese, non potevamo esimerci, ma lo consiglio anche a chi non necessariamente beve la birra. Il costo on-line è di 16 euro (18 se fate lì il ticket) e potete ritirare comodamente il biglietto sul posto. La visita consiste in un edificio (datato 1904) dove è stato ricavato un cilindro di sette piani, attraverso i quali si scopre la storia degli ingredienti che fanno la Guinness, la storia del suo fondatore, Arthur Guinness, i metodi utilizzati per costruire le botti e il relativo trasporto che avveniva fino agli anni 60 tramite rotaie e navi da carico. Fino ad arrivare alla sala dove si viene invitati in gruppo a spillare la birra e ricevere il successivo diploma, e per concludersi al Gravity Bar, la struttura circolare in vetro che sormonta la fabbrica e da cui si gode della vista di tutta Dublino.
Domenica 20 luglio
Oggi ci dedichiamo alla visita di un’altra città storicamente importante: Belfast. Sarà perché era domenica, ma siamo rimasti piuttosto delusi: mi aspettavo una città più interessante e viva, arrivando domenica in tarda mattinata non troviamo praticamente anima viva in giro, seppur nel pomeriggio ci sia più movimento. Una cosa strana che abbiamo notato è la quasi totale assenza di pub, perlomeno in molte zone della città. Strano da queste parti…
Una cosa però ha completamente catturato la nostra attenzione: gli splendidi murales che raccontano Belfast. Politici, culturali, sportivi, sono autentiche opere d’arte che siamo stati contenti di portare via con noi immortalandole in molte foto. Vengono solitamente anche organizzati dei tour in taxi per visitarli, e le due zone più ricche sono il West Belfast e la zona sotto alla Harland & Wolff, il cantiere dove fu costruito il Titanic nel 1912, e che ospita anche musei e centri visitatori dedicati alla storica nave affondata al suo primo viaggio. C’è da aggiungere però che diversi vicoli e strade popolari di Belfast sono assolutamente sconsigliati, per l’inquietudine che trasmettono ancora oggi dopo le tristi vicende di questi 40 anni. Tenete sempre gli occhi aperti e non indugiate molto in queste zone. Alle 17 siamo già di ritorno, naturalmente ci siamo fermati spesso a fare benzina nei nostri itinerari, il costo per la benzina verde è di circa 1,55-58 euro, abbastanza inferiore al nostro. Rientriamo quindi di nuovo a Dublino, e qui constatiamo che abbiamo preteso troppo dalla capitale: è infatti assolutamente improponibile sostarci più di un week-end. Noi dovremmo passarci ancora la serata e tutto il giorno successivo. Consiglierei pertanto di visitarla in 1-2 giorni, non di più. Per giunta, ritorniamo al Fatima Hostel dove avevamo prenotato, e siamo addirittura costretti a farci cambiare la camera stavolta: la tripla è davvero troppo poco spaziosa per tre persone e cinque valigie, e dopo una sola notte di sacrificio, uno di noi tre si sistema in una singola. Domenica sera scegliamo una cena semplice con un kebab, e troviamo moltissimi tifosi vestiti di bianco-azzurro circondare i pub della capitale. Chiediamo così a due di loro cosa ci fosse quel giorno in programma, e la risposta è una partita di calcio gaelico al Crock Park (l’impianto più importante di Dublino) tra due squadre della capitale, l’una a fianco dell’altra contea. Il calcio non è lo sport di punta in Irlanda, il calcio gaelico e l’hurling (insieme al rugby) la fanno da padrone.
Lunedì 21 luglio
Consegniamo la macchina in aeroporto, con il pieno di benzina come previsto. Il pomeriggio lo trascorreremo a riposarci in vista dell’ultima sera, dove decidiamo di non fare però molto tardi, dato che il giorno seguente suonerà la sveglia alle ore 6. Ci attendono infatti ancora tre giorni di vacanza che trascorreremo a Londra, dove siamo già stati parecchie volte, e dove abbiamo sempre piacere di ritornare.
Un appunto: per quest’ultimo trasferimento abbiamo scelto un aereo della compagnia Aer Lingus, ma abbiamo avuto però non pochi problemi con il check in on-line. Innanzitutto si può effettuare solamente 30 ore prima del volo (abbiamo dovuto cercare un internet point e sistemarci lì per farlo), ma abbiamo avuto davvero moltissimi problemi con le operazioni di aggiunta dei bagagli, perché inspiegabilmente il sistema ci informava che l’indirizzo mail utilizzato per la prenotazione era sbagliato, nonostante fosse arrivato il promemoria la mattina stessa proprio a quell’indirizzo. La morale della favola è che abbiamo dovuto aggiungere i bagagli direttamente in aeroporto, e grazie a una signorina gentilissima del banco check-in abbiamo pagato solo 15 euro per due valigie. Un problema risolto direi alla grande e in modo molto fortunato… in definitiva, per evitare problemi, NON volate con Aer Lingus!
In conclusione, un viaggio che ha soddisfatto pienamente le nostre aspettative, e anche di più. Ora non resta che organizzare un secondo viaggio, per visitare la parte sud di un paese che è un altro fiore all’occhiello dell’Europa.