Irlanda… pioggia, musica e full Irish breakfast

Da Dublino verso il nord, per poi tuffarsi nel verde del sud dell'isola, risalendo infine lungo la costa occidentale... un'Irlanda a zig zag
Scritto da: fiorenzasasso
irlanda... pioggia, musica e full irish breakfast
Partenza il: 03/08/2009
Ritorno il: 20/08/2009
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €

DUBLIN, MUSICA E PIOGGIA

Dublino è una città da godersi col sole o con la pioggia, nel nostro caso più la seconda. Comunque il tipico entusiasmo da primi giorni irlandesi non si spegne annegandolo in un po’ d’acqua. Qui nel giro di poco tempo ridefiniamo il concetto di estate e ci ritroviamo a riflettere, coperti da strati di maglioni e giacche, su tutte quelle parti di mondo in cui l’equivalenza “agosto = caldo” non ha significato. Trascorriamo i giorni dublinesi a zonzo per le strade, visitando il Castello e le Cattedrali Christchurc e Saint Patrick, rifugiandoci nei negozi quando siamo inzuppati dalla pioggia, rifocillandoci a forza di ottimo stew (stufato irlandese) o fish and chips e cercando di assaporare la vitalità di questa città, che, soprattutto la sera nella zona del Temple Bar, si anima incredibilmente. La musica è protagonista delle serate al Temple Bar, sia in strada che nei pub, ovunque è un diffondersi di melodie irlandesi a base di violini, chitarre, flauti, pipes (le cornamuse irlandesi) e voci: impossibile passare qualche ora in queste strade senza trovarsi a canticchiare “The wild rover” o “Dirty old town”. Nei pub è un tripudio di birre, ma io, non amando affatto la birra (cosa che suona blasfema in una terra come questa), sono costretta all’unica alternativa onorevole: Jameson Irish Whiskey. E così si dimentica il freddo!

SLIGO, FUORI DALLE ROTTE TURISTICHE

La nostra prima settimana irlandese sarà all’insegna dell’avventura: senza programmi né prenotazioni ci organizziamo per spostarci verso nord con i mezzi locali. Gli autobus sono numerosi, anche se non permettono di arrivare proprio in tutti i posti. Quindi rinunciamo al Giant’s Causeway, difficile da raggiungere in bus, e puntiamo alla più sconosciuta Sligo. Sligo ci si presenta sferzata da vento e pioggia, tanto che buttiamo via il nostro primo ombrello distrutto dalla forza degli elementi e ne acquistiamo subito un altro (non mancano nei negozi!), insieme a calze pesanti e cappello di lana. Agosto qui è solo una data sul calendario, non una questione climatica. Avevamo progettato escursioni nei dintorni, ispirati dall’immancabile Lonely Planet, ma in breve scopriamo che in autobus le tratte locali non esistono e l’idea di muoversi a piedi non è praticabile con questo tempaccio. Anche la ricerca di un ostello non è facile: alcuni indirizzi segnalati sulla guida sono chiusi o decisamente decadenti. Ma perché eravamo venuti a Sligo? Cerchiamo una risposta nelle grosse tazze di caffè e tè caldi, osservando la vita da dietro le finestre dei bar: chi s’accontenta gode…

I LAGHI DI ENNISKILLEN

Abbandoniamo Sligo sotto un cielo compatto color grigio pioggia. Nelle orecchie ci risuonano i famosi “cieli d’Irlanda” di cui canta la Mannoia: saranno solo fantasia? Prossima tappa Enniskillen, tra i due laghi Erne. Qui, nel grazioso paesino, ci accostiamo a una natura rigogliosa e rilassante: il giro in barca sui laghi ci permette di assaporare le mille tonalità di verde delle colline circostanti, finalmente illuminate da timidi raggi. Visitiamo un antico complesso monacale su una piccola isola, con annesso cimitero di lapidi in pietra. Ah, ecco dove si nascondeva l’Irlanda delle canzoni!

BELFAST, TOCCATA E FUGA

Belfast ci si presenta cupa e deserta, forse la gente è rintanata in pub e case, per scampare al pessimo tempo (di nuovo!). Iniziamo a sentirci scricchiolanti per la troppa umidità e l’ostello decadente che ci ospita sembra uscito da un inquietante film thriller di serie b. A Belfast sembrano lontani gli entusiasmi e la vitalità di Dublino: qui tutto appare più da metropoli, più impersonale. Tuttavia è irrinunciabile una capatina alla famosa birreria The Crown Liquor Saloon, in stile vittoriano, con i tavolini nascosti in “box” che proteggevano i clienti dagli sguardi indiscreti (ubriacatura con privacy!). Un posto eccezionale, che da solo potrebbe valere un salto a Belfast. Ripartiamo quasi subito per Dublino dove ci aspettano degli amici con cui proseguire il viaggio, ma non prima di aver acquistato un bellissimo whistle, flauto irlandese in metallo, con cui iniziamo ad esercitarci sulle note di “The wild rover”. Dublino ci vedrà già suonatori provetti.

DUBLINo, DI NUOVO

Di ritorno a Dublino ci sentiamo come se tornassimo a casa: le strade ci sono ormai familiari e persino un bel sole ci accoglie. La città è ancora più piacevole della prima volta e ci perdiamo in passeggiate nelle vie commerciali e in serate al Temple Bar. Ripartiamo con un’auto a noleggio, dopo essere stati praticamente derubati dalla compagnia (attenzione alla scelta dell’autonoleggio, soprattutto quando credete di aver saldato tutto in anticipo e invece vi scuciono altri soldi!).

KILKENNY, LA CITTÀ DELLA BIRRA

Inizia la parte di viaggio “on the road”, senza mete prestabilite, ma con una gran voglia di tuffarsi nell’Irlanda più rurale. Il sole ci assiste e i compagni di viaggio garantiscono risate e spensieratezza: gli ingredienti per un’ottima esperienza ci sono tutti! In direzione sud ci fermiamo per una sosta a Kilkenny, piacevole da girare, con le sue strade affollate di gente inebriata dal sole e, probabilmente, dalla birra.

KILLARNEY, PERDERSI NELLA CAMPAGNA

Senza programmi né prenotazioni può capitarvi, come a noi, di dormire in un bed and breakfast d’altri tempi, col caminetto nella grande cucina di pietra e una vista splendida sulla campagna. A pochi metri i ruderi di una chiesa, attorno ai quali le mucche pascolano placide. Siamo in un universo parallelo fatto di pace e serenità.

DINGLE E LA SUA PENISOLA

Dopo le passeggiate in campagna e le ricche colazioni (l’immancabile full Irish breakfast a base di salsicce, uova, fagioli, pudding, patate), si prosegue verso Dingle dai paesaggi mozzafiato, là dove il verde si incontra con l’azzurro del mare. Le spiagge sono tutto uno scrosciare di onde e uno sferzare di vento, i polmoni si riempiono e gli occhi si incantano. Passiamo qualche giorno nell’esplorazione della penisola di Dingle, senza trascurare le soste nei pub tipici per goderci i suonatori che alla sera si ritrovano: birra e musica in una perfetta sintesi da magica serata Irish.

CLIFFS OF MOHER IN SOLITARIA

Lasciamo Dingle dalle spiagge bianche e dalle colline ventose per puntare al nord, risalendo la costa occidentale in direzione di Cliffs of Moher. La tappa è irrinunciabile e noi scegliamo di goderci le scogliere all’alba, per evitare la gente e illuderci di essere i soli uomini in questo angolo di natura selvaggia. È un’alba piovosa e bianca quella che illumina le scogliere nere e imponenti, fragorose di onde spumeggianti. Riusciamo ad essere i soli e ne vale davvero la pena: mentre ci allontaniamo saturi di iodio e di bellezza, incrociamo i primi gruppi che scendono dai pullman turistici. Riprendiamo la strada verso nord, sentendoci in cima al mondo.

LETTERFRACK E IL CONNEMARA

Raggiungiamo il Connemara, dopo aver rinunciato alle isole Aran per questioni di budget: la vita qui è molto più costosa di quanto pensassimo e ci tocca tagliare. Attraversiamo campagne di cui non sappiamo il nome, perdendoci e ritrovandoci, là dove il satellitare non si raccapezza più, mentre assaporiamo la scoperta imprevista e imprevedibile. Ci sono posti dove i laghi appaiono e scompaiono, ci raccontano: è un fenomeno naturale dovuto alla conformazione geologica del terreno, ma io preferisco metterlo nella categoria dell’inspiegabile e quasi magico. Infine arriviamo all’ultima tappa: Letterfrack, paesino al limitare del parco nazionale del Connemara. Qui abbiamo la fortuna di dormire nel bed and breakfast di Pad (Doneen Lodge), il quale fa del breakfast una missione: sin dal pomeriggio lo potete trovare in cucina, intento a preparare squisiti piatti (pane e dolci fatti in casa) per la mattina seguente. La colazione di Pad è un’esperienza indimenticabile, poiché il padrone di casa, in divisa da chef, vi propone di assaggiare di tutto, dalle frittelle al salmone fresco. Indispensabile poi andare a smaltire tutto l’ottimo cibo a forza di passeggiate: il Connemara in questo è il posto ideale. Basta salire in cima alla Diamond Hill, nel parco nazionale, per abbracciare con lo sguardo la costa, il mare, le colline, le basse torbiere, l’Irlanda intera! Sarà questa indimenticabile vista ad accompagnarvi sulla strada verso casa, lasciando, come in noi, la voglia primo o poi di ritornare in Irlanda.

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