Irlanda on the road
L’Irlanda, quale stato rappresenta meglio il mio modo di essere, così verde e felice ma allo stesso tempo grigia e piovosa; sembrava un segno del destino quel pomeriggio di maggio di 2 anni fa quando assieme ad un mio amico mi recai all’agenzia CTS della mia zona e lì trovai un’offerta per il periodo 14/21 agosto destinazione...
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L’Irlanda, quale stato rappresenta meglio il mio modo di essere, così verde e felice ma allo stesso tempo grigia e piovosa; sembrava un segno del destino quel pomeriggio di maggio di 2 anni fa quando assieme ad un mio amico mi recai all’agenzia CTS della mia zona e lì trovai un’offerta per il periodo 14/21 agosto destinazione Dublino…. “il treno per Bologna è in partenza dal binario 2” Agosto, 14, caldo torrido, si parte: stazione di Senigallia; poi, classico ritardo all’italiana di un ora mezza all’aeroporto Marconi, decolliamo con l’Aer Lingus intorno alle 15,00, scalo fuori programma all’aeroporto di Ginevra per rifornimento carburante e via finalmente verso le verdi coste irlandesi. Il verde smeraldo, acceso ancor di più da una giornata stupenda, risalta agli occhi in maniera impressionante (ho una foto scattata dall’aereo veramente fantastica, ma qui non so dove metterla!), appena atterrati e una volta aperto il portellone, il ricordo del caldo torrido di Bologna è spazzato via da una leggerissima brezza e dai 16 gradi scarsi che lì si registrano; nella hall dell’aeroporto, abbronzati come siamo, tutti ci squadrano come se fossimo degli africani in viaggio in Alaska….poi una volte ritirati i bagagli ci rechiamo verso lo sportello della Europcar per ritirare le nostre 2 auto, e dopo un po’ di peripezie riusciamo finalmente a metterci in cammino verso il centro di BAILE ATHA CLIATH (Dublino) alla ricerca dell’albergo. La sera cena “tipica” irlandese in un ristorante italiano a base di pizza, e giro notturno per i moltissimi pubs della città, poi a letto perché l’indomani inizierà la vera vacanza on the road, in sequenza abbiamo pernottato a: Dublino, Donegal, Letterkenny, Westport, Galway, Nenagh e ancora Dublino. L’indomani si parte destinazione ignota, premetto che il viaggio era stato pianificato solo a grandi linee e a mano a mano che si procedeva lo stesso veniva da sé, alcune soste durante il viaggio poi stop per il pranzo in una bella cittadina di nome Cavan, poi Enniskillen in Ulster costeggiando il lago Erne verso Ballyshannon ed infine Donegal, una bellissima cittadina affacciata sulla baia di Donegal, giusto il tempo di trovare un B&B, una doccia veloce e via a cena in uno dei tanti pub, dove il caso a voluto che abbiamo incontrato delle ragazze anche loro italiane e per giunta delle nostre parti, d’Ancona precisamente. Il giorno successivo si parte di buon ora in direzione Letterkenny, via costiera, ovvero facendo il giro della costa occidentale e riscendendoci sopra, via Portnoo, Dunglow, Falcarragh percorrendo delle strade spesso non asfaltate alla continua ricerca di qualche bel panorama o belvedere; A Letterkenny troviamo un B&B fantastico, il MILLEVIEW in Leck Road (che memoria, è?) con una famiglia cordialissima (come del resto tutta la popolazione), la sera solito giro della città cibo e birra (Guinness, of corse!!) a fiumi. La mattina si riparte, una giornata tutta in auto fino a Westport, via Grange, Ballina e poi via di nuovo sulla costa fra rovine celtiche e strade di ghiaia pecore e muretti, il pomeriggio arriviamo a Westport un posto stupendo, una cittadina fantastica, quasi sembrava finta per come era tutta precisa e curata, per cena il mitico, Limerick Ham ed ancora Guinness, ma a letto un po’ prima perché essendo domenica i pub alle 23.00 erano quasi tutti chiusi. Ora ci attendeva Galway, e costeggiando la regione del Connemara, attraverso Devilsmother, Clifden, Roundstone e Ougthterard vi arriviamo il tardo pomeriggio, e qui è stato l’unica volta che abbiamo incontrato difficoltà nel trovare un B&B; una volta trovato, fuori città però, si riparte alla volta del centro. Galway è semplicemente fantastica, anche più divertente di Dublino, una città cosmopolita piena di ragazzi provenienti da tutta Europa e con dei pubs, tra i più belli che abbia mai visto, come il mitico QUAY’S, un posto veramente eccezionale. Nel terzultimo giorno, c’era l’unico luogo che avevo programmato di visitare già prima di partire, le CLIFFS OF MOHER. La mattina si parte, sempre preferendo le vie costiere alle vie più veloci ma meno panoramiche, sostiamo per pranzo a Lisdoonvarna, su mia esplicita richiesta, (sì, perché mi piaceva il nome ed era anche molto musicale come parola) poi nel primo pomeriggio arriviamo finalmente alle tanto sospirate CLIFFS, potrei dilungarmi altre due ore nel raccontarvi lo spettacolo e la forza della natura che si ha l’onore di ottemperare da quelle alture, ma siccome già mi sono dilungato parecchio, mi limiterò solo a dirvi che un’esperienza del genere non l’avevo mai provata prima, una cosa mai vista dove vale veramente, ma veramente la pena di passarci almeno 2/3 ore, fidatevi!!!Una volta viste le CLIFFS, ci siamo diretti verso l’interno via Limerick, con la speranza di arrivare il più vicino possibile a Dublino, (nel frattempo c’eravamo già divisi, alcuni miei amici che volevano godersi Dublino By night avevano solo “intravisto” Le CLIFFS, ed avevano proseguito con l’altra auto verso Dublino, ed oltre a non godersele, non riuscirono nemmeno ad arrivare a Dublino, ma pernottarono a Naas a qualche decina di chilometri di distanza!!) ma come da programma non ci arrivammo nemmeno noi, e così fummo costretti dal tardo orario a pernottare a Nenagh, una città così squallida che non ho parole per descriverla…. Passato il “trauma” Nenagh, di buon ora ci dirigemmo a Dublino e verso le 11.00 ci recammo al mitico GUINNESS STOREHOUSE, la vecchia fabbrica della Guinness, e nell’entrare incontrammo i nostri amici che uscivano; quando uno dice, il caso!!!!! Il pomeriggio lo dedicammo alla visita della città ed ai regali vari, la sera solito giro alcolico per i pubs e pernottamento nell’albergo della prima notte. L’indomani era arrivata l’ora di ritornare in Italia, ed ahimè a malincuore dovetti dare l’arrivederci a quella stupenda terra, che per 8 giorni e tuttora mi ha rapisce il cuore e la mente. Una volta scesi dalla scaletta dell’aereo all’aeroporto Marconi, dissi ad un mio amico “Ma perché ancora tengono i motori accesi?” Quell’aria non proveniva dal motore dell’aereo, ma era l’aria afosa che tirava a Bologna. Ebbene sì, eravamo ritornati in Italia. Alberto