Irlanda, magia e leggende di una terra straordinaria

Un tour di una settimana in giro per la meravigliosa terra d'Irlanda. Non una descrizione tecnica dei luoghi, ma un modo diverso di descrivere una vacanza straordinaria
Scritto da: mr_grafico
irlanda, magia e leggende di una terra straordinaria
Partenza il: 06/08/2012
Ritorno il: 13/08/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
E’ il 25 giugno, ci sono 40 gradi all’ombra e come ogni anno si presenta il solito dubbio amletico sulla destinazione da scegliere per trascorrere le vacanze. Non abbiamo molte opzioni da vagliare, ci siamo imposti un posto freddo, molto freddo lontano mille miglia da un costume e da una sana abbronzatura estiva. L’unico punto certo è che dobbiamo tornare più bianchi del latte. Con la mia ragazza abbiamo sempre avuto decisioni univoche, nel senso che decide solo lei, quindi… dopo avermi convinto che Edimburgo era il posto più bello del mondo dopo la cacciata di Adamo dall’Eden ha deciso nel giro di 12 secondi di cambiare meta e andare a Dublino.

Detto, fatto.

Ovviamente per visitare l’Irlanda non potevamo scegliere altra compagnia se non quella irlandese. Con 400 € andata e ritorno per 2 persone il signor Ryan ci ha staccato due biglietti nuovi di zecca.

Non restava che prenotare l’Hotel, e dopo i miei discorsi sull’inutilità di un hotel a 19 stelle ho convinto Chiara ad evitare di sperperare un patrimonio per dormire 4 ore al giorno.

Detto, fatto. Trinity Capital Hotel, centro di Dublino, 4 Stelle, uno dei migliori, e più costosi di Dublino, 1000 € in offerta. Certo, dalle finestre si può ascoltare una lezione in diretta dal Trinity College, ma come vedrete, se avrete la bontà di proseguire questa breve lettura, siamo stati in albergo meno di 4 ore al giorno per dormire poco e male.

Il volo è per le 20.40 del 6 agosto.

Partiamo dal nostro Paese, che dista 150 km dall’aeroporto intorno alle 16.30. A Palermo il caldo è insopportabile, siamo gli unici turisti in partenza all’aeroporto con un giubbotto che ci avvolge la vita.

I loro sguardi attoniti ci convincono, quasi, che è un abbigliamento fuori luogo per qualsiasi destinazione.

Dopo aver fatto i doppi controlli di sicurezza, non facendo Dublino parte dei paesi aderenti alla convenzione di Schengen, saliamo in aereo.

Un viaggio di 4 ore piacevole a parte il lamento straziante di un neonato che si è addormentato mentre atterravamo.

A Dublino non c’è freddo, di più. Ci saranno 10 gradi, forse.

Ci dirigiamo subito verso l’uscita dove una coppietta siciliana ci offre con gentilezza di dividere la corsa in Taxi, accettiamo e in meno di 15 minuti siamo nella stanza del nostro lussuosissimo hotel.

Siamo distrutti e trovo un accordo con la mia ragazza, non ci alziamo prima delle 8.

Giorno 7 Agosto

Ore 06:15: “Svegliaaaaaa è tardiiiiii”

06:19: Siamo di fronte all’hotel, io in pantaloncini e polo, si vede da 36 km che sono un turista siciliano. Non sento freddo, ho i principi di un congelamento e le dita delle mani sono di un bel blu scuro, credo seriamente che entro sera me le amputeranno, ma le mie capacità di previsione mi suggeriscono che a breve arriverà il sole. Mi sbagliavo.

Dopo un breve giro per la città ci rendiamo conto di aver sbagliato orario.

Andiamo subito a Temple Bar e non c’è nessuno. Andiamo a Grafton Street, deserta. Andiamo a O’Connel Street… desolata.

Decidiamo allora di dirigerci verso Howth, un piccolo borgo marinaro di Dublino noto per la confidenza che le foche riservano ai turisti.

Anche a Howth non c’è anima viva, ma non ci scoraggiamo, entro in una pescheria e chiedo del pesce da dare alle foche. Esco con una borsa puzzolente e dopo aver litigato con centinaia di gabbiani inferociti riesco a scappare e provo ad attirare qualche foca… anche loro, alle 6, dormono.

Con le mani maleodoranti ritorniamo in città e la troviamo totalmente diversa, Dublino si è appena svegliata.

Facciamo la nostra seconda colazione. Io mangio bacon, uova e salsicce e bevo una Guinnes gelida. Chiara prende un muffin ed una cioccolata… non sa cosa si perde.

Iniziamo a girare per la città e notiamo con gioia infinita che gli irlandesi sono tutti affabili e disponibili a dare indicazioni ai turisti, tutti col sorriso sulle labbra ed educatissimi, una specie di Sicilia del Nord… ma attenzione a non parlare bene della Regina Elisabetta, non vi parleranno mai più:). Dopo aver fatto più km di Bolt, ed in minor tempo, ci convinciamo che i piedi non sono proprio il mezzo di locomozione ideale per visitare tutta la città. Facciamo l’abbonamento ad un hop-on hop-off bus, uno di quei bus che ti prende e lascia nei vari punti di interesse della città.

Tappa alla fabbrica della Guinness, tappa alla distilleria Jameson, tappa da Brown Thomas, giro per Grafton Street ed infine andiamo al centro informazioni turistiche per informarci sulle escursioni.

Deciso, domani si viaggia, Cliff’s of Moher.

Ci alziamo di buon mattino, prima delle 6 questa volta, ma ne varrà la pena.

Giorno 8 Agosto

Ore 06:00 – Partenza

Dopo 4 ore di strada e di un sole stupendo arriviamo alle Cliff’s ma purtroppo la nebbia sembrava aspettarci, arrivati in cima non si vedeva nulla, non ci vedevamo nemmeno fra noi.

Ma l’Irlanda è magica e ti riserva sempre belle sorprese, la nebbia ha lasciato quasi subito il posto ad una leggera foschia che una volta dispersa ci ha regalato un incredibile spettacolo. Le scogliere di Moher sono impressionanti, terrificanti, fanno venire i brividi ma le ricorderai per sempre, magnifiche.

Dopo aver scattato più foto di un’orda di cinesi inferociti l’omino della Paddywagon viene a chiamarci. Brian O’Connor, si chiama così l’autista del bus, è un tipo buffo, con i capelli corti e rossi, la faccia puntinata di lentiggini, il naso che esce da un volto piatto e sorridente e sempre con la voglia di cantare e scherzare. Durante il viaggio di ritorno ascoltiamo “Molly Malone” centinaia di volte, adesso la so a memoria “in Dublin fair city, where the girls are so pretty i first set my eyes on sweeet Molly Malone…”

Torniamo in hotel per una doccia rigenerante e usciamo di nuovo per andare a bere una birra. Temple Bar è strapieno di gente di tutto il mondo, migliaia di giovani si affollano di fronte a tutti i locali, bevono tutti, noi compresi, e la città si trasforma, di nuovo.

La nostra guinness ed il panino ci saziano e, vista la stanchezza ed il viaggio massacrante che ci aspetta per l’indomani decidiamo di tornare in Hotel, la vita notturna non fa per noi.

09 Agosto

Ore 05.45: “Svegliaaaaa è tardiiii”

Ore 06.15: Partenza, destinazione: Belfast – Carrick a Rede – Giant Causeway

Alle 09.00 arriviamo al Bellfast per una rapida visita della città, ma è troppo presto e in giro non c’è nessuno. Lasciamo Belfast dopo un’oretta con la speranza che il nostro viaggio non si concluda come quello del Titanic.

Dopo un’oretta scorgiamo dal finestrino dell’autobus il nome di Carrick a Rede, il famoso ponte di corde. Sono certo di potercela fare nonostante soffra un po’ di vertigini. Il brutto tempo sembra perseguitarci, ma al box di ingresso con un pound (in Irlanda del Nord non c’è l’euro) ci offrono un impermeabile. Stavo quasi per comprarlo quando una vocina mi dice, che ci devi fare, ormai ha smesso (mille euro per l’hotel si, una sterlina per l’impermeabile no, mhà). Abbiamo trovato un accordo che non ci facesse litigare, ha scelto lei, non l’ho comprato. Il percorso per arrivare al ponte è di 25 minuti abbondanti a piedi, e per primi 12 minuti e mezzo non si è vista una goccia d’acqua. A metà percorso è piovuto così tanto che l’impermeabile, comunque, non mi sarebbe servito, avrei dovuto comprare una canoa. Arrivati al ponte il mio cuore era già in gola. Ormai ero in fila e non potevo tirarmi indietro, poi avevo letto su una guida che dall’altro lato c’è una fabbrica di salmone e quindi… Attraverso quel ponte tremolante con la convinzione che era l’ultima cosa che avrei fatto a questo mondo. Dopo averlo attraversato ho però scoperto due cose orribili: La prima è che la fabbrica di salmone sembrava aver chiuso da almeno 60 anni. La seconda è che non avevo altre vie di uscita. Per tornare indietro dall’isoletta dovevo necessariamente riattraversare quel ponte sospeso 40 mt sulle scogliere dove si infrangono le onde più potenti del mondo.

Tornati indietro ho promesso a me stesso che non l’avrei più fatto.

Il viaggio era solo all’inizio. Dopo un’altra oretta di bus ci troviamo nel parcheggio dal quale si accede alle Giant Causeway, il Selciato del Gigante sito all’estremo nord dell’Irlanda, da dove è possibile scorgere le coste della Scozia.

Qualcuno al ritorno mi dirà: che erano quelle pietre?

E’ uno di quei posti che ti trasmette delle sensazioni uniche.

Un posto mitologico, che se non fosse per l’audioguida esageratamente bambinesca sarebbe davvero, a mio parere, uno dei luoghi più suggestivi al mondo.

Anche oggi abbiamo trascorso un giorno da favola, abbiamo le gambe a pezzi, camminiamo per inerzia e non abbiamo nemmeno così tanto appetito ma stranamente abbiamo il sorriso stampato sulle labbra e siamo stanchi, stanchi ma felici.

10 Agosto – L’idea era riposarsi almeno un paio d’ore in più

Ore 06:15 – “Svegliaaaaa è tardiiii”

Questa volta tardiamo un po’ ad uscire dall’hotel 🙂

Abbiamo ancora molto da visitare, ma anche oggi decidiamo di fare un’escursione: Kilkenny. La stazione dell’autobus è comoda ed i mezzi di trasporto sono efficienti ed economici. In due ore siamo a Kilkenny dopo aver attraversato delle stupende campagne irlandesi. Un paesino delizioso immerso in un verde fiabesco e controllato dall’alto da un castello da mille e una notte. Prima di andare a visitare il castello decidiamo di pranzare al Kyteler’s Inn, uno dei pub più antichi d’Irlanda. Pranziamo nelle segrete e degustiamo una buonissima birra “Kylkenny”. Le segrete del locale dove pranziamo incutono timore e se non fosse per l’iper-tecnologica televisione a pochi cm da noi sarebbe davvero un luogo degno di un film di Spielberg.

Dopo pranzo, pagato ad un prezzo davvero onesto, ci accingiamo a visitare il castello, bello, magico, con un prato infinito e di un colore “verde Irlanda”. Anche Kilkenny ci fa camminare parecchio e adesso siamo davvero distrutti. Sull’autobus facciamo amicizia con una coppia di tedeschi davvero simpatici. Arrivati a Dublino decidiamo di cenare insieme. Io e Robert (il tedesco) esageriamo, ordiniamo di tutto e di più. Siamo ubriachi come due spugne e parliamo, si fa per dire, come se ci conoscessimo da una vita. Lui parla solo tedesco ed io parlo un inglese approssimativo, ma quando l’alcool entra in circolo iniziamo a capirci alla perfezione, e ne sono certo, ho parlato anche in tedesco.

11 Agosto

Meta fuori dal classico circuito del turismo giovanile – Le tombe a corridoio di Knowth e Newgrange nell’insediamento neolitico di Brù na Bóinne.

Brù na Bòinne è senza dubbio l’area archeologica più famosa d’Irlanda e si trova a soli 40 km da Dublino. E’ un insediamento di oltre tre millenni fa e le imponenti dimensioni dei numerosi tumuli fanno respirare un’aria magica.

La prima tappa è Knowth, il tumulo più piccolo, non visitabile all’interno, probabilmente per i restauri in corso, la seconda invece è il megatumulo di Newgrange. All’ingresso del tumulo vi è posta una delle pietre megalitiche più famose, le spirali incise su di essa ricordano anche le spirali di Castelluccio di Noto, in Sicilia, a Noto appunto (ci sentiamo quasi a casa). Dopo aver attraversato uno stretto passaggio lungo diversi metri e non consigliabile a chi soffre di claustrofobia, divisi in gruppi di 15 persone abbiamo avuto la possibilità di assistere ad uno degli spettacoli più antichi e favolosi dell’intera umanità. In realtà abbiamo assistito alla simulazione di un evento che si verifica una sola volta l’anno, il 21 di dicembre (solstizio d’inverno)e per soli 15 minuti. Una piccola apertura al di sopra dello stretto passaggio permette, ma solo all’alba del 21 dicembre, a un piccolo raggio di sole di attraversare l’intero corridoio ed illuminare la stanza che si trova all’Interno di Newgrange. Si, un pò macchinosa la mia spiegazione anche perchè certi eventi non possono essere descritti, ne fotografati, possono essere solo vissuti, ed è certo che ne vale la pena.

Rientriamo nel pomeriggio a Dublino per un pò di meritato shopping ed una degustazione autonoma dei prodotti tipici della città di Dublino. L’idea di base era quella di provare diversi localini che avevamo studiato sulla guida turistica. In realtà la prima tappa ci distrugge. Mangiamo diverse tortine favolose, le cupcakes di Jhonnye. Delle specie di dolcini al burro coloratissimi e deliziosi, ripieni, glassati, insomma delle bombe caloriche con un gusto sublime. Alla terza eravamo ubriachi di zucchero e per il nostro bene abbiamo deciso di rinunciare al quarto assaggino.

12 Agosto – Si ritorna a Howth

Delusi dalla prima visita decidiamo di tornare in quel meraviglioso porticciolo. Andiamo a pranzare in uno dei locali sul molo. Avevamo sentito parlare spesso dell’accostamento della birra nera alle ostriche e anche se un po’ perplessi da tale strana accoppiata ci lasciamo coinvolgere e proviamo ad assaggiare… con buona pace dei francesi che leggeranno inorriditi, il mix è veramente eccezionale, provare per credere. Rientriamo a Dublino dopo un pomeriggio trascorso a vedere e soprattutto ascoltare lo stupendo mare d’Irlanda. Siamo soddisfatti di questa vacanza e mentre ritorniamo in Hotel con le facce tristi perché consapevoli che è l’ultima notte a Dublino, lasciandoci alle spalle Temple Bar e una miriade di turisti eccitati in arrivo, ci guardiamo negli occhi ormai zuppi di lacrime e ci chiediamo contemporaneamente… “amore, quando andiamo di nuovo in vacanza?”

13 Agosto

Dublino 14° alle 15.00 – Palermo 43° alle 20.00



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