Io adoro le auto di Cuba

Una vivace e intensa settimana nella parte nord di Cuba
Scritto da: formicama
io adoro le auto di cuba
Partenza il: 11/06/2011
Ritorno il: 18/02/2012
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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11 giugno 2011

Finalmente Cuba! Finalmente Avana! Dopo circa 11 ore di volo, passate a mangiare e dormire, io, Marco ed i nostri amici, Marianna e Nicola, siamo atterrati all’Avana. Abbiamo salutato il mio collega Daniele, che avrebbe proseguito per Cayo Largo e che ritroveremo tra una settimana, e siamo andati ad incontrare la nostra guida dell’Eden Viaggi. Oltre a noi, c’è solo un’altra coppia della nostra età, Flavia e Lorenzo, di Foggia. Ci hanno portati in hotel, zona Miramar, purtroppo un po’ fuori dal centro. Il tour inizia domani, ma ovviamente noi non volevamo passare il pomeriggio senza fare niente, quindi abbiamo chiesto consiglio alla guida, Felix, che ci ha organizzato un giro di un’ora con una macchina favolosa anni ’50, color verde brillante. Abbiamo cambiato i soldi in hotel, lasciato i bagagli e siamo subito partiti, entusiasti e curiosi! Flavia non è stata bene, quindi loro non sono venuti. Ernesto, questo è il nome del nostro autista, ci ha portato lungo il Malecon, il lungo mare, fino al Castello de San Salvador, e da lì fino al Cristo, passando il tunnel sotto il mare, così da avere di fronte a noi il panorama completo della città. Poi abbiamo sfilato davanti al Capitolio Nacional, copia del Campidoglio americano. Gli ho chiesto se poteva passare davanti alla Necropolis Cristobal Colon, il cimitero, che non avevamo nel programma del tour. Volendo, saremmo potuti entrare, perché, abbiamo scoperto in ingresso, chiude alle 20, ma non potevamo fare aspettare l’autista. Prima di ritornare in hotel, ci ha fatti passare vicino al fiume, in una zona in cui i turisti, di solito, non vanno, con una bella foresta. E’ stato un bel giro ed abbiamo già scattato un sacco di foto. Arrivati in hotel ci siamo fiondati in piscina prima di cena. Alle 21.00 eravamo però cotti e siamo corsi a nanna!

12 giugno 2011

Giornata in lungo ed in largo per l’Avana, passando prima per Plaza de la Rivolucion, dove troneggia su un palazzo il profilo del Che, e ad una fabbrica di rum con degustazione. Essendo domenica non stavano lavorando, quindi la parte di visita è stata molto esigua, ma ci siamo dedicati all’assaggio del rum e alla scelta dell’acquisto dei sigari cubani. Il rum l’abbiamo acquistato di straforo ad un prezzo più basso, prima di andare via, da una delle persone che lavora in ingresso, tramite la guida. In realtà la stessa persona ci ha offerto anche i sigari e ne abbiamo approfittato. Appena usciti dalla fabbrica, continuava ad avvicinarsi gente per offrire sigari a prezzo speciale. Successivamente siamo passati per la parte moderna, con il Palazzo Presidenziale, il Parque Central ed il Capitolio Nacional, dove è iniziato a piovigginare. Abbiamo visto partire un autobus con le porte che nemmeno si chiudevano da quanta gente tentava di salire. Un paio di persone sono rimaste aggrappate all’esterno. La parte delle regine la fanno le colorate auto anni ’50, bellissime! A piedi siamo arrivati al famoso Bar Floridita. In ingresso attende il turista una statua di E. Hemingway, che lo rese così conosciuto per aver inventato uno speciale Daiquiri con pompelmo. Ovviamente non potevamo tirarci indietro dall’assaggiarlo, sebbene abbia il prezzo più caro dell’Avana, 6 CUC. A pranzo siamo andati in un ristorante carino, la Divina Pastora, sulla sponda opposta della città, da cui abbiamo goduto di un bel panorama. Per iniziare ad ambientarci abbiamo pasteggiato a Mojito. Il pomeriggio abbiamo ripreso con la visita della parte vecchia dell’Avana. I palazzi coloniali sono colorati e affascinanti. Si viene spesso avvicinati da persone che chiedono penne/saponi o cercano di fare chiacchiere per avere poi 1 CUC. Se vuoi fare una foto con loro….devi pagare 1 CUC. Sosta d’obbligo alla Bodeguita del Medio, anche questo locale è stato reso famoso dalle bevute di rum di Hemingway. Poi ci sono passati tanti altri personaggi famosi, da Salvador Allende a Fidel Castro. Abbiamo concluso il pomeriggio con una sosta al mercatino degli artigiani per qualche acquisto di souvenir. Arrivati in albergo, siamo corsi, anche questa sera, in piscina, per un bagno rigenerante. Prima di cena siamo tutti saliti all’11° piano per assaggiare l’aperitivo offerto dalla casa, ovviamente…un mojito. Dopo cena la guida ci ha consigliato di andare alla Casa della Musica di Miramar, dove avrebbero iniziato a suonare alle 21. Noi siamo arrivati un po’ dopo, ma ci è stato subito detto che l’apertura sarebbe stata alle 23. Abbiamo avuto subito la sensazione che fosse una discoteca, ma, per occupare il tempo, siamo andati a bere un mojito nel bar accanto. Sono entrate diverse ragazze, tutte molto molto carine, giovani e in tiro, ad aspettare a loro volta l’apertura del locale. Poco prima delle 23 abbiamo pagato e ci siamo avvicinati all’ingresso del locale, ma ci siamo sempre più convinti, dal look e dall’età delle persone in attesa, che fosse una discoteca e data la ricca presenza di taxi, abbiamo preferito spostarci verso la città. Purtroppo il tassista non parlava inglese, ma abbiamo cercato di spiegargli che volevamo ascoltare musica dal vivo, e ci ha portato… alla Casa della Musica dell’Avana. Anche qui abbiamo trovato la medesima situazione. Il locale non è in centro, ma vicino, abbastanza, al lungomare, quindi abbiamo deciso di incamminarci in quella direzione e da lì verso le zone da cui eravamo passati durante la giornata, tipo Floridita. Arrivati al Prado, Flavia e Lorenzo hanno preferito prendere il taxi e tornare in hotel. Noi siamo arrivati alla nostra meta che era quasi mezzanotte, orario, purtroppo, di chiusura. Un ragazzo cubano che parlava italiano… ci ha’ intortato’ e noi ci siamo fatti ‘intortare’! Ci ha raccontato che lui era fidanzato con una ragazza italiana, di nome Manuela, di Napoli, che ad agosto sarebbe venuto in Italia per restarci definitivamente. Ci ha spiegato che i locali chiudono presto all’Avana, ma che se noi volevamo bere un mojito… poteva portarci poco distante in un locale aperto 24h su 24. Così ci siamo fatti guidare in un locale sfigato, fumoso, dove c’erano già altri due tavoli di stranieri con cubani, probabilmente ‘intortati’ come noi! Il nostro amico si è seduto ovviamente al nostro tavolo, ha bevuto con noi un mojito, è stato gentile, ci ha dato un sacco di consigli, di posti dove andare, ci ha raccontato un po’ di cose, su Cuba, i cubani, il governo… Ci ha prenotato il taxi per il ritorno in hotel… poi abbiamo chiesto il conto… 30 CUC per 5 mojito, ovvero 6 CUC l’uno, come il Daiquiri supercaro del Floridita! E’ vero che era oltre la mezzanotte e non c’erano altri posti aperti, ma… Ovviamente, data la cortesia del nostro “amico” gli abbiamo offerto da bere, ma ci siamo sentiti proprio fregati! Per fortuna non abbiamo avuto altre sorprese e siamo tornati in hotel anche un po’ ridendocela per la nostra ingenuità.

13 giugno 2011

Giornata di tanti chilometri, ma spezzata con qualche sosta. La mattina dopo quasi 2 h di pulman ci siamo fermati a far visita ad un piccolo zoo di campagna con qualche animale da fotografare e dove abbiamo assaggiato la pina colada. Poi siamo andati a vedere un allevamento di coccodrilli alla Fiesta Campesina. Prima ne abbiamo preso in mano uno piccolino e per farci una foto insieme abbiamo dovuto pagare 1 cuc. Poi abbiamo fatto le foto con uno un pò più grande, che ci ha fatto mettere anche sulle spalle ed anche qui abbiamo pagato. Quelli grandi un pò sonnecchiavano nell’acqua della laguna ed altri si riposavano all’ombra delle piante, ma poco interattivi. Quindi siamo andati a vedere, prendendo una barca per percorrere la laguna, una riproduzione di un Borgo Taino in Guamà, ma il caldo era soffocante e la visita molto finta e c’era poco di ricostruzione, se non qualche statua. La cosa più bella è stata prendere la barca ed andare ad una discreta velocità, così da non sentire il caldo! Dopo pranzo abbiamo avuto circa 1h ½ di pulman per arrivare a Cienfuegos. La città è ben tenuta, vivace e quasi elegante, forse si può definire più europea. Il caldo purtroppo era agghiacciante, supportato dall’umidità, quindi abbiamo percorso la strada pedonale che ci ha portato nella piazza principale, Parque Josè Marli, dove si trovano il Teatro, la Cattedrale, il Palazzo del Governo ed altri palazzi, ben ristrutturati, colorati e vivaci. Avremmo avuto il tempo per girare la piazza, ma dato il caldo, ci siamo fiondati in un bar a prendere da bere o dei gelati, prima di ripartire per Trinidad. Siamo arrivati vogliosi di buttarci in acqua e dopo pochi minuti dall’aver lasciato la camera siamo corsi al mare. L’hotel è ‘All inclusive’, quindi abbiamo subito iniziato a bere mojito e birra per proseguire dopo cena con altri drinks. Lungo il corridoio che conduce alle nostre camere pianterreno, fanno a gara granchi più o meno grandi e anche qualche piccolo micino. Ogni tanto si sente qualche urlo femminile in corridoio e si intuisce l’incontro con un granchio. Li avevamo visti anche lungo la strada, arrivando. Diversi vivi, più o meno grandi, ma tanti morti, anche non proprio vicino al mare.

14 giugno 2011

Giornata dedicata alla visita di Trinidad, città coloniale che sembra aver fermato il tempo al 1850. Tutte le strade sono fatte di ciottoli, case ad un piano, gente ferma sulla porta di casa, qualcuno a lavorare per manutenere forse la fognatura, cani che sonnecchiano all’ombra, tanti tanti anziani sdentati, alcuni “orgogliosi”, altri, soprattutto donne, a chiedere saponette ai turisti. Nel 1988 fu dichiarata Patrimonio dell’Umanità. Abbiamo girato un po’ a piedi, cogliendo dettagli dell’architettura coloniale, con le finestre protette da ringhiere, in legno. Ora gli abitanti quando vanno a restaurare o ad aggiustare le case, devono mantenere lo stile di un tempo. Abbiamo visitato il Museo Storico, chiamato Casa Cantero, di cui la parte più interessante è la veduta della città dall’alto della torre, a cui si giunge salendo scale sempre più strette e ripide. Ci siamo fermati alla Taverna della Canchanchara, famosa per l’omonimo cocktail, preparato con rum, miele, limone e acqua, molto buono. Siamo stati allietati da una band che ha suonato i ritmi cubani e di cui ho acquistato anche il cd. Dopo pranzo siamo stati a Taller Alfarero, una piccola fabbrica di produzione di ceramiche, dove abbiamo assistito alla creazione, in pochi minuti, di differenti oggetti ed una signora invece stava decorando delle campanelle di terracotta, prima di passarle al forno per la cottura. Siamo quindi tornati in albero per un pomeriggio di relax. Siamo andati in spiaggia: Marco e Nicola sono subito andati a fare diving vicino alla barriera corallina, mentre io e Marianna, tra un bagno ed un altro, siamo andati a bere un mojito e a mangiare un piatto di patatine, dato l’All Inclusive’ dell’hotel. Prima di tornare in spiaggia ci siamo fatte preparare un daiquiri per sorseggiarlo sul lettino. In realtà di rum ne vedono ben poco questi bicchieri ma sono comunque buoni e freschi. Tornati i ragazzi abbiamo ancora bevuto qualcosa, questa volta accompagnato da pizzette. Siamo quindi passati in piscina dove l’acqua era meno calda del giorno prima. Io, Marianna e Nicola eravamo seduti sul gradino a bordo piscina, che consente di stare in acqua ma comunque con il corpo fuori, mentre subito oltre c’è una profondità di 1,6 m. Marco per “giocare” e bagnarci, ci ha saltato con un tuffo, ma forse con troppo slancio ed è andato a sbattere la testa sul fondo, provocandosi un taglio di circa 3 cm. È uscito sanguinante, con occhi sgranati e spaventati, nonchè con male alla schiena. Da qui tutto è stato concitato. Io, ovviamente era molto spaventata. Nicola prontamente è corso al bar a farsi dare del ghiaccio. Io sono corsa in camera a prendere la borsa e la maglietta e poi via in taxi, con anche Nicola e Marianna, alla clinica medica internazionale. Qui la dottoressa, che parlava un po’ di inglese, gli ha messo i punti. Noi abbiamo cercato di chiamare l’hotel per avvisare Felix, la guida, dell’accaduto, anche perché per le 20 era previsto il ritrovo per andare in un ristorante tipico di Trinidad a mangiare l’aragosta e poi a ballare alla casa della musica. Io e Marco siamo poi andati con l’ambulanza in ospedale per fare le radiografie alla testa e alla schiena. Il macchinario era super moderno e italiano! Terminato, siamo saliti nuovamente in ambulanza e, lungo la strada del ritorno, ci siamo accostati al marciapiede per mostrare all’ortopedico, probabilmente a casa sua, le lastre ed ha detto che non c’era nulla, fortunamente. Alla clinica la dottoressa ha dato a Marco da prendere le pastiglie di antidolorifico/antinfiammatorio ed abbiamo pagato circa 150 euro per tutto. Nel frattempo è arrivato Felix che ha portato l’altra coppia a cena e ci ha condotto in hotel. È stato un grande spavento, ma per fortuna è stato gestito da questa clinica con grande efficienza e soprattutto Marco non ha riportato danni alla schiena.

15 giugno 2011

Marco ha dormito fortunatamente bene, prendendo, come da prescrizione, la pastiglia ogni 8h. Felix ci aveva chiesto, poco dopo l’inizio del tour, se potevamo essere interessati alla modifica del programma della giornata di oggi, togliendo il “Gran Parque Topes de Collantes”, con camminata in montagna che ci avrebbe fatto arrivare a Varadero abbastanza tardi ed aggiungere la visita di Sancti Spiritu e noi avevamo accettato. Alla luce di quanto successo a Marco è stata una scelta azzeccata. Anche questa cittadina è in stile coloniale, ricorda un po’ Cienfuegos, molto vivace ed attiva, ma molto calda. Abbiamo percorso la strada pedonale sotto un solo cocente fino ad arrivare al Parque Serafin Sanchez, una piazza molto grande con delle sedie di metallo tutto attorno affollate di vecchietti che controllavano il passaggio all’ombra di qualche pianta. Da qui abbiamo proseguito per Santa Clara, la città dove è sepolto Ernesto Che Guevara. Abbiamo avuto la visita al complesso con mausoleo e museo, riconoscibile dalla statua dell’eroe eretta nel 1987 per il ventesimo anniversario della sua morte in Bolivia. Il museo raccoglie cimeli e belle foto della vita del Che, laureato in medicina, e in alcune è raffigurato con Fidel Castro. Successivamente siamo andati a vedere una fabbrica di tabacco ed è stato molto interessante. C’erano una quindicina di file da 8 persone ciascuna che arrotolava il tabacco per arrivare al sigaro ad una velocità impressionante. Ciascuno produce circa 100 sigari al giorno. Successivamente, il controllo qualità, con un piccolo strumento, verifica che l’aria passi per il sigaro correttamente, altrimenti lo scarta. Vengono poi portati in un’altra stanza per essere confezionati. Nella stessa fabbrica vengono prodotti i diversi sigari Montecristo, Romeo & Giulietta e… Abbiamo poi ripreso il pullman alla volta di Varadero dove siamo arrivati in tempo per un primo bagno. Il colore dell’acqua è veramente bello. Il villaggio è, anche qui, mezzo vuoto e quindi solo una parte è in funzione, ma con l’All inclusive .. ce la possiamo cavare! Abbiamo subito prenotato le due cene dei prossimi giorni, una al ristorante spagnolo e l’altra al cubano. Questa sera comunque ricco buffet! Successivamente abbiamo assistito allo spettacolo di musica e danze organizzato nel villaggio, ma tra il caldo e la stanchezza ci veniva a tutti sonno, così, a metà, abbiamo abbandonato per corre a dormire.

16 giugno 2011

Giornata di relax che, finalmente, ci voleva! Marco ha potuto fare la sua medicazione presso l’infermeria del villaggio, dove gli hanno tolto la garza, legata ai punti, e gli hanno detto di lasciar scoperta la ferita, tranne al sole, e che poteva fare addirittura la doccia lavando la testa con sapone che disinfetta. Questa seconda parte non l’abbiamo molto considerata, perché in Italia, di solito, con i punti, non ci si può bagnare. Alle 09.30 abbiamo avuto l’appuntamento con l’accompagnatrice della eden Viaggi, Maria, che ci ha dato indicazioni sull’hotel, ovvero che è mezzo vuoto in questo periodo, solo 200 ospiti su 500 camere disponibili; sul volo di ritorno; su Varadero; sulle possibili escursioni. Abbiamo prenotato per domani l’uscita in catamarano a Cayo Blanco che include sosta snorkeling, sosta bagno con delfini, all inclusive sulla barca per il bere, pranzo con aragosta, il tutto a 101 CUC a testa. Il resto della mattinata l’abbiamo trascorso in spiaggia e in acqua. Pranzo a buffet e successivo riposino. Quindi ancora un po’ di spiaggia e poi piscina, data la presenza anche del bar al centro della stessa. Cena… discreta, ma non eccezionale nel ristorante spagnolo, per poi andare di corsa in taxi a Varadero, in Calle 62, al locale omonimo per ascoltare musica dal vivo, riuscire a bere un mojito (in hotel è terminata la menta!?!) ed ammirare chi ballava la Salsa per strada. È stato molto divertente!

17 giugno 2011

Prima sosta del catamarano per lo snorkeling è stata verso le 10.30. Ci hanno fornito di tutta l’attrezzatura necessaria e ci siamo buttati in acqua (io e Nicola). Qualcuno dell’equipaggio ha buttato pane per far arrivare vicino i pesci ed è stato molto divertente, erano ovunque attorno a noi, bellissimo! Abbiamo proseguito e siamo arrivati all’area recintata, dove i delfini vengono addestrati. Ci hanno diviso in gruppo ed abbiamo potuto accarezzarli e farci dare un bacio … con foto a pagamento. Anche questa attività è stata molto emozionante. Il delfino è risultato al tatto bello liscio e gommoso ed è … tanto dolce, anche se nel dare il bacio in realtà dà una musata sulla guancia! L’unico che si è trattenuto è stato Marco anche se, probabilmente, avrebbe potuto, dato che non si mette la testa sott’acqua, restando vicino al bordo, su una specie di “pedana” sottomarina. Siamo quindi andati per pranzo a Cayo Blanco dove la sabbia è di un bianco finissimo, rendendo così l’acqua ancora più chiara. Abbiamo mangiato rapidamente, i ragazzi assaggiando l’aragosta, per andare poi di corsa a tuffarci in acqua. Dato però il sole della mattinata in catamarano, abbiamo iniziato a sentirci bruciare, quindi abbiamo poi preferito stare all’ombra per evitare le scottature, così come durante il viaggio di ritorno. Una volta in hotel ci siamo però concessi l’ultimo bagno e l’ultimo sole, tenendo però al riparo con l’ombrellone le zone del corpo un po’ calde ed arrossate. Mentre andavamo alla cena cubana da programma, c’era in arrivo un bel temporale, se non peggio, dato il calore nero delle nuvole, ma, in realtà, il forte vento le ha spazzate via senza una goccia d’acqua. Anche questa cena non è stata purtroppo degna di nota. Siamo quindi tornati in camera a preparare i bagagli perché domani mattina alle 09.40 si parte per l’Avana, quindi Cayo Largo e via verso l’Italia.

18 giugno 2011

Questa mattina siamo riusciti a fare l’ultima medicazione ai punti di Marco e pagare le prestazione dell’infermiera 5 CUC al giorno. Il pullman ha fatto sosta ai vari hotel di Varadero, tra cui il bel Iberostar Varadero, dove sono stati i nostri compagni di tour, Flavia e Lorenzo. Il nostro autista è riuscito a sbagliare strada, mentre l’accompagnatore a mettere panico sul peso dei bagagli a mano, max 5 kg, dicendo che sono rigidi i controlli e che anche le valigie devono essere max 20 kg a testa, quando in realtà non è stato fatto alcun controllo e/o osservazione. Dato il vento a favore il volo ci ha condotto in anticipo di circa 1 ora e ½ al termine delle nostra vacanze.

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