Insomma, Berlino…

Il verbo vigente a Berlino è camminare. Camminare per conoscere questa città unica nel suo genere, o comunque camminare per provarci
Scritto da: Pleiadi
insomma, berlino...
Partenza il: 02/08/2011
Ritorno il: 16/08/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Il verbo vigente a Berlino è camminare. Camminare per conoscere questa città unica nel suo genere, o comunque camminare per provarci. Io penso che i “classici” di Berlino con due giorni li vedi in tutta tranquillità. Il restante del tempo io lo dedicherei a tutte quelle cose particolari, curiose, strane che ti faranno innamorare di questa capitale unica nel suo genere. Meteo: credo sia abbastanza scontato dire che faccia freddo, dell’inverno non posso testimoniare in prima persona ma gente che ci vive tutto l’anno mi dice che si arriva tranquillamente a -20 gradi e che la neve arriva agli sportelli delle macchine. Certo è che pure ad agosto io un maglioncino me lo porterei, e scarpe chiuse. E se capitate in un’estate piovosa come questa anche un impermeabile, che Berlino è scomoda da girare con l’ombrello. Noi poi abbiamo beccato anche l’invasione delle api ma la nostra sfiga non teme paragoni, quindi state pure tranquilli. Trasporti: la rete di metro e treni copre tutta la zona di Berlino che è divisa in 3 zone A,B,C quindi avete due scelte: Welcommer Berlin Card ABC – quella da 5 giorni (ma c’è anche da 2 e da 3 mi sembra) costa 34.50 euro; AB – sempre 5 giorni – 29.90 euro; questa card oltre a permettervi di circolare liberamente con metro, tram, bus e treni, vi da la possibilità di avere sconti per i musei e varie attrazioni. Invece l’abbonamentosettimanale -7 tage- ABC costa 32.30 e quello AB 27.20. Il giornaliero costa 6 euro, il singolo costa 2.30, ridotto per solo per due fermate 1.40. Se poi vedete delle persone dall’aspetto poco raccomandabile che vi vendono biglietti cancellati con la saliva e ritimbrati più volte fino ad avere un segno nitido, potete anche acquistarli da loro. fate pure. Risparmiate qualche euro ma forse prenderete il tetano. Visiterete molti musei? Fate la Welcommer, altrimenti fatevi il settimanale. Per la vostra scelta, tenete conto del fatto che nella zona C sono inclusi: Postdam, l’ aereoporto di Schonefeld e il campo di concentramento di Sachsenhausen. Fate voi. Il venerdì e il sabato sono aperte 24 ore su 24 altrimenti chiudono a mezzanotte ma i mezzi sostitutivi sono comunque molto puntuali e frequenti. Non ho mai atteso un treno per più di 11 minuti, di notte. Di giorno al massimo ogni 7 minuti passano. Anche i controllori passano, e li riconoscete perché hanno un aspetto inconfondibile: sono un misto tra Alex di Arancia Meccanica e un celerino cattivissimo. E fanno pure le multe: 40 euro. Insomma dicevo, o forse no ancora non ve l’ho detto: la Berlino classica con due giorni si vede e per visitare quella non vi occorrono certo le mie indicazioni. Alexander Platz, la Torre della Tv, Checkpoint Charlie con annesso museo, East Side gallery o meglio il pezzo più lungo di muro rimasto ancora in piedi, il Reichstag, il Tiergarten, il monumento alle vittime dell’Olocausto ecc.ecc. Io vi voglio invitare a perdervi per le strade, a camminare per centinaia di metri senza incontrare nessuno e poi svoltare l’angolo e trovare una via affollata. A mangiare in un economico imbiss chiosco tipico che vende i currywurst -e non solo- cotti al momento da mangiare in piedi appoggiati al bancone. Sfidando le ire della grassa proprietaria scorbutica che non intende cedere un passo al suo tedesco duro e puro. A perdersi il sabato sera tra la folla di gente -più o meno sobria- che prende la metro a Warschauer strasse alle 3 di notte. Mangiare: sorvolo sui ristoranti italiani, visto che per mangiare pasta normalmente posso aspettare di tornare in Italia e risparmiarmi una carbonara preparata con panna e speck [!]. Mangiare a Berlino è un’altra delle attività più in voga… Si mangia sempre, ovunque, mentre si aspetta il treno, sulla metro, mentre si cammina. E si trovano chioschi che vendono cibarie quasi sotto ogni stazione metropolitana. I ristoranti poi, ce ne sono davvero di ogni genere: cucina cinese, turca [ovviamente!], vietnamita, giapponese, francese, spagnola. E quasi ovunque i prezzi sono più che abbordabili, l’unica cosa davvero proibitiva a Berlino è l’acqua. In un ristorantino medio si arriva a pagare la bottiglia da un litro anche 5 euro. Si può chiedere quella del rubinetto, ma non ho idea di come si possa fare in tedesco!:) Quindi, come giri un angolo trovi un posto per mangiare ma io vi porterei qui: proprio di fronte all’uscita metro di Kottbusser Tor nella zona chiamata la piccola Istanbul, in Admiral Strasse un turco molto poco turistico che prepara un hummus notevole. A Kastanienalle strasse il Der Imbiss un ristorante che fa ottimi piatti fusion a prezzi da fastfood. Il currywurst più famoso [e vecchio?] di Berlino che si trova alla fermata metro Eberswalder strasse. E poi non mi ricordo più. Ah sì, ottimo anche il Thai “Rice Queen” in Danziger Strasse. Siamo in Germania? E’ vero, per mangiare tedesco –oltre al classico currywurst mangiato al volo- vi porterei al Ständige Vertretung in Schiffbauerdamm 8, metro Friedrichstraße. Un vero museo-ristorante. Quando uscite dal bagno NON guardate in alto, c’è una foto di Berlusconi, rischiate una congestione. Jüdisches Museumin Lindenstraße 9-14 fermata metro Hallesches Tor con un prezzo davvero irrisorio –con la Welcommer card mi sembra sui 6 euro, pagate l’ingresso più l’audioguida e visitate un museo degno di questo nome, forse un po’ troppo “pieno” di materiale soprattutto all’inizio ma ne vale la pena. Soprattutto per l’architettura della costruzione e per le sorprese “sensoriali” che riserva alla fine del percorso. Museo del Check point Charlie, un po’ più costoso ma interessante, mostra la vita nelle due parti del muro e i vari modi escogitati per fuggire. Topografia del Terrore, ad ingresso gratuito, una mosta open air sulla persecuzione e gli orrori del nazismo, si trova in Niederkirchnerstrasse 8. C’è poi un piccolo e curato museo di Anna Frank, sempre sui 6/7 euro in Rosenthaler Straße 39. E poi, museo dei Ramones. Museo-caffè per dirla tutta con 3.50 visiti il piccolo museo, con 5 hai anche una bevanda, visto quanto costano le bevande analcoliche conviene prenderla. E poi i mille altri musei di Berlino che non ho –ancora- visitato. Perdetevi poi, nel caos e nei colori del mercato turco il martedì e il venerdì dalle 12 alle 18 circa. Scendere a Kottebusser Tor e percorrete Kottebusser Strasse, superato il ponte girate a sinistra, il mercato costeggia il fiume e il pomeriggio i ragazzi si fermano a suonare proprio lì a due passi dal mercato. Il sabato mattina nel mercatino delizioso quanto costoso a Kollowitz Platz, zona Prenzlauer Berg. Però i Pretzel caldi sono ottimi. E la domenica al Mauer Park mercato delle pulci dove si può trovare davvero di tutto. E si possono fare ottimi affari: io sono molto fiera della mia borsetta di pelle nera pagata solo 8 euro. Pare che di pomeriggio poi vi si riuniscano centinaia di ragazzi a cantare al karaoke. Il maltempo domenicale mi ha impedito di assistervi, me tapina! E poi c’è il Tacheles, questo mega centro sociale che ospita una galleria d’arte moderna in cui sono ammassate sculture, pitture, oggettistica varia, so che hanno provato a sgombrare gli occupanti ma a quanto pare resistono e se anche voi resisterete al puzzo di piscio e latrina che ha ormai impregnato tutti e tre i piani, fateci un giro. Ci sono cose carine. E firmate anche perché quel posto rimanga degli artisti che l’hanno occupato e non diventi, che ne so…un centro commerciale. Conservate le bottiglie di plastica dell’ acqua e quelle di vetro della birra, se hanno apposto il marchio “riciclabile” sull’etichetta, infilatele nelle macchine che ci sono nei supermercati e riceverete rispettivamente 25 e 15 centesimi per bottiglia. Se non altro per il gusto di essere pagati per la vostra civiltà. Tra le mille cose decanti, in disuso e terribilmente affascinanti da visitare, c’è lo Spreepark, un luna park abbandonato all’interno dello Spreewald. Nella sua storia che si reperisce facilmente in rete, c’è un fallimento, un proprietario arrestato per spaccio di droga ed ora una fantomatica figlia che sembrerebbe organizzare visite guidate [solo in tedesco] per la modica cifra di 15 euro-2 ore. Oppure c’è la possibilità di dare un’occhiata facendo un giro sul trenino ancora funzionante per soli 2 euro. Io ci sono andata due volte e l’ho trovato sempre chiuso. Comunque andateci, scendendo alla fermata Treptow park e poi addentratevi, arrivate al monumento all’armata russa, mastodontico inno al potere e poi proseguite fino allo Spreepark. E’ un bel pezzo di strada ma è piacevole. E la salvezza a Berlino è camminare, così prenderete soltanto i 4 kili che ho, aimè, preso io.

Quindi, rimanendo in tema, indossate scarpe comode e magari portate coi voi una torcia e andate a visitare il Teufelsberg: una base americana abbandonata risalente al dopoguerra, che veniva usata come centro di spionaggio. Pare essere stata costruita sopra un’università nazista che non sono riusciti a distruggere e quindi hanno pensato di “coprire”, si trova nel bel mezzo della foresta di Grunewald che è la più grande nei dintorni di Berlino e che comunque vale la pena visitare a prescindere. Non è facile arrivare alla base abbandonata, io dopo aver letto delle indicazioni in rete ed esserci comunque persa, penso che questo che sto per descrivervi sia il tragitto più facile: scendi a Heerstrasse, uscendo dalla stazione giri a sinistra prendi Teufelsberg strasse la percorri per circa un km, trovi poi una traversa sulla destra che si addentra nel bosco e inizi a salire alla fine trovi in cancello. A quel puto siete arrivati ma il cancello è ovviamente chiuso, prosegui poi per la stradina laterale sulla destra che costeggia la costruzione e dopo un centinaio di metri trovi un buco nella recinzione, o meglio, in quel punto la seconda recinzione si può spostare così da accedervi facilmente. Poi salite. Ora è abitata da squatter e utilizzata per rave, non dovrebbe essere particolarmente pericoloso come posto, certo se siete un gruppetto forse è meglio. Ah, qualche ora dopo la nostra visita è andata a fuoco. Ma io ho un alibi, a quell’ora ero già tornata a Berlino.

Campo di concentramento di Sachsenhausen scendete alla stazione di Oranienburg, linea S1, e poi aspettate un autobus, oppure fatevi un pezzo di strada a piedi. Poi arrivate lì, prendete l’audioguida e iniziate a camminare: dal cancello percorrete tutto il viale alberato, lo stesso che veniva percorso un tempo, per arrivare alla Torre A, quella che segnava l’entrata nel campo dei deportati, fino alla Torre Z quella che ne segnava l’uscita, da morti. Ascoltando il rumore assordante delle fronde degli alberi mosse dal vento che in alcuni momenti sarà la vostra unica compagnia. Non ho molte parole da dire, nonostante abbia promesso il contrario ad un’amica, forse arriveranno col tempo, chissà…di certo pensavo che andare fosse un dovere morale, e non mi sono pentita. E’ certamente un’esperienza così personale ed intima che io farei –ed infatti così è stato- da sola. E’ un posto di morte e disperazione, c’è il patibolo e i cessi in cui si ammassavano per lavarsi, ci sono le camerate che ospitavano il triplo dei letti [vabbè, letti….] previsti. Ci sono i racconti dei deportati, le botte prese gratuitamente, i tentativi –pochissimi- di fuga. C’è lo stupore dello scoprire un campo di concentramento, sì ok inizialmente nato come campo di “lavoro”, a così pochi kilometri da Berlino e “dentro” una cittadina. E ci sono, nel 2011, le famigliole felici con tanto di bimbo, che si fanno fotografare sorridenti dentro le baracche che hanno visto morire centinaia di persone. E allora, senza giudicare niente e nessuno mi limito a pensare che no, per la razza umana non c’è più nessuna speranza. Vita notturna: non ho molto da dire, cercate di non esagerare con tutto quello che Belino può offrire. Tantissimi locali di ogni tipo e per ogni gusto. Le zone dove la vita notturna è più viva sono Warschuer Strasse, Friedrich Strasse, Gorlitzer Bahnof, Prenzlauer Berg. e Schoneberg è il quartiere gay. Anche se di locali gay ce ne sono molti disseminati in tutta la città e non in un solo quartiere. In molti locali c’è la scritta Nazi Raus: mi piace quando si impara dagli errori del passato. Bambini: Berlino è la città dei bambini, oltre che degli orsi, saranno le sovvenzioni che lo Stato da alle famiglie. Bambini ovunque, biondi, sempre sporchi e in bicicletta. Sereni. Quasi mai con la manina stretta nella mano del genitore, ma liberi. Di ruzzolare e sporcarsi. Quasi tutte le fermate della metro hanno gli ascensori, e risparmiarsi il peso del passeggino non è cosa da poco.

Volete sentirvi davvero berlinesi? Prendete un cesto con delle cibarie, del pane raffermo da dare ai cigni o alle paperelle e piazzatevi lungo un fiume, o anche lungo un canale artificiale, a mangiare e a godervi quel sole che sa essere così raro e desiderato. Fate attenzione alle piste ciclabili, sono quelle strisce rosse sui marciapiedi, se impedite il passaggio ai ciclisti, rischiate di essere investiti. Anzi, fate così, affittatevi una bici. Che siete più sicuri.

Si cammina sempre in bilico qui, si cammina sopra targhette di ottone sui marciapiedi davanti alle case da cui hanno deportato qualcuno, si cammina vicino alla zona della morte, striscia di terra tra i due muri in cui si sparava a vista. Si cammina sempre su di un muro ormai caduto ma in fondo ancora esistente, che non divide più l’Ovest dall’Est ma la vita e la morte, il vecchio e il nuovo, il passato e il presente. Da Roma, con un pizzico di nostalgia, è tutto. Alla prossima, Berlino.



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