Inghilterra meridionale: sulle tracce dell’ispettore Barnaby

Vacanza on-the-road nelle splendide contee rurali intorno a Londra: Oxforshire, Buckinghamshire, West Sussex, Kent.
inghilterra meridionale: sulle tracce dell’ispettore barnaby
Partenza il: 11/05/2013
Ritorno il: 19/05/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Sabato 11 Maggio

Sono le 9,30 di una mattina scura e piovosa quando partiamo verso l’aeroporto di Verona. Alle 11,55 parte il nostro volo per London Gatwick, ora si è schiarito e riusciamo a vedere dall’alto il lago di Garda e le colline moreniche: tutto sembra più bello da lassù. Il volo British Airways è piacevole: a bordo ci danno due tortillas di pollo al limone, ghiacciate ma buonissime, e una coca in lattina da 150 ml mai vista prima. Arrivati a Gatwick andiamo subito a ritirare la nostra macchina: una Ford Fiesta nera.

Si parte: inizia il nostro viaggio alla scoperta della campagna inglese e dei sinistri luoghi di Midsomer Murder (che indicheremo da qui in avanti con la B di “Barnaby”) ….

Guidiamo in direzione nord, destinazione Marlow dove staremo nei prossimi giorni. Con un navigatore come Muttley le sorprese sono frequenti e infatti manchiamo l’uscita giusta e ci ritroviamo in un paesino sperduto che però è splendido e risponde appieno all’atmosfera Barnaby che andiamo cercando. Finchè cerchiamo di capire dove siamo finiti prendiamo un thè. Sono le 15,00 e scopriamo che il paesino è Chorleywood, siamo a pochi chilometri a nord-est di Marlow, nella contea di Buckinghamshire.

E’ presto e decidiamo di visitare Amersham e i dintorni prima di raggiungere il nostro b&b a Marlow. Alle 16,00 siamo ad Amersham (B), una cittadina nel cuore dei Chilterns. Passeggiamo tra le vie del centro: vediamo il mercato coperto, un bellissimo edificio in mattoni rossi a portico restaurato nel 1911, la chiesa di S. Mary, i negozietti e i numerosi sottoportici che conducono in luoghi magici.

Facciamo due passi lungo il sentiero che porta ad Amersham on the Hill, fino al bosco. Il panorama da qui è affascinante: siamo nel cuore dei Chilterns: un’area verde di dolci pendii a ovest di Londra.

Alle 17,00 ripartiamo verso Marlow ma i paesini che incontriamo lungo la strada sono talmente belli che non possiamo non fermarci. Tra questi non dimenticheremo Chesham (B), un market town molto caratteristico e il paese incantato di Little Missenden (B), passando per Beaconsfield (B). Ci colpisce in particolare l’atmosfera surreale di Little Missenden nella la calda luce di questo tardo pomeriggio di primavera. Non c’è nessuno in giro e la chiesa, le casette e i giardini sembrano sospesi in un tempo e uno spazio indefiniti.

Alle 20,00 siamo a Marlow (B), allo Swiss Cottage b&b gestito da Judy Hollidge e suo marito John. La sera del nostro arrivo però i padroni di casa hanno lasciato tutto in mano alla figlia che ci dà alcuni consigli per la cena: il pub “Three horse shoes” appena fuori dal centro abitato e “Chequer’s” sulla Hight Street.

Optiamo per il pub e anche se la scelta delle pietanze è un incubo (tre lavagne di menù scritte in piccolo e incomprensibili) … con un po’ di fortuna riusciamo a mangiare abbastanza bene. C’è molto freddo: 13° di giorno e 7° la sera, c’è vento e piove ogni tre per due.

Domenica 12 Maggio

Ci alziamo di buon’ora e conosciamo John, il marito di Judy. Ci prepara un’ottima colazione Full English Breakfast, ci chiede di noi e ci racconta un sacco di cose su Marlow, sulla sua famiglia e il suo lavoro … la chiacchierata è impegnativa a causa del nostro inglese arrugginito ma John è molto gentile e parla in modo tale da rendere semplice la comunicazione.

John era pilota di Tornado e ha sorvolato l’Italia varie volte … si parla della situazione politica italiana un po’ traballante, dell’Euro, di canottaggio e di sci … uno spettacolo! … Ci spiega la differenza tra scrambled, poached, boiled e fried egg (rispettivamente frittata, uovo cotto in forma, bollito e fritto tradizionale) e ci conferma quello che sospettavamo: gli italiani non vengono da queste parti. In 10 anni che ha il b&b noi siamo i primi, e questa cosa sotto sotto ci regala la frizzante soddisfazione di chi si sente un po’ pioniere. La camera è un po’ stretta ma pulita e ben tenuta. E’ il b&b migliore di tutta la vacanza.

Parliamo a John della nostra fissa per l’ispettore Barnaby e ci consiglia cosa vedere nei dintorni: nomina Oxford, Wollingford e Turville dalla A4074, e a nord di Marlow: Buckingham, Banbury, Stratford, Northwood, Denham ….

Partiamo, con una felpa in più addosso, in direzione Oxford, contea di Oxfordshire. Ci andiamo in autostrada (qui le autostrade non si pagano), lasciamo l’auto al Park & Ride di Thornhill e prendiamo il bus a due piani che ci porta in centro in pochi minuti (si paga il biglietto del bus, mentre il parcheggio è gratuito). Le indicazioni del top gun John si rivelano utilissime!

Oxford è una città molto bella, passeggiando in centro becchiamo Luc, una guida “2 hours free walking tour” molto in gamba che in un inglese comprensibile e con simpatici aneddoti racconta la storia della città e dei luoghi più interessanti.

Vediamo il Trinity College, la Bodleian Library (una delle più antiche biblioteche pubbliche del mondo), il famoso “Ponte dei sospiri” che collega Hertford College a New College, l’edificio circolare settecentesco del Radcliffe Camera, la Christ Church, il Merton College, St. Mary’s Cathedral, etc….

Spira un vento gelido e mentre noi rabbrividiamo sotto strati di felpe, gli inglesi, come al solito, girano in canotta e infradito … Alle 13,00 abbandoniamo il tour guidato perché il freddo ci ha tolto ogni capacità di apprezzare il bello che ci circonda, e torniamo alla macchina.

Oxford ci è piaciuta tantissimo e anche se vista velocemente, abbiamo per un po’ respirato un’aria ricca di cultura che ci ha in qualche modo “elevato”. Qui hanno trovato ispirazione romanzi come “The chronicles of Narnia” e sempre qui, sotto la grande volta decorata di fronte alla chiesa di Ser Christopher Wren, hanno girato alcune scene di Harry Potter. Di qui sono passati Einstein (Museum of History of Science), Tolkien, … Chissà che a sfregarsi contro tanta grandezza non ce ne sia rimasta un po’ addosso ….

Usciti da Oxford ci dirigiamo verso Wallingford (B), come suggerito dal mitico John. E’ un paesino assonnato ma molto carino . Mangiamo una Soup of the day al OPO Old Post Office, un locale che era un tempo l’ufficio postale del villaggio. La zuppa di patate è così piccante da risultare immangiabile, allora proviamo con le patatine fritte ma se andiamo avanti così diventeremo presto anche noi dei tuberi … La cameriera gentilmente non ci fa pagare la zuppa rimasta immangiata e usciamo senza arrabbiarci troppo. Passiamo davanti al Castle Meadow di Wallingford, è una distesa verde dominata dal castello, bellissima ma pioviggina e quindi proseguiamo verso Ewelme e Turville.

Ewelme (B) è un piccolissimo villaggio dove vediamo finalmente qualche casa dal tetto di paglia (thatched) e nessuna anima in giro.

Procediamo poi verso Turville, attraversando boschi che sembrano incantati. Qui vediamo per la prima volta le famose “Bluebells” e rimaniamo incantati: formano un tappeto viola nel sottobosco e l’attraversarlo è qualcosa di magico.

Le “bluebells of England” (Hyacinthoides non-scripta) fioriscono in primavera in Inghilterra e Galles; sono delle bulbose perenni native di quest’area. Sono una specie protetta e sono particolarmente associate con gli antichi boschi alla base dei quali creano un tappeto di color blu-violaceo intenso che li rende luoghi magici.

Arriviamo a Turville, non senza difficoltà perché essendo questi villaggi piccolissimi sono poco segnalati sia dalla cartina che dai cartelli stradali … aggiungi che il navigatore lascia un po’ a desiderare … La nostra fedele guida Lonely Planet ignora completamente questi angoli di paradiso, non li nomina nemmeno. Questo rafforza il nostro spirito di pionieri ma sta facendo pericolosamente innervosire il pilota che inizia a lanciare accuse al navigatore (cioè io) e minaccia lamentele alla EDT edizioni per la grave lacuna.

Ma ci arriviamo a Turville (B), eccome … anche grazie all’aiuto di due anziani che ci fanno da guida … Gli inglesi sono personcine squisite. Il villaggio di Turville è rimasto per noi il più bel ricordo di tutta la vacanza: per intimità, per attinenza all’atmosfera di Barnaby e per la quiete campestre che lo avvolge. Tentiamo di bere un thè nel pub vicino alla chiesa, l’unico del paese credo, ma nessuno ci considera e dopo aver giocherellato coi cagnolini dei vicini di tavolo e dopo esserci scaldati ce ne usciamo contenti di aver visto questa perla della campagna inglese sconosciuta a tanti.

Sono le 18,00 e torniamo al nostro Swiss Cottage b&b a godere delle “Tea & coffee facilities” della stanza. Oltre ai locali già citati John ci da altri consigli per i pasti o pause the a Marlow: Borgeous (coffee shop vicino al ponte), Babush (London pub, solo drinks e snacks), The George and the dragon (una catena, cheaper but good). Noi annotiamo: tornerà tutto utile.

Stasera proviamo il ristorante Chequer’s sulla centralissima Hight Street. Alle 19,00 abbiamo già le stanche gambe sotto il tavolo, intanto fuori piove e c’è freddo. La cena è ottima, proviamo una deliziosa zuppa di carote e coriandolo. Tutto buono, soprattutto le carni che sono freschissime, solo il locale è un po’ “insipido”. Non incontriamo un italiano neanche pagando: siamo circondati dai locali e ce la caviamo bene. Alle 21,00 siamo già nella nostra stanza: exhausted!

Lunedì 13 Maggio

La colazione di John è sempre di ottimo livello e come al solito condita con indicazioni preziose su percorsi, locali furbi e curiosità. Per noi rappresenta un’occasione per fare conversazione in lingua e per un trip-planning di sicura utilità.

Oggi abbiamo in programma la visita di Marlow, Little Marlow, e poi Buckingham, Banbury, Stratford, Chipping Norton seguendo un percorso ad anello.

Alle 9,30 andiamo con la macchina nella zona centrale di Marlow, la lasciamo nei pressi di un foothpath vicino al ponte. Da qui si ha una bella visione della cattedrale col famoso ponte sospeso e soprattutto del River Thames: il Tamigi che senza farlo apposta costeggiamo più volte in questo viaggio e incontriamo e rincontriamo sorprendendoci ogni volta per la sua bellezza.

Il Thames River è il fiume più lungo d’Inghilterra, ha 45 chiuse lungo il suo corso. E’ l’unico fiume in Europa ad avere un sentiero nazionale che lo costeggia in tutta la sua lunghezza: il Thames path lungo 296 Km (184 miglia). Secondo alcuni il nome viene dal Sanscrito “Tamas” cioè “scuro” per il colore delle sue acque. Secondo altri viene dal romano Tam “ampio” e Isis “acqua”.

Raggiungiamo la chiusa e osserviamo il momento del passaggio di una imbarcazione, ci divertiamo come bambini ad osservare le manovre degli omini a terra e sulla barca. Dalla chiusa saliamo sul ponte sospeso e arriviamo all’altra sponda dove c’è l’ampio Higginson Park. Oggi c’è il sole ma continua a soffiare un vendo freddo.

Il Marlow suspension bridge è una struttura affascinante. Costruito da William Tierney Clark il ponte è stato aperto nel 1832. Questo e il “ponte delle catene” Szechenji che collega Buda e Pest sul Danubio sono gli unici ponti sospesi rimasti di questo famoso ingegnere britannico . Una volta recuperata l’auto andiamo a vedere il vicinissimo villaggio di Little Marlow (B), poche case raggruppate vicino a una chiesa.

Riprendiamo il viaggio e attraversiamo Wooburn (B) dove siamo assolutissimamente convinti abbiano girato una scena di Barnaby nella piazza centrale … ma la nostra “visione” non trova conferma nella lista delle filming locations che abbiamo … chissà …

Si sono fatte le 13,00 e ci portiamo verso Banbury percorrendo la M40 e fermandoci a metà strada per mangiare un muffin in autogrill. Qui in Inghilterra le aree di servizio sono enormi, belle e ci trovi dentro di tutto, aree relax, tavolini, bei negozi, bagni puliti. in Italia mancano proprio ….

Il tempo cambia continuamente e con una velocità impressionante: un attimo piove e un attimo dopo splende il sole, ma c’è sempre comunque freddo.

Passiamo vicino al circuito di Silverstone e ad Alessio brillano gli occhi, siamo tentati di farci una puntatina ma alla fine proseguiamo.

Banbury si rivela niente di che ai nostri occhi, non ha l’intimità e il calore che pensavamo, ma solo una miriade di negozi e negozietti alcuni parecchio eccentrici.

E’ troppo tardi ora per andare a Stratford-on-Avon e chiudere l’anello da lì. Decidiamo di restringere il percorso e andiamo diretti a Chipping Norton con la A361. Ci arriviamo alle 16,30, in tempo per prenderci una grandinata e subito dopo un sole accecante. La cittadina è grande e piuttosto commerciale perciò ci fermiamo poco, solo per un the e per vedere la chiesa.

Da Chipping Norton prendiamo la A44 verso Oxford, poi la A34 fino a Harwell direzione sud, poi Didcot, Blewbury e la strada panoramica (molto bella) fino a Streatly e Goring (B).

Il termometro segna 6° ma il gelido vento non ci impedisce di fermarci a scattare qualche foto a questo incantevole angolo di mondo. I villaggi di Streatly e Goring sono su due sponde opposte del fiume Tamigi e si guardano quasi a chiedersi quale dei due sia il più bello.

Il nostro viaggio continua lungo stradine secondarie, Checkedon, Stowe Row, …. attraversando villaggi di straordinaria bellezza. C’è molto freddo e le showers si alternano a sprazzi di sole accecanti.

Procediamo verso Henley-on-Thames (B) dove arriviamo all’ora di cena. La cittadina è molto bella avvolta dalla luce di un tramonto terso e freddo, ma meno vitale di Marlow. Appena entrati in pub del centro ci accorgiamo che siamo i soli e che c’è un silenzio sinistro, allora inventiamo una scusa e via … torniamo a Marlow per cenare al Chequer’s che conosciamo già e che rappresenta una certezza. La soup of the day stasera è al pomodoro, allora si passa direttamente al secondo: non siamo mica vampiri! Prendiamo hamburger e steack & ale pie: tutto molto buono e abbondante.

Martedì 14 Maggio

Oggi si pensava di vedere Kew Garden e Windsor ma a colazione vediamo in TV le previsioni meteo, disastrose, danno nell’ordine “heavy rain”, “strong wind” e “very cold”. Niente Kew Garden: sarebbe uno spreco di tempo e di denaro. Intanto John ci dà una mappa che ha fatto apposta per noi per suggerirci un percorso: prevede Windsor e Hampton Court (dove c’è il palazzo di Henry 8th). Ringraziamo e salutiamo questa coppia gentile e simpatica perché oggi si riparte e le prossime notti saremo nella contea di West Sussex sulla costa sud.

Non sappiamo se riusciremo a reggere tanta “regalità” in un giorno solo ma visto il tempaccio intanto andiamo verso Windsor. I costi per il parcheggio e l’ingresso al castello sono impressionanti e la nostra titubanza ad entrare è forte ma dopo una breve assemblea a due vince il SI: il tempaccio gioca a favore della regina così anche noi ci buttiamo nella mischia di turisti che ingrassano le casse delle teste coronate. Windsor Castle è la fortezza abitata più grande e antica del mondo, la regina viene qui nei finesettimana. Visitiamo tutto il visitabile: la cappella di S. Giorgio, gli appartementi di Stato, la famosa Doll’s house, la sala dei cavalieri della Giarrettiera, una mostra di ritratti della regina compreso quelli pop-art realizzati da Andy Warhol….

A proposito di Giarrettiera …. Nella grande sala dove si radunano i cavalieri leggo un motto che mi incuriosisce e vado a vedere che ….

Il Nobilissimo Ordine della Giarrettiera (The most noble Order of the Garter), risalente al Medioevo, è il più antico ed elevato ordine cavalleresco del Regno Unito. Istituito nel 1348, il suo capo è il Sovrano del Regno Unito e l’ammissione è riservata a 24 cavalieri che si siano distinti per altissimi meriti nel servire il Regno Unito. Ogni anno a giugno, nella cappella di San Giorgio al Castello di Windsor si celebra la cerimonia religiosa dell’Ordine. Lo stemma è una giarrettiera che sormonta il motto “Honi soit qui mal y pense“ ovvero “Sia vituperato chi pensa male”. Lo stesso motto è scritto sulla polena della nave ammiraglia HMS Victory, protagonista della celebre Battaglia di Trafalgar nella quale gli inglesi sotto il comando dell’ammiraglio Nelson sconfissero la flotta franco-spagnola il 21 ottobre 1805 a Capo Trafalgar vicino alle coste dell’Andalusia.

Quando usciamo dalla residenza reale, alleggeriti nel portafoglio ma contenti di aver comunque visto e imparato cose interessanti, facciamo un giretto nel centro di questa vivace cittadina. Piove, inutile dirlo, quindi entriamo a curiosare in qualche negozio, compriamo un libro e andiamo a mangiare the e muffins nel mercato coperto in ferro e vetro del Windsor Royal Shopping.

Poi riprendiamo la macchina e percorriamo l’anello che costeggia il vastissimo parco reale fermandoci a curiosare alla Royal Farm, un supermercato che vende i prodotti della fattoria della famiglia reale. Ma ci si trova un po’ di tutto, persino i biscotti Vicenzovo, che non vengono certo dalla dispensa della regina. Il parco è enorme, ci sono alberi imponenti che avranno visto chissà quante guerre, battute di caccia, fughe d’amore, … Procediamo verso sud e vediamo, costeggiandolo, il famoso ippodromo di Ascot e comincio ad immaginare signore eleganti con larghi cappelli e uomini distinti che confabulano scommesse audaci … Da qui prendiamo la M3 verso Ovest poi la A331 fino ad Alderscot e Farnham. In seguito la A287 panoramica fino a Hindhead, la A286 verso sud fino a Midhurst, la A272 verso est fino a Petworth, la B2138 verso sud fino ad Arundel. Visto che piove e non accenna a smettere andiamo a vedere dove si trova Denmans Garden, sede del mio corso “garden design” che inizierà domani.

Andiamo al nostro alloggio: Anna’s b&b di Chichester gestito dalla signora Judith, la quale parla un inglese per noi incomprensibile. Riusciamo comunque a parcheggiare l’auto (grazie alle indicazioni astruse del marito, un altro enigma linguistico) e a prendere possesso della stanza, minuta e senza armadi ma pulita e accogliente. Ora resta da pensare ad un buon pub per la cena, sarebbe bello chiedere consiglio alla padrona di casa ma poi, se risponde, chi la capisce?

La heavy rain è insistente e le previsioni azzeccate in pieno, perciò è inutile pensare di passeggiare per Chichester: a cena, su proposta di Alessio andiamo al pub “The fox goes free” nel vicino paesino di Charlton. Il borgo è caratteristico, con le case dai tetti di paglia e questo pub in pieno stile country: come piace a noi, camino acceso, arredamento rude come il personale che lo popola e che parla una lingua incompresibile … difficile ricevere bado dal barista, … tutto faticoso ma bello.

Mercoledì 15 Maggio

Facciamo una buona colazione da Judith e alle 9,30 siamo al Denmans Garden dove mi accoglie John Brookes in persona. John mi accoglie nella sua casa, la Clock House e mi offre una tazza di caffèlatte; chiacchieriamo un po’ nella sua cucina: lui mi racconta la sua storia professionale, io la mia, poi ci mettiamo al lavoro.

Nel frattempo Alessio, libero come l’aria, visita i dintorni e appunta metodicamente sul taccuino in dotazione, tutto ciò che vede. In seguito alla schiarita di primo mattino il cielo si copre nuovamente e torna a piovere. A colazione Judith aveva ottimisticamente detto “Today no rain” ma aveva anche aggiunto “Never believe to an english man who says today’ll not rain” …. Sicchè ….

Alle 10,00 è a Walberton Village e alle 10,30 ad Arundel dove si fa un giro al castello e alla cattedrale, poi nel centro di questa bella cittadina, ad Arundel Park e allo Swanbourne Lake.

A mezzogiorno è ad Amberlay a vedere la St. Mary’s Church, il piccolo villaggio sulle sponde del fiume, l’Amberlay Village center e la St. Michael’s Church … Nei suoi appunti c’è anche la pioggia: la solita, pungente e noiosa pioggia.

Alle 13,15 è a Storrington a vedere la Parish Church e poi a Pulborough dove annota oltre al ponte la frase “nothing special”.

A Coldwaltham visita la Parish Church of St. Giles e alle 15,00 riparte seguendo un percorso che va da Bury alla Gravel Road per la cittadina di Bignor. Qui c’è una villa romana e Alessio gira nei dintorni, Sutton e le numerose fattorie. Più tardi percorre la panoramica A286 per tornare a prendermi a Chichester e si ferma a dare uno sguardo al Ducton Hill viewpoint e alla deliziosa chiesetta di Upwhalton.

Alle 18,30 usciamo insieme per andare a cena al centro di Chichester. Da Anna’s b&b ci vogliono 15-20 minuti a piedi ma la passeggiata è piacevole ora che il cielo si è pulito e il tramonto avvolge tutto di una luce color del rame.

La planimetria di Chichester è molto semplice e ci orientiamo bene: quattro vie principali che si incrociano in corrispondenza del cinquecentesco edificio circolare del mercato (Market cross) e intorno un anello costituito dalle mura medioevali.

E’ una bella cittadina, un market town di stile georgiano, però ci sembra un po’ spenta. Niente a che vedere con la frizzante Marlow che ci siamo lasciati alle spalle, con John il top gun e le colazioni più buone del mondo …. Mangiamo una buona pizza al centralissimo Pizza Express e alle 21,00 siamo già in camera.

Giovedì 16 Maggio

Mentre mi accingo ad affrontare il secondo giorno di corso con il grande John Brookes Alessio torna a vagare nei dintorni: oggi è diretto verso il mare e le famose città costiere.

Alle 10,00 è sulla East Beach di Selsey e poi alla Parish Church of St. Peter. Alle 11,00 vede Slidesham con il Quay e poi Chichester con la sua cattedrale. Percorre poi la scenic road A286 da Chichester a Midhurst fermandosi a vedere i cavalli, i West Dean Gardens e il paesino di Charlton dove eravamo stati a cena la sera prima, per arrivare infine a Midhurst.

Quando esco da Denmans Garden sono le 17,30, c’è un bellissimo sole e decidiamo di vedere Bognor Regis ma ci accorgiamo subito che è bruttina e insipida perciò ce ne andiamo senza scendere dalla macchina: si va alla ricerca di un country pub in qualche sperduto paese di campagna. Quindi da Bognor Regis prendiamo la A29 per Slindon, attraversiamo Charlton e poi Cooking e Midhurst. Ad Upwhalton ci fermiamo a fare due foto perché è un paesino delizioso, Alessio lo aveva già visto per conto suo e ci tiene che lo veda anch’io. Per cena finiamo al “The Grayhound” vicino a Midhurst una specie di pub, caratteristico e accogliente, ottima cucina, prezzi buoni, personale gentile.

Venerdì 17 Maggio

A colazione conosciamo una ragazza giovanissima che fa la stagista presso la vicina fabbrica della Roll’s Royce e una coppia di signori di mezza età provenienti dal Kent. Con loro scambiamo qualche parola visto che siamo diretti proprio da quelle parti.

Poi comincia la giornata: io seguo per il terzo giorno il corso di Brookes e Alessio va a Brighton (B). Alle 10,00 è già al Whitedean Stadium Park & Ride. Va a vedere il mare ma sotto la voce “seafront” scrive “horrible”! Fa un giretto a The lanes con le sue strette viuzze e verso l’ora di pranzo visita il Cultural quarter con la Brighton Dome, il Royal Pavillon e il British Museum & Art Gallery.

Alle 16,00 esco da Denmans Garden con in mano il Certificato firmato da John Brookes, è il mio trofeo! Alle 17,00 partiamo per Canterbury nella contea di Kent, ultima destinazione di questo viaggio.

Prendiamo la motorway per velocizzare i tempi e alle 19,30 siamo a Canterbury, al Four Seasons b&b che Alessio ieri ha prenotato tramite il Tourist Center di Chichester.

L’alloggio è carino, la camera enorme e pulita. I due proprietari sono gentilissimi e ci danno tutte le indicazioni utili per la serata, compreso una stufetta per riscaldare la camera perché si gela.

Andiamo in centro a piedi in 10 minuti e ceniamo al Pizza Hut vicinissimo all’ingresso della Cattedrale. La pizza è buona e nel locale sulle pareti si celebra l’anniversario dell’apertura del primo ristorante in UK (1973) di questa catena americana nata nel 1958 a Wichita Kansas. Dopocena andiamo a casa veloci perché fa freddo, solo il tempo di fare una foto alla cattedrale, spettacolare sotto le dorate luci notturne.

Sabato 18 Maggio

Il Four Seasons b&b offre un’ottima colazione, si può scegliere anche un singolo menù: io provo le omelettes. L’ambiente è a metà strada tra un ostello del pellegrino e una comunità hyppie. Mi piace. Di fianco a me, sul muro leggo questa bella frase:

Life is not a race, but a journey to be savoured each step of the way. Yesterday is history, tomorrow is a mystery, and today is a gift.

Ci godiamo la visita della splendida cattedrale: l’ingresso costicchia e non comprende l’audioguida ma vale la pena aggiungere anche quella.

La Cattedrale di Canterbury è una delle più antiche e conosciute chiese cristiane d’Inghilterra. All’ingresso un pastore accoglie i visitatori e li saluta quasi uno ad uno rendendo questo posto così immenso e imponente talmente accogliente da farmi sentire a casa.

Annoto la frase incisa nella rosa dei venti (compass) sul pavimento al centro della cattedrale. L’l’iscrizione è tratta dal Vangelo secondo Giovanni (8,32): “La verità vi renderà liberi”, che è anche il motto della comunità Anglicana.

Quando usciamo dalla cattedrale sono le 13,00 e dopo una pausa relax al vicinissimo Starbuck ritorniamo alla macchina.

Partiamo ora verso Dover, a vedere le leggendarie bianche scogliere, il “welcome home” degli inglesi emigrati, l’ultima meta del nostro viaggio.

Sono le 14,30 quando parcheggiamo la Fiesta all’inizio del walking path per vedere le scogliere di Dover. La cittadina di Dover è sotto di noi, con il suo grigio, grande e trafficato porto commerciale, noi stiamo lassù e percorriamo la lunga passeggiata che porta fino al faro.

Da un lato il bianco accecante delle scogliere, dall’altro il verde intenso dei prati: uno spettacolo eccezionale.

Per gli appassionati di archeologia industriale queste scogliere conservano alcuni tesori: si vedono ancora i resti della funicolare che fu costruita qui nel 1930 dall’imprenditore Tilden Smith a servizio della miniera di carbone di Tilmanstone. Le tracce di questo passato non troppo lontano sono blocchi di cemento e funi arrugginite che spuntano dal terreno quasi a chiedere una mano per risorgere … Arrivati al faro prendiamo un the nella tea-room al suo interno: un luogo fuori dal tempo, arredi coloniali, vecchie foto di famiglia alle pareti, musica jazz vecchissima. Davvero suggestivo.

Sono quasi le 17,00 e torniamo al parcheggio, passando per il Visitor Center ormai chiuso. Guidiamo verso l’aeroporto di Gatwick: si torna a casa … ma prima vogliamo concederci ancora una cena in stile country quindi usciamo dalla motorway prima di Gatwick con la speranza di trovare un pub. Dopo aver passato Folkestone, M20 fino a Maidstone, M26 fino a Sevenoaks usciamo e seguiamo stradine secondarie verso sud, Edenbridge, Eastgrinstead e infine Gatwick … … ci è andata male, nessun pub lungo la strada. Ci facciamo andare bene il ristorante-pub “The duke’s head” ormai vicinissimo all’aeroporto. Non è un granchè ed è affollatissimo.

Arriviamo in aeroporto, lasciamo la macchina alla Avis non senza aver prima scattato qualche foto alla carrozzeria, perché non si sa mai … E andiamo al Premier Inn London Gatwick prenotato da casa e attaccato fisicamente all’aeroporto: le notti insonni di precedenti viaggi ci hanno insegnato che è meglio evitare di dormire in aeroporto.

Domenica 19 Maggio

Sveglia alle 5,45, prestissimo ma almeno abbiamo dormito in un vero letto senza dover tenere un occhio aperto per paura che spariscano i bagagli. L’aereo parte puntuale alle 8,10 e alle 11,30 ora italiana siamo a Verona: Dina e Sergio sono già lì ad aspettarci.

E’ stato un bel viaggio: visto bei posti, conosciuto persone, imparato cose nuove, presa tanta acqua … Non dimenticheremo Turville, eletto villaggio di Barnaby per eccellenza, le magiche bluebells, il fiume Tamigi e lo Swiss Cottage di Marlow. Arrivederci Inghilterra!



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