Indonesia, le isole di Giava, Bali, Flores e Gili Meno

L' Indonesia è un luogo dove l'anima respira ancora. Miti, leggende, religioni, natura, musica e pittura, una tavola di emozioni che dimostrano quanto la semplicità è fondamentale per vivere bene
Scritto da: Sarahba
indonesia, le isole di giava, bali, flores e gili meno
Partenza il: 05/10/2013
Ritorno il: 06/11/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Milano – Jakarta Volo Emirates multi-city (Milano-Dubai-Jakarta). Con due valigie semi vuote saliamo in aereo e lasciamo Milano, arriviamo a Jakarta il giorno dopo dove ci aspetta subito una coda per il visto ( 25 € ) e un’altra per l’ accettazione, ma il tutto si risolve in un’ ora non di più. Avendo il volo per Yogyakarta la mattina seguente, rimaniamo a dormire al Pop Hotel, vicinissimo all’aeroporto.

Yogyakarta ( Air Asia 45 € ) Ricordatevi che i voli interni sono soggetti a tasse che si aggirano sui 4-10 € a tratta. Scendiamo a Jogja, come la chiamano loro e un taxi ci porta a Jl Malioboro, la via principale della città; con un bemo, una bicicletta trasformata in carrozza, raggiungiamo il Bladok losmen hotel, posizione perfetta camere pulite e il ristorante è uno dei migliori che abbiamo incontrato in tutto il viaggio (2 notti 12 € ). La maggior parte della popolazione è musulmana e quindi un abbigliamento adeguato è gradito … rispettiamo tutti, quindi pantaloni sotto il ginocchio e spalle coperte. Jl Malioboro è piena di souvenir da turisti ma i negozi di batik sono i migliori, la strada si riempe di bancarelle dove le donne cucinano piatti tipici con frutta tropicale e verdura di tutti i colori; nascoste subito dietro non perdetevi le entrate ai grand bazar. I luoghi che visitiamo sono il Kraton , il Taman sari e i magnifici Borobudur e Prambanan. Quest’ultimo lo raggiungiamo in autobus, mentre il maestoso Borobudur tramite un’ agenzia che con la macchina ci porta al tempio, lasciandoci due orette per conto nostro.

Con il caldo di quei giorni ci viene voglia di mare e decidiamo di fare una fuga a Parangtritis, paesino sulla costa; con grande entusiasmo saliamo su un autobus…ma l’emozione scende fino ai piedi nel giro di 2 minuti dopo aver capito che l’autista è ubriaco e che le due donne al suo fianco gli fanno compagnia; a metà strada paghiamo la benzina gentilmente richiesta dal conducente mentre scendendo dal bus scivola in terra! il tutto accompagnato da un caldo micidiale. Finalmente arrivati a Parangtritis, la tanto sognata spiaggia si rivela una triste distesa nera piena di rumenta e onde lunghissime, accompagnate da un fastidioso vento freddo. Torniamo a Jogja che è meglio.

Bali – Volo per Bali Ngurah Rai ( 40 € Lion air ). Quello che vogliamo è un viaggio che ci possa conquistare con verdi paesaggi, storia, miti e le tante religioni che uniscono questo popolo e devo dire che Ubud, paesino a nord di Bali, raccoglie queste bellezze. Raggiunta in taxi, Ubud è un susseguirsi ininterrotto di templi Indu, risaie, foreste e artigiani che dipingono e lavorano il legno nelle loro piccole botteghe adibite a negozio. Cerchiamo a piedi un’ alloggio e ci accorgiamo che ogni struttura è nascosta da mura che una volta varcate lasciano spazio a splendidi cortili, piscine, piccoli templi abitati; i proprietari insieme alla famiglia ti accolgono per mostrarti le stanze. Uno di questi posti è il Sania’s House ( 4 notti 27 € ). L’ attrattiva principale di Ubud è il Sacred Monkey Forest Sanctuary con i suoi mille macachi che simpaticamente si aggrappano ai vestiti se gli vengono offerte le banane, fate attenzione a macchine fotografiche o qualsiasi oggetto incustodito, durante un autoscatto uno di loro ha tentato di rubarci la nostra e ci è quasi riuscito; poi ci sono mille templi sparsi ovunque, noi abbiamo preso un motorino per goderci il paesaggio che si incontra nel raggiungerli, scoprendo anche che la benzina è venduta a litro in bottiglie di absolut Vodka . Se vi piace passeggiare allora vi consiglio due luoghi spettacolari, il Campuhan ridge walk, una splendida camminata sulle colline di ubud, qui vi troverete immersi nelle distese risaie ed incontrerete artigiani dipingere le tele o decorare uova di legno o scalfire visi da un pezzo di tronco. Vi consigliamo di non entrare nelle risaie con scarpe aperte o senza un bastone, sono popolate da serpenti e anche se ci hanno riferito che non sono velenosi un morso non è mai piacevole. Distante una ventina di minuti c’è poi il Gunung kawi in Tampaksring, set anche di un film. La sera la tradizionale musica gamelan con tutti i suoi strumenti cattura subito l’orecchio e gli spettacoli indu, con le colorate maschere dei loro spiriti, sono molto suggestivi, il teatro è una forma di espressione ancora molto importante in Indonesia.

Torniamo a sud di Bali cogliendo l’opportunità di raggiungere la miglior cucina di pesce fresco mangiato direttamente in spiaggia ovvero Jimbaran. Lì troviamo uno dei posti più accoglienti che ci si possa aspettare il Do it your self, piccolo “motel” a due minuti dalle spiagge gestito da Christine una donna meravigliosa che la mattina vi farà trovare nel tavolo della sua cucina il tipico dolce indonesiano, il pisang goreng, che gustiamo insieme alla figlioletta. Christine ci offre tutta la sua disponibilità e ci accompagna a noleggiare un motorino da un amico fidato e lì ci viene a riprendere la sera; le spiagge di Jimbaran sono pulite e il mare si presta ai surfisti che non tornano prima del tramonto; fatta sera i ristoranti ricoprono le spiagge con tavoli e candele e inizia a sentirsi il profumo dei barbeque di pesce cotto su cocci di cocco roventi, accompagnato da salse, verdure e patatine, il miglior pesce mai mangiato; la parte divertente è sceglierselo da sé! Salutiamo Christine che teneramente ci chiede di scrivere una dedica e partiamo per Flores.

Flores – Lasciamo Bali e con Lion Air ( 87 € ) atterriamo a Labuan bajo; non spaventatevi dell’aereo è un piccolo charter ma effettua voli ogni giorno e tanto meno della pista d’atterraggio… sembra che non ci sia ma c’è! Chiamarlo aeroporto proprio non si addice, lo definirei più una stazione. Non c’è altro modo che farsi portare in paese da uno dei tanti ragazzi che vi aspettano all’uscita quindi rassegnatevi alla loro insistenza. Alloggiamo al Gardena ( 4 notti 30 € ), bungalow con vista sul mare e le sue isole. Nel paese non c’è niente di interessante da vedere tranne il piccolo colorato porto dove mille bambini si divertono a farsi fotografare dai turisti. Labuan bajo è ricca di bellissimi gechi, piccoli e grossi, noi ne abbiamo visto uno di almeno 25cm, sembra un dinosauro in miniatura! La sera seduti davanti alla nostra camera svolazza un gruppo di pipistrelli e un simpatico verso di animale ci circonda, solo più avanti scopriamo essere la voce del geco.

Il primo giorno prenotiamo una barca in una delle tante agenzie che organizzano le tratte per raggiungere le isole; per risparmiare ci uniamo ad altri tre ragazzi e raggiungiamo Rinca, un’isola dove dove vivono i Varani, lucertoloni enormi e preistorici; dopo un’ora e mezza il capitano ci porta su un’altra isola per rilassarci. Il giorno dopo ci imbarchiamo di nuovo per stenderci un’intera giornata a Bidadari o Angel Isalnd, un atollo dove ovviamente l’acqua è uno spettacolo e la sabbia è meravigliosamente morbida. La sera mangiamo in un ristorantino che offre una splendida vista sul porto. Il terzo giorno prenotiamo un soggiorno di 3 notti sull’isola di Kanawa ( 25 € ); scopriamo quest’ isola grazie ad un’agenzia che offre alloggio e trasporto ad un prezzo veramente onesto. Scegliamo la sistemazione in balè balè, un semplice letto su una struttura di bamboo, ma la sua particolarità è che è sistemato a due metri dal mare! Quando arriviamo sull’isola rimaniamo ammaliati dalla sua bellezza, c’è solo la reception con cucina e qualche bungalow, nient’altro solo sabbia e pesci. Il fondale è un misto di colori, con la maschera scopriamo coralli, stelle marine blu, ricci, granchi, squaletti da barriera, conchiglie giganti e milioni di pesci, nuotiamo in mezzo a loro. Ogni sera verso le sei ci sediamo in riva al mare e ammiriamo i tramonti, il cielo muta ogni minuto, le sfumature di rosso diventano verdi poi gialle poi di nuovo rosse per mischiarsi alla fine con il mare che le riflette, sembra di essere dentro un dipinto. Dopo cena ci riuniamo davanti al mare con lo chef e i suoi amici che ci offrono il loro liquore e tutti insieme passiamo la notte sotto un cielo di stelle cadenti.

Per mia sfortuna il secondo giorno mi sale la febbre a 39°… Ultimo giorno sull’isola e poi torniamo a Labuan bajo, nello stesso hotel che cortesemente ci ha tenuto le valigie; la mattina dopo partiamo per Bali.

Bali – Sempre con Lion Air ( 87 € ). Data la febbre alta decidiamo di fare un salto alla clinica BIMC suggerita dalla nostra assicurazione. Morale della favola mi ricoverano 6 giorni prendendo vari esami del sangue e scopriamo essere il morbillo; i medici ci spiegano che spesso queste malattie virali si contraggono negli aeroporti, sopratutto quelli grandi.

Nella speranza di guarire in fretta facciamo spostare di una settimana il volo di ritorno per l’Italia.

Durante la permanenza nella clinica gli infermieri provvedono a sistemare anche Stefano aggiungendo un lettino nella mia stanza.

Il problema nel aver spostato il volo è che ci scade il visto due giorni prima della partenza e le tempistiche per rinnovarlo parlano di 3 giorni e noi non abbiamo questo tempo perchè vogliamo passare una settimana sulle isole Gili! Le soluzioni sono poche:

Buttare via altre 3 giornate ( manco a pensarlo )

Non rinnovare il visto e sperare che in aeroporto possano chiudere un’ occhio facendoti pagare i giorni mancanti…senza denunciarti…

Andare a parlare con qualcuno all’ufficio immigrazione sull’isola di Lombok…

Ma si, chi se ne frega scegliamo l’ultima!

Finalmente usciti dalla clinica dobbiamo fermarci ancora una giornata a Bali per comprare i biglietti del traghetto e la passiamo a Kuta. Questa città è assolutamente da evitare se non vi piace l’idea di ritrovarvi in occidente e fate attenzione se dovete cambiare dei soldi, contate bene in mano vostra quelli che vi danno loro e dopo date i vostri, vi accorgerete se no di averne un terzo di quello che vi spetta; riguardo ai negozi, vendono la stessa roba che abbiamo comprato nel resto dell’Indonesia ma al triplo del prezzo, ma almeno abbiamo i biglietti per raggiungere le isole (non prendete il ritorno lo farete sul posto).

Lombok – La mattina ci portano con un’auto al porto di Padang bai e ci imbarcano per Senggigi Lombok. All’avvicinarsi della costa ci indicano le loro coltivazioni di perle ma la prima cosa che notiamo è la quantità di verde che ricopre l’isola con palme ovunque riverse sulle spiagge deserte. Arrivati in questo minuscolo paesino alloggiamo nel primo hotel che incontriamo, fa troppo caldo per trascinare le valige, quindi ci fermiamo al Mascot beach resort, bungalows circondati da un bellissimo giardino ( 2 notti 27 € ), di lunga superiore ai quali siamo abituati ma chi se ne frega! Dopo una settimana in ospedale non ci importa più di nulla. La prima cosa da fare è andare all’ufficio immigrazione di Mataran, ma è bene farlo di mattina presto così il dì seguente prendiamo un taxi e appena aperto l’ufficio chiediamo i documenti necessari. Con qualche incertezza ci rilasciano il visto in giornata! Meglio di così non si poteva fare! L’albergo ci prenota la barca per le isole Gili, in particolare per Gili Meno e tramite internet scegliamo l’alloggio.

29 Gili Meno – Un taxi ci conduce al piccolo porto che collega le isole. Non abbiamo ancora il biglietto di ritorno per Bali e scioccamente lo compriamo dal tassista…non fatelo mai, anche se vi sembra un uomo onesto e tanto gentile, ci è costato il triplo…fa parte del gioco! Saliamo sulla piccola barchetta scaricati insieme a frutta, pesci, verdura, acqua, ecc…tutta roba per le strutture dell’isola e via! in 10 minuti arriviamo nella più piccola delle tre, Gili Meno. Non credo ci siano parole per descrivere questi momenti, l’espressione dei nostri visi basterebbe per convincere tutti che siamo in un paradiso terrestre. Il nostro bungalow è a pochi metri dalla sabbia ed è bellissimo, il Rust mimpi manis ( 7 notti 70€ ). Il proprietario ci promette una fresca noce di cocco e noi non vediamo l’ora di assaggiarla! Sull’isola non ci sono auto ne motorini, solo dei cavallini che trasportano le consegne per i ristoranti. C’è poca gente e tutta molto tranquilla, si può fare in 40 minuti il giro dell’isola a piedi e guardare il tramonto con il sole che scompare dietro il vulcano di Bali, poi passare le serate degustando il BBQ di pesce! Passiamo le giornate a fare snorkling e a stenderci sotto il sole; la barriera corallina è ancora viva anche se indebolita dall’invasiva pesca con le bombe, accaduta qualche anno fa, ma incontriamo ogni tipo di pesce, coralli di mille colori e forme e i Christmas tree come li chiamano loro, formazioni rocciose rivestite di piccole creature colorate che scompaiono se disturbate e infine le tartarughe, grosse e piccole, riusciamo a toccarle e a scattare magnifiche foto.

Ultimo giorno, la mattina ci alziamo e prendiamo la barca per Gili Trawagan dove ci aspetta il traghetto veloce per Bali. Il tragitto è lo stesso dell’andata, scendiamo al porto di Padang bai e con la macchina torniamo a Kuta, dove spendiamo il nostro ultimo giorno.

Che altro dire…il ritorno è sempre triste…

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Pura samuan tiga

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Gunung Kawi in Tampaksiring

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Kanawa

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Prambanan

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Varano

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Gili Meno

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Gili Meno

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Gili Meno

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Borobudur

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Durian

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Water castle

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Monkey forest

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Campuhan ridge walk



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