Indonesia: Bali, Lombok e il parco nazionale di Komodo

Ecco il resoconto del nostro viaggio in Indonesia, alla scoperta di Bali, Lombok e del parco nazionale di Komodo. Di seguito qualche informazione utile, in particolare cosa aspettarsi per non rimanere delusi da un Paese magnifico, ma che può risultare a tratti snervante
Scritto da: tommen
indonesia: bali, lombok e il parco nazionale di komodo
Partenza il: 08/08/2019
Ritorno il: 22/08/2019
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
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BALI:

Ci siamo stati 6 giorni totali, 4 all’inizio della vacanza, 2 alla fine prima di rientrare in Italia.

Indice dei contenuti

Abbiamo prenotato un pacchetto volo+hotel tramite Expedia e ci siamo trovati bene. Abbiamo scelto come posto in cui stare Legian, nel sud dell’isola, la zona più turistica. La scelta è stata presa consultandoci sulla guida Lonely Planet. Tramite il nostro hotel abbiamo organizzato delle gite diverse per ogni giornata: bellissimo trekking sul vulcano Batur per vedere l’alba (agenzia Pineh Bali tour), gita alle cascate Gitgit e Tukad Cepung, ai templi Batukaru, Danau Bratan, Tirta Empul, Gunung Kawi e Tana Loth, risaie di Jatiluwih, Nusa Penida. In seguito le cose da sapere su Bali suddivise per argomento.

DOVE ALLOGGIARE A BALI. Le alternative di soggiorno a Bali sono sostanzialmente la zona di Ubud (centro dell’isola) e quella di Kuta/Legian/Seminyak (sud dell’isola, mare). Queste due aree sono molto diverse tra loro e quasi in contrasto. Scegliete dove stare in base alla vacanza che avete in mente e in base agli spostamenti che intendete fare a Bali. La zona di Kuta è stata storicamente la prima ad essere scoperta dal turismo internazionale ormai molti decenni fa. Un tempo zona di hippie e surfisti, ora è la meta di vacanza preferita dai turisti australiani e da un turismo di massa occidentale: troverete molti alberghi, Mc Donalds, Starbucks e centri commerciali coi soliti marchi (Zara, Pull&Bear, molte imitazioni di Polo Ralph Lauren e marchi di abbigliamento tecnico da surf). A mano a mano che ci si sposta verso nord si susseguono Kuta, Legian e Seminyak. Le tre città sono fuse tra loro in un’unica conurbazione e sarebbe ormai impossibile distinguerle, se non fosse per alcune caratteristiche: gli australiani sono più concentrati a Kuta e Legian, gli europei più a Seminyak; i locali di divertimento (non moltissimi in realtà) sono a Kuta; i negozi di artigianato e design sono a Seminyak, mentre a Kuta e Legian troverete solo negozietti che vendono cianfrusaglie e souvenir. La spiaggia da Kuta a Seminyak e un’unica distesa ininterrotta di sabbia, con molti baretti che offrono lettini con ombrellone a prezzi stracciati (3€ per l’intera giornata in due persone!) e corsi di surf base. Il mare è sempre un po’ mosso con belle onde che permettono di fare surf, ma non sono eccessivamente alte, quindi si può anche fare il bagno. La costa è rivolta verso ovest e al tramonto (che qui arriva presto, verso le 18) la spiaggia si riempie di persone che fanno aperitivo, surf, jogging.

La zona di Ubud è la preferita dagli europei. La cittadina rappresenta il centro culturale di Bali, con musei, centri d’arte e di yoga. Non aspettatevi però un luogo rilassante o meditativo! Ubud ha solo un paio di strade che sono perennemente intasate dal traffico e tutti i negozi e i locali sono orientati al turismo occidentale, non troverete molto di autentico o tipico se è quello che cercate! I dintorni di Ubud sono invece pieni di alberghi e home-stay con infinity pool che dà sulla giungla, spa, centri massaggi. Insomma, i classici posti dove stare a Bali che avrete visto sulle pubblicità e su instagram… Se quello che cercate è una vacanza rilassante in un posto appartato, questo è quello che fa per voi. Se però avete intenzione di spostarvi, vedere altre cose al di fuori di Ubud e dei siti vicini, o se cercate altra presenza umana al di fuori di voi, pensateci.

INDUISMO. Bali è l’unica isola induista dell’Indonesia, il resto dell’enorme Paese è a maggioranza mussulmana. L’islam praticato in Indonesia è moderato e risente di influssi animisti, buddisti e induisti, in alcune isole capita spesso di vedere donne senza velo. Anche l’induismo balinese è diverso da quello indiano. L’impressione che ci ha fatto, comunque, è che l’induismo sia sfruttato dai Balinesi come attrazione acchiappa turisti (occidentali’s karma!). I maggiori templi sono letteralmente presi d’assalto da masse di turisti. A Tirta Empul (importante tempio con una sorgente sacra) vedrete la coda dei turisti in fila per fare le abluzioni (si paga) con in mano selfie stick e GoPro. Al famoso tempio sul lago Pura Ulun Danau Bratan troverete molti turisti asiatici e un parco circostante che viene incontro al loro gusto un po’ kitsch. Nel tempio principale di Ubud c’è uno Starbuck’s e al tempio madre di Besakih troverete code per farsi dei selfie nei punti panoramici più caratteristici come le cosiddette “porte del cielo”. A proposito di porte, lasciate stare: ogni casa e ogni tempio a Bali hanno una porta fatta così! Avete presente la classica foto che si vede sui social di un portale immerso nel verde, con sullo sfondo una montagna e delle nuvole? È l’ingresso di un golf club! C’è sempre la coda di turisti (soprattutto asiatici) per farsi una foto lì e, ovviamente, i gestori del club si sono subito ingegnati per far pagare un biglietto. Un biglietto per fare la coda e farsi un selfie! Insomma, se cercate la tanto decantata spiritualità di Bali, andate in templi minori o comunque in templi importanti ma inspiegabilmente fuori dalle rotte turistiche (es. i bellissimi Ulun Batukaru e Gunung Kawi) e se possibile visitatelo con un local che vi spieghi le caratteristiche e il complesso sistema di credenze (e di superstizioni…) dell’induismo. Attenzione anche ai prezzi: se avete la Lonely Planet sappiate che prezzi indicati sulla guida sono stati tutti ritoccati al rialzo. La moneta indonesiana va continuamente incontro a svalutazione, ma oltre all’inflazione i locals hanno capito che il turista spende, per cui di anno in anno i prezzi si alzano anche rapidamente.

TRAFFICO. Ebbene sì, a Bali un enorme problema è il traffico. Le strade non sono adeguate a supportare il turismo di massa. Nella zona di Denpasar troverete traffico a tutte le ore del giorno e della notte, con paralisi e code nelle ore di punta. Calcolate quindi attentamente i tempi che avete a disposizione per i vostri spostamenti (in particolare se dovete prendere un volo o una barca), a Bali per percorrere 15 km ci possono volere anche 2 ore. Non esistono i mezzi pubblici e i locals utilizzano moltissimo il motorino: ci sono migliaia di motorini, con due tre anche quatto o cinque persone sopra, senza casco e senza una minima regola di circolazione. Guidare da soli a Bali non è impossibile, è una follia! Prendete un’auto con conducente (in hotel vi possono prenotare sicuramente un autista per tutta la giornata, in alternativa potete rivolgervi a Perama Tour, l’agenzia di viaggio più diffusa in Indonesia), i prezzi sono modici e deciderete direttamente con lui cosa volete visitare. Fate comunque sempre attenzione, molti autisti cercheranno di farvi visitare dei siti che magari non vi interessano (un tempio minore, un museo insignificante, una piantagione di caffè non particolare) per avere una commissione; semplicemente declinate l’offerta e ricordategli che avete concordato un elenco di cose da vedere e volte attenervi a quello. Se ingaggiate un autista per più di un giorno, non pagate mai tutta la somma in anticipo, ma pagate a fine giornata giorno per giorno. La mancia in Indonesia non è dovuta, anche se molti autisti e guide vi faranno capire di pretenderla. Di nuovo: lasciate una mancia solo se lo ritenete opportuno e se il servizio è stato soddisfacente.

RIFIUTI. Negli scorsi anni a Bali è stata dichiarata l’emergenza rifiuti. Soprattutto al di fuori delle zone più turistiche vedrete rifiuti per strada, nella giungla e nei ruscelli. La situazione sembra essere migliorata ultimamente, grazie a un turismo più responsabile e a una maggiore sensibilizzazione della popolazione locale nei confronti della plastica. Personalmente noi eravamo preparati a questo problema, ne avevamo letto su diversi blog e anche qui su TuristiPerCaso, per cui non è stato uno shock. In ogni caso, senza sminuire il problema, avevamo visto decisamente più rifiuti abbandonati e più sporcizia in Grecia!

Il problema dei rifiuti non sembra invece essere stato affrontato a Lombok (più selvaggia, ma più sporca di Bali) e nella maniera più assoluta a Nusa Penida. Questa piccola isola poco abitata vicina a Bali è letteralmente sommersa di plastica. Il turismo si sta affacciando a Nusa Penida solo da poco e il problema è quindi dovuto quasi esclusivamente alla mancanza di sensibilità da parte degli abitanti. L’impressione che ci ha dato è che ci vorranno anni per ripulire l’isola da tutta l’immondizia, un vero peccato, perché i paesaggi che offre sono strabilianti e ne consigliamo comunque la visita in giornata.

LONELY PLANET. La celeberrima guida turistica è forse troppo clemente con Bali e ne dà una descrizione paradisiaca che non corrisponde del tutto al vero. Certo Bali è bellissima, offre dei paesaggi e delle attrazioni uniche, ma sa anche essere snervante. Troppo traffico, troppo turismo, troppa gente, troppo sfruttamento. Troppo. Ne consegue che molti turisti, soprattutto europei, la lasciano con un po’ di amaro in bocca e la necessità di farsi un’ulteriore vacanza, per riposare dalla vacanza a Bali. Se volete una visione più globale, con dei consigli più orientati ai gusti del turista europeo che cerca natura, templi e relax, prendete la Guide du Routard. Ne abbiamo trovata una dimenticata da altri turisti in albergo e ci abbiamo trovato dei consigli molto utili e una descrizione più obiettiva di Bali, con i suoi enormi pregi, ma anche coi difetti.

KOMODO:

Volo interno con Garuda da Bali a Labuan Bajo, da lì tour in barca di 2 giorni e 1 notte al parco di Komodo.

Alcuni raggiungono Labuan Bajo da Bali o da Lombok via nave, cosa che ci è stata fortemente sconsigliata perché il mare in quel tratto è frequentemente mosso e le imbarcazioni non hanno standard di sicurezza accettabili. Labuan Bajo è comunque collegata giornalmente a Bali e Jakarta da diversi voli. Dall’agenzia locale con cui abbiamo organizzato il nostro tour al parco ci avevano fortemente consigliato Garuda, la compagnia di bandiera. Bisogna sapere che l’Indonesia ha un grosso problema con la sicurezza aerea e si sono verificati diversi incidenti. Prendere l’aereo in Indonesia rimane comunque il mezzo più sicuro per spostarsi, ma gli standard di sicurezza non sono quelli occidentali. Nemmeno gli orari dei voli vengono rispettati, ritardi e cancellazioni sono considerati normali. L’unica compagnia aerea accettabile per i nostri standard è quindi Garuda, che fa parte di Sky team (AirFrance, KLM, Alitalia…). I prezzi dei biglietti sono contenuti, paragonabili a quelli di una nostra low cost.

Labuan Bajo è una cittadina di pescatori all’estremità dell’isola di Flores e rappresenta il punto di partenza di ogni escursione al parco. Da qualche anno il turismo si sta sviluppando rapidamente, sono in costruzione alberghi e resort, ma la maggior parte degli alloggi sono ancora costituiti da ostelli in camerata e da home-stay. La popolazione locale è molto cordiale, non ancora abituata al turismo, decisamente piacevole. In città non avrete problemi a trovare un’agenzia per organizzare un tour in barca di uno o più giorni a Komodo. Noi abbiamo organizzato tutto dall’Italia leggendo le recensioni su Trip Advisor. Abbiamo scelto Komodo Dreamland Tour e ci siamo trovati molto bene, gestito tutte le pratiche da casa via email senza problemi.

Le barche che fanno queste crociere nel parco di Komodo sono molto spartane, sono barche di pescatori. Non aspettatevi lo yacht, non aspettatevi un letto né un bagno. Ci sono delle minuscole cabine con una branda e un WC in comune con l’equipaggio.

L’esperienza del parco però è stata fenomenale. Il parco di Komodo è un bene protetto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità ed è stato dichiarato meraviglia naturale del mondo moderno. Avrete la possibilità di fare snorkeling tra i coralli, di vedere mante gigantesche, fare il bagno su spiagge con la sabbia rosa, vedere la migrazione di migliaia di pipistrelli al tramonto ed avvistare il drago di Komodo. Noi siamo stati davvero fortunati. Nella nostra visita all’isola di Rinca abbiamo avvistato ben 13 varani, abbiamo potuto nuotare a Manta Point e vedere un paio di mante, abbiamo visto la rabbia rosa di una pink beach e per tutto il tempo del nostro tour il mare è stato calmissimo. Purtroppo non va sempre così, alcuni non hanno modo di avvistare nemmeno un drago, a manta point la corrente è pericolosa e la sabbia non è rosa. Esistono infatti diverse spiagge rosa e la loro colorazione dipende dai frammenti di un corallo rosso che sono portati dalla corrente marina, a seconda della corrente le spiagge possono apparire più o meno rosa. La più famosa è la Pink beach vera e propria, che noi non abbiamo visitato sconsigliati dalla nostra guida e da altre persone con cui avevamo parlato. Abbiamo invece visitato Long beach a Padar Island, che in quei giorni era incredibilmente rosa.

LOMBOK:

Isola vicina a Bali, meno sviluppata turisticamente, più rustica e mussulmana. Ci siamo stati 3 giorni, a Kuta, nel sud dell’isola. Il grosso del turismo di Lombok si concentra invece più a nord, verso Senggigi e le isole Gili.

Per raggiungere Lombok da Bali abbiamo preso un altro volo interno, della durata di meno di mezz’ora, sempre con Garuda. Abbiamo preferito volare anziché prendere la nave principalmente per questioni di tempo: ore per raggiungere il porto di Padang Bai a Bali a causa del traffico, ore di nave con mare spesso mosso. Da Legian, invece, l’aeroporto di Denpasar dista una ventina di minuti (o un’ora a seconda del traffico…). L’aeroporto di Lombok è ben servito, modernissimo e le strade dell’isola sono ben asfaltate, più larghe e molto meno trafficate che a Bali.

Kuta (omonimo di Kuta a Bali) è il paesino più grande del sud dell’isola, punto di accesso alle spiagge del sud, bianche e ancora poco turistiche. È un villaggio molto tranquillo, di pescatori, i turisti sono soprattutto trentenni europei che vengono qui per il mare e per surfare. Ci sono alcuni ristoranti molto carini sulla strada principale, dove si mangia bene e a buon prezzo. Noi abbiamo alloggiato in un home-stay (Lara home stay) prenotato tramite Booking e ci siamo trovati molto bene: posto pulito, buona colazione compresa e doccia con acqua calda. Un giorno abbiamo preso parte a una gita in giornata organizzata dal negozio di articoli sportivi WhatSUP (consigliato dalla Lonely Plante, si trova sul lungo mare di Kuta) per fare snorkeling e SUP su delle isolette remote nel sud-ovest di Lombok. La giornata è stata memorabile: arrivati nel piccolo paese di Tanjung Luar, proprio nel porto a ridosso del mercato del pesce si stava tenendo un matrimonio. La gente del posto era sorpresa nel vedere degli occidentali, non essendo per nulla frequente vedere turisti da quelle parti, e ci ha invitati a prendere parte ai festeggiamenti. Sembravano davvero onorati di averci come ospiti! Alla sera, rientrati dal nostro giro in barca, dopo aver nuotato tra i coralli, aver fatto SUP su una spiaggia rosa (non così rosa come quella del parco di Komodo, comunque…) e aver pescato delle aragoste, la gente del villaggio ha preparato una sorta di barbecue alla bell’e meglio e ce le ha cucinate. Non solo: ci hanno anche offerto del riso e del tonno pescato di giornata. Sono persone semplici, che abitano in villaggi fatti di capanne e con le strade sterrate, e vivono di pesca e agricoltura. Eppure ci hanno accolti come dei veri ospiti offrendoci tutto quello che avevano. È stata un’esperienza davvero gratificante, non ci siamo mai sentiti così benvenuti!



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