Indimenticabile Sudafrica

Squali, ghepardi, pinguini, leoni e molto altro, ecco il Sudafrica... Da Cape Town a Seal Island, passando per i parchi...
Scritto da: Albabib
indimenticabile sudafrica
Partenza il: 08/08/2010
Ritorno il: 27/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Partenza domenica 08/08/2010 da Milano Linate fino a Londra Heathrow con Alitalia e poi da Londra Heathrow a Cape Town con South African Airways.

9 agosto 2010

Arriviamo all’aeroporto di Cape Town alle 10,30, con solo mezz’ora di ritardo, ritiriamo la nostra auto a noleggio, una Chevrolet automatica, all’Avis, e subito ci dirigiamo verso il nostro alloggio, nella zona residenziale di Ct. Il Bayview Guest House è davvero molto bello, abbiamo la Luxury room con vista panoramica sulla città, e di fronte a noi la Table Mountain. Christine, la proprietaria, ci accoglie calorosamente, nonostante Sabine, scendendo dall’auto, abbia calpestato una pupù di cane sporcando il tappetino dell’ingresso; poco male, ci porterà fortuna.

E’ piovuto da poco, ma al nostro arrivo il tempo sta migliorando, e la temperatura è gradevole, sui 19 gradi. Dopo esserci accomodati in camera, nonostante la stanchezza per il viaggio, ci avviamo in città, prima tappa il castello. Restiamo un po’ shoccati dato che sembra tutto deserto, ma poco dopo capiamo il perché: è un giorno di vacanza e tutti i negozi sono chiusi. Mangiamo in un chiosco un paio di panini indefinibili, tra un po’ di gente dall’aria poco raccomandabile, e decidiamo di spostarci nella zona più turistica, cioè il Waterfront. Parcheggiamo in un parcheggio a pagamento (circa 50 Zar/h), e ci avviamo verso il Waterfront. In effetti è un grande centro commerciale con un sacco di negozi, ma è comunque carino e da vedere. Compriamo una Sim Vodacom per telefonare in Italia e fare telefonate locali, dato che è molto più conveniente delle nostre tariffe (28 Rand al minuto locali, 75 internazionali): la card è gratuita e si paga solo la ricarica.

Facciamo un po’ di foto e riprese video dell’oceano, poi ritorniamo in hotel, per tornare poco dopo al ristorante, dove cominciamo ad assaggiare alcune pietanze locali. Ci servono uno spiedo con carne di coccodrillo, kudu, facocero, struzzo ed una salsiccia di springbok, tutto ottimo, accompagnato da una bottiglia di vino sudafricano e da un dessert locale (475 rand in 2). Andiamo poi al supermercato, dove compriamo due adattatori a spina per i nostri mille caricabatterie, un po’ di biscotti, e stremati ritorniamo in hotel, anche perché la mattina successiva dobbiamo alzarci alle 5 per arrivare in tempo alla escursione in barca per vedere gli squali bianchi. Non rinunciamo però ad una piccola deviazione su Signal Hill, per ammirare la città dall’alto.

10 agosto 2010

Levataccia alle 5,00, doccia per risvegliarci, e dopo una magra colazione con caffè liofilizzato, partiamo per Simon’s Town, che dista circa 45 Km. Arriviamo al molo di imbarco alle 6,50, dato che in un primo momento non riuscivamo a trovarlo. Lì ci sono diverse persone che stanno preparando due barche con telecamere per un documentario, ma non vediamo la nostra barca; preoccupati chiediamo informazioni allo skipper di una delle barche che, con nostro raccapriccio, in un primo momento ci dice che la barca era già partita, poi il gentilissimo skipper contatta via radio l’agenzia, che purtroppo comunica che il motore della barca è rotto, cosicché la gita è annullata, disdetta! Non ci perdiamo d’animo, telefoniamo all’agenzia cercando di spostare la gita, ed in attesa della risposta, ci organizziamo la giornata.

Ripartiamo da Simon’s Town verso le 8,00 e torniamo indietro fino a Muizenberg, dove ci fermiamo a fare una passeggiata sulla spiaggia delle famose cabine colorate, meta turistica da vip ai primi del ‘900, poi caduta in disuso e ora ritornata in auge. Il tempo è bello, temperatura sui 17 gradi con un po’ di vento. Da M. partiamo e scendiamo verso sud per fermarci a Boulders, dove c’è una colonia di pinguini africani che vivono in libertà sulle spiagge. All’ingresso acquistiamo la Wild Card per l’accesso ai parchi naturali (costo 1850 rand a coppia), ci avviamo ad ammirare questi splendidi animali che sono numerosi e piuttosto chiassosi. In poco più di un’ora e mezza terminiamo la visita, e proseguiamo ancora verso sud. Alle 10,30 arriviamo all’ingresso del Cape Point Park, entriamo con la nostra auto, e ci avviamo all’interno: il paesaggio è bellissimo, ci sono pochissime auto, e ci fermiamo ad ammirare la potenza dell’oceano in un paio di punti prima di arrivare a Cape Point. La funicolare è fuori servizio, così usiamo i pullmini per arrivare al faro (43 rand a testa). Alla cima il vento è fortissimo, ma la giornata è spettacolare, cielo limpidissimo che ci permette di vedere dall’alto la maestosità degli oceani, onde immense che si infrangono sulle scogliere rocciose. Discendiamo e ci fermiamo a mangiare sulla terrazza del Two Oceans Restaurant, dalla quale si ammirano l’Oceano Indiano ed Atlantico che si incontrano: ci fanno compagnia durante il pranzo un paio di uccelli che mangiano direttamente dalle nostre mani.

Rifocillati, ripartiamo per la prossima tappa, il Capo di Buona Speranza. Indubbiamente il posto più spettacolare dell’intero parco: un vento fortissimo e onde spaventose ci accolgono, si avverte la potenza della natura e l’emozione è grande. Foto di rito sul cartello che indica il punto più meridionale del continente africano, poi ci arrampichiamo sulla scogliera per ammirare il panorama, incontriamo delle procavie del Capo (Dassy), poi riprendiamo il viaggio di ritorno. Decidiamo di prolungare di qualche km il ritorno per prendere la Chapman’s Peak Drive, la strada più spettacolare del mondo. In effetti la vista è spettacolare per i circa 8 km di tortuosa e stretta strada (costo 40 rand): considerando che spesso è chiusa, siamo stati fortunati.

11 agosto 2010

Dopo un’ottima colazione al Bayview, partiamo per la Table Mountain; ancora una volta la giornata è splendida e limpidissima. Arriviamo alla funivia verso le 8,45, e dopo una brevissima attesa saliamo verso la cima della montagna. Dall’alto il panorama è mozzafiato e la visibilità eccellente. Ci incamminiamo all’interno del parco, che è selvaggio e con dirupi e sentieri che lasciano senza parole. Gli unici animali che vediamo sono una colonia di Dassies che si lasciano fotografare tranquillamente. Verso le 11,45 riprendiamo la funivia, saliamo in macchina e proseguiamo verso la prossima tappa: il quartiere malese di Bo-Kaap, con le caratteristiche casette colorate.

Passeggiata e foto di rito, e pausa pranzo in un ristorante malese (e mussulmano), dove, alla richiesta su cosa volessimo da bere, faccio la gaffe di chiedere una birra alla esterrefatta cameriera, alla fine mi accontento di una coca: il pranzo a base di pollo al curry ed agnello è comunque ottimo ed economico. Finito il pranzo ci avviamo verso Kirstenbosch, ovvero il più grande giardino botanico del Sudafrica. Dopo un paio d’ore di completo relax passeggiando nel parco, usciamo e ci dirigiamo verso Stellenbosch, patria dei vini più rinomati del Sa. La cittadina è molto graziosa e pulita, ma i negozi chiudono presto (alle 17,30/18), dopo un giretto per il centro ci prepariamo al ritorno, per la cena ci fermiamo al ristorante Moyo, un locale tipico dove si cena sotto delle tende all’aperto, con sottofondo di musicisti locali ed una atmosfera molto africana. Scegliamo il buffet (250 Rand a testa), il cibo è buono, e condiamo la cena con una bottiglia di Pinotage della casa (Spier). A questo punto ritorniamo a Cape Town per un meritato riposo.

12 Agosto 2010

Dopo la colazione, ci avviamo verso il City Bowl di Cape Town. Parcheggiamo vicino alla stazione e facciamo la classica “vasca” in centro, sempre piacevole e d’obbligo quando si visita una grande città. Pranzo veloce al waterfront con Hamburger di struzzo proprio di fronte all’imbarco per Robben Island, l’isola/prigione famosa per aver detenuto per 18 anni Nelson Mandela. Prendiamo il battello, e dopo 50 minuti di viaggio arriviamo sull’isola. Veniamo accolti da dei bus che ci portano a fare un giro preliminare, l’inglese delle guide è un po’ complicato da capire a dire la verità. Dopo il tour in bus, veniamo accompagnati da un ex prigioniero all’interno del carcere, dove visitiamo i vari settori e la famosa cella del Settore B dove è stato detenuto Mandela, numero di prigioniero 466/64. La visita è interessante anche se abbiamo capito poco di quello che ci veniva raccontato. Ritorniamo in battello e ceniamo al Waterfront con calamari/pesce fritto e patatine accompagnati da birra alla spina. Torniamo, come sempre stremati, alla guesthouse.

13 agosto 2010

Levataccia alle 5, in quanto finalmente siamo riusciti a prenotare l’uscita per ammirare gli squali bianchi. Arriviamo in perfetto orario (6,35), a Simon’s Town, ci imbarchiamo in 12 sulla barca dell’African Eco Charters, e partiamo alle 6,50 verso Seal Island. E’ l’isola delle foche, e ce ne sono davvero molte, per quelle che si allontanano un po’ troppo il rischio di venire divorate dagli squali è alto, infatti vediamo ogni tanto stormi di gabbiani che si precipitano in acqua, segno di una cattura riuscita, e pezzi di foca ghiotti per gli uccelli. Lo skipper ordina di estrarre l’esca, che consiste in una sagoma di foca imbottita. Dopo pochi minuti il primo attacco, e il solo vedere uno squalo bianco ci fa fare un tuffo al cuore. Il secondo attacco è ancora più spettacolare, lo squalo esce dall’acqua quasi totalmente, ma la sorpresa più grande deve ancora arrivare.

Il marinaio sta tirando a bordo l’esca dopo il terzo lancio, che sembra infruttuoso, ma quando la sagoma è a due metri dalla barca, improvvisamente uno squalo di 4 metri emerge dritto davanti a noi, spaventando a morte il marinaio, davvero un’emozione incredibile. Ci spostiamo tra le foche che sguazzano numerose attorno a noi e comincia la parte della gabbia. La temperatura è freddina, così decido di non offrirmi per primo, ed aspetto le altrui esperienze: i primi 6 partecipanti passano il tempo nella gabbia senza vedere alcuno squalo, una giovane coppia danese, poco prima di uscire, riesce invece a vederne uno, cosicché mi preparo a scendere, muta, maschera e giù nella gabbia. Tutto sommato la temperatura è meno fredda di quanto mi aspettassi, e dopo qualche minuto ho la fortuna di vedere uno squalo bianco sotto di me mentre addenta l’esca, che emozione! Una giornata indimenticabile.

Ritorniamo al porto e arriviamo verso le 12,45, a questo punto ci avviamo verso la prossima meta, Hermanus. Facciamo tappa a Betty’s Bay, dove a Stony Point c’è un’altra colonia di pinguini. Il posto è davvero bello e secondo noi migliore di Boulders (20 rand a testa per entrare). Arriviamo ad Hermanus verso le 17,30, veniamo accolti presso la GuestHouse dalla gentile proprietaria, scarichiamo le valigie ed usciamo per una passeggiata e per la cena, speriamo di vedere le balene dalla riva, ma ne scorgiamo solo in lontananza.

14 agosto 2010 Hermanus

Ci alziamo alle 7, dopo la doccia ed un’ottima colazione al ristorante Mysty Waves convenzionato con la GuestHouse, la gentilissima assistente dell’hotel telefona alla Southern Whale Cruises per prenotarci la gita in barca per il Whale Watching delle 9,00 (550 Rand a testa). Anche questa un’esperienza meravigliosa, poco dopo la partenza avvistiamo una balena, e dopo un giro lungo la costa, nei pressi di Sand Bay, arriviamo vicini ad un gruppo di 5 o 6 balene, che si lasciano ammirare da molto vicino, e addirittura si accoppiano sotto i nostri occhi, magnifico spettacolo! La gita dura due ore e mezza, rientriamo e partiamo subito verso Mossel Bay, la prossima tappa.

Allunghiamo un po’ il percorso e ci dirigiamo verso Cape Agulhas, il punto più meridionale dell’Africa, dove si incontrano i due oceani, Indiano e Atlantico e dove si trova il secondo più antico faro del Sud Africa. Pranzo veloce a base di calamari ed Hoek fritti, poi si riparte con destinazione Mossel Bay (250 Km). Il viaggio è lungo ma interessante, percorriamo decine di chilometri senza incontrare nessuno, tra campi coltivati, fattorie, allevamenti di struzzi, mucche e pecore.

Alle 17,30 arriviamo al Protea Hotel di Mossel Bay, molto bello nonostante le sole tre stelle, ci accomodiamo nella spaziosissima camera, ricarichiamo le batterie di cellulari, videocamere e fotocamere, e ceniamo nel ristorante dell’hotel con uno spiedo di struzzo e camembert ricoperto di noci accompagnati da del Sauvignon e del Merlot. Stanchissimi, ritorniamo in camera per la notte.

15 agosto 2010

Ottima colazione al Protea Hotel di Mossel Bay e poi partenza per le Cango Caves (ingresso 64,00 Rand), delle grotte naturali molto suggestive e belle, che a differenza delle nostre, hanno una temperatura costante di circa 19° C, noi, abituati alle fredde grotte che abbiamo visitato precedentemente, entriamo imbacuccati e sudiamo come pazzi per la durata della visita (circa 1 ora per lo standard tour). Usciamo e decidiamo di saltare il Cango Wildlife Ranch che ci sembra più un parco per bambini, e visitiamo quindi la Safari Ostrich Farm ad Outdshoorn, la patria degli allevamenti di struzzi. Facciamo il tour guidato (66 Rand a testa), che è molto interessante, oltretutto siamo solo noi quindi tutto è molto più chiaro. Dopo il tour (circa 45 minuti), andiamo al ristorante della Farm dove con 110 Rand + bevande gustiamo un ottimo filetto di struzzo accompagnato da verdure, riso, mostarda di albicocche, gelato e caffè.

Ci avviamo quindi verso la prossima tappa, situata nella Garden Route. Durante il viaggio ci fermiamo per un ora a Knysna, bella cittadina adagiata in una splendida baia, compriamo qualche souvenir in due negozi e da un venditore di strada e proseguiamo verso la meta. Arriviamo al nostro alloggio, il Milkwood Manor, che è proprio di fronte all’oceano indiano. La nostra camera ha una terrazza con vista sull’oceano favolosa. Ottima sistemazione!

16 agosto 2010 – Plettenberg Bay

Ci alziamo alle 6,00 perché oggi abbiamo un altro degli appuntamenti più attesi, la visita al Tenikwa Wildlife Awareness Centre, un centro di riabilitazione di felini ed altri animali. Arriviamo in anticipo, ci offrono caffè e thè nell’attesa e poi partiamo per la passeggiata con i ghepardi (costo 400 rand). Veniamo introdotti nei recinti e ci presentano i due ghepardi che verranno con noi: NDuma e Zulu. A noi viene assegnato NDuma, e dopo aver preso il guinzaglio, partiamo. Nonostante ci aspettassimo una passeggiata di pochi metri, in realtà si tratta di una vera e propria camminata attraverso la foresta con questi splendidi animali, possiamo toccarli, accarezzarli senza problemi, un’esperienza unica e pensiamo irripetibile. La passeggiata dura un ora abbondante, poi ci viene offerta la colazione e facciamo il giro dei recinti dove sono custoditi leopardi, serval, caracal, ed altri ghepardi.

Davvero una splendida mattinata, finiamo alle 10,45, e ci avviamo verso l’Elephant Sanctuary, dove per 295 rand possiamo camminare con gli elefanti, toccarli e assistere a qualche esibizione. Tutto sommato abbiamo pagato un po’ troppo per 40 minuti di tour. Usciamo e partiamo per il Tsitsikamma National Park, usiamo la Wild Card per entrare e subito ci dirigiamo verso la principale attrazione del parco, cioè il ponte sospeso sul fiume. Si passeggia attraverso la foresta per circa 1,5 Km su passerelle in legno, il paesaggio è molto bello e selvaggio, attraversiamo il ponte sospeso e decidiamo di proseguire verso il punto panoramico successivo. La salita è piuttosto dura e ripida, arrivati in cima dopo circa mezz’ora piuttosto distrutti, ci accomodiamo su una panchina a riposarci e lì troviamo una coppia di Napoli con la quale ci scambiamo un po’ di informazioni dato che loro hanno fatto il giro contrario al nostro.

Discendiamo e decidiamo che abbiamo passeggiato abbastanza, rientriamo quindi a Plettenberg Bay, facciamo un giro in un centro quasi deserto, poi decidiamo, contrariamente alle nostre abitudini, di cenare in un ristorante italiano, dato che siamo intossicati di carne e pesce. Entriamo nel ristorante “Da Ciccio”, che è di Treviso, e ci gustiamo due discreti piatti di pasta, poi rientriamo nella nostra magione, scarichiamo le foto, la posta, e ci fiondiamo a letto.

17/08/2010

Partenza alle 8,00 dopo la colazione ottima, e ci avviamo per una bella scarpinata fino all’Addo Elephant Park (270 Km). Ci fermiamo per una visita in farmacia in quanto Sabine è raffreddata e prendiamo un antistaminico. Arriviamo al parco verso le 12,30, facciamo il check-in e ci avviamo verso il Main Rest Camp, ci danno un grazioso cottage, pranziamo al ristorante del parco e cominciamo il game drive, durante il quale vedremo elefanti, Kudu, sciacalli, e molti altri, ma niente leoni (che sono 6 in tutto il parco). Fa molto caldo, non osiamo pensare come sia in estate… Prenotiamo anche il night drive delle 18 (225 rand), che è interessante anche se non vediamo moltissimi animali (vediamo però un raro istrice). Rientriamo e dopo una rapida visita alle pozze d’acqua di fronte al ristorante, andiamo a letto.

18/08/2010

Sveglia alle 6,00, partenza per un rapido game drive di un oretta prima di partire per l’aeroporto di Port Elizabeth (75 Km), dove alle 11,15, dopo avere riconsegnato l’auto all’Avis, prendiamo il volo per Durban con South African Airways. Puntuali alle 12,35 atterriamo a Durban, poco prima dell’atterraggio Sabine avverte un forte dolore all’orecchio sinistro, sembra passare poco dopo. Andiamo all’Avis a ritirare la nostra auto, purtroppo è una Hyunday Getz, piccolina, e le nostre 3 valigie non ci stanno nel bagagliaio, una la dobbiamo mettere nel sedile posteriore. Partiamo per la prossima tappa, St. Lucia, deliziosa cittadina situata proprio all’interno dell’iSimangaliso Wetland Park, paradiso per ippopotami e coccodrilli. Dopo un paio d’ore arriviamo alla St. Lucia Guesthouse, gestita dalla gentilissima Rika e Marito che ci accolgono calorosamente, intanto Sabine ha sicuramente la febbre alta e le aspirine e l’antistaminico che sta prendendo non funzionano. Lei si stende a letto e vado in farmacia a prendere delle altre medicine. La sera prendo un filetto al ristorante (fantastico) e porto una pizza in camera a Sabine. Durante la notte Sabine si sveglia con dolori lancinanti all’orecchio sinistro, che spurga pure del liquido. Riesce a resistere fino al mattino, il marito di Rika gentilmente ci fissa un appuntamento dal medico alle 11,15.

19 agosto 2010

Facciamo colazione assieme ad altre due coppie di italiani, alle 9 usciamo per un giro in centro prima di andare dal medico: alle 11 il medico ci riceve e constata una forte infezione all’orecchio medio e la perforazione del timpano, ci dà delle gocce, un antibiotico e delle altre capsule. Rientriamo alla guesthouse per pochi minuti, poi partiamo per il parco Hluluwe/Imfolozi, che si trova a circa 80 Km.

Entriamo con la Wild Card e partiamo verso il sud del parco (Imfolozi): il paesaggio è molto bello e presto vediamo i primi animali, giraffe, kudu, impala, zebre; il parco è davvero grande, sicuramente ci si può passare l’intera giornata. Al ritorno, quasi non ce l’aspettavamo, alla nostra sinistra vediamo una leonessa solitaria, e poco più avanti un altro gruppo di 5 leoni, 2 giovani maschi e 3 femmine: ci fermiamo ad osservarli per un po’, poi proseguiamo, avvistiamo degli elefanti, ma di rinoceronti nemmeno l’ombra, e pensare che eravamo sicuri di vederli in questo parco. Usciamo poco prima delle 18 e rientriamo dopo aver percorso gli 80 km al buio e con strade senza illuminazione. Arriviamo alle 19,30 a ST.Lucia, ci fermiamo al ristorante, mangiamo due filetti e poi ce ne andiamo a letto.

20 agosto 2010

Colazione alle 8,00, giretto in centro ed alle 10,00 partiamo per l’Hyppo and Croc Tour con la barca lungo l’estuario del fiume. Il giro dura due ore, vediamo molti ippopotami, pochi coccodrilli, due splendide aquile pescatrici, tutto sommato valido ma un po’ noiosetto (160 rand a testa).

Alle 12 entriamo all’iSimangaliso Wetland Park verso Cape Vidal, entriamo nel parco (50 rand a macchina, e possono entrare un massimo di 120 auto al giorno). Il parco è meraviglioso, la natura rigogliosa e gli animali numerosi (bufali, zebre, antilopi, facoceri, gazzelle, scimmie e rinoceronti neri). Cape Vidal dista circa 35 km dall’ingresso del parco, ci arriviamo dopo circa 2 ore di game, la spiaggia è piena di pescatori, ci fermiamo qualche minuto e poi ripartiamo. Il loop di 15 km che si fa uscendo dal parco è il più spettacolare, finalmente vediamo un rinoceronte nero e moltissimi altri animali. Purtroppo la benzina scarseggia e siamo costretti a rinunciare a rifare gli altri loop, usciamo dal parco verso le 17,15, arriviamo per miracolo al distributore di benzina, facciamo il pieno e rientriamo in guesthouse per riposarci un oretta. Usciamo, e ceniamo in una Steak House in centro, poi a nanna.

21 agosto 2010

Sveglia alle 6,30, doccia ed ultima colazione alla St.Lucia, alle 8,00 partiamo verso lo Swaziland (375 km). Arriviamo alla frontiera verso le 10,15, un non troppo gentile doganiere Sudafricano ci indica dove andare per visti e controlli, passata la dogana sudafricana, entriamo nello Swaziland, le doganiere almeno lì sono sorridenti, ce la caviamo in circa 20 minuti, meno male.

Appena si entra in Swaziland si vede subito la differenza con il Sudafrica, usciti dall’autostrada si è proprio in Africa, capanne di legno e fango, un paesaggio selvaggio e anche piuttosto desolante, in quanto i bordi delle strade sono spesso pieni di immondizia (borsette in plastica, lattine, contenitori in polistirolo). I limiti di velocità sono frustranti si continua a passare dai 100, agli 80 ed ai 60 km in presenza anche di due sole capanne, la strada è piena di dossi artificiali ed oltretutto ci siamo imposti di rispettare sempre i limiti per evitare multe, ma qui è dura. Alla fine si va quasi sempre ai 60 orari e ci mettiamo molto tempo ad arrivare alla prima cittadina degna di questo nome, Manzini, che è piena di vita e di traffico, la superiamo e ci dirigiamo verso il Forester Arms Hotel, la nostra prossima destinazione: per arrivarci, facciamo 45 km di strada di montagna, un po’ fuori mano per passarci solo una notte, anche se il posto è molto bello.

Arriviamo alle 13,30, posiamo le valigie e riprendiamo la macchina per andare a Malkerns, dove fabbricano candele, batik e altri oggetti di artigianato (uguali a quelli visti in Sudafrica). Un po’ delusi torniamo all’Hotel, ci riposiamo un oretta prima di cena. Ceniamo al ristorante del Forester Arms, menù pretenzioso ma qualità abbastanza bassa, in ogni caso decente. Dopo cena rientriamo nella nostra camera e a nanna.

22 agosto 2010

Alle 7,30 siamo pronti per la colazione, ottima, e partiamo con destinazione Parco Kruger, l’ultima tappa della nostra vacanza. Strada tortuosa di montagna fino a Mbabane, capitale dello Swaziland e poi autostrada e superstrade fino al confine. Le strade dello Swaziland sono migliori di quanto ci aspettassimo, molte nuove e con asfaltatura perfetta. In circa 2 ore e mezza siamo alla frontiera dove ce la caviamo in 10 minuti. Altri 85 km ed arriviamo al Malelane Gate alle 12,00, uno degli ingressi del Kruger. Già all’ingresso un ponte sul fiume Sabie ci accoglie con coccodrilli, ippopotami ed uccelli e la sensazione è fantastica.

Passate le formalità di ingresso, percorriamo la strada verso il campo Lower Sabie, dove trascorreremo la prima notte, la distanza dal Gate è 105 km, considerando che la velocità massima all’interno del parco è di 50km/h sull’asfalto e di 40 sullo sterrato, è una bella sfacchinata. Ci mettiamo infatti quasi 3 ore, e la prima impressione è che non ci siano così tanti animali come pensavamo, vediamo infatti molti impala, qualche elefante, dei Kudu, molti uccelli bellissimi, ma di felini nemmeno l’ombra. Ci consegnano alla reception le chiavi del nostro bungalow (non molto bello per la verità), mangiamo un chicken burger veloce, buttiamo dentro le valigie e partiamo per un game drive dalle 16 fino alle 18, ora di chiusura dei cancelli del campo, e dovrebbe essere l’ora più favorevole per vedere gli animali. Vediamo ancora molti impala, elefanti, giraffe, zebre, qualche bufalo, ma ancora niente felini, poco prima di rientrare al campo incontriamo però una iena maculata, che ci ripaga dell’attesa. Saltiamo la cena e ci fiondiamo a letto presto, dato che la mattina successiva sveglia alle 4,30 per un Morning Walk (safari a piedi).

23 agosto 2010

Alle 5,30 precise partiamo per il Morning Walk, accompagnati da due ranger con fucili facciamo un po’ di strada in jeep, parcheggiamo e cominciamo ad incamminarci nel bush. I safari a piedi sono un’esperienza molto particolare, a prescindere dal fatto che si incontreranno o meno animali, il camminare nella savana riporta ancestrali ricordi, sentire ruggire un leone, ascoltare i molti rumori che ci circondano seguiti da improvvisi silenzi assoluti, respirare gli odori di una natura selvaggia ed incontaminata risveglia i sentimenti più primordiali che probabilmente ci ricordano che l’uomo è nato qui in Africa.

La guida ci spiega le impronte lasciate dai vari animali, gli escrementi e le marcature di territorio, incontriamo una mandria di bufali e 3 rinoceronti bianchi, facciamo colazione seduti su delle rocce con biltong, biscotti, crackers al pepe e formaggio cedua nelle 3 ore di cammino nel bush, un esperienza sicuramente da consigliare. Rientriamo al campo alle 10,45, carichiamo le valigie e partiamo con destinazione il campo di Skukuza.

Durante il viaggio incontriamo ancora diversi animali, ma ancora niente felini. Arriviamo a Skukuza alle 13,30, e dobbiamo aspettare un po’ in quanto il check-in inizia alle 14,00. Riceviamo le nostre chiavi e ci avviamo verso il nostro bungalow, che è più bello e spazioso rispetto a quello del Lower Sabie, Sabine si riposa un po’, provata dalle numerose magagne di salute che sopporta stoicamente, e ci prepariamo per il Sunset Drive, che parte alle 17,30. Ci attende un camioncino con una 15ina di posti e partiamo. Il sole è tramontato e presto diventa buio; illuminati da due fari guidati da due passeggeri, con alla guida una giovane guida donna, incontriamo dei rinoceronti, dei WaterBuck (antilopi molto belle), e infine finalmente un leopardo davanti a noi, direttamente sulla strada: ci fermiamo ad ammirarlo per alcuni minuti e proseguiamo. Poco dopo avvistiamo un altro leopardo, lo seguiamo e lui si ferma, per nulla disturbato dalla nostra presenza, emette dei ruggiti e sentiamo da dietro altri versi, un secondo leopardo si sta avvicinando: sullo sfondo, alcuni impala che però si sono accorti della presenza dei predatori e sono in allerta. Ci attardiamo nell’osservare la splendida scena, poi ripartiamo per il ritorno, siamo al campo alle 20,30, ceniamo al ristorante con due filetti ed andiamo nel bungalow: domani mattina altra levataccia alle 4,30 per il morning drive.

24 agosto 2010

Alle 5,30 si parte per il morning drive con la stessa guida, questa volta il safari è meno emozionante, vediamo comunque un’altra iena, un’aquila (Martial Eagle) e ancora elefanti, rinoceronti bianchi ed antilopi. Rientriamo alle 8,30 al campo, facciamo colazione con cornetti e cappuccino, poi si riparte per un game drive. Siamo di ritorno per le 13,30, pranzo veloce con chicken burger e fish & chips, poi Sabine si riposa un po’, mentre io faccio una passeggiata nel campo.

Alle 16,00 ripartiamo per un altro game drive, vediamo infine dei leoni ma molto lontani, tanto che ci domandiamo come altri turisti siano riusciti ad individuarli. Siamo al campo alle 17,50, e decidiamo di cenare all’altro ristorante dello Skukuza, che si trova all’interno della vecchia stazione ferroviaria con tanto di locomotiva e carrozze. Il locale è molto carino, così come la cena è buona (filetto e pollo accompagnati da una mediocre bottiglia di Shiraz Sudafricano). Torniamo al bungalow verso le 21,45.

25 agosto 2010

Stamattina ci alziamo tardi (alle 7,00), non facciamo colazione al campo, ma partiamo con destinazione Olifants (150 km da Skukuza); facciamo colazione in macchina e ci godiamo il mutare del paesaggio man mano che saliamo verso nord: la vegetazione diventa più verde, gli aspri paesaggi si spianano in savane piatte. Facciamo diversi incontri interessanti: prima con una mandria di bufali che ci sbarrano la strada, poi con alcuni elefanti con i più giovani che ci minacciano con sventolii di orecchie e barriti che preoccupano non poco Sabine, io invece, incosciente come sempre, tento sempre di avvicinarmi molto, forse troppo.

Durante il viaggio, scorgo sulla strada asfaltata l’inconfondibile sagoma di un serpente a pancia in su: mi fermo e vedo che si tratta di una vipera investita da qualche auto prima di noi. Non resisto ed apro la portiera per vederla meglio, mi assicuro che sia morta e la prendo in mano: è un animale meraviglioso, peserà più di un chilo e mi piange il cuore vederlo morto: mentre lo tengo in mano per farlo vedere a Sabine diverse macchine si fermano per osservarlo; io lo identifico come una vipera soffiante (puff adder), un altro turista, molto sicuro di sé, dice che è una vipera del Gabon e si mostra preoccupato sul fatto che sia veramente morta, dato che è un serpente molto pericoloso. Al momento, convinto dalla sua sicurezza, gli do’ ragione, ma riguardando le foto sono sicuro non sia una vipera del Gabon, verificherò una volta a casa (era davvero una vipera soffiante).

Dopo molte ore di proficuo game drive, arriviamo all’Olifants, che si trova su una collina che sovrasta l’omonimo fiume. Il paesaggio è cambiato completamente, vegetazione abbondante e verdissima, elefanti ed ippopotami che si bagnano nel fiume. Facciamo un po’ di shopping al negozio del campo, ci fermiamo nel nostro bungalow e ceniamo alle 20 al ristorante, cena discreta con cotolette di pollo. La nostra vacanza volge al termine, ultima notte in Sudafrica e domani mattina sveglia alle 5,30 per la partenza verso l’aeroporto di Johannesburg.

26 agosto 2010

Partenza dal campo alle 6. Lungo la strada per l’uscita un incontro fortunato: ci fermiamo per una mezz’ora ad osservare 3 splendidi maschi di leone adulti molto vicini a noi, a malincuore partiamo, ma dopo pochi chilometri ci vediamo la strada sbarrata da un branco enorme di bufali, dopo un’attesa di dieci minuti decidiamo di passarci attraverso, altrimenti rischiamo di arrivare in ritardo, fortunatamente i minacciosi bovini ci lasciano passare lanciandoci occhiate truci. Usciti dal Kruger, percorriamo gli oltre 400 km attraverso splendidi panorami con rocce multicolori, e mestamente arriviamo a Johannesburg, consegniamo l’auto e prendiamo il volo South African Airways per Monaco (da Monaco a Verona viaggeremo con Lufthansa).

Arrivati a Monaco, tranquilli ci avviamo ai controlli con 4 stecche di sigarette nella borsetta del Duty Free, sfortunatamente troviamo due doganieri alquanto pedanti e maleducati, che ci sequestrano 2 stecche e ci fanno aprire il bagaglio a mano, oltretutto commentando sarcasticamente quanto trovano, veramente due rompiscatole spaziali, ma tant’è, facciamo buon viso a cattivo gioco ripromettendoci di mettere le sigarette in valigia la prossima volta.

Percorsi in totale 4.192 KM (1.994 da Cape Town a Port Elisabeth – 2.198 da Durban a Johannesburg).

I migliori posti visitati e consigli utili…

– Kruger Park: dormire nei vari campi all’interno del parco e girare in auto autonomamente. Partecipare almeno a un safari notturno, si possono vedere i felini in caccia. Emozionante il safari a piedi che organizzano all’alba.

– Simon’s Town (False Bay): prenotare l’uscita in barca alla ricerca dello squalo bianco, che in prossimità di Seal Island (l’isola delle foche) caccia saltando fuori dall’acqua (breaching). Discesa nella gabbia per ammirare lo squalo bianco sott’acqua. African Eco Charters: prenotare in anticipo dall’Italia. www.ultimate-animals.com.

– Tenikwa Wildlife Awareness Centre: fenomenale passeggiata con i ghepardi. Prenotare in anticipo dall’Italia. www.tenikwa.com.

– Isimangaliso Wetland Park e Cape Vidal: parco molto bello, natura rigogliosa e molti animali.

– Penisola del capo: da Cape Town scendere la penisola da est e risalire da ovest, in modo da osservare il tramonto percorrendo la Chapman’s Peak Drive.

– Hermanus: non accontentarsi di vedere le balene da riva. Fate una gita in barca, ne vedrete a decine vicinissime!

Questo è stato in assoluto il più bel viaggio che abbiamo fatto fin’ora. Buon viaggio!

Questo è stato in assoluto il più bel viaggio che abbiamo fatto fin’ora. Buon viaggio!



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