Indimenticabile Siviglia
Capitale del Flamenco e delle tapas, punto fermo del Flamenco
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Avevamo sfiorato Siviglia molti anni fa, da ragazzi, quando facemmo un bel giretto della Spagna in auto, ci ritorniamo nel 2011, a Settembre, ma solo per conoscere la capitale dell’Andalusia. Volo Ryanair delle 7 (che levataccia!), ed arrivo a Siviglia in 2 ore e mezzo. L’autobus, (l’unico presente e che parte ogni mezz’ora) fà la spola con il centro e ci lascia in Prado San Sebastian, capolinea, dopo 25 minuti. Raggiungiamo l’hotel Murillo, e subito ci incamminiamo verso la cattedrale, che pare essere fino a poco tempo fà, la terza più grande in Europa dopo San Pietro e St. Paul a Londra, per raggiungere l’ufficio turistico in Avenida de la Costitucion (un altro è in piazza San Francisco). Quindi in attesa di avere la stanza all’hotel, ci rechiamo nella scenografica Plaza d’Espana, costruita a semicerchio, con bellissimo porticato, piccolo canale che scorre a pochi metri e che si può solcare in barca con 5 euro ogni mezz’ora, alcuni ponticelli, una fontana centrale e tante ceramiche (azulejos) come rivestimento davvero belle, il tutto per la felicità degli appassionati di fotografia. Alcuni ambulanti abusivi vendono mediocri ventagli a basso prezzo. Deliziosi, nel barrio Santa Cruz (cuore della città), i vari vicoletti e piazzette che si succedono, affollati da turisti e residenti che usufruiscono dei molti ristorantini e negozi di souvenir. Spiccano i numerosi agenti di polizia presenti, in auto, in moto e a cavallo, molto disponibili anche per informazioni. Dopo un necessario riposo in hotel, alle 17 decidiamo di dividere in settori Siviglia, che non è poi così piccola come ci eravamo immaginati leggendo alcune guide, quindi ci incamminiamo verso il ponte di San Telmo, da cui si gode di una bella vista sul Guadalquivir e sulla Torre de oro che ospita il museo della marina, passando per l’Hospital de la Caridad abbiamo quindi preso per calle Betis notando quanti ristoranti ci sono, e i cui clienti godono di una bella vista, anche notturna sulla sponda occupata dal centro città. Quella è la zona gitana, il quartiere si chiama Triana, e da lì provengono molti toreri e ballerini di flamenco, ed è veramente interessante girare tra i suoi vicoli, ove si trovano molti artigiani che fabbricano ceramiche, anche se i prezzi non sono certo bassi: questo in prossimità del ponte de Isabel ll, che ci riporta verso il tramonto sulla sponda del centro, ove percorrendo calle de Adriano, troviamo l’ingresso della “Maestranza”, cioè l’arena delle corride, di grande importanza a Siviglia, dipinta in bianco e contorni gialli. Ceniamo in calle Fernandez y Gonzales, taberna “Los coloniales”, informale e consigliatissima sul web, dove proviamo le famose “tapas” che non sono altro che una porzione ridotta, ma non sempre piccola, e dopo utili spiegazioni del cameriere abbiamo preso un trancio di merluzzo con insalatina e filetto di maiale al “Porto” con patate, porzioni quasi normali, poi una sola tapas (condivisa) di cuori di lattuga con una alice ed un a pallina di formaggio tipo cremoso, ottimo, abbiamo cosi abbinato carne e verdura, con le bibite (a buon mercato nei ristoranti sivigliani), abbiamo speso 13 euro: grande invenzione quella delle tapas! Approfittatene! Sappiate che la cucina apre alle 20,30, qui cenano tardi, anche se prima potrete ordinare cose fredde: a Siviglia dovrete praticamente spostare in avanti l’orologio di un paio d’ore. Abbiamo poi scattato foto alla vicina cattedrale illuminata, riposandoci di fronte ad essa in una graziosa piazzetta, poi da via Matteo Gago, affollatissima per via di numerosi ristoranti, siamo giunti alla “Carboneria”, calle Levies 18, ingresso quasi introvabile (nessuna insegna o manifesto all’esterno), ma il locale è sempre pieno, abbiamo dunque assistito al ballo del flamenco da parte di artisti sicuramente non di grido, ma che trasmettono tutta la loro passione per questo “ballo”: consigliato; tra l’altro ve la cavate con una consumazione a buon prezzo, in un ambiente certamente informale ma coinvolgente. Colgo l’occasione per consigliare di avere sempre a portata di mano la mappa, perché è facile perdersi nei 1.000 vicoli della città. Il giorno seguente, giriamo intorno alla cattedrale (a proposito, decine di carrozzelle con cavallo sono in attesa di clienti), e raggiungiamo calle Sierpes, la via dello shopping insieme alla parallela via Tetuan, molti i negozi e le occasioni di acquisto, quindi dopo essere entrati nella graziosa cappella di San Josè, ne vale davvero la pena, giungiamo in calle Feria, ove il Giovedì si tiene un grosso mercato di cose vecchie e usate, che per la verità non ci ha entusiasmato; proseguendo ci troviamo nel quartiere della Macarena, dove visitiamo la chiesa omonima, (potete usufruire dei servizi igienici pubblici e non ce ne sono molti a Siviglia) e dove con la spesa di un euro, una macchinetta vi trasforma la moneta da 5 cent in una medaglietta con l’effige della madonna. Discendiamo da via San Luis, arriviamo alla piazzetta San Marco, attigue vi sono un paio di chiese, e raggiungiamo Casa de los Pilatos, sontuoso palazzo sivigliano, quasi una copia del palazzo di Ponzio Pilato, visitabile. Avendo fatto un giro rettangolare attraversando tutto il centro da est ad ovest, ritorniamo alla cattedrale, dove con 8 euro accediamo prima all’interno della cattedrale, bellissima ed il cui presbiterio della cappella maggiore è di rara bellezza, vediamo tra l’altro la tomba di C.Colombo, quindi in una ventina di minuti di salita, arriviamo in cima alla Giralda simbolo di Siviglia, da cui godiamo di un bel panorama a 360° della capitale andalusa; La Giralda era il minareto dell’antica moschea, e solo in un secondo tempo sono stati aggiunti i balconi e la sala delle campane. Rientriamo, i bar sono sempre affollati e per uno spuntino basta poco: boccadillo (piccolo panino e birra euro 1,90). Per la cena scegliamo sempre “Los coloniales”, ma un altro locale sito in plaza del Cristo de Burgos, il primo della serie, datato e molto frequentato anche dai sivigliani, un po’ più piccolo, ma con l’opportunità di mangiare all’aperto. Siamo arrivati alle 20, gli avventori cenavano con cose fredde, il cameriere ha scritto il nostro nome su una lavagna esterna, e quando si è liberato un tavolo ci ha chiamati. Poiché non erano ancora le 20 e 30 abbiamo condiviso una piccola tapas di prosciutto Serrano, il famoso prosciutto di maiali allevati in montagna, ed appena la cucina è stata aperta, abbiamo ordinato Pechuga de pollo con salsa de almendra (petto di pollo con salsa delicata di mandorle, e patate) a 2,80 euro (incredibile per le dimensioni, praticamente una normale porzione) ed una tapas di verdure come la sera precedente, in totale abbiamo speso 15 euro, ed eravamo sazi. Per arrivare al ristorante, abbiamo allungato il percorso per vedere calle Tetuan (shopping) ed ancora calle Sierpes. Dopo cena, breve visita alla “Carboneria”. Ancora ci meravigliamo per quanta gente ci sia nei locali a cenare (forse per i buoni prezzi?), ed in giro per le strade. Venerdì saliamo sul treno per Cadice, ne partono frequentemente dalla moderna stazione di Santa Justa (www.renfe.com), sono di nuova generazione comodi e puntuali, attenti all’aria condizionata: andata e ritorno 24 euro a testa (150 km, 1 ora e 45). A Cadiz giungiamo alle 11,00, usciti dalla piccola stazione a sinistra vediamo la chiesa di Santo Domingo, la fabbrica del tabacco poi il nostro itinerario continua passando per il bel municipio, e la piazzetta della maestosa cattedrale; qui vi sono ristoranti e negozi, quindi torre Tavira (5 euro per salire), San Antonio e Plaza de Mina; raggiungiamo il lungomare, bello il panorama, e costeggiando l’oceano, attraversiamo il parco Genovese con caratteristica cascata, ed arriviamo al piccolo e grazioso castello, entrata libera e foto di rito. Adiacente al castello la spiaggia de La Caleta, con tanto di barche di pescatori, e più in là lo spazio per i turisti. Cadice è una città piccola ma carina il cui punto forte è la cattedrale con piazzetta ed il castello con spiaggia. Il centro si gira in 2 ore, poi si può godere della spiaggia ed un bagno in mare. Consigliamo andare soprattutto se la giornata è soleggiata. Alle 17 sarete pronti per il ritorno. Annotazione: alle 15 volevamo fare solo uno spuntino, e nella piazza della cattedrale, seduti ai tavolini del “100 Montadito” abbiamo preso un simpatico piatto di patatine con 4 salse intorno (2,50), una cola (1 euro), ed un montadito, piccolo paninetto caldo, farcito leggermente con prosciutto, salmone o 100 altre cose, servito con poche patatine chips (1 euro!!). Questa catena di fast food arriverà (o è già arrivata) in Italia. Ovviamente di questi “Montadito” ne potete mangiare 3-4 farciti diversamente: qui se ne fa molto uso, anche insieme all’aperitivo un paio d’ore prima di cena. In serata, attraversamento del ponte Isabel II e conseguente ritorno dal ponte Telmo per vedere le luci ed i loro riflessi nel fiume. Per finire 2 bibite seduti ad un tavolino con vista sulla cattedrale a “El patio” in via Matteo Gago. L’indomani lo dedichiamo in buona parte allo shopping, Siviglia non è una città cara (hotels a parte) ed è anche una scusa per girare ancora la città. Al quartiere di Triana acquistiamo un piatto dipinto a mano, mentre in centro un paio di scialli ricamati. Abbiamo quindi fatto uno spuntino al “100 Montaditos” presso la cattedrale e poiché abbiamo ordinato i panini, una caraffa da mezzo litro di birra analcolica ci è costata la grossa cifra di 1 euro! Altri locali della stessa catena sono situati di fronte all’università ed in fondo a via Tetuan o Sierpes (sono vicine), e questi ultimi 2 locali sono molto più belli e spaziosi. La mattina ci eravamo informati, quindi alle 16,30 siamo andati alla “Maestranza” dove si svolgono le corride, ed abbiamo acquistato un biglietto il cui discreto posto ci è stato consigliato dalla gentile commessa: 35 euro a testa, quindi per non restare troppo al sole siamo entrati 15 minuti prima come da consiglio. All’esterno è un po’ come allo stadio, con venditori ambulanti di cuscini, bibite e souvenir e furbetti che cercano di venderti biglietti per guadagnarci (come negli hotels). All’interno foto si, ma la videocamera non si potrebbe usare, ma…..Sei corride e 3 toreri, 6 bellissimi tori destinati ad una fine atroce. Lo spettacolo è discreto, anche se per noi è stata la prima ed ultima volta. Ognuno sulle corride la pensi come crede, noi non siamo prevenuti, ma non abbiamo provato particolari emozioni, anche se dispiace vedere entrare nell’arena tori forti e belli di 600 kg., ed essere lentamente fiaccati fino a…..Siamo usciti dopo la quarta corrida, nonostante questo dico che può valere la pena una volta nella vita assistervi. Cena a “Los Coloniales” di calle Fernandez y Gonzales” a metà strada tra la plaza de toros e la cattedrale. Due filetti di tonno alla griglia (non tapas ma “media porzione”, che poi è una normale porzione, con patate a 4 euro) e la solita tapa di verdure con formaggio e acciuga, pane e 2 birre: totale euro 13,50. Alle 21,30 in pazza San Francisco ci siamo imbattuti in uno spettacolo folcloristico di un gruppo spagnolo con tanto di palco ed un sacco di spettatori. Spesso agli angoli delle strade toverete artisti che suonano. Domani è Domenica, ultimo giorno a Siviglia. Visitatori anche da altre regioni della Spagna. Ci alziamo più tardi come gli spagnoli, i negozi di turismo sono aperti: durante la settimana i negozi chiudono generalmente verso le 14 e riaprono alle 17 fino alle 20. Dal centro andiamo al paseo de Cristobal Colon, costeggiamo il fiume e ci addentriamo nel fresco parco di Maria Luisa, dove in Plaza America spicca una bella fontana con laghetto e ninfee, un paio di belle costruzioni (musei) ed il padiglione reale. Ripercorriamo parte del parco e rivediamo la bella Plaza de Espana già descritta, ma sempre di grande impatto scenico. Lasciata la piazza entriamo nel Parco San Sebastian, dove si tiene il Festival delle nazioni, in pratica vari padiglioni di tante nazioni che vendono i loro oggetti, e tanti chioschi per mangiare. Decidiamo di ritornarci la sera. Rientriamo in hotel attraversando i giardini Murillo, e la caratteristica Plaza Santa Cruz. Pomeriggio dedicato al famoso Alcazar (credo chiuso il Lunedì) visitabile con audioguida; l’Alcazar era il palazzo reale, anticamente forte dei Mori, ampliato molte volte ed in stili diversi e con lussureggianti giardini. Non siamo rimasti troppo tempo all’interno: avendo già visto altre residenze di questo tipo come l’Alambra a Granada o il Topkapi a Istanbul le emozioni non sono più le stesse. Comunque a Siviglia è indispensale visitare appunto l’Alcazar, La cattedrale dentro e fuori e salire sulla Giralda, passeggiare lungo il Guadalquivir passando presso la Torre de oro ed attraversando i ponti per Triana, la Plaza D’Espana attraversando il Parque Maria Luisa, una serata di flamenco magari gratuita alla “Carboneria, assaggiare le tapas, poi se lo gradite ed è tempo, assistere alla corrida e tenersi un giorno di sole per Cadice sul mare. Per i musei a voi la scelta. Abbiamo menzionato solo alcuni punti strategici, ma Siviglia è bella anche per i vicoli, i patii, i balconi fioriti e la vivacità fino a notte, una città sospesa tra Europa e Nordafrica. E’ una bella città che vale la pena visitare, raggiungibile anche low cost. I sivigliani sono nottambuli, si alzano tardi (i negozi aprono alle 10), “caciaroni” ma molto disponibili. Presenti molti italiani, turisti o per studio. Abbiamo volutamente tralasciato lunghe descrizioni dei monumenti che trovate nelle guide ed in internet, riportando magari piccole cose che speriamo utili. Avendo viaggiato molto, inserirei Siviglia subito dopo straordinarie città europee come Parigi e Roma, è una città godibile, che sà sempre come prenderti. Foto: http://poneloya25.weebly.com