India fai da te, si può fare

Da Delhi a Varanasi passando per Udaipur, Jaipur e Agra
Scritto da: Giada86
india fai da te, si può fare
Partenza il: 06/09/2013
Ritorno il: 21/09/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Premessa

Non siamo viaggiatori on the road esperti. Anzi, questa era in assoluto la nostra prima vacanza zaino in spalla e, in effetti, per essere dei novelli non abbiamo scelto una meta facile. Prima di scendere nei dettagli del viaggio, però, voglio dare qualche informazione utile a chi si troverà nella nostra situazione (sempre premettendo che siamo una coppia normalissima, di lavoratori, che non è abituata all’avventura. Se vi riconoscete in questo profilo, fate tesoro della nostra esperienza!).

– L’india (soprattutto quella del nord) è un Paese molto difficile, non andateci a cuor leggero;

– Non è vero che tutti parlano in inglese, ma saperlo vi servirà molto;

– Prenotare i treni direttamente in stazione è un’impresa titanica, ma si può fare. Non aspettatevi il nostro sistema di prenotazioni e sappiate che al momento della prenotazione dovrete conoscere già tutti i dettagli del treno che vorrete prendere: numero e nome del treno, orario e destinazione. Per prenotare, dovrete prima compilare un foglio prestampato con tutti i dati da prendere direttamente agli sportelli e da riconsegnare allo sportello stesso. Se c’è una donna fra di voi, sappiate che ci sono le corsie di prenotazione riservate alle donne e che vi possono accedere anche gli uomini accompagnatori. Acquistate sempre le classi più alte ma, soprattutto, se riuscite prenotate da casa via pc e con largo anticipo da cleartrip.com perché noi per colpa dei treni abbiamo dovuto cambiare itinerario. Vi chiederanno un numero di telefono indiano, qualche hotel vi aiuta fornendovene uno.

– I prezzi che chiunque vi chiederà saranno almeno raddoppiati rispetto a quelli reali, contrattate sempre (tranne quando c’è espressamente scritto che non si contratta, ovviamente) e sappiate che anche nei musei statali i biglietti per i turisti costano almeno il doppio;

– per il vostro arrivo, chiedete all’albergo che avrete prenotato di venirvi a prendere in taxi, l’impatto sarà molto meno traumatico. Ma sappiate per le altre tappe che prendere un taxi fuori dall’albergo costerà nettamente meno;

– potrete prenotare gli alberghi giorno per giorno via wi fi dell’hotel, ce ne sono tantissimi liberi;

– diffidate di tutti, il 99% delle persone ha un doppio fine, che di solito è vendervi qualcosa, chiedervi una lauta mancia o portarvi da un amico negoziante;

– se potete non risparmiate mai sugli alberghi. Vivere la città è stressante per cui la sera avrete bisogno di comodità. Sceglieteli da 3 stelle in su;

– il viaggio non sarà affatto rilassante, ma ne varrà la pena 🙂

Siamo arrivati a Delhi con un volo Finnair con scalo a Helsinki (compagnia ottima, davvero consigliata). Qui abbiamo trascorso due giorni, i più caotici di sempre. L’impatto è fortissimo, tutti vi chiameranno per chiedervi se vorrete prendere un tuk tuk o un ciclorisciò, l’inquinamento vi toglierà il respiro e vi sembrerà di essere inghiottiti dalla folla. Noi abbiamo provato a muoverci con la metropolitana (la cui tariffa varia a seconda del tragitto): è un posto molto sicuro ma sappiate che le distanze in India sono molto diverse dalle nostre. Da un monumento alla fermata del metro con lo stesso nome possono anche esserci molti km (da Qutb minar alla fermata omonima, per esempio, sono circa 20 minuti a piedi su una strada desolata e col caldo è molto dura). Meglio farsi portare da un tuk tuk.

Da Delhi siamo volati ad Udaipur per poi risalire. Abbiamo preso Spicejet, low cost locale, e ci siamo trovati bene, è identica a Ryanair piuttosto che Easyjet. Udaipur è un piccolo angolo di paradiso, sembra una località di villeggiatura estiva con quel lago. Godetevela passeggiando nei vicoli (anche di sera è un posto piuttosto sicuro, fate solo attenzione ai cani che la notte si radunano in branchi). Non perdetevi il giro sul lago con la barca, se potete fatelo al tramonto. Consigliatissimo l’albergo Jagat Niwas Palace: è in centro, il personale cordiale e sempre senza doppi fini, le camere pulite, anche se non bellissime, e ha un ristorante con terrazzo che oltre ad essere buono è anche romanticissimo.

Un viaggio di 7 ore in treno ci ha portati da Udaipur a Jaipur, la città rosa. Abbiamo viaggiato sulla poltrona in prima classe. Il treno non era eccezionale ma il viaggio non è stato così traumatico, solo un po’ stancante perché piuttosto lungo. I treni indiani hanno il vantaggio, almeno per la nostra esperienza, di essere pochi ma sempre puntuali. Purtroppo Jaipur non ce la siamo goduta per niente perché i nostri due giorni di permanenza qui li abbiamo trascorsi a letto causa malanni vari del viaggiatore (nonostante avessimo fatto cure su cure e tutte le vaccinazioni, succede).

Da Jaipur ad Agra abbiamo preso un altro treno: 3 ore e mezza circa, seconda classe (la prima non c’era) e un viaggio quasi di lusso: ci hanno persino servito un’abbondante colazione! Inutile dire che il Taj Mahal è da vedere e vale tutti i soldi del costoso biglietto. Per il resto sappiate che Agra è carissima perché molto turistica. Gli autisti di tuk tuk e risciò vi chiederanno cifre astronomiche rispetto alle altre parti dell’India. Non fatevi prendere in giro, contrattate, contrattate, contrattate.

Da Agra siamo dovuti tornare a Delhi per prendere un aereo per Varanasi (che volevamo vedere a tutti i costi, e ne è valsa davvero la pena). Questo perché non abbiamo trovato nemmeno un posto in treno. Per muoverci da Agra a Delhi abbiamo preso un taxi. Tutti per questa tratta (200km circa) chiedono dalle 4000 rupie in su. Sappiate che alla stazione di Agra Cant si trovano taxi governativi prepagati a 1000 rupie meno. Premessa: ci sono due strade: una veloce, 2 ore circa, e una più lenta, che tutti dicono percorribile in 4 ore invece noi ce ne abbiamo messe ben 6! Quindi partite con larghissimo anticipo. Il taxi prepagato costa 3000 rupie senza aria condizionata, 3600 con (escluso il costo dei caselli, a vostro carico). Noi abbiamo preso il taxi senza ac per risparmiare e poi con 150 rupie pagate all’autista abbiamo avuto l’ac tutto il viaggio. Ora. Mi preme sottolineare che il nostro viaggio è stato infernale. La peggiore esperienza della nostra vita. Assicuratevi sempre che a viaggiare con voi sia l’autista che avete precedentemente scelto perché noi, invece, il giorno del viaggio ci siamo ritrovato un autista diverso, un ragazzino di 22 anni che aveva lavorato tutta la notte e chiudeva gli occhi mentre era alla guida, guidava come un pazzo (tutti guidano come pazzi, ma lui era follia pura), si è fermato mezz’ora a pranzare (nonostante fossimo partiti alle 13) facendoci perdere tempo prezioso. Forte del suo ruolo, inoltre, ci ha tenuti sostanzialmente in ostaggio per 6 ore, trattandoci male, rifiutandosi di parlare e chiedendoci soldi extra per tasse inesistenti. Cosa che non gli abbiamo mai dato. A Delhi voleva anche lasciarci per strada e abbiamo persino fatto un tamponamento. Per farci rispettare abbiamo dovuto urlare e minacciare di chiamare la polizia strillando a pieni polmoni. È stato un vero incubo, quindi per viaggi di questo genere con mezzi privati aprite bene gli occhi.

Infine, Varanasi, andata e ritorno per Delhi per poi tornare a casa. Varanasi è finalmente l’India che volevamo. Colorata, caotica ma molto molto spirituale. E molto meno costosa (muovetevi con il ciclorisciò, costa 40/50 rupie massimo! Non pagatelo di più. E non fatevi scrupoli nell’usarlo pensando che i poveracci che vi portano muoiano di fatica perché ricordatevi che per molti di loro il ciclorisciò è l’unica fonte di guadagno ed è l’unico mezzo che non inquina!). Varanasi ha il difetto che è un po’ più sporca e anche gli hotel 3 stelle sono un po’ meno curati, ma alcuni alberghi organizzano delle piccole gite comprensive di navigazione del Gange di un’ora all’alba, della durata totale di 5 ore, che sono davvero ben fatte. Grazie al nostro Hotel (Central Residency) noi in 5 ore abbiamo visto tutto quello che non abbiamo mai trovato in nessuna guida, compresi templi di forte impatto come il tempio delle scimmie. Il tutto per 5 euro a testa, che non è poco ma è un buon prezzo. In fondo, un po’ di comodità ogni tanto ce la si può anche concedere 🙂 Non dimenticate poi di farvi portare in centro, andate a vedere il rituale di ringraziamento del Gange serale sul fiume (ogni sera alle 19), perdetevi nei vicoletti e respirate la loro vita. Se non siete amanti del caos estremo, non soggiornate vicino ai ghat. Cercate un hotel fuori dalla zona centrale, magari vicino all’IP Mall (centro commerciale).

Le cose da dire sarebbero ancora moltissime. Ma quello che vi ho scritto è solo per darvi un piccolo aiuto e testimoniarvi che, sì, in India si può andare anche da soli, senza viaggi organizzati alle spalle. E che, forse, solo così potrete vivere un’esperienza che vi rimarrà dentro davvero per sempre.

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