India, dopo un po’ ci si abitua

Un viaggio in India è un'esperienza di vita
Scritto da: angelina7
Partenza il: 05/08/2014
Ritorno il: 21/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Da anni io e il mio compagno viaggiamo in tutto il mondo acquistando solo il biglietto aereo, quest’anno dopo varie indecisioni decidiamo di andare alla scoperta dell’India. Troviamo il volo con Lufthansa prenotandolo a maggio e spendendo 698 euro a testa dal 5 al 21 agosto da Venezia a New Delhi con scalo a Monaco. Arriviamo di notte a New Delhi e soggiorniamo vicino alla stazione dei treni all’hotel City Star per una notte. A Delhi non c’è praticamente nulla da vedere a parte il Red Fort, fate attenzione a tutti coloro a cui chiederete un trasporto a noi è capitato che ci hanno portato da tutt’altra parte in improbabili tourist office in cui non siamo entrati, ma siamo tornati con altri mezzi per la nostra strada. Salendo su un risciò si può tranquillamente farsi accompagnare in giro per vedere i vari parchi commemorativi in onore di Gandhi, la moschea e i mercati principali, un giorno secondo me è più che sufficiente.

Il mattino successivo ci rechiamo alla stazione dei treni dove avevamo acquistato su internet un biglietto del treno per Agra andata e ritorno (la procedura per l’acquisto dei biglietti ferroviari via internet è molto difficoltosa in quanto bisogna iscriversi sul sito IRCTC, il quale accetta solo carte di credito indiane, quindi iscriversi anche al sito di CLEARTRIP che accetta le carte internazionali ed è collegato con l’IRCTC, compilare tutti i dati richiesti tra cui anche l’inserimento di un numero di telefono indiano che noi abbiamo inventato, e dopo numerosi tentativi ti spediscono un codice da inserire con cui effettuare l’acquisto – se si decide di comprare i biglietti in stazione armatevi di tanta pazienza in quanto verrete sommersi da una marea umana agli sportelli, forse la soluzione migliore è quella di chiedere agli alberghi che in qualche modo riescono a riservare dei biglietti per i turisti). Abbiamo individuato il nostro treno, la stazione di New Delhi è molto grande e molto frequentata. Avevamo prenotato in quella che chiamano prima classe 1AC e quindi abbiamo trovato i nostri nomi scritti all’esterno della carrozza con una cuccetta di quattro posti disponibili. Di solito i treni fanno viaggi anche di molte ore e quindi ci si può tranquillamente dormire. Per chi è veramente amante dell’avventura e vuole viaggiare spendendo nulla dovrebbe provare a viaggiare nelle carrozze con la scritta “SLEPEER”.

Siamo riusciti a partire condividendo la carrozza con una coppia di medici americani che si sono rivelati preziosa fonte di informazioni sull’India in quanto prestavano servizio per un’associazione no-profit operante a Mumbai, le parole che loro ci dicevano si tramutavano man mano che il treno avanzava in verità, riuscivamo a scorgere il degrado totale, immondizia ovunque, gente ammassata sotto i cavalcavia, bambini nudi in mezzo al nulla, mucche che mangiavano rifiuti e povertà, tanta povertà.

Arriviamo ad Agra dove soggiorniamo all’Aman Homestay una guest house vivamente consigliata dove veniamo accolti da una splendida padrona di casa. Ad Agra visitiamo il giorno successivo il Taj Mahal simbolo assoluto di questa città bello da togliere il fiato, tutte le migliaia di foto viste non rendono giustizia all’unicità di questo monumento, successivamente visitiamo anche l’Agra Fort molto suggestivo anche questo. Il giorno dopo riprendiamo io treno per tornare a Delhi in quanto la tappa successiva per noi è visitare Varanasi e preferiamo non farci 12 ore di treno ma arrivarci in aereo visto comunque l’irrisorio costo dei voli interni.

A Varanasi soggiorniamo allo Stpshostels non distante dai ghat comodo e pulito. Varanasi è una di quelle città che non sai perché ma resta impressa incondizionatamente. Metti che una mattina alle 5.30 decidi come noi di andare verso il ghat principale (Dashashwamedh ghat) per assistere alla preghiera mattutina armandoti di pazienza per evitare tuk-tuk e risciò che chiedono ininterrottamente se ti serve un passaggio, mucche che ti attraversano la strada, cacche di mucca che sono perennemente in mezzo alla strada, bambini che ti chiedono la carità, venditori ambulati,santoni e incantatori di serpenti, lo spettacolo che vedrai una volta arrivato ti aprirà un altro mondo… complici le piogge il Gange era impressionante, molto alto e comunque incuranti di ciò i barcaioli continueranno a chiederti se vuoi fare il giro in barca che noi abbiamo prontamente rifiutato, ma guardando la gente che prega, che si immerge, che nuota con una tale devozione resti a guardare senza parole e pensi che forse un Dio esiste…

Continuiamo il nostro giro dei ghat e ci inoltriamo all’inizio nella zona dell’Assi ghat dove incontriamo un simpatico vecchietto che ci invita a seguirlo, ci troviamo senza accorgercene sopra ad un balcone dove a 2 metri da noi erano in corso tre cremazioni,l’impatto è stato forte , ma tutti attorno erano molto composti anche i parenti (vi partecipano solo i maschi della famiglia), il vecchietto ci ha fatto un’accurata spiegazione sulle usanze della gente riguardo a questi funerali che adesso non sto qui a riportare, ammutoliti da quello che abbiamo visto proseguiamo il nostro giro. Gli altri ghat risultano meno interessanti così decidiamo di avventurarci per le stradine che conducono al Manikarnika ghat, qui ci dobbiamo spostare spesso ai lati delle strade in quanto incrociamo molta gente che porta su delle portatine in spalla i loro cari verso la cremazione, in questo ghat tutto è amplificato essendo molto più grande di quello visto in precedenza c’è molta gente anche in attesa, non lasciatevi fermare dalle persone che trovate all’ingresso vogliono portarvi a vedere dall’alto del ghat la visuale e poi vi chiederanno dei soldi, proseguite per la vostra strda. Alle sette di sera arriviamo di nuovo all’immancabile e spettacolare preghiera del tramonto al Dashashwamedh ghat dove si affollano migliaia di indiani e turisti lungo il Gange.

Il giorno dopo ripartiamo alla volta di Delhi e da qui prendiamo un aereo verso Port Blair e le isole Andamane. Arriviamo a mezzogiorno e dopo avere ottenuto il visto d’ingresso per queste isole (lo fanno direttamente in aeroporto e non costa nulla) corriamo al porto nella speranza di prendere in tempo il traghetto governativo per Havelock ma risulta essere tutto pieno. Quindi dobbiamo acquistare il biglietto per il giorno dopo, non senza prima avere chiesto almeno a dieci persone la procedura. Ma qui la cordialità non ci è risultata proprio essere una loro prerogativa.

Port Blair è solo un punto di passaggio per i turisti diretti nelle varie isole e a malincuore siamo costretti a fermarci una notte. Ripartiamo la mattina successiva e dopo due ore di traghetto finalmente siamo ad Havelock dove restiamo 6 giorni in totale relax e fortunatamente anche il tempo ci assiste. Soggiorniamo al Wild Orchid e noleggiamo anche uno scooter in modo da poterci muovere in libertà. Queste isole sono molto vicine alla Thailandia ma per mentalità costumi e cibo sono assolutamente indiane! L’isola è piena di giovani zaino in spalla, l’atmosfera è molto vacanziera non ci sono resort di lusso e tutto è molto abbandonato alla natura. Ci sono delle belle spiagge e un bel mare. Consigliamo di andare a vedere il tramonto sulla spiaggia di Radhanagar, bellissimo! Spiaggia lunghissima e poca gente atmosfera da isola deserta. Non ci sono molti coralli per chi vuole fare snorkeling in quanto la barriera corallina è stata distrutta dallo Tsunami ma ci sono dei centri ben attrezzati per chi vuole fare diving.

Acquistiamo subito il biglietto di ritorno per Port Blair in quanto il traghetto risulta sempre pieno perché usato dagli abitanti locali per spostarsi, consigliamo di prenderlo almeno tre giorni prima della partenza in modo da trovare posto.

Dalle isole Andamane sempre passando per Delhi ci dirigiamo verso Jaipur e il Rajasthan. Qui il paesaggio cambia totalmente tutto sembra essere molto più pulito. Soggiorniamo all’hotel Arya Nivas il quale offre un servizio di taxi che ti porta ovunque in giro per la città spendendo molto poco. Noi ne noleggiamo uno per una giornata e visitiamo lo spettacolare Amber Fort, il Tiger Fort il palazzo dei venti.

In conclusione l’India non assomiglia a niente di quello che abbiamo visto fin’ora , sicuramente colpisce per un qualcosa di inspiegabile, un’attrazione tra il mistico e il rifiuto, un modo di vivere inspiegabile per noi. Abbiamo conosciuto altri viaggiatori già al 3-4 viaggio in India, io personalmente non tornerei, forse non ho avuto quella folgorazione per questo paese che hanno avuto altri, comunque è un’esperienza di vita che difficilmente, nel bene o nel male, si può dimenticare.



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